Tutta la natura del Madagascar

Un viaggio nella splendida natura dell'isola, tra parchi, lemuri e spiagge splendide
Scritto da: puremorning1999
tutta la natura del madagascar
Partenza il: 25/07/2018
Ritorno il: 20/08/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €

Alcune indicazioni generali prima di passare al racconto delle singole giornate:

1. Riguardo alla sicurezza, è assolutamente necessario tenersi sempre aggiornati tramite i siti della Farnesina o di altre autorità straniere (noi troviamo sempre molto utile il sito inglese www.fco.gov.uk). Lo stato della sicurezza difatti può variare in maniera considerevole anche con un preavviso limitatissimo e da zona a zona. Se viaggiate con un’agenzia, ascoltate sempre quello che vi suggerisce. Noi lo abbiamo fatto e la nostra esperienza è stata positiva. Utili anche i forum di Tripadvisor e Lonely Planet.

2. Il periodo da noi scelto, coincidente con la stagione secca, si è rivelato ottimo. L’unica controindicazione è che è un periodo di punta, quindi il numero dei turisti (in prevalenza italiani, francesi e spagnoli) è davvero elevato.

3. Andare da soli o tramite agenzia? Noi abbiamo preferito rivolgerci dall’Italia ad un’agenzia locale per l’organizzazione dell’intero viaggio sulla Grande Terre, con l’esclusione quindi di Nosy Be e delle escursioni ad Anakao. Questo per avere un’assicurazione relativamente alle prenotazioni degli hotel (che a volte vengono disattese all’arrivo) ed alle sempre possibili variazioni improvvise degli orari dei voli interni, oltre che all’affidabilità sia delle auto che dei conducenti. Questo ci è costato circa 500€ a testa in più rispetto ad un’organizzazione totalmente autonoma, ma attenzione perché con altre agenzie avremmo pagato molto di più a parità di servizio. Per selezionare il tour operator abbiamo steso un piano di viaggio in autonomia e lo abbiamo sottoposto a circa una decina di nominativi consigliati da Lonely Planet, Bradt ed iscritti all’Associazione dei Tour Operators del Madagascar (http://go2mada.com/liste-des-membres). Inoltre, abbiamo anche verificato eventuali recensioni sui forum di TripAdvisor e della Lonely Planet. Alla fine abbiamo selezionato il tour operator che aveva il prezzo più basso, Espace Mada, e siamo stati davvero contenti del servizio fornito, per cui non possiamo che raccomandarlo (www.madagascar-circuits.com). Alcuni viaggiatori che abbiamo incontrato, hanno scelto un driver che ha organizzato loro l’intero viaggio e sono stati soddisfatti. Noi abbiamo però letto sui forum delle storie terribili di turisti che si sono rivolti a driver o a tour operator, anche se raccomandati da altri viaggiatori, che non fornivano le necessarie garanzie (ad esempio, avevano un conto corrente sul quale chiedevano il versamento della quota, intestato ad una persona fisica e non ad una società appartenente all’Associazione dei Tour Operators malgasci). Abbiamo quindi deciso di spendere un po’ di più in cambio di una maggiore serenità.

4. Avendo chiesto ad Espace Mada di organizzare il nostro tour, non abbiamo inserito nel racconto i costi di hotel o ristoranti, con l’eccezione dei pochi che erano esclusi dal pacchetto. A questo proposito, la proposta di questo TO comprendeva quanto segue: hotel, imposte, colazioni e cene (tranne le cene a Tanà), tutti i trasferimenti (inclusi quelli da e per l’aeroporto e quelli con 4×4, con auto normale e con traghetto), autista e relative spese di vitto e alloggio, benzina, ingressi ai siti ed ai parchi e relative guide, i tre voli interni con Air Madagascar. Erano escluse le cene a Tanà, le bevande ai pasti, i pranzi e le mance. Il costo è stato di € 2.640 a testa. Il costo totale dell’intera vacanza è arrivato ad essere poco superiore ad € 4.200 a testa.

5. La moneta locale è l’Ariary, che noi abbiamo utilizzato quasi sempre (cambio approssimativo: 1€= 3.618 AR; 1000 AR = 0,27€), anche se in diversi posti accettano anche gli Euro. I bancomat sono presenti nelle maggiori città: noi non siamo riusciti mai a ritirare presso le filiali della BNI, anche se le guide lo suggerivano, ma non abbiamo avuto problemi con SFV-Societé Generale.

