In Kenya tra mare e safari

Dalle bellissime spiagge di Malindi e Watamu, al safari dal Kilimangiaro sino all'infinito Tsavo per poi ritornare a nuotare sulla costa keniota
Scritto da: Lucacrem
in kenya tra mare e safari
Partenza il: 17/12/2015
Ritorno il: 03/01/2016
Viaggiatori: 5
Spesa: 2000 €

Giovedì 17 dicembre, Venerdì 18 dicembre: MALPENSA, CAIRO, ENTEBBE, NAIROBI, MALINDI

Beh, se è vero che un’esperienza indimenticabile di viaggio parte da un lungo viaggio, allora le premesse per la nostra vacanza si preannunciano fantastiche! Per una vacanza di diciassette giorni in 5 persone abbiamo scelto di trovare una soluzione di voli che ci permettesse di viaggiare senza stop la notte e non atterrare alle 2 di mattina a Mombasa, ecco quindi che la scelta è caduta su EgyptAir da Milano direzione Il Cairo, eravamo pochi europei in mezzo a una popolazione di egiziani che rientravano a casa, non poteva certo mancare sui video dell’aereo la preghiera dell’Imam in arabo prima del volo… in quel momento ci siamo sentiti al sicuro!

Dopo un’ora e mezza di velocissimo stop al Cairo, partenza per Nairobi (scopriamo che c’è uno scalo tecnico di 25 minuti a Entebbe capitale dell’Uganda, paese di guerre civili…) peccato che quello stop si è poi rivelato di 90 minuti, unico lato positivo ripartire con il lago Vittoria a lato pista di decollo, una visione maestosa.

Atterrati a Nairobi, con il ritardo accumulato avevamo solo 20 minuti prima della connessione per Malindi e quindi abbiamo scelto di non rischiare e non ritirare le valigie (da bravi viaggiatori previdenti avevamo 5 zaini ognuno con un cambio abbigliamento per vestiti.

Fortunatamente il disagio è durato fino a sera con l’arrivo del secondo volo da Nairobi su cui c’erano tutte le nostre valigie. Da quel momento appaiono le ciabatte: inizia ufficialmente la vacanza!

Prima azione da fare dopo aver calzato le ciabatte, tuffo nelle piscine più grandi di Malindi, 1200 mq di acqua salata e tiepida, una pacchia.

Ma le sorprese non sono certo finite, il tempo di contrattare l’onorario giornaliero con il cuoco (in Kenya si tratta sempre tutto, è nel loro DNA) e con 11 euro al giorno abbiamo una persona che fa le spese, cucina per 9 persone, sprepara e lava i piatti.

La prima giornata Africana termina con un bagno serale e poi tutti ci rendiamo conto che già a 24 ore dalla nostra partenza ci sembra di essere in vacanza da alcuni giorni, dalla sensazione di relax che proviamo… ottimo segno!

Sabato 19 dicembre: MALINDI, PARCO MARINO

La mattina del primo giorno completo, siamo andati a conoscere Brunella, la proprietaria dell’agenzia con cui dall’Italia abbiamo organizzato il Safari, con l’occasione della Jeep che è venuta a prenderci abbiamo cambiato euro in KSH e abbiamo iniziato a scoprire alcuni vini sudafricani (consigliatissimo il VERSUS bianco crispy and spiced).

Rientrati alla Villa i ragazzi hanno per la prima volta conosciuto bambini locali, una decina di piccoli pastorelli con grandi occhi e sorrisi sereni a cui abbiamo regalato dei peluches portati dall’Italia, che spettacolo la loro gioia!

Quanto sarebbe bello che i nostri figli potessero apprezzare la gioia delle piccole cose senza dare tutto per scontato.

Nel pomeriggio ci approcciamo per la prima volta al parco marino di Malindi a pochi passi dalla nostra Villa dove con la bassa marea tutti i locali si recano nei giorni di vacanza e dove vediamo bambini festanti e bambine vestite con il burka fare il bagno giocosi nella bassa marea.

Domenica 20 dicembre: MALINDI

20-12-2002 – 20-12-2015 COMPLEANNO di Camilla e Federico, 13 anni, che bel regalo l’Africa.

