Un ponte nel levante ligure

Lungo la Riviera di Levante, da La Spezia a Genova
Scritto da: LucaGiramondo
un ponte nel levante ligure
Partenza il: 23/04/2017
Ritorno il: 26/04/2017
Viaggiatori: 3
Spesa: 500 €
Un ponte nel levante ligure (by Luca, Sabrina e Leonardo)

Domenica 23 Aprile

Al termine di un periodo molto travagliato e alle porte di una nuova esperienza lavorativa, che speriamo porti tanta linfa alla nostra passione di viaggiatori, siamo in partenza per una breve vacanza primaverile che ci condurrà alla scoperta del Levante Ligure, da La Spezia fino a Genova.

Lasciamo casa una manciata di minuti prima delle 10:00, accompagnati da un bel cielo sereno, tanto che sembra impossibile credere che, invece, in Liguria, oggi, vi siano tante nuvole. Imbocchiamo la A14 a Faenza, quindi la A1 a Bologna, che seguiamo fin dopo Parma, dove cominciamo a percorrere l’autostrada A15 della Cisa. Saliamo verso la catena appenninica, mentre all’orizzonte cominciano ad intravedersi le famigerate nuvole, che chilometro dopo chilometro si fanno sempre più fitte e passato il valico iniziano anche a far scendere un’odiosa pioggerellina. Giungiamo così in vista di La Spezia, città portuale situata al centro dell’omonimo golfo, nella quale spiccano i numerosi cantieri navali, oltre all’invadente sagoma dello stabilimento Oto Melara. Andiamo verso il centro, reso sornione dall’orario festivo e dal meteo piuttosto inclemente, quindi seguiamo il lungomare verso ovest, per giungere nella frazione di Marola, dove, come da programmi, parcheggiamo lungo la strada costiera. Non piove più, ma il cielo resta grigio sulla nostra testa. Pranziamo al sacco e poi ci mettiamo in attesa dell’autobus 11P che da qui ci porterà nella vicina località di Porto Venere, evitando così gli annosi problemi di parcheggio. Porto Venere fu, all’epoca delle Repubbliche Marinare (nel XII secolo), un importante avamposto genovese nei confronti degli acerrimi nemici pisani e da allora ha conservato un centro storico interessante, caratterizzato dai baluardi difensivi e dall’impronta medioevale del borgo. Siamo fiduciosi sull’evolvere delle condizioni meteo, che le previsioni danno in miglioramento andando verso sera, infatti quando arriviamo a Porto Venere filtra qualche timido raggio di sole. Ci gustiamo la più classica delle vedute tipiche del villaggio, con la sua sfilata di case tinteggiate nei più svariati colori pastello, a creare un magico mosaico multicolore, e passeggiamo sul lungomare, appurando la sospensione (causa maltempo) del servizio di barche che porta alla scoperta della dirimpettaia Isola Palmaria. Per il mare mosso rinunciamo così alla visita di imponenti scogliere e della locale Grotta Azzurra e ci avviamo a piedi verso l’estremità del promontorio roccioso situato a sud dell’abitato, dove si trova la bella Chiesa di S. Pietro. L’edificio religioso si trova proprio nel luogo dove nell’antichità sorgeva il Tempio di Venere, che diede il nome al sito e ai suoi successivi insediamenti, e si colloca, con il suo stile gotico genovese a fasce (del XII secolo), nelle fondamenta di una preesistente basilica paleocristiana. Da qui le vedute sono, a tratti, spettacolari, nonostante l’assenza del sole ed il cielo cupo, soprattutto dall’attigua loggetta romanica, caratterizzata da graziosi archi che incorniciano le vicine falesie.

Tornando verso il paese scendiamo poi alla cosiddetta Grotta Arpaia, uno scosceso anfratto caro a Lord Byron, quindi saliamo, nel cuore del villaggio, alla duecentesca Chiesa di S. Lorenzo, infine giungiamo al massiccio Castello Doria, imponente roccaforte cinque-seicentesca che domina l’intero borgo. Senza fretta facciamo una passeggiata sui camminamenti di ronda, poi torniamo verso il centro per uscirne definitivamente dalla sua storica porta medioevale. Non pienamente soddisfatti ma comunque asciutti riprendiamo l’autobus 11P che, in breve, ci riporta alla nostra auto… e da qui subito partiamo per raggiungere, sulle vicine alture, Villa Federici, struttura a conduzione famigliare che ci ospiterà per questa notte. Brighiamo abbastanza ma alla fine, accolti da una gentile signora, troviamo questo casone un po’ decadente e per questo bello ed intrigante, con ampia vista sul Golfo di La Spezia ed un appartamento accogliente. Usciamo a cena, a piedi, nella vicina Osteria delle Spezie, mangiando bene e spendendo il giusto, poi ci ritiriamo in camera, sperando nella clemenza del meteo per domani.

