Viaggio al centro di un disastro ambientale

ITINERARIO DEL VIAGGIO: ARRIVO A TANA,ANTSIRABE-INIZIO TOUR DEL TSIRIBIHINA RIVER (4 GIORNI)- PARCO DEI TSINGY DE BEMARAHà (2 GIORNI)- MORONDAVA X AVENUE DU BAOBAB- RITORNO AD ANTSIRABè-AMBOSITRA; TREKKING DI 2 GIORNI TRA I VILLAGI ZAFIMANIRY-FIANARANTSOA- PARCO DI RANOMAFANA (1 GIORNO)- PARCO DELL'ISALO, (1 GIORNO)- TULEAR- ANAKAO ( 4 GIORNI)-...
Scritto da: michel
viaggio al centro di un disastro ambientale
Partenza il: 30/09/2006
Ritorno il: 04/11/2006
Viaggiatori: da solo
Spesa: 2000 €
ITINERARIO DEL VIAGGIO: ARRIVO A TANA,ANTSIRABE-INIZIO TOUR DEL TSIRIBIHINA RIVER (4 GIORNI)- PARCO DEI TSINGY DE BEMARAHà (2 GIORNI)- MORONDAVA X AVENUE DU BAOBAB- RITORNO AD ANTSIRABè-AMBOSITRA; TREKKING DI 2 GIORNI TRA I VILLAGI ZAFIMANIRY-FIANARANTSOA- PARCO DI RANOMAFANA (1 GIORNO)- PARCO DELL’ISALO, (1 GIORNO)- TULEAR- ANAKAO ( 4 GIORNI)- RITORNO A FIANARANTSOA- TRENO X MANAKARA-AMBOSITRA- ANTSIRABè- PARCO D’ ANDASIBE MANTADIA- RITORNO A TANà E FINE DEL VIAGGIO.

SABATO-30-09-2006 Finalmenteil giorno della partenza è arrivato. Parto per quel paese che avrei già dovuto visitare l’altranno, ma che x vari motivi dovetti rimandare il viaggio. Con un bus in 2 ore da torino sono a malpensa. Sono le 17, il mio volo parte alle 20,05, volo con AIR MADAGASCAR, MA !! BO!! Comunque lo stress della preparazione del viaggio è alle spalle, l’adrenalina è a mille,sono più tranquillo del solito, tutto quello che andava fatto, e stato fatto, resta solo da vederlo sto benedetto paese. Con un piccolo ritardo di 15 minuti decolliamo, l’interno dell’aereo non è propriamente un ultimo modello, però il servizio è efficente, ed il personale di bordo gentile. Viaggio di notte e quindi, x esperienze passate so che non dormirò.Domani so già che sarò cotto. DOMENICA 01-10-06 Come previsto sono stracotto, ho dormicchiato si e no 2 ore in tutto, comunque alle 6,30 atterriamo a NOSY BE, piccola isola a nord del madagascar, dove si trova un villaggio turistico di una nota società italiana, scende circa la metà dei passeggeri dell’aereo, tutti turisti da villaggio, lontani mille miglia dalla mia filosofia di viaggio che è: scoperta,conoscenza di culture diverse dalla mia, esperienze nuove,che x quanto alle volte molto faticose, però altamente gratificanti, un continuo mettere alla prova la mia capacità di adattarmi. Una piccola sosta e ripartiamo, alle 8,30 puntualissimi atterriamo a TANA ( d’ora in poi ANTANANARIVO la chiamerò così, che è poi il modo di chiamare la loro capitale dai malgasci). Va bè che è presto, ma arrivare in africa e trovare solo 20 gradi di temperatura e abbastanza strano, ma neanche tanto se si pensa che come stagione qui e appena finito l’inverno, avendo le stagioni invertite rispetto a noi, e poi TANA si trova su un altipiano tra i 1400 e 1500 metri. Incredibilmente sia fare il visto, ( 12 euro ), che il controllo passaporti, che il ritiro bagagli, mi portano via poco tempo, dove perdo circa mezz’ora è x cambiare i soldi nell’ufficio cambi dell’aereoporto, cambio 300 euro, ed in cambio ricevo un malloppo di ARIARY ( la moneta locale ) che mi sembra di aver svaligiato una banca, cambio ufficiale ( non esiste il mercato nero ) 1 euro = 2640 ariary. Già all’interno dell’aereoporto vengo assalito da un nugulo di tassisti che si offrono di portarmi in città, distante 17 km. I prezzi sono uguali x tutti ( 12 euro ), quindi tanto vale farmi accompagnare dal primo che si e fatto avanti. IL viaggio dura una ventina di minuti, e domenica e quindi non c’è molto traffico in giro, altrimenti può durare anche il doppio del tempo o più. Mi faccio portare nell’ albergo che ho scelto sulla guida sperando che ci sia posto. X fortuna il posto c’è, una camera x 3 persone che devo pagare da solo, quindi circa 20 euro, ecco il dormire sarà una spesa raddoppiata x me che viaggiando da solo mi tocca pagare x 2, perchè in madagascar praticamente non esistono camere singole. La stanza è essenziale, comunque pulita, con un bel bagno, televisore, e ventilatore. Appoggio lo zaino grande, e subito esco x fare un giro della città, città che si divide in 2 zone, la città alta, praticamente il centro, con i suoi ministeri, è il palazzo presidenziale, e la città bassa, con i suoi mercati colorati, la povertà e il degrado più evidente. Fermo un taxi x andare nell’antico palazzo reale, che si trova sulla collina più alta della zona, e che domina tutta la città, cerco di contrattare il prezzo con l’autista che mi aveva sparato una cifra esagerata, e ci accordiamo sulla cifra di 3 euro, scopro che ci vogliono solo 5 minuti x arrivare, ho la sensazione che il tassista ci abbia straguadagnato, ancora un paio di giorni e tornero il feroce cotrattatore che sono durante i viaggi, di solito li batto x sfinimento. Aimè il ROVA, cosi si chiama il palazzo reale, e chiuso a causa di un incendio che lo ha semidistrutto qualche anno fà, ora è in restauro, credo che con la carenza di fondi che hanno da queste parti, lo riapriranno tra un secolo. Con delle guide fre lance che bazzicano li intorno pronti ad avventarsi sull’incauto turista come dei piranha faccio il giro della collina è visito il museo che sta nei paraggi, tutte cose che potevo fare tranquillamente da solo con l’aiuto della mia guida cartacea, ma mi hanno quasi commosso questi ragazzi che x arrangiare la giornata, si sono inventati un mestiere, ed hanno imparato un italiano maccheronico ma abbastanza comprensibile, quindi la cifra esagerata che mi hanno chiesto glielò data lo stesso, più che altro come premio x la volontà e l’intraprendenza, e poi lo già detto che ho bisogno di un paio di giorni x assumere la faccia tosta necessaria nelle contrattazzioni. Finito il giro ritorno sui miei fatti, questa volta a piedi senza taxi, tanto la strada e tutta in discesa. Decido di andare a mangiare al ristorante SAKAMANGA che e considerato uno tra i migliori della città, anche l’albergo che si trova nello stesso edificio e abbastanza rinomato. Non e molto lontano dal mio hotel, ma ci metto una vita x trovarlo, perchè la città ha una conformazione stradale abbastanza labirintica, e quindi capita che cercando un luogo si può passare più volte negli stessi posti, magari passando a poche decine di metri dal posto ci interessa senza vederlo, considerato che le indicazioni stradali sono considerate superflue, vi fate un idea di come sia complicato girare a piedi x questa città se non la si conosce. Comunque valeva la pena faticare un pò x trovarlo, perchè il mio pranzo è ottimo, un piatto di foi grass con tartine e verdurine da consumare rigorosamente con un bicchiere di vino bianco dolce, più un insalata SAKA, praticamente una bella bella insalatiera piena di pollo sminuzzato, uova sode, patate, tonno, olive pomodori cipolle e foglie di insalata varie condita con salsa speciale fatta da loro, composta di olio aceto di mele aglio e qualche altra spezia, più una bottiglia d’acqua da mezzo litro e un caffè, mi e costato la bellezza di solo 8 euro, mancia compresa. Ritorno in hotel sfinito, ora fa caldo, non eccessivo ma ci saranno 25, 26 gradi, la carenza di sonno si fa sentire. Dopo aver fatto una doccia, e rilassato un’oretta, esco di nuovo, sono le 4 ed ho circa 2 ore prima che faccia buio. Molto più rilassato vado a piedi verso la zona del mercato più grande di Tana, qui si vende un pò di tutto, contadine arrivano da fuori città x vendere i pochi ortaggi che hanno coltivato, macellerie abbastanza improvvisate, con milioni di mosche sulla carne,scarpe vestiti e cianfrusaglie varie, nuguli di bambini a piedi nudi che giocano a calcio o a rugby con palloni fatti con i giornali; tutto sommato l’impressione è migliore di quella che avevo avuto al mattino, TANA non è certo una bella città, ma una visita di un giorno si può anche fare. Si sta facendo sera ed anche se sono le 6 decido di tornare in hotel, stasera a letto presto, da domani inizia il viaggio vero, con i mezzi locali ” TAXI BROUSSE “, destinazione ANTSIRABE, davanti all’hotel c’è una pasticceria, mi compro 2 paste almeno non andrò a letto senza cenare, sto scrivendo queste righe con gli occhi ridotti a 2 fessure, a domani.

LUNEDI – 2- 10- 2006 Sveglia all’alba ( 5,30 ), perchè voglio partire il più presto possibile x ANTSIRABE. Prendo un taxi e mi faccio portare al terminal sud dei taxi brousse, chiamarlo terminal è un eufemismo, si tratta di uno spiazzo polveroso è brulicante di umanità, sporcizia, è animali, trovo facilmente il taxi brousse che mi interessa, il mio zaino và sul tetto, ed io all’interno, ho un posto tra i meno scomodi in cui riesco più o meno ad allungare parzialmente le gambe. Cosa sono i taxi brousse ? Essenzialmente dei mini pulmini da 15 posti, compreso l’autista, 5 file da 3 posti, ma è facile che x ogni fila ci facciano stare 4 persone, e fin qui poco male, il problema è che a parte la prima fila dove si trova l’autista, e la seconda un po più distanziata, le altre sono concepite x persone alte 140 cm., chi supera questa altezza ( quindi quasi chiunque), è in particolare i turisti occidentali, deve assumere una posizione da fachiro x poter viaggiare, all’arrivo di ogni viaggio ci vuole qualche minuto prima che ci si riesca a distendere completamente, non senza qualche preoccupante CRAK alle articolazioni. Comunque dopo 3 ore e un quarto, quindi con un bell’anticipo sulle 4 ore previste ( caso più unico che raro ) arrivo ad ANTSIRABE che dista da TANA circa 170 km., prendo al volo un taxi, anzi è lui che prende al volo me, prchè i tassisti arrivano da te che ancora devi scendere dal pulmino; mi faccio portare in un hotel scelto sulla guida, il GREEN PARK; x fortuna c’è una camera libera, l’hotel è molto bello, e posto in un magnifico giardino con diversi stagni pieni di ninfee, attraversato da passerelle in erba, tra gli stagni vi sono le camere poste in capanne circolari in mattoni col tetto in tegole, alcuni di questi edifici sono x buona parte coperte di fiori di bounganville, il tutto x circa 10 euro la camera matrimoniale con bagno e doccia all’interno. ANTSIRABE a differenza di TANA è in pianura, i suoi viali sono ampi, ed e priva di vicoli e vicoletti che girano in tondo come a TANA, quindi orientarsi mentre la si gira e facile, c’è traffico, ma non caotico, x le vie si aggirano nuguli di POUSSE-POUSSE, che sono dei risciò coperti tirati da uomini a piedi quasi sempre scalzi, di questi mezzi si servono x spostarsi nella città quasi tutti gli strati sociali, perchè sono comodi ed economici, quasi nessuno dei portatori e proprietario dei carretti, lo prendono in affitto da un gestore è quindi x pagare l’affitto e guadagnare qual’cosa devono fare diverse corse al giorno, quindi se venite qui non fatevi scrupoli ad usarli, loro ne hanno bisogno. La città non ha cose particolari da vedere, la si usa come base di partenza x fare diverse escursioni più o meno lunghe. Giro x alcune di queste agenzie che propongono questi tour, ma il problema e che si fanno con un minimo di 3 o 4 persone x poterci stare nella cifra proposta, ed io sono solo, quindi mi tocca aspettare che si sia formato un numero minimo di partecipanti, questo potrebbe dire che forse dovrò aspettare un altro giorno qui, è questo mi scoccia non poco perchè sarebbe un giorno perso visto che qui non c’è molto altro da fare. Comunque una di queste guide mi dice di passare alla sera che forse una piccola speranza di partire domani c’è visto che deve vedersi con altri turisti. SPERIAMO BENE!! Il fatto e che in MADAGASCAR non c’è molto turismo, ancora meno in questa stagione, se si pensa che in questo paese arrivano solo 10 voli internazionali la settimana, cioè circa 2500 persone ( numero che il colosseo fa in un paio d’ore ), è di questi più della metà si fermano a NOSY BE, del resto dei turisti l’ottanta x cento fa parte di gruppi organizzati, oppure e gente che affitta la macchina con l’autista e gira in questo modo il paese, alla fine di viaggiatori veramente indipendenti che possono avere interesse a fare qualcosa di diverso ed impegnativo, di vera scoperta attiva del paese, ne restano davvero pochi, e quindi e difficile riuscire a formare un minimo di persone x questo genere di esperienze. Faccio un ottimo pranzo e provo x la prima volta il filetto di ZEBù al pepe verde, squisito! più un enorme zuppa piena di tutto e di più, una birra grande , il tutto x la stratosferica cifra di 2,5 euro. Passo il pomeriggio girando xla città, ma più che altro leggendo uno dei 3 libri che mi sono portato. Alla sera vado nel ristorante dove fa base questa agenzia la ” ROBINSON CROUSE “, Il nome non e preso in prestito dal personaggio del libro, ma una delle guide si chiama proprio così. Sono fortunato, domani si parte, si sono aggregati 3 francesi. Faccio cena nel solito ristorante, ” L’ARCHè”, con un insalata incredibile, e del pesce spada assolutamente buono, costo della cena 5,5 euro. Ritorno in hotel contento di non dover passare un’altro giorno qui a far nulla. MARTEDI-3-10-2006 Puntuale come concordato GABì, che è il responsabile del tour, alle 7,30 viene in albergo da me x farmi firmare il contratto, 271 euro x 7 giorni; 1 giorno x arrivare al fiume, 3 di piroga, 2 x il parco di TISHINGY, 1 a MORONDAVA x l’AVENUE DE BAOBAB. Alle 12 mi incontro con gli altri componenti del gruppo, ai 3 francesi previsti se ne sono aggiunti altri 2. La macchina che ci porterà a MIANDRIVAZO, luogo dove avverrà l’imbarco e una vecchia peugeot 504 famigliare da 8 posti, malgrado abbia almeno 30 anni e comoda ( forse perchè io sono seduto d’avanti, dovrei chiedere agli altri ), ed abbastanza efficente, anche se sulle lunghissime salite in linea retta l’autista deve inserire anche la prima.

Il viaggio dura 5 ore, comprensive di una sosta x pranzare in uno sperduto paesino lungho la strada. Il territorio è un continuo saliscendi di infinite colline coperte di savana, alberi pochissimi, qui e evidente il degrado ambientale provocato dagli abitanti del posto, che x procurarsi pascoli e risaie, hanno deforestato tutto il madagascar, le tracce di vasti incendi recenti sono recenti, anzi passiamo molto vicini ad una collina che sta completamente bruciando, piange il cuore nel vedere questo, ma d’altronde anche da noi le generazioni passate hanno modificato il territorio, vivendo qui come vivono loro forse lo accetteremo.

Arriviamo a MIANDRIVAZO, che è quasi buio, nell’hotel dove era previsto che dormissimo nonc’è posto, veniamo dirottati in una serie di boungalow posti su una collina che domina la città, meglio, qui fa un pò meno caldo, è col vento che soffia forte non c’è il rischio di zanzare, i boungalow sono carini, anche se non il massimo come pulizia nel bagno, comunque ho dormito in posti decisamente peggiori.