Per i 13 anni dei nostri figli non potevamo non sfruttare questa occasione per ripercorrere la mia stessa esperienza vissuta nel lontano 1982 quando anche il fu mio Padre mi fece fare un’esperienza simile che tutt’ora porto nel cuore, mare e safari. Chissà se questa ricorrenza possa man mano diventare una costante anche per i nostri figli (l’unica a goderne in anticipo è stata Mariagiulia che ha scoperto l’africa a 10 anni).

E per il compleanno non poteva certo mancare la torta magistralmente preparata dal nostro cuoco Justace insieme ad altri manicaretti.

Durante la mattina abbiamo tentato di approcciarci al mercato della frutta di Malindi, ma ancora con la mentalità italiana. Ci siamo spaventati quando una moltitudine di locali ci sono corsi dietro (alcuni con più iniziativa aggrappandosi anche al nostro mezzo di trasporto il TUC TUC) e, proponendoci cambio denaro in nero, tutto sommato scopriremo poi che a parte l’irruenza non esiste pericolo. Tant’è che nel corso della vacanza trattavamo il cambio con loro pur di evitare le code in banca e pur considerando il cambio nero sconveniente del 2/3 % rispetto al cambio ufficiale della banca con cui peraltro si poteva comunque trattare il cambio (provate a immaginarvi una cosa simile qui in Italia!).

Lunedì 21 dicembre 2015: WATAMU, PAPA REMO Beach

Trasferirsi in 9 su Malindi dalla nostra Villa è cosa semplice: due Tuc Tuc et voilà il gioco è fatto! Altro problema è invece andare a Watamu splendida località balneare a circa 25 minuti da Malindi (il mare in dicembre è più pulito e limpido a Watamu perché a Malindi il fiume Sabaki (che prima si chiama Kilimangiaro River, poi Tsavo River e infine Sabaki) porta in mare le nevi che si sciolgono dal KIlimanaro portando fango e sporcando l’acqua del reef di Malindi.

Scopriamo però i piccoli villaggi rurali con le tipiche case costruite in legno e fango e l’acqua “potabile” portata con taniche o pescata da pozzi alquanto malsani per i nostri stomaci, tutto sommato dappertutto anche in questi luoghi viene venduta acqua confezionata in bottiglie (l’acqua in bottiglia è una delle poche cose decisamente costose in Kenya, circa 0,60 euro al litro, ma sulla salute non si scherza).

Arriviamo quindi a Watamu, località Papa Remo beach, un bar/ristorante sulla spiaggia gestito egregiamente da Paola, che ci accoglie con una cordialità italiana. Spettacolo fantastico, una vista impagabile, inizio di bassa marea, colori tropicali, faraglioni che spezzano l’orizzonte dell’acqua e lettini sotto un possente albero di Casuarina, paesaggio unico.

Approfittiamo per fare un primo assaggio di snorkeling e vediamo un pesce leone alla cui vista la piccola Mariagiulia urla sott’acqua dal boccaglio scappando sulla spiaggia, poco dopo un pesce palla alla cui vista Federico urla sott’acqua dal boccaglio scappando sulla spiaggia… Che pionieri della scoperta i nostri figli, solo Camilla non è scappata, il motivo? Era già sulla spiaggia!

Pranziamo con gli amici toscani conosciuti nel Residence con ottimi piatti a base di pasta italiana, nel frattempo la bassa marea tocca il punto massimo e quindi iniziamo a camminare (obbligatorie le scarpette!), immediatamente ci avvicinano gli immancabili beach boys (alcuni di loro con tecniche invasive e opprimenti, questi due invece molto discreti ed educati) per accompagnarci alla scoperta del reef su cui ci hanno fatto vedere bellissime conchiglie, diversi tipi di stelle marine e coralli colorati, oltre a insenature non visibili dalla spiaggia su cui si sarebbe potuto girare qualche scena dei Pirati dei Caraibi.

Il sole cala verso le 18,00 ma nel rientro facciamo in tempo a vedere il traffico serale di Malindi in cui ogni bancarella viene smontata per la notte per poi essere rimontata il giorno successivo, un lento e confusionario sciame di persone che attraversano la strada incuranti delle macchine, dei bus ma che ci fanno vedere la vera essenza di Malindi, un pout pourri di etnie che insieme a odori affumicati e profumi intensi, che si muove in maniera illogica per rientrare ogniuno alla propria “casa”.

