Splendida ed emozionante Cornovaglia

Itinerario da Londra alla Cornovaglia, toccando anche Wiltshire, Devon e Somerset. Un viaggio che ci ha regalato splendidi momenti e grandi emozioni e che certo ricorderemo a lungo come uno tra i meglio riusciti. In queste contee, sono di volta in volta lo spettacolo dell’oceano, delle frastagliate coste, delle bianche spiagge, delle...
Scritto da: Stef-Roby
splendida ed emozionante cornovaglia
Partenza il: 20/06/2009
Ritorno il: 28/06/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Itinerario da Londra alla Cornovaglia, toccando anche Wiltshire, Devon e Somerset.

Un viaggio che ci ha regalato splendidi momenti e grandi emozioni e che certo ricorderemo a lungo come uno tra i meglio riusciti. In queste contee, sono di volta in volta lo spettacolo dell’oceano, delle frastagliate coste, delle bianche spiagge, delle sterminate brughiere, dei lunghi tramonti a restarti impressi nella mente. Sono gli ampi spazi, i pascoli punteggiati di animali, le traiettorie in volo dei gabbiani in lotta con il vento a conquistarti il cuore. E anche ciò che l’uomo nei secoli ha costruito, le cattedrali, i palazzi, i grandi o piccoli paesini sul mare, non è meno emozionante.

Per la nostra seconda esperienza nel Regno Unito, dopo aver visitato Londra decidiamo di visitare la verde Inghilterra, o almeno una parte, quella sud occidentale. Itinerario studiato con la guida Touring, i commenti trovati su Turisti per Caso e guardando i siti dell’ente turistico Britannico e della Cornovaglia. Prenotato volo (British, a 114€) e l’auto (con Alamo a 350€ per 8 giorni) per i pernottamenti ci siamo limitati a scegliere da casa il Bed and Breakfast per le prime due notti, considerando l’orario di arrivo nel tardo pomeriggio. Per il resto della vacanza abbiamo privilegiato i B&B o i piccoli hotel che hanno un costo contenuto, dai 60 ai 70 pounds per una camera con colazione per due, e poi offrono la possibilità di conoscere un po’ di più gli inglesi che oltre ad essere molto gentili e cordiali abbiamo scoperto essere molto loquaci ed espansivi e spesso innamorati dell’Italia. Contavamo essendo giugno di trovare con facilità ed in effetti solo in un occasione, a St. Ives si è un po’ girato per trovare una sistemazione anche se a onor del vero tutti i posti dove siamo stati verso sera esponevano la scritta “No vacancies”, completo. Meglio non arrivare tardi quindi.

Il clima: noi eravamo preparati a pioggia, vento e freddo, ma siamo stati fortunatissimi. Non ha mai piovuto, quasi sempre il sole, tolte 3/4 mezze giornate con le nuvole. La temperatura tra i 18 e i 22°C di giorno, un po’ freschino la sera.

1° giorno Volo Malpensa / Heathrow – Salisbury Piacevole sorpresa a fine volo il sorvolo a bassa quota di Londra fatto per atterrare a Heathrow più o meno lungo il corso del Tamigi permettendoci di vedere e riconoscere diversi celebri edifici e i parchi da Greenwich al Tower Bridge a Westminster.

Si perde parecchio tempo a Heathrow tra gli spostamenti all’interno del terminal e quelli per raggiungere l’autonoleggio da dove partiamo ormai alle 6 del pomeriggio con una Golf blu un po’ timorosi per l’esperienza della guida a sinistra; tutto bene in autostrada (M25 e M3 in direzione Southampton) un po’ più dura poi sulle strade ordinarie ma già dal secondo giorno la guida è sembrata via via più semplice. (solo usare il cambio con la mano sinistra ha continuato a dare qualche problema; e poi a volte ci si distrae e si sale dal lato sbagliato o si cerca ancora la cintura sulla sinistra!) Alla fine si sono percorse circa 1100 miglia (1800km).

Giunti nel Wiltshire, a Firsdown nelle vicinanze di Salisbury, al B&B prenotato, (The Junipers per 65 £.) l’abbiamo trovato molto carino, accogliente, curato in ogni piccolo dettaglio, (c’era come dovunque il bollitore per farsi tè o caffè ma anche cioccolatini, il lettore dvd, tanti piccoli accessori per il bagno) con il gestore gentilissimo e cordiale. Nel piccolo paese c’è una grande tranquillità con le belle e ben tenute case ognuna con il suo curato giardino senza recinzioni e cancelli, al massimo una staccionata in legno.

