Tre giorni a Malta… a novembre

Valletta, Malta nord e Gozo fuori stagione
Scritto da: moniasvario
tre giorni a malta... a novembre
Partenza il: 12/11/2014
Ritorno il: 15/11/2014
Viaggiatori: 1
Spesa: 500 €

GIORNO 1

Si parte nel tardo pomeriggio di un piovoso giorno di novembre da Bergamo Orio al Serio, destinazione Malta! Dopo buio fitto fuori dal finestrino, improvvisamente ci troviamo a sorvolare la bella isola illuminata, uno spettacolo!

Giunta nella hall dell’aeroporto chiedo a due signori dove posso lasciare a deposito il trolley e mi indicano l’ufficio informazioni presente accanto ai check-in delle partenze.

L’addetta mi chiede il passaporto e segna su un foglio la data e l’orario di consegna; arriva poi un signore baldanzoso che ha fretta nel volermi accompagnare allo scanner del bagaglio, quindi svuoto alla rinfusa nello zaino tutte le cose che credo mi possano servire questa notte e domattina.

Mi reco poi verso l’uscita dove ci sono le macchinette per l’emissione dei biglietti dei pullman; le opzioni che appaiono sullo schermo sono diverse: biglietto da due ore, biglietto settimanale etc.., quindi scelgo la corsa più breve (2 ore) al costo di 1,30 €. Fuori dal terminal sono poste le pensiline degli autobus ed attendo lì il pullman X2 per circa una mezz’ora (l’ultimo è passato da pochi minuti, acc..)

La sensazione di essere qui è già ottima: ci sono palme ovunque, un clima mite, gente ancora in giro in maglietta e soprattutto ‘mare profumo di mare’!

Arrivato il bus, salgo e non vi è alcuna obliteratrice, in quanto sul biglietto stesso è riportato l’orario di scadenza della validità. Partiamo e sono l’unica passeggera nelle mani di un autista che non mi da’ molta fiducia: sbanda di frequente invadendo la corsia opposta, fa una fermata ‘tutta sua’ presso un negozietto lungo la strada per comprarsi cibarie, in più, notando un signore che corre in ciabatte lungo il marciapiede sbracciandosi come un matto, lo fa salire. Non capisco nulla di quel che si dicono ma il tizio, in piedi accanto all’autista, si volta spesso a guardare l’unica passeggera…

Provo un attimo di disagio quando l’autobus prende una stradina secondaria e buia, oh mon Dieu dove mi stanno portando!? Il primo pensiero che formulo è tenere d’occhio lo spray dei vetri che si trova vicino all’ingresso, chissà mai che mi debba servire da autodifesa! Solo quando il bus si ferma capisco che l’autista ha dato un passaggio a casa al tizio!

Una volta ripartiti, mi alzo per chiedergli se mi può avvisare quando arriviamo alla fermata più vicina all’imbarco dei traghetti di Sliema dove ho prenotato l’hotel.

Continuiamo a percorrere zone periferiche buie ed alquanto diroccate, finché arriviamo nel quartiere St. Julian e sembra improvvisamente di essere entrati a Rimini: ci sono un sacco di bar, gente che sale a frotte sul bus e mi perdo ad osservare questo tratto di costa così vivo finché l’autista mi da’ un segno di essere arrivati alla fermata richiesta.

Sul foglio della prenotazione, oltre ai dettagli dell’albergo, c’è una piccola mappa da cui riesco a capire che l’ho oltrepassato di un centinaio di metri; cammino quindi lungo la promenade fino a quando mi imbatto nell’insegna dello ‘Sliema Marina Hotel’. La mia camera è al sesto piano, spengo la luce alle 00.15.

GIORNO 2: LA VALLETTA – BLUE GROTTO – DINGLI CLIFFS – GOLDEN BAY – MELLIEHA

La giornata inizia alle ore 7 con una buona colazione all’ottavo piano dell’hotel, da cui si gode una vista pazzesca sulla dirimpettaia Valletta. Non vedo l’ora di arrivarci! Scendo a lato mare per cercare il traghetto che collega Sliema alla capitale, operato ogni mezz’ora al costo di € 1,50 sola andata.

Il tragitto dura circa 10 minuti e, una volta attraccati, decido di percorrere il perimetro di questa bella lingua di terra fino a giungere all’interessante Siege Bell Memorial, affiancato dai panoramici Lower Baracca Gardens, un vero luogo di pace sotto un sole già caldo a metà mattina.