Martedì 22 Dicembre 2015: Marine Park e Rettilario

Altra giornata intensa e differente da tutte le altre, la mattina inizia in maniera soft, bagno in piscina appena svegliati e colazione, ma nel pomeriggio tutto cambia, con pochi passi dalla nostra residenza ci trasferiamo al Crocodile & Snake Park, un rettilario privato di proprietà di un inglese nativo del Kenya. Questa cordialissima persona ci ha personalmente raccontato che la sua passione è iniziata catturando serpenti che si introducevano in case private o in cucine dei ristoranti per bonificare i locali, è poi cresciuta con la passione per il prelievo del veleno e la ricerca di antidoti contro i morsi, l’evoluzione naturale non poteva che essere il rettilario e finanziare le ricerche tramite un biglietto di ingresso.

Entrando quindi nel rettilario veniamo accolti da una guida che ci seguirà e racconterà lungo tutto il percorso, ma prima di tutto ci accoglie Maria, una simpatica tartaruga di terra della tenera età di circa 130 anni alla quale diamo qualche banana e scopriamo la sua golosità verso questo frutto.

Proseguendo il tour vediamo da vicino il Black Mamba, il serpente dei 7 passi, nel senso che se ti dovesse mordere hai 7 passi prima di morire a causa del suo veleno! Continuando vediamo da vicino la vipera soffiante che ti lascia circa 6 ore di vita residue in caso di morso e un sacco di coccodrilli a cui sono stati affibbiati nomi di politici (c’era Obama, Margaret Tacher, Saddam Hussein e non poteva certo mancare il nostro Berlusconi!). Continuando il tour ci è stato dato in mano un piccolo coccodrillo già molto agguerrito in termini di morsi e poco più in là, ovviamente a scelta abbiamo potuto “indossare” una sciarpa di pitone vivo: un vero pitone di 30 kg del quale abbiamo potuto capire come va a stringere le proprie vittime, in effetti tenendolo in mano ci siamo resi conto che è una massa di muscoli infinita e che non è per nulla viscido.

Al termine del giro si poteva acquistare carne di coccodrillo, praticamente a KM 0 e non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione. La sera il nostro bravo cuoco, oltre al resto del menu, si è dilettato a cucinare anche il coccodrillo che personalmente non ci ha soddisfatto, una consistenza tipo braciola di maiale con sapore di petto di pollo, ma molto grasso. Insomma, un’esperienza di cibo che non ci ha particolarmente colpito.

Mercoledì 23 dicembre 2015: Malindi soft day

Questo giorno è stato volutamente un giorno di transizione perché quello successivo saremmo poi partiti alle 4 di mattina per il nostro Safari e quindi abbiamo scelto senza rimpianti di passare a mollo tra una piscina e l’altra del nostro residence la giornata in modo soft e assai rilassato. D’altra parte ci voleva comunque prima di un mix di emozioni come ci aspettavamo dal nostro Viaggio (Safari in swahili significa proprio viaggio!).

Giovedì 24 dicembre 2015: Amboseli National Park

Eccoci finalmente al tanto sospirato Safari, metà vacanza e nocciolo centrale della stessa. Il nostro viaggio inizia puntuale alle 4 quando due jeep ci vengono a prelevare. La nostra guida, Ugo per gli amici, parla correttamente l’italiano ed è molto preparata. Caricato zaini e vestiti da regalare ai bimbi lungo la strada, partiamo per un trasferimento della durata di circa 11 ore, fatto prevalentemente su strade sterrate e piene di buche…massacrante tant’è che un aulin per la cervicale deve essere assunto.

Arriviamo all’Amboseli per le 15 e prima di entrare nel parco un veloce pasto al Campo tendato ci permette di ritrovare le energie. Quindi si parte, entriamo dall’ingresso principale dell’Amboseli, il parco del Kilimangiaro, il monte più alto d’Africa (5.895 mt slm) che sembra li a distanza di braccio con le sue nevi perenni, situato su una immensa piana a 1200 mt di altitudine.

Entriamo quindi nel parco e subito veniamo accolti da un branco di elefanti grigi tra cui scorgiamo diversi cuccioli. Continuando il game drive vediamo giraffe, zebre, bufali, gnu, antilopi, gazzelle, una iena, suricati, diversi uccelli e ippopotami.

