My London 2008

Non ero mai stata in Inghilterra e avevo in progetto di andare per alcuni giorni a Londra, effettuando anche dei giri nei dintorni costieri; per questa ragione io ed un amico abbiamo viaggiato con la nostra auto fin dall’Italia. So bene che non è certo una scelta economica, ma mi sembrava l’unica che permettesse di improvvisare un po’ gli...
Scritto da: uboot-72
Partenza il: 16/08/2008
Ritorno il: 24/08/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Non ero mai stata in Inghilterra e avevo in progetto di andare per alcuni giorni a Londra, effettuando anche dei giri nei dintorni costieri; per questa ragione io ed un amico abbiamo viaggiato con la nostra auto fin dall’Italia. So bene che non è certo una scelta economica, ma mi sembrava l’unica che permettesse di improvvisare un po’ gli itinerari. Inoltre mi accattivava molto l’idea di arrivare attraversando la Manica con il ferry, e vedere l’Inghilterra avvicinarsi pian piano.

Così è stato, ho prenotato con internet l’hotel (booking.Com), scegliendone uno in una zona di Londra lontana dal centro, ovviamente per risparmiare un po’, il London Guest House (167, Horn Lane, zona Acton); il costo è stato di 59 sterline per una camera a 2 letti e comprendeva la notte e la colazione. Anche il traghetto l’ho prenotato on line (ferry.Com) per la tratta Calais-Dover A/R, per circa 150 euro totali. Prima di partire ho ordinato 2 Oyster Card, (visitbritain.Com) che mi sono arrivate per posta pochi giorni dopo; si tratta di tessere per una riduzione su metro e bus (molto costosi..). Siamo partiti il 16/8 e ci siamo imbarcati sul ferry a Calais il 17/8 (per nostra scelta abbiamo considerato tempi di viaggio lunghi e dormito la notte prima dell’imbarco in un’area di servizio). Forse sembrerà banale, ma io ho trovato davvero affascinante la traversata della Manica, lasciando l’imbarco nella nebbia piovosa di Calais e vedendo lentamente avvicinarsi le “bianche scogliere di Dover”. Siamo sbarcati in Inghilterra circa dopo 1,30 di traghetto, e con un’ora di meno di fuso orario. Non ci siamo soffermati a Dover ma diretti a Canterbury, per vedere la famosa cattedrale (siamo arrivati in mezzora circa). Il paese è carino, e la cattedrale molto suggestiva. Nel pomeriggio siamo ripartiti per Londra.

L’hotel era situato in quartiere decentrato ma carino e tranquillo, e la camera in buone condizioni. La colazione offriva biscotti, plum cake, pane tostato e cose simili, ovviamente non c’erano i croissant..E neanche il caffè espresso! L’unico neo era rappresentato dalla distanza dalla fermata della metro, che a piedi distava circa 20 minuti (District e Piccadilly Line). Nella strada passavano anche degli autobus (266, 70), ma non portavano in centro, ed il costo per tratta era comunque 0,90 sterline. La metro era davvero molto costosa, almeno se paragonata ai trasporti italiani; per noi, pur avendo la Oyster Card, una corsa per raggiungere il centro poteva costare anche 2,50 sterline. C’era la possibilità di effettuare abbonamenti giornalieri, a circa 5,90 sterline. Il nostro soggiorno è durato circa 6 giorni, in quanto il ferry per il ritorno era prenotato per il 23/8 dopo cena. Abbiamo cercato di scegliere degli itinerari che prevedessero un equilibrio tra visite a pagamento e attrazioni gratuite; così, abbiamo visitato il Westminster Palace e la Westminster Abbey, (circa 12-15 £ ognuna, a testa). Il primo (che è il palazzo del parlamento) non mi attirava molto da visitare internamente, ma poi, la visita guidata (in italiano) si è rivelata interessante e divertente, soprattutto per i complessi e tradizionali riti che si svolgono tra regina, Lord e Comuni, e gli aneddoti divertenti raccontati dalla nostra guida. Questa visita, e quella alla vicina Abbazia, in cui da un millennio vengono incoronati i sovrani, mi ha fatto entrare nel mondo e nell’atmosfera legata alla monarchia, molto distante da ciò a cui si è abituati in Italia. Il famoso Big Ben non è un campanile a sé (come io credevo..), ma una delle torri del Westminster Palace, e non vi si può accedere.

