Sudafrica, dove le stelle si accarezzano

Oceani, dune, foreste, safari, montagne, cibo, gente , sorrisi ed emozioni di ogni genere
Scritto da: luciana57
sudafrica, dove le stelle si accarezzano
Partenza il: 31/07/2012
Ritorno il: 16/08/2012
Viaggiatori: 7
Spesa: 3000 €
Avevamo deciso di rimanere a casa questa estate, ma la nostra incontenibile voglia di viaggiare è troppo forte e così la scelta cade sul Sudafrica, un luogo che evoca forti emozioni e che richiama un’Africa lontana fatta di spettacolari contrasti naturali, ma anche un’Africa nuova e pulsante di vita, pronta a regalare un’esperienza unica e appassionante.

Siamo in 7 (Attilio, Antonia, Mimmo, Nadia, Giulio, io e Livia, la nostra deliziosa mascotte) e trascorreremo insieme due settimane on the road. La capillare programmazione di questo viaggio inizia abbastanza presto e la prima cosa è stabilire un itinerario. Ci serve un aiuto, qualcuno che ci possa consigliare sulle tappe da fare e Mario di Xenia viaggi è bravissimo.

31/07/2012

Un volo Emirates ci conduce a Città del Capo dove siamo ospiti per 3 notti del Parliament Hotel, centralissimo e dotato di un parcheggio coperto e di stanze con una discreta vista sulla città. Ci accoglie calorosamente Antonio, il simpatico italiano, efficientissimo e rassicurante manager di questo hotel. Non vediamo l’ora di uscire fuori e dopo una veloce doccia un taxi ci conduce al Victoria & Alfred Waterfront, una zona a ridosso del porto dove i docks portuali sono stati trasformati in hotel, ristoranti, bar , pubs e negozi. Scegliamo il Karibu per chi vuole mangiare sudafricano e Meloncino per chi preferisce la cucina italiana. Entrambi offrono buon cibo a buon prezzo.

Ci rendiamo subito conto che i ritmi sono completamente diversi dai nostri, sono lenti, rilassati e soprattutto legati al ciclo della natura: ci dobbiamo adeguare e svegliarci di prima mattina.

01/08/2012

Dopo un’ottima colazione, visita della città a piedi e shopping sfrenato a Green Market Square. Colori, odori e sapori la fanno da padroni e davanti ai nostri occhi passa un elenco di immagini indelebili.

Per avere una visione d’insieme della città decidiamo di prendere il City Tour Bus. Il cielo è limpido e la giornata splendida, anche se un po’ fredda. La Table Mountain che quasi ogni giorno viene apparecchiata da una tovaglia di nuvole ci appare in tutta la sua nitidezza, ma purtroppo la funivia è chiusa per manutenzione e ci dobbiamo accontentare di vederla da sotto.

Notiamo subito una grande disparità fra bianchi e neri, i bianchi sono ricchi e i neri continuano a servire. Vediamo grandi ville o belle case per i bianchi mentre le townships dove abitano i neri pullulano di baracche di lamiera.

Il City Bus ci porta poi ad Hout’s Bay, una baia incantevole piena di pescherecci e di foche che vengono a mangiare a riva. C’è un odore molto forte ed una baracca dove cucinano un pesce freschissimo da mangiare su un pezzo di carta. Ne siamo tutti entusiasti!

Trascorriamo la serata al Mama Africa, un ristorante situato in pieno centro, sulla Long Street, Il locale, coloratissimo, propone gruppi di musica africana ed ottimo cibo, veramente da consigliare.

Ultimo giorno a Città del Capo, il cielo è coperto e, ritirata la nostra Mercedes Vito a noleggio, ci accingiamo a raggiungere il Capo di Buona Speranza cimentandoci nella guida a sinistra.

Attraversando Muizemberg e le sue famosissime cabine colorate arriviamo a Boulder’s Bay in cerca di pinguini . Camminiamo su una passerella di legno rialzata; i pinguini sono lì, buffissimi, alti circa 40 cm., a portata di carezza, alcuni si crogiolano al sole, altri tentano di fare il bagno, ma l’acqua è fredda, a giudicare da come escono in fretta.

Riprendiamo il viaggio e scendiamo fino al Capo di Buona Speranza. Con una monorotaia raggiungiamo il faro. Un lungo promontorio termina con una vertiginosa scogliera dalla quale si domina l’oceano, è davvero suggestivo. Riusciamo a percepire dove si incontrano i due oceani grazie al mescolarsi di due colori diversi. La loro potenza e maestosità è impressionante.Il mare blu si abbatte sulle rocce con una forza spettacolare creando innalzamenti dell’acqua di decine di metri.