Lunedì 24 Aprile

Per oggi le previsioni dicono che saremo prevalentemente baciati dal sole, ma quando ci svegliamo a Villa Federici il Golfo di La Spezia è ancora immerso nel grigiore quasi assoluto. Comunque fiduciosi ci prepariamo per andare alla scoperta delle famosissime Cinque Terre, uno dei tratti di costa più belli e ricchi di storia dell’Italia intera, che sono sito Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco fin dal 1998. Ci spostiamo in auto fino al parcheggio sotterraneo nei pressi della stazione ferroviaria di La Spezia, perché proprio da lì, con l’ausilio del treno e della Cinque Terre Card, partiremo alla volta di queste coste impervie e dei caratteristici borghi su di esse disseminati. I convogli prendono il via ogni circa trenta minuti e nonostante l’ora non certo tarda i turisti sui binari sono già davvero tanti. Riusciamo comunque a salire sul primo treno disponibile e dopo soli dieci minuti di tragitto arriviamo alla stazione di Riomaggiore, il paese iniziale della serie, e lì scendiamo per dare ufficialmente il via alle danze. Riomaggiore, il cui nucleo originario risale al XIII secolo, è costruita alla foce dell’antico Rivus Major, dal quale il villaggio prende il nome. Per mezzo di una galleria pedonale dalla stazione raggiungiamo il centro, caratterizzato da una sfilata di case tinteggiate a pastello lungo la Via Colombo, e da lì arriviamo all’interessante Chiesa di San Giovanni Battista, dalla facciata neogotica. Scendiamo quindi al mare e al minuscolo porticciolo per osservare il borgo nella sua più nota veduta, con le case ammassate fra le irte scogliere in un meraviglioso paesaggio verticale, mentre esce fuori anche un po’ di sole a rendere il tutto decisamente più bello! Pian piano rientriamo alla stazione e saliamo sul primo treno in transito, ma, per scelta, non ci fermiamo al paese successivo, bensì arriviamo al quinto ed ultimo della serie, che è Monterosso al Mare. Il treno si ferma però nell’attigua stazione balneare di Fegina, dove a suo tempo soggiornò anche il premio Nobel Eugenio Montale, e qui andiamo a vedere, nella sua estremità occidentale, l’originale ma derelitta statua del Gigante (o del Nettuno), imponente struttura in cemento armato situata su di uno sperone roccioso che sovrasta la spiaggia, realizzata nel 1910 e annessa alla sovrastante Villa Pastine. Ci avviamo poi a piedi verso il centro, passando accanto allo scenografico Scoglio di Monterosso, contornato da un bellissimo mare cristallino, e arriviamo nell’originario nucleo abitato, caratterizzato dalle costruzioni tipiche di questa regione. Anche qui si trova una bella chiesa dedicata a S. Giovanni Battista, preceduta da una splendida facciata gotica a fasce bicolore e attorniata da tanti angoli suggestivi dislocati lungo le strette viuzze limitrofe. Pranziamo al sacco nella piazzetta di Monterosso, prospiciente il Mar Ligure, finalmente baciati dal sole e allietati da un piacevole caldo primaverile, poi riprendiamo l’itinerario e in treno cominciamo a rientrare verso La Spezia.

Dopo pochissimi minuti di viaggio ci fermiamo però nella stazione del borgo di Vernazza e lì scendiamo per effettuarne la visita. Vernazza, costruita alla foce del torrente Vernazzola, grazie al suo piccolo porto, l’unico delle Cinque Terre, è uno dei villaggi più ricchi, ma anche scenografici, di questo straordinario tratto di costa. Appena raggiunto il centro andiamo a vedere l’interessante Chiesa di S. Margherita d’Antochia, ma soprattutto le sublimi viste dell’abitato, ammassato sul suo promontorio, assaporabili dall’irto sentiero che si dipana lungo la costa, prima verso ovest e poi verso est. Pressoché sfiniti per le interminabili serie di gradini e le impervie salite giungiamo infine al Castello Doria, risalente al XIII secolo, la cui torre cilindrica domina l’intero borgo. Tutto molto bello… salvo i tantissimi, troppi turisti (noi compresi) che saturano ogni passaggio, tanto che al termine della visita ci accalchiamo a lungo sui binari prima di ripartire e captiamo anche una commento del capostazione che al telefono si lamenta con un collega dicendo di non aver mai visto una cosa simile.

