Jambo Kenya

Viaggio meraviglioso tra mare e safari
Scritto da: kiaramnt
jambo kenya
Partenza il: 20/07/2012
Ritorno il: 04/07/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €

PREPARAZIONE DEL VIAGGIO

Non siamo mai stati così combattuti per la preparazione di un viaggio come in questo caso: cosa fare, dove andare, a chi affidarsi? Il dubbio era se prendere un “pacchetto” volo + villaggio oppure fare un “fai da te” per dedicare più tempo al safari. Come prima volta abbiamo optato per la prima soluzione prenotando al Barracuda Beach Resort di Watamu per 1.360 euro a testa per due settimane con il tour operator della Condor. A questi poi abbiamo aggiunto 90 euro di adeguamento carburante e altri 13 euro per la “carbontax”, nuova tassa emessa dalle compagnie aeree. Per il safari invece abbiamo contattato sia agenzie turistiche locali che beach boys “sponsorizzati” in diversi siti. Alla fine confrontando i prezzi abbiamo visto che non c’era molta differenza pertanto ci siamo affidati ad Ombretta e Hadhir dell’agenzia “Kivuli tours e safaris” con regolare licenza di esercizio.

PROFILASSI

Non l’abbiamo fatta, abbiamo solamente utilizzato repellenti per paesi tropicali e qualche accortezza per la sera; niente di più niente di meno. Abbiamo letto molto sulla possibilità di contrarre la malaria e abbiamo di fatto capito che era inutile fare la profilassi che ha effetti collaterali più forti degli effetti causati dalla malattia stessa.

GAME DRIVE

E’ stata la stessa agenzia in cui abbiamo preso il pacchetto a consigliarci di rivolgerci alle agenzie locali per organizzare il safari risparmiando così un bel pò di soldini. Ci siamo affidati totalmente a internet nella ricerca di informazioni utili visitando siti come turisti per caso, tripadvisor e forum dedicati all’argomento. Per prima cosa avevamo bisogno di capire quanti giorni potevamo dedicare al safari sulla base del nostro budget. Per un safari di 4 gg. siamo sulle 500 euro a testa (Tsavo est, Amboseli e Tsavo ovest) e 350 per 3gg. (Amboseli e Tsavo est). La base è di 4-6 persone altrimenti il prezzo sale di brutto. Per una settimana di game drive che comprende anche Masai Mara e Nakuro andiamo oltre i 1.000 euro. Calcolate che l’ingresso al parco va pagato ogni 24 ore e all’inizio del 2012 ci sono stati aumenti negli ingressi ai parchi… Nei prezzi sono sempre inclusi i pernottamenti nei campi tendati o lodge (e anche dalla scelta di questi dipende poi il prezzo), pensione completa escluse le bevande e l’ingresso ai campi. Ci sono comunque diverse soluzioni, volendo si può fare anche solo una notte allo Tsavo est o 3 notti al Mara prendendo l’aereo… insomma, la scelta sta solo a quanti giorni volete dedicare al safari e a quanto volete spendere. Noi alla fine abbiamo optato per i 3gg/2ntt a Tsavo est e Amboseli in jeep ripromettendoci però di ritornare per vedere il Masai Mara e Nakuro.

CAMPI TENDATI

Abbiamo alloggiato ai Sentrim di Tsavo e Amboseli per due motivi: uno, si trovavano entrambi all’interno dei parchi ( molti campi /lodge che propongono si trovano fuori del parco!) e due, volevamo una cosa più caratteristica quindi al bando i lodge/casermoni e via libera ai campi tendati!!! Col senno di poi posso dire che la scelta è stata senza dubbio la più azzeccata! Allo Tsavo abbiamo trovato un bungalow in muratura mentre all’Amboseli la struttura è in tenda molto pesante con chiusure a cerniera. Entrambe con pavimentazione in muratura, comodi servizi, letto a baldacchino, arredo in tipico stile africano e veranda. Nei campi viene tolta la corrente dalle 14,00 alle 18,00 e dalle 23,00 alle 5,00.

BARRACUDA BEACH RESORT

Si tratta di un villaggio relativamente piccolo ed è uno dei motivi per cui lo abbiamo scelto oltre al fatto che si trova proprio al centro del paese di Watamu. Il resort è composto da bungalow a due piani con tetto in makuti. L’arredo è semplice (anche se il bagno andrebbe ristrutturato); lo stile è africano con letto a baldacchino,veranda, condizionatore e scimmiette comprese nel prezzo. Non c’è phone, le prese non sono come le nostre pertanto serve un adattatore, cassetta di sicurezza e collegamento internet si pagano a parte. Alla sera passano con lo spray anti-zanzare e la pulizia è accurata. La piscina non è molto grande ma c’è una zona idromassaggio davvero niente male. Il ristorante si trova in una posizione sopraelevata e il mangiare è semplice e abbastanza ripetitivo. Una volta alla settimana viene proposta la cena africana. L’animazione è soft nel senso che non è troppo invadente e ogni giorno vengono proposte attività come acqua gym, beach volley, bocce, lezione di swahili… Alla sera invece ci si trova nella piccola arena per assistere agli spettacoli: danze masai, acrobati, coro gospel, giochi… Tutto il personale è gentile e i camerieri che sono molto servizievoli. Il villaggio è un’esclusiva Condor e la responsabile Annalisa è sempre presente e gentile. Il resort dispone di una spiaggia privata dove ci sono dei comodissimi lettoni a due piazze, palme, una zona relax e sabbia bianca fine e morbidissima. Per quanto riguarda la spiaggia invece devo dire che non è il massimo ma questo dipende dal periodo. A luglio infatti ci sono moltissime alghe e l’acqua è fredda ma quando c’è la bassa marea tutto si trasforma…

IL NOSTRO VIAGGIO – 20-21/07: Si parte!