Serata li in paese ad una festa in un ampio prato, con musica folk e jazz e gli inglesi a gruppi sul prato, seduti su sedie pieghevoli, o su coperte ad ascoltare la musica con salamelle e birra con all’orizzonte un lungo tramonto con la luce fino quasi alle 22. La stessa luce ci ha svegliato prestissimo la mattina dopo in quanto non abituati alle finestre senza persiane e con le sole tende che in Inghilterra sono invece la normalità.

2° giorno SALISBURY – WINCHESTER – STONEHENGE Dopo la ricca colazione (pur rinunciando alla “Full english breakfast” che almeno noi apprezzeremmo meglio a pranzo), prima visita nella vicina Salisbury dominata dalla mole della gotica cattedrale, superba nelle sue forme e nell’elegante e slanciata guglia. Molto rilassante passeggiare nel prato e nel vasto parco, il close, che la circonda tra alberi secolari, scoiattoli e vecchie dimore medievali in pietra. E non male neanche il piccolo centro della vita cittadina con le sue stradine con le case a graticcio. Suggestivo poi ritornarci dopo cena e vedere centro e cattedrale nella luce della sera. Simile il centro di Winchester, più antica e severe nelle forme la cattedrale (lunga ben 167 metri!) un vero capolavoro l’interno con altare, coro, retrocoro e le vetrate che ti lasciano senza fiato. Anche qui tanto verde e tranquillità nell’area attorno alla cattedrale. Curioso che tutte le cattedrali hanno un piccolo caffè o anche un self service di solito annessi al book-shop.

Finale di pomeriggio visitando Stonehenge, con le nuvole e un vento gelido arrivato d’improvviso a spazzare la brulla brughiera sulla quale si erge il mitico cerchio di pietre. Emoziona pensare che gli uomini di 4/5.000 anni fa per circa un millennio hanno dedicato parte della loro dura esistenza per spostare (anche per centinaia di km) e poi lavorare queste enormi pietre con mezzi rudimentali come le scapole dei buoi per scalpello. Il tutto per creare questo sito, spinti da una motivazione che non conosciamo ma che doveva essere fortissima. Curioso sapere che la notte precedente quella del solstizio d’estate erano giunte li migliaia di persone da ogni paese, dormendo nei prati in attesa dell’alba.

