Malesia fai da noi

Da Kuala Lumpur a Besar Perhentian, passando per il Taman Negara
Scritto da: alisa75
malesia fai da noi
Partenza il: 14/03/2013
Ritorno il: 25/03/2013
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
Siamo i soliti quattro! Emanuele, Katia, Roberta ed io. E’ Gennaio e con 580eu ci aggiudichiamo un volo Quatar su MXP/Kuala Lumpur e con 43eu un volo interno con MalaysiaAirlines. La spesa totale compresa di assicurazione e marca da bollo sul passaporto e’ di 1240eu a testa. Il 14 Marzo atterriamo su suolo malese e per mezzo del KLIA EXPRESS e arriviamo a KL Sentral, cambiamo un po’ di soldi e compriamo un gettone per la metro; con una sola fermata della linea rossa si scende a Pasar Seni esattamente dietro il Mandarin Hotel Pacific. L’edificio e’ un palazzone di 13 piani con un microclima polare e una moquette inquietante. Ci siamo fatti sostituire la prima stanza il cui bagno era inagibile e ci hanno trasferiti al 13esimo piano con una bella vista anche se i vetri dei finestroni erano puliti come potrebbe esserlo il parabrezza di un fuoristrada dopo la Parigi Dakar. Lasciati i bagagli ci avventuriamo alla scoperta di Kuala Lumpur. E’ una città multietnica composta da quartieri moderni e sobborghi in cui tradizioni, culture e stili di vita differenti si mescolano pur mantenendo le proprie identità. E’ sufficiente attraversare una via per cambiare atmosfera, odori e idioma: e’ come viaggiare per migliaia di chilometri semplicemente attraversando un quartiere. Si fondono colori dell’India con gli odori della Cina. Si incontrano donne avvolte in tenebrosi burqa e ragazze in minigonna. Templi di diversa religione condividono lo stesso marciapiede: i fumi degli incensi sugli altari cinesi sconfinano tra i marmi colorati del tempio indiano mentre dal minareto il muezzin salmodia la preghiera della sera. Pur seguendo i percorsi a piedi suggeriti dalla Lonley Planet riusciamo a perderci tra le viuzze intasate di bancarelle coloratissime di Little India. Visitiamo un paio di templi e pranziamo sulla terrazza di un locale in China Town spendendo circa 3euro a testa!

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Ci trasciniamo ancora un po’ per i mercati ma poi cediamo, siamo troppo stanchi. Rientriamo in hotel e facciamo una “pausa nanna” prima di puntare verso le Petronas Towers! Scattiamo 3000 foto alle torri illuminate e poi ci infiliamo nel centro commerciale per cenare. Il mattino successivo ce ne andiamo alle Batu Caves in metropolitana, l’ingresso del sito e’ proprio di fronte all’uscita della stazione. Varcato il cancello c’è l’enorme statua di una scimmia blu e sulle gradinate, proprio davanti all’entrata della cava, spicca un coloratissimo tempio indù gremito di uomini e donne in sgargianti abiti di seta. C’è atmosfera di festa e anche le bimbe più giovani sono acconciate, truccate e ingioiellate! Lasciamo le scarpe sugli scalini della gradinata, come da usanza, e ci aggiriamo nel tempio così scopriamo di esserci imbattuti in un matrimonio. Mentre assistiamo ai riti cerimoniali il sacerdote del tempio e alcuni ospiti ci offrono di condividere il buffet con loro, all’inizio siamo un po’ titubanti ma e’ quasi ora di pranzo e non ci facciamo pregare troppo così ci “imbuchiamo” al ristorante! Ben rifocillati riprendiamo l’esplorazione verso le Batu Caves. Queste sono enormi grotte di formazione calcarea, la cava principale, dedicata alle divinità Hindu, si raggiunge inerpicandosi per 272 “simpatici” scalini popolati da” simpatiche” scimmie! Non fate come noi che per scroccare il pranzo al matrimonio abbiamo affrontato la gradinata alle due del pomeriggio sotto il solleone! Per fortuna all’interno della montagna la temperatura e’ gradevole così ci riprendiamo un po’ e scendiamo per tornare a Kuala Lumpur.

Ultimo giro per i mercati a caccia di souvenir, visita all’ex palazzo reale e tappa alle Petronas dietro le quale si trova un parco con dei laghetti dove ogni sera si possono ammirare dei bellissimi giochi d’acqua e di luci. Abbiamo scelto il Mandarin Pacific Hotel anche perché e’ sede di uno degli uffici della NKS, un’agenzia piuttosto popolare nei blog di viaggio, che si occupa di escursioni nel Taman Negara. Noi abbiamo prenotato “3gg e 2 notti free&easy “ spendendo 405RM (100eu) a testa per due doppie con colazione, transfert di andata per il Taman Negara e ritorno per Kota Bahru da dove partono le barche per le Perhentian.

