Malaysia e Singapore street power

Alla scoperta di Penang, delle isole Perhentian e della città-Stato
Scritto da: Fabio Pinelli
malaysia e singapore street power
Partenza il: 09/08/2019
Ritorno il: 21/08/2019
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Asia is calling. Ancora una volta. Irrimediabilmente. Contrariamente al solito, questa volta abbiamo prenotato tutto all’ultimo momento, pochi giorni prima della partenza. Meglio tardi che mai dicono. Si parte.

INFO INTRODUTTIVE

Alcune info di base per inquadrare meglio il nostro viaggio:

Itinerario: Georgetown Penang (4 notti) – Pulau Besar Perhentian (3n) – Singapore (3n)

Periodo di viaggio: 9 – 21 agosto

Agenzia/Fai da te: fai da me

Modalità di spostamento: 2 aerei interni, 1 minivan notturno

Hospitality: hotel a Penang e Singapore prenotati con Booking; hotel alle Perhentian prenotato tramite agenzia locale

Di seguito una panoramica delle spese principali per tipologia:

  • VOLO intercontinentale x2 -> 1800 € (British Airways Malpensa-Singapore con scalo breve a Londra)
  • ASSICURAZIONE viaggio singolo Columbus x2 -> 160 €
  • VOLI interni x2 -> 600 € (Air Asia Singapore-Penang e Malaysia Airlines Kota Bharu-Singapore con scalo breve a Kuala Lumpur)
  • Altri TRASPORTI totale -> 150 € (comprensivi di: Grab taxi a Penang e Singapore, autobus locali a Penang, mini van notturno da Penang a Kuala Besut Jetty, water taxi vari tra le isole, metropolitana a Singapore)
  • HOSPITALITY totale -> 530 € (spesa media giornaliera pro capite: 26,5 €)
  • FOOD & BEVERAGE totale -> 530 € (quindi spesa media giornaliera pro capite: 24 €)
  • VISITE & ATTIVITÀ totale -> 200 €

Diario di viaggio

DAY 0 – GIO 09/08/19

La vacanza inizia col brivido: caos a Malpensa. Dal giorno prima infatti il sistema check-in di British Airlines è in tilt a livello centrale. Voli cancellati e in ritardo. Grande agitazione ai banchi della compagnia. Alla fine, ce la caviamo con un’ora e mezza di ritardo in partenza e un’ora di attesa sull’aereo prima di farci scendere a Heathrow. Il volo invece registra un tempo record di un’ora! Le ore di scalo erano quattro perciò siamo ancora in tempo. Sederci sull’A380 che ci condurrà a Singapore è un sospiro di sollievo, nonostante le tredici ore di viaggio che ci attendono.

Partiamo alle 21 GMT, considerando la durata del volo e le sei ore di fuso, atterriamo a Changi attorno alle 17 locali. Giusto in tempo per renderci conto che l’aeroporto è anche un enorme centro commerciale, che nel centro commerciale nell’aeroporto c’è anche una specie di giungla, e che nella giungla nel centro commerciale nell’aeroporto c’è una gigantesca fontana con annessi spettacoli di luci musica e colori. Giusto il tempo di goderci un po’ di show e berci la prima Tiger (ai frutti rossi) al TigerLab all’ultimo piano del mall, poi via verso il terminal 4 da dove prenderemo il volo per Penang, non prima di esserci auto imbarcati i bagagli ai bag-drop self-service di AirAsia. Partiamo alle 22.30 con l’ultimo volo di giornata per l’isola malese, dopo aver tentato invano di salire sul volo dell’ora prima dato che eravamo già lì in anticipo.

Arrivati a Penang, prendiamo un taxi che per 67 MYR ci porta in venti minuti al nostro alloggio in centro a Georgetown. Osservando fuori dal finestrino sembra che sull’isola si sia appena abbattuto un violento temporale: alberi caduti, strade bagnate e deserte. In effetti, scopriremo poi che la coda di un tifone diretto in Thailandia aveva colpito Penang proprio quel pomeriggio.