Alla fine, dopo quasi un’ora di attesa, riprendiamo a sferragliare e saltando volutamente il paese di Corniglia (ubicato un po’ distante dal mare e forse il meno interessante della serie) ci andiamo a fermare in quello di Manarola, che invece si dice abbia un notevole impatto scenografico. Dalla stazione, attraverso un tunnel pedonale, raggiungiamo il centro e da lì ci avventuriamo lungo il tracciato costiero che porta a Corniglia, così da godere, dopo poche centinaia di metri, dello stupendo scorcio panoramico, con il villaggio appollaiato su di un enorme scoglio a picco sul mare. Dall’altro lato del paese parte invece la famosa Via dell’Amore, sentiero che porta fino a Riomaggiore, ma che non è possibile percorrere in quanto chiuso per frane, dopo i gravi eventi meteorologici del 2012. Riaprirà, si dice, fra il 2018 e il 2019. Ormai esausti riprendiamo per l’ultima volta il treno e con quello arriviamo alla stazione di La Spezia quando si è fatto un po’ tardi e son quasi le 18:00. Per concludere la giornata, infatti, da La Spezia dobbiamo percorrere ancora quasi novanta chilometri di strada… e per non arrivare col buio siamo costretti a saltare la visita alla Basilica di S. Salvatore dei Fieschi, nei pressi della località di Chiavari. Giungiamo così, poco dopo le 19:00, nella cittadina di Bogliasco (ad una trentina di chilometri da Genova), dove prendiamo alloggio all’Agriturismo Le Pale, situato sulle prime alture e raggiungibile anche per mezzo di una teleferica, che diverte tantissimo il piccolo Leo. Alla fine usciamo per cena, a piedi, nel centro di Bogliasco (nel locale Just Peruzzi) concludendo una bella giornata… anche se, da domani, pare che il meteo torni a fare le bizze.

Martedì 25 Aprile

Tappa dell’itinerario dedicata, secondo programmi, alla visita della città di Genova. Alla mattina, usciti dalla nostra stanza, grossi nuvoloni si ammassano un po’ ovunque, ma non disperiamo e fiduciosi partiamo, dopo colazione, verso il capoluogo ligure, uno dei principali approdi del Mediterraneo fin dall’epoca romana. Poco dopo le 9:00 arriviamo così, in pieno centro, all’Antico Porto, per lasciare l’auto nel parcheggio del celebre acquario cittadino, che subito dopo ci apprestiamo ad esplorare, con Leonardo che non sta più nella pelle per l’emozione (scandiva, sul navigatore, i chilometri mancanti alla meta!). L’Acquario di Genova, edificato in occasione dell’Expo colombiano del 1992, è la più ricca esposizione di biodiversità acquatica in Europa, ospitante circa 12.000 esemplari di 600 specie diverse, provenienti da mari e fiumi di tutto il mondo. Seguiamo passo a passo tutto il percorso di visite osservando, fra l’altro, lamantini, squali, foche, pinguini e delfini, oltre alla colorata fauna ittica delle barriere coralline e le incredibili meduse, ma anche la sezione dedicata ai rettili e alle foreste pluviali. L’esplorazione dell’acquario ci occupa l’intera mattinata, così ne usciamo all’ora di pranzo e ci fermiamo a pasteggiare in alcuni stand gastronomici proprio di fronte ad esso ubicati, poi riprendiamo l’itinerario. Passeggiando lungo i moli, con qualche scorcio in lontananza della Lanterna, storico faro simbolo della città di Genova, arriviamo così al Galata Museo del Mare, il cui biglietto d’ingresso abbiamo acquistato assieme a quello dell’acquario. Il più grande ed innovativo museo del Mediterraneo è stato allestito su quattro piani di un enorme edificio in pietra e cristallo e documenta al visitatore, con l’aiuto di realistiche ricostruzioni, la secolare storia del rapporto fra l’uomo ed il mare, dalle prime imbarcazioni a remi ai velieri e all’epopea delle grandi esplorazioni oceaniche, ma è soprattutto per il sommergibile Nazario Sauro, ormeggiato sul prospiciente molo, che siamo venuti fin qua. Questo sommergibile, operativo per la Marina Militare dal 1976 al 2002, è ora visitabile nei suoi più angusti meandri ed è un’occasione per rendersi conto delle difficili condizioni di vita del suo equipaggio… il tutto naturalmente molto apprezzato dal più piccolo della famiglia.