Il tempo vola, il sole cala e dobbiamo rientrare al Sentrim Camp Amboseli, la nostra base per questa notte, siamo realmente a pezzi, stanchissimi ma molto contenti. Veniamo destinati alle nostre tende, Federico in doccia e nella tenda con me e Sara in tenda con le ragazze. Tutto procede bene, ma il silenzio della savana viene scosso da un urlo di Camilla: “aiuto la mamma è stata punta da uno scorpione”.

Oh caspita, che spavento! Esco dalla tenda e corro subito alla reception trafelato e terrorizzato da quanto visto nei documentari circa la mortalità del veleno dello scorpione con in più il quesito di come avrebbero gestito un problema così, di sera, in mezzo al nulla della savana… elicottero, aereo?

Non potevo però credere quando la resposabile del Camp dopo aver spiegato il tutto con la classica flemma metà inglese e metà Keniota mi risponde “hakuna matata” che in swahili significa “nessun problema”. Ma come, io ti dico che mia moglie è stata punta da uno scorpione e tu mi rispondi nessun problema?

Beh mi dice di seguirla, passiamo dal bar, si fa dare un bicchiere di ghiaccio (ma io non voglio un drink!) e con due ascari Masai ci dirigiamo alla tenda. Avvicinandoci sento Federico urlante a sua volta terrorizzato che era rimasto nella doccia perché in bagno aveva due scorpioni camminare fuori dalla doccia, uno lo uccido con lo spazzettone del water, l’altro scappa. Lo cerchiamo io e una guardia e poi lo uccidiamo schiacciandolo. Una situazione veramente surreale!

Nel frattempo la Manager cura mia moglie con il ghiaccio passandolo sulla puntura, perché dopo aver visto il tipo di scorpione lo ha ritenuto non mortale… e io che pensavo che non ne esistessero così. In effetti, dopo un paio di ore, dolore e gonfiore sono quasi completamente spariti, ma che spavento!

In totale, in due tende, avevamo 6 scorpioni che non dovevano ovviamente esserci perchè la camera era pulita. La Direzione si è scusata dando la colpa alla pioggia dei giorni prima che ha fatto scappare gli scorpioni dal Bush facendoli entrare in zona asciutta. Per chiudere la questione, vista la nostra titubanza a rientrare nelle due tende, ci è stato proposto di cambiale le tende con una suite in muratura, la più grande del Camp che guarda caso si chiamava “Big Five” i grandi 5 animali che non dovrebbero mai mancare alla vista di un Safari completo: Leone, Leopardo/Ghepardo, Elefante, Buffalo; Rinoceronte. Ma ora è tardi e noi dopo tante emozioni siamo a pezzi: Buonanotte!

Venerdì 25 Dicembre 2015: Natale – Amboseli e Tsavo East

La mattina successiva la sveglia alle 6 ci fa scoprire un maestoso Kilimangiaro proprio fuori dalla nostra suite, non poteva essere un regalo di Natale più bello per tutti noi che rapiti guardiamo il paesaggio, ovviamente bardati con una felpina pesante perché la mattina senza che il sole sia ancora sorto sil corpo percepisce un certo freschino a 15 gradi, giusto il tempo per una breve colazione e poi partenza per il secondo Game drive all’Amboseli per poi trasferirci verso il secondo parco: TSAVO EAST.

Un “veloce” trasferimento di circa 4 ore ci porta al gate dello Tsavo dove immediatamente veniamo accolti da alcune zebre che a causa del colore rosso della terra erano rossonere (un contrasto calcistico assai strano considerato il mantello originale della zebra che richiama la maglia di una squadra calcistica di Torino!).

Poco dopo vediamo anche elefanti dalla pelle rossa ed addentrandoci sempre più nei circa 23.000 KQ del parco abbiamo la fortuna di vedere e fotografare tre ghepardi che inseguono, ma senza esito positivo per loro, una gazzella che per questa volta si salva, bellissimo!

Proseguiamo verso la nostra nuova base il Sentrim Camp Tsavo East e abbiamo la breve fortuna di scorgere per brevi istanti una leonessa con i suoi due cuccioli, purtroppo però lei è più veloce della macchina fotografica, eccitati e dispiaciuti per la fugace apparizione, la nostra guida ci addolcisce la delusione affermando che se Dio vuole domani vedremo molto di più… chi vivrà vedrà!

Arrivati al Sentrim Camp Tsavo East scopriamo un campo molto più piccolo con le case metà in muratura (e quindi senza scorpioni) e un ristorante praticamente al confine con la Savana in cui solo un filo elettrico ad alta tensione ci proteggeva dagli animali selvaggi.