6. Gli hotel nei quali abbiamo alloggiato sono stati tutti di livello molto buono, con l’eccezione di quello di Tulear, che comunque era dignitoso. Anche il cibo è ottimo.

7. Capitolo voli. Da qualche mese è operativa in Madagascar Ethiopian Airlines, con voli su Nosy Be ed Antananarivo, che ha prezzi nettamente più bassi delle altre compagnie. Noi abbiamo prenotato all’inizio di marzo ed il costo per Il volo Milano Malpensa-Addis Abeba-Nosy Be (25 luglio) con ritorno Antananarivo-Addis Abeba-Francoforte-Milano Linate (19 agosto) è stato di 901€ a testa. All’inizio avevamo intenzione di atterrare a Tanà e ritornare da Nosy Be, ma il costo del volo era incredibilmente più alto, per cui abbiamo invertito il percorso, iniziando da Nosy Be. Quanto ai voli interni, Air Madagascar e la controllata Tsaradia meritano la pessima fama che hanno guadagnato nel corso degli anni: il nostro volo Nosy Be-Tanà è stato ripetutamente rinviato per un totale di 12 ore ed il volo Tulear-Tanà anticipato di 45 minuti. Per questo motivo consigliamo di lasciare senza impegni le giornate nelle quali prevedete voli interni: meglio un giorno passato ad oziare che essere costretti a saltare delle tappe o peggio a dover riorganizzare il proprio viaggio.

8. Sulle comunicazioni non possiamo dare un giudizio puntuale perché non abbiamo utilizzato una SIM locale. Siamo riusciti un paio di volte a collegarci in roaming e perlopiù abbiamo utilizzato il Wi-Fi, sempre presente nelle zone comuni degli hotel e nei ristoranti, ma spesso funzionante in modo approssimativo.

9. Sulla pulizia possiamo dire che hotel e ristoranti ci sono sempre apparsi in buone condizioni e che le città sono meglio di quanto ci aspettassimo, anche se in alcune aree di Tanà, la situazione igienica ci è sembrata precaria.

10. Come ci aspettavamo, nelle zone da noi vistate tutti parlano francese e hanno un uso sufficiente dell’inglese. Sorprendentemente, molti conoscono anche l’italiano, soprattutto a Nosy Be.

11. Non partite senza assicurazione: noi abbiamo stipulato un’assicurazione annuale con Globelink.

12. Anche se abbiamo avuto più di un contatto con le forze dell’ordine, generalmente controlli standard dei documenti del conducente dell’auto, solo in un paio di occasioni (vale a dire, all’arrivo a Nosy Be e l’ultimo giorno in auto a Tanà) ci è stata richiesta una ‘mancia’. Noi abbiamo risposto sorridendo che non avevamo purtroppo nulla ed è finita serenamente lì.

13. Abbiamo utilizzato le guide della Bradt, ottima, e della Lonely Planet, buona. Interessante anche il numero monografico dei Meridiani.

1°-2° giorno

Partiamo da Milano Malpensa in orario e, dopo un volo discreto, atterriamo all’aeroporto di Addis Abeba. Lo shock culturale è immediato: l’aeroporto è pienissimo di gente, anche se sono le 6 del mattino, e sembra un mercato. Trovare posto a sedere è difficilissimo, ma la fortuna ci assiste e troviamo due sdraio delle quali prendiamo possesso immediato per un paio d’ore, giusto il tempo di fare un sonnellino. Dopo qualche ora prendiamo la coincidenza per Nosy Be, dove arriviamo in orario. Mentre sbrighiamo le numerose formalità doganali, che però stranamente ci prendono pochissimo tempo, i poliziotti di frontiera continuano a chiederci una mancia (in italiano!), peraltro a fronte di non si sa quale cortesia. Noi ovviamente rifiutiamo cortesemente ed invitiamo tutti i turisti a tenere lo stesso atteggiamento, anche perché non pagando non accade niente di problematico. Prendiamo quindi due visti di ingresso (35 € a testa) e cerchiamo un bancomat, ma ci rendiamo subito conto allibiti del fatto che un bancomat non esiste e che la banca più vicina si trova nel capoluogo dell’isola. Arriviamo al nostro hotel con un taxi (Clair de Lune, Ambatoloaka; € 294 per una stanza doppia con bagno e colazione per 6 notti; ottimo, https://clair-de-lune-nosybe.com) e, dopo aver organizzato un’escursione per il giorno seguente, andiamo nell’unico bancomat di Ambatoloaka, che però è vuoto. Torniamo a cena in hotel (64.000 AR; buono) ed andiamo a dormire presto.