3° giorno EXETER – TORQUAY – BRIXHAM Circa 90 miglia sulla scorrevole A303 tra prati e verdi colline nel Dorset ed entravamo nel Devon. Visita ad Exeter una moderna città per vedere un’altra magnifica cattedrale (unica per cui abbiamo pagato un ingresso di 5 pounds) con una maestosa facciata ornata di statue e una poderosa torre Normanna, splendide vetrate all’interno, tombe gotiche e un elegante “balconcino” nella navata centrale. Difficile dire tra le tre cattedrali viste quale la più bella, solo il consiglio di vederle tutte e tre! Breve il tratto, tra grandi pinete per giungere alla Torbay la English Riviera (scritto in italiano) dove a Torquay dopo un breve giro ci siamo ben alloggiati al Torcroft Hotel non lontano dal mare (per 70 £.). E’ una zona molto turistica ma non priva di fascino. Nel pomeriggio sotto un bel sole abbiamo fatto una passeggiata su un lungo sentiero che costeggia le falesie a nord del porticciolo tra una vegetazione mediterranea (palme, pini di mare e rosmarino) offrendo notevoli scorci panoramici sulla costa e che a un certo punto sbuca su un ampio prato alto sul mare e chiuso da una fila di piccole e colorate casette. Per chi ama il trekking le coste di Devon e Cornovaglia sono l’ideale con sentieri che si sviluppano interrotti solo dai piccoli centri abitati per centinaia di km. E che sono ben segnalati. Poi verso le sei abbiamo raggiunto la scogliera di Berry Head e Brixham un incantevole porticciolo forse il più bello visto nella vacanza con delle case dai colori più vari e delle stradine molto caratteristiche. Da subito giunti al mare abbiamo capito quanto i gabbiani sarebbero stati tra le presenze costanti di questa vacanza; numerosissimi, chiassosi, sia che volino sul mare sia che affamati girino tra la gente in cerca degli avanzi dei fish and chips presi nei take-away. Che poi le loro grida ci avrebbero svegliato tutte le mattine alle 5 o giù di li l’abbiamo capito il mattino dopo! 4° giorno PENZANCE – LAND’S END – ST. IVES Breve sosta a Plymouth sul prato di The Hoe Park la parte della città che da sul mare con il faro bianco e rosso e una gran vista sulla baia, e poi entravamo nella contea di Cornovaglia proseguendo fino a St. Ives dove non ci riusciva di trovare un B&B libero; così ci siamo spostati a Penzance dove forti anche dei suggerimenti di altri turisti per caso abbiamo trovato al primo tentativo nella Alexandra Road al piccolo Pentrea Hotel una camera carinissima proprio come descritta da una viaggiatrice sul sito (a 60 £.). Penzance non è l’elegante St. Ives anzi è bruttina ma è in una comoda posizione per girare le penisole di Lizard e Penwith che occupano l’estremità della contea e vantano vere meraviglie naturali. Noi abbiamo cominciato, dalla Penwith, visitando Mousehole un altro caratteristico porticciolo di case in pietra; poi raggiungendo su stradine a volte molto strette Land’s End, dove con uno stupendo sole, il cielo terso e una leggera brezza, al posto del fortissimo vento che di solito spira, abbiamo fatto una tranquilla passeggiata con molte soste, sulle scogliere fino alla spiaggia di Sennen Cove e ritorno ammirando l’incanto del mare punteggiato di scogli, la scogliera frastagliata, il verde della costa. Meraviglioso il silenzio e la pace di questa “ultima terra” protesa nell’oceano. Stona una specie di parco divertimento del tutto fuori luogo li che per nostra fortuna a quell’ora dalle 5 alle 7 era chiuso e deserto. Risalendo la costa nord dopo una sosta alla punta Cornovaglia e la cena in un pub a St. Just, abbiamo percorso le poche miglia da li a St. Ives nella luce del tramonto (con il sole che si buttava nell’oceano alle 9 e ½ a nord-ovest!). Uno spettacolare tratto di strada tortuoso, alto sul mare che offre sensazionali scorci sulla costa e sui verdi appezzamenti di terreno con gli animali ancora al pascolo. Parcheggio “Pay and display” anche alla sera a St. Ives dove il porticciolo è un vero gioiello con i tanti locali, le case bianche o di pietra grigia, la torre quadrata della chiesa, e … i gabbiani che qui sono più che mai protagonisti e bellissimi da vedere nelle loro evoluzioni in cielo. Era ormai quasi buio, e noi stanchi, così passeggiato un po’ ci siamo ripromessi di tornare l’indomani a visitarla meglio. A proposito dei parcheggi, sono quasi sempre a pagamento e “Pay and display” è una delle scritte che ti capita di leggere più spesso in Inghilterra, battuta credo solo da “Slow” dovunque sulle strade. Poi c’è il più tipico “Please Don’t feed the seagulls” che è bene seguire se non ti vuoi ritrovare circondato dagli affamati e aggressivi pennuti.

5° giorno ST. Michael’s mount – lizard – st. IVES Una delle più belle giornate della vacanza con tanto sole e .. Il famoso vento che sferza la costa.

