Lucca e la Grotta del Vento

Una gita di un giorno per scoprire la nostra bella Italia
Scritto da: Tuttintuta
lucca e la grotta del vento
Partenza il: 15/05/2011
Ritorno il: 15/05/2011
Viaggiatori: 60
Spesa: 500 €
Partenza all’alba per facilitare i partecipanti che provengono da destinazioni un po’ più lontane e ritrovo della maggior parte dei partecipanti a Bressana. Ore 5,20 prima fermata presso l’abitazione dell’associato 12/09. Decisamente strano, ma sono già pronti e ci stanno aspettando. Ecco perché in quel preciso momento sta diluviando!!!! Seconda fermata parcheggio della stazione di Bressana Bottarone, dove sale il gruppo più numeroso. In effetti anche questa volta siamo un gran numero. Partiamo alla volta del casello di Gropello per “raccattare” il nostro amico Riccardo che arriva da Vigevano e in fine raggiungiamo il casello di Casei Gerola dove ci aspettano le intrepide “Valerie” con la mamma di una e Elena. Lasciamo le formalità burocratiche, come consegna tessere, programma del giorno, moduli vari a più tardi. Data la levataccia abbiamo un po’ sonno.. poi c’è ancora buio…. Il viaggio inizia con un temporale torrenziale, procede tranquillo ed anche il tempo migliora. Dopo circa 2 ore, prima di fermarci all’autogrill, il famigerato trio delle girls distribuisce (come di consuetudine quando il viaggio è in pullman) panini, cioccolato e wafer… non poteva mancare nemmeno il “cicchetto” di prima mattina… il limoncello che questa volta è stato portato e preparato direttamente dalla mamma di Crissy, Marisa. Come sempre tutti fanno i timidi ma poi nessuno rinuncia nonostante l’ora: le Valerie con la mamma, Antonella, Ricky, Sara, Teresa, Claudia, Crissy, Marisa, Elena, Concetta con mamma, Mariuccia e tutti gli altri… I nuovi partecipanti hanno una domanda fissa nella mente: ma se cominciamo col limoncello a quest’ora cosa faremo più tardi? Ci fermiamo all’autogrill…. Colazione abbondante nonostante lo spuntino. Probabilmente il risveglio all’alba fa venire fame!! Si riparte… Il tempo pare essere piuttosto clemente con noi… Arriviamo a Lucca con 30 minuti di anticipo. Alle 9,30 siamo in Piazzale Verdi e attendiamo l’arrivo di Chiara, la nostra accompagnatrice, il gruppo dei fiorentini e le nostre amiche di Civitavecchia… Arrivano tutti puntuali…che bellezza! Salutiamo Donatella ed Anna Maria, Ciribiribì, Totano, Naso, e facciamo la conoscenza anche di Matteo, Claudia, Eleonora, Davide, Marione, Silvanino, l’Ombrettina, Natalina, Andrea, Carla, MariaPia, Renato…etc Ci riuniamo, e dopo le presentazioni … partiamo con la passeggiata per le strade di questa meravigliosa città. Arteria principale della città storica è la stretta e medievale via Fillungo, che riunisce i maggiori esercizi commerciali della città. Altre piazze suggestive sono poi piazza San Michele, fulcro storico della città e piazza San Martino, fulcro religioso dove sorge il celebre Duomo di San Martino. Bella da visitare anche la chiesa di San Frediano, caratteristica la piazza dell’Anfiteatro. Lucca è un vero e proprio gioiello rimasto intatto: i vicoli medievali si aprono su piazze dove il tempo sembra essersi fermato e il verde urbano decora ogni angolo della città, tanto che non è difficile imbattersi in un giardino in fiore, anche in questa stagione. Percorrendo la strada dello shopping, ci si può fermare in una delle tante pasticcerie cittadine, per gustare una specialità come il buccellato o il castagnaccio. In Piazza dell’Anfiteatro si può fare una rilassante pausa caffé, seduti in uno dei tanti locali che animano questa piazza davvero originale. Tra le numerose splendide chiese della città, merita una menzione speciale il Duomo dedicato a San Martino, fondato secondo la tradizione nel VI secolo da San Frediano in persona, dove potrete ammirare bassorilievi davvero suggestivi, scolpiti nel portico. Terminiamo con le antiche Mura, perfettamente conservate: un gigantesco giardino