3° giorno

Tramite l’hotel abbiamo organizzato un’escursione in barca con Nazaire Tours alla Baie des Rousses ad all’isola di Antsoa (AR 100.000 a testa; buon servizio). Iniziamo da quest’ultima, con la compagnia di una coppia di simpatici genovesi: abbiamo una serie di incontri ravvicinati con tre diverse specie di lemuri e facciamo il nostro primo bagno nello splendido mare malgascio. Successivamente ci fermiamo nella baia dove, mentre noi passiamo un’oretta a mollo nel mare, la cuoca ci prepara un ottimo pranzo a base di gamberetti e pesce grigliato, insalata, spiedini di zebù, riso, ananas e banane. Anche se i fondali non sono degni di snorkeling, il mare ed il panorama circostante sono molto belli, per cui la giornata passa in modo piacevole. Torniamo in hotel nel tardo pomeriggio e ci facciamo portare in tuk-tuk a Hell-ville, dove finalmente riusciamo a prelevare! Il paesino non ci pare niente di che, per quanto molto vivace, per cui questa situazione noiosa si trasforma in un’opportunità di vedere un po’ di vita dei locali fuori dai circuiti turistici. Cena molto buona a Chez Angeline (ca. 60.000 AR in totale).

4° giorno

Abbiamo prenotato dall’Italia tre differenti tour in barca con Manta Diving, un’organizzazione gestita da alcuni italiani che vivono in Madagascar (145€ a testa in totale; ottimo servizio; https://www.mantadiveclub.it). Purtroppo però si crea un equivoco sul punto esatto dal quale partire, per cui rischiamo di perdere la barca. Tutto è bene però quel che finisce bene e quindi ci imbarchiamo diretti all’isola di Sakatia, dove dopo un po’ di snorkeling (non ci sono molti pesci, ma la barriera corallina è ben tenuta e non è male; buona anche la visibilità), sbarchiamo sull’isola e facciamo un breve giro. L’interno è una bella sorpresa, che onestamente non ci aspettavamo. Dopo un breve bagno, pranziamo e successivamente ascoltiamo una interessante lezione di biologia marina sulle tartarughe tenuta da Carlotta di M. D.. È quindi l’ora di vedere dal vivo questi splendidi animali: riusciamo a vederne circa una decina in una mezz’oretta, un numero che non ci era mai capitato di vedere in così breve tempo. L’esperienza è davvero bella. In serata andiamo in centro per una cena eccezionale presso il Batu Moch (80.000 AR In totale).

5° giorno

Oggi è una giornata senza piani particolari, per cui decidiamo di andare a vedere la spiaggia di Andilana. Recuperiamo per strada un tassista, Elias, con il quale concordiamo una cifra e in poco meno di un’ora arriviamo in spiaggia. La marea è davvero bassa, per cui lo spettacolo della spiaggia enorme è meraviglioso. Facciamo un giro superando il Bravo Village ed alla fine ci sistemiamo alla parte esattamente opposta, prendendo sdraio ed ombrellone al bar del ristorante Barocco, gestito da un signore milanese trasferitosi a Nosy Be. Anche se al mattino la spiaggia è davvero bella, in realtà fare il bagno non è il massimo, perché le alghe sul fondo danno un po’ di fastidio. Al contrario, dopo pranzo la marea sale tantissimo e fare il bagno è un’esperienza molto bella! Peraltro, dopo aver letto sulla Bradt che la domenica la spiaggia è molto affollata e rumorosa, avevamo alcuni dubbi sull’opportunità di andarci. In realtà non c’è stato mai quasi nessuno ed i primi bagnanti sono arrivati dopo le 15. Alle 16 andiamo via e decidiamo di fare una deviazione per Mont Passot per ammirare lo splendido tramonto. Cena come ieri al Batu Moch, sempre eccellente (ca. 90.000 AR).