Alle 9 e ½ eravamo già a Marazion pronti a imbarcarci per la sorella minore della celebre Mont st. Michel a poche centinaia di metri dalla costa. Sulla barca due brianzoli, i primi italiani che incontriamo (troveremo poi solo un’altra famiglia a Newquay). Sull’isola si visitano i giardini e il palazzo (diverse le belle camere e la parte più vecchia ovvero la chiesetta fatta dai benedettini) dai cui terrazzi la vista è strepitosa e spazia su tutta la costa fino alla Lizard point. Davanti a noi Marazion ormai raggiungibile a piedi dall’isola dopo che la marea ritirandosi aveva scoperto un comodo passaggio ciottolato. Quindi volendo risparmiare il costo del passaggio in barca basta aspettare la bassa marea. E tornare poi prima che ritorni l’alta marea ovviamente! Pranzato all’aperto in un locale di fronte all’isola ci siamo poi spostati nella vicina penisola di Lizard e raggiunto l’omonimo paesino a piedi siamo andati alle scogliere sulla punta (seguire Head Lizard) che è la più a sud dell’Inghilterra e poi al faro. Fantastico vedere il vento che carezzava i prati creando il poetico effetto di una continua onda verde in movimento. In auto siamo andati a Kynance Cove, (Ci si può arrivare anche a piedi da Lizard in un’oretta risparmiando i 3,5 £. Del parcheggio) dove consigliamo di non scendere subito dal sentiero che porta alla spiaggia ma di raggiungere la scogliera dove noi abbiamo vissuto uno dei momenti più emozionanti della vacanza: Kynance Cove di fronte a noi, uno spettacolo Straordinario. Tre spiaggette bianche, grossi faraglioni scuri, il verde intenso sopra le falesie, la costa incredibilmente frastagliata, l’oceano che quel pomeriggio con il sole contro luccicava tutto… . Scesi giù siamo stati per un po’ beati al sole sull’ultima spiaggetta chiusa tra due pareti di roccia con due accessi opposti al mare, uno a nord e uno a sud. Quando ci siamo accorti di essere rimasti soli sulla spiaggia all’unisono abbiamo realizzato che la spiaggia si era alquanto rimpicciolita dal nostro arrivo; la marea avanzava rapida e infatti dove prima si era passati sulla sabbia ora l’acqua superava il ginocchio; via di corsa prima che salga ancora di più ci siamo detti e la spiaggia sparisca! La giornata si è chiusa tornando a St. Ives ad ammirare le grandi spiagge bianche, quella di Carbis Bay su tutte, la più bella, bianchissima e lunga con l’acqua dai colori stupendi, il verde della vegetazione alle spalle. Poi entrando in paese la Portminster beach e salendo sulla punta a nord ovest del paese si domina dall’alto l’altra bella spiaggia, la Porthmear beach e tutta St. Ives che ripeto è incantevole e piacevolissima da girare oltre ad essere piena di ristorantini e pub dove anche noi abbiamo cenato.

6° giorno NEWQUAY – TINTANGEL – BOSCASTLE Iniziamo a risalire la costa nord e ci fermiamo a Newquay dove troviamo una camera tranquilla e spaziosa nel Trelinda hotel (a 68 £.) con dei gestori ancora una volta molto cordiali non lontana dal centro.

Newquay non ha un centro caratteristico, è una località grossina con tanti negozi e locali per divertirsi la sera, ad attirarci sono state le immense spiagge chiuse da verdi falesie da cui si affaccia il paese. Ci siamo scesi mezzodì quando la marea ritiratasi del tutto le lascia libere ed è pazzesco vedere come si estendono in profondità, vedere grossi scogli pieni di cozze e conchiglie completamente all’asciutto così come le barche nel porticciolo piegate su un lato. Ancora più incredibile a sera vedere che il mare una volta tornato occupa del tutto queste spiagge e un grosso faraglione su cui è stata costruita una casa (collegata con un ponticello al paese) torna a essere un isola! Che belli poi i grandi prati che a nord del paese si aprono proprio sopra queste alte e ripide falesie dove camminare ammirando il panorama della costa e delle spiagge tra le quali Watergate Bay è con la bassa marea immensa. Anche qui il vento era incredibilmente tenue per la disperazione dei tanti surfisti fermi in spiaggia sulle loro tavole.

Più tardi ci siamo spostati una trentina di miglia a nord a Boscastle, porticciolo con le belle case adagiate sui due lati di un torrente in fondo a una profonda insenatura che si sviluppa sinuosa tra alte coste. E’ facile e ne vale la pena salirci. Nella vicina Tintangel abbiamo raggiunto la Old Church (suggestiva) e da li costeggiando le alte e strapiombanti falesie abbiamo raggiunto il promontorio con i resti del castello che dicono, ma non è vero, legato alla leggenda di re Artù. Comunque a noi importava poco di Artù e dei quattro resti che si vedevano e quando abbiamo scoperto che stava chiudendo (alle 18) ci è dispiaciuto solo di non poter salire (c’è un ponticello sospeso nel vuoto) sul brullo ma selvaggio e spettacolare promontorio. A Tintangel invece ci sono tante tipiche casette e il vecchio ufficio postale ma anche una serie di banali negozi di cianfrusaglie medievali e souvenir.

