In giro per la Malesia

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Scritto da: gabrielegubbini
in giro per la malesia
Partenza il: 31/10/2009
Ritorno il: 15/11/2009
Viaggiatori: 6
Spesa: 2000 €
Si parte acquistando il solo biglietto aereo a/r ; la vacanza è un poco meno riposante ma certamente più avvincente. Siamo tra la fine di ottobre inizio novembre del 2009 quando finalmente si parte;il gruppo è composto da 6 persone: Gabriele, mio fratello Gilberto e l’unica donna del gruppo, la sua ragazza Simona, nota per la sua petulanza ma soprattutto le innumerabili discussioni con mio fratello. Chiudono il gruppo Marco P., Stefano; il loro hobby preferiti: dormire…. Il dolce far nulla…. Ridurre al minimo le funzioni vitali! Infine il new entry di quest’anno Marco C. Con abbigliamento completo di cappello per safari,una profilassi seguita alla lettera e la ripromessa di poter vedere almeno una tigre. Touch and go all’aeroporto internazionale di Dubai dove la prima sensazione appena sbarcati è quella di sentirsi degli extraterrestri su un’altro pianeta;quello che salta all’occhio è un lusso sfrenato nelle rifiniture,negozi di qualsiasi genere;non si fanno mancare cascate di acqua con giochi di luci e perfino un eco sistema con passeggiata .Chiude la cornice un freddo flusso di aria condizionata tale da costringerti a un cambio abbigliamento. Passeggiando in aeroporto capitiamo per caso davanti a una caffetteria internazionale Starbucks nota,oltre che per il suo caffè i loro gadget per i quali Simona venderebbe il suo ragazzo Gilberto per averli;nasce qui una accesa discussione tra i due ,strano non lo fanno mai! Il problema non è la fame nel mondo o le ricchezze del pianeta che si stanno esaurendo ma se è il caso di acquistare subito il gadget ,una tazza per il caffellatte ,o al ritorno dalla vacanza visto che ripasseremo di li. La scelta, dopo mezzora di insulti e paroloni ricade sull’ultima opzione.Quella tazza Simona non la rivide più perchè esaurite dal rivenditore! Continua la passeggiata in aeroporto per passare le ultime ore prima d’imbarcarsi di nuovo per la destinazione:Kuala Lumpur. Finalmente arrivati;l’ambiente non è da meno di Dubai tante luci,tecnologia e negozi per lo shopping non manca ovviamente la maledetta aria condizionata che come in ogni luogo orientale è a temperatura invernale.La prima operazione è cambiare la nostra valuta in ringgit e qui subentrano calcoli mostruosi tirando in ballo addirittura la vecchia lira Italiana;la seconda cosa da fare è chiedere informazioni per la città. Prendiamo un’avanzato treno monorotaia senza conducente e un taxi per arrivare al nostro albergo suggeritoci da un amico;è un quattro stelle posizionato in ottima zona strategica della città ad un prezzo molto conveniente. Il clima in Malesia di norma caldo umido è suddiviso in due stagioni:la parte orientale è soggetta a piogge tra novembre e febbraio mentre quella occidentale tra agosto e settembre. Questo è quello che scrivono le guide;in realtà abbiamo riscontrato delle situazioni inverse. Visto che abbiamo solo due giorni e mezzo per visitare Kuala Lampur ci mettiamo subito in marcia; azione motoria che va contro la religione di Marco P. E Stefano ma se vogliono stare con noi e vedere qualcosa si devono pur adeguare! La rete metropolitana copre quasi tutte le zone della città è funzionale ed intuitiva proprio come quella di Roma.In alternativa ci sono i taxi molto economici , come quelli di Roma. Il traffico nonostante Kuala Lumpur sia la capitale della federazione con più di un milionemezzo di abitanti non si presenta caotico come invece abbiamo riscontrato ad esempio a Bangkok in Thailandia oppure Roma nelle ore di punta:sempre! L’orientamento religioso è in maggior parte l’islam cosa che preoccupa l’unica donna del gruppo Simona una bionda di un metro e 78 circa che normalmente indossa minigonne vertiginose. Il primo luogo che visitiamo assecondando Simona per non farci sanguinare le orecchie,è il palazzo del Sultano un edificio del 1897 in stile moresco, oggi sede della Corte Suprema;purtroppo solo dall’esterno. Il palazzo da la facciata su un ampio spazio verde con fontane e aiuole di bellissimi fiori.Lo spazio è chiuso al traffico delle automobili. Tornando verso il centro ci fermiamo ad ammirare la moschea Masjid Jamek posta tra i moderni grattacieli e i due fiumi che confluiscono in uno. Visto che siamo al centro camminiamo tutto il giorno tra le strade e giardini verdi di Kuala Lumpur fino ad arrivare alle famose torri gemelle Petronas dove ci prenotiamo per la visita guidata nel tardo pomeriggio; Marco P. Il più stanco di tutti accusa svenimenti e allucinazioni .Decidiamo per una meritata pausa