3 giorni a Lisbona e Sintra

Un weekend lungo in giro per una capitale europea
Scritto da: MICAROX
3 giorni a lisbona e sintra
Partenza il: 31/10/2018
Ritorno il: 03/11/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Io e mio marito abbiamo deciso a giugno di passare il weekend dei Santi a Lisbona. Abbiamo prenotato con Expedia per trovare il miglior prezzo aereo-pernottamento e ci siamo trovati bene.

Hotel Evolution è stata un’ottima scelta, perché comodissimo per gli spostamenti, ci è piaciuto lo stile moderno e friendly, pulito, organizzato con centro benessere, piscina, dj-bar, saletta con pc Apple a disposizione e connessione wi-fi ottima, oltre a trovarci ogni giorno una bottiglietta d’acqua gratuita in camera. Non è nel centro storico di Lisbona, ma in piazza Duque de Saldanha, davanti alla fermata della linea rossa della metropolitana quella che parte dall’aeroporto. I ragazzi della reception, tutti giovani, sono stati gentilissimi, ci hanno evidenziato sulla mappa le cose da vedere e dandoci consigli utili su come spostarsi. Lì vicino c’è un McDonald’s, dove facevamo una veloce prima colazione, perché a metà mattina volevamo assaggiare la famosa “pasties De Mata”. Oltre al McDonald’s, vicino ci sono altri locali dove mangiare. In hotel, la colazione costa 14,00 euro a persona.

Il volo con Ryanair, che dire, 2 ore di ritardo all’andata, logicamente prima ci hanno fatto salire e quando hanno chiuso i portelloni ci hanno comunicato l’attesa di 2 ore, senza offrire neppure un goccio di acqua. Non parliamo poi, del nuovo codice bagagli, un’odissea capire cosa fare con i bagagli che non volevamo lasciare in stiva. Ci hanno dato informazioni contrastanti e alla fine abbiamo dovuto pagare per portare nella cappelliera il trolley sotto i 10 kg. e la borsa a mano, ma al ritorno non ci è stato possibile, così allo sbarco (siamo arrivati alle 23.50) si è aggiunto anche il tempo di attesa del bagaglio. Scesi dall’aereo e usciti dall’aeroporto abbiamo preso la metropolitana che si trova sulla destra all’uscita dell’aeroporto. Abbiamo subito fatto i biglietti 24 ore ricaricabile alla biglietteria automatica. Il funzionamento della biglietteria automatica è anche in lingua inglese e la prima volta che si acquistano i biglietti devi pagare 50 centesimi in più per la carta ricaricabile. Il costo del biglietto 24 ore è di 6,30 euro e conviene se ci si vuole spostare da una parte all’altra della città e comprende anche l’Elevador de Santa Justa, l’Elevador da Glória e più corse lungo la linea E28, per intenderci quello che fa il giro delle zone principali della città (Estrela, Sao Bento, Praça Luís de Camões, Rua Conceição, Cattedrale Se, Portas do Sol, Graca, Martim Moniz). Dopo aver lasciato le valige in camera abbiamo fatto un giro attorno alla piazza e cenato con due toast a testa accompagnati da salsa nel chiosco vicino all’hotel, mentre in hotel si festeggiava Halloween con tanto di dj e ragazzi in maschera. Il mattino dopo, avevamo già ripulito tutto. Abbiamo fatto colazione al McDonald’s con cappuccino, croissant (non chiamatele briosches) e due succhi all’arancia (buonissimi), questa sarà la nostra prima colazione per tutti e 3 i giorni di permanenza a Lisbona.

