Capodanno a Londra 4

NYE nella capitale britannica.
Scritto da: mardiadei
capodanno a londra 4
Partenza il: 30/12/2019
Ritorno il: 03/01/2020
Spesa: 500 €
Primo giorno. Partenza il 30/12 ed arrivo a Londra. Volo Easyjet per Londra-gatwick prenotato con largo anticipo e soggiorno, dopo alcune peripezie e cancellazioni varie, presso la cheviot house sita nel quartiere di Tower Hamlets, non lontano da Aldgate East e da Liverpool street, in zona abbastanza centrale e tranquilla, anche se decisamente poco accattivante dal punto di vista estetico. Ma siamo a due fermate di metro da Tower Hill e, grazie al bus 15, a venti minuti da Trafalgar square, considerando anche che si viaggia nel periodo di capodanno, non si può chiedere di meglio a meno di voler accendere un mutuo. In zona alcuni supermercati, negozi prevalentemente indiani e arabi, un mcDonald aperto 24/24 e un ottimo ristorante turco, il ruyam, dove abbiamo cenato due volte in maniera splendida.

Per quanto riguarda gli spostamenti occorre considerare che Londra è una metropoli molto estesa, quindi per visitarla è indispensabile muoversi mediante gli efficienti mezzi di trasporto. secondo me la soluzione migliore è rappresentata dalla coppia metro/bus, che raggiungono praticamente ogni angolo della città in maniera rapida e che possono essere pagati semplicemente attraverso una carta contactless oppure tramite la ricaricabile oyster. In pratica esiste un limite giornaliero, sicuramente non economico, per la stessa zona tariffaria oltre il quale si viaggia senza spese aggiuntive. Una valida alternativa possono essere i taxi uber, facili da reperire mediante l’omonima app. Per i viaggi da/per l’aeroporto abbiamo usufruito del servizio treno della “Gatwick express”, prenotato per gruppo e con anticipo costa circa 100 euro per una famiglia di quattro persone.

Io ero già stato tre volte a Londra e devo riconoscere che la capitale del regno unito ha sempre il suo fascino. La cosa che più colpisce di questa città è la sua capacità di offrire varie facce e di integrare molte culture diverse tra loro, senza perdere mai la sua identità. Di contro, a fronte di tanta variegata offerta, spostarsi tra tante opportunità non è facile né, tantomeno, economico. La sterlina si fa sempre sentire e bisogna considerare che il costo delle attrazioni, della ristorazione, dei trasporti o anche solo di un caffè è decisamente più alto che in Italia. Tanta offerta ovviamente non può essere gustata appieno con pochi giorni di viaggio per cui, almeno che non disponete di molti giorni dovrete per forza escludere delle attrazioni dalla vostra visita, anche in considerazione del fatto che i meravigliosi parchi della città sono decisamente poco fruibili in questo periodo dell’anno.

Tempo di lasciare i bagagli in stanza e si parte in direzione di Piccadilly circus, il cuore pulsante della città, dove come 25 anni fa mi accolgono i maxi schermi illuminati ed un turbinio di gente. Da qui si risale verso il quartiere di Soho mediante Regent street, come sempre super addobbata per il periodo natalizio. Tra tanti negozi ed un mare di gente raggiungiamo uno dei luoghi più belli di Londra in questo periodo, Carnaby street, un tempo strada degli hippy ed oggi decisamente più “fighetta”, tutta addobbata da luci a tema (quello del 2020 è “salviamo gli oceani”). Molti pub, tra cui lo Shakespeare’s head, dove fermarsi per uno spuntino e, ovviamente, per una birra. Ho provato la doom, ottima, anche se le birre inglesi sono in genere leggerine ed io preferisco quelle più corpose, forse perché’ ne consumo in minore quantità rispetto ai locali. dopo aver fatto un bel giro ci spostiamo attraverso il west end per raggiungere la zona di Covent garden, per me una delle più belle della città. Anche qui architettura magnifica, negozi, locali artisti di strada…non c’è niente da fare, Londra è sempre Londra. Si è fatta sera ormai è ora di rientrare per la cena e grazie al nostro bus nr. 15 possiamo fare un piccolo tour che passa accanto alla cattedrale di st. Paul, la cui cupola è seconda per grandezza solo a quella di San Pietro in Vaticano, vedere uno scorcio del Tower bridge e tornare al nostro appartamento per una cena turca al ruyam (che buoni gli spiedini adana, il kebab “vero” e la birra efes draught!!!!). dopo cena si va a riposare, d’altronde domani è il 31 dicembre e ci aspetta una lunga giornata.