Il 16 mattina partiamo alle 8.30 e dopo 3 ore di bus arriviamo a Jerantut, pausa pranzo e subito navetta fino a Tembeling Jetty sul fiume. Qui ci chiedono un obolo di 5RM per macchina fotografica poi ci imbarchiamo. La partenza e’ entusiasmante, siamo seduti con altri turisti su delle lance a motore che schizzano via contro corrente in direzione Kuala Tahan ma dopo mezz’ora si aprono i cieli e vien giu’ un diluvio degno di Noe’ e la sua faunistica ciurma; per fortuna la navigazione dura “solo” 3 ore e il capitano si ferma per avvolgere i bagagli con dei teli impermeabili! Finalmente approdiamo al floating restaurant sede dell’ufficio NKS, e un simpatico tizio ci fornisce di mappe e tiene un briefing riguardo alle escursioni. Noi decidiamo di seguire percorsi fattibili senza guida, quelli che sulla cartina sono contrassegnati da 1 a 6. Ma ormai e’ pomeriggio inoltrato quindi andiamo al Rainforest hotel. Le camere sono carine, wi-fi solo nella hall, colazione così così. Usciamo in esplorazione poi ceniamo con poca soddisfazione al Boing Caffe’ un ristorantino, che sconsigliamo e che si trova sulla salita per raggiungere l’hotel.

E’ sabato sera ma qui non c’e’ molto da fare. Muniti di torcia camminiamo nel buio con il naso per aria, scrutando il cielo alla ricerca delle costellazioni e non ci accorgiamo di aver sbagliato strada al bivio. E’ buio e l’unico suono che sentiamo e’ l’intenso frinire delle cicale. Solo dopo un paio di Km, quando improvvisamente un cinghiale ci taglia la strada, rinsaviamo dall’incanto della foresta e ritorniamo sui nostri passi! Il mattino del 17 scendiamo al fiume e pagando 1RM a testa ci traghettano con una barchetta sulla sponda opposta del fiume; dopo meno di un minuto attracchiamo al Mutiara un resort molto bello ma non economico. Proprio dai giardini del Mutiara si diramano i percorsi amatoriali cioe’ facilitati con passerelle, certo si perde un po’ del senso dell’avventura, ma la natura e’ cosi’ rigogliosa e imperante che la sensazione di essere immersi in una foresta primordiale non ci abbandona mai. Noi seguiamo il Canopy Walkaway per raggiungere i ponti sospesi tra gli alberi centenari, ci impieghiamo meno di un’ora ma il tasso di umidità e’ così elevato che si potrebbe galleggiare. Una brutta sorpresa ci attende alla torretta di partenza: ci sono decine di bambini in gita e dobbiamo aspettare piu’ di un’ora il nostro turno! Finalmente ci chiamano, paghiamo 5RM e attraversiamo i ponti cosi’ velocemente che neanche Indiana Jones nel “il tempio maledetto”! Insomma non ci godiamo il panorama, tantomeno l’emozione dell’altezza perché gli addetti ci incitano a liberare il percorso inseguiti dagli scolari vocianti. Cerchiamo conforto nel cibo e paghiamo “addirittura” 40RM (9eu) a testa per pranzare al buffet del Mutiara, intanto pianifichiamo la prossima escursione al Lata Berkoh che e’ una zona del fiume balneabile. Le opzioni per raggiungere questo sito sono due: o con 4 ore di trekking sudando e ansimando oppure con mezz’ora barca più mezz’ora a piedi. Indovinate cosa abbiamo scelto?

All’ufficio escursioni del Mutiara con 160RM riserviamo una lancia tutta per noi con al comando Didì, un giovane malese al quale chiediamo se ha mai visto una tigre e lui spaventato ci risponde assolutamente no e che e’ celibe e vorrebbe sposarsi prima di morire!! Scherziamo un po’ e ci facciamo raccontare qualcosa della sua vita e delle usanze malesi. Intanto la navigazione procede a slalom perche’ questo ramo del fiume e’ stretto e le sponde sono vicine con fondo basso. Gli alberi sono altissimi e il verde è fitto ma ad un certo punto si apre una piccola radura e avvistiamo un grosso lucertolone che divora un vitello, o qualcosa del genere; chiediamo di fermare la barca per le foto ma il timido rettile guizza via e si inabissa nelle acque torbide del fiume. Raggiungiamo il sito di partenza per la passeggiata e in 20minuti ci troviamo su un cumolo di scogli che blocca il flusso della corrente formando una pozza color fanghiglia. Siamo accaldati e sudati e il desiderio di fare un bel bagno e’ forte ma la schiumetta prodotta delle rapide sembra proprio quella che esce dallo scarico della lavatrice quando lavo la copertina del mio boxer Tom! Ciaba l’impavido si tuffa e quando esce e’ di un bel color giallo zafferano!