Presa il metrò siamo arrivati in Praça do Comércio, la piazza principale del quartiere Baixa, che si affaccia sul Tago. La fermata del metrò è proprio sulla piazza e all’uscita si vede il famoso ponte 25 de Abril (quello simile al ponte di San Francisco). Questa imponente piazza, circondata sui 3 lati da belli edifici barocchi, era il luogo in cui si commerciavano i beni provenienti dalle colonie e dove si trova l’Arco da Rua Augusta, che apre alle 9.00 di mattina e costa 3,00 euro, vi consigliamo di salire sulla sommità da cui si gode una bellissima vista sulla città e sull’estuario. Una volta scesi, si apre la via dello shopping, ma vista l’ora, abbastanza deserta e con le serrande dei negozi chiusi (non sono ancora le 9,30 ed è giorno di festa). Quasi alla fine della via scorgiamo sulla sinistra il famoso Elevador de Santa Justa, ma il nostro itinerario prosegue alla volta della piazza Rossio (Praça Dom Pedro IV), con la statua di Pietro IV del Portogallo, primo imperatore del Brasile (o forse voleva essere una statua dedicata a Massimiliano I? qui i discorsi divergono) e vari negozietti curiosi, come quello che vende sardine, con stampati sulla scatola i vari anni, e ha una giostra in vetrina. In fondo alla piazza c’è il teatro di Maria II, ma è il pavimento a colpirci, sembra un mare con onde bianche e nere. Qui c’è anche la stazione ferroviaria, in un palazzo bianco molto particolare, dove si può andare a Sintra, ma già a quest’ora c’è una lunga fila di persone per acquistare i biglietti. Noi proseguiamo sulla sinistra della piazza fino ad arrivare a La Praça Dos Restauradores con al centro l’obelisco che celebra l’indipendenza della Spagna. La piazza, anche questa bella grande, mescola il rosa Palazzo Foz col Teatro Eden Art Déco e la funicolare Gloria; anche qui c’era fila, ma molta meno di quella che avevamo visto all’Elevador de Santa Justa. La carrozza tutta colorata con graffiti ci ha portati fino alla zona del quartiere Chiado e precisamente sulla Praça da Alegria, da dove si ha una bellissima vista sul quartiere Baixa e sul castello, peccato che buona parte della piazza sia in restauro. Da qui abbiamo iniziato a scendere per le strette stradine fino alla Igreja de Sao Roque, il cui aspetto esterno non offre indicazione sulla meraviglia che costudisce al suo interno. Prima chiesa gesuita al mondo, ha uno degli altari più costosi mai costruiti e delle cappelle laterali, una meglio dell’altra, con una profusione di oro che ci ha lasciati decisamente sbigottiti; il colpo d’occhio è notevole, ma a pensare tanto oro in una chiesa…

Davanti alla chiesa c’è una piazzetta, dove abbiamo preso un caffè al chiostro per ristorarci e abbiamo proseguito prendendo la strada sulla sinistra per arrivare alla Igreja do Carmo. Questa chiesa non ha il soffitto, crollato durante il terremoto del 1755 che colpì Lisbona distruggendo il quartiere Baixa. Noi vi consigliamo di entrare anche se si deve pagare un biglietto di 4.00 euro e l’apertura è alle 10,00 del mattino. E’ un luogo molto suggestivo, soprattutto se all’esterno, com’è successo a noi, c’era un signore che suonava il violino. In fondo alla chiesa, dove una volta c’era l’altare ora c’è un piccolo museo archeologico con una ricostruzione della chiesa, alcune mummie e resti di precedenti costruzioni. All’uscita troviamo la piazza ombreggiata e sulla destra il museo della Polizia Portoghese. Noi abbiamo fotografato i poliziotti, vestiti di tutto punto che stavano all’entrata, e abbiamo proseguito verso l’Elevador de Santa Justa. Ora abbiamo una certa fame e così raggiungiamo il famoso Café A Brasileira con all’esterno la statua di Fernando Pessoa. Durante il 19mo secolo qui si riunivano gli accademici e gli intellettuali del Portogallo, mentre gli artisti vendevano i loro dipinti. Ci accorgiamo che ormai è mezzo giorno suonato e che è passata l’ora della seconda colazione. In questa piazza oltre al cafè a Brasileira, ci sono anche due chiese speculari, la Igreja de Nossa Senhora da Encarnação, e la Igreja de Nossa Senhora do Loreto o altrimenti chiamata, chiesa degli italiani, infatti, quando entriamo stano dicendo la messa in italiano. Entrambe le chiese non hanno nulla di particolare, se si è di fretta si possono tralasciare. Al di là della strada c’è la Praça Luís de Camões, sempre con la pavimentazione molto particolare giocata sul bianco e nero. In queste piazze c’è sempre qualcuno che suona. Qui c’è anche l’uscita della metro Baixa-Chiado e che sfrutteremo per salire questa sera a cenare. Infatti, l’ascensore di Santa Justa è sempre molto affollato e così preferiamo prendere la metro. Finalmente scendendo Rua de Alecrim rivediamo il Tago e alla fine della discesa sulla destra troviamo il vecchio Mercado da Ribeira, dove ci hanno consigliato di mangiare al Timeout Market, economico sì, ma a noi non è molto piaciuto il cibo, un po’ troppo condito e l’ambiente un po’ troppo trasandato. In questo quartiere Cais do Sodre, che una volta era un quartiere a luci rosse, ora invece è molto vivace e da qui dopodomani prenderemmo il bus che ci porterà a Belem, ma per oggi il nostro programma prevede di salire sull’altra collina di Lisbona, l’Alfama.