Nell’attesa che GABì ci prepari la cena, con l’auto andiamo in città, che poi non e altro che un paesone di oltre trentamila abitanti, e buio, è stanno chiudendo tutte le botteghe che si affacciano ininterrotamente su tutte le strade, x quel poco che si può vedere ha tutta l’aria di una cittadina di frontiera, qui la gente e diversa da quella degli altopiani, man mano che ci si avvicina alla costa ovest inizia a predominare la caratteristica fisica dei popoli dell’africa continentale, oltre l’aspetto iniziano a cambiare anche le usanze, infatti qui sono animisti, e molti uomini sono poligami.

Passiamo un paio d’ore in un bar tipicamente malgascio, uomini e donne bevono e ballano, ma dove a ballare sono le donne, a bere sono gli uomini. Dopo che GABì ci è passato a prendere, ci gustiamo una ottima cena, x quanto mi e possibile ( non parlando il francese ), sto cercando di conoscere meglio i miei compagni di viaggio, alcuni di loro hanno viaggiato molto, è quindi ovviamente si parla di paesi, popoli, difficolta varie, ed esperienze nel visitare certe nazioni, comunque sono ragazzi simpatici, devo rivedere certi pregiudizi che ho sui francesi, ( viaggiare serve anche a questo ).

MERCOLEDI 04-10-2006 La sveglia è alle 5,30, perchè la guida ci dice che essendoci ben 18 piroghe di turisti in partenza stamattina conviene essere fra i primi nel fare le pratiche burocratiche di controllo passaporti che vanno sempre abbastanza x le lunghe, MORA-MORA, è il detto di questo paese ” piano- piano “. Alle 8,30 ci imbarchiamo sulle nostre 2 piroghe, queste sono ricavate da alberi di palissandro, sono strette e lunghe, e portano fino a 6 persone, pagaiatori compresi, che sono in genere 2 uno a prua e l’altro a poppa.

La velocità comunque è lenta, anche se andiamo a favore di corrente, inoltre non essendo stagione delle piogge le piroghe sono costrette ad un continuo zig-zag x evitare le secche, considerando che il fiume è larghissimo ma poco profondo ci si fà un idea di quanta strada in più bisogna fare, spesso uno dei pagaiatori deve scendere in acqua x disincagliare la piroga che è finita su un banco di sabbia.

Abbiamo 150 km. Da fare in 3 giorni. Le ore si susseguono lente sotto un sole che si fà sempre più feroce, il paesaggio è abbastanza piatto ed un pò monotono, infatti solo nel secondo giorno entreremo nelle gole del fiume, superiamo, è a nostra volta veniamo superati di continuo da altre piroghe cariche di turisti, la guida mi dice che il turismo un pò alla volta sta aumentando, e questo e un bene x l’economia di questa zona poverissima, è magari spingerà la gente di questi luoghi a tutelare un pò di più il proprio territorio, infatti lungo il percorso si vedono di continuo colline completamente bruciate, questo sarà più chiaro nel secondo giorno quando entreremo in un territorio più collinare.

Quello che dà da pensare è il fatto che gli incendi che devastano queste colline non servono affatto a far si che diventino terre da sfruttare x l’agricoltura, ho x l’allevamento, ma semplicemente x far scappare gli animali selvatici, a che prò è molto probabile che non lo sappiano nemmeno loro, x la nostra guida GABY una vena di follia pervade questo paese nei confronti della natura peraltro bellissima che haimè sta x scomparire.

Dopo 4 ore ci fermiamo x pranzare lungo le sponde del fiume, sul lato opposto c’è un piccolo villaggio, appena ci fermiamo un gruppo di bambini attraversa il fiume a nuoto x venire a salutarci, ridono divertiti quando si rivedono nei monitor delle macchine fotografiche digitali, è fanno a gara spintonandosi x stare in primo piano nelle foto.

Dopo tutto un lunghissimo pomeriggio di lento andare sul fiume, alle 6 di sera arriviamo nel posto dove pernotteremo, sopra un argine del fiume c’è un ampio spiazzo sabbioso dove montiamo le tende. La bella ragazza malgascia che ci accompagna ci prepara una ottima cena, ufficialmente e la cuoca della spedizione, ma penso che sia la compagna non ufficiale della nostra guida GABY, visto che lui è sposato.

Alle 8 siamo già tutti nelle tende, la stanchezza si fa sentire, il cielo e stellato come da noi capita raramente di vedere.

GIOVEDI-05-10-2006 Anche se mi sono girato sul materassino un milione di volte, mi sveglio stranamente riposato, sono le 6, colazione a base di caffè, thè, uova fritte, pane tostato sul fuoco, formaggino e marmellata. Alle 7 partiamo, tempo mezz’ora è già il sole sfibra, dopo un paio d’ore entriamo in una stretta valle, appena oltre le sponde di entrambe le rive si alzano delle colline coperte di vegetazione, anche se in realtà le colline alla nostra sinistra sono state devastate dal fuoco, avvistiamo i primi lemuri, protoscimmie che vivono solo qui in madagascar, prima alcuni solitari, poi una intera famiglia.

La giornata va avanti così lenta, caldissima, nell’aria solo il rumore delle pagaie, è i versi degli uccelli, al pomeriggio sempre inesorabile si alza un vento forte che soffia dal mare verso l’interno, quindi in senso contrario rispetto al nostro, ed essendo l’acqua bassa si creano delle onde che complica non poco la vita di chi deve pagaiare, l’andatura già lenta rallenta ulteriormente, ed alla fine siamo costretti a fermarci un’ora prima del previsto perchè e davvero faticoso avanzare.

Montiamo le tende in un posto splendido, una enorme spiaggia dominata dalla foresta, ceniamo sotto una luna che ci illumina quasi a giorno, infatti non abbiamo bisogno di usare le torce, ed i falò che accendiamo tutte le sere sono più che altro coreografici, perchè la temperatura è gradevole anche di notte, e non ci sono zanzare, un pò perchè non è ancora stagione delle piogge, ed anche perchè il vento che soffia costante fin dopo la mezzanotte le tiene confinate nella foresta. Anche stasera verso le 8 siamo già nelle tende, il madagascar non è posto x chi ama la vita notturna.

VENERDI 06-10-2006 Oggi e decisamente il giorno più interessante dei 3 passati sul fiume. La sveglia stamattina e stata anticipata alle 5, perchè dobbiamo recuperare il pezzo di fiume saltato ieri, considerando l’ora in cui andiamo a dormire non ci infastidisce più di tanto svegliarci così presto, anzi. Stanotte ho dormito proprio male, infatti mi sento piuttosto rincoglionito, una rapida lavata nel fiume, colazione, ( oggi si è aggiunto anche un vasetto di nutella ), e via, sono le 6,15.

Dopo un paio d’ore ci fermiamo in un villaggio lungo le sponde del fiume, dobbiamo comprare del cibo, noi ne approfittiamo x girare x le capanne, guardando la vita quotidiana di questa gente, e scattiamo delle bellissime foto, visitiamo la scuola, è il primitivo ambulatorio medico, il dottore non c’è, infatti c’è nè uno che si occupa della gente di diversi villaggi della zona, e quindi è itinerante, in ogni villaggio c’è una radio x tenersi in contatto tra loro, e attraverso di essa si sposta a seconda delle emergenze.

La gente e cordiale, saluta, è quando ci avviciniamo x fare delle foto si mettono in posa divertiti, specialmente i bambini, di solito nella maggior parte dei paesi che ho visitato, la gente si girava dall’altra parte, se non addirittura scappava via appena facevo il gesto di prendere la macchina fotografica. All’una pranziamo, spaghetti alle verdure e pesce. Oggi il paesaggio che ci circonda e magnifico, foreste, è ogni tanto sponde alte anche 30 metri di arenaria, con alla base delle forme bizzarre create dalla corrente del fiume. Ci viene incontro un pescatore con la sua piroga, ci vuole vendere il lavoro della sua giornata, ce lo dividiamo con un gruppetto di altri turisti, gli compriamo tutto quello che ha comprato, da parte nostra prendiamo circa 5 kili di pesce gatto x 1,50 euro.

Il pescatore se ne va soddisfattissimo continuando a ringraziarci, evidentemente deve aver fatto un affare.

Alle 5 montiamo le tende in un altro bel posto, la nostra prima occupazzione come tutte le sere è accendere un bel falò, x fare questo bisogna andare a cercare della legna lungo la spiaggia, o nel limitare della foresta, tronchi trasportati dalle piene del fiume durante la stagione delle pioggie.

Subito dopo cena vengono a farci visita un gruppetto di bambini che abita in un villaggio che noi non vediamo, ma che deve essere nelle vicinanze perchè un pò alla volta il numero della gente aumenta, arrivano degli adolescenti, uno di questi a un tipo di chitarra locale, iniziano a ballare una specie di TARANTA, dove chi suona sta al centro, è tutti ballano in maniera indiavolata girandogli intorno, ad un certo punto saranno almeno una trentina le persone che sono venute da noi, tutti ballano e cantano, lunghissime canzoni con poche tonalità, si divertono come matti, e noi con loro, questa esibizione spontanea di cordialità è vicinanza, da sola valeva il viaggio. Dopo un paio d’ore stanchissimi andiamo a dormire salutando i nostri nuovi amici, che si fermano ancora qualche minuto a cantare, e poi ritornano al loro villaggio.

SABATO-07-10-2006 Anche stamattina la sveglia e alle 5. Alle 6 partiamo, abbiamo l’ultima ora e mezza da passare sul fiume, infatti puntualissimi arriviamo alle 7,30 nel posto lungo il fiume dove ci aspetta un fuoristrada col suo autista, carichiamo gli zaini, salutiamo i piroghieri che ci impiegheranno il doppio del tempo x tornare indietro a MIANDRIVAZO, perchè dovranno pagaiare contro corrente, e ci incamminiamo lungo una pista polverosa ma non troppo difficile che in un ora e mezza ci porta a BELO SUL FIUME, una piccola cittadina dove dopo aver attraversato il fiume su un traghetto scalcagnato ci fermiamo x mangiare.

Il pranzo e davvero squisito, spiedoni di gamberi su un letto di legumi e verdure saltate in padella. Dopo pranzo ci aspettano 100 km. Di brutta strada sterrata, piena di buche è avvallamenti, il fuorisrada non ha nessun tipo di problema di tenuta, all’interno invece ce l’abbiamo noi, e come! Specialmente quelli seduti in fondo nei 4 sedili messi uno di fronte all’altro, infatti x diminuire il disagio ogni 30 minuti facciamo la rotazione dei posti. Dopo 3 ore di questo divertimento arriviamo a BEMOPACA, base x i trekking al parco dei TSINGY. Siamo tutti coperti con uno strato di polvere rossa, specialmente i capelli hanno assunto un improbabile colore dorato.

Montiamo le tende nel campo nel parco che è già buio, stavolta non siamo soli, intorno a noi ci sono almeno una trentina di tende di altri turisti. Cena e poi a dormire, un pò x la stanchezza, un pò perchè non c’è molto altro da fare.

DOMENICA-08-10-2006 Alle 7 siamo in piedi, oggi visita al parco dei TSINGY DE BEMAHARA. Dal 1998 dichiarato uno dei siti dell’unesco patrimonio dell’umanità. La visita al parco ha diverse durate di tempo, quella classica che va dalle 4 alle 5 ore, quella di un giorno, è la possibilita di starci 3 giorni x una visita completa. Noi ci limitiamo a fare la classica di 5 ore, le altre in genere le fanno i ricercatori e documentaristi. Dopo un’ora di fuoristrada su una pista davvero difficile, dove, mi hanno detto che una volta durante la stagione delle piogge un fuoristrada ci ha messo 3 giorni x fare 5 km., arriviamo al punto di partenza del giro. Ci accompagnerà una guida del parco, il posto e davvero bello e spettacolare, guglie taglienti di pietra si innalzano come cattedrali dalle forme più bizzarre, profondi e stretti canyon dividono vari gruppi di rocce, a volte si fa fatica a passare, e bisogna camminare di lato anche x decine di metri stretti tra rocce che si levano alte come palazzi di 10 piani.

Si passa tra tunnel naturali, è fessure dove bisogna quasi strisciare sulla pancia x attraversarle. Scale di metallo ancorate alla roccia portano sui diversi livelli del sito, ponti sospesi tra vuoti impressionanti permettono di attraversare i canyon più larghi, portiamo tutti una imbragatura da alpinismo che ci hanno dato alla partenza, è in molti punti dobbiamo usarla, agganciando i moschettoni a dei cavi di acciaio fissati alla roccia x superare in sicurezza i punti più pericolosi. Siamo fortunati perchè vediamo da distanza ravvicinata una mangusta, è una famiglia di lemuri SIFAKA. Dopo circa 5 ore torniamo al punto di partenza, un rapido spuntino, e rifacciamo la strada spaccaossa in senso inverso, arrivati al campeggio andiamo a vedere la zona dei piccoli TSINGY, stavolta si va a piedi, perchè il giro inizia a 5 minuti di cammino dal campo. Qui la visita e più breve, un’ora circa, questi TSINGY sono più bassi dei precedenti, ma le difficolta di avanzamento sono le stesse, e il fascino identico. Torniamo al campo in tempo x una birra, una doccia fatta con i secchi d’acqua presa da vecchi barili di petrolio che la contengono, cena, è via a dormire.

LUNEDI-09-10-2006 Oggi x la prima volta da quando sono in madagascar vedrò il mare, infatti si và a MORONDAVA, paesone posto sul canale di monzambico, dove si conclude il tour con GABY. Qui spero di trovare un posto sul volo x TULERAR, al sud, altrimenti Dovrò affrontare un lungo viaggio di 12 ore in fuoristrada.

Dopo aver fatto colazione, e aver smontato il campo, alle 7 partiamo direzione BELO SUL FIUME, sulla stessa strada spaccaossa fatta all’andata. Alle 10 più o meno interi arriviamo in città, pranziamo nello stesso ristorante in cui avevamo già pranzato 2 giorni fà, e se possibile il pranzo è stato ancora più buono, e sorprendente come si mangi bene in madagascar, anche nei più piccoli e poveri ristoranti, qui chiamati hotely, si possono trovare piatti squisiti.

Dopo aver preso il traghetto dall’aspetto poco rassicurante x attraversare il fiume, siamo sulla strada x MORONDAVA, la strada è in realtà una pista sabbiosa, ma almeno priva di buche, e quindi si viaggia ad una discreta velocità. L’ambiente intorno a noi e una savana secca e ingiallita dal sole, punteggiata da radi alberi, in questa parte del paese non piove molto neanche durante la stagione delle piogge.

Ad una ventina di km. Da MORONDAVA, ci fermiamo nella famosa ” AVENUE DE BAOBAB “, la pista e fiancheggiata da immensi e maestosi baobab, dopo le sequoie della california, sono gli alberi più grandi che abbia mai visto. Un gruppo di bambine si avvicina a noi x convincerci a comprare della frutta che i loro genitori vendono su bancarelle improvvisate ai margini della strada, un paio di queste ragazzine hanno catturato dei piccoli camaleonti, che tengono su ramoscelli, è ci invitano a fotografarli, ovviamente x chiederci un regalo x il servizio, spirito imprenditoriale, sempre meglio che chiedere l’elemosina solo perchè siamo turisti, d’altronde in madagascar non si è assillati da continue richieste di soldi, piuttosto cercano di venderti un pò di tutto, e questo da infinitamente meno fastidio.

Arrivati a MORONDAVA, la prima cosa che faccio e vedere se c’è un volo x TULEAR, ma presso l’ufficio locale dell’AIR MADAGASCAR mi dicono che il volo è al completo, d’altronde i voli x questa città sono solo 2 alla settimana, e sono effettuati da dei piccoli aerei da 15 – 20 posti al massimo, che vanno esauriti in poco tempo. Mi rassegno ad un lungo viaggio di ritorno ad ANTSIRABè. L’impressione che mi faccio di MORONDAVA non è un granchè, vivace, polverosa, è con un mare ed una spiaggia che non sono il massimo, però mi dicono che appena fuori della città, la spiaggia ed il mare migliorino nettamente, ma fermandomi qui solo la notte, non ho la possibilità di verificarlo.

Finalmente una doccia vera, ci sto sotto almeno mezz’ora, ed anche quando ho finito, trovo ancora tracce di terra addosso, i pantaloni stanno in piedi da soli tanto sono impregnati di terra, x una settimana ho messo addosso sempre gli stessi vestiti.