che gira intorno al centro storico, un polmone verde pieno di alberi, prati e scorci suggestivi sulla città. Al termine della passeggiata, risaliamo sul pullman diretti al ristorante seguiti dalle auto dei fiorentini e delle due laziali. Prima di arrivare al ristorante “il Garfagnino”, si incontra il paese di Borgo a Mozzano dove si trova il Ponte della Maddalena, più noto col nome di Ponte del Diavolo uno spettacolo! Il ponte della Maddalena unisce le due sponde del fiume Serchio all’altezza del paese di Borgo a Mozzano. La sua costruzione risale ai tempi della Contessa Matilde di Canossa (1046-1115), che ebbe grossa influenza e potere su questa zona della Toscana, la Garfagnana, ma il suo aspetto attuale è dovuto alla ricostruzione effettuata da Castruccio Castracani (1281-1328), condottiero e signore della vicina Lucca, nei primi anni del 1300. L’aspetto del ponte è quello medievale classico a ‘schiena d’asino’, con la differenza, che qui diventa caratteristica unica, che le sue arcate sono asimmetriche e quella centrale è talmente alta e ampia che la sua solidità sembra una sfida alla legge di gravità. Il ponte è comunemente chiamato ‘del Diavolo’ in forza di una leggenda popolare della zona, rinforzata dall’aspetto scombinato del ponte: un capo muratore aveva iniziato a costruirlo ma ben presto si accorse che non sarebbe riuscito a completare l’opera per il giorno fissato e preso dalla paura delle possibili conseguenze si rivolse al Maligno chiedendo aiuto al fine di terminare il lavoro. Il Diavolo accettò di completare il ponte in una notte in cambio dell’anima del primo passante che lo avesse attraversato. Il patto fu siglato ma il costruttore, pieno di rimorso, si confesso con un religioso della zona che lo consigliò di far attraversare il ponte per primo ad un porco. Il Diavolo fu così beffato e scomparve nelle acque del fiume. Facciamo una sosta di pochi minuti per ammirare e fotografare questa meraviglia… C’è anche chi decide di attraversare il ponte, facendo perdere ulteriore tempo sulla nostra tabella di marcia…. Siamo in un terribile ritardo, ma per fortuna la nostra Chiara avvisa sia il ristorante sia le Grotte e posticipa l’orario di mezz’ora. Adesso siamo sereni… Arriviamo, con la pancia che brontola, al ristorante che è molto carino e caratteristico. Mangiamo molto bene e in grande quantità… Antipasti tipici, risotti, tagliatelle, arrosto con patate etc a volontà… continuano a portare vassoi e i nostri partecipanti continuano a svuotarli come per magia… Con la pancia piena ripartiamo alla volta della famosa “Grotta del Vento”. La Garfagnana è una terra ricca di tesori naturali. I suoi boschi e le sue montagne ci circondano appena arriviamo e la loro vista ci accompagna ovunque. Altri tesori sono però nascosti in cima ad un monte o magari proprio al suo interno, come la Grotta del Vento, un bellissimo sistema di caverne che si sviluppa dentro la Pania Secca e nel quale sono stati ricavati alcuni itinerari turistici. Alla grotta si arriva partendo da Gallicano, attraverso una strada di montagna che si snoda nel parco nazionale. Il parco è meraviglioso: torrenti, il monte bucato, acqua cristallina, allevamenti di trote… Le indicazioni sono frequenti e ben visibili. La strada però è stretta e tortuosa e se non si è abituati alle stradine di montagna è un po’ stressante! Vi sono tre itinerari per visitare la grotta: da 1, 2 o 3 ore, sempre in compagnia di una guida. Ogni tour guidato parte ad orari predefiniti, e vi sono guide che parlano inglese, tedesco e naturalmente italiano. Normalmente non c’è bisogno di prenotazione, ma è bene prenotare se si è un gruppo numeroso, in alta stagione e nelle festività. Per la nostra visita abbiamo scelto il secondo itinerario, della durata di due ore. Ci troviamo con la guida all’entrata della grotta, che al giorno d’oggi è una grande bocca nella montagna, ma che fino alla fine dell’800 era poco più