6° giorno

Con Manta Dive oggi andiamo a visitare Nosy Iranja. Non è propriamente dietro l’angolo, tanto che ci arriviamo dopo un’ora e mezzo di navigazione. Anche se c’è qualche nuvola scura, lo spettacolo è comunque straordinario: c’è la bassa marea e le due isole sono collegate da una lingua di sabbia. Non perdetela per nessun motivo. Facciamo un lungo bagno, un pranzo ottimo, una gita al faro per ammirare il panorama ed un altro bagno, ancora più bello perché nel frattempo il cielo si è aperto. Tornati in hotel, ceniamo lì (70.000 AR; buono).

7° giorno

Il tour in barca di oggi prevede un giorno intero di snorkeling a Nosy Tanikely. Mentre siamo in barca abbiamo la fortuna di avvistare ben quattro delfini, uno dei quali proprio da vicino. Il fondale dell’isola è interessante, anche se purtroppo una buona parte dei coralli è morta. Vediamo per la prima volta una stella marina ‘cuscino’, una razza a pois ed una grande quantità di tridacna dai colori più vari. Dopo una gita al faro ed un po’ di snorkeling, torniamo a Nosy Be. Ultima cena sull’isola, sempre ottima, al solito Batu Moch (AR 90.000).

8° giorno

Appena svegli, Espace Mada ci manda una e-mail ed informa l’hotel che il nostro volo Air Madagascar per Antananarivo, originariamente previsto per le 8.40 del mattino e già spostato alle 15.20, è stato ulteriormente spostato alle 20.15. È troppo tardi per organizzare qualcosa e non abbiamo voglia di girare per Ambatoloaka, né passare del tempo sulla spiaggia del paese, che non è niente di che, per cui passiamo la giornata in hotel a leggere a bordo piscina in totale relax. Arrivati in aeroporto verso le 18, scopriamo che il nostro volo partirà alle 21.30. Alla fine l’orario effettivo di partenza sarà le 21.45! Capiamo perché l’autista ci ha detto che la Air Mada venga spesso chiamata ‘Air Merde’, considerato che ritardi e cancellazioni sono all’ordine del giorno. Atterrati ad Antananarivo, l’addetto di E. M. viene a prenderci e ci porta all’hotel (Chalet des Roses; molto buono; www.chaletdesroses.com).

9° giorno

Dopo colazione, arriva Sarindra, il nostro contatto del t.o. con cui abbiamo organizzato il viaggio, per concludere il pagamento e darci delle informazioni tecniche sui giorni successivi. Andiamo in aeroporto, dove abbiamo il volo Air Madagascar delle 12.20 per Morondava. Dopo l’esperienza di ieri, abbiamo paura di subire di nuovo ritardi; in realtà abbiamo la fortuna di essere sull’unico volo che non viene ritardato! Arrivati in perfetto orario a Morondava, ci trasferiamo in hotel (Sun Beach Hotel; buono; www.sunbeach-morondava.com) e, dopo un salto nella fornitissima farmacia per risolvere un piccolo problema, passiamo il pomeriggio in relax prima in hotel e poi in spiaggia. Cena, molto buona, nel ristorante dell’hotel. Morondava è una cittadina che nonostante non abbia la benché minima attrattiva artistica, si rivela piacevole, per cui può essere un luogo nel quale sostare una mezza giornata in maniera rilassante.

10° giorno

Il nostro autista, Belaza, viene a prenderci alle 7.30. La giornata di oggi è una lunga tappa di trasferimento fino agli Tsingy di Bemaraha con una Toyota Land Cruiser 4WD. Facciamo tutte le tappe classiche del turista in questa parte del mondo, meravigliandoci di fronte alla traversata del fiume Tsiribihina su delle zattere sgangherate (ci trasportano con le auto!), al cibo ottimo del Mad Zebu a Belo sur Tsiribihina (120.000 AR in totale) ed ai saluti continui di moltitudini di bambini. La cosa che però ci colpisce maggiormente è che a Belo dobbiamo aspettare le 14 perché si formi una carovana con tutte le auto dei turisti: a giugno c’è stato un attacco ad alcune auto da parte di banditi, per cui il Ministero del Turismo ha reso obbligatoria la scorta dei militari per questa parte di tragitto. A noi spetta l’onore di ospitare il comandante della guarnigione! Arriviamo al nostro hotel, Orchidée du Bemaraha poco prima delle 18 (buono; evitate solo il packet lunch che vi propongono per il tour agli Tsingy perché è abbastanza mefitico, pesante da trasportare e così unto da sporcarvi lo zaino; www.orchideedubemaraha.com). Cena in hotel (buona).