Nel corso del nostro infinito gironzolare, ci siamo fermati spesso in Trafalgar Square, una bella piazza davanti alla National Gallery con belle fontane e la statua di Nelson, il famoso ammiraglio, altissima nel cielo a dominare il panorama; proprio ai piedi della statua era stato allestito un maxi schermo collegato in diretta con le olimpiadi. Una giornata l’abbiamo trascorsa per buona parte a Covent Garden, che è una struttura coperta con un bel mercatino all’interno (si vendono acquerelli, fotografie, bigiotteria, e altra oggettistica graziosa), più alcuni negozietti e bar con dehors. Lì, sia all’interno che all’esterno, si succedono in continuazione artisti, acrobati, giocolieri, suonatori, prestigiatori, cantanti che offrono al pubblico il loro spettacolo, ed è veramente bello, con un’atmosfera splendida. Abbiamo passeggiato molto spesso tra Covent Garden, Leicester Square e Piccadilly Circus, per guardare un po’ i negozi e respirare quel continuo movimento di gente. Una delle visite che ho preferito, e infatti ci siamo tornati due volte, è la galleria d’arte moderna Tate Modern, che consiste in un allestimento di quadri all’interno di una vecchia centrale elettrica, creando un effetto molto suggestivo ed affascinante, in riva al Tamigi, dalla parte opposta alla S.Paul Cathedral. Le due sponde del fiume sono collegate dal bellissimo ponte pedonale Millenium Bridge, contraddistinto da un esaltante e moderno design. L’ingresso alla galleria è libero, si pagano solo le mostre temporanee, se si vuole visitarle. Anche l’ingresso alla galleria Tate Britain è libero, ed ospita collezioni di opere dal 1500 in poi, compresa una collezione di pitture di Turner e degli approfondimenti sulle tecniche di acquerello ed incisione. Ho apprezzato moltissimo in entrambe le Tate gli allestimenti di giocattoli e percorsi creativi rivolti ai bambini, un vero paradiso. Un giorno siamo andati a vedere il cambio della guardia a Buckingam Palace, sostando prima a rilassarci sul laghetto di Hyde Park, sotto velati raggi di sole. Beh, forse siamo arrivati in ritardo (iniziava alle 11,30), perché la folla aveva già occupato tutto il perimetro della cancellata utile per osservare le guardie reali, e noi in punta dei piedi abbiamo visto solo apparire qualche cappello. E così, per consolazione, siamo andati nuovamente a rilassarci mangiando un sandwich nei prati di St. James Park.

Un pomeriggio abbiamo comprato il biglietto per la ruota panoramica London Eye, e ci siamo saliti dopo le 20, con una luce quasi crepuscolare di una delle rare giornate limpide. Questa ruota non è semplicemente la classica ruota che si trova spesso nelle grandi città, ma molto di più; è composta da tantissime cabine di vetro a forma come di ellisse, in cui possono entrare parecchie persone, ed ha un design davvero avveniristico. Situata proprio sul Tamigi, davanti al complesso di Westminster. Il costo è di 15 £ circa a testa, ma ne vale davvero la pena. Uno degli ultimi giorni siamo andati a visitare la zona di Canary Wharf, una parte di Londra verso Greenwich in cui convivono i vecchi docks portuali e i nuovi grattacieli di vetro, un contrasto molto intrigante. Siamo andati nel Docksland Museum a visitare una mostra su Jack lo squartatore, di cui avevo letto su internet; il biglietto per mostra e museo costava 7£, ma ne abbiamo avuto uno gratis grazie ad un coupon contenuto in uno di quei quotidiani che si trovano sulla metropolitana. Il museo ospita alcune rievocazioni riguardanti la seconda guerra mondiale (che hanno anche coinvolto i docks), e altre aree riguardanti la costruzione di Canary Wharf ed altri progetti dell’ultimo ventennio. All’interno dei vari grattacieli ci sono molti negozi ai piani bassi, mentre ci è sembrato che non fosse possibile salire ai piani alti. Alcune importanti ed antichissime costruzioni, come il Tower Bridge e la Tower of London, abbiamo scelto di ammirarle solo dall’esterno, riservandoci di visitarle nel prossimo soggiorno londinese. Un pomeriggio abbiamo fatto un salto nella Photographers’ Gallery (nei pressi di Leicester Square), che ospita sempre mostre di foto interessanti, con ingresso libero. Ad esempio c’era la mostra “Fashion in the mirror. Self-Reflection in fashion photography”, e la mostra “Them” di Danny Treacy; entrambe durano fino a metà settembre.

L’ultimo giorno, che era un sabato, siamo andati a fare un giro al mercatino di Portobello Road, in cui si vendono molte stampe e mappe antiche, oggettistica varia di antiquariato, e bancarelle di magliette o accessori moderni. Carino, ma molto affollato soprattutto di turisti italiani. Nel pomeriggio, un po’ di siesta a Kensington Park ed ultimo giro nell’amato Covent Garden.

Per quanto riguarda i pasti, abbiamo quasi sempre mangiato nei pub, sia a pranzo che a cena, o entrando in quello che ci ispirava di più sulla strada, o seguendo le indicazioni delle guide che ci segnalavano i pub particolarmente antichi e belli, come il Blackfriar Pub. Il menu è molto ricco, non c’è la pasta e la pizza, ma per una settimana ne possiamo fare volentieri a meno! Mediamente spendevamo 16-18 £ a pasto in due, prendendo un piatto unico con birra e caffè, quindi un costo molto contenuto. Dopo cena tendenzialmente continuavamo a passeggiare per ammirare i panorami in versione notturna, bellissimi soprattutto sul Tamigi, per poi rientrare all’hotel impiegando quasi un’ora tra metro e tragitto a piedi.

Come si deduce dal racconto, non abbiamo fatto nessun giro nei dintorni costieri con la macchina…Infatti siamo stati catturati dall’atmosfera londinese e abbiamo voluto godercela tutti i giorni, anche per vedere ciò che ci interessava senza lo stress del tempo che scarseggia. A conti fatti avere la macchina è stato un onere notevole dal punto di vista economico, anche perché…Abbiamo preso una multa per aver posteggiato in zona riservata ai residenti nei pressi della fermata della metro..Ben 50 £! Pazienza! E’ andata bene così! Ciò che a me è piaciuto di più della città è l’assoluto contrasto tra monumenti e tradizioni antiche e fastose, contrapposte ad architetture ed idee giovani e moderne, leggere ed ariose. La maggior libertà delle persone, almeno all’apparenza, di manifestare la propria individualità, anche attraverso l’abbigliamento, molto diversamente da ciò che percepisco da noi in Italia. Inoltre, una grandissima importanza data alla cultura in genere, attraverso mostre e manifestazioni, e a favorirne un facile accesso.



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