La strategia del “contropiede turistico”

Bisogna cercare, ferie permettendo, di viaggiare fuori stagione!
Patrizio Roversi, 14 Feb 2020
la strategia del contropiede turistico
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Non sono molto esperto di calcio, ma è cosa nota che una delle tattiche vincenti è il cosiddetto contropiede. Secondo la Treccani il contropiede è “azione velocissima e improvvisa di contrattacco; nel tennis, colpo con cui si piazza la palla nella direzione dalla quale l’avversario si sta allontanando. In senso fig., prendere, cogliere uno in c. (o di c.), coglierlo alla sprovvista, sorprenderlo in un momento critico”. Mi sembra una ricetta perfetta per il turismo!

Analizziamo la definizione: parla di “azione velocissima”. Significa prendere decisioni improvvise, vuol dire dare retta ad una intuizione del momento. Tradotto in turistichese vuol dire decidere, anche all’ultimo momento, di partire. Poi continua: “piazzare la palla nella direzione dalla quale l’avversario si sta allontanando”, cioè fare il contrario esatto degli altri. Tradotto: partire quando gli altri tornano a casa, o viceversa, cioè andare controcorrente. Poi “coglierlo alla sprovvista, sorprenderlo in un momento critico”: qui l’interpretazione si fa più sottile. Nel nostro caso si può riferire naturalmente agli altri turisti, presi alla sprovvista perché noi non facciamo come loro, facciamo il contrario. Ma potrebbe anche riferirsi – e in questo senso potrebbe avere anche un significato positivo – ad albergatori e ristoratori. Cioè, andare da loro quando hanno un “momento critico”, cioè quando non hanno clienti.

Avete naturalmente ben capito a cosa voglio alludere con tutto questo discorso: bisogna cercare – ferie permettendo! – di viaggiare fuori stagione. E ne sto parlando adesso, perché questo periodo dell’anno è a suo modo perfetto. A questo proposito abbiamo vissuto, Syusy ed io, un episodio che ancora ricordiamo: diversi anni fa Giovanni Minoli, direttore di Rai2, ci commissionò un servizio televisivo in cui avremmo dovuto raccontare le “vacanze di Natale” in una località famosa. Abbiamo scelto Cortina, ma visto che il filmato doveva essere pronto per la fine del mese di dicembre, ci siamo andati in anticipo. Non c’erano turisti, abbiamo speso pochissimo, ci siamo goduti una Cortina accogliente e bellissima, abbiamo respirato aria buona, abbiamo avuto contatti con le persone. Quell’anno nevicò presto e ne abbiamo approfittato per fare gite con le racchette lungo la Val di Fanes. Siamo saliti su seggiovie semi-deserte, abbiamo mangiato nei Rifugi che stavano aprendo e nei migliori ristoranti, con prezzi abbordabili ma soprattutto godendo dell’ospitalità degli Ampezzani, che ancora non erano stressati dalla massa dei turisti. Su loro consiglio, il 23 dicembre ci siamo appostati con la telecamera all’ingresso della cittadina, lungo la strada che saliva da Treviso e Belluno, per documentare un fenomeno che si ripete ogni anno, tipo l’arrivo delle mandrie di Gnu nel Serengeti. Fino alle 14 era tutto deserto. Poi si è sentito un ronzio salire, che ben presto è diventato un rombo continuo: sono arrivati i turisti natalizi, una infinita processione di auto. La nostra era già voltata per il verso giusto, e ce ne siamo tornati a casa.

Certo, in quel caso siamo stati privilegiati, chi fa un lavoro normale è spesso costretto ad essere conformista, e anche noi non riusciamo quasi mai a fare i turistincontropiede, ma almeno proviamoci, pensiamoci. Si fa un gran parlare di “flessibilità” degli orari di lavoro, che in sé rischia di essere una fregatura per i lavoratori, ma almeno sfruttiamone gli aspetti positivi!

Patrizio