Mini vacanza ad Annecy

La Francia è sempre la Francia: sul lago di Annecy, ennesima perla di questo Paese. Poi toccata e fuga a Ginevra
Scritto da: Alice Monitillo
mini vacanza ad annecy
Partenza il: 12/08/2012
Ritorno il: 15/08/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
E così ci risiamo. Le vacanze quest’anno le avevamo già fatte a maggio, perché così faceva meno caldo e anche i prezzi erano più bassi. Però alla fine avvicinandosi ferragosto è ritornata la voglia di andare via almeno per qualche giorno, perché in fondo, tutti vanno via a ferragosto! Così dopo aver vagliato i prezzi per qualche capitale europea ( terribilmente troppo alti), mi sono fatta tentare dal consiglio di una mia collega, che qualche anno fa era stata sul lago di Annecy, in Francia, e le era piaciuto da matti. Guardati i km, ho scoperto che non erano poi tanti, meno di 500, così abbiamo deciso di fidarci e di andare lì. Per la cronaca, alla fine ci è riandata anche lei! Il nostro è stato un breve viaggio on the road con partenza dalla provincia di Pavia e arrivo ad Annecy in circa 5-6 ore senza passare da nessun traforo (costano davvero troppo e noi avevamo già speso un sacco di soldi per la vacanza in Cina,) ma bensì dal Moncenisio, e devo dire che ne è valsa la pena, anche perché i km in più sono davvero pochi.

Indice dei contenuti

GIORNO 1

Siamo partiti da casa alle 8 del mattino e abbiamo imboccato l’autostrada, lasciata a Susa per la salita sul Moncenisio. C’è da dire che per essere ferragosto in giro non c’era assolutamente nessuno, e per fortuna non c’erano nemmeno i No tav a bloccare l’autostrada! Non appena abbiamo cominciato a salire il Moncenisio la temperatura è scesa fino ad addirittura 14 gradi. Sapevo che ad Annecy non avrebbe fatto caldo come qui, ma onestamente cominciavo a pensare che avrei avuto freddo! Dopo il colle abbiamo rimboccato l’autostrada in direzione Annecy. Per qualche strano motivo il navigatore ( diffidare sempre dei navigatori!) ci ha fatto uscire ad Albertville e i rimanenti 50 km li abbiamo fatti su strade normali. Peccato che suddette strade fossero del tipo di campagna e collinari, quindi piene di curve. Tra l’altro, avevamo pure fatto poca benzina, in previsione di farla in Francia dove costa meno, e grazie a queste stradine, quasi abbiamo rischiato di rimanere a secco! Siamo arrivati sul lago di Annecy attorno all’ora di pranzo, così, prima di andare in albergo, ci siamo fermati a mangiare al lato di una strada, dove avevamo visto un cartello con scritto bistrot. Alla fine però abbiamo sbagliato, e siamo finiti a mangiare al bar del circolo del tennis. Io ho preso un croque monsieur, o toast che dir si voglia, per la modica cifra di 5 euro, e il moroso il classico sandwich fatto con metà baguette. Non male. Già dal bar del tennis era chiara una cosa: Annecy è un posto davvero caro.

Dopo il pranzo siamo andati a far benzina all’intermarché; in Francia sono più avanti di noi e tutti i supermercati hanno la loro pompa di benzina, i cui prezzi sono ovviamente molto competitivi, e poi ci siamo diretti verso l’albergo. Anche questo ci era stato consigliato dalla mia collega: Hotel du Château, 2 stelle. Non c’è su booking, infatti l’ho prenotato tramite il loro sito. 75 euro a notte più 7 per la colazione. Arrivati, abbiamo dovuto lasciare la macchina perché non era possibile accedere all’albergo, in quanto bisognava passare in una piazza chiusa al traffico. Così siamo andati a fare il check in e il gentile proprietario, italo -francese, ci ha informato che per accedere alla piazza bisognava suonare il citofono alla polizia, che avrebbe aperto. Ovviamente temevo fossero a pranzo o a fare il pisolino, in realtà invece hanno riposto e ci hanno aperto, anche molto cordialmente, come solo i francesi sanno fare. L’hotel è molto carino, sta in alto e quindi gode della vista sui tetti del centro storico. Le camere sono minimal, ma decisamente spaziose e pulite. Ottima scelta insomma. Tra l’altro ci sono anche due bei gattoni neri ( solo a fine vacanza ho scoperto che erano due e non uno…meno male che amo i gatti…gulp) e un grazioso bassotto, il posto adatto a me insomma!

Per il rimanente pomeriggio siamo andati a farci un giro in centro e lungo lago. Devo dire che, sebbene per la strada non ci fosse nessuno, sembrava che tutto il mondo si trovasse già ad Annecy, perché le stradine del centro erano veramente stracolme di gente.