Scegliamo di cenare al Family uno dei floating restaurant costruiti sulle zattere in riva al fiume. E’ spartano, come tutti i posti in cui abbiamo pranzato e spendiamo dai 4 ai 5 eu a testa. La serata e’ movimentata: c’e’ una bella e chiassosa tavolata di harleyisti malesi. Ma come avranno fatto ad arrivare con le moto? Mentre ci lambicchiamo sulle improbabili possibilità di trasporto per le due ruote inizia la lotta per la supremazia sul cibo tra noi, gli insetti e il cameriere che abbiamo beccato piluccare nel nostro piatto di patatine fritte! Le pietanze non sono male ma ricordate che il loro poco piccante corrisponde al nostro infuocato, il loro piccante diventa per noi lava incandescente e il molto piccante sarebbe per noi una fusione nucleare. Se poi ordinate un riso con verdure, due con pollo e uno di pesce arriveranno quattro piatti uguali, non lo fanno per generosità ma per praticità: usano la stessa padella e la conseguenza e’ il monosapore. Il pollo o e’ strafritto e insaporito con varie spezie oppure servito con verdure. Quest’ultimo piatto viene probabilmente ottenuto scaldando il contenuto di un barattolo con il denso liquido di conserva. I noodles, come il riso, prendono il sapore “della padella del momento”. Storia a parte sono quelli cinesi serviti come crudi da affogare in una salsa densa calda per renderli commestibili. La frutta di solito e’ buonissima. Niente dessert a parte crepes vendute come pancake!

Il mattino seguente alle 8 si riparte, dobbiamo raggiungere la costa! Con un pulmino arriviamo a Jerantut in poco più di un’ora percorrendo una strada asfaltata, lo stesso spostamento che all’andata aveva necessitato 3 ore di barca e mezz’ora di bus! Ecco come hanno fatto i bikers! Vero che la guida malese e’ piuttosto spericolata, soprattutto quella degli autisti della NKS, ma e’ sempre meglio della tediosa traversata fluviale e non capisco perché nessuno propone questa opzione che ci avrebbe fatto risparmiare un sacco di tempo e un acquazzone.

Comunque alle 10 ripartiamo da Jerantut dopo 3 ore facciamo pausa pranzo obbligata in un albergo un po’ isolato pagando 12Rm a testa per un buffet triste. Noi non abbiamo scelta, ma voi ora lo sapete e potete essere più furbi come lo sono state le ragazze canadesi che si erano portate il pranzo al sacco. Ci eravamo preoccupati di perdere l’ultimo passaggio per le isole, ma i referenti NKS ci avevano assicurato che le barche aspettano sempre i loro clienti e comunque l’autista del bus ha viaggiato così veloce che siamo tornati indietro nel tempo e siamo arrivati con un’ora di anticipo sulla tabella di marcia! Insomma alle 16 siamo al jetty di Kota Barhu. Tramite un intendente NKS prenotiamo sia andata che ritorno in motoscafo veloce a 70RM a testa sia il taxi a 80RM da dividere in quattro, che ci condurra’ dal porto all’ aeroporto.

Ci imbarchiamo e alle 1630 e gia’ durante la navigazione rimaniamo incantati dal paesaggio. Gli scogli di granito che compongono le isole sono levigati e dalle forme sinuose e le spiagge lambite dal caldo Mar Cinese sono bianche corallo. Ma anche qui il colore predominante e’ il verde della vegetazione che anche sulle isole risulta sovrana incontrastata.

Qui a Besar soggiorneremo all’Abdul’s Chalet dove passeremo 6notti spendendo 2160RM ovvero530eu quindi 22eu a testa al giorno per una tripla e una singola; metà della cifra e’ richiesta al momento della prenotazione con un bonifico che costa circa 13eu! Gli chalet sono piccoli ma di recente costruzione e puliti disposti sulla spiaggia su due file: una fronte mare e l’altra poco distante. Secondo noi non vale la pena spendere di più per quelli fronte mare che hanno vista tramonto e spiaggia ma meno privacy. C’e’ aria condizionata e ventilatore a soffitto, wi-fi nella sala ristorante, asciugamani da bagno lettini e teli mare. La spiaggia e’ molto bella, l’acqua calda e cristallina. Dopo una breve passeggiata troviamo una zona snorkeling interessante, peccato che su una parte della spiaggia ci sia spazzatura ovunque … infatti ad alcuni metri da riva notiamo quelli che sarebbero i cassonetti dell’isola che vengono svuotati da grosse barche e probabilmente qualche sacchetto cade in acqua e non viene recuperato. Per fortuna questo sarà l’unico punto trascurato dell’isola e comunque lontano dai nostri chalet.