L’Alfama è esattamente l’opposto della maestosità e dell’uniformità di Baixa, perché il terremoto del 1755 non lo ha colpito e sono rimaste le vie acciottolate e i vicoli che vanno dall’estuario del Tago su fino al castello. Il modo migliore per salire al castello e prendere il tram 28 che parte dalla prima laterale sulla destra lungo la Rua Augusta (rua do Comercio). Noi l’abbiamo preso da plaça Martim Moniz, perché non siamo riusciti a trovare la fermata a rua do Comercio e così facendo abbiamo passeggiato tra le viuzze del quartiere Baixa e preso un caffè macchiato o garoto a Casa Brasileira lungo Rua Augusta. Anche questa piazza di forma ovale è molto grande e c’è una bella fila di gente che attende il tram. Per fortuna l’attesa è breve, perché arrivano 2 tram n. 28 di seguito. Noi saliamo sul secondo e ci sediamo. La nostra meta è andare al Castelo de Sao Jorge che si trova sopra la collina e la fermata del tram è nella piazzetta largo de Santa Luzia. Da qui si gode di una bellissima vista sul Tago e sulla chiesa di San Vicenzo con annesso convento. Ci sono le indicazioni per arrivare al castello, ma non sono molto chiare, noi ci siamo affidati a google maps. C’è un pezzo di stradina pedonale che passa in mezzo a delle case crollate piene di graffiti e che esce nel cortile di una locanda, da qui passando attraverso un portone ci si trova sulla strada del castello. Se vedete una fila, è quella per entrare al castello, fortuna vuole che avanzi abbastanza velocemente. Il costo dell’entrata per due adulti è di 17 euro. Non proprio economico, anche perché non c’è granché da vedere, ad eccezione del panorama. Pertanto, se volete entrare nel castello, assicuratevi che sia una bella giornata di sole. Si gode di una vista su tutta Lisbona e camminare sulle mura è anche divertente. La parte archeologica, se uno è stanco, la può anche lasciar perdere, nulla di eccezionale, mio marito ha fatto bene sedersi a riposare a guardare i pavoni che camminano indisturbati negli spiazzi verdi del castello. Siamo un po’ stanchi e così riprendiamo il tram 28 che stavolta è stracolmo e lo sarà fino alla fermata in rua de comercio. Da qui decidiamo di ritornare in hotel, riposarci e cambiarci per la cena.

Abbiamo visto qualche locale carino nel quartiere del Barrio Alto e ci arriviamo con la metro fermata Baixa-Chiado. Risaliamo fino alla Praça da Alegria per gustarci il panorama notturno della città, da non perdere, e ci fermiamo a mangiare a “Italia passione” (non male le pietanze, veloci, un po’ stretti). Ora che siamo ristorati, ci perdiamo nelle viuzze e ascoltiamo un po’ di musica in Praça Luís de Camões prima di riprendere la metro e andare a dormire.