pranzo; attenzione che nel centro di Kuala L. Si possono spendere anche 20 euro per un Hamburgher al piatto con birretta! Stefano, il più legato al denaro ,alla presentazione del conto viene colto da un malore;Simona che oltre ad essere petulante ,puntigliosa e guardinga ci fa notare sulla ricevuta fiscale che solo di acqua minerale abbiamo speso 15 euro,Stefano che si era appena ripreso perde i sensi. Riprendiamo la marcia per la città e ci prende una voglia sfrenata e irrazionale di shopping probabilmente ingannati dai prezzi esposti in valuta non ancora ben capita.Svaligiamo un negozio di articoli fotografici credendo di aver fatto affari d’oro ma non appena il matematico del gruppo Marco P. elabora la giusta conversione in euro realizziamo che l’affare lo hanno fatto i malesiani. Ci fu bisogno di un elettroshock per far riprendere Stefano che si era comprato per la prima volta in vita sua una compatta digitale! Tra una cosa e l’altra si era fatta l’ora dell’appuntamento per la visita guidata alle Petronas;saliamo con una ascensore grande quasi come la mia casa; la velocità di salita ti comprime il cervello,in pochi secondi siamo a destinazione. Il panorama è mozzafiato anche perchè tra le due torri c’è un ponte in vetro e ferro che collega le due torri dove si gode di un bellissimo panorama.Consigliamo di andarci nel tardo pomeriggio, prima che cali il sole in modo che quando scenderete potrete ammirare le due torri completamente illuminate. E’ notte, Kuala Lumpur si trasforma nella città delle luci; ci sono locali da ballo e molti pub ma attenzione a voi che amate bere perchè alcuni locali seguono alla lettera la religione islamica e quindi non vendono bevande alcoliche. E’ ora di cena questa volta scegliamo bene il ristorante e spendiamo una cifra ragionevole anche perchè il locale non fa parte certamente di nessuna rinomata guida. Visto che ci troviamo a pochi passi dal mercato notturno di China Town decidiamo di concludere la giornata visitandolo;la stanchezza cominciava a sentirsi ed anche la videocamera sulle mie spalle con i suoi 3.6 kg! Completamente all’aperto e frequentato da gente di ogni etnia, è il luogo ideale per fare buoni affari;Marco C. Tratta per più di un ora al primo banco che vendeva orologi tarocchi,alla fine per la somma di 20 euro si porta a casa un magnifico Rolex made in china.Poco più avanti lo stesso orologio viene acquistato da Marco P. Alla metà! Morale: mai acquistare al primo banco! L’indomani ce la prendiamo comoda anche perchè non volevamo perdere Marco P. E Stefano notoriamente pigri. Con calma ci dirigiamo alla ricerca di una agenzia di viaggio per organizzare lo spostamento alle isole Perhentian nella parte orientale della Malesia,le quali dalla prima settimana di ottobre chiudono baracca e burattini per via delle correnti monsoniche. Mio fratello Gilberto e Simona con il loro perfetto inglese stile Londinese dopo una estenuante trattativa durata mezza giornata,chiudono a buon prezzo un pacchetto per 3 giorni 2 notti , completo di volo di sola andata per Kota Barhu con la compagnia low cost Asia air .La partenza è prevista alle 19 abbiamo tempo per un ultimo giro a Kuala L. E’ sera quando arriviamo a Kota B. Ci sistemiamo in hotel e ci prepariamo per la cena;mio fratello Gilberto chiede informazione per poter mangiare un boccone. Tutto ok è qui vicino seguitemi! La città è deserta per non esagerare spettrale,non c’è un negozio aperto ne posti dove poter mangiare. Camminiamo sconsolati per circa un’oretta tra quartieri desolati dove si udivano strani suoni provenienti dal nulla:era il brontolio della pancia di Marco P.! Per evitare di farci arrestare per vagabondaggio decidiamo di prendere un taxi….a trovarlo! Come un miraggio ce ne appare uno lo blocchiamo e ci facciamo accompagnare ad un locale aperto. Arrivati capiamo che il ristoro è a 2 passi dal nostro Hotel; rimaniamo in silenzio con sguardo minaccioso rivolto a mio fratello Gilberto. Di fronte a noi si apriva uno scenario da quarto mondo!Piatti sporchi a terra e gatti che ci giravano intorno;non era il top dell’igene ma dovevamo assolutamente mangiare e poi quello che non ammazza ingrassa…….! E’ quello che non ingrassa che ci preoccupava!? Mentre eravamo lì che ci gustavamo piatti prelibatissimi notiamo che Marco C. Rimane a bocca aperta e sguardo stupidito: la cameriera gli era passata accanto e guardandolo negli occhi emise aria proveniente dal suo stomaco con un rumore sordo! Mangiamo di tutto e di più,le salse piccanti di loro usanza nascondevano il vero sapore.Tornati in albergo ci facciamo una ricca dose di enterogermina;Marco Cassani il più paranoico si fa anche il siero antivipera;ma che centra….? Male non me fa..!