All’Abdul’s sono gentili e disponibili ma peccano in ristorazione, noi per colazione ordinavamo solo i succhi di frutta fresca e compravamo i biscotti nel bazar annesso.

Il prezzo medio dei pasti adattati ai gusti occidentali si aggira intorno agli 8 /12eu a testa. Il nostro ristorante preferito e’ stato il Tuna’s che si raggiunge con una breve passeggiata; qui abbiamo consumato dei piatti buonissimi: gli spiedoni Tandori, grigliate di gamberoni tigre e dolci fatti in casa! Anche il chiosco giallo subito dopo il pontile e’ valido per i suoi succhi e per i piattoni di frutta che sono i migliori di tutti in assoluto!

19 Marzo

Giornata relax ed esplorativa. Per trasferirci sulle altre spiagge dell’isola bisogna prendere i taxi boat che con pochissimi RM ti traghettano da un lato all’altro, oppure si possono seguire dei sentieri che attraversano l’isola. Indovinate cosa abbiamo scelto? Convinti dallo spirito d’avventura di Roberta emuliamo per la seconda volta Indiana Jones e ci inoltriamo nella vegetazione, con le infradito! L’avessimo mai fatto!

Apro la strada e subito ci assale l’umidità, seguita altri fastidi quali ragnatele, spine e rami infami; sbagliamo direzione perché il sentiero non e’ molto battuto … chissà come mai!?Per fortuna riusciamo ad orientarci e dopo quasi un’ora di sali e scendi inerpicandoci su gradini scoscesi fatti di radici sbuchiamo come dei profughi sulla spiaggia di Shark bay. Finalmente abbiamo fatto del trekking onesto, bello eh! Ma per tornare prendiamo la barchetta, vero Roby?!

20 Marzo

Oggi con 140RM affittiamo una delle onnipresenti boat per 2ore e mezza e ci facciamo portare in tutte le zone di snorkeling. Conviene sempre perché l’uso delle pinne e’ vietato se ci si tuffa vicino alla barriera da riva, dove l’acqua e’ bassa. Prima tappa e’ Turtle Point di fronte alla spiaggia del PIR, in questa zona c’è una grossa tartaruga che bruca pacifica sul fondo apparentemente indisturbata nonostante i turisti che la circondano. Ogni tanto riemerge per respirare vicina a chi nuota nei paraggi ed e’ un’emozione fortissima! Poi Shark Point, famoso per gli squaletti di barriera. Sono piccoli, non più di 160cm e piuttosto schivi! Ovviamente Roby, Katia ed io abbiamo trovato quello sbruffone che ci ha nuotato intorno per alcuni secondi, secondi di panico! Il terzo punto e’ chiamato Coral Garden un nome azzeccato per un sito il cui fondale e’ uno tripudio di forme e colori che non ti aspetteresti mai di trovare sott’acqua! E infine Fish Point. Habitat per migliaia di pesci; i pesci meno timidi che io abbia mai visto! Ci circondano e ci pizzicano. Cercano cibo perché molti turisti offrono loro da mangiare quindi si avvicinano senza paura! Non fanno male ed e’ divertente trovarsi in mezzo ad un turbinio di colori.

Il 21 mattina paghiamo un taxi boat 10RM per andare e tornare dal Mama’s. Giunti sulla stretta spiaggia ci incamminiamo tra negozietti e bungalow e raggiungiamo la spiaggia del PIR … in alcuni punti il panorama e’ mozzafiato. Ci fermiamo di fronte a turtle point e passiamo la giornata a nuotare con le tartarughe e i trigoni, giochiamo con gli scoiattoli, troviamo un po’ (troppi) italiani con i quali chiacchierare.

I giorni successivi trascorrono veloci, ci facciamo scarrozzare su’ e giù per l’isola e nei punti che abbiamo preferito per lo snorkeling. Prendiamo anche il taxi boat notturno, che dopo le 19 costa il doppio, e ci facciamo riportare al Mama’s dove ceniamo senza infamia ne lode. Visitiamo anche l’isola di Kecil con un’escursione di 3 ore pagando 60RM (15eu) a testa sostando per fare snorkeling e bagni lungo la costa; sicuramente Romantic beach e’ la più bella, l’acqua e’ irresistibile e ospita un albero addobbato con conchiglie e coralli.

Dopo tutto questo girovagare in lungo e in largo per spiagge e baie siamo sempre più convinti di aver fatto la scelta migliore soggiornando a Besar, se il paradiso esiste, le Perenthian probabilmente ci somigliano molto!

24 Marzo

Alle 12 prendiamo la barca per tornare a Kuala Besut dove ci aspetta il taxi che ci porterà all’aeroporto di Kota Barhu, qui con un volo della Malaysia raggiungeremo l’aeroporto internazionale e alle 21e10 lasceremo la Malesia (sigh!) per rientrare in Italia (sob!)

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