I rock villages e la natura del ponente ligure

Alla scoperta dei paesini arroccati che si affacciano sul mare e della sorprendente biodiversità
Turisti Per Caso.it, 19 Dic 2012
i rock villages e la natura del ponente ligure
I grandi viaggiatori dell’Ottocento scoprirono tardi la Liguria di ponente perché era visibile soltanto dal mare: la verticalità del paesaggio che la rende unica, per moltissimo tempo la occultò alla curiosità insaziabile dei protagonisti del Grand Tour. A parte Il dottor Antonio, scritto in inglese nel 1855 da Giovanni Ruffini, con ogni probabilità il primo personaggio letterario a scegliere Sanremo, fu Ralph Touchett in Ritratto di signora (1881), che volle sperimentare il microclima eccezionale di alcune località del Ponente. Così gli inglesi scoprirono l’incanto delle cittadine sul mare e dei rock villages, arrampicati sui monti eppure quasi a picco sul mare, mimetici per nascondersi ai saraceni.

I ROCK VILLAGES

Terzorio e Pompeiana, i due paesi più prossimi al mare delle Alpi Mistiche della Liguria, fanno parte di un antico sistema difensivo-preventivo molto strutturato che percorre tutta la costa e l’entroterra ligure, basato sulle torri di avvistamento e i segnali di fumo. Terzorio è un paesino ricco di leggende, mentre Pompeiana sorprende per la biodiversità. Terzorio è il secondo paese più piccolo della Liguria, aggrappato alle pendici della zona collinare che avvicina a quella alpina e, per raggiungerlo dalla costa, bisogna partire da Santo Stefano al Mare. È di origine longobarda e questo gli conferisce un fascino diverso da quello degli antichi insediamenti liguri e poi romani. Tracce medievali non ne rimangono, se non quelle decisamente tarde: l’oratorio di Santa Maria Maddalena – ex chiesa parrocchiale – che risale al Quattrocento e si dice sia stato eretto in memoria delle predicazioni di Maria di Magdala. La leggenda di Maria – riportata dal romanzo più celebre di Dan Brown, Il codice da Vinci, ma radicata da secoli in territorio occitano – racconta che fosse fuggita dalla Palestina insieme a Maria di Cleofa e alla madre di Gesù, per sbarcare dopo una traversata interminabile a Saintes-Maries-de-la-Mer, in Camargue. Da laggiù si era dedicata alla predicazione – c’è chi dice anche alla stesura del Vangelo attribuito a Giovanni – e aveva raggiunto l’estremo ponente ligure. Una visita all’oratorio non svelerà segreti, ma potrebbe essere d’ispirazione, grazie a questo territorio che ha ospitato tutte le religioni.

POMPEIANA E IL SIC DI PRAUGRANDE

Pompeiana è raggiungibile sia da Terzorio che dalla costa, partendo da Riva Ligure. Il paese è molto vicino al litorale, eppure già arroccato, ed è più importante di Terzorio: ha quasi un migliaio di abitanti e origini molto antiche. Era un fondo romano, un nodo di comunicazione verso il nord e di una certa importanza strategica. Tant’è che venne diviso, riunito, ridiviso e ancora oggi si distinguono le diverse borgate. Anche a Pompeiana si trova un oratorio dedicato all’infaticabile predicatrice Maria Maddalena e la sua torre, ancora in perfette condizioni, è un museo etnografico. Inoltre ha una casa fortezza e una seconda torre a pianta quadrata, la prima è rotonda, nella borgata Barbarasa.

Ogni paese del Ponente ligure ha la sua storia da raccontare e il suo segreto. Quello di Pompeiana si trova a nord del villaggio, a Praugrande, un sito di interesse comunitario tutelato dalla Comunità Europea. Si tratta di una vasta area che nasconde i tesori della biodiversità. Qui, i rarissimi esemplari di lucertola ocellata – il sauro più grande d’Italia che si trova solo nel Ponente ligure – e il pelodite punteggiato sono minacciati sia da un progetto di discarica, sia da una strada a scorrimento veloce che taglierebbe in due il sito.

COME arrivare

Il percorso da coprire per raggiungere Praugrande da Pompeiana è breve ma sorprendente, perché prima si attraversa una zona industriale e poi, dopo aver seguito un sentierino, ecco la verticalità della Liguria in tutto il suo splendore: il mare di fronte, con una vista sterminata sulla costa frastagliata e le montagna alle spalle.

Una parte del percorso si può fare in auto, sino a raggiungere un belvedere, ma è consigliabile affidarsi all’associazione che periodicamente organizza lunghe passeggiate guidate (quattro ore, ma con soste frequenti e pausa pranzo). Le sorprese che riserva questo luogo? L’armonia dei colori, il silenzio, i profumi intensi ma poco aggressivi del timo, della ruta, del mirto. Insomma, la macchia mediterranea è davvero speciale.



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