11° giorno

Dopo un’ottima colazione, alle 7.30 arriva puntuale il nostro autista insieme alla guida del parco che ci accompagnerà oggi e domani, Irma. Con quest’ultimo prendiamo la piroga e facciamo un giro addentrandoci nella gola del Manambolo. L’atmosfera rarefatta del primo mattino rende questo posto davvero magico. Visitiamo un paio di grotte, delle quali una ci colpisce particolarmente perché è su due piani, e vediamo da lontano una tomba Vezo. Proseguiamo quindi per il Piccolo Tsingy, che è davvero bello e stranamente tranquillo. Anche se il tour dura poco, l’impegno fisico che richiede non è proprio da sottovalutare, perché il percorso ha dei passaggi leggermente complessi; peraltro non ci sembra che possa rivelarsi problematico per chi è claustrofobico, a differenza di quanto abbiamo letto su una delle guide. Un po’ stanchi, siamo contenti di poter trascorrere il resto della giornata a bordo piscina in hotel. Cena decorosa e poi a letto presto.

12° giorno

Alle 6.30 partiamo con l’autista e la guida per i Grandi Tsingy. Optiamo per il percorso lungo di 6 ore (Broadway), iniziando da Ranotsara e proseguendo per Andamozavaky. Consigliamo di portare il meno possibile negli zaini, perché nel corso del trek sono d’ingombro, così come di vestirsi con pantaloni e scarpe tecniche. La prima parte del trek, Ranotsara, che comprende la visita di alcune grotte molto belle, include anche il passaggio attraverso quattro cunicoli molto brevi, ma stretti e bassi, per cui chi ha problemi di claustrofobia dovrebbe pensarci un po’ prima. Inoltre, in più di qualche punto siamo riusciti a passare davvero a stento, perché gli spazi sono estremamente ridotti. Più agevole, invece, la seconda parte del trek, Andamozavaky, anche perché decidiamo di non fare il percorso finale, con visita alla grotta sotterranea, in quanto siamo estremamente stanchi e la guida ci informa che si tratta di un percorso che avrebbe richiesto un’ora/un’ora e mezzo e che avrebbe compreso alcuni tratti stretti e difficili. Sugli Tsingy niente da dire, se non che sono un posto davvero incredibile, per cui non si può fare altro che visitarli e tenere a mente che nessuna foto può rendere giustizia ad un posto così. Inoltre, abbiamo anche la fortuna di vedere alcuni lemuri sifaka, del bambù e brown, oltre ad una lunga serie di volatili ed al jumping rat. Dopo esattamente 6 ore, arriviamo al parcheggio e torniamo in hotel, giusto in tempo per rinfrescarci in piscina. Cena e a letto presto.

13° giorno

Alle 7 il nostro autista si presenta puntale in hotel. Il viaggio di oggi prevede una lunga tappa di trasferimento con destinazione il Parco di Kirindy. Attraversiamo quindi il fiume Manambolo, ci fermiamo per un po’ a Belo sur Tsiribihina, girando nel mercatino e pranzando al solito Mad Zebu e passiamo nuovamente sul fiume Tsiribihina. Arriviamo verso le 15.30 al nostro hotel (Relais du Kirindy; ottimo e buona cena; www.relaisdukirindy.com) e alle 17 raggiungiamo il vicino Parco per la visita notturna. Con l’aiuto di due guide riusciamo a vedere una serie di animali nuovi: il fossa, un camaleonte, il lemure topo ed il fork mark lemur. Alcuni di questi sono difficilmente visibili in altri parchi e comunque non di giorno. Torniamo quindi per cena nel nostro lodge davvero soddisfatti.

