Weekend a Lisbona: 2 giorni in città

Toccata e fuga, una follia in trentasei ore
Scritto da: fabri979
weekend a lisbona: 2 giorni in città
Partenza il: 09/11/2019
Ritorno il: 10/11/2019
Viaggiatori: 4
Spesa: Fino a €250 €

Volo economico (Ryan Air) Ciampino – Lisbona AR a 60,00 euro, acquistato ad agosto, ed una sistemazione centralissima in appartamento a 93,00 euro per una notte.

Giorno 1 – sabato

Il volo parte prestissimo, è ancora buio. Tranquillo il viaggio, circa tre ore delle quali approfitto per recuperare un poco di sonno dopo la levataccia ed il percorso in auto all’aeroporto. Atterriamo a Lisbona circa alle nove, e dopo il trasferimento dal terminal ci ritroviamo fuori dalla stazione a cercare la fermata per il bus che porta in centro. È una magnifica giornata, che promette bene. Giungiamo al banco Aerobus, giusto di fronte, e mostro all’addetto i biglietti elettronici acquistati in internet precauzionalmente per evitare eventuali code che al momento non preoccupano. Costo irrisorio, 5,40 euro AR validità 30 giorni.

La fermata di destinazione è la numero 9 (Rossio) presso la omonima piazza in pieno centro. Ci apprestiamo a scendere ed uno strano personaggio quasi ce lo impedisce, proponendoci e mostrandoci sotto il naso un cartoccio di hashish. Accoglienza tipica lusitana, mi viene a pensare. Rua do Zapateros è proprio di fronte, ma la superiamo e ci mettiamo un poco a ritrovarla, ma alla fine saliamo al primo piano e lasciamo i bagagli: le stanze saranno pronte rigorosamente ad orario!

Scendiamo in strada e raggiungiamo la parallela che conduce in fondo alla maestosa piazza do Comercio, ma prima ci fermiamo ad un bar per fare colazione. L’insegna azzurra recita “Nata de Lisboa”, al civico 222 e qui abbiamo gustato le ottime “pastel” (io ho raddoppiato) con un cappuccino tutto sommato bevibile. Abbiamo già avuto modo di apprezzare la cortesia e giovialità della gente proveniente dai vecchi possedimenti d’oltremare, mentre i locali sono molto freddi e distaccati, indifferenti. Raggiungiamo quindi attraverso l’arco la bellissima piazza, enorme, già ricolma di gente, e ci soffermiamo con le spalle rivolte all’acqua dell’estuario del fiume a rimirare il bellissimo perimetro.

A questo punto facciamo il percorso a ritroso, e mi procuro i biglietti per i mezzi pubblici: il giornaliero costa 6,90 euro. Raggiungiamo quindi il capolinea del famosissimo tram storico “28 giallo” e ci accodiamo ad una lunga fila che aumenta di minuto in minuto. Finalmente dopo quattro mandate tocca il nostro turno, e comincia lo spettacolare percorso in salita in mezzo a vicoletti caratteristici rasentando i muri ed i pedoni. Con il senno del poi dovuto all’esperienza diretta, mi viene d’obbligo lasciare due validi consigli:

  • Primo – superate il capolinea ed attestatevi alla seconda fermata, dopo l’angolo della prima traversa a destra, saltate mezz’ora e più di coda e salite sicuramente.
  • Secondo – quando avete raggiunta la cima del colle avete praticamente visto tutto, quindi quando la strada discende e spiana, non proseguite oltre la zona della piazza del Commercio, perché perderete tempo prezioso in mezzo ad un paesaggio urbano che ha poco da dire.

Rientrati in centro, nella piazza adiacente a quella di Rossio troneggia un complesso prefabbricato coperto dove sono installati innumerevoli chioschi, quindi, complici i morsi della fame, ci apprestiamo a fare uno spuntino. Ci vuole qualche minuto a trovare quattro posti ad una delle tavolate, ma alla fine ci riusciamo. Lasciate le donne a mò di segnaposto, ci addentriamo nei vari stand per lasciarci catturare da quello che più ci appaga gli occhi: spiedini di polpo, baccalà fritto (ovvio) e piatto di salumi e formaggi. Birra alla spina e via!

A questo punto raggiungiamo gli appartamenti e ne prendiamo possesso. Si tratta di “Rossio Apartments” struttura pulita e sembrerebbe da poco restaurata, a giudicare dalla vivacità dei colori delle pareti e dalla mobilia. Ritengo sia stata una ottima scelta, magari non economicissima ma centrale al punto che hai tutto a portata di mano.

Rinfrescata veloce e via di nuovo in strada, destinazione il castello. Gongoliamo nei vicoletti che salgono nel quartiere dell’Alfama seguendo le indicazioni e godendo del panorama (e delle bellissime azulejos, le ceramiche da esterni), ma quando raggiungiamo la sommità del colle comincia ad imbrunire e quindi decidiamo di non entrare (anche captando i commenti di una coppia che esce).

Lungo la discesa ci soffermiamo a visitare la chiesa di nostra Signora della Concezione e la Cattedrale, quindi ci ritroviamo sul lungo fiume e rientriamo agli appartamenti con una bella passeggiata.