Domani andremo a caccia di balene.

04/08/2012

Si parte per Hermanus e incrociamo le dita! Montagne a strapiombo sul mare e colori vivaci ci regalano paesaggi meravigliosi. All’improvviso vediamo degli spruzzi, le balene sono un po’ lontane e tutti entriamo in frenesia fotografica cercando lo scatto migliore nel momento migliore. Molto gentilmente le balene si avvicinano alla costa ; le vediamo giocare, stare a pancia in su, poi su un lato, poi iniziano a volteggiare fuori dall’acqua. E’ un’emozione unica anche se spesso la voglia d’immortalare certi eventi con una foto ci distoglie dall’incredibile spettacolo che si offre ai nostri occhi.

In serata raggiungiamo l’Hotel The Point, a Mossel Bay, hotel favoloso dove gustiamo un’ottima cena a base di pesce. (Tutti meno uno).

Il mattino successivo ci svegliamo in un paesaggio surreale, c’è il sole caldo che ci regala dei colori stupendi , dal blu forte del mare al marrone delle formazioni rocciose della costa, al verde intenso della variegata vegetazione. Partiamo per il Tsitsikamma Park. e, una volta arrivati, ci accingiamo ad attraversare il famosissimo Storm River Bridge. La gola dello Storm River è inquietante e i due ponti sospesi traballanti, ed attraversarli, accompagnati dal frastuono delle onde sottostanti, è un po’ come sentire il sapore della conquista. Il tempo non ci invoglia a trattenerci oltre e ci dirigiamo al Knysna Quays Hotel, località Knysna, . La laguna è blu e verde e brillante e le casette sembrano tutte appena costruite e con i loro colori sobri (bianco, beige, grigio chiaro, celeste) non disturbano niente e nessuno. Ci godiamo lo scintillio dell’acqua; benessere e rilassatezza pervadono l’aria, sembra Porto Cervo.

L’hotel è bellissimo e si trova al centro della cittadina affacciato su una via di negozietti e localini per mangiare. Vogliamo assaggiare le ostriche , specialità che rende famosa questa cittadina. Sono veramente squisite! A nanna presto. Domani ci attendono 327 Km e l’Addo Rest Camp.

06/08/2012

Sempre di buon’ora ci mettiamo in viaggio e arriviamo finalmente al gate dell’Addo. Qui ci assegnano tre fantastici cottages, tutti molto vicini con all’interno un comodissimo letto a 2 piazze, un bagno, tutto il necessario per cucinare e soprattutto una bellissima terrazza vista savana. Pregustando già la spaghettata serale, lasciamo i bagagli ed entriamo nel parco, abbiamo poco tempo per girare quindi intercettiamo un ranger e ci facciamo condurre a vedere gli animali e soprattutto gli elefanti. Ed eccoli lì, sono a circa 50 mt dalla nostra macchina e sono tanti. Sono bellissimi, c’è il maschio del branco che è enorme e anche alcuni piccoli . Rimaniamo a lungo ad ammirarli, rapiti ed estasiati da quello spettacolo che difficilmente si dimentica e con addosso una sensazione di estrema libertà e di essere “solo” esseri viventi in mezzo ad altri esseri viventi, ospiti di una natura grandiosa che determina i cicli della vita e infonde serenità e pace.

Torniamo al cottage ed un’allegra spaghettata alla carbonara rinfranca i nostri palati. Piove e dopo cena grande sfida a burraco.Il mattino dopo, partenza per Porth Elisabeth dove ci attende un volo per Durban che raggiungiamo dopo un’ora circa ,Alla Hertz ci consegnano un’altra Mercedes Vito che ci accompagnerà fino a Johannesburg, termine del nostro viaggio. Partiamo subito per St. Lucia e tra foreste di eucalipti e piantagioni di canna da zucchero e ananas arriviamo alla meta.

La cittadina di St. Lucia si sviluppa intorno ad una strada di nome McKenzie Street dove sono allineati tutti gli hotel, i b&b, i ristoranti, e le bancarelle. La nostra guesthouse è l’African Dreamz dove ci accoglie una gentile signora che ci mostra le nostre stanze e ci raccomanda di fare attenzione agli ippopotami nel caso in cui decidessimo di fare una passeggiata a piedi. Stasera si va a cena da Alfredo’s, un locale con cucina italiana. Il cibo effettivamente ci soddisfa, facciamo due chiacchiere con Alfredo sulla situazione politico-sociale del Sudafrica, e torniamo a casa; alle 22,30 siamo già fra le braccia di Morfeo. Domani visiteremo l’Isimangaliso Park e nel pomeriggio faremo la crociera sul fiume per avvistare ippopotami e coccodrilli.