Arriviamo al Lagenda House all’ 1 passata. Porta chiusa e numero da chiamare. Ops, non siamo molto preparati infatti non abbiamo fatto la scheda sim malese quindi i tentativi di chiamare risultano vani. Per fortuna passano due ragazzi ai quali chiedo se possono chiamare il numero per noi. Primi due tentativi senza risposta, speranze al lumicino, terzo tentativo riuscito. Dopo cinque minuti arriva un simpatico omino in bicicletta che ci apre e ci fa accomodare per il check-in. Ringraziamo calorosamente i ragazzi dopo aver scambiato qualche chiacchiera e andiamo finalmente a dormire.

DAY 1 – VEN 10/08/19 – GEORGETOWN

La prima giornata del viaggio è dedicata interamente a Georgetown, il cui appeal proviene decisamente dalla strada. Street art e street food caratterizzano questa città invadendola di odori e colori. Ci rifocilliamo abbondantemente con la colazione del Lagenda. Dopodiché, ci dirigiamo al Penang Global Tourism per recuperare la Marking Penang, una mappa gratuita con geolocalizzazione di tutti i pezzi di street art più belli e famosi. Qui ci propongono anche dei tour guidati del centro storico, gratuiti, ma previsti solo alcune mattine della settimana. Proseguiamo lungo Beach Street arrivando alla Queen Victoria Memorial Clock Tower e dopo pochi passi al Fort Cornwalls dove però non entriamo perché poco ci sembra poco attrattivo. Arriviamo poi alla Penang Town Hall costeggiando il lungomare già frequentato da qualche pescatore e rientriamo nel centro storico lungo Jalan Masjid Kapitan Keling dove incontriamo a poche centinaia di metri una dall’altra prima una chiesa anglicana (St George’s Anglican Church) poco più avanti un tempio buddista (Tokong Kuan Yin) e un tempio induista (Sri Maha Mariamman Temple), avanti ancora una moschea (Masjid Melayu). Evidenza di un meltin-pot culturale non indifferente.

Dopo questa montagna russa di religioni, scopriamo i primi lavori di street-art nella zona di Lebuh Armenian che ci conduce a visitare il Khoo Kongsi e il Cheah Kongsi (10 MYR a testa per entrambi), dimore dei più antichi clan cinesi della città. Il caldo è abbastanza insopportabile, ma lo sopportiamo proseguendo verso i Clan Jetties, concentrazioni di palafitte abitate anche queste dalla parte cinese della popolazione. In particolare ci addentriamo nel Lee Jetty e Chew Jetty, trovando in fondo al molo una piacevole e fugace brezza marina che ha il sapore di salvezza, troppo breve purtroppo. Finalmente mangiamo, al “The Jetty Food Court” tipico food center asiatico come piace a noi. Proviamo hainan chicken rice e pork satay sorseggiando coca cole più economiche dell’acqua.

Con la panza piena, e grondanti di sudore, torniamo al Lagenda per recuperare gli zaini. Con Grab ci spostiamo all’altro hotel che abbiamo prenotato per le prossime tre notti, il Noortin Street Hotel poco più fuori rispetto al centro storico ma ancora in buona posizione. Riposiamo mezz’ora, poi torniamo alla carica dirigendoci alla vicina Komtar Tower per salire in cima allo Sky Observation Deck (circa 65 MYR) il cui highlight è la passerella di vetro con vista nel vuoto. Dentro la Komtar Tower ci sono un sacco di altre attrazioni a cui rinunciamo in quanto rivolte ad un pubblico decisamente meno adulto.

Scendiamo dalla torre non appena un vento poco simpatico inizia a sferzare là in cima. Arriviamo al Joo Hooi Cafè (uno dei posti consigliati Lonely per lo street food) giusto in contemporanea con un bel diluvio che dura mezz’oretta. Per ingannare l’attesa mi concedo un chor kway teow e un sendol, il dolce tipico di Penang. Ma questo è solo un antipasto: per la cena vera e propria ci spostiamo in New Lane, o Lobong Baru per gli amici, dove proviamo cose terribili e cose invece niente male. Cose sostituisce i nomi veri delle pietanze che purtroppo non ricordo più.

DAY 2 – SAB 11/08/19 – PENANG NATIONAL PARK

Giorno 1 città, giorno 2 natura. Obiettivo di oggi: Penang National Park e le sue spiagge. Potremmo raggiungerlo via bus ad un costo davvero irrisorio ma almeno per l’andata optiamo per Grab (52 MYR) in modo da arrivare ad un buon orario. Arriviamo all’ingresso del parco nazionale verso le 11, impiegandoci poco meno di un’ora. L’ingresso è gratuito. Si paga solo l’eventuale pick-up in barca per tornare indietro, non obbligatorio ma consigliato dagli addetti all’entrata. La camminata nella giungla è faticosa soprattutto nella parte iniziale ma alla portata anche di bambini; in un’ora e mezza raggiungiamo Pantai Kerachut dove la balneazione è fortemente sconsigliata a causa della fitta presenza di meduse. Riposiamo un po’ sulla spiaggia visitando anche un centro di recupero tartarughe marine. Alle 13 arriva puntuale il nostro barcaiolo come concordato all’entrata che ci porta a Monkey Beach e che ci verrà a prendere tra un paio d’ore, giusto il tempo per un po’ di relax, bagni e noleggiare a prezzo conveniente una moto d’acqua. Il mare di Monkey Beach non è paradisiaco ma, da Georgetown, una tappa qui vale la pena.

Usciamo dal Taman Negara Pulau Pinang, nome malese del parco, verso le 15 e becchiamo al volo un autobus in partenza per Georgetown. Scendiamo a Gurney Drive per andare a mangiare in uno degli altri grandi mercati di street food dell’isola, il Gurney Hawker Centre ma è ancora troppo presto in quanto gli stalls aprono verso le 17. Perciò ne approfittiamo per cercare refrigerio nel centro commerciale adiacente, il Gurney Plaza. Refrigerio che in effetti troviamo: temperatura sui 3 gradi circa. Ritorniamo all’Hawker Centre dopo aver provato strane bevande malesi al Venky’s Coffee, una sorta di catena specializzata in coffee and tea arricchiti ed abbelliti da caramelle, zuccherini, biscottini, cheese e chi più ne ha più ne metta. Le bancarelle hanno finalmente aperto e diamo libero sfogo alla nostra creatività assaggiando cose a caso. Rientriamo in hotel ancora in autobus ma prima di svenire nel letto, passeggiata defaticante a Love Lane dove in sostanza si concentra la totalità del turismo occidentale. Beviamo un paio di birrette in uno dei molteplici locali lungo la strada osservando il fluire della gente.

DAY 3 – DOM 12/08/19 – BATU FERRINGHI e PENANG HILL

L’idea di oggi è suddividere la giornata essenzialmente tra Batu Ferringhi al mattino e Penang Hill al pomeriggio. Per raggiungere la prima destinazione, che altro non è che la località di mare più vicina a Georgetown, andiamo alla vicinissima stazione autobus di Komtar ma prima cerchiamo un modo per andare alle isole Perhentian l’indomani. Lungo Jalan Ria, a pochi passi dal bus terminal, ci sono una serie di agenzie che vendono biglietti autobus per le principali destinazioni malesi, solo una però offre il servizio per le Perhentian. L’unico autobus parte alle 23, aggiudicato.

Sbrigata questa importante formalità, saliamo su un autobus ed in circa un’ora arriviamo a Batu Ferringhi, che non ci entusiasma più di tanto né come spiaggia né come mare. Rimaniamo un po’ all’ombra sorseggiando qualcosa in un bar ma dopo poco riprendiamo l’autobus precedente in direzione opposta; da Komtar saliamo su un altro autobus diretto a Penang Hill. Scendiamo però alla penultima fermata per visitare il tempio buddista Kok Lek Si Temple. Questo tempio è imponente, con accese tonalità di giallo e di rosso e con una splendida pagoda che svetta. Il tempio è visitabile gratuitamente eccetto per la pagoda stessa che richiede un piccolo ticket (4 MYR). Visita comunque meritata.