La mattina seguente ci aspetta la visita di Sintra e le previsioni del tempo sembrano essere buone. Prendiamo i biglietti del treno alla stazione di Entres Campos che dista una fermata di metro dal nostro hotel, il costo del biglietto per Sintra a/r è di 5,00. Lungo la strada troviamo pioggia, quando scendiamo dal treno ha smesso, ma c’è una fitta nebbia. Davanti alla stazione, ci sono gli autobus che fanno il giro dei vari palazzi da visitare a Sintra. Il nostro autobus è il n. 434 e il biglietto lo si può fare direttamente prima di salire sull’autobus (il costo è di 6,0 euro). La prima tappa è al palazzo Pena (non chiamatelo castello!), dove l’autobus si ferma per farci scendere. Sono le 9,40 e c’è già una bella fila che attende l’apertura dei cancelli per le 10.00. A destra del cancello, dove ci ha fatto scendere l’autobus c’è una biglietteria automatica per chi vuole prendere i biglietti fai da te (da quello che abbiamo letto non si fanno biglietti con riduzioni), altrimenti a sinistra dell’entrata ci sono le biglietterie (costo 14,00 euro). Noi abbiamo scelto il fai da te e quando siamo entrati abbiamo preso la mappa gratuita del palazzo nel negozio di souvenir (davanti ci sono i bagni). Non abbiamo preso il piccolo autobus che ci porta davanti al palazzo (costo 3,50 euro), ma abbiamo fatto una salita di 10 minuti in mezzo al bosco. Alle 10.10 eravamo davanti all’entrata del palazzo in fila per la visita che non è guidata, ma li spazi di manovra sono talmente ristretti che praticamente segui la fila e se ti attardi, qualcuno spinge. E’ un palazzo ricavato da un convento e lasciato volutamente con un arredo “a livello familiare”. Ci sarebbe stato da fare anche il giro delle mura, ma la nebbia e il forte vento ce lo ha sconsigliato. Il palazzo si richiama un po’ al castello di Neuschwanstein, per i colori e la posizione, peccato che con la nebbia non abbiamo potuto godere del panorama e del parco. La visita degli interni in mezz’ora è terminata, mentre il parco richiede circa un’oretta. Riprendiamo l’autobus e andiamo direttamente nel cuore della cittadina, dove si trova l’ufficio turistico e il Palazzo Nazionale. Erano solo le 12.30 ma abbiamo preferito pranzare al ristorantino Alcobaça, vicino alla piazza (non male, ma un po’ caro), prima di continuare le visite. Per fortuna, perché dopo mezz’ora c’erano già 5 persone che attendevano che liberassimo i posti per pranzare e lungo la strada per andare a Quinta da Regaleira, abbiamo trovato altre persone che cercavano un luogo dove pranzare. Qui abbiamo dovuto fare una mezz’oretta di coda per entrare, pertanto se vedete una fila lungo la strada, accodatevi. Il palazzo fa impressione per com’è esteriormente, poi l’interno non ci ha detto granchè, anche perché il piano superiore era chiuso per manutenzione. Il costo del biglietto è stato di 6,00 euro, ma la cosa più bella è il parco con un pozzo stile “San Patrizio” che ti fa uscire su un laghetto se prosegui nel tunnel principale, altrimenti se si sceglie una delle stradine laterali esci in altri punti del parco. In effetti è molto carino, peccato per il tempo che è peggiorato, ora non si vede quasi nulla. Decidiamo di uscire dopo un’oretta a passeggio nel parco (alla biglietteria non ti consegnano la mappa, perché è esposta nei punti principali del parco, mah!), senza tralasciare la visita del palazzo che prende 10 minuti circa. Prossima meta è il palazzo Nazionale in centro a Sintra. Il costo del biglietto è di 10,00 euro, e si vedono diverse stanze, ma quella che ci ha entusiasmato di più è stata la cucina, da cui partono i due enormi camini, quelli che si vedono sbucare dal tetto. Sintra ci dicono essere bellissima, e sicuramente lo è, ma bisogna che ci sia il sole o almeno una giornata non di nebbia e pioggia per apprezzarne appieno i giardini e la vista che raggiunge l’oceano. Riprendiamo il bus per la stazione e col treno rientriamo a Lisbona.

Arriviamo che sono da poco passate le 17,00 e decidiamo di andare a vedere la Cattedrale Sé e la Igreja de Santo Antonio, ma prima una buona pasteis de Mata con un caffè. Stranamente la Cattedrale è aperta (dovrebbe chiudere alle 17.00) e così entro per visitarla e sono l’ultima persona che riesce a fare il biglietto per visitare il museo (2,50 euro). Il biglietto si fa sulla destra in fondo alla chiesa e permette di vedere oltre alle nove cappelle, soprattutto il tesoro che è al piano superiore (appena entrati sulla destra). Qui ci sono dei parametri liturgici preziosi, degli oggetti di arte sacra e l’ostensorio di Don Joao V (17 kg di oro e 4120 pietre preziose). La cattedrale non mi ha detto molto, di certo è imponente, però merita la visita. La chiesa di Sant’Antonio è costruita sul posto dove dicono sia nato ed infatti sotto la chiesa si trova la cripta che si raggiunge entrando in una porta a sinistra che attraversa la sacrestia e con una scala si scendere nella cripta. La chiesa è stata completamente ricostruita dopo il terremoto, ma la cripta dicono sia ancora quella originaria. Oramai abbiamo un certo languorino e ci fermiamo a mangiare nel viale principale (rua Augusta) al Grill e Company dove prendiamo due paella, molto grandi e abbondanti, oltre che buone (nonostante il posto sia lungo la via centrale spendiamo poco). Ma non possiamo terminare la serata così, e allora un bicchierino di liquore alla ciliegia, che si beve al Ginjinha bar, tradizionale sede del drink in fondo a piazza Rossio sulla destra. Non si può sbagliare, c’è sempre un gruppetto di persone che beve lì davanti. Ora possiamo rientrare in hotel.

