La mia strana Sumatra

Viaggio nel sud-est asiatico con 40 US$ al giorno
Scritto da: baldinibru
la mia strana sumatra
Partenza il: 06/01/2012
Ritorno il: 03/02/2012
Ciao cari viaggiaturisti, sono ancora il Bruno di Torino, appena tornato dall’isola di Sumatra. Sempre, finchè posso, dentro i miei poveri 50 US$ al giorno; anche qui si sta più che bene con 70-80 US$. Ringrazio ancora sempre chi mi ha scritto per informazioni e chi mi ha fornito, sempre attraverso questo sito, altrettante informazioni.

MILANO MALPENSA – DOHA – JAKARTA e ritorno KL – DOHA – MI € 860 (QATAR AIRLINES) JAKARTA – PADANG 74 (BATAVIA) MEDAN – BANDA ACEH 25 (SRIWIJAVA) MEDAN – PENANG 28 (AIR ASIA) LANGKAWI – KUALA LUMPUR LCCT 37 – TOTALE € 1026

Miei racconti precedenti: – 2011 – Il mio Borneo con 45 US$ al giorno: Sandakan, Kota Kinabalu, Labuan, Brunei, Sibu, Pontianak (Indonesia), Kuching – 2010 – La mia piccola Cina del sud con 50 US$ al giorno: Xiamen, Guanzhou-Canton, Guilin, Hainan Island, Macau, Hong Kong – 2009 – Taiwan, (+Sagada e Palawan – Filippine) con 40 US$ al giorno: Taipei,Taroko,Tainan,Kaohsiung,Sagada, Palawan – 2008 – La mia India ovest con 30 US$ al giorno: Srinagar, Delhi, Jaipur, Jaisalmer, Jodpur, Udajpur, Diu, Goa, Mumbai – 2007 – Filippine con 40 US$ al giorno: Laoag, Vigan, Banaue, Legazpi, Tacbalogan, Bohol, Bacolod, Boracay, Sabang, Pagsanian, Manila. – 2006 – Myanmar con 25 US$ al giorno: Bago, Golden Rock, Inle lake, Mandalay, Bagan, N’gapali Beach, N’gwe Saung, Patein,Yangon – 2003 – Laos, Cambogia e Kho Chiang: Louang Prabang, Vientiane, Paksè, Siem Reap, Ankgor, Phnom Penh, Sianoukville, Kho Chiang

6.1 VE

Splende il sole a Torino alle 15; non c’è un nuvola in cielo, temperatura 10°, quasi primaverile; l’autobus per Malpensa arriva con 10′ di ritardo ma ormai lo conosco, ha i tempi di percorrenza “abbondanti” ed alle 16.55 è puntuale. Anche l’aereo per Doha parte puntuale e completamente pieno, io sono nella penultima fila. Spese: bus x Malpensa euro 20, spuntino 11,90. Totale 31,90 x 1,30 = 42 US$.

7.1 SA

Piccola preoccupazione collettiva: l’aereo arriva puntuale a Doha ma, anzichè atterrare, comincia a girare sulla città quattro volte, poi si dirige verso il mare, poi torna e finalmente atterra. Non ci danno spiegazioni, ma immagino il perchè: all’atterraggio c’è una nebbia fittissima; si intravede il cerchio giallo del sole, spettacolo suggestivo, da foto. Anche il grande aereo per Jakarta è pieno, parte alle 9.50 con un’ora di ritardo. Si arriva alle 22.10, viaggio stupendo, cibo ottimo; nel giro di soli 20 minuti arrivano i bagagli di 300 persone; buono, anche se noto che dalla taschina laterale sono sparite le tre penne biro che tenevo di riserva, tre penne prive di valore, da “supermercato”, però si vede che esistono esseri viventi così, che mi rifiuto di chiamare “umani” o “persone” per non offendere le persone vere; un viaggiatore mi ha detto che sono animali, ma gli ho ribadito che non è vero, neppure gli animali si comportano così, io mi inchino sempre dove passano gli animali. Inoltre ho trovato il lucchetto forzato, per cui adesso non posso più aprirlo con le chiavi e non so se in valigia manca qualcosa; potrebbe essere successo sia al transfer di Doha (cosa di cui dubito), sia allo scarico di Jakarta (altra cosa di cui dubito); sono propenso a pensare che sia ancora successo nelle tre ore di Milano anche se, ovviamente, non posso accusare nessuno. Eppure questi “esseri” riescono (ma come fanno?! Sono quasi da ammirare…) a guardarsi allo specchio e dirsi “che bravo sono stato” e se io fossi quello specchio però avrei fatto di tutto per rompermi e non vedere più quelle facce. E qualche uccellino sconosciuto comincia a dire che è per “spingerti” a spendere quei 9 euro alle macchinette che ti avvolgono la valigia con la plastica. Ma no, sarà un caso! E che caso! (Bruno, tu guardi troppo “Striscia la notizia”, poi ti vengono i cattivi pensieri). Ma torniamo al viaggio: trasferimento al Domestic Terminal; avevo letto (e stampato) da internet i voli per Padang, mia prima meta di Sumatra (51 euro Garuda e 55 Batavia), ma quando sono arrivato agli sportelli quei prezzi, casualmente, non c’erano più. Complimenti ad entrambe le compagnie! Il meno caro sono i 96 US$ di Batavia, ma tant’è, giochiamo fuori casa. Ho cambiato un po’ di soldi; oggi 1 US$ = 8500 Rupie e 1 euro = 11600 Rp. Adesso è mezzanotte e alle 7.30, s.c., si va a Padang. Spese: colazione aerop. Doha 11 US$, visto Indonesia 25. Totale 36 US$. taxi interterminal 30.000 Rp, spuntino 45.000 Rp. Totale 75.000:8500=9 US$. Totale giornaliero 36+9=45 US$. Totale progressivo 42+45=87 US$. Media :2=44US$.

8.1 DO

Ho dormicchiato saltuariamente per circa tre ore sulla dura panchina all’esterno del terminal Domestic, poi un’ora di rimbambimento seduto mentre il marciapiede si affollava ed alle 4,30 sono entrato per il check-in, poi, adesso, sono le 5 … aspetto davanti a un caffelatte e un involtino veg. Alle 6 comincia una pioggia fittissima che poi pian piano si riduce di intensità; partenza alle 7.45 (15′ di ritardo) sempre sotto l’acqua; servizio aereo scadente, solo un’orrenda brioche semidolce e un bicchiere di acqua, nient’altro. Cambiamo nome a quest’aerolinea? da Batavia a Butavia. In compenso volo tranquillo fino all’atterraggio, piuttosto movimentato. C’è anche il sole. Dall’aeroporto ci sono pullmini diretti per Bukittinggi a 50.000 Rp, (scontate a 45.000 … su preghiera). La strada è trafficatissima, del resto è la principale, la trans Sumatra Highway, che attraversa l’isola dai traghetti di Giava al sud fino a Banda Aceh, nell’estremo nord. L’autista è un vero pirata, spericolato, corre, sorpassa colonne di veicoli in curva, taglia la strada al rientro dai sorpassi. Bocciato. Si arriva a Bukittinggi alle 12.30, mi fido della Lonely, vado all’hotel Orchid, mi piace, 130.000 Rp; per tre notti è mio. Il Capo mi ha aiutato a rompere il lucchetto della valigia, non manca niente. Pranzetto (sono distrutto, ma non voglio dormire, voglio prendere il giro giusto del fuso orario), passeggiata in centro; in cento metri ci sono sia la moschea che il tempio cinese attorniati da curiose costruzioni con rifacimento in stile coloniale. Bukittinggi è una cittadina molto graziosa, adagiata su due colline, una di fronte all’altra, e nella valle che le congiunge. Sulla collina di sinistra c’è il vecchio forte con un parco da cui parte un ponte semisospeso, solo pedonale, che la unisce alla collina di destra per cui, quando sei al centro del “footbridge” hai sotto di te la città della valle e vedi un panorama bellissimo di quasi tutta la città. Quando arrivi alla collina di destra c’è lo zoo, un po’ deprimente, non ho viso bene le bestiole (ci sono anche cammelli, elefanti, una tigre, oranghi ed altre scimmie, coccodrilli con, nel loro recinto, anche le spaventate paperette che costituiranno il loro pranzo; lo so che la natura è natura, ma così non è bello); c’è anche un piccolo acquario dentro un edificio a forma di pesce e, nelle vicinanze, anche la ricostruzione di una antica casa Batak, abbastanza simile a quelle Toraja tipiche di Sulawesi. Le due vie che percorrono le sommità delle colline e la principale via centrale della valle si riuniscono, con tutti i loro negozi e centri commerciali, alla grande piazza con la torre dell’orologio ed il chiassoso mercato della zona sud, oggi affollatissima di persone. Mentre rientravo in albergo sono stato attratto da una musica a tutto volume proveniente da un ristorante dove si stava festeggiando un matrimonio: all’esterno c’era un grande “cartello” con i nomi degli sposi fatti con i fiori e, mentre lo stavo fotografando, mi ha visto il padre della sposa che mi ha invitato a fare qualche foto anche dentro, cosa strana che però ho accettato, così alla fine mi ha regalato anche una bomboniera; strana piccola emozione che mi ha spinto a scrivere, sul registro dei presenti alla festa, anche i miei auguri. Un’oretta di riposo, poi cena in piazza; sono riuscito a resistere sveglio ma penso che, appena torno in camera, mi butterò sul letto fino a domani mattina. Bella giornata. Spese: tassa aeroporto x Padang 40.000, colazione 32.000, bus x Bukittinggi 45.000, hotel x 3 gg. 390.000, pranzo 22.000, ingresso parco e zoo 8.000, pila x orologio 35.000, caffè e bibite 16.000, cena 62.000. Totale 650.000:8.500=76 US$. Totale progr. 87+76=163. Media:3= 54 US$.

9.1 LU

Ho dormito sodo dalle 21.30 di ieri fino alle … 5 ! sì, alle 5 Bukittinggi viene svegliata dagli altoparlanti a tutto volume accesi dai muezzin delle moschee che invitano i fedeli alla prima preghiera della giornata con canti e parole che però, senza cattiveria, ti ispirano pensieri più tendenti al profano che al sacro. Del resto, Bruno, hai dormito le tue otto ore? Sì, però … sono rimasto nel dormiveglia fino alle 7.30 poi via al terminal a prendere il bus per il lago Danau Maninjau; ci si arriva in 36 km percorsi su strada tortuosa ma asfaltata lungo una valle laterale con i sempre affascinanti panorami delle terrazze di risaie, belle sì, ma quelle di Banaue (vedi racconto “le mie Filippine” del 2007) resteranno sempre indelebili nella mia memoria. Gli ultimi 8 km sono tutti di discesa con altrettanto splendido panorama del lago lungo i 44 tornanti (sono numerati) che portano a Maninjau, principale centro sulla riva del lago. E’ un luogo di pace, il lago è incastonato fra le colline, è lungo circa 20 km e largo 7, pieno di, chiamiamoli, box per l’allevamento dei pesci. Tanti alberghetti e guest house, ma poco frequentato. Il paese è piccolo e tutti ti salutano, alcuni hanno anche voluto fare la foto con me. Ho camminato per la via principale di Maninjau, poi proseguito per circa 3 km fino alla località di Bayur (bella moschea) e di lì, nel primo pomeriggio, ho ripreso il bus per tornare a Bukittinggi. Al terminal ho anche prenotato il bus per mercoledì per Parapat, cittadina principale sul lago Toba (175.000 Rp per circa 12 ore di viaggio). Poi con un altro minibus sono andato al villaggio di Koto Gadang, paesino che conserva ancora le vecchie case coloniali olandesi, in parte trasformate in botteghe artigianali per la lavorazone dell’argento. Al ritorno il pullmino si è fermato per fare benzina e … ma sì, facciamo finta di arrabbiarci: 4.500 Rp al litro ma, facendo i conti “sbagliati” (sbagliati ?!), con il petrolio grezzo a 100 US$ al barile (circa 150 litri) che vorrebbe dire 0,66 US$ al litro che vorrebbe dire 0,51 euro al litro, come fanno a venderlo, alla pompa, a 0,45 euto al litro? Meglio non indagare…… Spese: colazione 18.000, bus a/r x Maninjau 30.000, bus a/r x Koto Gadang 4.000, bus città 4.000, caffè e bibite varie 25.000, cena 32.000, internet 2.000, bus x 11.1 x Parapat 175.000. Totale 290.000:8.500=34 US$. Totale progr. 163+34=197. Media:4=49 US$.

10.1 MA

Ho deciso di chiamarlo affettuosamente “muezzivan il terribile” che alle 5 ti ricorda di ricordarti di lui anche in questa giornata tutta scombussolata. Leggendo con calma la guida, mi convinco ad andare alla Harau Valley dalle spettacolari pareti rocciose con diverse cascate. Poichè so che i ritmi qui sono più tranquilli dei nostri, mi alzo prima, alle 7, poi colazione e via al terminal dove alle 7.45, sotto il sole che picchia già, c’è il bus delle 8 per Payakhumbuh (che però parte alle 8.30) con arrivo alle 9.45. Da qui c’è il pullmino successivo per Harau che parte … quando è pieno e alle 9.45 ci sono solo io, mancano altre 11 persone…. Nell’ufficio turistico del terminal il gestore, che insegna anche inglese, mi propone un tour personalizzato a 100.000 Rp, ma perchè, quando ci puoi andare (quasi) tranquillamente con 8.000? Mentre aspetto e spero che arrivino gli altri passeggeri, il titolare, che stava anche facendo lezione, chiama fuori le studentesse e mi chiede di partecipare ad una lezione “pratica” di inglese, facendomi sottoporre domande dalle ragazze alle quali avrei dovuto rispondere in perfetto inglese (alleluja, il mio è solo un inglese turistico … ma accetto il gioco). Le domande sono semplici e non scendono nella sfera privata; l’unica domanda un po’ personale è stata: – Cosa cerchi in una ragazza?- E rispondo sempre in allegria (!?): -La disponibilità, tutto il resto sono solo parole, parole, parole, inutili parole che lasciano il tempo che trovano-. Un’oretta piacevole tutto sommato, poi alle 11 il pullmino è miracolosamente pieno, si parte (si parte? sì, aspetta …) Alle 11.30 è ancora fermo, per cui ci rinuncio, perchè solitamente nel pomeriggio i pullmini fuori città sono molto radi e si rischia di non tornare, per cui ritorno a Bukittinggi alle 13, cerco e trovo un bus direzione Padang per andare a vedere con calma la cascata di Lembah Anai, vista di corsa nel percorso di andata. Poco prima di arrivare alla cascata è arrivato un nubifragio nel giro di pochi minuti; sono sceso sotto l’acqua e mi sono rifugiato sotto uno dei tanti botteghini di cibo/bibite/souvenir. Lo scroscio della pioggia copriva quello della cascata; è durato circa tre quarti d’ora, poi è finito di colpo ed è tornato il sole. La cascata non è molto larga, ma è alta circa 40 m. con un unico salto che finisce in un laghetto a lato della strada; riesco ad “aprirmi” la suola della scarpa destra; foto e rientro a Bukittinggi. Quando scendo dal pullmino mi trovo davanti ad un gommista, entro e chiedo se nei dintorni c’è un calzolaio; al banco ci sono una ragazza e la madre, mi dicono che al pomeriggio il calzolaio è chiuso ma, vedendo la suola, si offrono loro di incollarmela, chiamano uno dei ragazzi che lavorano lì, lui mi prende la scarpa, gli applica la colla e mi dice: -Wait dry- (aspetta che asciughi); così parlo un po’ con la ragazza, Elvina, 23 anni, la mamma Trecia, 43, non parla inglese; stanno “tirandosi su” maniche e morale perchè un mese fa è deceduto improvvisamente il padre, titolare del negozio, e adesso sono lì, solo loro due, ed in Indonesia non è facile, per due donne, mandare avanti questo tipo di attività, ma del resto la vita deve continuare, deve, anche se dannatamente, ma sempre meravigliosamente continuare; mi spiega che ci sono anche due fratelli che però da tanti anni vivono e lavorano a Jakarta, però mi dice anche che lei e mamma sono forti, non vogliono crollare e anche se la sera piangono sempre, il giorno dopo sono lì pronte a sorridere ai clienti. Non hanno voluto nulla per la riparazione della scarpa, allora sono andato a comprar loro una piccola catenina ciascuna con medaglietta con le loro iniziali e gliele ho lasciate con il più grande augurio di ricordare tutto quello che il loro papà e marito ha fatto di buono e portarlo avanti nel futuro. Spese: bus città vari 12.000, bus a/r x Payakhumbuh 14.000, bus a/r per cascata 26.000, spuntino, bibite e caffè 25.000, catenine 40.000, cena 43.500. Totale 160.500:8.500=19 US$. Totale progr. 197+19=216. Media:5=43 US$.

11.1 ME

Stamattina ho fatto colazione con una coppia di australiani, lui e lei, che mi hanno chiesto se avevo sentito il terremoto di questa notte. Casco dalle nuvole, non ho sentito proprio niente; guardando la tv ho visto che ha colpito di nuovo la provincia di Aceh, già martoriata dallo tsunami del 2004. Penso che dovrò cambiare programma e rinunciare a quella zona; vedrò a Medan cosa fare. Al terminal, un colpo di fortuna: avevo prenotato il bus delle 10 per Parapat con il posto n. 22 (molto indietro, non mi piace, voglio sempre stare davanti a guardare fuori, ma per avere un posto simile occorreva aspettare altri quattro giorni, sono tutti pieni) bus che è in ritardo da Padang, per cui il gestore del botteghino mi ha chiesto se volevo “riempire” un pullmino che partiva alle 9.50; ho proposto di farmi sedere vicino all’autista e… per 20.000 Rp in più si può fare. Anche oggi il sole picchia, la strada è in ottime condizioni, il panorama della (ex) giungla è tutto da godere, piante comuni e strane si alternano a spiazzi coltivati a riso; è transitato ad un certo punto anche un piccolo varano. Dopo un’ora e 45′, a Bonjol, si passa sotto il ponte indicatore dell’Equatore, poi villaggi, paesini, campi e cittadine si susseguono fino a Padangsidimpuan, alle 18. Qui stranamente l’autista mi dice di chiudere il finestrino (perchè poi?) già, perchè, perchè mentre lo chiudevo è arrivato uno scroscio di pioggia come se ti avessero rovesciato in testa un secchio di acqua quando non te lo aspetti, sì, c’era qualche nuvola, ma io non mi ero girato indietro (come ha fatto l’autista) a vedere il nuvolone nerissimo che stava arrivando. 15 minuti, un ventaccio che faceva sbandare il pullmino, strada allagata, poi …e chi se lo ricorda più? tutto come prima, sole che ripicchia. Purtroppo usciti da Padangsidimpuan la strada è in pessime condizioni, buche continue, asfalto praticamente inesistente, si procede a passo di tartaruga zoppa fino a Sarulla dove ci si ferma per la cena (75 km in 2 ore e 35′). Poi si continua su questa strada per altri 43 km percorsi in 2 ore e 5′ fino a Tarutung (h 23.25), dove si incrocia l’altra strada proveniente da Sibolga e qui le cose migliorano, e dopo altre tre ore per gli ultimi 90 km, si arriva a Parapat alle 2.20; l’unico albergo aperto visto dal bus è il Sedayu, ho paura di prendere una batosta perchè si presenta bene pur non essendo di lusso, invece … 150.000 Rp, pago per due notti perchè sono veramente distrutto, anche se contento per quanto visto oggi. Salgo in camera, lascio tutto com’è e … ronf ronf … Spese: colazione 5.000, bus città 2.000, extra biglietto 20.000, pranzo 28.000, acqua 3.000, cena 21.000, hotel x 2 gg. 300.000. Totale 379.000:8.500=45 US$. Totale progr. 216+45=261. Media:6=44 US$.

12.1 GI

Immagino avrete già capito che ho appena finito adesso (sono le 11.30) di descrivere la giornata di ieri. Solo due parole sull’hotel: purtroppo non c’è proprio l’acqua calda (rarità segnalata anche nella guida) e questo per me è un piccolo dramma, riesco sì a lavarmi, ma non riesco a fare la doccia nè fredda nè bollente. Colazione misera (caffè e gallette), ma se vuoi qualcosa di più … fa di più ($, anche questo segnalato nella guida). Oggi giornata di riposo. Sole che picchia già dal mattino, ho fatto un giro a piedi per la città. Il lago Toba è molto grande, guardando le mappe locali è a forma di rettangolo con spigoli arrotondati e appendici varie, lungo circa 100 km e largo circa 15 con i due lati minori posti a nord e sud ed i maggiori ad ovest ed est. Nella zona centro sinistra del lago c’è l’isola di Samosir, meta di domani, grande circa come l’isola di Singapore e collegata, sul lato sinistro del lago Toba, alla terraferma con un piccolo istmo con ponte. Quando sono andato nella Repubblica Dominicana c’era una situazione analoga: i Dominicani si vantano di essere l’unico Paese al mondo dove c’è un’isola con un lago che contiene un’altra isola, ma … c’è anche Sumatra (qualcuno glielo dica ai Dominicani … ma con calma…). Parapat è su una piccola penisola al centro del lato est del lago e da qui partono i traghetti per Samosir (vedremo domani); non c’è nulla di speciale da vedere qui, ho fatto tutto il giro della penisola e della città, mi sono trovato di nuovo in mezzo ad un matrimonio, ma stavolta ho osservato in disparte. Vicino alla chiesa protestante mi sono venuti incornto sette bambini con i loro “Hello, sir”, così sono entrato nell’attiguo negozio, ho comprato 3.000 Rp di caramelle e gliele ho distribuite, ricevendo dei “grazie” pieni di sorrisi che valgono più di mille volte le rupie spese. Anche il mercato sulla piazza dei traghetti non è dei migliori. Nuvole nel pomeriggio e lieve pioggia stasera. Spese: caramelle 3.000, pranzo 19.000, caffè, bibite e snack 30.500, cena 40.000, internet 3.000. Totale 95.500:8.500=11 US$. Totale progr. 261+11=272. Media:7=39 US$.

13.1 VE

Oggi sole tiepido e tante nuvole. Traghetto alle 9.30 (7.000 Rp) per Tuk Tuk, capoluogo dell’isola di Samosir, arrivo alle 10 e ricerca dell’hotel. Vicino al traghetto ce ne sono tre principali più altre guest house; dei tre due sono troppo cari ed il terzo non ha l’acqua calda (ha solo tre stanze con acqua calda e, naturalmente … full). Voglio spendere due parole anche quest’anno sulle parole “troppo caro”: non intendo offendere nessuno, ma io viaggio con un budget di 50 US$ al giorno per cui non ne spendo più di 15-20 per dormire e il “troppo caro” parte da 300.000 Rp (circa 30 euro); lo so che in Italia con 30 euro dormi (forse) alla Caritas e (forse) in qualche ostello, viaggio in Italia per lavoro due o tre volte al mese ed il limite max permesso è di 70 euro, ma in questi ultimi due anni sta diventando difficile anche nei 2 o 3 stelle. I resort da 300.000 Rp forniscono servizi che io considero già di lusso, come i 4 – 5 stelle italiani; nella mia concezione di spesa di vita media si supera la linea di demarcazione fra “spendere” e “sprecare” e questo, ripeto, senza voler offendere i 4 – 5 stelle (diversi miei conoscenti, ad esempio, mi dicono già che io “spreco” per il solo fatto che viaggio, come, sempre secondo me, loro “sprecano” quando comprano vestiti firmati. Ognuno, e questo è il bello della libertà che abbiamo e che non sempre sappiamo apprezzare, decide come meglio crede. Dopo i tre tentativi ho proseguito con altri tre, ma quelli economici sono tutti pieni; ho trovato poi questo “Carolina Cottage” un resort con bungalowini graziosi attorno all’edifico centrale che fa da reception e ristorante con terrazza sul lago e per 130.000 Rp va benissimo, camera con bagno, veranda e acqua calda. A pranzo ho conosciuto, e stento ancora a crederlo, due ragazzi, lui Salvatore, siciliano e lei Anita repubblichina sammarinense, simpaticissimi, stanno gironzolando per tre mesi fra Singapore, Malesia, Sumatra e Thailandia. Una curiosità è che lei ha viaggiato molto più di me nella sua vita ed ha sempre trovato enormi difficoltà ai posti di frontiera perchè non tutto quello che vale per l’Italia vale anche per San Marino, principalmente perchè quasi sempre deve pagare visti di ingresso, e in molti Paesi è stata fermata e rimandata perchè non può fare i visti alla frontiera, ma se l’è sempre cavata bene. Pomeriggio nuvoloso, ho fatto una camminata di tre ore lungo la penisola di Tuk Tuk e domani conto di andare un po’ in giro per l’isola. La sera avrei dovuto cenare con i ragazzi, poi la cosa è sfumata. Sono andato in una pizzeria ristorante, ho mangiato, fra l’altro, un ottimo tortino di patate e cipolle dal nome impronunciabile ed ho visto due tedeschi che hanno preso la pizza: l’impressione estetica era buona ed anche il profumo, ma … troppo piccola e troppo cara (e stavolta lo dico proprio: 50.000 Rp, circa 5 euro, come in Italia, assurdo! come quasi tutti i prezzi delle pizze in Italia!). Spese: colazione 7.000, bus città 2.000, traghetto 7.000, hotel x 3 gg. 390.000, pranzo 31.000, cena 47.000, bibite varie e caffè 42.000, internet 6.000. Totale 532.000:8.500=63 US$. Totale progr. 272+63=335. Media:8= 42 US$.

14.1 SA

Giornata intensa. Noleggio motorino 75.000 Rp compreso il primo pieno. Partenza alle 9.50 ed arrivo a Tomok alle 10.25. Tomok è il principale paese dell’isola. Oggi è sabato e mi fermo quasi un’ora e mezza a vedere l’allegro mercato caratterizzato anche dalla presenza di popolazione dei villaggi Batak nei loro colorati costumi. Purtroppo pochi gradiscono essere fotografati, ma anche questo va rispettato, per cui mi sono limitato ai “volontari”. Chiacchiero anche con una signora che cerca di vendermi ciabatte (ma io cercavo scarpe, perchè la mia scarpa dx pluririparata è ormai “out”). Essendo rimasta vedova da quattro anni (ne ha 45), sta cercando un altro uomo che, fra l’altro, l’aiuti a mandare avanti il negozio e … ha fatto anche me la proposta… All’inizio pensavo scherzasse, ma quando ho viso che parlava seriamente, allora altrettanto seriamente le ho risposto che ha bisogno di una persona più giovane e più dinamica, mi ha detto che i giovani dinamici pensano solo al dinamismo da camera, non troppo a quello lavorativo, ma le ho replicato che è così in tutto il mondo e che comunque almeno il 50% dei ragazzi sono in gamba, seri ed affidabili, poi … ci sono gli altri. Non so se l’ho convinta, ma mi ha salutato ringraziandomi. Ho trovato poi un negozio con le scarpe, ma il n. 42 è difficile, qui sono principalmente piccoli…. l’unico che ho trovato è un paio, manco a dirlo “made in Italy”, ma 500.000 Rp …. no, sono 50 euro, non li spendo neanche in Italia per le scarpe. Dopo il mercato visito le tombe del re Sidabutar (ma che nome, era anche lui come la Butavia?…) dove, prima di entrare, devi indossare una stola che poi lasci all’uscita. Ripercorrendo il tratto di ritorno dal mercato vengo fermato da un’altra signora bottegaia che comincia a raccontarmi la sua storia (e che è?): madre di tre figli che sono chissà dove, marito sparito chissà dove e lei lì a presidiare il suo negozietto di souvenir … e… seconda proposta di ….. Ringrazio cordialmente e riparto verso nord per Ambarita, dove visito un vecchio villaggio dei Batak con al centro del cortile le celebri “stone chairs”, sedie di pietra; il complesso è grazioso e vale le 3.000 Rp di ingresso; curioso nel registro dei visitatori e noto con piacere (boh!) che quest’anno sono il primo italiano che firma. Proseguo in un paesaggio pittoresco fra le risaie con bellissimi aironi bianchi, scorci sul lago e colline indimenticabili fino a Samarinda dove visito un altro villaggio-museo Batak (più bello di quello di Ambarita) poi continuo fino a Pangururan, cittadina sul lato opposto dell’isola e collegata alla terraferma dall’istmo con ponticello. La cittadina non è nulla di speciale, però trovo le scarpe a 100.000 Rp e le compro, poi mi informo sui bus per Berastagi; pare ce ne siano due, alle 8 ed alle 10, ma non riesco a sapere altro. Proseguo per Hot Spring, dai Sumatrani definite “terme” ma sono decisamente scadenti, sporche, mal tenute; mi fermo per il pranzo poi torno con arrivo a Tuk Tuk alle 17.50. Ceno con i ragazzi sanmarinsiculi. Bella giornata. Il cibo del Carolina Cottage è ottimo. Spese: colazione 20.000, noleggio motorino 75.000, ingresso Batak Stone Chairs 3.000, scarpe 100.000, pranzo 35.000, benzina 10.000, cena 53.000. Totale 296.000:8.500=35 US$. Totale progr. 335+35=370. Media:9=41 US$.

15.1 DO

Altra giornata molto intensa. Ho ripreso il motorino e sono tornato a Tomok, poi ho proseguito verso sud. Premetto che l’hotel che affitta i motorini ti raccomanda, per scritto, di non percorrere il lato sud dell’isola perchè la strada è tutta dissestata ed in caso di incidenti non è prevista alcuna copertura assicurativa. In effetti, appena esci da Tomok la strada non è più asfaltata, è sterrata, però è in buone condizioni, non ci sono buche nè dossi nè pietre; l’ho percorsa per circa 3 km a velocità lentissima (meno di 20 km/h), poi, improvvisamente, ricompare l’asfalto; a questo punto provo a proseguire, la strada sale e più sale più il panorama del lago si estende. Si arriva al passo Huta (? non è il nome esatto perchè molte lettere del cartello indicatore sono sparite) e, poco prima, c’è uno spiazzo con un chiosco belvedere da cui si ha una vista spettacolare del lago, un vero incanto. Dopo il passo, si scende (sempre su strada ottima) fino al paesino di Onan Runggu, e qui finisce l’asfalto (38 km da Tomok); la strada comincia ad essere brutta a tratti per circa 5 km, poi è veramente pessima ma, procedendo a passo d’uomo, si riesce a percorrerla senza tanti scossoni. Sono 8 km orrendi, poi si arriva a Nainggolan e da qui la strada è di nuovo asfaltata, inizialmente male, poi tutta ok, attraverso un paesaggio straordinario, colline, risaie, bufali, cavalli, maialini, aironi, villaggi con tutti che ti salutano; una signora anziana mi chiede un passaggio fino a casa, 2 km, poi mi invita dentro a prendere un caffè insieme a suo marito, vogliono una foto con me, dieci minuti di serenità ed allegria. Però il viaggio deve continuare e dopo 38 km arrivo a Pangururan. Piccola sosta per allineare le chiappe e poi ritorno a Tuk Tuk dal lato nord; periplo completo 143 km. Non so perchè, per quei 13 km malmessi, abbiano sconsigliato l’intero percorso del lato sud, mi è sembrato un po’ eccessivo; è difficilissimo che io non segua le indicazioni delle precauzioni (tanto più scritte molto chiaramente) però ritengo che se si percorre questo tratto con la dovuta “testa”, si trascorra una bella giornata. Prima di rientrare sono ripassato nei due negozi delle due signore che volevano sposarmi; non so se ho fatto bene o male, ma ho voluto ancora ringraziarle per la considerazione che hanno avuto per me già solo dopo quattro chiacchiere; anche loro mi hanno ringraziato e… mettiamo anche questo nello scrigno dei ricordi. Cena favolosa con pesce alla piastra e verdure (leggermente caro). Spese: colazione 29.000, noleggio motorino 75.000, benzina 6.000, spuntino e bibite varie 75.000, cena 71.000. Totale 256.000:8.500=30 US$. Totale progr. 370+30=400. Media:10=40 US$.

16.1 LU

E’ ora di lasciare questo bellissimo posto. Stamattina ho lasciato un bigliettino di saluti a Anita e Salvo per la loro bella compagnia; lo troveranno sulla porta quando si sveglieranno. Dall’albergo un amico della ragazza della reception accetta di portarmi a Tomok per 20.000 Rp, partenza 7.50 ed arrivo al molo di Tomok alle 8; dopo cinque minuti arriva il traghetto da Parapat, si riempie il pullmino ed alle 8.15 si parte; il sole picchia già, non si vedono nuvole, gli ultimi scorci sul lago si fissano nella mente, si arriva a Pangururan alle 9.30. Mi riconfermano che il pullmino per Berastagi parte alle 10, ne approfitto per tornare a salutare le ragazze del negozio dove ho comprato le scarpe, torno alla fermata, sono le 9.40, c’è il bus, salgo, si riempie e … parte alle 9.45. Chiedo:-Ma è il bus delle 10?- -Sì- -E perchè parte adesso?- – Perchè è completo!- (Bruno, ma come fai a fare certe domande!). Si sale per circa 20 km e con il cielo limpido lo spettacolare panorama del lago esplode in tutto il suo fascino. Ci troviamo a circa 1200 m. sul mare nel paesino di Tele, poi si prosegue sul lungo altipiano verso nord; ad un tratto si lascia la strada principale per imboccarne un’altra che fa sì da scorciatoia, ma è in cattivo stato, asfalto interrotto ogni 2-300 m. da profonde buche, tutto così per 20 km, poi ci si rimette sulla strada principale per Medan. Arrivo a Berastagi alle 13.45, il bus ferma proprio vicino all’albergo che mi ero proposto e che è anche vicino al terminal, il Wisma Sibayak, trovo stanza con bagno a 100.000 Rp, per due notti è mia; se vuoi l’acqua calda c’è un extra di 10.000 Rp (prenotata per domani sera). Berastagi è piccola, non ha attrattive particolari, ma nei dintorni ci sono due villaggi Batak che conto di visitare domani; è anche un punto di partenza per chi vuole visitare i due vulcani che sovrastano la città; su indicazione del cordialissimo gestore, ho percorso tutta la via principale (circa 1 km) al termine della quale c’è un monumento alla liberazione dagli olandesi, un mercato (bella la parte floreale) e poi sulla sinistra c’è una strada che in 3 km ti porta alla Gundaling Hill, una collina da cui si ha un bellissimo panorama della città e dei vulcani che la circondano. Al ritorno, nei pressi del terminal, c’è un altro mercato, molto grande e molto, ma molto caotico, però è bello immergersi fra pesce, scarpe, verdure, vestiti, frutta, detersivi, carne e borse. Ho cenato al tavolo con Katerine, una simpatica e graziosa signora americana, che però vive a Tainan (Taiwan) dove insegna inglese, ed adesso è in vacanza con la sua bimba, un po’ capricciosa, però vedo che la mamma è abbastanza decisa e, secondo me, nel modo giusto, senza esagerare, e vedo anche che quando dice “no” è sempre seguito da un “because” (perchè) di motivazione. Domani vanno al lago Toba per cui le ho dato alcune informazioni sulle mie giornate trascorse lì. Per opportuna informazione, cari viaggiatori, questo albergo chiede (+ o -) cortesemente agli ospiti di rientrare alle 22 perchè … chiude tassativamente alle 22… Spese: colazione 27.000, mototaxi x Tomok 20.000, bus x Pangururan 12.000, bus x Berastagi 45.000, pranzo 28.000, hotel x 2 gg. 200.000, extra acqua calda 10.000, caffè e bibite varie 30.000, bus città 4.000, cena 32.000, internet 2.000. Totale 410.000:8.500=48 US$. Toale progr. 400+48=448. Media:11=41 US$.

17.1 MA

Colazione, saluti ed auguri a Katerine e poi bus per Kabanjahe (3.000 Rp, 20 minuti), cambio e secondo bus (3.000 Rp, 15 minuti) per il villaggio di Lingga. Il villaggio è veramente molto povero, è riportato nella guida perchè ci sono alcune caratteristiche case Batak con tetti a punta e corno, è piccolo, nel raggio di 200 m. vedi praticamente tutto, case ad uno o al massimo due piani, alcune in legno, altre in muratura. Vi faccio presente che già a Sumatra poche persone gradiscono essere fotografate, ma qui proprio quasi nessuno, pur accogliendoti tutti con il classico “hello” e disponibili a quattro chiacchiere.Sono riuscito a rompere un po’ il ghiaccio quando mi sono trovato nel cortile della chiesa protestante con i bambini dell’asilo, loro mi chiedevano di essere fotografati, così ho chiamato le maestre e … foto di gruppo, poi sono andato al più vicino chiosco a comprare 10.000 Rp di caramelle e gliele ho portate, anche se poi sono state le maestre ad avere il duro compito di suddividerle, più o meno equamente, fra i circa 40 bambini. Rientro a Berastagi alle 12.30 e … Katerine è ancora qui (il suo bus è alle 13). Pomeriggio un po’ balordo. Voglio vedere le cascate di Sjkulikap, si trovano a circa 11 km sulla strada per Medan, chiedo al ragazzo del bus di avvisarmi, ma forse non ci capiamo; durante il tragitto passa per i biglietti, non capisco la tariffa, gli do una banconota da 20.000 Rp e lui me ne da 10.000 di resto; con l’aiuto di un passeggero gli faccio presente che non è giusto, secondo me, 10.000 Rp sono la metà della tariffa per Medan e non certo la metà dei km, al che torna vicino all’autista, poi esce dal finestrino e sale sul tetto del bus, dimenticandosi (?) di dirmi dove dovevo scendere, così il bus arriva a Bandar Baru (20 km) e si ferma proprio vicino al posto di polizia. Sempre con l’aiuto del passeggero di prima, lo chiamo e gli chiedo il resto, insiste a darmi solo 10.000 Rp, così gli dico: -ok, andiamo alla polizia-; a questo punto mi restituisce la banconota da 20.000 Rp, sale sul bus che se ne va; almeno ho recuperato i soldi. Il passeggero, sceso anche lui, mi propone di riportarmi indietro fino alla fermata della cascata con il motorino, ma mi chiede 100.000 Rp, no, grazie. Torno con un altro bus (3.000 Rp) che mi lascia ai botteghini della cascata, già, ma per andare alla cascata c’è un sentiero di circa 1,5 km in mezzo alla giungla; faccio i primi 50 m poi il sentiero diventa invisibile e a questo punto preferisco rinunciare. Altro bus (3.000 Rp) e scendo al villaggio di Kampung Peceren, a 3 km da Berastagi, riportato nella guida, piccola copia di quello di Lingga, ma più deludente. Mezzora e torno a Berastagi (2.000 Rp). Passeggiata al mercato e cambio un po’ di soldi: oggi 1 US$ = 8.700 Rp. La sera il disguido tragicomico per l’acqua calda: verso le 20.30 chiedo alla signora se può accendermi l’acqua calda prenotata ieri, mi dice ok fra cinque minuti è pronta. Salgo in camera, mi spoglio, apro l’acqua e … attendo… ma l’acqua calda non arriva. Aspetto ancora 5 minuti, non mi piace sprecare l’acqua, ma … l’acqua calda non arriva. Mi rivesto, scendo e chiedo se ci sono problemi; la singora si meraviglia, mi porta vicino alla caldaia (a gas, con bombola) che c’è vicino al bagno del piano terra, mi fa vedere che è accesa, apre la porta del bagno poi apre il rubinetto dell’acqua e mi fa vedere che l’acqua calda c’è. Le chiedo come mai non arriva al bagno della mia camera e qui, finalmente, ci capiamo: io devo fare la doccia nel bagno del piano terra, nelle camere non uscirà mai l’acqua calda (Bruuuunooo, che figura!); ma quattro risate ce le siamo fatte… Spese: colazione 34.000, bus a/r x Kabanjahe 6.000, bus a/r x Lingga 6.000, bus x cascata 5.000, bus x Peceren 3.000, bus città 4.000, caramelle 10.000, pranzo 28.000, caffè e bibite varie 21.000, cena 31.000. Totale 151.000:8.700=17 US$. Totale progr. 448+17=465. Media:12=39 US$.

18.1 ME

Sono stanchissimo, eppure non è stata una giornata faticosa. Partenza alle 8.30 da Berastagi ed arrivo alle 10.25 a Medan con un piccolo contrattempo: alcuni bus, fra cui questo, non si fermano al terminal sud di Amplas, ma proseguono anche fino al terminal ovest di Pinang Baris, da dove partono i bus per Banda Aceh e, mentre percorreva la, chiamiamola, circonvallazione esterna di Medan, il bus si è rotto. Siamo scesi ad aspettare quello successivo (mediamente 15′ ) ma oggi, dopo 20′ non era ancora arrivato, così ho preferito prendere un becak (motocarrozzetta taxi tipo i più celebri tuk tuk thailandesi) per farmi portare vicino alla grande moschea nel quartiere Raya, quello degli alberghi “cheap” che si trova abbastana lontano, nella parte sud est della città. L’omino mi ha “sparato” 40.000 Rp, io ne ho controbattute 20.000 ed alla fine ci siamo accordati per 25.000; il percorso però è effettivamente molto lungo, c’è voluta quasi mezzora, così alla fine gliene ho lasciati 30.000. Contenti in due. Sono all’hotel Ronna, strano, la guida lo dà discreto, ma è proprio deprimente, stanza grande con bagno ricavato nel sottoscala senza alcuna apertura e acqua solo fredda, niente finestre, solo un’apertura che dà sul corridoio protetta da una zanzariera, ventilatore, ma per un giorno vale il misero prezzo di 70.000 Rp. Chiedo un po’ sulla situazione di Banda Aceh a seguito del recente terremoto, mi dicono che non ci sono problemi particolari, allora vedo, e vado, in una agenzia viaggi a lato dell’hotel per informarmi su bus e aerei: ci sono i bus notturni a 210.000 Rp, quelli diurni a 150.000, però partono alle 9 ed arrivano alle 22, ma poi la gentile ragazza (forse furbina in senso buono, ma indubbiamente di una professionalità straordinaria) mi fa presente che venerdì 20 alle 12 c’è il volo più economico della settimana a 290.000 Rp (compagnia Sriwijava, mah!), comunque, venduto, basta pensare, proviamo. Così sono tornato in albergo ed ho pagato anche la seconda notte. Pomeriggio alla scoperta di Medan, terza città dell’Indonesia dopo Jakarta e Surabaja, grande circa come Milano. A 50 m. dall’hotel c’è la splendida moschea Raya, ingresso 5.000 Rp, poi devi accettare di pagare 2.000 Rp al “guardascarpe”, un ragazzo invalido che fa un mestiere che non esiste, perchè nessuno ti porterebbe via le scarpe davanti alla moschea, potrebbe essere ucciso e senza conseguenza per l’omicida, ma … tant’è. La moschea è bellissima, bianca con cupole nere e interni colorati. Dopo la moschea, sulla sinistra a 150 m c’è l’istana Maimon, il palazzo del sultano (anche se, pare, questo sultano vive a Sulawesi e non è più tecnicamente in carica). Si visita solo la sala del trono, molto bella; qui mi si sono avvicinate cinque ragazzine che hanno voluto fare la foto con “l’italiano” (in effetti, sia sul registro della moschea che su quello del palazzo, oltre a me c’è stato solo un italiano dal 1.12.2011 a oggi, Gianluca di non so dove, ma che, se mi leggerà, saluto cordialmente). Dopo ho proseguito a piedi per circa 3 km attraversando la Medan coloniale che, in verità, mi ha un po’ deluso perchè di coloniale non ho visto nulla; sono arrivato fino alla Merdeka, la piazza principale dove c’è anche la stazione ferroviaria, ma non c’è nulla di particolarmente interessante, è un susseguirsi di ristoranti con allegato Mc Donald ed una serie di bancarelle di libri usati. Sono rientrato percorrendo, sempre a piedi, la strada parallela a quella di andata. Durante questo percorso ho avuto modo di vedere due “piaghe” dell’Italia che ci sono anche qui: 1 i posteggiatori abusivi, nella via subito dopo la Merdeka, che “aiutano” gli automobilisti già durante la fase di parcheggio per poi piazzarsi davanti alla portiera dell’autista e .. incassare; 2, quello che per me (e mi assumo la responsabilità di questa mia dichiarazione) è una delle meschinità più deprimenti dell’animo umano: un ragazzino seduto sullo spartitraffico con la stampella a lato che allunga le mani per chiedere l’elemosina muovendosi a fatica ma che poi, a un cenno di richiamo di un altro ragazzino, si alza rapidamente, prende la stampella in mano, come si farebbe con un ombrello chiuso, e comincia a correre verso l’amico, raggiungendolo e proseguendo le corse ridendo insieme a lui; sì, parlo dei falsi invalidi, esseri spregevoli che tolgono letteralmente risorse tecniche, economiche ed anche umane a chi invece ne avrebbe veramente necessità. Ma il mondo è fatto anche così. Spese: colazione 34.000, bus x Medan 20.000, becak 30.000, hotel x 2 gg. 140.000, aereo x Banda Aceh x 20.1 290.000, pranzo 21.000, ingresso moschea e guardascarpe 7.000, ingresso istana Maimon 5.000, caffè e bibite varie 32.000, cena 33.000. Totale 612.000:8.700=70 US$. Totale progr. 465+70=535. Media:13=41 US$.

19.1 GI

Il Pinang Baris terminal è veramente lontanissimo, 10 km dal centro verso ovest e, tenuto conto che il mio albergo, rispetto al centro, è a 4 km verso sud est, l’omino che mi ha portato con il suo becak si è guadagnato le 20.000 Rp che mi aveva chiesto e sulle quali non avevo fatto obiezioni (circa 40 minuti). Alle 9.30 parte il bus per Bukit Lawang, villaggio base per cercare e sperare di vedere gli oranghi del centro di riabilitazione. La strada è buona ma l’autista è moooolto lento; dopo circa 20 km si arriva a Binjai (10.10), qui il bus si ferma e l’autista cerca (perchè per quasi dieci minuti non ci riesce) di far funzionare il televisore del bus con i DVD. Quando finalmente ci riesce … rimane ancora fermo altri dieci minuti. Alle 10.30 riparte sempre a passo lento e dopo circa 35 km percorsi in un’ora si arriva al paesino di Tanjung Langkat. Dopo questo paesino il paesaggio cambia decisamente, si entra nella foresta; si vede proprio che la strada è stata ricavata tagliando piante di ogni tipo ed in alcuni tratti si vede anche quello che la foresta cerca di fare per riprendersi il “maltolto” con diverse piante che sporgono con i loro rami e foglie fin quasi a metà della carreggiata. Si attraversa anche una stupenda foresta di palme con i tronchi rivestiti da muschio ed alte pianti rampicanti, molto bella. Alle 12.20, dopo quasi 3 ore e 95 km si arriva a Bukit Lawang, capolinea, e qui arriva l’assalto dei ragazzi che vogliono essere assunti come guida fino al parco, sì, perchè il parco è a circa 3 km, di cui 2 su strada (e qui sganci 5.000 Rp per il mototaxi) ed uno di sentiero pedonale comodissimo, a tratti cementato ed a tratti con il porfido, ma percorribile anche dai motorini. Quest’ultimo km è attraverso il villaggio di Bukit fra negozietti di souvenir, ristoranti ed alberghetti, il tutto sulla riva del Sungai Bohorok; ci sono anche due ponti sospesi da cui si possono fare belle foto di fiume e villaggio. Alla fine del sentiero c’è “l’imbarcadero”, una canoa con cui si attraversa il fiume (circa 50 m) e sulla riva opposta c’è l’ingresso del centro. L’attraversamento è da incubo, la canoa è instabile, manovrata a mano tirando funi attaccate alle rive ed imbarca acqua; 30 secondi interminabili da brivido. Poi si arriva all’ufficio dei rangers, permesso 20.000 Rp, però se vuoi fare le foto sono altre 50.000 Rp e se vuoi anche filmare sono altre 150.000 Rp. Non digerisco queste piccole rapine e le combatto a modo mio: gli lascio la macchina fotografica sul tavolo dicendogli che non intendo pagare queste 50.000 Rp, giuro, ci avrei provato con il telefonino, ma lui stesso, probabilmente poco convinto di questa disposizione (che peraltro è scritta chiaramente) mi ha detto che non fa nulla, potevo tenere la macchina ed anche fare le foto; ma io non voglio neppure che i rangers possano passare dei guai per me, ma lui mi ha rassicurato che non c’è alcun problema (si sarà impietosito dei miei capelli più bianchi che neri?). Dall’ufficio, aperto solo dalle 9 alle 10 e dalle 15 alle 16, il gruppo formatosi nel pomeriggio, sotto la guida di due rangers, ha iniziato il percorso di avvicinamento; non è certo la comoda passeggiata dell’anno scorso a Sepilok (vedi “Il mio Borneo con 45 US$ al giorno” del 2011), c’è da salire lungo una collina per circa 100 gradini, anzi, gradoni, molto alti e su un sentiero scivoloso per l’umidità, 20 minuti per me molto faticosi all’andata e molto pericolosi al ritorno. Sulla piattaforma una mamma orango con il suo piccolo (già cresciutello); i rangers danno loro le banane e loro … provvedono. Alle 15.50 ritorno, discesa, ribrivido canoa, villaggio, rimototaxi, ma all’arrivo al terminal non ci sono più bus per Medan (soppressi perchè questa settimana ci sono solo poche persone); c’è comunque un pullmino che va fino a Binjai, poi un altro pullmino fino al terminal di Pinang Baris, poi c’è l’opelet (pullmino cittadino) n. 64 che collega direttamente i due terminal passando vicino alla moschea. Sono super distrutto, più di ieri. Spese: colazione 15.000, becak 20.000, bus x Bukit Lawang 20.000, mototaxi a/r x villaggio 15.000, pranzo 38.000, permesso Centro 20.000, bus x Binjai 15.000, bus x Medan 5.000, bus città 5.000, caffè e bibite varie 26.000, cena 43.000. Totale 222.000:8.700=26 US$. Totale progr. 535+26=561. Media:14=40 US$.

20.1 VE

Onestamente lasco Medan senza troppi rimpianti; l’aeroporto Polonia è a soli 3 km dalla città, ma non ci sono bus (strano o studiato?). Un amico di Ronna, la proprietaria dell’omonimo hotel, “si offre” di portarmi con 40.000 Rp, ma gli faccio presente che avevo già chiesto ai becak e la loro offerta è di 25.000 Rp, per cui l’ho lasciato “libero” di scegliere e, con la coda dell’occhio, ho visto la simpaticissima Ronna fargli cenno di sì. L’aereo delle 11.55 arriva alle 12.10 per cui si parte alle 12.35, e qui voglio spendere due parole: poco prima di decollare gli assistenti passano a consegnarti una scatoletta contenente un raviolo di verdure, una brioche al cioccolato ed un bicchiere di acqua sigillato; non sono un grande amante dei dolci, per cui il mio giudizio è solo sull’ottimo raviolo, così ho chiesto se, pagando, potevo averne un altro; detto, fatto, me l’hanno portato senza farmi pagare nulla e queste piccole cose per me valgono ancora tanto, perchè c’è ancora chi le fa, per cui posso dire W Sriwijava, anche se, come tutte le compagnie aeree indonesiane, Garuda di bandiera compresa, si trova sulle lista nera fra le non affidabili per la sicurezza. Arrivati a Banda Aceh, all’uscita dell’aeroporto ho chiesto se c’erano bus per la città (Bruno, salamino, l’hai chiesto ad un tassista… “no bus, only taxi”, 70.000 Rp tariffa fissa, scritta per qualsiasi posto o albergo in città) e, rassegnato, sono uscito dall’atrio con il tassista che mi portava la valigia; ma, guardando sulla sinistra, vedo un bus, al che mi fermo e rifaccio la domanda al tassista: – bus per la città?- Stavolta non ha potuto dirmi di no e, anche se ha capito di avermi perso, ha azzardato l’ultima difesa: – Ma il bus non va vicino al tuo albergo -. -Sì, va bene, ma … 15.000 Rp -. E invece il bus passa proprio davanti agli Hotel Medan, Prapat e Wisata, tre alberghi adiacenti in pieno centro; ho scelto il Prapat perchè è il meno caro, 100.000 Rp, ma la camera è bellissima, pulitissima, con bagno ma senza acqua calda (c’è solo nelle stanze da 250.000 Rp), è solo per una notte e, per la prima volta in Indonesia, c’è il sapone in allegato! E anche la bottiglia di acqua! Per oggi va bene qui. Nel pomeriggio mi sono lanciato: prima cosa la stupenda moschea Raya, più grande e più bella di quella di Medan, con un però, cioè la città è stata ricostruita dopo lo tsunami del 2004 e, a girarla, non si vedono tracce di quella che deve essere stata una delle più grandi catastrofi della storia; la popolazione è quasi totalmente musulmana con stretta osservanza della sharia, pur senza vedere in giro donne con il burqa. Sono entrato nella moschea proprio durante la preghiera più importante della settimana, quella del venerdì, e me ne sono stato in disparte per non disturbare; alla fine, quando gran parte dei fedeli era uscita, mi sono incamminato verso il centro ed ho scattato una foto, ma un guardiano (?) in divisa mi ha fermato, mi ha chiesto se ero musulmano e, al mio diniego, mi ha fatto segno di uscire. Non ho potuto discutere perchè non parlava inglese per cui ho preferito non insistere. Dalla moschea, sempre a piedi verso sud, dopo circa 500 m c’è il palazzo Gunongan, un edificio strano, non è un vero palazzo, è una specie di cortile circondato da muri bianchi con annesso un altro strano edificio circolare con strette scalinate all’interno e circondato da muri bianchi con picchi; pare fosse usato dal sultano per svaghi privati… Di fronte al Gunongan c’è il Kherkhof, cimitero olandese, parzialmente danneggiato dallo tsunami. Vicino al Kherkhof c’è un parco con la mappa di Banda Aceh e, parlando con alcuni ragazzi simpaticissimi, ho chiesto loro se c’erano bus per il quartiere nord di Lampulo dove c’è il simbolo principale dello tsunami; be’, quei quattro ragazzi si sono offerti di accompagnarmi a vederlo. Si trova a 4 km nord ed è rappresentato da un barcone da pesca, lungo circa 20 m e largo 6, che è stato letteralmente scaraventato in piedi sul tetto di una casa a 3 km dal mare dalla forza dello tsunami, è impressionante, è ancora lì ed il governo per ora ha deciso di metterlo in sicurezza puntellandolo e farlo diventare monumento alla memoria; è stata allestita anche una rampa in cemento per salire vicino alla barca e le pareti di questa rampa sono tappezzate di foto del disastro e di persone probabilmente disperse. I ragazzi mi hanno anche detto che a 5 km c’è un altro simbolo: una nave generatore trascinata per 4 km nell’entroterra, ma che ora non si può vedere perchè in ristrutturazione. Tornato con i ragazzi davanti all’albergo, ho offerto loro quattro bibite (qui nella provincia autonoma di Aceh l’alcool è tassativamente vietato, anche se alcuni locali vendono birra). C’è anche un altro monumento particolare, esteticamente non vale nulla, neanche la foto, ma, dentro, tocca: è il monumento al ringraziamento al mondo per quanto fatto per la ricostruzione ed è stato allestito anche il Museo dello tsunami ma, senza cattiveria, non me la sono sentita di andare a vederlo. Cari viaggiatori, dite quello che volete, ma .. un tuffo al cuore, e più di uno, l’ho avuto. Spese: colazione 15.000, auto x aeroporto Medan 25.000, tassa aeroporto 35.000, spuntino 16.000, bus aerop.-città 15.000, hotel 100.000, cena 53.000, caffè e bibite varie 79.000. Totale 338.000:8.700=39 US$. Totale progr. 561+39=600. Media:15=40 US$.

21.1 SA

Becak per Ulee Lheue, paesino dove è stato spostato il porto di Banda Aceh dopo lo tsunami, a circa 6 km a nord. Qui c’è la scelta dei traghetti per l’isola di Pulau Weh e non è molto facile per chi, come me, vuole godersi anche gli spostamenti: la motonave veloce ci mette 40 minuti e costa 56.000 Rp, il traghetto lento ci mette due ore e costa 18.000 Rp. Oggi è una giornata splendida, il mare è calmo e … vada per le due ore. L’unica piccola seccatura è che sono arrivato al porto alle 8.30, la motonave parte alle 9 e il traghetto alle 11, ma va bene lo stesso. Mentre sorseggiavo un caffelatte mi è capitato un piccolo episodio idiota: due ragazzi, saputo che arrivavo dall’Italia, mi hanno chiesto se conoscevo Berlusconi (potevo dire di no?), però, con la mia calma, ho risposto:-Sì, perchè?- E loro hanno controbattuto ridendo:- Perchè ci sono delle ragazze indonesiane che vorrebbero conoscerlo-. Di fronte a queste idiozie sono rimasto fermo a fissarli in silenzio, forse la cosa migliore, e forse hanno capito abbastanza in fretta perchè hanno smesso di ridere e si sono allontanati. Quando il traghetto arriva non fa certo una buona impressione dall’esterno, sembra in via di rottamazione; però, poi, quando vedo i 14 autocarri che si infilano con una ventina di macchine e tanti motorini comincio a tranquillizzarmi; è grande e non mancano discreti servizi bar e sale con aria condizionata. Parte puntuale, io, come sempre, sono sul ponte superiore all’esterno, e riesco a fare amicizia con un parrocchetto rosso e blu che, dopo la diffidenza iniziale, accetta di salire sulla mia mano e poi si sistema sulla spalla, tenerissimo, si mangia anche le noccioline che avevo comprato poco prima; poi, dopo circa due minuti se ne torna sul tetto del ponte. Il sole picchia, cielo serenissimo, mare stupendo, brezza marina ideale (già, mi ricordo proprio una ragazza con cui avevo frequentato un corso anni fa, si chiamava proprio, crudeltà mentale dei genitori, Brezza Marina). Due ore esatte ed alle 13 si attracca all’isola di Pulau Weh, lato sud, al porto di Balohan; da qui un bus porta al villaggio che ho scelto sulla guida, Iboih, a 35 km verso nord ovest, ma arrivati al villaggio cerco sistemazioni, ma è incredibilmente tutto pieno, cammino lungo il sentiero che collega il centro del villaggio con i vari hotel bungalows della collina, ma niente, sembra che si siano riversati tutti qui. Così, dopo un’ora, prendo un altro bus, lascio Iboih per andare a Sabang, capoluogo dell’isola, situato sul lato nord; l’autobus ferma in centro davanti a quattro alberghi di varie categorie, ma tre sono pieni e nel quarto (hotel Holiday) trovo finalmente una camera, anche se un po’ cara, ma per due notti va bene così. Spese: colazione 16.000, becak x Ulee Lheue 20.000, traghetto 18.000, bus x Iboih 50.000, bus x Sabang 50.000, becak x Balohan 30.000, bus x Sabang 20.000, moto 10.000, cena 43.000, caffè e bibite varie 37.000, hotel x 2 gg 320.000. Totale 614.000:8.700=71 US$. Totale progr. 600+71=671. Media:16=42 US$.

22.1 DO

Giornata magnifica. Noleggio motorino e via, primi posti le due spiagge di Sabang, Paradiso e Kasih, per la verità molto sporche, non certo belle, la Kasih è addirittura detta “la spiaggia degli amanti”; è vero che … quando càpita, ogni posto è buono, ma preferirei “amantare” in altri posti, non certo in questa spiaggia. A 6 km dalla città c’è invece la bella spiaggia di Sumur; proseguendo poi lungo la strada costiera su saliscendi ininterrotti e fra panorami stupendi arrivo al porto di Balohan. Breve spuntino, informazioni sui traghetti di domani e poi proseguo verso la costa sud fino alle Hot Spring (simil Pangururan, niente di speciale); poi la strada non è più asfaltata ma, percorrendola con la dovuta calma si può fare, anche se alcuni tratti sono proprio malmessi; sono circa 10 km, poi riprende l’asfalto, proseguo fino a Iboih e vengo attratto da uno strano cartello con scritto “km 0 km 6”, proseguo ancora e alla successiva pietra miliare c’è scritto “km 0 km 5”, forse sono gli ultimi 5 km, vado fino alla fine e qui si vede tutto: c’è un monumento orribile, una specie di cupola posta su quattro colonne ai cui piedi c’è un piccolo marciapiede che gira intorno alle quattro colonne in forma circolare; una scalinata centrale porta a questo marciapiede, il tutto in colore bianco ed arancione. Sotto la cupola c’è una lapide che indica che questo è il punto più a nord di tutta l’Indonesia (potrei definirlo il “Capo Nord” dell’Indonesia) ed è stato chiamato km. 0. Gli ultimi cinque chilometri sono anche questi, secondo me, strappati letteralmente alla giungla e per circa 2 km c’è lo spettacolo affascinante delle piante che stanno rioccupando la strada. Seconda breve sosta a Iboih poi proseguo lungo la costa nord sulla strada già fatta ieri, però con più calma, fermandomi varie volte a fotografare i panorami e a guardare le scimmie che trovi lungo la strada, sono macachi che però non sempre gradiscono la tua vicinanza. Passo anche vicino al lago Aneut Loat, abbastanza grande, e torno a Sabang, ma non è finita. In albergo prendo il “necessaire” per il bagno, torno a Sumur e mi godo 40 minuti di calda acqua dell’Oceano Indiano (guardando la cartina, non è molto lontano dalle Isole Nicobare). Stanchissimo, ma … che bello!. Spese: noleggio motorino 80.000, spuntino 17.000, benzina 16.000, cena 39.000, caffè e bibite varie 22.000. Totale 174.000:8.700=20 US$. Totale progr. 671+20=691. Media:17=41 US$.

23.1 LU

Bruno, non sei normale, ti sveglia alle 2.30 la pioggia che cade su Sabang e non ti ha svegliato il terremoto di Bukittinggi! Partenza alle 7.15, al porto alle 7.30, via alle 8, sempre sotto la pioggia, con la motonave ed arrivo a Ulee Lheue dopo 45 minuti … sotto il sole. Corsa al terminal a prendere informazioni sui bus per Medan, ma qui vedo tanti minibus per la costa occidentale, leggo un po’ la guida e … alle 10 sono sul pullmino per Meulaboh, pullmino che parte però alle 10.30. Nei primi 70 km la strada corre in parte lungo la costa ed in parte si snoda sulle colline. Bruno, fermati, hai detto due stupidaggini (ma le dicono in tanti! Sì, ma sempre di stupidaggini si tratta). La strada non corre, anzi, non cammina neppure, è lì ferma, e neppure si snoda, perchè non ha nodi e se li avesse non potrebbe scioglierli… Splendidi panorami di baie, foreste, isolette che contornano la costa, paesini e villaggi. Ma qui spendo due parole: questo tratto di costa, da Banda Aceh a Tapaktuan (circa 500 km) è stata l’area più colpita dallo tsunami, la strada è stata rifatta tutta fino a Calang, poi è ancora parzialmente in cattivo stato, ma percorribile e non ci sono più i traghetti-chiatte sui fiumi, tutti i ponti sono stati ripristinati. Fra Calang e Meulaboh c’è stata la parte più distrutta, Calang è stata letteralmente spazzata via e più di metà popolazione ha perso la vita; è stata ricostruita circa 20 km più a nord. Lungo la strada si vedono ancora i disastrosi effetti, soprattutto in due punti in cui di una foresta sono rimasti solo i tronchi spogli e con pochi rami, qui probabilmente la natura ci metterà un po’ più di tempo a riprendersi. Anche Meulaboh, dove mi trovo ora, è stata distrutta e ricostruita in gran parte; è chiamata “ground zero” perchè la più vicina all’epicentro del terremoto. Ho trovato posto al Losmen Lisa, un albergo che vi raccomando se passate di qui; domani proseguo per Tapaktuan. Dimenticavo, qui c’è un’altra stupenda moschea, la Agung, non perdetevela. Alle 18.15 ho notato che praticamente tutti i negozi sono chiusi o stanno chiudendo; inutile dirvi che anche qui sono visto, salutato, controllato, fotografato, osservato quasi come una bestia rara, ma io saluto e rispondo sempre a tutti, soprattuto quando mi sorridono. Spese: bus x Balohan 20.000, motonave x Ulee Lheue 60.000, colazione 6.000, bus x Banda Aceh 20.000, bus x Melauboh 85.000, pranzo 20.000, hotel 70.000, bus x domani x Tapaktuan 50.000, cena 28.000, caffè e bibite varie 22.000. Totale 381.000:8.700=44 US$. Totale progr. 691+44=735. Media:18=41 US$.

24.1 MA

Giornata caldissima fin dalle 9, partenza alle 10, si percorre un tratto di costiera (i danni qui sono stati inferiori), poi un tratto all’interno, ancora con la splendida foresta di palme con i tronchi ricoperti di piante varie, poi di nuovo lungo la costa fino a Tapaktuan. Avevo già notato ieri una strana cosa sui pullmini, ed oggi si è ripetuta: quando il pullmino arriva in qualche paesino o villaggio, a volte lascia la strada principale, si infila in stradine laterali, a volte anche in vicoli di campagna, e… ti porta a casa tua (o ti viene a prendere), poi torna sulla strada principale. Oggi c’era un autista che parlava un po’ di inglese, così mi ha spiegato che con un piccolo supplemento fanno anche questi servizi; è ovvio che non si possono rispettare sempre gli orari. Comunque, per opportuno aggiornamento della guida, adesso tutta la strada da Banda Aceh a Tapaktuan è completa, senza traghetti nè guadi. Arrivo alle 15.30, trovato hotel Azizi, buono, ma camera senza bagno 100.000 (con bagno 200.000; per un giorno va bene senza). La strada principale fa anche da lungomare; bella spiaggia 5 km prima della città. Contavo di fermarmi almeno un giorno, ma non credo valga la pena, così ho già prenotato il pullmino per domani mattina. Pomeriggio passeggiando per la via principale, poi, alla fine della via stessa c’è un bar ristorante su una piccola spiaggia, per cui … secondo caldo bagno, delizia. Ultimo episodio, ma sì, raccontiamolo, tanto fa parte del viaggio. Mentre in camera mi preparavo per uscire ed andare alla spiaggia, si è presentato il ragazzo della reception che mi ha portato le bottiglie dell’acqua; l’ho ringraziato, ma lui mi ha chiesto se avrei gradito un massaggio, però nel chiedermelo mi ha messo una mano sulla spalla e stava dirigendo l’altra mano verso una parte che uso, principalmente, per fare pipì. Con la mia consueta calma l’ho ringraziato per l’attenzione, ma gli ho spiegato che la mia strada, per ora, è ancora un’altra (e intanto siamo a tre proposte strambe …). Spese: colazione 6.000, pranzo 15.000, bus x Medan x domani 120.000, hotel 100.000, bus città e becak 9.000, caffè e bibite varie 20.000, cena 36.000. Totale 306.000:8.700=35 US$. Totale progr. 735+35=770. Media:19=41 US$.

25.1 ME

Inizio comico. Arrivo al terminal alle 7.25 (bus ore 8.00) e mi siedo al chiosco per la colazione, tre piccoli buonissimi involtini di verdure con caffelatte (ehi, calma, è tutto in polvere solubile con acqua calda, ma accettabile). Mentre inizio il secondo involtino arriva l’autista e mi dice: – let’s go! andiamo subito; ma… come, il bus delle 8 parte alle 7.30 e stavolta non gli chiedo perchè, perchè non è pieno, ci siamo solo io e due signore, ma … così è. Prima di uscire dalla città passiamo a prendere a casa un altro passeggero e poi via lungo la strada che segue la costa per circa 50 km, poi si va verso l’interno fra saliscendi molto ripidi (in un caso, noi in discesa abbiamo visto che da un pullmino che procedeva in salita tutti i passeggeri erano scesi ed hanno aiutato a spingere il pullmino lungo la salita!). Paesaggio sempre favoloso, almeno per me che voglio sempre guardare tutto quello che c’è durante i viaggi. Dopo tre ore siamo bloccati dal traffico in un paesino che fa impressione, tutte le case sono in legno, parte sulla riva di un fiume e parte ai lati della strada e la strada stessa è semibloccata (c’è solo una corsia libera per i due sensi di marcia) da un variopinto affascinante mercato. Se mai capitate da queste parti, si tratta del villaggio di Puasha. Dopo altri 40 minuti si arriva a Kota Subulussalam, dove l’autista mi fa scendere e prendere un altro pullmino che però è pieno, vogliono mettermi in un angolo in fondo, gli faccio presente che ho pagato il giorno prima per avere un posto davanti, ma mi dicono: – O questo o alle 13 il prossimo -. Sono le 11 e… ho aspettato le 13. Ci sono due banche qui, ma nessuna cambia soldi, splendido! Poi non finisce qui. Mentre mi trovo in un negozio per cercare lo scotch (l’ho dimenticato a Meulaboh), il simpaticissimo negoziante mi invita a sedermi ed a chiacchierare con lui (57 anni) e la moglie (54). Non mi perdo in dettagli, ma, alla fine, visto che non aveva lo scotch e che me ne stavo andando, mi ha fermato un attimo, ha cominciato a chiudere la serranda del negozio e mi ha supplicato: – Bruno, ti prego, prendi me e mia moglie e portaci in Italia, adesso, subito -. Poi mi ha fatto segno (che tristezza in questo modo!) con pollice e indice sinistro uniti in cerchio e indice destro che vi si infila, che potevo “usare” sua moglie. Sempre con la mia strana calma gli ho risposto che non avevo i soldi per pagare loro il viaggio, al che mi ha detto: – Ma tu non sei ricco? -. E al mio: -No – ha riaperto la serranda, mi ha dato la mano e se ne è andato nel retrobottega, lasciando la moglie lì come, già, come che cosa? (e quarta stramba proposta). Si riparte alle 13.20 con arrivo a Medan alle 20.15; mi chiedono dove devo andare e gli rispondo: – alla moschea, da Ronna -; bè, servizio a domicilio compreso, anche se, prima di me, ne ha portati a casa altri quattro per cui sono arrivato da Ronna alle 22.00. Spese: colazione 3.000, pranzo 18.000, cena 26.000, hotel 50.000, caffè e bibite varie 11.000. Totale 108.000:8.700=13 US$. Totale progr. 770+13=783. Media:20=39 US$.

26.1 GI

Bellissima sorpresa oggi! Ve la raccomando! Partenza alle 9 per Belawan, il porto di Medan ed arrivo alle 10.10. Cerco informazioni sul traghetto per Penang e mi dicono che … non c’è più!. Adesso il traghetto parte, e non tutti i giorni, da Tanjung Balai, a 230 km più a sud di Medan; splendido, vero? Torno a Medan all’agenzia viaggi che mi aveva rilasciato il biglietto aereo per Banda Aceh e la bravissima “volpina” mi trova, guarda caso, un volo economico per domani, 325.000 Rp (strano veramente, per una tariffa internazionale, ma va bene così, sono sempre 32 euro; ce ne sarebbe uno più economico, a 25 euro, ma solo domenica, per cui, ok per domani). Pomeriggio lunga passeggiata fino a Little India, ma non merita, ne ho viste di migliori. Giornata caldissima, 32°, afa, ho bevuto tantissimo. Spese: colazione 18.000, bus a/r per Belawan 15.000, aereo per Penang x domani 325.000, pranzo 35.000, hotel 50.000, cena 19.000, caffè e bibite varie 28.000. Totale 490.000:8.700=56 US$. Totale progr. 783+56=839. Media:21=40 US$.

27.1 VE

Ultimo saluto alle simpaticissime Ronna e sorella, ma quest’albergo è proprio da consigliare solo a chi viaggia più disperato di me (e, onestamente, di questi alberghi ne ho frequentati tanti nei miei primi viaggi da “desperado” di trent’anni fa, pareti in legno, bagno inavvicinabile, fai pipì stando fuori e cercando di centrare la tazza a 2 m, poi aprendo l’acqua e pulendo il pavimento con la gomma dell’acqua stessa). Ricordatevi di chiudere sempre la porta del bagno perchè la sera è “frequentato” da sia pure affascinanti scarafaggi, meravigliosi da vedere ma … fuori stanza; ogni tanto fa anche capolino qualche geco, ma … si dorme; il ventilatore a pale, messo sulla seconda velocità è l’ideale per avere sempre l’aria in movimento, ma senza il rischio del torcicollo. L’aereo delle 13 parte alle 12.45, 3/4 vuoto; è un piccolo ATR a elica della Wings, sottodipendente della Lion Air, tutto ok, un’ora di volo senza neppure un bicchiere di acqua, arrivo a Penang (Malaysia) dopo un’ora, cambio un po’ di soldi: 1 US$ = 2,98 RM e 1 euro = 3,90 RM, poi bus per Georgetown; su questo bus ho visto una cosa strana, una ragazzina che indossa una maglietta nera con una scritta su tre righe: nella prima c’è solo il numero N° 321, nella seconda riga c’è scritto, in lettere, uno strano numero in inglese “thirteenseven”, nella terza riga c’è scritto, in perfetto italiano “trentasette”; qui c’è da pensare, o l’errore in inglese è stato fatto volutamente (anche chi come me l’inglese lo bestemmia solo da turista, sa comunque che trentasette si scrive thirty seven, mentre thirteen è il nostro 13 e tredicisette non ha molto senso) oppure lo stilista ed i suoi collaboratori hanno … Il bus arriva al porto, traghetto per Butterworth (gratis per i pedoni) e bus per Alor Setar. Stanchissimo. Spese: colazione 21.000, becak x aerop. Medan 20.000, tassa aeroporto 75.000, souvenir e bibite varie 121.000. Totale Rp 237.000:8.700=28 US$. Bus x Georgetown 3 Ringgit Malesi (RM), spuntino 4,40, bus x Alor Setar 9,80, hotel x 2 gg 66, taxi 12, cena 11,40. Totale RM 106,60:2,98=36 US$. Totale giornaliero 28+36=64 US$. Totale progr. 839+64=903. Media:22=41 US$.

28.1 SA

Alor Setar è una graziosa città, multietnica, simpatica; avevo un elenco di nove cose da vedere, ma 8 sono tutte nella stessa piazza principale, Padang: la sala udienze del sultano (oggi chiusa, ma dall’esterno si vede già bene), il Museo Raja dove mi hanno colpito particolarmente un vecchissimo binocolo con treppiede ed un grammofono a manovella; poi ho firmato il registro e, curiosità, sono andato a leggerlo a ritroso e dopo circa 5 minuti ho trovato la firma dell’ultimo italiano venuto qui il 31.7.2011, Ernesto di Napoli che, se mi leggerà, saluto cordialmente; poi il palazzo della galleria d’arte (chiuso da tempo) ma è già bello esternamente, stile coloniale, poi la graziosa moschea con vicino la torre dell’orologio e la sala dei tamburi (chiusa); High Court chiuso e, in fondo alla piazza, si staglia la grande torre Menara, moderna, alta 165 m, puoi arrivare, al mattino, fino agli 88 m della postazione panoramica, mentre al pomeriggio e la sera puoi salire al ristorante girevole a 97 m (ascensore 10 RM, ma il panorama a 360° li vale tutti). A circa 300 m c’è il piccolo tempio buddista Wat Siam Nikrodharam. Torno vicino alla piazza dove ci sono diversi centri commerciali. Ho preso una bibita (2 RM) e, mentre la bevevo, ho letto sulla lattina l’etichetta con il prezzo: 1,40 RM. Con la mia proverbiale calma ho finito di berla poi mi sono avvicinato alla ragazza e le ho chiesto se era lei la “boss”. -No, sir, è lei – indicandomi la signora a fianco a cui ho fatto solo leggere l’etichetta; la ragazza si è messa a piangere ed ha subito preso i 60 cent da restituirmi, che però ho rifiutato dicendole, sempre con calma: – Io non credo che Allah ti abbia insegnato queste cose; non preoccuparti, oggi io e te abbiamo imparato qualcosa di più -. Nel pomeriggio, non sapendo cosa fare, ma con una piccola vocina che mi ronzava dentro, ho visto il bus per Kuala Kedah, cittadina da cui partono i traghetti per Langkawi, mia prossima meta. Bus dell’anteguerra, sono solo 10 km da Alor Setar su una specie di moderna autostrada a due carreggiate separate, roba da dieci minuti circa, bè, con un mucchio di fermate è riuscito a metterci mezzora. Comunque arrivo al terminal dei traghetti, capisco che è sabato, ma è una bolgia, eppure quando guardo gli orari vedo che ci sono circa 20 traghetti al giorno; comunque prenoto per domani mattina alle 9.30 : 23 RM. Poi ritorno ad Alor Setar e passo davanti alla forse unica agenzia viaggi aperta il sabato pomeriggio alle 18. Chiedo informazioni per andare a Kuala Lumpur da Langkawi: i dubbi sono tanti, KL è a 450 km da qui, c’è solo un treno al giorno la sera alle 19 con arrivo a KL al mattino alle 5.30. Il mio volo per tornare in Italia è il 2.2 alle 10.10 e devo essere in aeroporto entro le 7.30. Se quel treno tarda (è il treno Bangkok- Singapore…) sono fritto. Ci sono autobus al mattino, ma devo partire da Langkawi la sera prima e perdere qui un’altra notte, ma la gentile signora, sempre casualmente (e che caso!) mi trova uno strano volo Air Asia per il 1.2 alle 22.40 da Langkawi che arriva a KL LCCT alle 23.45 … 152 RM (38 euro) venduto… Torno in camera, mi riposo un’oretta, poi cena, un’oretta di internet (2 RM) e buona notte, è finita anche questa caldissima giornata. Spese: colazione 3,20, ingresso torre menara 10, pranzo 13,55, bus a/r x Kuala Kedah 3, traghetto x domani 23, aereo x 1.2 x KL 152, cena 8,30, bibite varie 11,60, internet 2. Totale 226,65:2,98=76 US$. Totale progr. 903+76=979. Media:23= 43 US$.

29.1 DO

Bus 8.20, arrivo a Kuala Kedah 8.45, partenza puntuale della motonave alle 9.30, purtroppo non ci sono posti all’esterno, bisogna stare in cabina al coperto, 90 minuti fino a Kuah, capoluogo dell’isola di Langkawi. Il terminal del porto è favoloso, sembra quasi quello di un aeroporto, poi all’uscita inutile “caccia” ai bus per Pantai Cenang, considerata la località “più” dell’isola, devi per forza sottostare ai taxi che, per lo meno, sono a tariffa fissa a seconda delle località per cui non c’è il rischio che ti possano chiedere di più; ti lasciano un tagliando all’ufficio taxi e il primo della fila ti porta. Ho chiesto di andare alla guest house Geko che istintivamente mi dava fiducia; purtroppo era pieno, così ho provato, nelle vicinanze, la Palmas (non Giorgia… Bruno …) anche lei piena, poi un’altra, pure piena, però la ragazza della reception mi ha detto di provare alla lavanderia di fronte dove la titolare sembra riesca sempre a “piazzare” i disperati senza prenotazione. Così mi ha fatto vedere un cottage che in realtà è un appartamento con una grande cucina con frigo, TV e ventilatore a pale sul soffitto, poi c’è la grande camera da letto che contiene addirittura due letti matrimoniali divisi da 60 cm, poi c’è il grande bagno con vasca, doccia e acqua calda; dimenticavo, in camera c’è anche il condizionatore. L’ho ringraziata perchè sicuramente non potevo permettermi una spesa simile, ma le ho chiesto, per cusiosità, il prezzo: sarebbe 80 RM al giorno ma, se uso un solo letto, 70! Non ci credevo, glielo ho fatto ripetere e … per tre giorni è mio a 210 RM (circa 50 euro); dimenticavo ancora, in questo piccolo homestay (resort economico) c’è anche una piccola piscina a disposizione dalle 7 alle 23, e stavolta lo dico felice, e che caso! Disfo la valigia, esco per il pranzo, passeggiata lungo la via principale, piena di hotel, ristoranti, negozi “di tutto di più”. Il ritorno … sulla bianchissima sabbia della bellissima spiaggia e alle 17 il terzo bagno nelle sempre calde acque dell’oceano indiano. Non sgridatemi, ci sono stato un’ora e mezza, poi in camera doccia sublime e dopo, cena indiana. Bella domenica. Spese: colazione 4,70, bus x Kuala Kedah 1,50, taxi x Pantai Cenang 24, hotel x 3 gg 210, pranzo 9, cena 9,80, caffè, bibite e souvenir vari 60,50. Totale 319,50:2,98=107 US$. Totale progr. 979+107=1086. Media:24=45 US$.

30.1 LU

Giornata stupenda. Colazione e via col motorino. Prima tappa Beras Terbarak (campo del riso bruciato), difficile da trovare, arrivi a Padang Matsirat poi c’è la piazza del mercato, ti infili fino in fondo alla piazza, lasci il motorino e prosegui sotto una galleria di negozietti di souvenir e alla fine c’è il campo, campo? Ma è un pezzo di terreno di 6 m x 3 circa, recintato con una cancellata e dentro il quale la gente butta le monetine (modello fontana di Trevi ma senza acqua nè .. fontana). E’ ovvio che a noi non dice nulla, ma per loro è un luogo sacro dove qualche secolo fa per risolvere una battaglia avevano incendiato il campo di riso e il nome è rimasto; anche se dal mio punto di vista è una cocente (per stare in tema…) delusione, un pensiero di rispetto l’ho avuto, anche pensando cosa potrebbe colpire un turista malese che viene in Italia trovarsi a Redipuglia o in qualche altro luogo simile. A lato del campo c’è un quadro con la descrizione del luogo ma qui il mio inglese zoppica troppo. Seconda tappa il mausoleo di Kota Mahsuri, costituito da quattro edifici, di cui tre rappresentano vecchie abitazioni tipiche ed il quarto è il museo in cui, nelle varie stanze, ci sono statue che raffigurano la storia della principessa Mahsuri, pare accusata ingiustamente di adulterio, condannata a morte a pugnalate e che durante l’esecuzione lanciò maledizioni sull’isola per varie generazioni; però dalle ferite uscì sangue bianco, segno, allora, della sua innocenza. Fra i vari edifici c’è anche un minizoo aviario, dove un pavone mi ha aperto la ruota davanti al naso, non puoi non fotografarlo. 40 minuti che valgono più dei 5 RM del biglietto. Terza tappa Kuah, coloratissimo capoluogo dell’isola, bella moschea, straordinaria Eagle Square, una piazza sul mare con una gigantesca bellissima coloratissima statua che raffigura un’aquila di mare, alta circa 20 m, simbolo di Langkawi e che ne domina la baia, poi il favoloso Lagenda Dalam Taman Park, un parco con varie statue strane legata alla storia dell’isola (alcune di queste statue, in pietra, ricordano un po’ un nostro posto ancora poco pubblicizzato ma che, secondo me, merita il viaggio: il parco dei mostri di Bomarzo, vicino ad Orte, c’è il casello autostradale ad Attigliano, siamo nel Viterbese, datemi retta, andate a vederlo, è una attrazione tutta particolare. Poi faccio benzina, ma non arrabbiatevi, 1,90 RM al litro (0,49 euro). Quarta tappa; fuori dalla città, in direzione nord est fino al Bird Paradise Park, dove, in tre aree diverse, si susseguono una miriade di uccelli variopinti, alcuni purtroppo in gabbie un po’ strette, altri nelle voliere. Appena entri due ragazze ti infilano un bellissimo cacatua su un braccio, il trespolo con un’aquila nell’altra mano e ti fanno la foto. Contente loro! (sì… aspetta!). Nella prima voliera sei in mezzo agli uccelli piccoli e, in particolare, a tanti pappagallini variopinti che vengono a mangiare nella tua mano; nella seconda voliera ci sono quelli più grandi, fenicotteri, gru, papere cinesi, uccelli del paradiso, fagiani dorati ed argentati ed un impressionante gallo con la faccia che presenta una escrescenza carnosa rossa e che non avevo mai visto; nella terza sezione, più che voliera, sono recinti con i “giganti”: struzzi, emu, casuario (sempre splendido) e c’è in allestimento un’area per i coccodrilli. All’uscita, casualmente, sono stato fermato dalla ragazza della foto iniziale, mi hanno fatto vedere le mie foto e, se le volevo, … 30 RM (troppi, no). Dopo 50 m, alla fine delle gabbie delle aquile e dello splendido hornbill (tipo tucano con la testa tutta gialla), ci sono altre due ragazze che, se vuoi, ti fanno la foto con le aquile a 10 RM (strano, c’è sotto qualcosa). Torno alla precedente e le chiedo come mai questa differenza, ma la risposta è: – Siamo due compagnie diverse-. Le offro 10 RM per la mia foto, ma lei insiste sui 30 RM, così lascio e vado a fare la foto con le aquile a 10 RM. Non sono venuto benissimo perchè le aquile sono bestiole favolose, ma imprevedibili, possono, come i coccodrilli, attaccarti in qualsiasi momento, per cui ero molto occupato a guardarmele. Che ricordo indimenticabile! Quinta tappa la “Galeria Perdana” un edificio che contiene i regali più strani fatti da stranieri all’isola di Langkawi, pare ci siano anche una Ferrari e vasi Ming però … ingresso 10 RM, ma leggo sul depliant che i Senior pensionati, se di oltre 55 anni, pagano 3 RM. Mi presento al botteghino con i miei 3 RM e passaporto, ma la ragazza mi dice che lo sconto vale solo per i malesi, al che, sempre con calma olimpica… me ne vado. Sesta tappa, la grotta dei pipistrelli al Kilim River, però per arrivare alla grotta ci sono solo le barche a motore lungo il fiume ma il biglietto (per me assurdo) è di 200 RM per un’escursione di un’ora. Rinuncio. Settima tappa, cascata di Durian Perangin, graziosa, occorrono circa 10 minuti di salita a piedi sulla collina. Ottava tappa, spiaggia di Tanjung Rhu, bianca, ma la bellezza sta principalmente nella veduta delle isole di fronte alla costa. Nona tappa Pasir Hitam, spiaggia non particolarmente bella, ma caratterizzata dall’essere, per tre quarti, fatta con sabbia nera. E si sono fatte le 18.30, non voglio tornare col buio, sono ancora nella zona nord est, mentre Pantai Cenang è nella zona sud ovest, a 26 km, di cui 2 percorsi sotto innaffiata totale per una breve intensa pioggia, però poi mi sono asciugato in viaggio. Arrivo alle 19.30 ed è quasi buio. Ultima disavventura: provo a cenare in un ristorante strano, c’è scritto “solo per non musulmani” gestito (male) da cinesi, mi siedo e per 10 minuti non arriva nessuno, intanto altre persone si siedono ma dopo 5 minuti, visto che nessuno va a trovarle, si alzano e se ne vanno; io provo a chiamare una cameriera che però mi manda il cassiere perchè non parla inglese, ordino riso, verdure e sprite. Dopo 5 minuti arriva la sprite, dopo altri 25 … me ne vado anch’io da un’altra parte anche se il cassiere mi corre dietro con i suoi “sorry sorry”. Purtroppo trovo solo un ristorante indiano un po’ caro ma, pazienza, non tornerò più (anche perchè odio in tutto il mondo quei ristoranti che, alla fine del conto, aggiungono un 10% di “tasse di servizio”, senza avvisarti prima o, furbescamente, scrivendo questo balzello in qualche angolo remoto del menu che se non vai a leggertelo tutto non lo trovi). Spese: colazione 4,70, noleggio motorino x 2 gg 60, ingresso Kota Mahsuri 5, benzina 4,30, pranzo 11, ingresso Bird Park 22, foto con aquila 10, cena 23,65, caffè e bibite varie 11. Totale 151,65. Totale progr. 1086+51=1137. Media:25=45 US$.

31.1 MA

Meno male che gli ultimi tre giorni pensavo fossero di riposo, invece quest’isola ha tante cose da vedere. Mi alzo un’ora prima di ieri, via subito a Kuah al traghetto per l’isola di Danang Bunting ed alla sua principale attrazione, il lago della giovane incinta, ma sono arrivato tardi, alle 9.35, non perchè aveva già partorito (Bruno…) ma perchè non sapevo che ci sono solo due traghetti al giorno, alle 9.30 ed alle 14 (troppo tardi il secondo, si rischia di tornare col buio). E allora cambio direzione, prima tappa breve deviazione a Pantai Beringi, una spiaggia piccola e graziosa in una baia appena fuori Kuah, con un piccolo resort; questa sì potrebbe essere la “spiaggia degli amanti”. Ma non avendo nessuno da “amantare”, via alla seconda tappa, snacke sanctuary, dove francamente quelle bestiole mi hanno fatto una pena infinita, ci sono quattro specie di voliere per alcuni serpenti grossi, ma tutti gli altri sono rinchiusi in teche di vetro troppo piccole; ingiustificabili i 15 RM di ingresso. Terza tappa: ieri sono rimasto un po’ colpito da un cartello “Buffalo Park, la vera mozzarella italiana”, ma era tardi, oggi, invece, ripassando davanti al cartello, ho deviato per 2 km. Si tratta in pratica di un allevamento di bufali con annesso laboratorio di preparazione mozzarelle, ricotta, yoghurt e gelati, con l’illustrazione del procedimento, analogo a quello fatto da noi, ed infatti possono proprio scrivere legalmente “mozzarella”. Annesso c’è un piccolo chiosco dove, se vuoi, ti preparano anche piccoli piatti con mozzarella, ricotta ed altre verdure. Mi è sembrato fra l’altro che le zone dove ci sono le bestiole sia abbastanza ben tenuta e discretamente pulita. Registro dei visitatori (ingresso 5 RM) e noto che in tutto il 2011 e gen 2012 io sono l’unico italiano (e non mi importa se tanti pensano “bravo scemo” se ti diverti così, ma a me è piaciuto anche accarezzare i bufali). Quarta tappa breve sosta alla bellissima spiaggia di Pantai Kok. Quinta tappa il villaggio orientale: una specie i ricostruzione di villaggi cinesi con piccolo parco, laghetto, ponticelli in stile e fontana, ma troppo moderno. Da qui parte la cabinovia per la cima di Gunung Machiachang, a 700 m sul mare, dove ci sono due terrazze circolari da cui il panorama a 360° dell’arcipelago compensa molto, ma mooolto largamente i 30 RM e nella bella giornata di oggi le foto si sprecano. Strepitoso. Sesta tappa, poco lontano, due cascate: Telaga Tujuh (sette pozzi) e Air Terjun. Ho visto solo la prima. Dal parcheggio si sale a piedi su strada asfaltata ma ripidissima per circa 300 m, poi da qui i sentieri si dividono; a sinistra, quasi tutto in piano, in 300 m arrivi alla Telaga Tujuh, bellissima, cade lungo la parete di una montagna e finisce in sette laghetti consecutivi dove puoi fare il bagno. Per andare all’altra cascata sul sentiero di destra c’è un bellissimo cartello che ti annuncia circa 500 gradini tutti in salita… no, grazie. Settima tappa: mi stavo dirigendo verso Datai Bay quando si è spento il motorino. Bloccato. Provato invano a farlo ripartire. Niente. Per mia fortuna si sono fermati quattro ragazzi malesi (2 lui e 2 lei) che mi hanno aiutato. Ho dato loro il n. di telefono dell’agenzia di noleggio, si sono parlati un po’, poi hanno detto loro di smontare non so cosa e di ricollegare una placca(?) che probabilmente (sì) si era sganciata. Che bravi! E riparto, dopo averli straringraziati ed invitati almeno per una bevuta (hanno rifiutato i soldi), ma non hanno voluto. Si è fatto un po’ tardi, volevo arrivare all’ottava tappa, la crocodile farm, ma poco prima di arrivarci, secondo intoppo: ruota dietro bucata! Proseguo a passo di tartaruga per circa 4 km poi trovo un riparatore che però mi fa presente che tutto lo pneumatico è da cambiare = 120 RM. Gli dò il n. di telefono dell’agenzia, si parlano, ed il responso per me è: -La riparo, lei paga me, poi l’agenzia glieli rimborsa- e qui ho capito che probabilmente avrei visto svanire 120 RM, ma del resto, sono a 10 km da Pantai Cenang. Riparato, riparto e quando arrivo all’agenzia alle 17.45 spiegando il tutto all’ignara ragazza, questa mi chiede, per il rimborso, di aspettare le decisioni del “boss” e di tornare alle 20.30. Ormai i 120 RM sono volati via; provo a non pensarci più, vado in camera, mi cambio, vado in spiaggia e … altro bagno, 40 minuti, due foto del tramonto, torno in camera a ricambiarmi per la cena, provo a passare all’agenzia dove la titolare mi invita a sedermi, si siede anche lei e mi dice: – ok sir Bruno, ecco i 120 RM -. Non credevo ai miei occhi. Spese: colazione 4,70, benzina 7,90, ingresso snacke sanctuary 15, ingresso buffalo park 5, cabinovia 30, parcheggio cascate 1, spuntino 4,50, cena 11, internet 1,80, caffè e bibite varie 20,50. Totale 101,40:2,98=34 US$. Totale progr. 1137+34=1171. Media:26=45 US$.

1.2 ME

Ultimo giorno di vacanza, sole che picchia deciso con piccolo venticello; preparo la valigia, la lascio alla signora della lavanderia, poi vado alla spiaggia e la percorro fino alla fine, rientro sulla strada e proseguo verso sud ancora per 1,5 km fino a Pantai Tengah, località sulla costa ovest e sorella minore di Pantai Cenang, ma altrettanto bella; sulla strada principale c’è l’Ocean World, che dire? Ci penso molto perchè 38 RM mi fanno pensare, ma poi entro. E non sono pentito, si inizia con piccoli rettili che fanno tanta tenerezza, iguane e varani, anche qui in spazi troppo piccoli, poi si entra in una voliera dove è stato ricreato circa l’ambiente della foresta pluviale, con invito, prima di entrare, a pulirti le scarpe su un tappeto intriso di antibatterico e, dentro, fenicotteri, pappagall, fagiani ed altre bestiole, vasca con tartarughe e miniscimmie brasiliane carinissime, poi si passa alla vasca delle foche ed allo splendido recinto dei pinguini; questo recinto è accessibile dal lato superiore per vederli sulla terraferma e poi puoi scendere sotto dove li vedi nuotare. Bellissimo. Poi c’è il vascone gigante con i pesci grossi e gli squali (bellissimo in particolare lo squalo leopardo), cernie, mante e razze di tutte le misure, altri pesci tipo tonni o che sembrano branzini ed orate giganti (da 70 cm a 1 m) e le affascinanti murene. E lì il tempo passa, poi però bisogna continuare, c’è il recinto vasca delle simpatiche lontre ed alla fine c’è la galleria con i pesci piccoli multicolori e i coralli, curioso il pesce cocomero, affascinanti le meduse e tenerissimi i cavallucci marini (ne ho fotografato uno con una strana pancia bianca, che sia incinta??). Prima dell’uscita il classico percorso obbligato attraverso i negozi di souvenir. Sì, vale proprio la pena, da non perdere. Torno a Pantai Cenang, piccolo spuntino dall’ormai amico indiano (non quello caro), poi taxi e in aeroporto ho trovato una brutta sorpresa. Il mio volo non prevede i bagagli, chi ha un bagaglio fino a 15 kg … fa 45 RM. Stavolta la mia calma ha subito un duro colpo, non per i 45 RM, ma perchè queste cose non vengono dette prima; è vero che la ragazza dell’agenzia di Alor Setar mi aveva raccomandato di non portare bagagli a mano superiori a 7 kg, ma non mi aveva detto che non avrei dovuto avere altri bagagli. Ho chiesto alla ragazza l’indirizzo dell’Air Asia, compagnia peraltro che avevo già utilizzato in anni precedenti e che ritenevo seria, a cui avrei scritto per raccontare questo fatto, si è un po’ spaventata, ma l’ho subito tranquillizzata, lei del resto non ha nessuna colpa di tutto questo; però le ho anche chiesto: – Sto tornando in Italia; se per caso, come può succedere, non avessi avuto più i soldi per pagare, cosa avreste fatto? -. Mi ha candidamente risposto che avrebbe dovuto chiamare la polizia, ma che io non sarei salito su quell’aereo. Per vostra informazione, in aeroporto c’è un bar con 4 postazioni internet; chiedo il prezzo: 25 RM per mezzora. Faccio presente che in tutta la città internet costa 3 RM l’ora, ma la risposta è sempre sorridente: – Qui siamo in aeroporto!-.Sempre a proposito di aeroporto: all’arrivo a KL LCCT, quando sono arrivato alla sala bagagli … i bagagli c’erano già (mai successo in vita mia). Trasferimento in bus al KLIA e sistemazione in “sedili dell’atrio”. Spese: colazione 4,70, ingresso Ocean World 38, taxi x aeroporto 18,supplemento bagaglio 45, bus x KL KLIA 2,50, caffè, bibite varie e souvenis 39,30, pranzo 10,40. Totale 157,90:2,98=53 US$. Totale progr. 1171+53=1224. Media:27=45 US$.

2.2 GI

Ho dormito sui comodi sedili dell’aeroporto KLIA dall’1.30 alle 7, poi un’ora e mezza di coda al check-in (terribile, non ricordo code simili), rapida colazione e ricambio gli ultimi ringgit. Si parte alle 10.20 in leggero ritardo ma si arriva puntuali alle 13 a Doha. Mantre faccio uno spuntino chiacchiero con una signora iraniana appena arrivata da Teheran ed in partenza per Benguluru (ex Bangalore, India) per due settimane di vacanza; 53 anni portati molto bene, marito a casa perchè non gli piace viaggiare, due figli di cui uno in Canada per specializzazione di studio, praticamente ci siamo fatti compagnia al tavolo del bar ristorante fino alla partenza del suo aereo (20.30). Spese: colazione aeroporto KL 18,80, RM rimasti 3,50. Totale 22.30:2,98=7 US$. Spuntino aerop. Doha 10, cena 13.50. Totale 23,50×1,3=31 US$. Totale giornaliero 7+31=38 US$. Totale progr. 1224+38=1262. Media:28=45 US$.

3.2 VE

Partenza da Doha alle 1.45 con un’ora di ritardo, aereo da più di 300 posti praticamente vuoto, meno della metà, viaggio tranquillissimo e spendiamo due parole sulla favolosa colazione delle 5: omelette, salsicciotto con patate e cipolle al forno, formaggino, pane, succo d’arancia, macedonia di frutta, caffelatte, e io non ho poi mangiato (non sono amante dei dolci) burro, marmellata, yoghurt alla frutta e brioche. Complimenti a questa Qatar Airways, ottavo viaggio e, qualcuno glielo dica … grazie di cuore. Arrivo a Malpensa alle 7, bus alle 8.45, a Torino alle 10.05 e … next. Spese: spuntino aerop. euro 5,40, bus x Torino 20. Totale 25,40×1,30=33 US$. Totale progr. 1262+33=1295. Media:29=45 US$.



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