Terminata la visita, ci muoviamo a piedi verso Penang Hill dato che Google Maps ce la segnala a solo 1 km. L’idea sarebbe brillante se non fosse per la temperatura insana che ci fa sudare ogni metro di quel simpatico chilometro. Come aveva previsto il proprietario del nostro boutique hotel, alla stazione di partenza della funivia c’è parecchia gente. Il tardo pomeriggio infatti è un orario parecchio frequentato a causa dell’inflazionatissimo sunset. Facciamo il biglietto normale (30 MYR) in quanto la fast lane è troppo cara, più del doppio. La coda per salire sulla funicolare è accettabile e non attendiamo troppo. Arrivati in cima alla collina, ci rendiamo conto che probabilmente la fast lane era utile per tornare indietro piuttosto che per salire: la fila per scendere è infinita. Ok, ci penseremo dopo. Subito ci accolgono delle simpatiche scimmie nere (dusky leaf monkeys) intente a nutrirsi sugli alberi. Essendo già tardo pomeriggio, ci limitiamo ad una rapida camminata della zona circostante. Per visitare meglio la collina, servirebbe una giornata intera. Ammiriamo il tramonto bevendo Tiger e mangiando qualche stuzzichino al bar sopra la partenza della funicolare, sperando invano che la fila si accorci. Ovviamente si allunga. Rassegnati ci accodiamo, finché mi rendo conto che la fast lane si può acquistare a prezzo ridotto anche solo per scendere (20 MYR). Non era facile intuirlo ma basta superare momentaneamente la fila di persone per raggiungere la cassa e comprare il biglietto salta fila. Chiaramente, lo compriamo senza il minimo dubbio e dalla prospettiva di passare la notte lì, ci ritroviamo giù dopo pochi minuti. Chiamiamo un altro Grab (19 MYR) che ci lascia a New Lane dove le griglie grigliano, i vapori evaporano e le pance si riempiono.

DAY 4 – LUN 13/08/19 – GEORGETOWN

Ultima giornata a Penang. La dedichiamo a visitare meglio il centro Unesco di Georgetown: passiamo davanti alla Blue Mansion dove però non entriamo, alla Penang Peranakan Mansion che invece visitiamo (20 MYR) più che altro per ripararci dal caldo opprimente. Questo palazzo color verde era l’antica residenza di un magnate cinese del XIX secolo, oggi museo contenente migliaia oggetti d’antiquariato e di collezione nonché raffigurazioni dello stile di vita, degli usi e costumi dei Peranakan, gruppo sub etnico cinese.

Nel tragitto tra le due mansion, scoviamo alcuni degli altri capolavori di street art che ci mancavano: “Kungfu Girl” e “The Indian Boatman”. Altri ancora li becchiamo dirigendoci dalla Peranakan Mansion verso i Clan Jetties: “Children Playing Basketball” e “Brother And Sister On Swing”. Facciamo un altro giro nelle Jetties, e ci addentriamo in Yeoh Jetty arrivando al bellissimo tempio taoista sul mare: Hean Boo Thean Kuan Yin Temple dove siamo praticamente solo noi.

Esausti per il caldo, troviamo riparo dentro il Gayo Coffee dove mangiamo e riposiamo un bel po’. Usciti con coraggio, ripassiamo per la colorata Little India per poi ripiegare nuovamente al fresco del 1st Avenue Mall. Torniamo poi in hotel per una doccia ristoratrice, sistemare gli zaini per il viaggio notturno che ci attende e per fare le ultime chiacchiere col simpatico proprietario cinese che si rivela un ottimo travel advisor, spiegandoci le peculiarità di tutte le principali mete turistiche del Paese, da Langkawi al Borneo, dalle Perhentian a Melacca.

Prima di salutare Penang, torniamo a Love Lane dove mangiamo falafel a ciglio strada e facciamo scorta di provviste per il viaggio al 7/11. Recuperiamo i bagagli e andiamo al punto di partenza previsto ossia fuori dall’agenzia dove abbiamo preso i biglietti. Ci arriviamo con un’oretta di anticipo, alle 22, per star tranquilli ma ecco una bella sorpresa: fuori dall’agenzia un tizio ci avvisa che l’autobus non parte più alle 23 ma con un po’ di ritardo, non si sa bene quanto. Ottimo. Attendiamo per ben quattro ore: alle 2 arrivano finalmente due minivan che scaricano gente e caricano noi. Dieci minuti di sosta per gli autisti e via si riparte. In sostanza, questi sono arrivati a Georgetown da Kuala Besut e ora da Georgetown ripartono per Kuala Besut. Con ben dieci minuti di riposo. Il viaggio è di circa sei ore. Preferiamo non farci troppo domande e affidarci alla provvidenza.