Alle 8 di sera ci incontriamo tutti alla reception dell’albergo x cenare un’ultima volta tutti insieme, mi dispiace un pò che ci si divida, nel corso del viaggio li ho apprezzati sempre più, sono molto simpatici, ed è un peccato che a causa della mia scarsa conoscenza del francese non abbia potuto approfondire la loro conoscenza. Due di loro proseguiranno lungo la costa verso sud, gli altri 3 voleranno verso TANA, e NOSY BE x passare la loro ultima settimana.

La cena come al solito e ottima, e alla fine tornati all’hotel ci salutiamo tutti con un abbraccio.

Sono sfinito ed appena mi sdraio sul letto crollo.

MARTEDI-10-10-2006 Oggi dovremmo partire alle 9, io Gaby, e Veronique, la simpatica ragazza che lavora con Gaby e che ci ha accompagnato x tutto il tour. Però alle 7 e mezza mentre sto girando vicino all’hotel cercando un posto dove fare colazione, incontro Gaby e Veronique, mi stavano cercando perchè il fuoristrada che ci avrebbe dovuto portare ad ANTSIRABè e già andato via, l’autista ha trovato 4 francesi che volevano partire prestissimo, e quindi ci ha lasciati a piedi.

Meno male che Gaby non si perde d’animo ed in un baleno a già trovato un altro fuoristrada, e quindi alle 8 si va. No mi sono sbagliato, alle 8 si dovrebbe andare, il fatto e che con noi viaggeranno altre 2 persone, una e già in macchina, ma l’altro individuo e un colonnello dell’esercito, è fin qui niente di male, il fatto e che bisogna andare a prenderlo in caserma, è va bè, la città è piccola e in 5 minuti siamo li davanti, ma del colonnello nemmeno l’ombra, lo aspettiamo come dei pirla x mezz’ora e questo mi indispettisce non poco, va bene il MORA MORA, ma qui si esagera, anche perchè ci aspettano circa 12 ore di viaggio, di cui la metà mi dicono sarà su una brutta strada, e quindi prima si parte è meglio e.

Finalmente si decide ad arrivare, e un bestione più grasso che grosso, io sono seduto dietro, ed haimè sfortunatamente si siede in mezzo tra me e l’altro malgascio, Gaby e Veronique sono seduti davanti con l’autista. Questo gorilla, si rivela quello che di lui pensavo mentre l’aspettavo, e cioè un emerito coglione, innanzi tutto non saluta, e subito si strvacca cercando di guadagnare più spazio possibile.

La strada appena fuori della città e subito brutta, è il coglione inizia subito a dormire, russando come una vaporiera, e sbatacchiando la sua massa ora contro di me, ora contro l’altro poveraccio che sta sull’altro lato, dopo una mezz’ora di questo ping pong, mi sono rotto i ” gabbasibi ” come direbbe montalbano, decido che è ora di finirla, approfitto di uno scossone dell’auto sul lato opposto rispetto al mio che lo fa momentaneamente allontanare da me, e quindi metto il gomito ad angolo acuto puntato contro il suo fianco, la buca successiva lo manda a sbattere direttamente col fianco contro il mio gomito, si sveglia immediatamente, è si gira verso di me con uno sguardo truce ma io con aria innocente lo guardo sorridendo e riprendo a leggere il libro che ho in mano.

Il bestione riprende a dormire, ma questo volta fa un pò più di attenzione nel contenersi. Dopo un paio di ore di bruttissima strada, finalmente il fondo migliora e quindi si va più spediti, penso di essermi messo alle spalle il pezzo peggiore, ma mi illudevo, dopo meno di un ora la strada diventa incredibile, x 5 ore percorro quella che penso sia la strada più brutta che io abbia mai fatto, sembra che sia stata bombardata, le buche diventano sempre più grandi, ad un certo punto l’autista rinuncia a cercare di evitarle, sono talmente grosse che ci entra letteralmente dentro, è x uscirne fuori si impenna come se fossero onde da surf.

Sarebbe anche divertente, se non fosse che questo sbatacchiare dura ben 5 ore. Il viaggio si allunga a dismisura perchè a parte la fermata x mangiare, le soste si susseguono visto che l’autista approfitta dei piccoli mercatini posti lungo la strada x aquistare della merce che poi rivenderà in città a prezzi più alti.

Alla fine finalmente riusciamo ad arrivare, ben 12 ore e mezza ci abbiamo messo, sono quasi le 10 di sera, trovo una stanza nel secondo albergo in cui chiedo, è decido di punirmi andando a letto senza cena, tanto tra la doccia ed altro si sono fatte quasi le 11, sono a pezzi ed ho solo voglia di dormire.

MERCOLEDI-11-10-2006 Sveglia colazione e via, alle 9 sono già alla stazione dei taxi brousse, direzione AMBOSITRA. Il viaggio non è lungo, solo 2 ore, però voglio arrivare presto x avere il tempo di visitare la città, organizzare il tour x domani, è, se possibile fare anche degli aquisti, visto che AMBOSITRA e la capitale dell’artigianato, e qui si possono spuntare dei buoni prezzi.

L’intenzione di partire presto si infrange col fatto che il minibus parte solo quando è rigorosamente pieno, ed io sono il primo. Alle 10 e mezza finalmente il bus si è riempito, sono seduto d’avanti, di fianco a me e seduta una bella ragazza, straniera come me, dall’aspetto immaggino che sia francese, comunque non italiana.

Siamo partiti da soli 5 minuti, è mentre studio un qualcosa x attaccare bottone, ecco che è lei a rompere il ghiaccio. Mi chiede di dove sono, avevo ragione, e svizzera di Losanna, di madrelingua francese, però se la cava bene con lo spagnolo, ed e in questa lingua che comunichiamo, mi viene da sorridere, una svizzera è un italiano si incontrano in Madagascar e ci si parla in spagnolo, il bello del viaggiare.

Si chiama ISABEL, e una neo laureata in biologia, ed è molto simpatica, sotto un aspetto delicato deve avere una scorza non indifferente, visto che non ha nessun problema a viaggiare da sola. Parliamo di viaggi, di noi, di italia, svizzera, e ci troviamo daccordo su molte cose, il tempo scorre in fretta, ed anche un accidente al motore del bus che ci blocca x una mezz’ora non ci crea malumore. Peccato che lei prosegue oltre, direzione FIANAR, se il destino vuole ci si rincontrerà più avanti.

Arrivato ad AMBOSITRA, peno x cercare un posto in albergo, sono tutti completi, al sesto albergo prendo una decisione, se anche qui non trovo posto dirigo il pouss-pouss che mi scarrozza verso la stazione dei taxi brousse, e me ne vado anche io a FIANAR. IL posto c’è, e non sò se essere contento o dispiaciuto. La stanza e in una dependance dell’albergo, non e male e solo un pò inquietante il soffitto alto meno di 2 metri, mi costa meno di 6 euro, mentre vado verso il ristorante x mangiare do un occhiata alla città, e strana, con queste case fatte di legno con l’esterno lavorato in maniera anche bizzarra, e completamente diversa dalle città che ho visto finora, è mi colpisce positivamente, lungo le strade vi sono moltissimi negozi che vendono artigianato in legno, tessuti, ed altre cose che si trovano solo qui.

Mangio in fretta x poter correre a fare aquisti, e già tardi, è devo anche trovare una guida x la visita ai villaggi ZAFYMANIRY.UN RAGAZZO CHE MI AVEVA AIUTATO A CERCARE L’ALBERGO, SI OFFRE DI PORTARMI IN ALCUNI LABORATORI, dove degli abilissimi artigiani lavorano dei legni anche pregiati, accetto volentieri perche aquistando direttamente da loro potro risparmiare qualcosa.

Il primo laboratorio che visito non e altro che una casa privata dove tutta la famiglia lavora alla produzione di questo tipo di artigianato in legno. Sono talmente belle le cose che vedo che vorrei aquistare tutto, autentiche opere d’arte, maschere rituali, guerrieri, scacchiere con tutti i pezzi originalissimi è finemente lavorati, il legno usato è il palissandro, l’ebano, ed un legno che qui chiamano ” boua de rose ” legno di rosa, perchè l’interno del tronco e di un bellissimo rosso scuro, questo dovrebbe far capire il costo incredibile che avrebbero in italia questi prodotti. E divertente anche la contrattazzione, perchè il capo famiglia ti dice il prezzo del pezzo che vorresti acquistare, poi ti dice ora tocca a te, ribatti con la tua offerta, ed inizia un valzer di prezzi, di aggiunta di pezzi x avere un ulteriore sconto, sembra che si diverta anche lui.

Alla fine esco dal laboratorio stracarico di roba, è facendo un rapido calcolo ho speso 60 euro, solo una maschera in ebano che ho preso lunga 60 cm. E pesantissima, in italia nei negozi di artigianato etnico l’avrei pagata almeno 300 euro, faccio il giro di altri 2 laboratori che vendono tessuti, sempre accompagnato da jean claude il ragazzo che mi fa da guida, ed alla fine mi tocca comprare un altro borsone x metterci dentro tutto.

Riesco anche a trovare una guida x i villaggi nei dintorni, 2 giorni e una notte pasti compresi x 27 euro, ci mettiamo d’accordo x l’indomani, e torno in albergo a dormire.

GIOVEDI-12-10-2006 lAPPUNTAMENTO è ALLE 7,30 DAVANTI AD UN ALTRO ALBERGO, CI SARà ANCHE UNA COPPIA DI FRANCESI CON ME. Penso di avere tutto il tempo x fare colazione, ma appena esco mi trovo davanti la guida che mi dice che la partenza e anticipata alle 7, merda, torno di corsa sù, prendo lo zainetto che fortunatamente avevo già preparato è corriamo dove ci sono i francesi che già ci aspettano.

Sono una coppia sulla cinquantina, molto simpatici, lei parla anche un pò di italiano. Avevo il sospetto che potevo fare tranquillamente colazione, perchè si parte alle 8 ” MORA-MORA “. Si parte x modo di dire perchè il taxi brousse, un vecchissimo e scassatissimo peugeot 404 col cassone coperto da un telone, dopo nemmeno un kilometro buca, capita, ma quello che fa sorridere è che la ruota di scorta che monta e completamenta liscia, una vera e propria slik.

Completata l’operazione, e saliti tutti sopra, io sul cassone con una quindicina di locali, facciamo meno di un kilometro ed altra sosta, da un gommista, che in una mezz’ora gli prepara una gomma riciclata, più stretta delle altre che sono montate, questo fà si che ogni volta che si trovera a girare su quella ruota si sente un rumore fortissimo come se si stesse spaccando qualcosa. Alla fine dopo 3 ore e mezza delle 2 che dovevamo metterci arriviamo nel villaggio da cui parte il trekking.

Il villaggio si chiama ANTOETRA, ed è la comunita più grossa tra le comunita ZAFIMANIRY. E abbastanza desolante, la povertà qui e con la P. Maiuscola, bambini con vestiti laceri e sporchi ci corrono dietro, chiedendoci dei BON-BON ( dolci ), qui sono abbastanza abituati al turismo, perchè questo è l’unico villaggio visitato dal 99 x 100 dei turisti che pernottano nella città di AMBOSITRA, arrivano qui con i fuoristrada, un giro veloce tra le povere case di legno, e via, pochissimi vanno oltre.

Ci fermiamo a pranzare con il cibo che ci siamo portati dietro nella casa dei genitori della nostra guida, la capanna all’interno e più o meno divisa in 2 stanze, una fa da camera da letto, una specie di separè in vimini la separa x metà dal lato chiamiamolo ” giorno “. L’interno e buio, aggravato dal fumo spesso ed acre che si alza dal fuoco acceso sul pavimento di terra al centro della stanza. Questa gente costruisce le case senza pensare ad uno sfiato x il fumo verso l’alto, perchè? Perchè il fumo serve x affumicare le pannocchie di mais che sono appese sul soffitto, risultato? Tutti, nessuno escluso, adulti è bambini soffrono di malattie polmonari, anche gravi, la mortalità infantile qui e altissima, ogni giorno in questo paese muoiono una o due persone, quasi solo bambini, lo testimoniano i piccoli e numerosi cimiteri che troviamo lungo il cammino verso il villaggio in cui pernotteremo, 15-20 tombe al massimo,ogni tomba una stele di pietra, di varie lunghezze in base all’età del defunto, ebbene solo un paio, al massimo 3 sono di persone morte in età adulta, tutte le altre sono di bambini, o ragazzini.

All’interno della stanza tra noi, la guida, i genitori, fratelli, nipoti, cugini ed altri parenti assortiti, saremo almeno 15 persone, e tutto un tossire, oltre che x il fumo anche perchè come se non bastasse, dopo 2 settimane di relativo caldo, e arrivata da qualche giorno un’ondata di freddo che ha stremato le già deboli difese immunitarie di questo popolo gentile.

Non ce la faccio, o cercato di resistere, ma non riesco più a respirare, mi sento scoppiare gli occhi, sto lacrimando come una fontana, mi precipito fuori, spero di non sembrare scortese, ma ho bisogno di aria fresca.

Ci fermiamo circa un’ora, poi, zaino in spalla salutiamo tutti e partiamo, la guida ci raggiungerà più avanti, ci fa strada un suo cugino che sulle spalle porta il cibo è l’acqua x tutti, e in mano una borsa con una quindicina di baguette.

Abbiamo circa 4 ore di cammino da fare, e un continuo salire e scendere da colline su un sentiero stretto e ripidissimo, fa caldo, ma ogni tanto siamo colpiti da folate di vento freddo, sono in canottiera, e vero che camminando ci si scalda, ma pagherò a caro prezzo questa leggerezza.

Qui tocchiamo con mano il disastro ecologico che affligge questo paese, queste colline un tempo erano completamente ricoperte da foreste, ora non c’è altro che una bassa prateria secca, un pò di brughiera, è continuamente tratti di foresta superstite appena bruciata, tizzoni di tronchi che ancorano fumano, monito all’incapacità di questo popolo di capire che una volta che non ci saranno più foreste da bruciare, e le forti piogge avranno in pochi anni dilavato il terreno dalle sostanze fertili, saranno condannati alla fame, ed a vagare in cerca di terreni più fertili, cosa che già in parte sta iniziando ad avvenire, infatti i contadini ogni anno fanno qualche centinaio di metri in più x lavorare il loro pezzo di terra, infatti man mano che ci si avvicina ai loro villaggi, i campi hanno una resa minore.

Superiamo il crinale che ci separava dalla valle in cui si trova il villaggio che dobbiamo raggiungere, SAKAIVO. Ora dall’alto riusciamo a vederlo, giù in fondo alla valle, tutt’intorno risaie a terrazze scavate sui fianchi delle colline degradano verso il basso in tutte le tonalità del verde, il colpo d’occhio è bellissimo.

La discesa e ripidissima, a tratti complicata, in alcuni punti sconsigliata a chi soffre di vertigini. Arriviamo nel villaggio quasi al tramonto. La prima impressione è subito buona, le case sono simili a quelle del villaggio precedente, ANTOETRA, ma molto più ben tenute, la gente ci sorride, i bambini continuano a chiamarci da tutte le parti ” VAZà-VAZà “, poi ci salutano sorridendo.

Il villaggio ha un nucleo centrale su uno spiazzo di una collina, poi tutta una serie di case sia verso il basso che verso l’alto. Due donne nei loro tipici vestiti dell’altopiano, stanno pestando del riso in un mortaio, lo schiacciano alternando i colpi con un sincronismo perfetto, usando 2 lunghe sbarre di legno lucido, liscio, e molto pesante, che tengono con entrambe le mani, mi avvicino, è a gesti chiedo di provare, una delle 2 donne mi lascia il suo bastone, un pò stupita, inizio ha pestare nel mortaio alternandomi con la ragazza che mi sta di fronte, intorno a noi si è riunito mezzo villaggio, dopo pochi colpi si stanno tutti rotolando x terra dal ridere, commentano i mie movimenti con delle urla acute, è poi giù tutti a ridere a crepapelle, io provo a smettere, ma insistono nel farmi continuare, probabilmente era una vita che non si divertivano tanto, accentuo i mie movimenti e le espressioni del mio viso, è davvero inizio a preoccuparmi che a qualcuno possa venirmi un infarto, perchè mezzo paese si sta contorcendo su se stesso dal ridere. Alla fine stremato mi fermo, sono tutti grati e contenti x il diversivo dalla loro quotidianeità.

A cena siamo ospiti nella casa del capo villaggio, un signore anziano e sua moglie, che in pratica fà da sindaco, prete, amministratore della giustizia, è giudice della comunità in cui vivono all’incirca 600 persone.