Dopo un’abbondante colazione prendiamo la macchina e ci dirigiamo all’Isimangaliso Wetland Park, il terzo parco più grande del Sudafrica, che comprende specchi d’acqua e fiumi, isole ricoperte di canne palustri, dune gigantesche e aree boscose. Poi, una volta dentro, sono tanti i chilometri da percorrere: siamo felici di incontrare per l’ennesima volta gli impala primo perché significano vita e secondo perché speriamo che vicino ci sia un leone che se li voglia mangiare, ma è già tardi e torniamo a St. Lucia perché nel primo pomeriggio ci aspetta la sospirata crociera per vedere i coccodrilli. Avvistiamo uccelli in grande quantità, dal martin pescatore a tutti i tipi di airone ,all’aquila africana, ma ciò che ci interessa soprattutto è la numerosissima popolazione di ippopotami e coccodrilli che vive sul fiume. Eccoli infatti gli ippopotami… roteano le orecchie proprio come nei cartoni animati, una famigliola sguazza poco lontano da noi sbadigliando e ruzzolando rumorosamente dentro l’acqua, quell’acqua dalla quale non escono mai perché la loro pelle è troppo delicata; escono solo con la luce della luna, per brucare l’erba più vicina alla riva e poi tornano subito in acqua dove dormono anche in sospensione . Meravigliosi!. Oggi ci godiamo il tramonto in compagnia di ippopotami e coccodrilli e all’imbrunire ritroviamo il cielo rosso fuoco che pian piano va a spegnersi per lasciare spazio alla notte africana.

Il giorno successivo visita all’Hluhluwe-Imfolozi, il parco più vecchio di tutto il Sudafrica , composto in realtà da due parchi, l’Hluhluwe e per l’appunto l’Umfolozi, la vegetazione è quella tipica della savana all’interno di ampi paesaggi collinari. Si possono trovare tutti e 5 i big five ma soprattutto i rinoceronti .E’ davvero bello, le colline ammantate di verde brillante, e poi non c’è quasi nessuno . Ovviamente, anche qua la bellezza del paesaggio è inversamente proporzionale al numero di animali avvistabili: ci sono le zebre, i bufali, le giraffe, le scimmie, però il leone e il leopardo – o ghepardo che sia – comunque non li abbiamo visti. Speriamo nel Kruger. Domani si parte per lo Swaziland.

10/08/2012 (Km. 350)

Dopo una veloce colazione, ci mettiamo in viaggio verso il confine con lo Swaziland. Arrivati al varco sbrighiamo le pratiche per l’ingresso e iniziamo a percorrere le strade di questo piccolo regno dell’Africa meridionale. Attraversiamo montagne ricoperte di boschi, la strada è tutto un sali e scendi , il paesaggio è bellissimo e per strada incrociamo mucche, capre e moltissimi cani . Vicino Mbabane si trova il nostro bellissimo hotel, il Forester Arms che ci lascia a bocca aperta e dove gustiamo un’ottima cena. Nuova sfida di burraco.

11/08/2012

Oggi andremo al Kruger, esattamente a Skukuza ed entreremo dal Malelane Gate (Km. 231) dove faremo il nostro vero primo safari. Appena entrati moderiamo la velocità (50 Km. orari sull’asfalto e 40 sullo sterrato) ed espletate le formalità d’ingresso saliamo sulla jeep .Cominciamo subito a perlustrare la zona: vediamo qualche giraffa, impala, zebre e tanti altri appartenenti alla razza dei cornuti e simili tipo kudu ecc. Purtroppo in questa zona la savana è piena di alberi, arbusti ed erba alta e se non hai la fortuna di beccarli sulla strada rischi di non vederli più; devi essere nel posto giusto al momento giusto. Torniamo al campo piuttosto infreddoliti, e non soddisfatti. Domattina safari all’alba.

12/08/2012

Alle 5 e mezzo abbiamo il tour. È freddo, e molto anche! Ed è buio. Ma siamo sveglissimi: l’ eccitazione è forte. Infatti appena un km fuori dal camp vediamo tre iene: non sono così brutte come si immaginano! Fanno paura, sì, anche perché siamo all’aperto su questa camionetta e se saltassero me le potrei trovare in braccio.. la ricerca stavolta è molto fruttuosa perché riusciamo a vedere persino un ghepardo con un cucciolo. Si parte per Satara.