A differenza di Claudia che dorme in qualsiasi condizione spazio temporale, io passo la notte insonne pensando alla scomodità del sedile, alla pioggia battente, al buio pesto che non permette di vedere nulla di nulla fuori, al fatto che il cinese al volante stia guidando troppo velocemente, al fatto che il cinese al volante possa essere stanco. Insomma, un viaggio super tranquillo. Non sono l’unico a pensar troppo però: anche un americano e una coppia inglese sul van hanno i miei stessi pensieri nefasti.

DAY 5 – MAR 14/08/19 – ISOLE PERHENTIAN

All’improvviso siamo a Kuala Besut, sono circa le 8. Finalmente arrivati, sospiro di sollievo. Individuiamo tra le numerose agenzie, Anjung Holidays, quella tramite cui abbiamo prenotato, (sito di riferimento http://www.pulauperhentian.com.my ). Entriamo a saldare il conto della camera e prenotiamo direttamente anche il transfer per l’aeroporto di Kota Bharu per il ritorno. Ci indirizzano all’imbarco dove paghiamo la tassa visitatori (30 MYR a testa) e saliamo su una barca che ci porta a Besar Perhentian lasciandoci al molo a pochi passi dal Coral View Resort dove alloggiamo.

Dato che la camera sarà pronta solo alle 14, lasciamo tutto in hotel e andiamo subito a goderci mare e sole alla spiaggia PIR raggiungibile in due minuti con una bella passerella, così chiamata perché di fronte al Perhentian Island Resort. Prima però noleggiamo maschera e boccaglio, fondamentali, nel mini market del Coral View. PIR beach è una baia dalla perfetta forma a mezzaluna ornata di palme ricurve. Un pontile si staglia nel mare prestandosi a divertenti tuffi nell’acqua cristallina. Pranziamo al ristorante dell’hotel e ci sistemiamo nel nostro bungalow semplice ma molto spazioso. Passiamo anche il pomeriggio a PIR beach facendo snorkeling tra squaletti e tartarughe marine avvistabili già a pochi metri dalla riva. Sono enormi e bellissime, che emozione nuotarci accanto. Anche per cena scegliamo il ristorante dell’hotel optando per il barbecue di pesce: io sono fortunato perché il mio calamaro è molto buono mentre la spigola che prende Claudia si rivela immangiabile.

DAY 6 – MER 15/08/19 – ISOLE PERHENTIAN

Dopo una ricca colazione, prendiamo un taxi-boat (10 MYR) per Tuna Bay, bella spiaggia ampia lato sud-ovest di Besar, non raggiungibile a piedi. Snorkeliamo un paio d’ore poi prendiamo un altro taxi-boat (60 MYR andata e ritorno) per Mira Beach col quale concordiamo il ritorno alle 13. Mira Beach è una piccola spiaggia idilliaca lato sud-ovest di Kecil, l’altra isola.

Rientriamo alla spiaggia del Coral View da dove partiamo con un altro barcaiolo per un’escursione pomeridiana a base di snorkeling. Prima tappa: Coral Garden o Fish Point, area particolarmente ricca di pesci e coralli in buono stato di conservazione. Seconda tappa: Shark Point dove avvistiamo numerosi squaletti che seppur di piccole dimensioni arrecano una piccola emozione adrenalica. Terza tappa: Turtle Point che già conosciamo in quanto è proprio di fronte a PIR Beach, è questa l’area più ricca di tartarughe. Quarta ed ultima tappa: Little Turtle Beach, piccola spiaggia a nord di Besar.

Gli effetti della giornata intera di snorkeling si vedono e soprattutto sentono sulla nostra pelle. Siamo letteralmente ustionati. Ci vestiamo non senza difficoltà per andare a cena al The Barat Restoran, pienissimo ma a ragion veduta dato l’ottimo cibo e l’ampia scelta sia sul menù sia al barbecue.

DAY 7 – GIO 16/08/19 – ISOLE PERHENTIAN

Abbondante colazione vista mare come ieri e taxi-boat per Long Beach, a Pulau Kecil. Oggi esploriamo meglio l’altra isola. Long Beach è la spiaggia con più vita delle Perhentian: molto grande e piena di bar, centri diving, ristoranti e resort. Imbocchiamo il sentiero che in venti minuti conduce a Coral Bay dall’altro lato di Kecil. Da qui contrattiamo con un taxi-boat ottenendo per 60 MYR il passaggio per Romantic Beach e Adam & Eve Beach lato nord ovest. Le due spiagge che visitiamo sono paradisiache e poche frequentate. Perfette per godersi il mare in totale tranquillità.