Inizio ad avere qualche strano malore, come se avessi la febbre, credo che sia la reazione al freddo che ho preso arrivando qui, mangio solo x non offendere il padrone di casa, ma me ne andrei volentieri a dormire Dopo aver ascoltato come funziona la vita della comunità, è qualche giro di rum fatto in casa, si va tutti a dormire, non sono neanche le nove, ma il buio all’esterno delle capanne e totale, l’interno delle case e illuminato da candele, è piccolissime lampade ad olio.

La coppia francese dorme nella stanza in cui abbiamo mangiato, in questa stanza c’è il letto del capo villaggio e sua moglie, che hanno messo gentilmente ha nostra disposizione. Io invece vado a dormire in un altra casa, la casa della sorella del capo villaggio. La casa e stata costruita da poco, sa ancora di legno, il letto e grande, e sembra comodo, ma il problema è che ho sempre più freddo, ed il cibo mi si e bloccato sullo stomaco, vorrei vomitare, ma non riesco, non ho il sacco a pelo, solo il sacco lenzuolo, altro errore, tra febbre, sensazione di vomito, animaletti che mi sento correre sulla schiena, e sulle gambe, non riesco a dormire, passo tutta la notte a girarmi nel letto.

Finalmente alle 5 del mattino sotto una forte pioggia riesco a vomitare tutto, sono fradicio di pioggia, ma stò già meglio.

VENERDI 13-10-2006 Alle 8 dopo aver fatto colazione, ( gli altri ), io mi sono astenuto, iniziamo il nostro rientro, però attraverso un’altra strada, molto più lunga, che in oltre 6 ore ci RIporterà da dove siamo partiti ieri. Sono a pezzi, non ho dormito, non ho mangiato, ho la febbre.

La strada è in salita, le colline da superare si susseguono una dopo l’altra, ogni volta spero che sia l’ultima, e puntualmente mi sbaglio, alla fine dopo essermi trascinato x più di 6 ore come uno zombie disperato, finalmente arriviamo ad ANTOETRA, dove ci aspetta lo stesso taxi brousse scassato di ieri. Peccato che le mie condizioni non mi abbiano permesso di apprezzare il paesaggio, però mi è sembrato meno spettacolare di quello visto ieri.

Dopo oltre 2 ore di sobbalzi arriviamo ad AMBOSITRA, saluto i francesi, e la guida, riesco a prelevare presso un bancomat un pò di soldi, e vado in albergo, ho bisogno di una doccia come non mai. HO PIù SONNO CHE FAME, ma decido lo stesso di andare a mangiare qualche cosa nel solito ristorante, in fondo è più di un giorno che non mangio. Alle 9 sono a letto.

SABATO 14-10-2006 Bella dormita, mi sento decisamente meglio, vado a fare colazione, ed alle 8,30 con un pousse pousse vado alla stazione dei taxi brousse. Oggi giornata di trasferimento, devo andare al villaggio di RANOMAFANA, passando x FIANAR. Sono 210 km. Di strada asfaltata, ed anche se devo cambiare taxi brousse a FIANAR, non dovrei metterci tantissimo. Almeno era quello che pensavo.

In realtà, sarà una giornata terribile ed interminabile.

Alle 9 parto da AMBOSITRA, in 3 ore e mezza arrivo a FIANAR, fin qui tutto come da programma, trovo subito il mezzo x RANOMAFANA, e completamenta vuoto, sono il primo, è bisogna aspettare di riempirlo, va bè sono le 12,30, penso che per male che vada partirò alle 2, il viaggio fino a RANOMAFANA mi dicono dura circa 3 ore, quindi dovrei farcela a arrivare che è ancora chiaro.

Questo è quello che pensavo, arrivano le 2 ed ancora non si parte, le 2,30, le 3, le 3,30, sempre fermi, il fatto e, che essendo una linea secondaria, è che attraversa pochi centri abitati, e servita da pochissimi taxi brousse, è questi partono solo quando sono pieni all’inverosimile.

Sono le 4 e forse ci muoviamo, no, falsa partenza, il taxi è strapieno, ma si aspetta ancora, alla fine ce la facciamo a partire, mi sta ritornando la febbre, e sono schiacciato come una sardina, il pulmino ha 15 posti, noi dentro siamo in 24!!! Non contento l’autista si ferma davanti ad un enorme forno x il pane, x caricare 3 grossi sacchi pieni di baguette, altri 10 minuti.

usciamo dalla città, altra sosta x fare benzina, però le 2 pompe sono occupate da 2 tir che stanno facendo il pieno, altri 20 minuti di attesa, a questo punto sono così esasperato che giuro, se si ferma ancora una volta l’autista me lo mangio!!! No stavolta si parte sul serio, la minaccia telepatica deve essere arrivata.

sTO SEMPRE PIù MALE. PER fortuna arriviamo in 2 ore anzichè in 3, però e già buio, qui non esistono taxi, allora malgrado la stanchezza, e la febbre, mi carico i bagagli addosso e vado verso il primo albergo che vedo sulla strada, neanche il tempo di entrare che già mi dicono che è tutto completo, e di provare più avanti, dopo 5 minuti, che sembrano pochi, ma nelle condizioni in cui mi trovo, è carico come un mulo, sono eterni, arrivo ad un altro hotel posto sempre sulla strada.

Spero davvero che ci sia posto, perchè non vedo altri alberghi. Meno male, il posto c’è, e x quello che costa non è niente male. Sono già le 7. Non faccio neanche la doccia, scendo subito a cenare, la febbre è sempre più alta, mangio qualcosa che deve essere buono, ma x via del raffreddore non riesco a capire che gusto abbia. Mi infilo nel letto tremando come una foglia.

DOMENICA 15-10-2006 Mi sento un pò rincoglionito, x fortuna ho dormito bene, faccio colazione, e vado subito al villaggio a piedi, sperando di trovare un passaggio x il parco, che si trova circa 7 km. Più in alto. Un tipo a cui chiedo se c’è la possibilità di essere portati in macchina fino al parco ovviamente pagando, si sbatte un pò chiedendo in giro, alla fine ferma un fuoristrada che sta salendo, x 5 euro mi porta su, e un pò una rapina, ma non ci sono alternative, di farla a piedi non se ne parla nemmeno, nelle condizioni in cui mi trovo 7 km. In salita sarebbero da ko.

All’ingresso del parco trovo una guida che parla un pò di italiano, e una ragazza molto preparata, che ci tiene a fare bella figura con i clienti, e quindi si preoccupa di far vedere loro più animali è piante possibili.

In effetti vedo molti lemuri, di specie diverse, la foresta è abbastanza fitta è molto umida, anche perchè la notte precedente e piovuto.

Le 4 ore previste x il giro passano abbastanza velocemente, verso la fine del giro incontro una coppia di italiani, che stanno girando il paese in fuoristrada, sono simpatici, e mi fa piacere finalmente chiacchierare un pò nella mia lingua.

Decido che Per rientrare in paese, e quindi in albergo, userò il mezzo di locomozione più antico del mondo, le gambe, tanto è tutta in discesa, il paesaggio e davvero bello, e quindi l’oretta che dura la camminata non mi pesa x niente. Pranzo sempre senza capire che cosa sto mangiando, leggo un pò, alle 7 ceno, è mi accorgo di avere pochi soldi malgasci, purtroppo la padrona dell’hotel mi dice che non accetta gli euro come pagamento, quindi si propone un autista di fuoristrada che si trova li con dei clienti stranieri, di cambiarmi 50 euro, ad un tasso decisamente svantaggioso, ma a me serve cambiare, e quindi devo accettare.

LUNEDI 16-10-2006 Alle 7 del mattino sono già davanti all’hotel aspettando il taxi brousse x FIANAR, alle 7,30 puntuale arriva, salgo su e mi siedo di fianco ad una ragazza, questa, dopo un pò mi dice che va all’università a fianar, ed inizia con un fuoco di fila di domande; perchè sono venuto in madagascar? Cosa mi è piaciuto di più? Perchè porto i capelli lunghi e l’orecchino? perchè non ho figli, e non sono sposato? Così a raffica, la tollero solo perchè e carina, ed anche tutto sommato simpatica.

Dopo 2 ore e mezza di interrogatorio sono a FIANAR. Trovo una stanza nel secondo albergo in cui chiedo, però la stanza non mi soddisfa x niente, sono ancora traumatizzato dal letto con le pulci del villaggio Zafymaniry. Lascio i bagagli in stanza, e mi metto a cercare qualcosa di meglio. Vado in 3 hotel che sembrano discreti, ma sono tutti occupati. Provo con un albergo a cui la mia LONELY PLANET da un giudizio positivo, anche se ne parla come di una struttura un pò kitch, x fortuna il posto c’è, la stanza e davvero enorme, ed anche molto bella, ha perfino un terrazzino.

L’albergo si chiama SOAFIA, e enorme, più di 600 stanze, un ristorante immenso, sala da the, piscina bellissima, addirittura un casinò, è un nigth. Ritorno nell’albergo in cui ho lasciato gli zaini, invento una scusa e chiedo quanto fà x il disturbo, sono intenzionato anche a pagare il costo totale della stanza, ma il proprietario dice che va bene così, non c’è niente da pagare.

pASSO IL POMERIGGIO FACENDO COSE CHE ERA DA UN Pò CHE VOLEVO FARLE, tipo spedire le cartoline, cosa che ho fatto dalla posta centrale, telefonare in ITALIA, fatto dalla telecom locale ( praticamente ti vendono una scheda x telefonare da una qualsiasi cabina ), è cambiare i soldi in banca.

Alla sera ceno in hotel. Si mangia magnificamente, stasera dopo tanto mi addormenterò guardando in tele un film americano doppiato in francese, infatti mi addormento subito.

MARTEDI 17-11-2006 Mi alzo molto più rinfrancato di come stavo quando sono andato a dormire. Colazione, e con un taxi vado alla stazione dei taxi brousse. Oggi voglio visitare il paese di AMBALAVO, che si trova a meno di 2 ore da FIANAR. Trovo un pulmino che parte quasi subito, il paesaggio tutt’intorno e davvero bello, dopo un’ora e mezza arriviamo nel paese, l’intenzione e quella di fare un giro x il paese, e poi di visitare la fabbrica della carta di ANTAIMORO. Il paese e davvero carino, insieme ad AMBOSITRA, e la città più bella che ho visto fino ad ora.

In questa zona vive la tribù dei BETSILEO, mi da l’impressione di essere in una cittadina del sud degli stati uniti, tipo ALABAMA, o MISSISSIPI, durante gli anni 40 o 50. Le case sono di mattoni colorati, prevalentemente di rosso scuro, ed hanno le forme più strane, lungo la via principale si incontrano continuamente dei piccoli bar, dove davanti all’ingresso sulla strada vi sono sempre diverse donne sedute intente a chiacchierare, generalmente in questi posti si beve del rum distillato nel retro del locale, dove poi viene messo ad aromatizzarsi all’interno di bottiglioni pieni x un terzo della frutta più varia.

L’atmosfera è più caraibica che africana, e da un senso di rilassatezza. Pranzo in un ristorante all’interno della cartiera, però visto che la cartiera riapre alle 3, decido che posso anche fare a meno di visitarla, vedere la cittadina mi e bastato pienamente.

Alle 3 salgo su una vecchia auto scassata risalente agli anni 60, che funge da taxi da, è x FIANAR, benchè sia malconcio ed anche strapieno ( siamo in 7 all’interno ), in un’ora e mezza siamo a FIANAR. Rientro al mio albergo che mi e un poco ritornata la febbre, colpa anche di tutta l’aria che ho preso durante il viaggio di ritorno, visto che il finestrino di fianco a me era rotto.

Compro qualche bel regalino nel negozio di artigianato che si trova all’interno dell’albergo, mangio e vado a nanna, non sono neanche le 9.

MERCOLEDI 18-10-2006 Alle 5 sono già in piedi, devo trovarmi davanti alla posta centrale x le 7 infatti quasi tutti i giorni dalla posta parte un pulmino postale che trasporta pacchi, lettere, è anche persone verso TULEAR, il costo e conveniente, ed il servizio un pò più rapido.

Alle 7,40 partiamo, mi aspettano dalle 5 alle 6 ore di viaggio. Alla partenza siamo solo in 4, ma già prima di uscire dalla città, il pulmino e quasi al completo. Non sono stretto, solo che la posizione che mi sono scelto non è tra le più comode, il paesaggio e bello, ma io non me lo sto godendo molto, ho caldo, ma ho anche fastidio x l’aria che mi arriva direttamente in faccia da tutti i finestrini che chissa perchè in madagascar devono sempre essere tutti rigorosamente aperti, e non è che l’oro non abbiano freddo, anzi, solo che qui si usa così.

Continuo ad avere un pò di febbre, e sono sempre più scomodo. Comunque alle 13 arrivo a RHANOIRA, punto in cui devo scendere. Durata del viaggio, poco meno di 5 ore. Mi faccio l’asciare nella piazzetta del paese, in realtà non è una piazza, ma una larga curva sulla strada, in quel punto si trova anche l’albergo L’ORCHIDEA DELL’ISALO, la mia guida dice che è uno degli alberghi più frequentati di RHANOIRA, temo che non troverò posto, ed io sono a pezzi, e stracarico di bagagli.

Invece il posto c’è, ed anche ad un prezzo ragionevole. Faccio una doccia ed esco x cercare di organizzare x domani un’escursione nel parco dell’ISALO.Parlando con una delle guide del parco all’interno del centro visitatori dell’ISALO, vengo a sapere che La possibilità dell’escursione ci sarebbe anche, il problema è che essendo da solo mi verrebbe a costare troppo, chiedo alla guida di vedere se riesce a trovare qualcun’altro x dividere le spese, altrimenti sono costretto a dover lasciar perdere, e mi spiacerebbe non poco visto che sono venuto fin qui x questo.

Ci diamo appuntamento x le 5 all’albergo. Mentre sono seduto ad un tavolino davanti all’hotel a bermi un caffè aspettando risposte, arriva la guida dicendomi che avrebbe trovato un’altra persona x l’escursione, x me va bene, si dimezzerebbe la spesa, la persona in questione e una ragazza francese, che nel frattempo e sopraggiunta, rettifico è una bella ragazza francese, molto alla mano, non parla italiano ma lo capisce, si chiama ELENOIRE, ci intendiamo subito x quanto riguarda le modalità dell’escursione. Sono invitato da lei al bar di un albergo che c’è di fronte al mio, x bere qualcosa insieme ad una persona che conosce, e che si trova già la, questo e un italiano un pò bizzarro, con un’età di 50-55 anni, e di roma, faceva il maestro di sci, ed ora gestisce un bred ed brekfast a ROCCARASO in abbruzzo. E un tipo davvero originale, da l’impressione di essere perennemente fumato, però devo dire che e simpatico, si chiama SEBASTIANO, ed ha appena fatto l’escursione che dobbiamo fare noi domani, ci consiglia di prendere la sua guida, che ai suoi occhi si è rivelato bravo, e preparato. la guida in questione si chiama ” MAC GYVER ” esattamente come la serie televisiva, parla un pò di italiano, e mi sembra un tipo un pò alternativo, comunque una guida vale l’altra, questa perlomeno è simpatica e quindi va benissimo.

Nel frattempo a noi 3, si sono aggiunti 2 ragazzi svizzeri di LOSANNA, che stanno girando il paese in macchina, è che domani faranno la stessa escursione, decidiamo di aggregarci in un unico gruppo, così io ed ELENOIRE risparmieremo anche i soldi dell’affitto della macchina, che è indispensabile, ma che avendola già gli svizzeri ci verrebbe risparmiata la spesa. Ceniamo tutti insieme, e poi visto che inizia a far freddo e siamo tutti un pò stanchi andiamo a dormire.

GIOVEDI 19-10-2006 Sveglia alle 6, l’appuntamento con MC GYVER E ALLE 7,30. DOPO AVER FATTO COLAZIONE SCOPRIAMO CHE NON POSSIAMO FARE L’ESCURSIONE CON I 2 RAGAZZI SVIZZERI, x 2 motivi, il primo è che con noi 2, la guida, loro 2, e il loro autista saremmo in 6, è visto che in realtà la strada e una pista accidentata, il loro autista si rifiuta categoricamente di portare 6 persone, avendo egli la responsabilità della macchina, il secondo motivo è che gli svizzeri visitando il parco x 2 giorni hanno un itinerario diverso dal nostro. Morale, ci prendiamo io ed ELENOIRE una macchina tutta x noi e c’è ne andiamo a visitare il parco x i fatti nostri.