Un appunto anche sulla fantastica cucina, nel menù a buffet abbiamo mangiato una buonissima grigliata e strano ma vero una ottima pizza margherita cotta al momento, il tutto senza dimenticarci di essere nel cuore dell’Africa, in mezzo alla Savana!

Sabato 26 dicembre 2015: Tsavo East – Malindi

Fare un safari è di per sé un’esperienza unica perché ti pone a contatto con la natura e con la vastità del territorio e pur con tutte le comodità che si possono avere è comunque un’esperienza molto stancante sia fisicamente che in termini di ore riposo. In effetti non poteva mancare un’altra sveglia prima dell’alba, in questo caso senza felpa (si sente decisamente la differenza di temperatura tra un parco e l’altro).

Giusto il tempo di fare una sontuosa colazione con eggs and bacon e 5 buonissime crepes con sciroppo d’acero (stesso cuoco della pizza della sera precedente) e via subito sulla jeep.

Partiamo come prima jeep dal camp, l’autista guida velocemente a 120 km/h nelle piste sterrate dove il limite all’interno del parco è 40 km/h. Nel frattempo la guida è al cellulare con qualcuno e tra le mille parole a noi sconosciute dello swahili percepiamo la parola “Simba”, Leone! Ecco il motivo della corsa in Jeep, l’eccitazione cresce, siamo tutti con la testa fuori dal tettuccio, in eccitata attesa.

Dopo una decina di minuti di guida spericolata, rallentiamo, la guida ci dice di parlare a bassa voce, e dopo poco ad un paio di metri dal bordo della strada, la nostra Jeep si ferma proprio di fronte a due leonesse e due leoni che giacciono tranquille e rilassate dopo una notte di accoppiamenti, mentre i due leoni camminano segnando il territorio e facendo ogni tanto un ruggito gutturale che ti arriva fin dentro il corpo, sconvolgente. Così come è altrettanto sconvolgente guardare la muscolatura delle leonesse, massiccia e possente sotto un pelo corto e liscio.

Ma la sensazione per me più intensa è stata quella di guardare da vicino i gialli occhi del leone, così intensi e così gelidi, che intensa emozione!

In men che non si dica ci accerchiano decine di jeep di altri safaristi e allora decidiamo soddisfatti di lasciare i “nostri” leoni e di cercare altri animali. Percorriamo un sentiero non molto battuto che ci porta a costeggiare il fiume Tsavo East (quello che poi prenderà il nome di Sabaki e sfocierà a Malindi) dove scorgiamo nuovamente ippopotami, coccodrilli, e dik dik, antilopi d’acqua e facoceri. Purtroppo ci fermiamo ai 4/5 dei famos Big Five, di rinoceronti allo Tsavo ce ne sono solo 3 e sono molto riservati, scopriremo poi che la nostra guida in 15 anni li ha visti una sola volta allo Tsavo mentre un paio di volte al Lago Nakuru.

E’ giunta ormai l’ora di pranzo e secondo programma ci fermiamo al Crocodile Camp, un camp poco fuori dallo Tsavo sui bordi del fiume. La particolarità è che sorgendo a lato fiume, coccodrilli e iguane soggiornano proprio sotto di noi a bocca aperta mentre noi pranziamo comodamente al ristorante.

Sapendo quanto distanti fossimo dalla civiltà e conoscendo la povertà dei villaggi dispersi nella savana, ci eravamo dotati di scatole di biscotti che man mano distribuivamo ai bambini dei vari villaggi, sembrava che il tam tam della giungla giungesse prima di noi, infatti prima di arrivare ai villaggi, il rumore dell’auto ci anticipava e magicamente una schiera di bimbetti sporchi di fango, a volte nudi o malamente vestiti si metteva in fila a bordo strada e con occhioni grandi e sinceri e con un sorriso di denti bianchissimi ci urlava “ciaoooo” muovendo le manine ed attendendo la nostra fermata, per poi avvicinarsi e allungare le loro manine per prendere alcuni biscotti e scappare via contenti del regalo. I nostri figli sono rimasti letteralmente rapiti da questa esperienza, speriamo solo che si ricordino di questi contrasti e di queste semplici gioie anche quando saremo rientrati in Italia!