Silenzio…… La mattina seguente il piccolo mini van ci porta al porto da dove ci imbarcheremo.Gilberto che non ha un grosso rapporto d’amore con l’acqua va a sincerarsi che il naviglio sia di dimensioni rassicuranti;la soddisfazione espressa dal suo volto ci fa capire che è tutto ok. Giunta l’ora dell’imbarco ci dirigiamo al molo di partenza, più ci avviciniamo più il volto di mio fratello si fa scuro e pensieroso ;ci rendiamo subito conto che la piccola barca avanti a noi non era proprio quella che lo aveva rassicurato poco tempo fà:costruita in legno stagionato,montava due motori da 200 cavalli con una stazza di poco superiore a un canotto medio grande!

Con circa quaranta minuti arriviamo a destinazione, l’acqua è stupenda e caldissima, la spiaggia ricca di corallo; il residence gradevole ed immerso nella folta vegetazione che ricopre gran parte dell’isola. Prendiamo possesso dei bungalow e discutiamo subito con un varano di passaggio.Il tempo di cambiarci e subito in spiaggia; ci siamo solo noi ed altre tre persone,l’isola è praticamente deserta. Per passare il tempo Gilberto Marco P. Marco C. E Stefano partecipano al tiro alla fune, in una sfida Italia Malesia. In meno di 5 minuti perdono due gare e cosa più umiliante i nostri avversari avevano dalla loro parte una piccola donna Malese.

Il mattino seguente escursione marina nei dintorni dell’arcipelago; Simona è pronta a collaudare il suo meraviglioso acquisto: custodia subacquea per fotocamera digitale resistente fino a ben 20 mt acquistata a Kuala L. Durante la famosa giornata di shopping selvaggio. Appena immergiamo la macchinetta accuratamente sigillata ci accorgiamo che a un solo centimetro di profondità cominciava a penetrare acqua: non è stato un bell’affare!

Appena pronti per lo snorkeling ci immergiamo;la sensazione è di trovarsi nel film di nemo in un vero 3D.I fondali sono ricchi di pesci coloratissimi di ogni genere e forma ;peccato che non abbiamo avuto la possibilità di fotografarli!? Se sarete fortunati potrete vedere e nuotare insieme a delle centenarie tartarughe marine così come è capitato a Simona e Marco C. Finito il soggiorno alle isole Perhentian acquistiamo in agenzia (l’unica) del porto un pacchetto che comprende il trasferimento in mini van due giorni una notte in residence più due escursioni nella più antica jungla del mondo:Taman Negara,un parco naturale di ben 4343 ettari di foresta tropicale e jungla. E’ la più antica perchè pare non sia stata toccata dall’era glaciale. Il tragitto è lungo ci vogliono circa 8 ore di mini van per arrivare a destinazione. Sistemati nei residence ,tra l’altro i migliori che abbiamo visto fino ad ora,siamo pronti per il safari notturno in jeep scoperta;Marco C. Non stava nella pelle disse che se avesse visto almeno una tigre poteva anche tornare a casa soddisfatto. Altro che tigri e animali feroci abbiamo incrociato nell’ordine:tre cinghiali ,un immobile ragno descritto dalle guide velenosissimo ,tre uccelli che sembravano impagliati e una mandria di vacche! Sconsolati ce ne torniamo al residence per una profonda dormita.