14° giorno

Torniamo al Parco di Kirindy per il giro diurno, che si rivelerà pieno di incontri interessanti. Iniziamo con un sifaka, seguito da un lemure sportivo, da una famiglia di lemuri brown, da alcune sifaka con il cucciolo in grembo ed infine da due interi gruppi familiari di lemuri brown. Tornati in hotel a metà mattinata, passiamo qualche ora a bordo piscina. Verso le 15 ci rimettiamo in auto e raggiungiamo prima il sito dei Baobab Amoureux e poi l’Allée des Baobab. Nonostante l’affollamento, capiamo immediatamente perché si tratta di una delle attrazioni maggiormente iconiche di questa nazione: il tramonto è davvero uno spettacolo da non perdere. In prima serata raggiungiamo Morondava e, dopo una breve sosta in banca e per comprare dell’acqua, andiamo in hotel (Sun Beach Hotel) e ceniamo, bene come la volta precedente.

15° giorno

Oggi lunga tappa di trasferimento: l’autista ci abbandona ed al suo posto alle 8 compare Ony, il nuovo autista. Ci mettiamo in marcia nella nebbia verso Antsirabe con una nuova auto (Toyota Avanza). La sosta pranzo è a Le Beau Rivage, c/o Hotel Princess Tsiribihina (chiediamo un’insalata di pomodori con tonno e ci arriva un piatto con del tonno sott’olio e due fettine di pomodori…). Il panorama che vediamo nel corso del viaggio è bellissimo: all’inizio le risaie in pianura e subito dopo l’altipiano, con i suoi numerosi villaggi che sembrano paesini di montagna e che sono molto diversi da quelli visti finora. Le ore in auto passano così in maniera piacevole. Arriviamo verso le 18 ad Antsirabe (Eco Lodge Le Chambres de Voyageur; molto buoni, sia hotel che cena; http://chambres-voyageur.mg) e passiamo la serata in hotel.

16° giorno

Dopo una notte estremamente travagliata per uno di noi a causa di un malore, alle 8 siamo di nuovo in compagnia del nostro nuovo autista, il quale ci porta in alcuni laboratori artigianali (ricami, miniature, oggetti in corno di zebù e pietre preziose). Ne approfittiamo anche per fare un breve giro in città: Antsirabe ci sembra una cittadina gradevole. Partiamo poi alla volta di Ambositra, dove visitiamo un laboratorio di intaglio in legno e ci fermiamo per un tè. Attraversiamo il bell’altipiano e arriviamo quindi verso le 16.30 nel nostro hotel a Ranomafana (Centrest; buoni sia hotel che cena; Tel.: +261 20 75 523 02).

17° giorno

Alle 7:30 l’autista ci prende dall’hotel e ci conduce con Herrina, la nostra guida per la giornata, al Parco di Ranomafana, dove trascorreremo tre ore. Nel corso del trek riusciamo a vedere un po’ di lemuri: il lemure dorato del bambù (da lontano sugli alberi), quelli che ci dicono essere gli ultimi due esemplari del parco di lemure maggiore del bambù (molto da vicino), una famiglia di sifaka bianchi e neri, con cucciolo aggrappato alla propria madre (molto da vicino), un gruppo di lemuri marroni dalla fronte rossa (due dei quali molto da vicino). Inoltre, vediamo un paio di camaleonti e un buffissimo geco con il corpo a forma di foglia, oltre ad una serie infinita di piante, alcune delle quali molto interessanti, sebbene non sia stagione di fioritura. Il trek è molto facile, anche se quando il tuo ‘lemur spotter’ ti trascina nel fitto della boscaglia, può essere un po’ complicato. L’unico aspetto negativo è la presenza di un numero relativamente massiccio di turisti, spesso concentrati nello stesso punto a vedere gli animali. Di nuovo sulla RN7, facciamo una sosta a Fianarantsoa (Le Cotso Bar & Restaurant; molto buono, anche se abbiamo preso solo due antipasti) ed arriviamo ad Ambalavao nel primissimo pomeriggio. Dopo una rapida visita ai laboratori artigianali per la lavorazione della seta e della carta, andiamo in hotel (Tsienimparihy Lodge; buono; cena con pareri discordanti; Tel.: +261 (0) 3308 81179), dove ci fermiamo.