Proseguo lungo il litorale (Barriera Wharf) ed incontro casualmente una coppia sulla settantina che mi chiede se voglio che mi facciano una foto con una bella visuale sul retro. Acconsento ricambiando il favore e parliamo un attimo, considerando di come siamo fortunati con il clima, dato che in Italia sta piovendo ininterrottamente da giorni. Ho da consolarmi quando mi spiegano che provengono dal Canada e pensare che da loro nevica!

Mi dirigo poi agli Upper Baracca Gardens, da qui la vista è il top e non è un caso se vi sia una maggiore concentrazione di persone rispetto ai luoghi precedentemente visitati.

Sarei tentata da tirarmi una martellata in testa quando la macchina fotografica si spegne a causa della batteria che mi sono dimenticata di caricare prima di partire. Proseguo verso il centro della Valletta, in direzione degli Hastings Gardens, da cui si può ammirare un bel panorama sulla parte nord-ovest della città.

La capitale è piena di viuzze strette che sono un saliscendi simile alle strade di San Francisco; in un primo momento decido di passeggiare lungo l’arteria principale piena di negozi che conduce al Grand Master Palace e alla St. John’s Co- Cathedral (quindi, insomma, fare un giro ‘storico’ della città) ma cambio repentinamente idea a causa della moltitudine di gente fra cui fare slalom, in più valuto che vorrei recarmi all’aeroporto ad un orario decente per il ritiro dell’auto a noleggio ed infine prevale la curiosità di vedere Valletta da uno dei tre lembi di terra posti a ovest: Kalkara, Vittoriosa, Senglea.

Ok, ho deciso: mi dirigo allo spiazzo dei bus, appena fuori dalla porta di ingresso alla città. Qui regna il caos più assoluto, io non so come sia possibile non aver visto alcun incidente fra autobus o auto impazzite o pedoni che attraversano senza scrupolo nei 10 minuti che mi sono stati necessari per capire dove andare e cosa fare…

Comunque, al chiosco informazioni l’addetto mi comunica dove dirigermi per prendere l’autobus numero 1 diretto a La Isla (Senglea).

Pago il ticket all’autista (1,50€ che vale per l’intera giornata) e dopo circa 25 minuti mi trovo al capolinea, cammino in direzione del mare fino a giungere alla Vedette, esattamente sul promontorio della Isla da cui si ha una magnifica visuale sul litorale ovest della capitale. Credo che sia valsa la pena venire fino a qui!

Dopo 20 minuti prendo il bus di rientro per scendere poi alla fermata ‘Paola’, un quartiere da cui passano i pullman che vanno all’aeroporto.

Eppure io qui ci sono già stata…faccio mente locale ricordandomi che è esattamente il posto dove ieri sera l’autista si è fermato a prendere delle cibarie. E’ mezzogiorno inoltrato e decido di recarmi allo stesso chiosco (che pullula di gente) per provare i tipici ‘pastizzi’: sfoglie salate ripiene di formaggio oppure piselli e ricotta etc. Torno alla fermata e, che fortuna, passa il bus X2 dopo pochi minuti; il tragitto è brevissimo ed in men che non si dica mi trovo già all’aeroporto.

Vado dapprima a recuperare il trolley pagando € 12 che è la tariffa se si lascia in custodia il bagaglio dalle 12 alle 24 ore; mi ritengo soddisfatta della scelta di aver lasciato la valigia all’aeroporto per muovermi a piedi nella capitale con il solo zaino.

Mi reco poi nella hall degli arrivi e precisamente al desk della Sixt dove attendo l’addetto per più di 10 minuti. Va bé che non ho alcuna fretta, però qui pare non esserci nessuno, mah! Il collega della concorrenza di sua iniziativa gli fa un colpo di telefono e dopo poco arriva un giovincello che evade le pratiche molto velocemente.

Mi assegna un’auto di categoria superiore allo stesso prezzo, una Peugeot 208 bianca. Chiavi in mano, dopo il pranzetto consumato sul bus (i pastizzi sono molto buoni ma anche unti e riempiono lo stomaco) mi sparo un caffè nella hall e cammino al posteggio, imposto il navigatore e via! si parte verso Blue Grotto!

In tutti i viaggi dove mi è capitato di guidare a sinistra, mi sono sempre chiesta perché mai appena usciti dall’aeroporto vi sia sempre ed immancabilmente una rotonda che è proprio quella cosa che merita una maggiore riflessione su come affrontarla!?!

Guido per una quindicina di minuti (qui le distanze sono davvero irrisorie!) fino a giungere a destinazione sperando vivamente che vi sia la possibilità di fare il giro in luzzu (tipica barchetta maltese) nelle 7 grotte presenti lungo questa meravigliosa costa, ma il mare agitato non promette nulla di buono.

Mi dirigo al chiosco dei biglietti, posto accanto agli attracchi dei luzzu e, come previsto, un cartello comunica che oggi non si effettuano visite alle grotte. Che peccato. Un consiglio: dirigersi appositamente qui senza fare il giro in barca non ha alcun senso, quindi a posteriori credo che sarebbe meglio informarsi prima.

Torno all’auto e si avvicina un signore con un finto tesserino il quale mi dice che c’è da pagare il posteggio, ma guarda te… gli do’ un euro ed in corrispettivo mi da’ delle indicazioni relative ad un sentiero da cui si vede bene l’ingresso di Blue Grotto.

Una volta giunta in cima alla salita mi trovo di fronte una macchina (palesemente a noleggio) ferma in mezzo all’incrocio e completamente distrutta sul davanti; la ragazza piange disperata, secondo me non aveva l’assicurazione kasko…

Riparto verso le Dingli Cliffs che non riesco a trovare con facilità, nonostante il satellitare ed un costante occhio alla mappa. Giro, vado, vengo, su e giù con quella Peugeot ma di cliffs..manco l’ombra. Mah.. Tutto quel che riesco a vedere dalla strada principale sono dolci declivi verso il mare con tappezzamenti agricoli.

Giungo infine ad una chiesetta, compro un buon gelato al camioncino posteggiato lì vicino e mi siedo assieme alla mia pace dei sensi su una soleggiata roccia sporgente vista mare. Va bene così!

Sono quasi le 16 quando riparto verso la Golden Bay e,nei pressi dell’abitato di Mgarr decido di seguire i cartelli che indicano Gnejna Bay; la scelta è azzeccata poiché mi piace molto questa baia tempestata dalle forti onde del mare.

Il sole sta per calare, quindi mi dirigo al promontorio che divide Ghajn Tuffieha Bay dalla Golden Bay e da lì credo di assistere ad un meraviglioso tramonto. Costeggiando la torre che capeggia la baia, vi è la possibilità di giungere alla Golden Bay la quale è purtroppo rovinata dalla fastidiosa presenza di un grosso albergo di lusso.

Contentissima di questo appostamento strategico da cui si vedono entrambe le spiagge dall’alto e con ormai il sole calato all’orizzonte, torno alla macchina e, mentre sistemo due cose, si rovescia un temporale decisamente inaspettato!

Ripercorro sulla mappa tutti gli spostamenti della giornata giungendo alla conclusione che esiste una ragione per cui comincio a sentirmi abbastanza stanca: è decisamente ora di dirigersi all’albergo di Mellieha. Dopo aver intrapreso una salita stretta che mi fa dubitare del satellitare, giungo ad un crinale dove sorge la città, percorro la via principale in discesa e, quasi persa, mi accosto a lato strada per capire un attimo…giro lo sguardo a destra e, toh! Ecco lì l’albergo che sto cercando, il “Maritim Antonine Hotel & Spa”, un bellissimo 4 stelle da 27 € a notte (bassa stagione).

Con estrema soddisfazione mi butto in una lunga doccia rilassante poi esco a cena; scelgo il pub/ ristorante “Wooden Hoven” e, dopo una passeggiata nel centro nonché alla bella chiesa che domina la baia, rientro in hotel. A nanna prima delle 22.

GIORNO 3: MELLIEHA – ISOLA DI GOZO – MELLIEHA

In questo letto si dorme così bene, è quasi un peccato alzarsi così presto…

Ore 7 suona la sveglia e, dopo una colazione fantastica parto alle 8,20 in direzione Cirkewwa: l’imbarco dei traghetti per l’isola di Gozo. Di nuovo si prospetta una fantastica giornata di sole, che fortuna!

Giunta al porto (è impossibile sbagliare strada perché attorno non c’è niente se non un altro mega hotel) mi allineo alle auto ferme in attesa della nave che dovrebbe partire alle 9.

Colgo l’occasione per salire alla sala d’aspetto e chiedere informazioni all’addetta riguardanti i collegamenti con l’Isola di Comino, che si trova esattamente a metà fra Malta e Gozo. Essa è famosa principalmente per la Blue Lagoon, una baia dall’acqua cristallina che mi piacerebbe visitare.

La signora mi informa che in questo periodo dell’anno non vi sono collegamenti da qui ma mi consiglia di chiedere una volta giunta a Gozo. Mi consegna anche una piccola brochure dove sono definiti gli orari dei traghetti Malta-Gozo e viceversa, nonché le tariffe: pagherò €15,70 (auto più una persona) soltanto questa sera al rientro.