Per riassumere sono stati tre giorni veramente massacranti vissuti per la maggior parte in auto su strade che da noi potrebbero essere considerate mulattiere di montagna e che da loro sono considerate alla stregua di strade statali, con una media di circa 12 ore al giorno, insomma un’esperienza che va vissuta perché da la possibilità di vivere emozioni uniche.

Domenica 27 dicembre: Watamu KOBE RESORT garoda beach

Da oggi è ufficiale, mare e sole tornano nelle nostre priorità, ecco quindi che partiamo alla volta di Watamu per scoprire il Kobe. Questo locale è un resort gestito anche in questo caso da una ragazza italiana, Paola, che da bergamo si è spostata a gestir egregiamente questo splendido locale sulla spiaggia, ottimo ristorante e piscina (utilissima quando c’è la bassa marea). E in effetti, poco dopo il nostro arrivo, la bassa marea ci accompagna. Ecco quindi che ci dedichiamo a una bellissima passeggiata su una bianchissima spiaggia infinita, paradiso del Kite surf come poi avremo modo di scoprire nel pomeriggio al risalire della marea. L’oceano si tinge di vele colorate trainate dalla forza del vento.

Non potevano ovviamente mancare le pittoresche bancarelle sulla spiaggia dove ovviamente la componente femminile del gruppo ha obbligatoriamente dovuto investire in parei e vari braccialetti colorati, insomma si potrebbe dire tutti contenti (tranne il mio portafogli ovviamente!). Ma si sa, in vacanza si deve sempre acquistare qualche ricordo o presente per gli amici più cari e noi non potevamo certo esimerci da questo diktat!

Verso le 18 si rientra alla base, canonico bagno in piscina mentre Justace, il nostro cuoco inizia a cucinare un Black Snapper del simpatico peso di 6 KG!

Lunedì 28 dicembre 2015: Watamu – Safina Bar – Jacaranda Beach

Una vecchia canzone recitava “stessa spiaggia, stesso mare”, qui mi viene più semplice scrivere: “altro giorno, altra spiaggia!” Oggi la nostra meta è Safina Bar sulla spiaggia di Jacaranda sempre a Watamu, praticamente di fronte a dove andremo domani (Sardegna2). Il proprietario del locale, Robbie, è un locale con la passione della musica Reggae, musica che ben si adatta al tipo di locale molto differente dai precedenti, estremamente spartano ma comunque pittoresco. Unico limite la mancanza dei servizi, quindi semmai scappasse la pipì, l’unica possibilità è il mare, peccato che con la bassa marea si doveva camminare verso la barriera per almeno 300-400 mt!

Questo limite però si trasforma magicamente in pregio quando ti trovi a camminare su una lingua di sabbia che si allunga verso il reef! Per esempio a noi è capitato di arrivare in spiaggia stamattina dopo un intenso temporale tropicale, cielo grigio e plumbeo che contrastava con la bianchissima sabbia, barche sospese sull’asciutto e un silenzio surreale in totale assenza di vento, abbiamo avuto l’impressione di essere all’interno del film “Pirati dei Caraibi” – Emozionante!

Ottima invece la cucina che seppur limitata a Aragosta ai ferri, Riso al cocco con ragù di polpo e pollo alla griglia con lime, è risultata genuina e molto gustosa, soprattutto l’abbinamento del lime con il pollo, consigliato.

Martedì 29 dicembre 2015: Watamu – Sardegna2 – L’isola che non c’è

Partiamo a piedi in direzione del Malindi Marine park (ci basta attraversare la strada) e dopo aver pagato il biglietto il capitano Mohammed ci fa salire con tutto il nostro gruppo di 18 persone su di una barca con il fondo di vetro, prima tappa il reef pieno di pesci e coralli colorati, purtroppo però quel giorno il fiume Sabaki (lo stesso fiume marrone sabbia che avevamo costeggiato durante il Safari) unitamente alla corrente negativa generata dal vento, sporcano il reed non permettendoci di vedere i reali colori del fondale, restiamo quindi poco e salpata l’ancora ci dirigiamo verso il vero obiettivo della giornata: Sardegna2. Arriviamo dopo circa un’ora di navigazione con questa barca con un motore di pochi cavalli e localizzato il punto in cui “atterreremo”; esatto, atterreremo perché una volta abbassata la marea la barca era appoggiata sulla sabbia di un isola che appare e scompare a seconda delle maree. Scendiamo e iniziamo a camminare nei piccoli mari che si sono creati con la bassa marea in cui scopriamo decine di stelle marine coloratissime e differenti, rosse, beige, verdi, nere, stelle panettone e ancora panterine e anche un pescatore locale con in mano un vero pesce palla che per pochi scellini veniva trasferito sulla tua mano per poter poi scattare simpaticissime fotografie!