Rientriamo a Coral Bay, come concordato, a metà pomeriggio. Ci rifocilliamo in un bar sulla spiaggia e riattraversiamo il sentiero verso Long Beach dove spendiamo il resto del pomeriggio osservando incuriositi un gruppo di malesi che si sfidano in divertenti giochi da spiaggia e sorseggiando mojitos al ritmo di musica lounge in uno dei beach bar. Torniamo a Besar in taxi-boat (40 MYR) pagando la tariffa serale che è il doppio, e ceniamo anche stasera al più che promosso bbq del The Barat Restoran.

DAY 8 – VEN 17/08/19 – ISOLE PERHENTIAN e transfer

E’ già tempo di salutare questo paradiso ma abbiamo ancora mezza giornata da sfruttare. Mi sveglio all’alba per godermi più tempo possibile. Inizio con un po’ di jogging lungo la PIR beach dopodiché mi lascio rapire ancora per un’ultima volta dalle tartarughe cercando di seguirle e stare con loro più possibile. Tant’è che mi ritrovo lontanissimo da riva senza quasi essermene accorto. Ritorno indietro e insieme a Claudia che nel frattempo mi ha raggiunto, prendiamo un taxi-boat (40 MYR) per Turtle Beach.

Torniamo al Coral View, dove completiamo il check-out, facciamo colazione al solito posto di fiducia fronte molo e verso mezzogiorno saliamo sulla barca in direzione Kuala Besut Jetty. Il tempo in queste isole è davvero volato, avremmo voluto rimanerci di più.

Al porto, la nostra referente in agenzia ci indica un minivan che ci porterà all’aeroporto di Kota Bharu che raggiungiamo in un’ora o poco più. Al check-in di Malaysia Airlines, una piacevole sorpresa: abbiamo i biglietti di business class. Non ho ancora capito se ho sbagliato io a prenderli o se è stato un upgrade fortunato. Ad ogni modo ci godiamo la business sia per la tratta Kota Bharu-Kuala Lumpur sia per Kuala Lumpur-Singapore. Inoltre, a KL stiamo qualche ora nella lussuosa golden lounge di Malaysia Airlines. Poteva andare peggio dai.

Siamo di nuovo a Singapore. Cambiamo in aeroporto i ringgit malesi rimasti in dollari di Singapore e con un Grab arriviamo al Fragrance Hotel situato in zona strategica vicino a due stazioni della metro: Little India e Rochor.

DAY 9 – SAB 18/08/19 – SINGAPORE

Giornata da record quanto a kilometri percorsi: battiamo Singapore in lungo e in largo toccando quasi tutti i quartieri più caratteristici. Iniziamo la mattinata camminando fino a Bugis Street, passando per un paio di templi lungo la strada, il buddista Kwan Im Thong Hood Cho e l’indù Sri Krishnan. In Bugis Street, prendiamo da bere e da mangiare alle varie bancarelle di questa stretta via coperta. Camminiamo fino al quartiere arabo di Kampong Glam le cui principali attrattive sono la bella moschea Masjid Sultan, Arab Street con i suoi negozi di lampade e tappeti, e Haji Lane teatro di coloratissima e creativa street art. Tappa successiva la St. Andrew’s Cathedral, chiesa bianca anglicana posta al centro di un piccolo parco verde. Proseguiamo fino al Fort Canning Park che attraversiamo scendendo fino al Robertson Quay centro di ristoranti abbastanza chic. Costeggiamo un po’ il fiume attraversandolo sul vivace Alkaff Bridge, da qui in altri dieci minuti di camminata siamo a Chinatown dove prendiamo del cibo in uno dei molteplici stall del quartiere. Percorriamo le affollatissime strade di Chinatown che ci portano al visitatissimo Buddha Tooth Relic Temple e al meno noto Thian Hock Keng Temple dove assistiamo ad una caratteristica funzione religiosa buddista. Per completare l’iter multi etnico di oggi, ci spostiamo in metro a Little India anche questa pienissima di gente come Chinatown ma di colpo sembra di essersi trasferiti dalla Cina all’India. E’ un contrasto visivo incredibile. Riprendiamo un’altra metro fino a Promenade da dove a piedi raggiungiamo Marina Bay in tempo per un bel tramonto, piazzandoci sulla tribuna sotto il Marina Bay Sands, a fianco del Louis Vuitton mega shop, per assistere allo spettacolo delle fontane delle ore 20. Terminato lo show di acqua musica e luce, corriamo letteralmente verso il Supertree Grove per assistere anche allo spettacolo che si tiene qui alle 20.45. Incredibilmente arriviamo giusto all’inizio dello show a cui assistiamo comodamente sdraiati per terra con gli occhi all’insù rivolti verso i super alberi che si accendono e spengono continuamente a ritmo di musica. Ceniamo agli stalls del Satay by the Bay all’ interno del Gardens by the Bay. Infine, torniamo esausti in hotel in metro da Bayfront che raggiungiamo passando dentro il Marina Bay Sands.

