Madagascar 2011: this could be heaven

Viaggio last minute Verona/Nosy Be. 9 giorni per scoprire questo paradiso terrestre al nord del Madagascar con escursioni tra mare e terra , accerchiati da una Natura incontaminata, animali, piante, uccelli e pesci surreali! Tra emozioni e disavventure, sorprese e delusion, il racconto sincero del mio viaggio in questa perla dell'Oceano Indiano.
Scritto da: Paolinaxxx27
madagascar 2011: this could be heaven
Partenza il: 26/07/2011
Ritorno il: 02/08/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
NOSY BE- 26 LUGLIO 2011- 3 AGOSTO 2011

1) LA PARTENZA

2) LA NATURA MALGASCIA E COSA VEDERE

3) CONSIGLI E CRITICHE

4) MITI DA SFATARE O CONFERMARE

5) L’INCONTRO + BELLO

6) LA FRASE DEL VIAGGIO

1)LA PARTENZA – Messi i dubbi nel cassetto, le fobie antimalariche nell’armadio, l’ansia delle 11 ore di viaggio sotto il letto, i sensi di colpa del bonifico versato per il viaggio, la notte del 27 Luglio io e Paolo siamo partiti per il Madagascar, o almeno una parte della “grande terra” ossia Nosy Be.

Non volevamo la vacanza della coppia di sposini al villaggio 5 stelle, ma una dimora dignitosa, strategica per le nostre escursioni nell’entroterra e via mare..è così che abbiamo prenotato 7 notti al Loharano Village, un resort di 15 bungalow circa, senza animazione, soft all inclusive, carino , pulito, intimo e essenziale:perfetto!!!

Si parte dall’ aeroporto di VR con un aereo di 120 posti , che sembrava esser stato richiesto in prestito per l’occasione a Ryan Air, con solo due file interne ed un corridoio da percorrere a piedi scalzi durante il viaggio per ingannare qualche minuto delle 10 ore di volo. Fatto il segno della croce io e Paolo un gesto molto più scaramantico ed eloquente, decolliamo e tra i passeggeri c’è pure una troupe di fotografi, giornalisti e 3 modelle , di Maxim diretti per lavoro in Madagascar! Presto arriva il temuto fastidio e l’insofferenza dovuta ai loro modi da star hollywoodiane, che velocemente scaturisce in un genuino odio nei miei occhi di donna quando mi ritrovo ad osservare abbuffate di cibo spazzatura delle 3 modelle accanto a me che pesano al max 45 kg ciascuna.. la solita ingiustizia divina mi dico e cercando di non sgranare gli occhi in modo troppo palese,tra scatole di pringles, mikado, ovetti kinder che ormai hanno costituito una barriera architettonica tra le nostre due file di sedili, alzo la musica del mio mio normalizzatore automatico di pazienza (il mio Ipod) e tra le note di Eddie Wedder e Lou Reed, e i Clash ed i Queen, apro gli appunti dell’itinerario malgascio che io e paolo avevamo pianificato.

Scalo tecnico di 45 minuti ad Aswan, in Egitto per rifornimento carburante, e noi come galline o buoi in un camion fermo al semaforo, rimaniamo segregati nell’aereo ed in cerca di luce ed ossigeno, ci ammassiamo vicino alle due porte di uscita, peccato che fuori imperversi una tempesta di sabbia..la solita fortuna!!

Alle 14:00 atterriamo all’aeroporto di Nosy Be, un capannone incandescente, sotto al potente sole di quello che loro chiamano inverno! Si qui a Luglio è inverno ed è bizzarro usare questo termine con 30 gradi esterni!!Clima comunque fantastico ci sono 30 gradi ma non si suda, è un clima secco in questa stagione : caldo di giorno e fresco di sera, senza umidità!! Lo voglio!!

I controlli all’aeroporto sono numerosi , ma diciamo ancora primitivi, con timbri e linee tracciate su un foglio di carta dal poliziotto alla postazione “controllo passaporti” per tenere il conteggio dei turisti “idonei” all’entrata nel paese.; per non dimenticare i gessetti bianchi con i quali contrassegnano le valige “conformi” al loro originale controllo dei bagagli che è molto più simile a una simulazione del livello di pazienza del turista, costringendolo a cercare la chiave del lucchetto nella borsa (dove gli oggetti sono disposti a modo di tetris), aprire la valigia, fermarlo, fargliela richiudere e per di più alla fine scarabocchiargli la Roncato nuova con un gessetto.. !! Per fortuna le nostre erano vecchie quindi avrebbero potuto disegnarci sopra un intero scalone senza destare in noi la minima reazione!!