Nel frattempo il capitano tagliava le aragoste e i gamberi per poi destinarli su una grigia allestita in tutta fretta sulla nuova isola apparta e iniziava a cuocerle, fischio del “tutti a tavola” e classico menu locale.

Tutto molto bello, ma essendo anche molto turistico non potevano certo mancare moltitudini di beach boys e venditori di ogni tipo di souvenir che approfittando della bassa marea sciamavano dalla spiaggia alle barche di turisti spiaggiate. Personalmente questo è il luogo un cui li ho trovati più insistenti e invasivi rispetto a tutto il resto della vacanza, ma tant’è il posto merita comunque il sacrificio!

Al rientro, controvento e controcorrente la barchetta ha faticato non poco a rientrare e quando il mare si è completamente impossessato della barriera corallina e le onde dell’oceano sospinte dal vento hanno cominciato ad ingrossarsi e frangersi contro la nostra barca, non potevamo certo restare asciutti. Ecco quindi che ci siamo fatti un bagno inatteso con tutti gli spruzzi che venivano sollevati. Fortunatamente una volta rientrati al parco di Malindi in pochi minuti ci siamo immersi nelle tiepide acque delle nostre piscine per concludere nel migliore dei modi anche questa fantastica giornata.

Mercoledì 30 dicembre 2015: Watamu KOBE RESORT garoda beach

Ultimi giorni di sole e nel frattempo iniziamo il training autogeno e ci prepariamo psicologicamente al rientro guardando le previsioni meteo che spaziano da nebbia a neve a temperature sotto zero (non male l’escursione termica da + 35°) e intanto oggi torniamo ad uno dei nostri due posti preferiti, il Kobe di Watamu.

Ottima come sempre la cucina e fantastico il posto, impagabile la piscina, un vero valore aggiunto, vivamente consigliato.

Giovedì 31 dicembre 2015: WATAMU – PAPA REMO Beach

Non poteva certo mancare l’ultimo giorno di mare al secondo posto tra i preferiti, anche in questo caso le sensazioni della prima volta sono state ampliamente confermate e tra l’altro essendo la cucina chiusa per preparare il cenone di Capodanno l’unico menu disponibile era la Pizza! Anche in questo caso il team di Viola è stato all’altezza proponendo una pizza degna di una pizzeria italiana, ottima direi.

Al ritorno un’ultima escursione alle rovine di Gede, un’antica città araba del XV secolo improvvisamente ed inspiegabilmente abbandonata, ora museo all’aperto che ci ha permesso di comprendere quanto fosse ampia questa città e perfettamente costruita ed organizzata, il tutto in mezzo alla foresta.

Valore aggiunto di questa visita le simpatiche scimmiette curiose e golose. Siccome ne eravamo stati informati avevamo portato con noi dei biscotti da distribuire man mano, sono riuscito a farne salire una più intraprendente sulla mia testa prima che un’altra un po’ prepotente rubasse letteralmente di mano a Federico la confezione restante di biscotti per poi scappare furtivamente sull’albero più vicino con buona pace dei suoi simili che l’hanno rincorsa per condividere il bottino!

Nota sul Capodanno: cena sempre ottima grazie al nostro splendido cuoco Justace, fuochi d’artificio gentilmente offerti dal resort Billionaire di Briatore praticamente di fronte a noi e immancabile bottiglia di bollicine. Insomma, un Capodanno sicuramente anomalo in costume e non poteva certo mancare il bagno di mezzanotte.