È davvero una città molto carina, e lo scorcio più celebre, quello che da sulle vecchie prigioni è molto suggestivo. Siamo poi andati al parco che dà sul lago e ci siamo seduti lì al sole per un’oretta ad osservare la gente e l’infinità di cani (piccolo particolare, nessuna cacca in giro…chissà come mai). Quel giorno tirava un leggero vento piuttosto fresco, così prima di cena siamo tornati in albergo a cambiarci per mettere pantaloni lunghi e scarpe chiuse. Abbiamo fatto bene, perché la sera la temperatura era più primaverile che estiva. Siamo andati a mangiare all’Estaminet, ristorante consigliato anch’esso dalla mia collega. Abbiamo preso la fonduta, 13,90 euro a testa. Molto buona, però io pensavo che ci avrebbero dato da pucciare anche dei salumi, invece abbiamo mangiato solo pane e formaggio alla fine… per fine serata ci siamo fatti un giro, abbiamo fatto le foto al centro cittadino in notturna e poi siamo andati a dormire.

GIORNO 2

Ci siamo alzati vero le 9 e siamo andati a fare colazione, che non stento a definire ottima. Per 7 euro e per un hotel a due stelle c’erano davvero molto cose, soprattutto, per quanto mi riguarda, hanno fatto segno le nutelline (originali!) e la crema speculoos da spalmare su croissant e fette di pane. Così ci siamo abbuffati per bene, perché il programma della giornata prevedeva un giro coi pattini! Ebbene sì, mi è ormai chiaro che se voglio usare i miei bellissimi pattini altro non posso fare se non andare in Francia. Visto che in questo nostro “meraviglioso” paese è già buona se esistono i marciapiedi. Ad Annecy infatti, un lato del lago è interamente percorso da una pista ciclabile di ben 30 km! E l’altro lato non è da meno, perché la stanno costruendo. Così,armati dei nostri pattini, siamo scesi a bordo lago ( sarebbe stato molto rischioso fare la discesa dell’hotel coi pattini ai piedi, perché non siamo poi così capaci…), li abbiamo messi ( io ho messo anche tutte le protezioni, non si sa mai) e siamo partiti. La pista è molto bella, asfaltata perfettamente e molto trafficata, non dai pedoni ovviamente, perché loro hanno il loro camminamento dedicato ( quanto amo la Francia). Non so quanto avremo pattinato, ma credo circa un 2-3 km, infatti io ero sfiancata, ma soddisfatta, anche perché non siamo caduti! Al ritorno ci siamo fermati nell’unica spiaggetta che avevamo notato all’andata. In realtà non si può definire spiaggia, perché era un prato, però tant’è… il moroso ha ovviamente fatto il bagno e io ovviamente no. Non perché fosse sporca o fredda, perché anzi, era davvero pulita, cristallina e ad una temperature adeguata, ma semplicemente perché non avevo abbastanza caldo, né voglia di tuffarmi. Comunque mi sono bagnata i piedi e ne sono rimasta altrettanto soddisfatta. Come chiunque sia stato in Francia sa bene, anche in questo piccolo prato c’erano ovviamente bagnini e bagni gratuiti.

Per pranzo abbiamo mangiato un panino preso in un baracchino di fianco alla spiaggia e poi siamo ritornati a piedi verso il centro. Prima di tornare in albergo a lasciare i pattini abbiamo fatto una piccola sosta in quella che è una specie di mini palestra all’aperto e gratuita, un po’ in stile Santa Monica. Ci sono un 5-6 attrezzi con appositi adesivi in cui ti spiegano come usarli e che muscoli tonificano. Davvero molto carino e utile, io li ho provati tutti ovviamente, ma non sono sicura di aver tonificato nulla… Dopo essere andati in albergo, siamo tornati a bordo lago per le 15h30 per fare la crociera sul lago, al costo di euro 13,10 a testa. È durata un’ora, e come tutte le crociere, non mi è piaciuta particolarmente. Per carità abbiamo visto il lago il lungo e in largo, però nulla di che alla fine… sarà poi che a me le crociere proprio non piacciono…

Al ritorno siamo tornati in albergo per fare la muta ( nonché per quanto mi riguarda vestirmi con pantaloni lunghi, golf e giacchetta) e poi siamo andati a cena. Abbiamo mangiato al Munich, un ristorantino che dà sul canale davanti alle ex prigioni e abbiamo preso la tartiflette, piatto tipico savoiardo a base di patate, cipolle, pancetta e formaggio fuso, di solito reblochon con un po’ di chèvre. Molto buona, decisamente.

Dulcis in fundo, mentre stavamo passeggiando per il centro, d’improvviso tutto diventa buio pesto: black out in tutta la città. Chissà per quale motivo, mentre tutti accendevano le torce dei cellulari e le candele, un personaggio, presumibilmente non molto a posto, ci ha approcciato chiedendoci se andavamo al pub…mah… poi però, quando già ero pronta ad andare a prendere la torcia del Berlingo, le luci si sono riaccese. Il giorno dopo ho cercato sui titoli del giornale, ma non dicevano nulla del perché ci fosse stato quel black out.