Parola magica? Mancia!! La chiedono tutti, i facchini, quelli dei controlli, il personale dell’aeroporto, le guardie!! Paga e la tua strada sarà spianata!! È per questo che con indignazione io e paolo non abbiamo ceduto a questa via preferenziale e l’apertura della valigia c’è toccata!! I soliti moralisti controcorrente certo…ma che palle!!! J un’impresa anche uscire dall’aeroporto: mille soldatini gialli (gente del posto con gilet gialli fluo che sembrano ma non sono ausiliari dell’aeroporto) si offrono dietro cospicua mancia, a caricare le valige in macchina..come? sottraendole dal nastro trasportatore e innescando una gara di velocità tra il turista e loro!!! I Taxi sono qualsiasi cosa sia munita di un motore e 4 ruote e naturalmente riesca ad andare avanti!! Quindi il parco macchine era vasto e geograficamente vario, pure d’epoca a tratti!

Le palme monopolizzato tutto il panorama, anche l’aeroporto è incorniciato da palme di cocco, ed alberi fioriti: finalmente siamo arrivati nella nostra tanto attesa isola tropicale! Da subito la natura selvaggia ti inghiottisce, ti accerchia, ti senti un piccolo puntino bianco in una tavolozza di colori che si sbizzarrisce tra piante, animali, vestiti del popolo locale, la terra rossa (vulcanica appunto), i fiori. Tutto è abitato qui, tutto prende forma e vita, e questo entusiasma ma allo stesso tempo spaventa, perché ti rendi conto di essere ospite della padrona di casa, ossia LA NATURA. Da subito tra le palme di cocco è possibile notare anche il Ylang ylang che è la pianta + famosa qui e soprattutto pregiata perché la sua essenza è utilizzata nella composizione di molti profumi importanti tra i quali Chanel, per poi arrivare a molteplici usi quali profumi, oli essenziali, profumatori per ambienti, saponette ecc. Bastano pochi minuti in macchina per accorgersi che non esistono vie preferenziali, quartieri migliori di altri, centri cittadini: c’è solo foresta e villaggi caratterizzati da capanne di legno che sono case o piccoli negozi o qualcosa che assomiglia a un ristorante.. Diciamo che ogni abitante del villaggio si improvvisa mercante, con piccoli banchetti installati sul ciglio della strada che offrono ai clienti banane, papaja, banane fritte, vaniglia, accessori di corno di zebù e bibite artigianali o il famoso olio alla citronella contro le zanzare. Il paesaggio è pieno di cose, persone, animali, natura, e tutto mescolato assieme senza un ordine, uno schema, : trovi zebù che pascolano sulla strada ( sono i corrispondenti delle nostre mucche e costituiscono la fonte principale di carne per gli abitanti dell’isola), sui campi di banane, tra i fiori di alcuni prati; trovi piante di banane o ananas che crescono a gruppi tra le case del villaggio, in mezzo a campi incolti, tutto senza recinzioni, o elementi che delimitino le aree coltivate; e quindi galline, galli e oche.

L’isola è sovrapopolata, ci sono persone dappertutto, ma soprattutto bambini, tantissimi bambini , dallo sguardo curioso e colmo di gioia , che non negano mai un saluto e un sorriso. I bambini giocano con i palloni fatti di pelle di animale,con gli hula hoop, o a far girare con un bastone delle grandi ruote di legno, o saltano la corda. Il tempo qui si è fermato e l’ennesima conferma ne sono stati i carri trainati dagli zebù che sono onnipresenti nei centri dei villaggi. C’è tanta povertà, condizioni igieniche molto precarie, stili di vita arretrati, ma allo stesso tempo è facile capire che la gente qui non muore di fame, e non ha bisogno né di allevare , né di coltivare. Potrebbe farlo ma nel rispetto del loro dictat “mora mora”, ossia “piano piano”, non si affaticano per rincorrere alti livelli di benessere, fanno il minimo indispensabile e vivono di quello che la terra offre loro, ossia frutta e piante di ogni genere e tutto l’anno, insieme ad un mare pescoso e ricco di pesce, in una terra rigogliosa e fertile grazie alle generose piogge che periodicamente cadono sull’isola. Per le strade tanta gente ozia , parla e gioca tra loro, poi le donne con i tipici copricapo trasportano in modo per me ancora oscuro, grandi ceste sulla testa , contenti frutta spesso, e sulla loro schiena, strette forte a sé con una fascia portano il loro bimbo,o uno dei tanti che hanno!Qui le donne diventano mamme molto precocemente e desta quasi scandalo chi non lo diventa, e così a 20 anni hanno già 3 figli, e spesso sono abbandonate dai mariti , che continuano i loro accoppiamenti privi di precauzioni, in ordine casuale!!

Per tutta la settimana abbiamo cenato nel nostro resort, e pranzato invece sulla spiaggia, con grigliate di pesce organizzate dai beach boys durante le escursioni, con aragosta, granchio, barracuda e carangide. Dettaglio da non dimenticare, mai fidarti se dicono di fidarti!! Ti garantiranno igiene e pulizia nei cibi, ma purtroppo il virus intestinale è lì in agguato pronto ad attaccare il tuo viziato sistema immunitario, segregandoti in bagno una giornata intera!! Eh si questa sciagura ha toccato sia me che paolo il 4° giorno e poi come pedine tutti gli ospiti del resort sono cadute ..è così che alle cene si alternavano coppie dimezzate o nuclei familiari decimati. La versione ufficiale che tutti davano per giustificare queste assenze era un diplomatico “disturbo intestinale accompagnato da dissenteria”… Ma la triste verità era che in quella laguna blu ognuno di noi a turno si stava cagando addosso… !!momenti drammatici se ci penso ma gioie e dolori sono valse la pena fino all’ultimo per quello che quella terra mi ha regalato in 9 gg.

Per le escursioni abbiamo ascoltato l’offerta del resort, ma già informati prima della partenza, io e paolo ci siamo poi diretti tranquillamente alla caccia di beach boys sulla spiaggia che hanno trasformato noi “cacciatori” in “prede” perché ci hanno letteralmente assaliti

La spiaggia del resort è una delusione ma consapevole (spiaggia semideserta, con detriti ovunque, e il mare che si increspa con onde dal colore verdastro simili al nord adriatico!) Ma niente paura bastano pochi minuti di navigazione per trovare acque cristalline, le spiagge tropicali e fondali marini che offrono barriere coralline da far invidia al Mar Rosso.

2)LA NATURA MALGASCIA E COSE DA VEDERE – Bisogna esser sinceri, l’isola non offre molto, tranne che lo spettacolo della natura in tutte le sue sfaccettature marine, terrene, ed animali. Dimenticatevi di trovare zone caratterizzate da reperti archeologici, o luoghi culturali, così come zone dedicate al divertimento. Per questo l’isola va vissuta di giorno e visitata praticando sport acquatici, escursioni, fotografie. Qui vedrete colori che le vostre iridi non hanno mai visualizzato, non con quelle intensità, non con quelle sfumature. Le acque qui sono molto ricche di plancton e ciò spiega la migliaia di specie di animali e pesci che le abitano. Si possono avvistare con fortuna e tempismo gruppi di delfini ed anche balene che infatti vengono ad allevare vicino alle coste del Madagascar i propri piccoli prima di fare ritorno al polo sud. Solo in un paradiso possono vedersi tutte queste cose. E questo è il posto giusto. Le maree sono un fenomeno molto sentito qui e di giorno il mare si ritira anche di 300 metri dalla spiaggia!! Per questo il pomeriggio è meglio far ritorno in barca per le ore 16:00 al massimo perché poi rischiate di ballare in alto mare e vi assicuro che non è affatto rassicurante!!!! Visitando l’entroterra è possibile visitare alcune riserve di animali e piante, per poi arrivare alle cascate ed all’albero sacro, il cui aspetto richiamava palesemente il successo al botteghino cinematografico “Avatar”. I famosi Lemuri sono ovunque e sono i custodi della foresta dell’isola!!

Qui le credenze sono molte, e in coerenza con la massiccia presenza di animisti nell’isola, simbologie, credenze, rituali si trovano ovunque. Io e Paolo non siamo superstizioni, ma dopo il virus intestinale abbiamo reputato saggio comprare dei bracciali in argento grezzo artigianali, tipici nell’isola, antico segno della schiavitù finita e in grado di portare fortuna e misurare l’energia corporea…dicono…nel dubbio ancora lo portiamo entrambi!!!

La sera in generale non siamo usciti molto. Qui a scandire il tempo è il sole che sorge alle 6 del mattino e tramonta alle 18:00 della sera, e la gente vive in funzione a questo perché non c’è corrente elettrica nei villaggi, come del resto mancano sistemi fognari e acqua corrente. Per sopperire al problema acqua ci pensano piogge intense e bacini d’acqua/laghetti che si formano internamente. Solo nei villaggi turistici ci sono comfort e tutti i servizi necessari.

-Tanikely isola/ riserva naturale; la barriera corallina è incredibile e offre emozioni non solo ai sub ma anche a chi pratica snorkeling alle prime armi come me. Dopo essermi immersa nell’acqua con pinne e maschera, sono bastate 5 bracciate per ritrovarmi tra pesci pagliaccio, pesci farfalla, damigelle, coralli di ogni specie, canne d’organo, pesci palla, polipi, e soprattutto tartarughe!!Se conoscessi la terminologia di tutte le specie di pesce che ho visto potrei fare una lista infinita, ma il mio modesto vocabolario ittico mi fa fermare qui!! Esperienza nuova, fantastica, ritrovarsi a nuotare con le tartarughe, animali le cui dimensioni sono veramente considerevoli ed osservarli muoversi nell’acqua alla ricerca di cibo, toglie il fiato!

-Sakatìa : piccola isola di fronte al nostro resort, rigogliosa, con piante di cocco, cotone, papaya e un mare fantastico dove fare snorkeling.

-Nosy iraja : due atolli congiunti da una lingua di sabbia che scompare con l’alta marea dando vita a due isolotti distinti. Qui è possibile trovare i caraibi!! Sabbia impalpabile bianca, e mare azzurro quasi accecante con sfumature turchese che rendono le piroghe attraccate vicino alla spiaggia quasi sospese nell’aria, tanto sono trasparenti le acque! Gli abitanti sono una comunità di pescatori.

-Mont Passeau, un monte che si erge in posizione centrale di Nosy Be e raggiungibile solo con un 4×4 ci ha regalato un tramonto stupendo, ma troppo turistico: troppe voci e chiacchiericci hanno disturbato la magia di quelli scatti che sono riuscita a rubare guadagnandomi con fatica il mio angolo di roccia a strapiombo sull’isola!!

3)CRITICHE E CONSIGLI – Partite durante la nostra stagione estiva: là è inverno e troverete 30 gradi al massimo con clima secco, poche piogge , e serate molto fresche. Partire per esempio a gennaio/febbraio è un rischio e trovereste un clima umido , piovoso ed ancora più caldo (là in quel periodo è estate!!ma un’estate tropicale!!)Portate con voi vestiti che poi potete lasciare in regalo alla gente del posto. Sono in carenza di abiti, detergenti per igiene personale, assorbenti, matite, penne, scarpe, ve ne saranno grati. E voi potrete far ritorno a casa con la valigia leggera , e fare un bel gesto di generosità!!

L’isola è cara, cioè la vita del turista è cara qui; ogni escursione costa dal migliore dei beach boys dai 40 ai 70 € a persona; solo per usufruire di un passaggio in macchina per l’isola sono disposti a chiederti anche fino ai 30€. La mancia ripeto è quasi un obbligo! E’ come se ormai l’isola si fosse abituata ad un turismo di nicchia, che però ora da qualche anno , grazia al maggior numero di voli disponibile per questa meta, ed ai prezzi che si stanno abbassando sta cambiando, allargandosi anche verso ad un turismo di massa che quindi dà molto + peso alle spese sostenute per il viaggio e non apre istintivamente il portafoglio dinnanzi a qualsiasi evento o persona.