E’ mattino sveglia di buon ora, ricca colazione poi via c’imbarchiamo su un modesto e traballante battello in legno stile Vietnamita non prima però di aver drogato mio fratello Gilberto con un calmante; navigando il fiume in 10 minuti circa arriviamo all’ingresso del sentiero della jungla. Condizionati un po troppo da quello che si leggeva sul web di turisti che dopo il traking in jungla si sono ritrovati sanguisughe avvinghiate in ogni parte del corpo ci presentiamo con un abbigliamento stile dolomiti;Simona e Stefano i più preoccupati decidono addirittura di sigillarsi gli estremi dei pantaloni e maniche con del nastro adesivo. Avanti a noi la nostra guida, il percorso è circa 7 km con ripide ed impervie salite tra una folta vegetazione e alberi secolari, dietro il gruppo 20 persone circa, composto da Giapponesi, Australiani, Inglesi e naturalmente noi Italiani; percorsi pochi metri la sensazione che si avverte è quella di un sacco di plastica in testa:non c’è aria. A metà del percorso il gruppo si dimezza; Marco P. Rimpiange di non essere a lavoro mentre i sigillati cominciano ad avere le prime allucinazioni mistiche,Marco C. In avanscoperta e sempre speransoso di vedere la tigre che non avverrà neanche qui. Per fortuna..!

Dopo circa 3 ore di cammino arriviamo al punto da dove parte il famigerato ponte tibetano;una prova da veri uomini. Il ponte attraversa la jungla con altezze che sfiorano anche i 30/40 mt; il panorama è mozzafiato ed anche la paura di cadere. In 20 min circa siamo tutti sani e salvi con i piedi a terra,pronti per una nuova avventura. Superata la prova arriviamo a un villaggio sulla sponda del fiume,la guida ci spiega che gli abitanti di quel posto sono aborigeni gli Orang Asli ed hanno scelto di rimanere in uno stato selvaggio lontano dalle contaminazioni sociali.

Io e Marco C. Notiamo subito degli occhiali a specchio sportivi indossati da uno di loro,altri fumano sigarette ,latte di plastica e la cosa più buffa: scarpe da ginnastica e ciabatte di gomma. Non ci torna qualcosa!?

Tutti seduti in semicerchio;davanti la guida e due giovani aborigeni ci illustrano la loro arte primitiva:prima accendono il fuoco con una corda vegetale sfregata su una canna di bambù secca, poi come costruire la cerbottana e frecce avvelenate per poter cacciare. La curiosità di provare la loro cerbottana è tanta e loro ci accontentano. Dopo averci spiegato come fare Marco C. Si esibisce per primo con una discreta prova di tiro.Segue Simona che non voleva essere da meno, la freccia si perde nella folta vegetazione,subito dopo un rantolo sordo, un rapace cade a terra.

E’ tempo di andare….

Ma non prima di acquistare i loro prodotti artigianali! Marco C. Con scatto felino si accaparra per una discreta somma l’ultima cerbottana. Non poteva sapere che quell’acquisto sarebbe stato la sua croce nei giorni a venire! Lasciamo il parco di Taman Negara ,con circa 3 ore di bus a temperatura glaciale,torniamo freschi freschi a Kuala L. Dove ci rechiamo dritti dritti alla Berjaya air l’unica compagnia aerea che copre la tratta per Tioman la nostra prossima destinazione.

Il pacchetto è per tre giorni due notti; devo dire non economicissimo e guarda caso l’aereo ci costa circa 100 euro caduno mentre solitamente con Asia air non si superano i 25/30 euro a tratta. Marco P. Decide di abbandonarci e ci anticipa a quella che sarebbe stata l’ultima destinazione Langkawi;prima di tornare a lavoro vorrebbe passare il resto della vacanza con il suo passatempo preferito OZIO totale! Stefano F. Della stessa religione quasi lo segue ma poi lo convinciamo a venire con noi. Al check-in della Berjaya air passiamo tutti tranne uno:Marco C. I poliziotti non lo bloccano per uno strano bagaglio a mano:la cerbottana.Mio fratello Gilberto e Simona i più pratici con la lingua inglese,cercano di convincere i poliziotti che non siamo terroristi e dopo 20 minuti di accesa conversazione troviamo una soluzione:la cerbottana impacchettata con cellofan viene consegnata al personale di bordo e sarà restituita solo dopo lo sbarco. Arriviamo a destinazione dopo circa 45 min di volo con un piccolo aereo bimotore;l’aeroporto di Tioman è molto grazioso, a misura d’uomo.La leggenda dell’isola dice che tanto tempo fa una principessa drago volando dalla Cina verso Singapore,lungo il tragitto decise di tuffarsi nelle acque cristalline del mare per cercare ristoro.Innamorata della bellezza del luogo decise d’interrompere il viaggio.Si trasformò in isola e s’impegno ad offrire riparo e accoglienza ai viandanti. Perchè noi abbiamo pagato? Una volta sistemati negli alloggi facciamo conoscenza con un nostro vicino un piccolo macaco in cerca di cibo. Subito in spiaggia,anche qui come le Perhentian l’isola è semideserta.L’acqua molto bella, il fondale pieno di corallo costringe a indossare scarpette da bagno per evitare tagli alla pianta del piede.La giornata passa in fretta la marea sale e il tramonto offre delle immagini indelebili.Chiudiamo la serata con una cena a base di tutto e di più. Il giorno seguente partiamo con una escursione marittima;Marco C. Imposta la sveglia sul cellulare con l’orario Italiano perdendo così l’appuntamento.Il tempo non è un gran che ma più tardi il sole farà capolino dando colori a un variopinto mondo sommerso.Anche qui pesci coloratissimi e corallo dalle strane figure geometriche. Nel pomeriggio affittiamo una jeep scoperta e ci facciamo portare nella parte opposta dell’isola.La strada da percorrere è strettissima e attraversa una folta vegetazione per poi scollinare a valle.In questa parte dell’isola sembra che il tempo si sia fermato a molti anni fa. Incrociamo un piccolo villaggio con piccole case in legno,qualche negozietto, una scuola e una piccola moschea.Le poche anime che abitano da queste parti, quando finiscono il loro lavoro, passano il tempo con uno sport simile al tennis ma giocato con i piedi con una piccola palla di plastica;i bambini imitano gli adulti nel cortile della scuola. E’ arrivato il giorno di ripartire: destinazione Langkawi dove finiremo la nostra bellissima vacanza.Al check-in si ripete una scena già vista:Marco C. Che discute con la polizia locale per via della cerbottana.Al solito mio fratello interviene per spiegare come abbiamo risolto il problema all’andata.Marco C. Comincia a maledire il giorno che ha comprato la cerbottana. Arrivati a Langkawi, dopo un estenuante viaggio durato circa 2 ore di aereo più un’ora di discussioni ai check-in il tempo di riabbracciare il nostro amico Marco P. Ancora impastato dal sonno e poi via prenotiamo presso l’ennesima agenzia un tour dove ci assicurano lo snorkeling con i baby shark ed altri tipi di pesci.Come al solito mio fratello Gilberto che non è un così grande nuotatore,si preoccupa di chiedere informazioni sull’imbarcazione e soprattutto le condizioni meteo.”Tranquilli tutto ok” ci dicono. Ci imbarchiamo il mattino seguente,dopo un oretta di navigazione arriviamo nei pressi del parco marino Palau Payar.Il traghetto è grande non può ormeggiare al piccolo molo dell’isola quindi si ferma a poche miglia di distanza e con un piccolo naviglio ci trasferiscono sulla spiaggia dell’isola.I colori del fondale sono bellissimi ed anche quì popolato da svariate specie di pesci;purtroppo notiamo che galleggiano qua e là del materiale plastico e pezzi di legno:rifiuti! Quando ci chiamano per avvisarci dell’arrivo dei piccoli squali con balzo felino usciamo dall’acqua;saranno piccoli ma pur sempre squali! Ne arrivano molti perchè sanno che a quell’ora si mangia;ce ne sono di varia lunghezza e non sembrano poi così innocui! E’ ora di mangiare anche per noi;il cestino che ci danno non è di gran qualità così decidiamo di far ingrassare i pesci.Si è fatta l’ora del rientro, anche perchè il tempo era cambiato e non prometteva niente di buono. Neanche il tempo di pensarlo e viene giù il diluvio universale;il mare si ingrossa e il collegamento con il traghetto ormeggiato a largo si fa complicato.Mio fratello Gilberto ci mostra il volto di un bianco cadaverico e a dire il vero anche noi abbiamo avuto paura soprattutto quando vediamo la piccola imbarcazione deve portarci al traghetto,quasi affonda tra le alte onde e la pioggia battente. Per fortuna tutto si risolve per il meglio. La pioggia purtroppo non ci mollò più fino all’ultimo giorno quindi non abbiamo avuto modo di visitare altri posti nell’isola di Langkawi. Contro la natura nulla si può.



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