che un buco, dal quale soffiava un vento freddo, e attorno al quale gli abitanti del posto avevano costruito una capanna che utilizzavano come frigorifero naturale. Solo in seguito l’entrata fu allargata in più riprese per permettere l’esplorazione. Dall’ingresso si accede alla sala dell’orso, grande antro nella roccia, in cui già si comincia a percepire il clima che cambia, più fresco e più umido. Qui sono esposti alcuni resti ossei di un antico orso delle caverne, che probabilmente ha abitato la grotta 8.000 anni fa, ritrovati durante i lavori per liberare la sala dai detriti ed il fango che l’avevano invasa dall’esterno. Una grande porta blindata ci separa dal resto della grotta ed appena la nostra guida la apre siamo investiti da un vento forte e freddo: il respiro della montagna! La grotta ha infatti due aperture, quella più in basso dalla quale siamo entrati e una in cima alla montagna. Proseguiamo oltre la porta blindata, e percorrendo degli stretti corridoi entriamo in grandi stanze scavate nella roccia dall’acqua che, caduta sotto forma di pioggia o neve, si è fatta strada nella montagna. Lo spettacolo in cui ci troviamo immersi è davvero suggestivo. Davanti a noi e tutto intorno le rocce sono ricoperte da decorazioni e sculture bianche e bellissime: una cattedrale naturale. Il loro aspetto è a metà fra il marmo, il ghiaccio e la cera. Possono assumere sfumature gialle ed arancioni. Dal pavimento sorgono stalagmiti che appaiono come grandi denti bianchi, mentre dal soffitto pendono stalattiti che grondano goccioline di acqua. Queste formazioni si possono fondere per dare origine a colonne, e intere pareti sono arricchite da elaborate colate che le ricoprono e danno una nuova forma alla caverna. Particolarmente belli i drappeggi, lastre semitrasparenti che si piegano assumendo l’aspetto di elaborati tendaggi. La seconda parte dell’itinerario ci porta sull’orlo del Baratro dei giganti: un enorme tunnel che sprofonda per 180 metri con andamento a spirale, e in cui noi scendiamo con dei sicuri e comodi scalini sulle sue pareti. In molti soffrono di vertigini ma in questo caso la coppa va a Nelo e a Valeria V. che, con grande forza di volontà scendono nonostante la paura (che definirei “fifa nerissima”)! Bravi, siamo orgogliosi di voi! In fondo al baratro, in quella che è chiamata la sala delle voci, la guida ci fa provare l’emozione del buio assoluto: le luci vengono spente e rimaniamo a lungo in silenzio nel buio più pesto. Possiamo così capire un po’ quello che hanno provato gli speleologi che hanno esplorato la grotta, e che per giungere in questo punto impiegavano giorni. Raggiungiamo alla fine il punto in cui scorre il fiume sotterraneo, l’Acheronte, che finisce per inabissarsi in un sifone oltre il quale non è stato ancora possibile spingersi. Da qui torniamo all’entrata, risalendo le centinaia di scalini che prima abbiamo disceso, terminando la nostra visita e ringraziando la nostra guida per le preziose spiegazioni. La biglietteria è ben fornita di guide sulla grotta, oltre che di minerali di tutto il mondo in vendita (tra cui dei bellissimi geodi), un bar, e una toilette, dopo tutto lo scrosciar d’acqua, può tornare utile… Salutiamo i nostri amici che provengono dalle altre zone che torneranno a casa per loro conto e non con il nostro pullman. Ripartiamo con la nostra navetta spericolata e dopo circa mezz’ora finalmente arriviamo al parcheggio dove abbiamo il nostro pullman. C’è chi non ne può più di tutte quelle curve strette e a gomito e ha bisogno di prendere un po’ d’aria fresca…e magari fare due passi prima di ripartire, e li accontentiamo volentieri. Ripartiamo per la via di casa… la strada è lunga e abbiamo in programma una sola sosta lungo il viaggio. Alla fine, in tarda serata, arriviamo… Siamo stanchi ma felici di aver trascorso davvero una bella giornata… Alla prossima!


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