DAY 10 – DOM 19/08/19 – SINGAPORE

Avendo visto tantissime cose ieri, oggi possiamo permetterci qualcosa di alternativo: Sentosa Island. Iniziamo però la giornata in modo classico, mangiando frutta e pancakes in Bugis Street. In metro raggiungiamo la stazione di Harbour Front e da qui all’interno del VivoCity Mall prendiamo la monorail (4 $) che conduce sull’isola dei divertimenti. Le attrazioni di Sentosa sono molteplici: Universal Studios, bungee jumping, aero gravity, ecc. ecc.. Volendo si può passare la giornata anche in una delle spiagge di Sentosa. Ma noi sappiamo bene cosa vogliamo fare: sfrecciare con le macchinine sulle piste dello Skyline Luge. Le code in biglietteria e soprattutto in partenza in cima alla pista, fanno sì che per completare le 4 run (discese) incluse nel ticket che abbiamo comprato, voli via parecchio tempo. Per questo terminate le corse e dopo aver pranzato, essendo già metà pomeriggio, rientriamo in hotel per un po’ di siesta nella piscina sul rooftop dell’hotel. Una situazione da Marina Bay Sands per poveri, ma ci accontentiamo.

Ceniamo lungo fiume in un ristorante coreano dei Boat Quay, zona molto turistica ma anche molto carina. Vista mozzafiato sullo skyline di Singapore. Dopo cena, passeggiamo fino al Merlion, ossia la statua del pesce marino simbolo della città dove scattiamo una miriade di foto e selfie con sfondo il Marina Bay Sands. Attraversiamo l’Anderson Bridge giungendo nella zona dei musei e del Parlamento da dove si ha una splendida visuale frontale dei ristoranti illuminati di Boat Quay.

DAY 11 – LUN 20/08/19 – SINGAPORE

Ultima giornata della vacanza, piena perché il volo di ritorno parte in tarda serata. Appuntamento fisso a Bugis per colazione: mango, ananas, pancakes e succhi di frutta. Metro per Bayfront da dove raggiungiamo Gardens by the Bay (28 $). Qui visitiamo il Flower Dome, il Cloud Forest e saliamo pagando un biglietto extra (8 $) sull’ OCBC Skywalk, passerella di vetro che connette alcuni dei supertrees.

Uscendo dai Gardens, entriamo nel Marina Bay Sands fermandoci a mangiare al food court dove la scelta è immensa e la qualità del cibo superlativa: assaggiamo chicken rice e deep fried roll prawns che non dimenticheremo. Come ultima tappa, raggiungiamo Orchard Road la via della moda e dei centri commerciali e facciamo un rapido giro ad Emerald Hill, collinetta con casette colorate che ricordano un po’ lo stile di Notting Hill.

Tornando in hotel, ci fermiamo a mangiare un ultimo chicken rice, dopodiché recuperiamo i bagagli e in metro dalla stazione di Bugis arriviamo direttamente al Changi Terminal. Abbiamo tempo per concludere un po’ come avevamo iniziato: bevendoci una Tiger e stuzzicando qualcosa all’ultimo piano del mall, prima che il volo British decolli lasciandoci con quella forte sensazione di amare l’Asia incondizionatamente.

Selamat tinggal

“Travel is the only thing you pay that makes you richer”



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