18° giorno

Partiamo alle 8 con destinazione Anja, la celebre riserva comunitaria nella quale è possibile ammirare i lemuri catta. E così in effetti è: nel corso del nostro breve trek (meno di un’ora) veniamo accolti da una quantità davvero impressionante di bestioline, molte delle quali si avvicinano a noi mentre raggiungono i macigni dove prendono il sole con le zampine aperte. Tra l’altro, cosa più unica che rara, siamo completamente soli, per cui possiamo godere appieno di questo spettacolo e del bellissimo panorama circostante. Il fatto che la riserva sia comunitaria ci consente anche di entrare brevemente in contatto con la gente del posto, che vediamo indaffarata nelle attività mattutine. Ci rimettiamo in macchina sull’altipiano e, dopo un rapido giro nella cittadina di Ihosy, ci fermiamo per un pranzo leggero lì vicino (Hotel Tiana Sarlu; buono) e verso le 15 raggiungiamo il nostro hotel a Ranohira (Isalo Ranch; molto buono ed ottime cene; https://www.isalo-ranch.com), dove passiamo un po’ di tempo a bordo piscina (tanto per cambiare!) e poi andiamo a cena.

19° giorno

Alle 7.30 siamo già dall’autista, il quale ci porta all’ingresso del Parco di Isalo, dove preleviamo Jules, la nostra guida. Optiamo per il trek lungo di circa 6 ore, che ci consente di vedere gli highlights più facilmente raggiungibili del parco: oltre all’attraversamento dell’altipiano, la Piscina Naturale, la foresta con i lemuri e le Piscine Blu e Nera. Il parco è davvero spettacolare e non ci stupisce il fatto che sia una delle principali attrazioni malgasce. L’unico neo è che è estremamente affollato: la quantità di turisti non si percepisce sugli altipiani e sui belvedere, ma nelle piscine e nella foresta. Noi siamo fortunati perché riusciamo ad immergerci nelle gelide acque della Piscina Naturale appena pochi minuti prima dell’invasione. Il copione si ripete anche alla Piscina Nera (la Piscina Blu non è visitabile per lavori di manutenzione). Qui però è merito della guida, la quale ci lascia solo 20 minuti per la pausa pranzo, in modo da battere sul tempo la folla. La Piscina Nera, tra l’altro, a causa della quasi totale assenza di riva, risulterebbe inavvicinabile se ci fosse troppa gente. Consigliamo quindi di muoversi per tempo e magari fare la pausa pranzo dopo aver visitato questa piscina. Verso le 15 siamo in hotel e, dopo un’oretta di relax in piscina, andiamo a vedere il tramonto alla Fenetre de l’Isalo. Le guide riportano atti di banditismo risalenti a qualche anno fa, ma oggi la quantità di turisti vocianti presenti sul sito è incredibile, per cui è presumibile pensare che in alta stagione il crimine vada in ferie! Il panorama è comunque gradevole. Cena molto buona in hotel.

20° giorno

Lasciamo Isalo alle 8 in direzione Tulear. Passiamo attraverso i villaggi dei minatori e ci lasciamo alle spalle i bei panorami che ci hanno accompagnato sin da Antsirabe: dopo un paio d’ore il panorama diventa brullo e completamente secco. Poco prima di Tulear facciamo una sosta all’Arboretum, non male anche se non è la stagione giusta. A Tulear ci concediamo un buon pranzo presso l’Oasis Café e poi visitiamo rapidamente il mercatino delle conchiglie, che si rivela niente più di una serie di banali negozietti di souvenir. Passiamo quindi un paio d’ore in hotel per sfuggire al caldo torrido (Escapade; hotel appena sufficiente perché avrebbe bisogno di restauri; ristorante molto buono; www.escapadetulear.com) e poi facciamo un giro nella via principale della città. Tulear non è un granché, ma la gente ci sembra molto accogliente: in molti ci salutano senza secondi fini. Cena in hotel.

21° giorno

Alle 7:30 ci portano al porticciolo per l’imbarco verso Anakao. Saliamo sul motoscafo grazie a dei carretti trainati in acqua dagli zebù – esperienza, questa, che ancora ci mancava! Ad Anakao arriviamo poco dopo le 9 e la barca ci lascia direttamente sulla spiaggia dell’hotel (Lalandaka; ottimo; https://lalandaka.com). Lasciamo i bagagli nel bellissimo bungalow e ci stendiamo sulle nostre sdraio, posizionate proprio di fronte. Passiamo quindi la giornata tra un bagno e l’altro fino al tramonto, che ci godiamo dalla veranda del bungalow. Anakao ci sembra davvero un piccolo paradiso tropicale. Ceniamo in hotel.