Iniziamo visitando un piccolo canyon, chiamato il canyon dei MAKI, che è una specie di lemure che vive in questa zona, e un piccolo canyon ma davvero bello. Poi con la macchina ci spostiamo da un’altra parte del parco, dove inizia la camminata vera e propria, andiamo verso la famosa PISCINA NATURALE, piccola, ma davvero un gioiello, una conca nel terreno tra le roccie, grande non più di 100 metri quadrati colma di un’acqua limpidissima di colore smeraldo. Purtroppo non posso fare il bagno perchè sono senza costume, avendolo buttato via insieme a tutta la roba che avevo addosso durante la sosta notturna nel letto infestato dalle pulci nel villaggio degli ZAFYMANIRY.

Questo parco e davvero molto bello, mi piacerebbe fare un trekking di più giorni, x visitarlo meglio, ma il problema è formare un gruppo minimo di persone interessate. Questo è il lato negativo del viaggiare da soli. Camminare mi rinfranca, man mano che cammino sto sempre meglio, ELEONOIRE invece, al contrario non sta molto bene, a un brutto raffreddore, è qualche linea di febbre, camminare e x lei una sofferenza, comunque anche se con molte soste, riesce a fare tutto il percorso.

Dopo aver visitato altre pozze naturali, ed un paio di cascate, e aver ridisceso l’altipiano dell’ISALO da un altro versante, e risalito x un lungo tratto il letto di un torrente, rientriamo all’hotel, sono le 5 del pomeriggio, siamo stanchi, ma pienamente soddisfatti di quello che abbiamo visto e fatto.

Paghiamo MC GYVER, e passiamo un’oretta io ed Eleonoire chiacchierando, e bevendo un caffè seduti ad un tavolino all’esterno dell’hotel, e una piacevole chiacchierona, parla in maniera molto veloce, dimenticando che il mio francese e limitato.

Alle 20 ceniamo, anche qui si mangia molto bene, chiacchieriamo un pò, ma siamo entrambi stanchissimi, e quindi andiamo subito a dormire, anche perchè abbiamo deciso di trovarci alle 5 del mattino x fermare i primi taxi brousse che passano da RHANOIRA in direzione sud, verso TULEAR.

VENERDI 20-10-2006 Incredibilmente non mi suona la sveglia, mi alzo alle 5,15, in 5 minuti mi alzo, mi vesto, sistemo gli zaini, ed esco, Eleonoire è addirittura più in ritardo di me, arriva alle 5 e mezza, nel frattempo sono passati 2 taxi brousse direzione TULEAR, tutti e 2 al completo, nell’ora che segue ne passeranno altri 4, tutti pieni.

Quando iniziamo a disperare di trovare un posto, ne arriva uno che x nostra fortuna ha 2 posti liberi, il prezzo e da rapina, ma non ci sono alternative, 20,000 ariary ( 8 euro ), quando da FIANAR a RHANOIRA, più tempo, è più km. Ne ho spesi 4 di euro. Va bè, siamo in una situazione in cui non possiamo replicare.

Dopo 4 ore di viaggio siamo a TULEAR, qui mi separo da ELEONOIRE, perchè lei va ad IFATY, che sta a nord, io andrò ad ANAKAO, che sta a sud di Tulear. Con un pousse-pousse vado verso il porto, dove si trova l’ufficio della SAFARI VEZO, l’albergo di ANAKAO in cui mi fermerò 4 notti. Dopo aver prenotato mi dirigo alla COMPAGNIE DU SUD, l’agenzia che si occupa del trasporto tra TULEAR ed ANAKAO, che si trova circa 40 km. Più a sud.

ANAKAO ha la particolarità che pur non essendo un isola, si può raggiungere solo via mare, non essendoci strade che la collegano col resto del mondo. Facciamo il primo pezzo di 22 km. In pulmino, arrivati nella baia di San Augustin, finisce la strada, e ci trasferiamo tutti su un barcone a motore, con cui copriamo i 5 km. Di mare fino all’inizio delle spiagge di ANAKAO, qui altro transfer su un fuoristrada, che su una pista di sabbia dopo 10 km. Mi porta al mio albergo, il SAFARI VEZO.

L’albergo e un insieme di boungalow costruiti lungo la spiaggia subito dopo il VILLAGGIO di ANAKAO, il mio boungalow e semplice, ma molto accogliente, c’è la doccia all’interno, ma x farla bisogna adoperare 2 secchi d’acqua che sono già pronti sul pavimento. Decisamente questo posto mi piace. Alla sera ceno nel ristorante dell’albergo che da proprio sul mare, il cibo e buono, anche se un pò caro. Sono molto stanco, alle 9 sono a letto, mi addormento col rumore delle onde che si infrangono a riva, a meno di 10 metri dal mio boungalow.

SABATO 21-10-2006 Giornata dedicata alla scoperta della zona in cui mi trovo. Il tempo e splendido, fa caldo, ma non in maniera eccessiva, dal mio boungalow sia a destra che a sinistra chilometri di spiaggia bianca, il mare ha tutte le tonalità del verde, a circa 3 km. Al largo le onde si infrangono sulla barriera corallina, di fronte alla spiaggia a circa 4 km. L’isola parco di NOSY VE, che decido che andrò a visitare domani.

Mi incammino alla mia sinistra, verso il villaggio, che si trova a 100 metri dal mio albergo. Sulla spiaggia vi sono tantissime piroghe multicolori con un bilanciere su un solo lato. Una moltitudine di bambini quasi tutti nudi, giocano sulla spiaggia, chi da solo, chi in coppia, molti fanno giochi di gruppo.

Al mio passaggio tutti mi chiamano VAZA-VAZA, al mio saluto di risposta mi chiedono come mi chiamo, io decido di prenderli un pò in giro, e dico di chiamarmi VAN DAMME, che qui è molto conosciuto, e apprezzato, a quel punto strabuzzano gli occhi, e mi guardano in rispettoso silenzio, dopo un pò li vedo commentare l’accaduto ancora con lo stupore negli occhi. E io me la rido da morire.

Un adulto si fa avanti chiedendomi se voglio mangiare l’aragosta a mezzogiorno, gli chiedo quanto costa, 4 euro, accetto, ci mettiamo daccordo che passerò verso l’una.

Dopo il villaggio, che comunque e molto piccolo, sulla spiaggia si susseguono ancora 3 serie di boungalow, x altrettanti alberghi. Cammino fino ad un piccolo promontorio dove si trova un piccolo cimitero VEZO, i vezo sono la tribù che vive in questa zona. Dietro la curva del promontorio ancora km. Di spiaggia all’infinito, senza neanche una persona.

Torno al villaggio, è vedo il tipo che mi ha proposto l’aragosta che mi sta aspettando, si chiama RONALDO, qui hanno tutti nomi originali, è tra le altre cose accompagna i turisti sull’isola di NOSY VE con la sua piroga, quindi ci mettiamo d’accordo x andarci domani mattina.

L’aragosta vado a mangiarla a casa sua, a cucinarla e sua moglie, dopo avermi chiesto cosa voglio bere, manda una delle sue figlie a comprarmi una coca. L’aragosta e così grande che a momenti non ci sta nel piatto, e squisita, ed è accompagnata da un piatto di riso, e da un altro piatto in cui si trova un soffritto di pomodoro e cipolla che è la fine del mondo. Finisco, e me ne vado soddisfatto.

Ora fa davvero caldo, passo le ore più calde del pomeriggio standomene nel bar dell’albergo che domina il mare, bevendo una birra fresca mentre leggo un libro, è scrivendo questo diario.

Verso le 5 penso che sia ora di sgranchirmi le gambe, vado a camminare sulla spiaggia nell’altra direzione rispetto a stamattina. Anche da questo lato ci sono 3-4 serie di boungalow x altrettanti alberghi, la spiaggia e semideserta, il vento ora e forte, tutti i giorni dopo mezzogiorno qui si alza un vento forte da sud che si calma solo la sera dopo le 10.

Arrivo all’altezza di un albergo e vedo una coppia che mi sembra di conoscere, ma si! e una coppia di italiani in viaggio di nozze che avevo incontrato nel parco dell’ISALO, a RHANOIRA. Sono appena arrivati dopo un viaggio a dir poco allucinante, scaricati a 10 km. Da qui, hanno dovuto farsela a piedi camminando sulla sabbia con gli zaini in spalla a causa di un equivoco.

Chiacchieriamo un pò, decidiamo di cenare insieme in un ristoranre malgascio che si trova appena inizia il paese, dove si dice che si mangia bene. Una bella doccia con i secchi, bellissimo e rilassante, ed alle 7,30 mi trovo con LIBERA, E ALBINO, x cenare.

Il locale è essenziale, 5 tavoli, il pavimento in cemento, ma con una vista sulla spiaggia, e quindi sul mare davvero notevole, si chiama CHEZ EMILE. Ordiniamo del pesce, non riusciamo a capire che tipo di pesce sia, ma dev’essere enorme perchè a noi hanno portato solo un trancio che soddisfa in quantità tutti e 3. Comunque ha un gusto favoloso.

Parliamo delle nostre impressioni di questo paese, ma verso le 9 crolliamo tutti dal sonno, e andiamo a dormire, altri orari, altri ritmi.

DOMENICA 22-10-2006 Alle 6 sono già in piedi. Certo in italia dovrò faticare non poco x riprendere i miei ritmi pre vacanza. Vado a fare colazione da CHEZ EMILE, anche perchè in albergo da me la stessa colazione costa il doppio. Arrivano anche LIBERA ed ALBINO, facciamo colazione insieme, poi io vado da RONALDO x l’uscita in piroga, e già li che sta montando la vela alla piroga, composta da un numero imprecisato di sacchi x il riso cuciti insieme, mi accompagnerà suo fratello.

All’andata dobbiamo pagaiare, perchè siamo contro vento, l’isola sembra vicina, in realtà dobbiamo pagaiare x un’ora, un centinaio di metri prima dell’isola, appena sopra la barriera corallina ci fermiamo x fare un pò di snorkeling, e bellissimo, pesci multicolori sguizzano tra i coralli, sembra di nuotare in un acquario, veramente vale la pena fare questa escursione, anche se io essendo poco pratico con la maschera e il boccaglio, ogni tanto rischio di ingoiare dell’acqua.

L’isola e più grande di quello che sembra guardandola dalla spiaggia di ANAKAO, dalla spiaggia si estende in lunghezza x qualche centinaia di metri, essendo un luogo protetto bisogna pagare una piccola cifra x poterla visitare, l’interno con una bella vegetazione cespugliosa, è alcuni bassi alberi, e popolata da colonie di gabbiani.

Ci metto un’ora x girare l’isola lungo la sua circonferenza, camminando su spiagge bianchissime, e immacolate, davvero ci si sente dei ROBINSON CRUSOE. Alle 11 ritorniamo, questa volta abbiamo il vento a favore, non dobbiamo pagaiare, anzi, sembra di volare sull’acqua, infatti in meno di mezz’ora siamo arrivati.

Vado a pranzare sempre da CHEZ EMILE, voglio evitare di mangiare sempre pesce, visto che a cena mangeremo l’aragosta, allora provo gli spaghetti, poco convinto, invece ho scelto bene, perchè mi porta un piattone di spaghetti cotti al dente, con un soffritto di pomodori e cipolle da leccarsi i baffi.

A quest’ora dopo pranzo fa sempre molto caldo, e quindi come ieri passo il pomeriggio bevendo una birra nel bar del mio albergo, è guardando il mare, è il suo via vai di piroghe. Non c’è molto da fare qui, se si esclude lunghissime passeggiate sulla spiaggia, ma e inpagabile il senso di pace, e di rilassatezza che si prova in questo luogo, mi ripaga un pò da un vago senso di insoddisfazione e noia che mi sta dando questo paese, e quindi questa vacanza.

Con LIBERA ed ALBINO ceniamo di nuovo da CHEZ EMILE, oramai siamo di casa qui, con la famiglia del proprietario accenniamo anche qualche parola in italiano.

Stasera aragosta, ci portano 3 aragoste enormi, buonissime, accompagnate da patate fritte, o cotte al vapore. Totale della cena compreso il bere, meno di 5 euro. Con i ragazzi italiani mi do appuntamento x domani a colazione, x salutarci, visto che partiranno x TULEAR in mattinata.

LUNEDI 23-10-2006 Come daccordo alle 7 facciamo colazione insieme, poi ci salutiamo, dopo aver visitato l’isola di NOSY VE partiranno in piroga x TULEAR, domani hanno l’aereo x FORT DAUPHIN. Mi ha fatto davvero piacere conoscerli, sono ragazzi simpatici, è davvero di compagnia, una delle cose belle che ti da il viaggiare x conto proprio, e non con un gruppo organizzato è anche questo, cioè che se conosci qualcuno, e ti trovi bene ti aggreghi, fai gruppo, altrimenti tiri dritto.

Oggi giornata di completo cazzeggio, non ho niente di particolare da fare, se non passare il tempo. Faccio una lunghissima passeggiata sulla spiaggia, x quasi 4 ore, tra andata e ritorno cammino sulla spiaggia completamente deserta, avrò incrociato si e no 5 persone, il vento leggero non fa sentire il caldo, il mare va dal verde, al turchese, all’azzurro, al blu più profondo, leggere piroghe con la vela transitano veloci sulle onde, appena alcune di queste mi incrociano i piroghieri alzano il braccio in segno di saluto.

Questo posto, nella generale povertà di tutto il madagascar, mi sembra un isola felice, non che qui siano più ricchi, tutt’altro, ma mi sembra che la gente qui sia più serena, i bambini giocano tutti sulla spiaggia, nessuno escluso, a parte qualche bimbo che cerca di vendere bellissime conchiglie ai turisti, ma quasi sotto forma di gioco, x il resto non ho visto bambini che lavorano come in tanti altri posti, l’alimentazione è migliore, avendo a disposizione tutti i giorni del pesce frescho, più frutta e verdura che coltivano su terreni non distanti dalle spiagge, il turismo qui pur non essendo certamente un turismo di massa, contribuisce non poco a migliorare la condizione economica degli abitanti di ANAKAO, tutto questo favorisce un atmosfera più rilassata.

Alle 13 vado a pranzo da…CHEZ EMILE, e dove se no. I 5 tavoli sono pieni, qui appena si sparge la voce tra i nuovi turisti che arrivano, che in questo posto si mangia bene, spendendo poco, li vedi arrivare anche dai boungalow più lontani, alcuni si fanno anche 30 minuti a piedi x venire a mangiare qui.

Oggi riprovo con gli spaghetti, il cuoco stavolta si e superato, al soffritto di pomodoro fresco e cipolla, ci ha aggiunto del formaggio, ed una verdurina che non conosco, favolosi, giuro, credo che sia uno dei piatti di spaghetti più buoni che abbia mangiato in vita mia, un piatto semplicissimo ma cucinato come si deve. Passo il resto della giornata cazzeggiando tra il bar, un’altra passeggiata sulla spiaggia, un libro, e un aperitivo. Per poi cenare, stavolta nel ristorante del mio albergo, con un altra coppia di italiani che stanno qui.

MARTEDI 24-10-2006 Oggi si parte x tornare a TULEAR. Alle 7 arriva il motoscafo della COMPAGNIE DU SUD, che fa il giro di tutti gli hotel x prendere i turisti che tornano a TULEAR, in tutto siamo una decina, circa un’ora di barca fino a SAINT AUGUSTIN, e poi si aspetta il pulmino che arriva da TULEAR, con un altro carico di turisti che vanno nella direzione inversa, ossia verso ANAKAO.

Dopo 15 minuti arriva, scarica un pò di gente, e tra questi chi c’è? ELEONOR! Dopo 3 giorni di immersioni ad IFATY, ( 3 ore a nord di TULEAR ), a deciso di venire a passare gli ultimi 3 giorni di vacanza ad ANAKAO, ci salutiamo calorosamente, ripromettendoci di mantenere i contatti via INTERNET.

Un’ora dopo sono a TULEAR. La città e molto calda, pur essendo sul mare risente meno degli effetti del vento, a prima vista mi sembra un pò, ma solo un pò, meno caotica delle altre città, comunque anche qui come in tutte le altre città non c’è molto da vedere, è da fare.