La mia idea di massima sarebbe di girare Gozo in auto poi andare in barca a Comino, rientrare a Gozo, recuperare la macchina e re-imbarcarsi per Malta. Vedremo. La traversata in traghetto dura circa 30 minuti e riesco anche ad intravedere la Blue Lagoon quando costeggiamo l’isola di Comino.

Nella zona dell’attracco su Gozo è un caos di auto, posteggi selvaggi, tanté che sono disincentivata dal fermarmi però, dopo circa 1 km di strada, decido di tornare indietro perché voglio assolutamente informarmi su come andare alla Blue Lagoon.

Con grande fortuna scorgo un’auto che sta uscendo da un posteggio proprio accanto all’info point dove l’addetta mi dice che l’unico modo per giungere a Comino in questa stagione è salire su piccole imbarcazioni private e me ne indica anche qualcuna, arenata a pochi metri di distanza.

Vado dal tipo che sventola brochures inneggianti fantastici tours dell’isoletta e mi comunica che, essendo sola, la tratta costerebbe 15€ e l’ultima corsa sarebbe verso le 15,30. Gli dico che avrei pensato di tornare qui al porto un poco più tardi, alchè il suo orario si sposta magicamente di 1 ora: l’ultima corsa diventa alle 16,30!

Prendo una brochure dicendo che devo vedere come evolve la giornata, ringrazio e torno alla macchina.

Giunta all’abitato di Xewkija accosto per fare una foto alla bellissima fortificazione che domina la città di Victoria (Rabat). Proseguo poi verso Xaghra dove mi perdo un po’ nel paesello alla ricerca dei Ggantjia Temples. Scopro in realtà di esserci passata davanti per ben due volte ma solo alla terza noto le indicazioni scritte sull’ingresso, dove capeggia una guardia. Mi fermo un po’ nel piazzale antistante leggendo sulla guida di cosa si tratta e chiedendomi in tutta onestà se ho veramente voglia di entrarci. La risposta è no, quindi mi fiondo nella piazza centrale per un rilassante caffè di mezza mattina.

Mi sto abituando ai posteggi abusivi che si usano tanto a Malta, sperando che l’adesivo ‘Sixt’ appiccicato al lunotto della macchina possa muovere a compassione gli abitanti del posto.

La proprietaria del bar parla benissimo italiano e le chiedo se c’è la possibilità di salire sulla torre della chiesa che domina la piazza. Mi dice che onestamente non lo sa ma si attiva quando vede il parroco arrivare nella nostra direzione, andando a chiederglielo. Fatto sta che con tutti questi nomi strani ho sbagliato paese: si può salire sulla cupola della chiesa del paese di Xewkija, passato prima, e non qui a Xaghra.

Saluto la gentilissima signora e me ne vado verso il mare, nella fattispecie alla Calypso Cave; posteggio l’auto nello spiazzo adibito e mi dirigo su una specie di balconata da cui si gode una meravigliosa vista sulle colline rocciose circostanti e, a destra sulla famosa Ramla Beach, dalla sabbia rossa.

Mi piace starmene qui, sole in faccia, ad ammirare il panorama e a sentire la ‘voce di Ulisse’: la leggenda narra che egli venne reso prigioniero per 7 anni in questa grotta dalla Ninfa Calypso e che i suoni che escono dalla cava per via del vento siano l’eco dei suoi lamenti.

Indecisa se scendere alla Ramla Bay, valuto che la vista da qui sia più che appagante quindi procedo verso Malsalforn. Passando accanto all’omonima baia, essa non è di particolare attrattiva, dato che non vi è una spiaggia ma una lunga schiera di bar, ristoranti etc. quindi procedo oltre, fino ad arrivare ad una dei posti ‘clou’ della giornata: Xwejni Bay e Salt Pans.

La baia è dominata da uno spuntone di roccia levigata dalla forma tondeggiante e l’acqua è trasparente.

Cammino lungo la strada che conduce alle Salt Pans e da qui non vorrei più andarmene! Sono però le 12,30 quindi valuto di guidare verso la costa ovest dell’isola. Passo (obbligatoriamente) dentro l’abitato di Victoria, un gran caos di deviazioni, strade strette eppure sono a doppio senso di marcia! I cartelli sono sporadici quindi credo che senza navigatore sia abbastanza difficile sbucare fuori dalla città e trovarsi immessi nella direzione giusta!

Arrivo a Xlendi dove la baia è piccola ma carina. Mi siedo poi al ristorante ‘Moby Dick’, scelto puramente a caso e chiedo se sono così gentili da farmi caricare un po’ la batteria della macchina fotografica (morta di nuovo).