GIORNO 3 Per il nostro terzo e ultimo giorno abbiamo deciso di lasciare Annecy, dove alla fine ciò che conta è il centro storico, e noi l’avevamo già visto, per un’altra metà. Davanti a delle belle fette di pane e nutella abbiamo optato per Ginevra, che dista solo 50 km da Annecy. Abbiamo preso il nostro Berlingo e siamo partiti, tranquilli anche del fatto che il bollino svizzero ce l’avevamo già. In dogana non abbiamo visto uno straccio di finanziere svizzero e così nessuno ci ha controllato il bollino…saranno mica tutti a presidiare il confine italiano?

A Ginevra ci abbiamo messo un sacco per capire dove andare, anche perché il navigatore non ci è stato di grande aiuto. Alla fine siamo andati a vedere il grande getto d’acqua. Un getto sparato in mezzo al lago la cui altezza varia a seconda del vento, quel giorno arrivava a circa 140 metri. Poi abbiamo cercato un parcheggio, abbiamo lasciato la macchina e siamo andati alla ricerca del centro. Alla fine l’abbiamo trovato, abbiamo fatto un giro per la città vecchia, visitato la cattedrale di San Pietro e fatto due passi per il lungo lago fino alla statua dedicata a Sissi, che proprio lì, uscendo dal suo hotel ( Beau Rivage) ,è stata uccisa da un italiano, che se avesse saputo quanto lei desiderasse morire e quanto anch’ella detestasse ciò che lui stesso odiava, forse avrebbe pensato bene di uccidere qualcun altro.

Ginevra onestamente non mi è piaciuta moltissimo. È una bella città, pulita, a misura d’uomo, però non ci ho trovato nulla di affascinante o particolare. Anche se ovviamente farei la firma per viverci. Per pranzo abbiamo preso un panino, che ci è costato la modica cifra di 7,27 euro, ma si sa, la Svizzera è cara.

Al ritorno in Francia ci siamo diretti alle gorges du Fier, appena fuori Annecy. Si tratta di una specie di canyon scavato dal fiume Fier. Costa 5 euro e lo si percorre su delle pensiline attaccate alle rocce e quindi sospese per aria. Molto suggestivo, anche se mi sarei aspettata qualcosa di più.

Tornati ad Annecy siamo andati di nuovo alla spiaggetta per fare (lui, non io) il bagno. Siamo poi stati ad osservare gli skater e biker che facevano un sacco di acrobazie nello skate park predisposto dal comune ( ho già detto che amo la Francia?), con tanta voglia di tirare fuori i pattini e provarci anche noi. Sembra così semplice a guardarli…

Prima di tornare in albergo siamo andati in missione al supermercato. Io a Lille al Carrefour avevo comprato un paio di volte un buonissimo salame aromatizzato al Roquefort, e mi ricordavo che l’etichetta lo definiva come prodotto savoiardo, però la sera prima avevo guardato nei negozi del centro e non l’avevo trovato. Ce n’erano di tutti i gusti, perfino ai mirtilli, ma niente Roquefort. Così ho voluto provare a guardare al supermercato, vuoi mai che lì, come a Lille, ci fosse. Ho quindi scrutato tutti i salami presenti al Carrefour, e ce n’erano tanti, ma niente. Così alla fine ne ho presi due: uno alle erbe e uno aromatizzato al Beaufort.

Siamo poi ritornati in albergo e ci abbiamo messo un sacco di tempo, perché il traffico era davvero pazzesco. Ciliegina sulla torta, io sono stata male, probabilmente a causa della temperatura glaciale del Carrefour e così la sera non siamo usciti. Il povero moroso si è andato a prendere una pizza da mangiare in camera che gli è costata ben 12 euro…

GIORNO 4

La mattina seguente siamo ripartiti, non prima di aver fatto un’altra tappa al supermercato per comprare il formaggio. Ho preso il savoiardo Reblochon e il nordico e puzzolente Maroilles, che ci ha costantemente ricordato la sua presenza in macchina durante tutto il viaggio. Slurp. Anche al ritorno siamo passati dal Moncenisio ovviamente. Abbiamo pranzato a Lanslebourg, il paesino appena all’inizio della salita, degustandoci l’ultima tartiflette della vacanza, se possibile ancora più buona della prima. Sul Moncenisio abbiamo fatto un sacco di foto, perché il panorama sul lago è davvero bellissimo.

È stata una mini vacanza, ma ne è valsa la pena. Annecy e il suo lago sono davvero molto belli e ne valgono la visita, soprattutto per chi ama il verde e ha un paio di pattini che non può mai usare!! Insomma, la Francia non delude mai!

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lago del Moncenisio

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