7° giorno EXMOOR NATIONAL PARK E’ il giorno in cui rientriamo nel Devon; prevedevano pioggia ma dopo mezza giornata di nuvole è tornato uno splendido sole. Risalendo per quasi 100 miglia lungo la A39 (Atlantic highway!!) facciamo sosta a Clovelly un paesino con ingresso a pagamento, per circa 6 pounds, e si arriva al porticciolo scendendo una ripida e tortuosa stradina fiancheggiate da belle e caratteristiche case recuperate più o meno così com’erano un secolo fa. C’è anche un piccolo museo e uno dei più forniti negozi di prodotti tipici (biscotti, tè, marmellate… direi a un giusto prezzo). Proseguendo verso Linton a Barnstaple ci siamo persi l’A39 e siamo finiti su piccole strade tra dorate colline, e cottage coi tetti in paglia, perdendo però un bel po’ di tempo prima di ritrovare la giusta strada. A Linton siamo stati fortunati trovando subito un B&B libero (Kingford House per 60 £.) e una camera spaziosa e bellissima, la migliore della vacanza con una vista rilassante e ampia grazie a 3 finestroni sul verde delle colline di fronte. Linton e Linmouth posta sotto sul mare sono piccoli centri immersi nella tranquillità e in una magnifica natura e con tante belle e a volte sontuose case.

Ma lo spettacolo migliore lo offre la natura poco più a nord nella Valley of the rocks che conviene raggiungere a piedi lungo un bel sentiero di mezz’ora che da Linton costeggia a mezza costa il mare. Si ammirano grosse rocce dalle forme più strane e le dolci colline interamente coperte da verdissime felci. Che magnifico contrasto con il blu del cielo! Altrettanto splendido il tratto di strada che taglia l’Exmoor da Linmouth a Porlock che abbiamo percorso con la luce delle 6. Verdi colline dolcemente ondulate estese a perdita d’occhio, campi punteggiati di pecore, cavalli, puledri e mucche, divisi tra loro da siepi nelle forme e dimensioni più varie. Un incanto fermarsi a guardare nel silenzio rotto solo dalle voci degli animali. Tornando dopo avere cenato a Porlock (altro bel paese) un momento indimenticabile nella luce del tramonto; non lontano dalla strada c’era un grosso gruppo di cavalli che mangiavano tranquilli, tranne uno, un piccolo puledro che nitriva e scalciava nervoso. A un certo punto ha preso a galoppare veloce sulla collina, in alto si è fermato ha scalciato un po’, di nuovo giù al galoppo e ancora un po’ a nitrire e scalciare per i fatti suoi. E gli altri cavalli sempre tranquilli.

8° giorno WELLS – BATH – SWINDON Lasciamo il Devon per entrare nel Somerset facendo due brevi soste a Selworthy (un minuscolo villaggio) e a Dunster (una bella e antica cittadina) prima di uscire dall’Exmoor National Park. A Glastonbury vediamo i resti dell’abbazia, mentre a Wells il pezzo forte è di nuovo una famosa cattedrale; facciata e torri sono imponenti e dire magnifici è dire poco; fantastico stare sul prato davanti con il naso all’insù e sentirsi piccoli piccoli. Non è da meno l’interno con un curioso e antico orologio, il Wells Clock con figure in movimento ogni 15’. Merita una visita anche la piccola via chiusa sul fianco della cattedrale la Vicar’s Close con due file di identiche case in pietra un tempo riservate ai dignitari del vescovo e il mercato sulla caratteristica Market Place.

Bath invece è città settecentesca dall’aspetto più severo con i punti più suggestivi lungo l’Avon, come il Pulteney Bridge in pietra scura con le botteghe ai due lati che ricorda un po’ alla lontana il nostro Ponte Vecchio e dei giardini in cui noleggiando una sdraio ci si può mettere a prendere il sole. Belle poi la cattedrale gotica, e la quadrata Queen square mentre noi non abbiamo visitato le terme romane preferendo una piacevole sosta per un apple pie.