Riemersi dal sommergibile, con decisamente meno entusiasmo da parte di Leonardo, ci dedichiamo poi alla visita del centro storico di Genova, a cominciare dal Palazzo Reale di Via Balbi, così chiamato perché, seppur costruito nel XVII secolo, divenne nell’Ottocento residenza dei Savoia. Molto belli sono il cortile d’onore, dipinto a vivaci colori, ed il piano nobile, nel quale spicca la fastosa Galleria degli Specchi. Passeggiando arriviamo quindi all’angusta ma monumentale Via Garibaldi, concepita nel Cinquecento dall’architetto Bernardino Cantone, che la pensò solo come un’esclusiva via residenziale. Ne nacque così un’incredibile serie di aristocratici palazzi, fra i quali risalta quello che oggi ospita il Municipio del capoluogo ligure. Passo dopo passo raggiungiamo anche la bella ed ampia Piazza De Ferrari, adornata al centro da una grande fontana, che offre una delle più note vedute della città, e da lì andiamo alla piccola ma significativa Piazza San Matteo, contornata da caratteristici edifici duecenteschi a strisce chiaro-scure, fra i quali la casa di Andrea Doria (storico personaggio della Repubblica di Genova) e l’omonima chiesa, che fu un po’ il tempio gentilizio della famiglia Doria.

Tornando sui nostri passi a Piazza De Ferrari ci approssimiamo poi alla Chiesa del Gesù (o dei SS. Ambrogio e Andrea), di antica fondazione, ma rifatta a partire dal 1589 e dalla ricchissima decorazione interna. Proprio accanto spicca la bianca facciata del Palazzo Ducale, mentre in lontananza si vede la sagoma di Porta di S. Andrea, uno dei più celebri baluardi difensivi della città, risalente al XII secolo. Fatta nostra anche la porta, nelle vicinanze, ci rechiamo alla romanica Chiesa di S. Donato, che risulta la più preziosa testimonianza del suo genere nel capoluogo, poi torniamo a Palazzo Ducale e lungo la centralissima Via S. Lorenzo raggiungiamo l’omonima cattedrale. Il più importante edificio religioso di Genova riveste il suo ruolo da oltre mille anni e deve il suo aspetto prevalentemente gotico, a fasce chiaro-scure, alla riedificazione duecentesca. La sua facciata asimmetrica è davvero bella ed imponente, mentre gli interni, divisi in tre navate, sono estremamente intriganti, impreziositi anche dalla ricca Cappella di S. Giovanni Battista. Una volta usciti dalla cattedrale di San Lorenzo il capoluogo ligure si può dire quasi completamente conquistato, così, tornando verso l’Antico Porto passiamo anche nei pressi del Palazzo S. Giorgio (la vecchia Dogana, che la tradizione identifica nella prigione di Marco Polo) e successivamente ritroviamo la nostra auto. Poco dopo lasciamo Genova, ma la giornata non è ancora finita, perché c’è il tempo per recuperare la visita persa ieri sera. Così andiamo nei pressi della località di Chiavari a vedere anche la duecentesca Basilica di S. Salvatore dei Fieschi. Le fasce alternate di marmo bianco e ardesia della semplice facciata prospettano sulla deliziosa piazzetta di un antico borgo, contornata di edifici della stessa epoca, fra i quali anche la Chiesa di S. Salvatore, che formano una quinta architettonica a dir poco armoniosa e perfetta. Con le ombre lunghe della sera rientriamo poi a Bogliasco e all’Agriturismo Le Pale, concludendo un’altra bella giornata e più tardi usciamo a cena nel centro del paese al ristorante Clipper (un po’ caro), quindi facciamo ritorno nei nostri appartamenti, consapevoli del fatto che per domani il meteo non lascia proprio scampo.

Mercoledì 26 Aprile

Come da previsioni questa mattina sembra più novembre che fine aprile… e pensare che secondo programma dovevamo partire in barca da Rapallo, prima alla volta della scenografica Abbazia di S. Fruttuoso e poi dovevamo approdare nella celebre località di Portofino, ma il meteo avverso ed il mare mosso non ce lo permettono proprio. Sarà per un’altra volta! Poco dopo le 9:00 partiamo così da Bogliasco e imboccata l’autostrada dopo circa un’ora siamo a La Spezia, da dove prendiamo a seguire la A15 in direzione di Parma. Valicati gli Appennini giungiamo in vista della Pianura Padana e dell’autostrada A1 che ci conduce fino a Bologna, quindi la A14 ci indirizza definitivamente verso casa. Alle 12:25 concludiamo infine (con largo anticipo) il viaggio di fronte alla nostra dolce dimora. Un viaggio breve, ma ricco di spunti, che con il meteo clemente anche per oggi sarebbe stato perfetto.

– Dal 23 al 26 Aprile 2017

– Da Forlì a Forlì km. 822

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