Ritorno nella sede della SAFARI VEZO x recuperare la borsa con i miei souvenir che avevo lasciato in deposito all’andata, dopo di che, con un taxi vado in un albergo di cui la mia guida parla come di un buon posto, l’albergo si chiama CHEZ ALAIN. L’albergo in effetti x quello che costa ( 12 euro il boungalow matrimoniale ) non è male. Sistemata la stanza, con un pousse-pousse mi faccio portare verso la zona del mercato, dove mi hanno detto che si trova un emporio gestito da mussulmani la SOCIMAD, che tra le altre cose funziona anche da casa di cambio, ad un tasso migliore che quello effettuato dalle banche.

In effetti e così, cambio 200 euro al tasso migliore che ho trovato fino ad adesso qui in MADAGASCAR. Col senno di poi forse era meglio cambiare qual’cosa in più, visto che con quello che ho cambiato non arrivo alla fine della vacanza. Pranzo in un bel ristorante di fronte alla posta centrale, la MAISON, dove avevo già mangiato prima di andare ad ANAKAO, il proprietario e un francese, la cucina e buona, ( io ho preso una pizza niente male ), è le ragazze che lavorano all’interno sono simpatiche e carine.

Dopo pranzo vado alla posta x informarmi x il trasporto a FIANAR col loro pulmino postale, sono fortunato il pulmino parte domattina alle 7, faccio il biglietto e spedisco alcune cartoline. Ritorno a piedi in albergo sotto un sole cocente, ma mi và di camminare, una costante di questa vacanza e di stare troppo seduto, seduto sul taxi brousse, seduto su una piroga, seduto su un pousse pousse, seduto troppo a tavola.

Alla reception dell’albergo ho la sorpresa di trovare un messaggio x me, e di LIBERA ED ALBINO, che dice che ripasseranno alle 17, contento ma anche sorpreso vado nei dintorni dell’albergo a fare delle commissioni. Alle 4 torno all’hotel e trovo LIBERA al bancone che mi sta scrivendo un altro messaggio, nel frattempo arriva anche ALBINO, che avendo problemi di dissenteria e dovuto correre al bagno. In pratica mi spiegano che l’impiegata della AIR MADAGASCAR di FIANAR gli a combinato un casino al momento di un cambio data del volo TULEAR- FORT DAUFHINE, e quindi se volevano partire, il volo gli sarebbe venuto a costare quasi il triplo, quindi hanno deciso di cambiare il programma, non più FORT-DAUFHINE, ma FIANAR, x andare poi in treno a MANAKARA, quindi hanno telefonato alla SAFARI-VEZO x sapere se ero ancora li, ed il titolare si ricordava di avermi sentito dire al tassista di portarmi da CHEZ ALAIN.

Andiamo insieme alla posta x fare anche loro il biglietto x domani, fatto tutto ci beviamo qualcosa alla MAISON, alle 6 ci lasciamo, qui a TULEAR loro sono ospiti presso dei conoscenti, praticamente essendo loro dei testimoni di GEOVA, a quanto ho capito quando i credenti di questa fede sono in viaggio in giro x il mondo, vengono a volte ospitati presso famiglie locali di altri testimoni di GEOVA, tutto questo tramite INTERNET. Niente male come sistema quello di avere molte persone a cui appoggiarsi in qualsiasi parte del mondo. Un punto a loro favore.

L’appuntamento e x domattina alle 7, davanti alla posta. Stasera provo la cucina del mio albergo che è abbastanza rinomata, anche tra i malgasci, ovviamente parlo di malgasci benestanti, che x quanto x noi occidentali 6 euro per una cena siano uno scherzo, x la stragrande maggioranza dei malgasci, diciamo il 90 x 100, e una cifra assolutamente inpensabile, con gli stessi soldi comprano da mangiare nei mercati x un intera settimana. Comunque il ristorante e rinomato a ragione, visto che si mangia molto bene.

MERCOLEDI-25-10-2006 Oggi mi aspetta il viaggio in taxi brousse in assoluto più lungo tra quelli gia fatti, è quelli che farò, all’incirca 10 ore. Dalle spiagge del sud ovest, di nuovo sugli altipiani centrali, circa 500 km. In italia ci avremmo messo meno di 5 ore, ma considerando le strade di qui ( questa che faremo oggi è comunque tutta asfaltata), le soste comprensibili, è quelle ( la maggioranza ) incomprensibili, la media di viaggio e di 50 km. Orari, un ciclista allenato ci metterebbe poco di più.

Con un pousse pousse alle 7 puntuale sono davanti alla posta, c’è già il pulmino, i ragazzi ancora no, carico i bagagli, e aspetto, passa il tempo e ancora non si vedono, alle 7,30 l’ora della partenza non ci sono ancora, deve esserci un motivo importante che gli impedisce di partire, anche perchè i biglietti li hanno comprati in anticipo. Lascio ad un impiegato della posta un messaggio x loro, nel caso dovessero passare più tardi, specificando eventualmente in quale albergo di FIANAR penso di alloggiare, semmai dovessero prendere un taxi brousse che parte più tardi.

Alle 7,40 partiamo, mi spiace che non ci siano, e probabile che i problemi fisici di lui siano peggiorati nella notte, e non se la sia sentita di affrontare 10 ore di taxi brousse. Il viaggio e lungo ed estenuante, rifaccio in senso inverso la strada che avevo fatto x venire giù, solo che in quel caso l’avevo fatta in 2 tranche. Anche se sono seduto relativamente ( molto relativamente ) comodo, arrivo a FIANAR dopo 10 ore con i glutei piatti, e qualche scricchiolio preoccupante delle articolazioni delle ginocchia.

Sono indeciso se tornare al SOAFIA, l’albergo migliore da me provato, o provare un altro albergo un pò più vicino, dove a suo tempo non avevo trovato posto, il COTSOYANNIS. Decido x quest’ultimo, è comunque di media categoria come il SOAFIA, quindi dovrei trovarmi bene. SBAGLIAVO!! L’albergo costa solo 2 euro meno del SOAFIA, ma non c’è paragone, tutta un altra categoria, pulito è pulito, ma la stanza e anonima, ma la cosa più negativa è che trovandosi le stanze su una corte a ringhiera che da su uno splendido giardino dove gli ospiti dell’albergo si ritrovano prima è dopo cena x chiacchierare, se si vuole andare a dormire presto, come me, che un pò x la stanchezza del viaggio, un pò perchè domani ho la sveglia alle 5 x la partenza del treno x MANAKARA, e praticamente impossibile, si sente tutto come se parlassero nella stanza, x via della comformazione acustica delle pareti del giardino.

Io poi ho la sfortuna di essere arrivato nello stesso giorno in cui è arrivata una comitiva di una ventina di turisti toscani, che anche se un pò anziani, sono chiassosi come degli ultras.

Fanno casino fino quasi a mezzanotte, che come oramai si e capito qui e notte fonda. Ed io ho perso il sonno. Me la prendo con me stesso x aver scelto questo albergo.

GIOVEDI 26-10-2006 Alle 5 semistordito x la nottataccia mi alzo, pago l’albergo, ed a piedi mi reco alla stazione, visto che si trova a non più di 5 minuti dall’albergo. Sono le 6, e c’è già una bella coda alla biglietteria, tutti malgasci, a parte un paio di turisti, piano piano riesco ad arrivare al gabbiotto del bigliettaio, le classi sono prima e seconda, prendo un biglietto di prima classe solo x il fatto che i sedili sono più larghi, viaggiare con i taxi brousse mi ha creato un rifiuto totale allo stare stretto.

Comunque il biglietto costa solo 7 euro e mezzo, x circa 8 ore di viaggio fino a MANAKARA. IL FATTO CHE SIA UNA PRIMA CLASSE NON DEVE INGANNARE, QUI COME X IL RESTO DEL PAESE E TUTTO RELATIVO. Praticamente quasi tutti i sedili sono riservati, e questa è una peccha della LONELY PLANET, la mia guida, perchè dice che non è possibile prenotare in anticipo i posti, evidentemente va aggiornata. Fortuna che due o tre posti liberi ci sono ancora.

Su tutto il vagone saremo una cinquantina di turisti, la stragrande maggioranza francesi. Ora, quello del treno FIANAR- MANAKARA e considerato un ” MUST”, cioè una tra le cose assolutamente da fare durante un viaggio in Madagascar. Speriamo sia così perchè fino ad ora la noia sta imperversando.

Questa è l’unica linea ferroviaria funzionante di tutto il paese, e collega gli altipiani centrali, con la costa ovest sull’oceano indiano, sono circa 200 km. Con una dozzina di piccole stazioni lungo la linea, i treni ci sono 5 giorni la settimana in un senso, e 5 nell’altro, più o meno alternati, e molto utilizzata dalla gente locale perchè passa x paesi non serviti dalla strada, che fa un giro molto più ampio rispetto alla linea più diretta del treno, ed infatti in taxi brousse sono necessarie un paio d’ore in più.

Alle 7 puntualissimi si parte, fuori c’è un pò di foschia, però non fa freddo, io comunque a scanso di equivoci memore del clima pazzo che c’è quaggiù, sono ben coperto. La velocità e molto bassa, al massimo 40 km. Orari, questo permette di vedere il paesaggio con tutta calma. Ogni tanto un piccolo paesino lungo la linea, il treno si ferma, e una moltitudine di donne e bambini con delle ceste sulla testa piene di roba da mangiare corrono lungo i vagoni, cercando di convincere i passeggeri a comprare qualcosa, mazzi di banane del peso superiore al kilo, x meno di 10 centesimi di euro, frittelle di riso, banane fritte ( dolcissime ), gamberoni di fiume ancora vivi, gamberetti cotti, involtini di carne alla brace, o fritti, galline e papere vive e legate x le zampe passano velocemente di mano tra il venditore e l’aquirente, che evidentemente risparmia molto rispetto a quello che potrebbe spendere in città,ci sono anche molti bambini che non vendono nulla, ma con una certa insistenza ( non vista in altri posti ) stando sotto i finestrini chiedono qualcosa, soldi o regali in genere. Alle volte la tentazione di dare qualche spicciolo a qualche bambino che lo chiede e grande, ma non c’è niente di più sbagliato, perchè questo li abituerebbe a chiedere del denaro a tutti gli stranieri con le conseguenze facilmente immaginabili, molto meglio se possibile, regalare penne, o quaderni, decisamente più utili, quindi x chi dovesse venire qui, ricordarsi di fare una bella scorta di penne e quaderni, di quelli che costano pochissimo anche da noi, oppure di comprarli a TANA, o nelle città più grandi, saranno accettate con gioia da tutti i bambini a cui li darete. Io personalmente qualche banconota la davo solo a quei vecchietti che vivevano di elemosina, loro si che ne avevano bisogno, in un paese in cui non esiste stato sociale, per quei vecchi ( pochi x la verità ) che non hanno nessuno l’elemosina è l’unica maniera x poter vivere.

Il paesaggio effettivamente non e male, colline coltivate a caffè, e banane, si susseguono ad immancabili risaie a terrazze, qualche collina ancora coperta da foresta vergine resiste, ancora x quanto? Qui il paesaggio viene stravolto da un giorno all’altro, sicuramente se dovessi passare tra un mese vedrei un territorio diverso.

” MORA-MORA” il treno va avanti, ad ogni stazione le stesse scene, sembra anche di vedere le stesse persone, qualche capanna, un improbabile ” hotel della stazione “, vedranno mai un cliente ? Nelle ultime stazioni quasi neanche mi affaccio, tanto sono identiche le situazioni.

Alle 3 meno un quarto arriviamo a MANAKARA, una marea di pousse-pousse aspetta i clienti nella piazza davanti alla stazione, anzi i portatori vengono direttamente nell’atrio a contendersi i turisti, alcuni hanno i cartelli degli hotel con relativa foto di dove vorrebbero portarci, io ho già in mente una destinazione precisa, il ” LEONG HOTEL “, la guida lo da come una buona sistemazione, contratto con un portatore di risciò, e ci accordiamo x 2000 ariary, sicuramente i locali pagheranno un quarto di questa cifra, ma 2000 ariary sono 80 centesimi di euro, è quindi una sciocchezza x noi occidentali, e poi e fisiologico e normale che questi servizi a noi turisti vengano a costare di più.

Il Leong-hotel in effetti e una buona scelta, la camera e piccola, però a il bagno e doccia all’interno, una buona zanzariera sul letto, ventilatore, è televisione, ma sopratutto e pulito, tutto x 9 euro. Poso i bagagli è mi dirigo verso la spiaggia. Miriadi di pousse-pousse si offrono di portarmi, ma dopo 8 ore di treno ho solamente voglia di camminare, chiedo indicazioni a dei passanti, e dopo aver sbagliato un paio di volte la strada, alla fine riesco finalmente a trovarla. La spiaggia e davvero bella, però le correnti molto forti, testimoniate da onde altissime che si infrangono sulla spiaggia, e la poco rassicurante presenza di squali, impediscono di poter fare il bagno, peccato, perchè il sole e molto caldo, anche se l’immancabile vento lo rende sopportabile, passeggio x un pò sulla spiaggia quasi deserta, guardando x la prima volta in vita mia l’Oceano indiano, di fronte a me a 2 ore di aereo c’è l’isola di MAURITIUS, poi x migliaia di km. Più nulla fino all’INDIA e SKRI LANKA. Sono questi i momenti in cui la mia immagginazione corre, e torno alle mie letture di ragazzino quando nella mia fantasia viaggiavo nella nave di SIMBAD, oppure combattevo gli inglesi insieme a SANDOKAN E THREE MALNAIK, ed e in questi momenti che mi prende la febbre del viaggio, alla scoperta di posti già vissuti nella mia fantasia.

Sta facendo buio, cerco di tornare in albergo x conto mio, ma all’ennesima strada sbagliata mi arrendo, prendo un pousse-pousse e mi faccio portare, alla fine scopro che ero a nemmeno 200 metri dal mio albergo!!! Per cena vado al DELICE, un ristorante segnalato dalla guida come eccellente, il ristorante e a 300 metri dall’hotel, e quindi vado a piedi, all’ingresso sono accolto da 4 splendide ragazze che lavorano come cameriere nel locale, non so ancora se la cucina e eccellente, di sicuro lo e il personale. Prendo un insalata della casa ( buonissima ), è della carne di anatra tagliata a rondelle in una salsa con 2 tipi di pepe, bianco e rosso, squisito, contorno di ortaggi cotti al vapore, una birra, uno yogurt, totale 5 euro. La guida aveva ragione.

VENERDI 27-10-2006 Oggi devo ingegnarmi su come passare il tempo, le cose da fare sono decisamente poche, in più devo tenermi qualcosa da fare anche x domani visto che partirò solo domenica mattina, infatti il sabato non c’è treno in partenza da MANAKARA, ma solo in arrivo da FIANAR. Ritorno verso la spiaggia, e faccio una lunghissima passeggiata, su due km, di spiaggia avrò incontrato non più di 5 persone, il tempo e bello, anche se il vento e immancabile.

Pranzo in un bel locale sulla riva del fiume proprio alle spalle della spiaggia, il locale si chiama la CHINGUETTE, e buono ed economico, ed in più ha una bella vista. Ritorno verso il centro, è presso l’ufficio telecom locale riesco dopo 2 settimane a telefonare in italia, chiamare l’Italia da qui costa 80 centesimi di euro al minuto.

Passo il resto del pomeriggio bevendo una birra nel dehor del ristorante in cui o cenato ieri, il DELICE, e dopo aver fatto una doccia, ci ritorno x la cena. Stasera ho preso dei gamberetti in una salsa stupenda con ortaggi cotti, e una insalata di carote.E qui finisce questa giornata decisamente noiosa.

SABATO 28-10-2006 Oggi mi creo un diversivo. Avendo visto ieri mentre pranzavo nel ristorante la CHINGUETTE, lungo il fiume, che affittano dei kaiak, decido di approfittarne, ne prendo uno x due ore e mezza, il kaiak e diverso da quelli a cui sono abituato, non ha il pozzetto x infilarci le gambe e il bacino, ma si sta completamente all’esterno, non di quelli professionali insomma, ma comunque x quello che devo fare va più che bene.