22° giorno

Abbiamo prenotato un tour per vedere le balene e poi fare un po’ di snorkeling a Nosy Ve (AR 35.000 a testa), per cui alle 8 partiamo in piroga con la compagnia di una simpatica coppia belga. Riusciamo a vedere qualche balena, anche da vicino, sin da subito; il tutto avrebbe dovuto durare 3 ore, ma alla fine dopo un’ora siamo approdati a Nosy Ve. L’isola è davvero molto bella e, se dobbiamo trovare un difetto, possiamo dire che la barriera corallina non ci ha entusiasmato, complice anche una scarsa visibilità. Riusciamo a vedere anche qualche fetonte in volo e pranziamo con il pesce appena pescato da uno dei nostri accompagnatori. Alle 16 siamo di nuovo al nostro bungalow: guardiamo il tramonto e ceniamo in hotel.

23° giorno

Oggi è la volta della visita a Nosy Satrana. Partiamo quindi in piroga poco dopo le 8 del mattino con lo stesso equipaggio di ieri (AR 35.000 oltre ad AR 5.000 di ingresso a testa). L’isola si rivela un vero e proprio paradiso tropicale: anche se lo snorkeling è quasi inesistente, con l’eccezione della piscine naturelle, visitabile nel pomeriggio, il colore del mare e la quantità di stelle marine sono davvero incredibili. Assolutamente consigliata. Dopo un pranzetto a base di pesce come ieri, torniamo in hotel verso le 15.30, passiamo un paio d’ore in spiaggia e ceniamo qui.

24° giorno

Al mattino controlliamo la prenotazione del nostro volo di domani per Tanà e scopriamo che Air Madagascar ha anticipato la partenza di quasi 45 minuti. Oltre a ciò, passiamo la giornata sotto l’ombrellone a fare qualche bagno ogni tanto.

25° giorno

Ci svegliamo poco prima delle 4 perché alle 4:30 dobbiamo prendere il battello per Tulear e da lì l’aereo per Tanà, dove atterriamo con solo qualche minuto di ritardo. Qui troviamo ad attenderci Ony, il quale, sfidando il terribile traffico locale, riesce a portarci in un paio d’ore ad Ambohimanga. Visitiamo il complesso reale, che si rivela interessante e successivamente torniamo a Tanà. Facciamo quindi una breve sosta nel centro commerciale Jumbo, interessante perché è il primo che visitiamo sull’isola: il supermercato è un mix di prodotti locali e di importazione. Ci aspetta adesso un breve giro a piedi della Haute-Ville, partendo dal belvedere, proseguendo con il Palazzo della Regina, edificio collocato in una posizione splendida dalla quale si gode di un panorama incredibile sulla città e concludendo con la Cattedrale cattolica. Questa zona della città è sicura per i turisti, mentre tutti ci sconsigliano di girare da soli per la Basse Ville. Il nostro autista ci conduce quindi in auto al lago Anosy, dove facciamo un brevissimo giro e continuiamo, sempre in auto per Avenue de l’Indipendence prima di tornare in hotel (Chalet des Roses, come all’andata). Tanà, pur non avendo dei monumenti artistici di particolare pregio, ci sembra tutto sommato una città interessante e ci spiace non avere la possibilità di conoscerla più in profondità. Cena molto buona al Sakamanga (AR 104.000).

26°/27° giorno

L’autista viene a prenderci verso le 11 e, dopo aver dribblato una richiesta di ‘mancia’ da parte di un poliziotto stradale vicino al nostro hotel, raggiungiamo l’aeroporto, dove sbrighiamo le formalità di imbarco e doganali in poco tempo. Confermiamo che, se avete degli Ariary, dovete spenderli prima del check-in, perché dopo non li accettano più. Dopo una sosta ad Addis Abeba ed a Francoforte, atterriamo a Milano Linate in orario, concludendo così un viaggio molto bello e rilassante.



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