A Satara ci troviamo davanti quella che per me è la vera savana, la vegetazione è molto più bassa e ci sono molti meno arbusti ; la visibilità è lontanissima.Vediamo come conseguenza una savana piena di vita. La nostra sistemazione logistica è fantastica: Frankel Guesthouse, grande tipica villa spaziosa, con soggiorni senza risparmio e cucine luminose all’americana. Un grande giardino si affaccia su un parco nazionale, e al mattino un branco di zebre venute ad abbeverarsi alla vicina pozza allieta la nostra colazione riempiendo di entusiasmo i nostri spiriti.

13/08/2012

Arriviamo a Olifants con la sua posizione privilegiata sul fiume dove vediamo gli animali abbeverarsi, semplicemente stupendo. Alle 16:30 si parte per il fotosafari notturno, solito abbigliamento, stessa euforia, tutti hanno il presentimento che sarà un giro proficuo. Si corre incessantemente sulle piste sterrate, ci si allontana dal campo per raggiungere i luoghi dove sono stati altri avvistati gli animali. Ad un tratto c’è qualcosa che fa rallentare la jeep, il faro scruta incessantemente il folto degli alberi ai lati della pista, ed è lì che ad un tratto inquadra qualcosa …sì! non ci sono dubbi….c’è un leopardo fermo , sdraiato sul ciglio della strada; l’emozione non ci fa parlare e restiamo col fiato sospeso a guardarlo.. E’ ora di ripartire, è tardi ma siamo così eccitati che sopportiamo bene anche il freddo vento prodotto dal veicolo in corsa. È stato un incontro magnifico, non potevamo sperare in meglio! Rimarrà indelebile nella nostra memoria. Tornati al campo si cena e a letto presto, ma io non ho sonno, c’è una luna stupenda e gli animali iniziano a fare i loro “discorsi notturni” , non me ne andrei mai … Alzo gli occhi al cielo, non riesco a trovare le parole adatte per descrivere quello che vedo…. sono miliardi di punti luminosi vicinissimi, l’impressione è che il cielo non riesca a contenerli tutti, si vede la Croce del Sud, visibile solo nell’emisfero meridionale. Vorrei restare l’intera notte, stesa su questo sedile a perdere lo sguardo nell’infinito, assaporando la silente atmosfera di questo posto incantato !

14/08/2012

I famosi big five li abbiamo incontrati tutti e così ci dirigiamo verso le montagne, alla scoperta del Blyde River Canyon. Ci fermiamo ad ammirare i vari punti panoramici come Pinnacle, la God’s window . Abbiamo cambiato completamente paesaggio per l’ennesima volta rendendo ancora più vario il nostro viaggio ed arriviamo alle Bourke’s Luck Potholes (la guida le descrive come bizzarre buche scavate nella roccia dai mulinelli dei fiumi;dalle foto viste sembrano veramente caratteristiche e noi vogliamo vederle).E’ veramente uno spettacolo bellissimo;forse unico,queste pozze in fondo al canyon sembrano in certi punti delle vere e proprie piscine naturali E’ uno spettacolo che merita di essere visto. La sera dormiamo di nuovo dentro il Kruger Park, esattamente a Pretoriuscop, domani si torna a casa.

E’ l’ultimo giorno, ci svegliamo un po’ più comodamente e sistemati i bagagli saliamo in macchina verso Johannesburg. Ancora qualche ora insieme on the road, ma sappiamo che questi sono i nostri ultimi momenti in Africa; qualcuno sonnecchia, qualcuno fa le somme di questo viaggio, qualcuno pensa a cosa lo aspetta a casa mentre Mimmo guida e stramaledice gli automobilisti molesti. Riconsegnamo l’auto in aeroporto e ci prepariamo alle ore d’attesa prima dell’imbarco.. E’ praticamente finita. Nell’area delle partenze internazionali, di fronte all’ingresso di un negozio di souvenir, un’imponente statua di Nelson Mandela, interamente realizzata con minuscoli corallini, ci dà l’arrivederci. E’ semplice e dimesso, indossa una delle sue consuete camiciole colorate, il suo sorriso è vero e aperto. La mano destra è pronta a stringerne un’altra, qualunque essa sia: bianca, nera, gialla o marrone chiaro. Il Mandela di corallini colorati ci saluta ricordandoci che il Sudafrica non è che un microcosmo del mondo intero, dove dovrebbero regnare democrazia e rispetto, sta dicendo senza parlare che siamo tutti diversi per cultura, razza e tradizione, ma che il nostro destino è comune. Sta per stringere la mano, con un sorriso vero e aperto, anche a quelli che lo hanno tenuto in carcere per ventisette anni e che hanno tenuto in una sorta di prigione milioni di africani per decenni. Rientriamo anche se già sognamo il prossimo viaggio.



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