Per la cena non ci allontaniamo dalla base; la stanchezza si fa sentire, e sotto casa c’è solo l’imbarazzo della scelta. Trascorriamo circa cento metri in direzione fiume ed entriamo in un locale sulla destra dove cucinano riso e granchio; proviamo. È risaputo che lo stuzzichino lo paghi, ma lo stomaco reclama, e con una buona bottiglia di vino verde diamo fuoco alle polveri. Di lì a poco ci servono un tegame di riso e crostacei super abbondante a tal punto che bisogna ricorrere ad una seconda bottiglia di vino, talmente buona che la mattina non lascia alcun riscontro alla testa. Al momento di pagare il conto il cameriere mi fa notare, come è scritto chiaramente sulla porta, che il locale ha la buona abitudine di accettare solo moneta contante, e quindi colletta tipo anni della scuola. Facciamo due passi a scopo digestivo verso Piazza Rossio, dove è tutto un fermento, e facciamo una passata agli stands coperti. Ma ora via, al meritato riposo.

Giorno 2 – domenica

Sveglia alle otto, il tempo è tiranno, si rientra nel pomeriggio. Colazione in una delle tante pasticcerie che pullulano la via, schivando attentamente cocci di vetro e prestando attenzione a non inzaccherarsi le scarpe in una pozza di sangue residuo di qualche diversivo notturno. Prendiamo ora in direzione opposta al quartiere dell’Alfama, inerpicandoci sulle stradine del Barrio Alto. Raggiunta la sommità aggiriamo i resti del vecchio Convento do Carmo, che è ancora chiuso, e raggiungiamo la passerella dell’Elevador de Santa Justa, da dove si gode una splendida vista del centro.

Scendiamo ora verso piazza Rossio costeggiano in fondo all’angolo un negozio che è un vero museo tappezzato di colorate scatolette delle famosissime sardine portoghesi, quindi ciondoliamo per la piazza ammirando la disposizione del porfido posto in maniera così realistica che infonde l’effetto delle onde del mare. Foto ricordo alla fontana, quindi visitiamo la lapide in memoria degli Ebrei e la bella chiesa di Santo Domingo (non approfonditamente, c’è la funzione); rientriamo ora nelle camere per liberarle e lasciare in deposito il piccolo bagaglio.

Sono quasi le dieci e raggiungiamo il monumento in piazza do Comercio dove è fissato il punto di incontro per il Tour libero in Italiano. Lo abbiamo già sperimentato a Cracovia con eccellenti risultati, quindi andiamo decisi. Ieri al nostro arrivo a Piazza Rossio una ragazza, Antonella, ci ha lasciato una brochure, così abbiamo deciso di passare la mattinata a Belém, con guida italiana e offerta libera. Facciamo la conoscenza di Francio l’Aretino, ed alle 10,15 precise ci incamminiamo alla vicina stazione ferroviaria lasciando in piazza orde di turisti all’assalto dei bus. Raggiungiamo Belèm ed iniziamo con la visita dei giardini con la colonna e la statua di Alfonso de Albuquerque, per sostare circa mezz’ora all’ingresso del Monastero di san Gerolamo, una vera meraviglia, sia in esterno che all’interno. Francio si fa ammonire dalla sorvegliante per il tono di voce troppo alto, e si capisce che non è la prima volta; ammutolisce un attimo e poi riprende ad illustrarci le magnificenze del tempio; bravo davvero. All’uscita dalla Cappella facciamo una sosta alla pasticceria dove si dice sia stato brevettato il celeberrimo “Pasteis De Belèm” e, scavalcata la fila grazie ad una corsia preferenziale nota alla nostra guida, riponiamo nello stomaco questo dolce ricordo.

Raggiungiamo ora il fiume, dove sostiamo ad una riproduzione di una mappa terrestre d’epoca che mette in risalto i nuovi possedimenti coloniali delle potenze europee, per ammirare poco oltre il bellissimo monumento ai navigatori, con il re Enrico il Navigatore a prua seguito da tutti i grandi Portoghesi, Vasco de Gama, Ferdinando Magellano e via. Passeggiata sul viale e finalmente la Torre di Belém, forse il simbolo più noto di questo angolo di Portogallo, veramente una chicca. Foto ricordo e si prende la via del rientro.

Pullman stracarichi oltre ogni elementare norma di buonsenso, e dopo circa mezz’ora, pressati come le tipiche sardine lusitane, scendiamo in centro; un’occhiata all’orologio, sono le 13,00 passate. Raggiungiamo gli stand per un frugale ma sfizioso pasto, quindi ci addentriamo per i vicoli per un ultimo assaggio di questa bella città. Alle 15,00 ritiriamo gli zaini e aspettiamo il bus rosso che ci condurrà in aeroporto. Cambio di navetta per raggiungere il secondo terminal ed in perfetto orario transitiamo al duty free per una bottiglia di Porto come ricordo. Il volo di ritorno delle 18,00 è in perfetto orario, per fortuna, e giungiamo a Roma alle 22,00 passate. Meno male che a quest’ora il raccordo è a dimensione umana, e rientriamo in casa che sono quasi le 2,00 e per giunta domattina la sveglia suonerà alle 6,00 ma ne è valsa veramente la pena. L’imperativo d’obbligo è quello di ritornarci.



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