Fa caldo, ma non in maniera eccessiva, un velo di nuvole rade copre il sole, la canoa scivola veloce sull’acqua calma del fiume, in realtà qui alla sua foce il fiume MANAKARA che da il nome alla città si divide in un dedalo di canali che si ramificano dal corso principale, isolette di erba alta si susseguono, lungo i bordi del fiume vi sono molte capanne abitate da pescatori, i bambini e le loro mamme mi salutano, io rispondo e faccio delle belle fotografie, pagaio fino ad un centinaio di metri dallo sbocco del fiume al mare, ritorno indietro, sono a favore di corrente, si naviga meglio, incrocio tante piroghe di pescatori che mi salutano cordialmente. Qui si pesca nel fiume, dato che, almeno in questa zona e impossibile prendere il mare a causa della sua pericolosità, comunque anche il fiume e pescosissimo, la specialità della zona sono enormi granchi rossi, ed anche mi dicono squisiti gamberoni d’acqua dolce.

Pagaio fino ad un villaggio di pescatori, dove gli adulti sono intenti a districare multicolori reti da pesca, mentre i bambini nuotano nel fiume, appena mi vedono nuotano verso di me dicendo “bonjour vazha “, sorridendo e rispondendo ai saluti giro la canoa e ritorno al ristorante. Finalmente un pò di attivita fisica, ci voleva, tra l’altro me venuta fame, pranzo qui con una davvero ottima insalata speciale della casa, con uova sode, formaggio, gamberi, olive, pomodoro, foglie di insalata, e pezzetti di zebù, di secondo un pesce di fiume con patate fritte, una birra, uno yogurt, tutto x 5 euro.

Al pomeriggio vado con un pousse pousse alla stazione del treno x riservare un posto sul treno di domani, nel frattempo mi dicono che il treno che sarebbe dovuto arrivare oggi da FIANAR alle 15, a causa di imprecisati problemi arriverà dopo la mezzanotte. Peccato, speravo che magari avrei rivisto LIBERA ED ALBINO, non è cosa.

Passo il pomeriggio in maniera identica a ieri, una birra al DELICE, una doccia, e cena nello stesso locale. Stasera provo gli spaghetti alla bolognese, mi portano un piattone di pasta colmo di ragù che potrebbe bastare x 3 persone, io comunque ho fame, e me lo spazzolo tutto. Non ho mai mangiato così tanto durante una vacanza, sarà una compensazione al poco che sto facendo? Può essere.

DOMENICA 29-10-2006 Oggi inizia la mia ultima settimana in MADAGASCAR, quindi questa è la mia ultima domenica in questo paese. Programma del giorno? Ovviamente passare buona parte della giornata stando seduto, ancora sul treno x il ritorno a FIANAR. Alle 6,30 sono alla stazione, alle 7 puntuale, anzi con qualche minuto di anticipo il treno parte.

La storia e la stessa dell’andata, quindi non mi dilungo, vi sono solo 2 differenze, una negativa, l’altra positiva, la negativa è che il vagone di prima classe e diverso rispetto a quello dell’andata, i sedili doppi posti uno di fronte all’altro sono molto più ravvicinati, a stento ci stanno le mie gambe, x fortuna, mi dico, sui 4 posti sono seduto solo io, quindi poco male, mi illudevo!!! Dopo circa 3 ore di viaggio sale una moltitudine di persone, ed i 3 posti liberi vicino a me vengono occupati da 3 donne, il cui peso di ognuna sicuramente supera e di molto il quintale, fortuna che sono seduto sul sedile esterno e quindi posso allungare le gambe nel corridoio. Si ma x poco, in un paio di fermate il vagone diventa stracolmo, ed anche il corridoio si trasforma in un bivacco.

La cosa positiva è che il treno x arrivare a FIANAR ci mette 7 ore anzichè le 9 previste, e meno male. Con un taxì vado all’albergo SOAFIA, il migliore da me provato in questa vacanza, su 600 camere non dubito di trovarne una libera, e così e, la stanza mi sembra ancora migliore di quella dell’altra volta, il tutto x 17 euro. Ceno e vado a dormire.

LUNEDI 30-10-2006 Anche oggi tappa di trasferimento. Ho deciso che a TANA ci arriverò facendo tratte brevi di taxi brousse, essendo assolutamente da evitare viaggi al di sopra delle 4-5 ore con questi mezzi. Oggi tornerò ad AMBOSITRA, l’intenzione è quella di comprare ancora qualcosa di artigianato locale. La durata del viaggio se è come all’andata dovrebbe essere di 3 ore e mezza. Alle 8 sono alla stazione dei taxi brousse, sono fortunato il pulmino e già pieno, e quindi partiamo subito, caso più unico che raro. Dopo un’ora abbiamo fatto la bellezza di 7 km.!!! Tra controlli della polizia, e fermate assolutamente incomprensibili, dove vi sarà anche un motivo recondito x cui si è fermi, ma assolutamente mi sfugge, non si riesce ad andare avanti.

Ora voglio dare un consiglio, e lo do di tutto cuore, a tutti quelli che hanno intenzione di venire in MADAGASCAR. Se avete poco tempo, diciamo 15-20 giorni, lasciate assolutamente perdere l’idea, se l’avete, di spostarvi in taxi brousse, rischierete di passare l’ottanta x cento della vostra vacanza seduti su questi mezzi, e solo il restante tempo x visitare il paese. L’unico sistema ( costoso ) è affittare una macchina, o meglio un fuoristrada con autista, oppure spostarsi tra le località più importanti in aereo, ma in questo caso dovrete prenotare i voli dall’italia, e quindi pianificare il viaggio con molta cura, x trovarvi nei vari aereoporti nel giorno giusto, e impossibile fare variazioni dei voli da un giorno all’altro, se spostate una data di volo, dovrete spostarla con almeno una settimana di anticipo, è forse non basterà ancora.

Non pensate di venire qui, andare in un ufficio dell’AIR MADAGASCAR, e trovare un posto x la località che vi interessa, magari x il giorno dopo, o quello dopo ancora, NON ESISTE!!! Le prenotazioni si prendono nell’ordine di una settimana-10 giorni prima dalla data di partenza. Il fatto e che i voli sono pochi, certe localita sono serviti da solo 1-2 voli la settimana, e gli aerei sono piccoli, una quindicina di posti al massimo, i malgasci che possono permetterselo viaggiano in aereo, e quindi questi si riempiono in fretta. Se invece la vostra vacanza e più lunga, da un mese in su, allora potete anche viaggiare con i taxi brousse, però in questo caso dovrete portarvi un borsone supplementare, e riempirlo con TANTA, E ANCORA TANTA PAZIENZA!!!! Sicuro che comunque la finirete tutta, è in questo caso verrete presi a seconda del vostro carattere, dallo sconforto più totale, oppure dalla furia distruttrice, e vi verrà la voglia di prendere tutti i taxi brousse del paese, con i relativi autisti, e fare un bel falò sacrificale. Il solo pensiero di farlo vi farà subito star meglio.

Una cosa di positivo del viaggiare in taxi brousse comunque esiste, ed è quello di darti molto tempo x pensare, e fare delle considerazioni sul mondo che ti circonda, e purtroppo sono considerazioni negative, perchè ti rendi conto che questo paese, come quasi tutto il resto dell’AFRICA, specialmente l’Africa nera, non ce la farà mai e poi mai a sollevarsi da sola da una condizione di sottosviluppo. A questo contribuisce tra le altre cose anche la loro mentalità che li autocondanna ad una vita miserabile, quel mora-mora, tanto caro ai turisti, che vedono in questo un sistema di vita invidiabile, si traduce inevitabilmente in FERMI-FERMI, un intero continente fermo!!! Mentre il resto del mondo va avanti.

Qui manca ad esempio l’attivismo dovuto alla mentalità confuciana del premiare chi si da da fare, dei popoli del sud est asiatico, dove ( visto con i miei occhi ) da una situazione sicuramente ancora di miseria di ampie sacche di questi paesi, se ne sta piano piano venendo fuori, con forza, laboriosità, anche nelle piccole cose viene premiata l’efficenza, questo lo si nota in tutti gli aspetti della vita quotidiana, e si finisce x giudicare queste persone con rispetto e dignità.

Invece in Africa il sentimento prevalente che si prova verso questa gente e quello della pietà, la profonda pena ( ed è quello che io provavo ), dell’essere consapevoli che x la stragrande maggioranza di loro non c’è speranza di migliorare la propria esistenza.

E ormai evidente che questi popoli sono incapaci di governarsi da soli, i loro governi sono quasi tutti un accozzaglia di boriosi, vanagloriosi, inetti, è feroci dittatori, e dove vi sono al governo dei civili, sono la stessa cosa in versione giacca e cravatta. La loro principale occupazione e come spremere è quindi accaparrarsi ( grazie anche all’aiuto di multinazionali occidentali compiacenti ), i proventi della vendita delle materie prime che abbondano negli stati Africani.

Quello che non abbonda qui e, ( non dico la felicità, di quella ce ne poca anche da noi), la serenità, la tranquillità, x se, e specialmente x la propria famiglia. L’errore madornale e stato nella decolonizzazione troppo veloce, dall’oggi al domani questi stati si sono trovati si liberi, ma senza uno straccio di classe dirigente che potesse porre le basi x uno stato efficente. Hanno vinto i più forti, i capi militari di quei movimenti rivoluzionari, che una volta andati al potere hanno governato i vari paesi col pugno di ferro, eliminando ( in prevalenza fisicamente ) le opposizioni, x poter fare il bello è il cattivo tempo senza avere uno straccio di idea su cosa voglia dire governare uno stato.

Anche perchè non gliene frega niente di ben governare, perchè questo alla lunga porterebbe alla perdita delle rendite derivanti dalla corruzzione, e malversazione. Gli esempi sono tantissimi, e dei più vari, i più famosi: dall’incredibile BOKASSA, che da semplice sott’ufficiale dell’esercito qual’era, una volta arrivato al potere con un colpo di stato si è autoproclamato ” IMPERATORE ” del CENTROAFRICA, che aveva la curiosa abitudine di mangiare parti dei corpi degli oppositori o presunti tali, che prima imprigionava, e poi decapitava ; altro bel tipo era IDI AMIN, anche lui da sergente a presidente dell’UGANDA, pure questo personaggio con lo stesso vizzietto cannibalesco; il tutt’ora presidente dello ZIMBAWE, MUGABE, che dopo 25 anni di dittatura, in un momento di grave crisi economica dovuto a scelte scellerate, a pensato bene di dirottare il malumore popolare sui FARMER ( gli agricoltori bianchi ), che mantenevano in piedi in maniera efficente tutta l’economia agricola del paese.

Risultato? Fattorie attaccate e bruciate dagli sgherri armati e pagati dal dittatore, molti agricoltori uccisi x terrorizzare gli altri e spingerli ad andarsene dal paese, x insediare nelle fattorie i nullatenenti, strumentalizzati, dei sobborghi della capitale, che non avendo nessuna cognizione di come condurre il lavoro nelle fattorie modello, hanno mandato tutto in rovina. Quindi quello che era un sistema agricolo modello x tutti gli stati africani e non, mandato letteralmente in malora, ed una nazione che da esportatrice di prodotti agricoli, si trova ora sull’orlo della fame.

Questi sono solo alcuni degli esempi, ma si potrebbe andare avanti all’infinito. Ora a parere mio esiste una sola possibilità x salvare questo continente, basta con gli aiuti a pioggia dell’ONU, o delle varie agenzie mondiali che servono solo ad ingrassare i conti correnti posti in banche svizzere dei personaggi raccontati sopra, e x i super stipendi dei burocrati di queste agenzie. La soluzione sarebbe che ogni stato occidentale adotti un paese africano, e su un programma di una decina di anni, si impegni direttamente, senza delegare nessuna agenzia, a ripristinare le infrastrutture portanti di un paese, che sono: le strade, la sanità, la scuola, un sistema elettrico efficente, un sistema idrico che non obblighi le donne a fare km. X prendere dell’acqua, strutture portuali legate alla nuova rete stradale.

Nel frattempo che tutto cio avviene, la contenporanea preparazione di personale locale che venga abituata a lavorare con efficenza. Mi si dirà neocolonialismo! Io direi piuttosto ” realismo “, se non vogliamo trovarci fra un pò con milioni di africani che premono x lasciare il proprio paese.

Forse sono uscito fuori tema, ma credo che non si viaggia mica solo x vedere delle belle spiagge, ma anche e soprattutto x allargare i propri confini mentali.

Torniamo al viaggio. Dopo essere arrivato ad AMBOSITRA, e dopo aver trovato un hotel discreto, il” PRESTIGE , PRANZO VELOCEMENTE, ED INSIEME Al ragazzo che la prima volta che ero passato di qui mi aveva accompagnato x vari laboratori artigianali, ci ritorno x un altro giro vorticoso di compere, vorrei comprare tantissime cose che vedo, ma i limiti di peso consentito nell’aereo me lo impediscono. Malgrado ciò mi sono lo stesso caricato come un mulo, passare con tutta sta roba all’aereoporto sarà un problema. Ceno, ed anche oggi la giornata e finita.

MARTEDI 31-10-2006 Oggi è il mio compleanno, mi alzo e mi faccio gli auguri da solo. Per fortuna in giornata arriveranno diversi messaggi. Lo spostamento in taxi brousse oggi e breve, 2 ore x arrivare ad ANTSIRABE, sono alla partenza del pulmino alle 7, però prima che si riempia si fanno le 9, E QUINDI ARRIVO AD antsirabe ALLE 11. Se non è zuppa e pan bagnato. Oggi e solo una tappa di avvicinamento a TANA,e quindi non ho nulla da fare se non passare la giornata.

Trovo una camera in un buon albergo l’HASINA ( 12 EURO ) , e vado a pranzare al ristorante l’ARCHè. Cambio degli euro in una banca, e passo il resto del pomeriggio nel dehor di un ristorante di proprietà di un italiano che vive in Madagascar da 9 anni. E un ragazzo molto simpatico, e parlare con lui di questo paese rafforza quello che penso di questo posto. Ovviamente mi fermo qui x cena, e su suo consiglio provo una pizza ( buona ), e un insalata di guacamole stupenda. Alle 20,30 però sono già in camera, domani sveglia alle 4,30 perchè il viaggio da fare e lungo.

MERCOLEDI 01-11-2006 Ho DORMITO MALISSIMO A CAUSA DI ALCUNE ZANZARE CHE MI HANNO OBBLIGATO a svegliarmi di continuo x dargli la caccia, non essendo il letto provvisto di zanzariere, e pur non essendo ANTSIRABE zona a rischio malaria, ai visto mai? Come detto sopra sveglia ( x modo di dire visto come è andata la notte ) alle 4. Oggi i km. Da fare sono tantissimi, circa 310, ma devo cambiare taxi brousse a TANA, e prenderne uno x ANDASIBE, sede di un parco nazionale,ed ultima località che visitero in MADAGASCAR.

Con un pousse-pousse vado alla stazione dei brousse, incredibilmente ne trovo uno che aspettava solo più una persona x partire, e quindi partiamo subito, sono le 5,30. Alle 9 sono nel caos della stazione sud dei brousse di TANA. Con un taxi, ovviamente una immancabile Renault 4, attraverso la città x andare alla stazione est da dove partono i brousse x tutte le località ad est di TANA. E qui, forse a causa della scarsa lucidità della mia testa dovuta alla sonnolenza, vengo fregato.

Non essendo ANDASIBE servita da una linea diretta, essendo si sulla strada x TAMATAVE, però dalla strada nazionale 150 km. Dopo TANA ad un incrocio c’è una stradina laterale che dopo 3 km. Arriva ad ANDASIBE, è quindi i taxi brousse x TAMATAVE vanno dritti senza passare x questo paese che sta all’interno, quindi da TANA bisogna prendere un taxi brousse x MORAMANGA, un paesone che si trova sulla nazionale 30 km. Prima dell’incrocio x ANDASIBE, e qui prendere un altro brousse x ANDASIBE.

Una bella scocciatura, ma inevitabile. Io invece appena sceso dal taxi alla stazione dei brousse di TANA mi faccio convincere da un procacciatore di passeggeri che mi dice che il brousse diretto a TAMATAVE passa anche da ANDASIBE, va bè mi dico che visto che la mia guida risale a circa 3 anni fà magari nel frattempo le cose sono cambiate. Tra l’altro ” fesso ” pago pure il biglietto del viAggio completo fino a TAMATAVE, che sta 150 km. Dopo il punto in cui devo scendere. ( Devo essere proprio rincoglionito ).

Come cominciavo a sospettare dopo circa 4 ore di viaggio ( con 1\2 ora di sosta x il pranzo ), vengo scaricato armi e bagagli all’incrocio con la strada x ANDASIBE, a nulla valgono le mie proteste, che tra l’altro col nervoso alle stelle non mi viene neanche una parola in francese, dopo avergli mandato 4 maledizioni in faccia all’autista, ed a tutta la sua futura generazione, devo decidere cosa fare, e vero che prima o poi passerà un brousse che da MORAMANGA andrà ad ANDASIBE, si ma quando???? E se quando arriva e strapieno e non mi carica???? A piedi fino ad ANDASIBE con la tonnellata di bagagli che ho???? Avessi solo lo zaino 3 km. Non sarebbero un problema, ma così non se ne parla.

Quindi scarto l’idea iniziale di dormire in paese, fortuna che sulla guida c’è scritto che a 400 metri da dove mi trovo dovrebbe esserci un ottimo hotel con boungalow, 400 metri a fatica riesco ancora a farli. L’hotel c’è, un boungalow libero anche, ed è posto pure in una posizione magnifica, tutti i boungalow sono sul limitare della foresta, da cui sono divisi solo da un ruscello, al di là inizia il parco nazionale di ANDASIBE, tutto sommato non mi è andata male, perchè il boungalow non e caro ( 16 euro ), e l’entrata del parco e a solo un km. E mezzo lungo la strada, meno di 10 minuti a piedi.

Sono le 16 fa ancora caldissimo, ma poco più di un’ora dopo, appena inizia a calare il sole la temperatura scende tutta di un colpo in maniera brusca, si passa dalla canottiera, al pile con giubotto nel giro di 5 minuti, c’è da considerare che qui siamo ad una altitudine che supera i 1800 metri. Ceno, ovviamente nel ristorante dell’hotel, dove tra l’altro si mangia bene, anche se qui le porzioni sono all’europea.

Ci sono molti turisti, ma tutti sono arrivati fino qui col fuoristrada o autovetture affittate, infatti il parcheggio e strapieno. Anche x questo il MADAGASCAR non mi sta entusiasmando molto, quasi nessuna cosa impegnativa da fare, tutto alla portata di tutti, solo il trekking tra gli ZAFIMANIRY era abbastanza tosto, infatti non lo fà quasi nessuno, solo quelli ( pochissimi ) veramente motivati, e a cui non fa paura il disagio, e la fatica fisica, non fine a se stessa, ma che alla fine si sa di venire ampiamente ripagati da una esperienza toccante.

Dopo cena ovviamente subito a letto, domani ancora sveglia alle 5, x poter essere nel parco poco dopo l’apertura.

GIOVEDI 02-11-2006 Alle 5 suona la sveglia, in realtà era già un’oretta che mi giravo nel letto aspettando che suonasse x alzarmi, visto che mi ero infilato tra le coperte che erano da poco passate le 20. Alle 6 esco dal boungalow x andare a fare colazione, fa un freddo cane, peggio di ieri sera, ci saranno si e no 5 gradi. AFRICA??? La foresta e completamente coperta da una nebbia fittissima, dopo aver fatto colazione mi dirigo, ovviamente a piedi, verso l’entrata del parco, manca poco alle 7, fa ancora freddo, ma un pò meno di un’ora fà, infatti sono in maglietta a maniche corte, confido di scaldarmi camminando, è con la speranza che da qui ad un’ora il sole buchi la nebbia, a quel punto pile e kwey sarebbero solo un ingombro fastidioso.

L’ingresso x un giorno al parco costa 10 euro x i turisti, 35 centesimi di euro x i locali, gli itinerari da fare rigorosamente con una guida ingaggiata all’ingresso sono 3, uno da circa 2 ore ( 1 euro e 50 ), uno che va dalle 3 alle 4 ore ( 3 euro ), ed uno che dura circa 5 ore ( poco meno di 5 euro ), io nei miei calcoli di spesa faccio sempre 1 euro = 2500 ARIARY, ANCHE SE IN REALTà VALE TRA I 2550- E 2650, QUINDI A FINE GIORNATA HO SPESO SEMPRE IL 5% MENO DI QUELLO CHE RIPORTO NEI MIEI CALCOLI QUOTIDIANI.

Ingaggio una guida scegliendo il percorso più lungo, la guida parla solo francese, non è un grosso problema, le cose da dire non sono molte, deve solo guidarmi sul sentiero nella foresta, ed individuare i LEMURI, il nome di qualche pianta, e nulla più.

Questo parco all’interno di una bella foresta pluviale ha la particolarità di ospitare il LEMURE più grande di tutto il MADAGASCAR, l’INDRI, che somiglia più ad un orsacchiotto che a una scimmia, quello che comunque lo caratterizza di più rispetto agli altri e il suo urlo x delimitare il territorio, che somiglia alla sirena della polizia, e si sente fino ad una distanza di 2 km. E un verso abbastanza impressionante, ancora di più perchè appena inizia uno, attaccano ad urlare tutti quelli che si trovano nelle vicinanze. E bisogna poi venire molto presto nel parco perchè quando il sole inizia a scaldare cioè tra le 10 e le 11, le urla cessano.

Il giro che doveva durare 5 ore, dopo 3 e finito, perchè non stando a guardare 20 minuti ogni INDRI che incontriamo, il tutto si riduce a questo, e siamo andati ad un’andatura tranquilla. Considerazione: se non fosse x l’INDRI, non varrebbe la pena venire fino quassù. Molto più piacevole della visita al parco è il paesino di ANDASIBè, che si trova a 2 km. Dal parco, e ci si arriva dopo una piacevole camminata di 30 minuti sulla strada asfaltata immersa tra una selva di alberi.

E un piacevole paesino sulla strada che porta all’altro parco gemello, e cioè MANTADIA. Una unica strada centrale sterrata da cui si diramano alcune stradine laterali, le case sono di legno, portano il peso degli anni, ma sono ancora piacevoli a vedersi, dalle botteghe sulla strada, è dai balconi delle case, si affacciano le persone che vi abitano, tutti salutano con cordialità, mi sento davvero al centro dell’attenzione, si respira una gradevole aria paesana. Attraverso un ponte sul fiume, dove alcune donne lavano i panni, al mio saluto si sbracciano nel rispondermi, se non mi fossi allungato fino al paese sarebbe stata una delusione farsi 7 ore di taxi brousse da ANTSIRABè x venire fin quassù al parco.

Comunque col senno di poi meglio sarebbe stato se gli ultimi 2 giorni fossi rimasto ad ANTSIRABè, avrei risparmiato soldi, è le giornate lì sono decisamente più vivaci. Ritorno all’hotel che è già l’ora di pranzo, mangio, e non c’è assolutamente nulla da fare se non prendere il sole seduto ad un tavolino del ristorante, in attesa che arrivi l’ora della cena, una vera overdose di noia. Alle 7 ceno, ed alle 20 sono già a letto, domani e l’ultimo giorno in MADAGASCAR. Si capisce che non mi spiace poi così tanto andarmene via? In tanti viaggi, è la prima volta che mi succede, va bè, c’è sempre una prima volta.

VENERDI 03-11-2006 Ultimo giorno!! In realtà l’ultimo giorno di vacanza sarebbe domani, ma tutta la giornata domani sarà assorbita dal volo x l’Italia. Oggi giornata dedicata a risolvere un paio di problemi logistici, il primo è sperare che un taxi brousse che arriva da ANDASIBè, che come ho detto si trova a 3 km. Da dove mi trovo io, arrivi con almeno un posto libero, altrimenti sono nella cacca!!! Sulla strada davanti all’hotel, ( che non lò ancora detto, si chiama FENOLY ALA ), insieme a me ad aspettare il brousse c’è anche una coppia di tedeschi, la vedo dura trovare 3 posti. Sono le 6 e 20 del mattino, 20 minuti dopo passa il primo brousse, ovviamente stracarico, non rallenta neanche. Cominciamo bene, la Lonely ( la mia guida ) lo dice che sarà difficile trovare un posto sul brousse aspettandolo davanti all’hotel.

Passa il tempo, nel frattempo la nebbia si è alzata, ora c’è un bel sole sempre più caldo. Sono le 7 e 40, sto prendendo seriamente in considerazione l’idea di lasciare i bagagli ai tedeschi, e correre fino al paese x far si che un brousse parta con 3 posti liberi x noi. Mentre sto quasi x partire di corsa, vediamo arrivare un pulmino che strombazza verso di noi, alleluia!!! Ci sono giusto 3 posti x noi. Ho il sospetto che qualcuno tra le numerose persone che nel frattempo ci sono passate davanti in bicicletta andando verso il paese abbia avvisato l’autista che 3 poveri VAZAHA erano in attesa d’avanti all’hotel.

Questo più che un vero e proprio brousse, è piuttosto una navetta tra ANDASIBè, e MORAMANGA, città molto più grande da cui partono i brousse sia verso TANA, che nella direzione opposta ossia TAMATAVE. Alle 8,30 siamo a MORAMANGA, saluto i tedeschi che vanno verso TAMATAVE, e salgo sul brousse x TANA che parte al volo. Rispetto all’andata stavolta ci mettiamo molto meno x fare il tragitto, nemmeno 3 ore è siamo alla stazione est di TANA, il brousse deve ancora fermarsi che già ho preso accordi con un tassista x andare ad IVATO, il paese a 17 km. Da TANA dove si trova l’aereoporto. E infatti qui che dormirò l’ultima notte, domani ho l’aereo alle 7,30 del mattino, quindi devo essere in aereoporto un paio di ore prima, mi è indispensabile dormire in un albergo non distante dall’aereoporto.

Decido di andare all’IVATO HOTEL, che è davvero un ottima scelta, intanto è ad appena un km. Dall’aereoporto, che se avessi solo i 2 zaini potrei andarci a piedi, e poi non è niente male, la doppia mi costa 14 euro, la camera e spaziosa, pulita, è con un bel bagno, e nel ristorante si mangia bene, anche se i prezzi sono un pelino più alti della media, ma giusto un pelino.

Dopo pranzo decido di andare a fare un sopraluogo in aereoporto. E davvero vicino, camminando con calma ci metto 12 minuti. Bene, non mi resta che far passare il resto del pomeriggio fino alla cena, cosa che faccio sistemando i bagagli in maniera razionale. Alle 7 ceno, e poi a nanna, la sveglia domani e alle 4, che e più o meno l’ora in cui tutte le mattine sono già sveglio, a scanso di equivoci sistemo sia la sveglia, che l’allarme acustico del cellulare.

SABATO 04-11-2006 Ho dormito molto male, forse perchè sono andato a letto subito dopo aver cenato. Alle 4 sono in piedi, alle 5 esco dall’hotel è c’è già il taxi che mi aspetta come da accordo preso con la recepcion ieri. X un km. Di strada mi chiede una cifra esagerata ( 4 euro ) quando una corsa normale in taxi dovrebbe costare un euro, ma non ho voglia di discutere, e poi devo far fuori gli ultimi Ariary, infatti do mance consistenti a tutti. X fortuna il chek in, ed il controllo bagaglio a mano non mi comporta nessun problema.

Partiamo alle 7,50 con un quarto d’ora di ritardo ma che recuperiamo in volo. L’aereo è semivuoto, saremo solo una trentina di persone a partire da TANA. Si riempirà nello scalo a NOSY BE, dopo 2 ore di volo. Volare di giorno, anche se lo preferisco ( visto che di notte non dormo ) da la sensazione di essere interminabile, le 12 ore di volo ( con un’ora di scalo a NOSY BE ) non finiscono mai. Comunque dopo un volo discreto, alle 19 atterriamo a malpensa, è mi lascio definitivamente alle spalle il MADAGASCAR.

CONCLUSIONI. Il paese in sè mi ha deluso, più che il paese direi la vacanza, forse avendo dovuto rimandare di un anno la partenza, a fatto si che caricassi di troppe aspettative questo viaggio. Non è certamente un paese adatto a chi viaggia da solo, perchè ( almeno nel periodo in cui ci sono stato io ), la scarsita di turismo individuale non permette di formare dei gruppi minimi di persone x poter fare qualcosa di veramente particolare, che non siano le solite cose che fanno tutti.

tRA LE COSE CHE HO TROVATO MOLTO POSITIVE, E CHE QUINDI SALVO DI QUESTO PAESE, VI è LA GENTE, TRANQUILLA, affabile, sempre sorridenti, anche, se vogliamo, ingenui, molto semplici, camminando x le strade delle loro città, e paesi, non si ha mai la sensazione di pericolo, o di fastidio, neanche di sera, quando x via della scarsità della illuminazione stradale, anzi talvolta inesistente, si è costretti a camminare x le vie con la torcia elettrica in mano, ebbene mai mi è sembrato di correre qualche rischio, neanche potenziale.

Un’altra cosa positiva, e la cucina, davvero squisita dapertutto, i malgasci oltre a cucinare bene, amano presentare i piatti con una certa cura, a volte in maniera raffinata, anche in locali da cui non ti aspetteresti un simile servizio. Qui si tocca con mano ( anzi con bocca ) l’eredità lasciata dai francesi.

Altro punto a favore è il mare, con le sue spiagge, anche x uno come me che ha scarso interesse x la vacanza di mare, è x tutto quello che vi ruota intorno, le località che ho visto mi hanno affascinato, specialmente ANAKAO.

Ultimo punto a favore sono i costi, si mangia, si dorme, è ci si sposta ( se si usano i mezzi pubblici ) davvero con poco, se si e almeno in 2 i costi dei pernottamenti, gia bassi, si dimezzano, la qualità delle sistemazioni x dormire è più che dignitosa rispetto a quello che si spende.

Ed ora le note dolenti. Il motivo principale x cui uno decide di venire in MADAGASCAR è rappresentato da quello che pensa di trovare a livello di natura. SBAGLIATO!!! Purtroppo, almeno nelle zone in cui ho girato io, la natura e allo stremo, gli incendi la fanno da padrone, anche nei parchi nazionali non si riesce a fermare questa piaga. L’uso del fuoco e una componente del DNA dei popoli che abitano questo paese, è il suo uso indiscriminato a portato alla distruzione quasi totale delle foreste di cui un tempo era coperta l’isola. E un processo irreversibile, il punto di non ritorno e stato superato già da molto tempo, e si pensa che tra pochi decenni non avranno più legna x produrre carbone x scaldarsi, è sugli altipiani ( la zona più vasta del paese ) l’inverno è freddo!! Certo nei parchi nazionali molto ancora si conserva, ma al di fuori di essi quello che si vede è angosciante. Allora perchè venire in MADAGASCAR? Mi si dirà x gli animali! E vero, qui si trovano i LEMURI, ed i CAMALEONTI, animali simpatici, si ma poi? Praticamente niente altro di interessante, a parte qualche uccello più o meno visibile. Qui non vivono i grandi mammiferi che popolano le pianure e le foreste dei parchi africani. E l’argomento di venire fino qui x i LEMURI e un pò debole.

Magari le città ed i villaggi? Haimè!!! Questo forse è il tasto più dolente. A parte AMBOSITRA, ed AMBALAVO, il resto delle città, cittadine, e paesi malgasci sono davvero una forte delusione, non x la povertà, quella certo la si mette in conto, ma x l’assoluto nulla ( a parte qualche mercato ) di cui sono costituite, non si ha nessun tipo di piacere nel camminare x le strade di queste cittadine, nulla che valga la pena di essere menzionato, ho che resti nella memoria. Se non fosse che si è costretti a fermarcisi x dormire, o prendere un mezzo pubblico, si potrebbero tranquillamente e senza rimpianti saltare in blocco.

Forse il paragone non è giusto, ma anche nel più sperduto e povero paesino sulle ANDE si trova sempre una piazzetta centrale dove tutt’intorno corrono dei portici coloniali, è senza fare nulla di speciale, ci si può sedere in un piccolo baretto e vedere la vita che scorre intorno. In MADAGASCAR questo non è assolutamente possibile.

Per questo, è x altro ancora do un giudizio abbastanza sconfortante del paese, certo non ho visto tutto il MADAGASCAR, però considerando che ho visitato la zona conosciuta come più ” turistica “, bè, fate un pò voi. PERò VOGLIO ANCHE DIRE CHE IL MIO è UN GIUDIZIO ASSOLUTAMENTE SOGGETTIVO, MOLTE PERSONE CHE HO INCONTRATO HANNO FATTO DEGLI ELOGI SPERTICATI DI QUESTO PAESE. Quindi…Manao ahoana, e salama a tutti



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