Il nostro ultimo giorno a Lisbona, lo dedichiamo ai quartieri di Belem e al Parque das Nações. Lasciamo i trolley in hotel e ci dirigiamo con la metro fino a piazza Cais do Sodre (dove c’è il terminal dei traghetti per andare a vedere Lisbona dall’altra parte). Qui prendiamo l’autobus n.15 (che già a quest’ora è pieno) e ci dirigiamo verso Belem. La fermata per scendere non si sbaglia, perché l’autobus si svuota e si vede il Mosteiro dos Jerónimos, esempio di stile manuelino, dove pazientemente ci mettiamo in coda. Sia il monastero che la chiesa di Santa Maria aprono alle 10,00. Il costo del biglietto per il monastero è di 20,00 euro (per noi un po’ esagerato anche se Patrimonio dell’Unesco) e una lunga fila già prima dell’apertura, mentre per la visita della chiesa non serve il biglietto e non c’è fila. Il chiostro è sicuramente spettacolare, di forma quadrata con due ordini di finestre bifore lungo i lati, da cui si accede al refettorio e alla Sala Capitolare, mentre il portico superiore è collegato al coro alto della chiesa. La costruzione del monastero è stata sovvenzionata con il 5% sulle tasse applicate sulle spezie che arrivavano in Portogallo. Dentro la chiesa ci sono le tombe di Vasco De Gamma e del poeta Luís Vaz de Camões. Il resto del monastero è adibito a museo, che non visitiamo per mancanza di tempo, anche perché vogliamo vedere la famosa torre di Belem. La fila non è molto lunga per entrare, ma noi ci accontentiamo di vederla da fuori e preferiamo fare due passi lungo il Tago fino all’altro monumento simbolo di Lisbona il Padrão dos Descobrimentos. Anche qui preferiamo guardare da fuori e osservare i volti scolpiti sul monumento che ci fanno ricredere sul primo colpo d’occhio che da distante richiama il realismo sovietico. Davanti a questo monumento se non ci sono troppi turisti, c’è una bella mappa del mondo e proseguendo per il sottopassaggio si arriva al CCB e museo Coleção Berardo, un centro conferenze e non solo, visto che si è di strada entriamo. In effetti è molto ben tenuto con un giardino sospeso curato, peccato che il ristorante sia chiuso per una festa privata, così proseguiamo verso la famosa pasticceria Pasteis de Belem ma la fila è lunghissima. Cambiamo idea e andiamo a mangiare da Mc Donald’s. Finito di mangiare andiamo verso il palazzo governativo che si può vedere solo esternamente e il museo delle carrozze che è chiuso per pausa pranzo. Accipicchia, così ritorniamo in hotel, prendiamo i trolley e con il metrò arriviamo fino a Parque Das Nações. Qui scendiamo e facciamo un giro nel Centro Commerciale Vasco De Gamma (attenzione i ponti di vetro che vedete sono chiusi, peccato), una passeggiata lungo la piscina delle bandiere, perché qui si è tenuto l’Expo nel 1998 e ora si tengono manifestazioni varie. Arriviamo fino alla funivia, prendiamo un biglietto di sola andata (3,95 euro) e ci gustiamo il Tago, Lisbona e il famoso ponte Vasco De Gamma lungo 17 km. E’ la cosa che a Lisbona ci ha soddisfatti di più. Ormai siamo al termine della nostra vacanza e scesi dalla funivia, guardiamo la Torre Vasco De Gamma (la costruzione più alta di Lisbona), che ora è diventata un mega hotel di lusso e passeggiamo tra i giardini Jardins Garcia d’Orta per rientrare.

Un consiglio, quando arrivate all’aeroporto e viaggiate con voli low cost dovete dirigervi al terminal 2. Ad accompagnarvi ci sono dei pullman gratuiti che si prendono salendo delle scale e seguendo le indicazioni. Noi abbiamo preso delle pasteis de Belem al Duty Free e le abbiamo mangiate a casa nei giorni successivi, buonissime. Lisbona sicuramente merita qualche giorno di più, e pure Sintra merita due giorni, per vedere i tanti palazzi e andare fino a Cabo da Roca. I mezzi pubblici sono fantastici e puntuali. Noi non abbiamo fatto la Lisbona Card, perché non ci conveniva, visto il poco tempo a disposizione per visitare tutto quello che ci sarebbe da vedere. Pensavamo di trovare una città piena di energia e giovani, invece ci è parsa un po’ spenta, forse anche il periodo.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche