Un rilassante viaggio attraverso la natura, la cultura e l'opera dell'uomo che ha creato le immense distese di vigneti pregiati
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Un viaggio nelle Langhe non è solo una vacanza in uno dei posti più belli d’Italia, ma un coinvolgimento di tutti i sensi; la vista, per i panorami spettacolari, soprattutto in autunno quando tutto è rosso e oro; il gusto, per i sapori della cucina piemontese; l’olfatto, perché è il momento del tartufo e del fungo porcino. Che altro dire? È una visita sicuramente da mettere in programma.
Partiamo per Torino con il Freccia 1000 delle ore 9:15 da Roma Tiburtina ed arriviamo in perfetto orario a Porta Susa alle 13:40, accolti da una splendida giornata di sole. Ci dirigiamo subito all’agenzia AVIS, in Via Giuseppe Giusti (a pochissimi passi dalla stazione), presso la quale abbiamo prenotato un’auto a noleggio: ci assegnano una nuovissima Fiat 500X che per tre persone va benissimo. Mentre ci preparano l’auto, approfittiamo per rifocillarci in un grazioso locale sotto i portici di Corso Vinzaglio. Inizia così la nostra nuova avventura, con lo stesso entusiasmo di sempre, avidi di conoscenza e di nuove esperienze. Usciamo da una trafficata Torino e in breve il paesaggio muta, dalla vasta pianura a dolci colline che caratterizzano la zona. Intorno alle 16:00 siamo già a Dogliani, il paese natale del presidente Luigi Einaudi, (la famiglia ancora oggi è proprietaria di una immensa azienda agricola e produttrice di vini) e con facilità troviamo l’Agriturismo Barbarossa (www.agriturismobarbarossa.it), in Borgata Gombe 60. Che dire? Il vero, perfetto agriturismo, quello senza la televisione in camera, per intenderci, immerso nei vigneti e nei noccioleti. Veniamo accolti da Vilma e dalla sua deliziosa mamma, una signora dai modi di altri tempi, che dopo averci mostrato le nostre camere, ci preparano il caffè e ci fanno gustare le nocciole di loro produzione. Mi sento subito a casa e quando avverto questa sensazione all’arrivo, capisco che è stata la scelta giusta. Ci riposiamo un po’ e dopo aver ammirato i vigneti incendiati dal sole, ci dirigiamo a Monforte, un delizioso piccolo paese a circa dieci chilometri da Dogliani, attraversando un paesaggio incantevole. Visitiamo il paese con pacatezza, soffermandoci a ogni affaccio sulla valle che cambia continuamente colore avvicinandosi il tramonto. E questa è sicuramente una peculiarità delle Langhe: il senso di tranquillità che infondono, come se il tempo non passasse, sospeso tra le vecchie case medievali dei borghi, la natura circostante e l’opera dell’uomo che ha saputo creare le infinite distese dei filari di viti.
Torniamo a Dogliani che è già buio, ci addentriamo nei vicoli e nelle piazzette che si aprono di fronte all’imponente mole della ottocentesca parrocchiale dei Santi Quirico e Paolo e poi, ascoltando i preziosi suggerimenti di Vilma, ci spostiamo a Murazzano, un piccolo borgo a pochi chilometri, per cenare da “Lele”, una trattoria con cucina tipica regionale che troviamo affollatissima: buon segno! Infatti, una vera sorpresa ci attende. Viene servito solo il menu degustazione che comprende non so più quante portate di antipasto, due primi tipici (i tajarin con i funghi e i plin, ripieni di verdure), carne, formaggi, dolci e liquori. Da non potersi più alzare dalla tavola, tutto eccezionale e a un costo molto contenuto per la gran quantità e varietà di portate, € 33,00 a persona. Non possiamo far altro che complimentarci con la cuoca e con tutta la gestione del locale (Lele, il fratello della cuoca è ineccepibile come padrone di casa). Abbiamo bisogno di riprendere fiato e, così, prima di rientrare in agriturismo, passeggiamo nel borgo in una serata quasi più primaverile che autunnale