Per avvicinarci a Londra siamo filati senza altre soste fino a Swindon dove ci siamo sistemati un po’ fuori città in un hotel, il Landmark dove per soli 70 £. Abbiamo avuto un elegante suite chiamata “Avebury” ironia della sorte la località non distante con un grande complesso megalitico dove non siamo più riusciti ad andare perché ormai buio o quasi. Siamo stati invece nel centro di Swindon, città senza bellezze artistiche ma non brutta.

9° giorno WINDSOR – ETON Con il volo verso le 4 fatto l’ultimo spostamento da Swindon ci rimanevano un paio d’ore insufficienti per visitare l’enorme dimora reale dei Windsor, così ci siamo limitati a girare le strade attorno agli ingressi del castello fino ad arrivare al Great Park gigantesco parco tagliato in due da un lungo viale che si estende davvero a perdita d’occhio, credo per 3/4km. Poi passato il ponte sul Tamigi due passi a Eton sede del più illustre college inglese visitabile durante il periodo estivo. (un buon consiglio è quello di lasciare l’auto nei parcheggi a lunga permanenza – long stay -a ridosso delle mura del castello che costano meno della metà di quelli nel centro i più salati della vacanza).

Infine si è fatto un giro in auto in questa zona attraversata dal Tamigi piena di verde, ville, parchi e laghetti che da un’ottima idea dello sfarzo e della ricchezza in cui si viveva attorno alla corte reale.

Rientrando a Heathrow occorre prestare attenzione alle istruzioni lasciate dall’autonoleggio per riconsegnare l’auto; noi non l’abbiamo fatto pensando di rifare al contrario la strada dell’andata e ci è toccato girare attorno a metà aeroporto in quanto le vie di accesso ai noleggi sono sensi unici a cui si accede credo solo dagli svincoli autostradali; e meno male che non c’era traffico altrimenti si finiva con l’arrivare tardi al check-in. Che nel nostro caso non sarebbe stato un problema in quanto il sistema dello smistamento valige di tutto il T5 era in tilt e li è iniziata la nostra piccola odissea. Come tutti quelli con il bagaglio da stiva anche noi siamo rimasti a terra, (a questo proposito devo dire che l’assistenza del personale British è stata scarsissima) si è dovuto fare lunghe file per il re-booking e per fortuna ci hanno trovato posto sull’ultimo volo Alitalia per Linate. Per noi era meglio Malpensa ma l’alternativa era partire l’indomani. Una corsa folle per arrivare in tempo al Terminal 2 prima per prendere il treno e poi correndo tra non so quante scale mobili e corridoi, pensando di continuo “ma quanto è grande questo aeroporto”. Alla fine esausti siamo riusciti a imbarcarci.

Mi rimane da dire che abbiamo avuto l’impressione che, complice il basso valore della Sterlina, i prezzi in Inghilterra siano un po’ per tutto convenienti, e poi loro usano ancora molto spesso i pence, l’equivalente dei nostri bistrattati centesimi senza arrotondare tutto al pound. Che la birra costa poco si sa, ed è di ottima qualità, ma che anche una San Pellegrino in un locale o delle ottime pesche al mercato costano meno che in Italia sorprende assai. Certo si paga spesso per parcheggiare anche nei piccoli centri o vicino alle spiagge e per visitare ogni luogo gli ingressi sono alti, ma nel complesso si spende meno che da noi.

Non è caro neppure mangiare fuori, ma qui è un discorso a parte; della cucina non abbiam detto quasi nulla perché almeno per noi non è certo esaltante e parecchio limitata e ripetitiva. Si, qua e la ci sono capitati piatti discreti, ma mai buoni al punto da consigliare un posto in particolare. Direi che in generale conviene scegliere i pub, più economici e tipici facendo attenzione agli orari di chiusura e al fatto che bisogna ordinare al banco prima di sedersi. Non sarebbe stato male avere qualche giorno in più a disposizione rispetto ai nostri 8/9. C’erano altre località che certo meritavano di essere viste, ma non c’è stato tempo, come le isole Scilly, Polperro e altri porticcioli della costa sud, l’Eden Project, alcune celebri dimore e i loro giardini, il Dartmoor park… insomma credo che ci siano sufficienti attrattive per ritornarci presto.

Ne vale certo la pena credeteci. Buona vacanza



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