I beach boys sono i tipici malgasci che si offrono di farti da cicerone per le tue escursioni via terra e mare , offrendoti tutti i servizi richiesti. I prezzi sono leggermente inferiori a quelli dei villaggi ma non così convenienti. I beach boys sono famosi qui, grazie ai post nei maggiori siti di turismo nei diari di viaggio dei turisti, hanno fidelizzato una clientela ancora che pianifica i propri viaggi grazie al web. Spesso la loro gentilezza corrisponde al potenziale di entrate di denaro che rappresenti per loro..che è una fortuna se si pensa che uno stipendio medio lì è di 40€ al mese!! Io e Paolo ci siamo affidati a Carlo, un padre di famiglia, molto genuino , e simpatico al quale abbiamo anche lasciato alcuni vestiti. Ma i più gettonati, tipo Erik, lasciano desiderare,perché nel momento in cui non gli convieni così tanto a livello di soldi e gruppo di persone che porti con te , ti invita con un internazionale “vaffanculo” ad arrangiarti…

Visitate il Madagascar il prima possibile, prima che il turismo diventi di massa e trasformi e renda ogni angolo dell’isola pronta all’uso e consumo del turista. Visitate Nosy Be, ma soprattutto fate l’escursione nella parte nord della grande terra.

4)MiTI DA SFATARE o DA CONFERMARE – La minaccia Malaria è reale, ma se se si resta a Nosy Be ed al nord della grande terra bastano le solite accortezze tipo Autan Tropical, pantaloni lunghi in caso di escursioni nella foresta, e bere tante tisane alla citronella che fanno tipicamente qui!! È un ottimo ed economico sistema per allontanare le zanzare. Lasciate perdere l’olio di citronella o di cocco che cercheranno di vendervi con “sicure proprietà di allontanamento insetti”..hanno l’effetto contrario specialmente in spiaggia dove diventa i afrodisiaco per i moscerini della sabbia!! Pericolo del virus intestinale è concreto anche quando il pesce è cotto o l’acqua è filtrata. Tutto è trattato in modo differente e il nostro corpo non tollera e prima o poi vi presenterà il conto. Prediligete cibi semplici e cotti e portate con voi un’ampia gamma di antibatterici per lo stomaco, dissenten, tachipirina, fermenti lattici!!

5)L’INCONTRO + BELLO – Sull’isola di SAKATìA abbiamo conosciuto Pamèla e suo marito. Pamèla ha 35 anni , è italianissima ed ha fatto una scelta di vita: abbandonare la frenetica vita cittadina milanese da pubblicitaria e organizzatrice di eventi per stabilirsi in Madagascar, lasciando in Italia tutti gli agi della vista moderna per vivere nella natura, in mezzo all’ oceano Indiano , dove fa tappa con la sua piroga nei diversi arcipelaghi di isole del Madagascar, rimbalzando per la “Grande Terra” e vivendo di pesca, lavori artigianali, raccolta di frutta e verdure: il tutto con suo marito Cocco, un ragazzo malgascio che ha sposato a Luglio e si è ritirato con lei a fare questa vita e scolpisce il legno con la stessa geniale bravura di un vero scultore. Abbiamo trascorso con loro quasi due giorni tra lunghe chiacchierate, snorkeling, e pesca addirittura in Piroga, conquistati dalla loro genuinità e disinteressata ospitalità!! Affascinante, impensato , surreale incontrarli e farsi raccontare la LORO isola, quella vera, quella non turistica, quella che tanto amano ma che tanto allo stesso tempo ha bisogno di essere salvata, risanata, aiutata, protetta da quel tipo di turismo cinico e spietato e la corruzione locale che ha creato un sistema che costringe la parte più povera dei suoi abitanti a vivere come pecore, schiacciati da ignoranza e non conoscenza delle reali possibilità di miglioramento sociale e civile. Ci vorrebbe un articolo solo per riportare tutta la loro storia, il loro coraggio e l’amore che lega questa coppia che in silenzio protesta e progetta azioni per smuovere e sensibilizzare anche attraverso il web, i mali che affliggono questo paradiso terrestre. Quindi chissà che anche a voi non capiti di incontrarli: per me è stato uno dei regali più grandi dell’isola!!

6)LA FRASE DEL VIAGGIO –Madagascar va scoperto e visitato. Portate con voi itinerarie e guide turistiche solo per indicarvi i luoghi da visitare, ma non quello che proverete guardando o andando in certi posti. Lasciate che questo siano i vostri occhi e il vostro cuore a dirvelo. Ognuno vive il suo viaggio ed ognuno così avrà la sua storia da raccontare. IO ora ho la mia e si conclude con questa frase che la sintetizza a perfezione:

Iil giorno della partenza un mio vicino di bungalow dice a un ragazzo del posto: ma come fate a vivere così senza niente? E lui ha risposto” io ho una cosa che tu non hai…”.. “Cosa? “ chiede lui. E l’altro risponde: Il tempo…”

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