Dopo un buon pranzetto a base di pesce passeggio nel paese e riprendo la marcia intorno alle 14 verso Dwejra Point.

Come prima, dovendo passare in mezzo alla città di Victoria, mi gira in testa l’idea di fermarmi a visitarla ma desisto a causa della confusione e mi innervosisco pure quando, imbottigliata nel traffico per 5 minuti, tento di farmi strada e botto lo specchietto contro un camioncino posteggiato su un marciapiede che occupa metà carreggiata!

Appena dopo l’abitato di San Lawrenz, seguo una strada in discesa verso il mare; di fronte appare subito Fungus Rock e poi, sulla destra, la bellissima Azure Window.

Posteggio, consegno il solito euro al finto parcheggiatore e mi avvicino alla Window: una roccia buca dalla forma particolare.Questo posto è preso d’assalto dai turisti e giro in lungo e in largo per trovare il modo di scovare diverse prospettive fotografiche dentro cui non appaiano figure umane.

Mi prendo tutto il tempo di godermi questo panorama e di rilassarmi al sole finché, volente o nolente, giunge il tempo di valutare il da farsi: sono le 15,45 ed il prossimo traghetto è fra mezz’ora. Il satellitare indica che il percorso per giungere agli imbarchi è di 20 minuti circa, ma chi glielo dice che ho di nuovo la città caotica da attraversare?

Va bé… parto e, immettendomi in Victoria, non so come, mi trovo ai piedi della Cittadella che, in fin dei conti, sarebbe stata l’unica cosa che avrei veramente voluto vedere della città! Posteggio un po’ abusivamente nel park di un cantiere e salgo a piedi verso le mura della roccaforte. Trovo fantastica anche la possibilità di salire sui torrioni che dominano le pianure circostanti illuminate dal sole al tramonto.

Contentissima di questa botta di fortuna mi dirigo al porto per prendere il traghetto delle 17,15 e, nell’attesa, valuto cosa fare dopo; inizialmente vorrei andare alla baia di Saint Pawl e magari cenare là ma, sarà la stanchezza, il mal di mare, il sole preso durante tutto il giorno, una volta attraccata a Malta cambio idea scegliendo di andare dritta in hotel, scelto di nuovo a Mellieha.

Purtroppo la disponibilità di una stanza presso l’albergo di ieri era terminata (è venerdì sera) quindi ho prenotato la seconda notte presso il “Pergola Hotel’, un altro bel 4 stelle.

Cena fuori poi a nanna alle 22.

GIORNO 4: MELLIEHA – PARADISE BAY – POPEYE VILLAGE – MDINA – AEROPORTO

Per il terzo giorno di fila la sveglia resta puntata sulle ore 7 e, dopo la colazione, parto in direzione Paradise Bay che si trova vicino all’imbarco dei traghetti per Gozo; supero lo spiazzo adibito a posteggio turisti fino a giungere ad un crinale da cui si vede la spiaggia dall’alto. A me non sembra nulla di che, ed anche piuttosto piccola se proprio devo essere sincera, ma l’acqua cristallina che si vede di fronte credo sia la ragione principale per cui questo posto sia così rinomato.

Riparto in direzione Anchor Bay per una visita al Popeye Village che è stato il set del film ‘Popeye’ prodotto dalla Walt Disney interpretato da Robin Williams. In questo periodo invernale il villaggio è aperto solo nei weekends ma non sono sicura che mi interessi particolarmente girare all’interno, così una volta posteggiato, percorro a piedi una strada a sinistra dell’ingresso che domina dall’alto il paesino racchiuso nella bella baia.

Il posto merita una visita, soprattutto per la magia e la sua particolarità!

Riparto verso sud finché arrivo alla città di Mdina, ultima tappa del mio viaggio. Trovo un parcheggio pubblico appena dopo le mura d’ingresso alla ‘Città del Silenzio’ ed attendo qualche minuto prima che un posto si liberi. Mentre scendo dall’auto fa capolino il solito finto posteggiatore e, molto stanca e seccata da questi tizi che sono ovunque, appena mi chiede il compenso, gli sorrido e me ne vado lasciandolo abbastanza sbigottito.

La città è davvero bella, da’ un certo senso di antico, piena di viuzze particolari. La giro in mezz’ora che credo sia un tempo più che sufficiente se non si vogliono visitare musei o similari.

Una volta uscita mi faccio un caffè nella piazzetta principale poi vado verso l’aeroporto; il volo parte con 45 minuti di ritardo e all’arrivo in Italia mi aspettano come minimo 10°C in meno e pioggia a dirotto. Sigh..

Alla prossima.



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