Venerdì 1 gennaio 2016: Malindi – Nairobi

Oramai siamo agli sgoccioli, la nostra vacanza sulla costa sta per terminare e nel pomeriggio ci trasferiremo nella capitale Nairobi a 1700 mt slm. E per alleviare la tristezza del viaggio verso l’aeroporto quale poteva essere la panacea? Ecco quindi che abbiamo scelto di fare il viaggio con tutte le valigie direttamente nel mezzo di trasporto più comune, il Tuk Tuk, un serpentone di 4 mezzi coloratissimi. E’ venuto a prenderci davanti al resort, e caricate le valigie siamo partiti tutti sorridenti, sembrava che anche gli autisti si divertissero perché hanno cominciato a superarsi gli uni con gli altri come se fosse una gara a chi arriva primo (alla faccia del pole pole!). Ci siamo comunque divertiti un sacco ed è stato un buon modo per sdrammatizzare la partenza ed il ritorno verso la fredda Italia.

In serata atterrati a Nairobi ci trasferiamo verso la residenza prenotata e ci addormentiamo rattristiti per la differenza di paesaggio, sigh!

Sabato 2 gennaio 2016: Nairobi – Giraffe Park

Oramai ci dividono ancora un paio di giorni dalla fine della nostra vacanza e gli scellini cambiati iniziano a scarseggiare, ma fatti i dovuti conteggi decidiamo di chiamare lo stesso taxista della sera precedente che in 10 minuti ci raggiunge e ci porta al parco delle giraffe (trattando il prezzo con il taxista lo stesso ci attenderà per poi riportarci alla base). Entriamo quindi al parco e subito gli assistenti ci danno del cibo per i simpatici animali, saliamo qualche gradino e ci troviamo faccia a faccia con questo simpaticissimo animale.

Abbiamo la possibilità di accarezzarle ed i bambini ne sono molto contenti, oltretutto con il cibo che ci è stato dato possiamo dare loro direttamente da mangiare. Scopriamo con grande sorpresa che hanno una lingua lunga almeno 30 cm, di colore viola che srotolano per cercare di prendere queste deliziose caramelline che sembrano proprio di loro gusto!

Sono animali veramente dolci, estremamente golosi e veramente simpatici. E’ stata una bellissima esperienza poterle vedere così dal vivo direttamente nei loro occhi dolci, un’esperienza che certo non poteva mancare in questo viaggio.

Nel ritorno alla base ci facciamo lasciare ad un Mall vicino al nostro appartamento dove iniziamo a rientrare nei “ranghi” della tipologia di vita europea, grandi negozi, supermercati e locali tipici delle metropoli e ci rendiamo conto delle grandi differenze tra Nairobi e una città come Malindi, un abisso!

Domenica 3 gennaio 2016: Nairobi – Il Cairo – Malpensa

Oramai ci siamo, oggi finisce la nostra splendida vacanza! Partenza con il volo delle 8 in direzione Il Cairo dove atterriamo alle 12,50. Avevamo solo un’ora prima del nuovo volo e avevamo messo in programma di non ricevere le valigie così come successe all’andata, ma fortunatamente il ritardo del volo successivo di circa un’ora (un ritardo insperato e ben accettato da parte nostra) ci ha permesso di vedere caricare anche le nostre valigie sul nostro ultimo volo.

Il volo di rientro dal Cairo, al contrario di quello di andata, era praticamente un volo di soli italiani, ciononostante abbiamo comunque apprezzato la preghiera che scorreva sui video dell’aereo.

Una breve visione delle piramidi dall’alto ci ha allietato la tristezza dell’ultima tranche del nostro rientro. La fase finale di approccio all’atterraggio ci ha immediatamente catapultato nelle nebbie padane che, poco dopo, abbiamo respirato e percepito sulla nostra pelle quando dall’aeroporto siamo saliti sul bus privato che ci riportava verso la nostra casa.

Ciò che ci rimane dentro, oltre al colore dell’abbronzatura, è il calore e la serenità con cui anche con pochissimo i Kenioti della costa e dell’interno vivono serenamente.

Un ultimo bellissimo aneddoto sul viaggio di ritorno: quando ci siamo guardati e tutti insieme ci siamo detti: chissà dove saremo il prossimo Natale… ma questa sarà un’altra storia!

Guarda la gallery
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Ingresso Amboseli

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Maria, tartaruga di 130 anni

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Welcome to Safina Beach

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Elefanti Amboseli

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Leone allo Tsavo

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Sentrim Tsavo

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Bassa marea e bandiera Kenya

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Alle falde del Kilimangiaro

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Stelle e ... stelle di mare!

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Giraffe park - Nairobi

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Asinello e bassa marea

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Sciarpa di pitone vivente 30 Kg

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Scimmietta birbante

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Happy birthday to you!



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