Secondo giorno. Ultimo dell’anno in arrivo ma comunque voglia di rivedere alcuni dei luoghi più famosi della capitale. Si parte costeggiando la torre di Londra (che avevo visitato tanti fa), antica prigione che custodisce il tesoro della corona ed immancabili storie di fantasmi, per proseguire sino ad uno dei simboli più celebri della città, il Tower bridge, inconfondibile ponte levatoio sul Tamigi. Ho visitato anche questa attrazione in uno dei miei viaggi precedenti e quindi mi limito ad attraversarlo a piedi, anche se consiglio a tutti di salire per ammirare il panorama e camminare “sospesi” sul vetro da una torre ad un’altra. Si arriva così dall’altra parte del fiume per una splendida passeggiata tra bancarelle e gli immensi palazzi in vetro della city, tra cui l’imponente the Shard, la “scheggia” disegnata da Renzo Piano che è attualmente il grattacielo più alto d’Europa. a proposito di grattacieli altra esperienza fatta e che consiglio a tutti è quella di salire – tramite prenotazione – sugli Sky gardens, ma in questo periodo l’affluenza è decisamente da bollino rosso e quindi…”no slots”. la passeggiata continua fino al London bridge nei cui pressi si trova un altro luogo imperdibile di Londra, il Borough market, a cui si accede scendendo le scalette attigue alla Southwark cathedral. Sarà che è ora di pranzo e l’odore di cibo perviene da ogni dove, sarà che a Londra più che altrove il cibo di strada è squisito ma per me questo luogo è una tappa imperdibile di ogni visita nella capitale britannica. Qui come e più che altrove si sintetizza quel miscuglio di culture che è Londra, accanto ad un banco che serve gli immancabili burgers si trova uno che vende paella cotta su un impressionante padellone, ed accanto cibo israeliano, poi scotch eggs non lontane dalla cucina basca oltre la quale si serve riso con anatra egiziana a due passi da succulenti panini con bistecca argentina e quilmes (tappa del mio viaggio precedente) o se volete anche pizza, mozzarella di bufala e panino con la porchetta. si mangia in piedi o in tavoloni accanto a sconosciuti, si assaggia un po’ di qua e un po’ di là ed il bello è proprio questo, stare seduti ed avere il mondo a portata di…bancomat. Dopo pranzo prendiamo la metro, la Northern line per essere precisi, e ci dirigiamo ad un altro luogo imperdibile: Camden town. Situata nella parte nord e decisamente più “funky” rispetto ad altre zone del centro, ci proietta (nuovamente per me) in una Londra dall’atmosfera più giovane ed alternativa, con i canali, i mercatini ed i negozi sovrastati da insegne con stivali e serpenti in rilievo. qui cantava una ancora poco conosciuta Amy Winehouse (celebrata da una statua) ed anche se Camden non può più essere ovviamente quella dei tempi dei Sex Pistols o dei Clash c’è sempre qualche cosa di trasgressivo nell’aria. Un caffè, qualche acquisto due souvenirs… l’ora di cena arriva in un baleno….bisogna cercare un posto dove assistere allo spettacolo pirotecnico. I biglietti sono infatti esauriti già da fine settembre e cosi decidiamo di provare ad assistere allo show dal Blackfriars bridge, sicuramente un po’ decentrato ma che offre comunque una buona visuale. Prima però bisogna trovare un buco per la cena, e senza prenotazione abbiamo dovuto girare un po’. Per fortuna la buona sorte ci assiste e anche se questo ristorante anatolico non è nemmeno paragonabile al nostro ruyam, ci possiamo accontentare ed avere comunque una buona cena. alle 23.30 siamo sul ponte e, nonostante la stanchezza dei più piccoli, diamo il benvenuto al 2020 ammirando i fuochi che vengono sparati nei pressi del London Eye. Una mia personale considerazione: lo spettacolo è sicuramente bello, assistervi da di fronte sarebbe stato senza dubbio meglio, ma i fuochi durano appena dieci minuti dopodiché… fine e tutti a casa. Poche persone brindano, nessuno meno che mai spara dei fuochi (cosa che io tra l’altro neanche amo) ma sinceramente mi sarei aspettato un po’ più di trasporto tra la gente. qui probabilmente sono cosi e anche tutti quelli che vengono da fuori si adeguano (o probabilmente si devono adeguare). Dobbiamo farci una bella passeggiata per raggiungere Holborn, non lontano da Covent garden, da dove passa il nostro bus che stasera fa corsa “deviata”. Altra considerazione: i mezzi pubblici sono gratuiti per tutta la notte e la gestione del deflusso di così tanta gente è davvero impeccabile, ma di fronte alla capacità di organizzazione inglese bisogna togliersi davvero il cappello.

Terzo giorno. Oggi è il primo dell’anno e a mezzogiorno sfila la lnyp, la parata di inizio anno. Molta gente lungo il percorso per ammirare questa sfilata dei boroughs della città che per certi versi assomiglia ad un carnevale. Assistiamo ad una parte della sfilata nei pressi di Trafalgar square, proprio sotto la statua dell’ammiraglio nelson, e poi ci dirigiamo verso Leicester square per finire in una Chinatown affollata più che mai. Da tempo volevo provare l’anatra glassata e cosi ci fermiamo in uno dei tanti ristoranti, del quale non ricordo il nome, per assaggiarla. l’anatra è decisamente buona (molto meno gli spaghetti di soia che hanno preso i piccoli) ma il servizio è stato davvero disastroso. Proprietario scortese, cameriera che parlava solo mandarino completamente nel pallone…un mezzo disastro…in pratica abbiamo ordinato una zuppa (che probabilmente abbiamo pagato visto che il conto era in cinese vai a capire comunque costava 3 o 4 sterline il problema non è il prezzo) e mentre il mio amico ne aveva assaggiato giusto un paio di cucchiai…arriva la giovane cameriera farneticando nella sua lingua, a gesti fa capire che non è lui il destinatario di quella ciotola, gliela toglie in malo modo per servirla prontamente ad un suo connazionale seduto due tavoli più in là – tra il nostro indescrivibile stupore. Ancora più stupiti abbiamo assistito a quell’avventore che, dopo avere assistito alla scena – ed avendo potuto presumibilmente comprendere l’audio – come nulla fosse, si è mangiato tutta quella brodaglia senza proferire parola. Dopo un primo momento di incredulità la cosa si è trasformata ovviamente in episodio comico, ed abbiamo trascorso il resto della vacanza a ridere dell’accaduto. Per il pomeriggio il gruppo si divide… loro si dirigono zona Big Ben-London Eye (che ho ovviamente già visitato) io invece approfitto della giornata di Premier League per assistere ad un incontro del West Ham (biglietti presi un mese prima online ed arrivati a casa via posta), che da qualche anno ha abbandonato il glorioso Upton park per il modernissimo London Stadium, che si trova in zona Stratford e che è stato completamente riammodernato per le olimpiadi di Londra 2012. Se amate il football ed avete avuto la fortuna di assistere a qualche incontro di premier saprete perché il campionato inglese ha un simile fascino. Ogni squadra di Londra ha il suo stadio, gli impianti ed i campi sono perfetti, l’afflusso ed il deflusso dei tifosi è veloce ed ordinato e, nonostante West Ham-Bournemouth (finita 4-0) fosse una partita di fascia bassa, allo stadio vi erano oltre 50.000 spettatori. Controlli severi ma nessuna barriera, la tifoseria ospite senza recinti che entra ed esce dallo stadio insieme a quella locale… cose da noi purtroppo impensabili. Loro hanno avuto seri problemi con gli hooligans ma li hanno affrontati e risolti oggi gli stadi sono diventati un luogo di divertimento e business per le famiglie ed i turisti.

Quarto giorno. Una delle ragioni per cui visitare Londra è la vasta offerta di musei, tutti gratuiti, che offre. Oggi quindi ne scegliamo un paio per completare la nostra visita, rimandando gli altri alle prossime occasioni. La mattina è occupata dalla scoperta del British museum, sito non lontano da Holborn nello splendido quartiere di Bloomsbury. Non basterebbero giorni per apprezzare tutto il materiale (oltre 8 milioni di pezzi) contenuto in questo museo ma in tre ore si possono vedere comunque alcune delle principali meraviglie, a cominciare dalla celebre stele di Rosetta – alla quale dobbiamo la comprensione dei geroglifici – passando per l’uomo di Ginger – una mummia di oltre 5.500 anni – le statue del Partenone, il serpente azteco e gli scacchi di Lewis. Questo set composto da scacchiera e da misteriosi pezzi scolpiti nell’avorio, rinvenuti nel 1831 sull’isola di Lewis in Scozia (11 pezzi sono conservati presso il Museum of Scotland) mi hanno colpito particolarmente per la loro forma misteriosa ed originale. Dopo tanta bellezza non poteva mancare il classico fish and chips dal vicino fish plaice, locale magari meno caratteristico gestito sempre da un ragazzo cinese (questo veramente cortese e professionale) dove abbiamo mangiato dell’ottimo ed abbondante merluzzo panato con patatine accompagnate da birra London lager. Dopo pranzo si cambia zona della città e ci dirige nella sofisticata area intorno a Chelsea, sicuramente una delle zone più esclusive di Londra, dove le signore possono fermarsi nei celebri magazzini Harrods a Knightsbridge, dai quali proseguiamo per la vicina South Kensington, dove si trovano due dei musei più celebri della città: il Victoria ed Albert museum (che visiteremo la prossima volta) ed il museo di storia naturale, di una bellezza architettonica impressionante resa ancora più accattivante dalla pista di pattinaggio che viene allestita affianco nel periodo natalizio. Questo museo, con la sua sezione dedicata ai dinosauri, rappresenta sicuramente una destinazione imperdibile per chi viaggia con bambini. Dopo tante ore passate nei musei è ora di fare due passi attraverso la vivace South Kensington, per attraversare Fulham road e dirigersi a King’s road attraversando Chelsea. La tranquillità e la bellezza di questo quartiere, unita alla sua vicinanza al centro, ne fanno uno dei posti più esclusivi e cari della città – dal punto di vista immobiliare – e difatti quasi ad ogni angolo troverete una Ferrari, una Lamborghini o una Rolls Royce, ad evidenziare l’alto tenore di vita che caratterizza questa zona di Londra.

Anche questa giornata è volata e ci aspetta un’ultima, per questa volta, cena dal nostro fidato ruyam, domani mattina il Gatwick express ci riporterà in aeroporto da Victoria station attraversando la parte sud della città costeggiando la “mitica” Battersea power station, che campeggiava maestosa sulla copertina di Animals dei Pink Floyd e che da centrale elettrica in disuso, simbolo dell’inquinamento e dell’alienazione (almeno secondo Roger Waters) è destinata a diventare un centro residenziale di lusso… vallo a capire il mondo…

Questa è l’ultima immagine di Londra per questo viaggio ma sono certo che la quarta non sarà la mia ultima volta in questa città sempre unica, mi piace pensare che quelle casette in mattoni che si susseguono tutte uguali fino a Gatwick siano lì a dirmi: “it’s only a goodbye”. Spero di essere stato utile e se andate…. buone vacanze!



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