Partenza da Milano via Roma alle 20,20 con un boing della Neos. L’aereo profuma ancora di nuovo e i sedili sono comodi. Arriviamo a Mombasa alle ore 7,00 con 25min. di anticipo! Compagnia promossa a pieni voti! La fila per il visto non è molto lunga ma i tempi d’attesa sono spaventosi. L’addetto ai controlli impiega più di un’ora per una decina di persone e comprendiamo fin da subito la filosofia del “pole pole”. Si paga il visto in euro o in dollari tanto è lo stesso, lasciamo le nostre impronte, “fotoricordo” e… siamo liberi! Cambiamo 50 euro all’aeroporto per dare le prime mance e per l’acquisto della scheda telefonica locale, la safaricom, che viene attivata immediatamente. Con 13 euro abbiamo la SIM e 10 euro di chiamate sufficienti per tutta la durata del soggiorno. Fuori dall’aeroporto ci sono gli addetti della Condor che ci aspettano per accompagnarci al pulmino che ci porterà a Watamu. Siamo una quindicina di persone e alloggeremo tutti al Barracuda Beach Resort. Il tempo è nuvoloso e non fa così caldo come mi aspettavo…

21/07 MOMBASA -WATAMU 120 km tempo: 2h

Veniamo accolti dal personale con un drink di benvenuto. Siamo tra i primi clienti ad aprire questa stagione turistica, prima di noi soltanto un altro gruppo di turisti. Ci assegnano la stanza 46 al secondo piano, in ottima posizione e centrale rispetto agli altri bungalow più internati. Sistemiamo le valige e andiamo al breafing informativo dove ci vogliono più che altro vendere il safari. Sono abbastanza insistenti e gli diciamo che ci siamo già organizzati. A pranzo facciamo amicizia con i nostri vicini di tavolo con cui passeremo le prossime giornate. In spiaggia invece facciamo subito i conti con i beach boys, nota dolente di questo viaggio. Essendo tra i primi clienti sono più agguerriti che mai e il fatto che molti resort siano ancora chiusi ha fatto sì che si siano ritrovati tutti davanti al nostro villaggio. Sono più che altro i ragazzi giovani ad essere insistenti e molto fastidiosi. Ci seguono ad ogni passo, ci aspettano quando facciamo il bagno, quando dobbiamo fare degli acquisti, ci mandano a quel paese se non compriamo nulla, ci dicono che siamo razzisti…insomma, va bene tutto ma così è troppo!!!Io mi ero preparata ad affrontare questo “fenomeno” ma devo dire che viverlo è diverso e molto più irritante. Alcuni ci hanno veramente fatto saltare i nervi ma fortunatamente fra loro c’è stato chi ha capito utilizzando un approcio più soft (pochi a dire il vero). C’è l’alta marea e la spiaggia è ricoperta da alghe marroni molto poco invitanti così trascorriamo il pomeriggio nei lettoni che si trovano nella spiaggia privata del resort e sono così comodi che non fatichiamo ad addormentarci…Quando il sole comincia a tramontare si alza un forte vento che ci accompagnerà per il resto del soggiorno. Noi c’eravamo portati dei maglioncini ma qualcuno in più non sarebbe stato male.

22/07 WATAMU tempo: sole

Oggi arriverà la coppia con la quale passeremo i 3 giorni di game drive e la maggior parte del tempo della nostra vacanza. Ombretta ci aveva già messi in contatto tramite internet e così, dopo mesi di chattate, eccoli finalmente in carne ed ossa! Ma è ancora presto e loro arriveranno solo nel tardo pomeriggio… Stamattina ci svegliamo presto tanta è la voglia di scoprire cosa nasconde questo mare. Armati delle indispensabili scarpette di gomma, alle 8.00 siamo già in spiaggia che passeggiamo. Non c’è ancora nessuno se non qualche pescatore e alcuni bimbi che giocano tra i cumuli di alghe secche. La marea non è ancora scesa così saliamo su un promontorio per avere una bella visone dall’alto. Verso le 9.30 il mare inizia pian piano a ritirarsi e la spiaggia si anima. Ci sono più beach boys che turisti e in men che non si dica siamo circondati da ben 14 ragazzi! A ritmo di “Jambo bwana” (la canzone che ci accompagnerà durante tutto il viaggio) ci accompagnano per tutta la mattinata facendoci vedere stelle marine di tutti i colori, polpi, conchiglie, ricci di mare, meduse, granchi e… pesci palla! Riguardo ai pesci palla vorrei aprire una parentesi. Ci sono in ogni dove pescatori o ragazzi kenioti che, per guadagnare qualche scellino, catturano queste povere creature e le spaventano in modo che si gonfino per farli vedere ai turisti. Forse non tutti sanno che dopo un certo numero di rigonfiamenti (circa una quindicina) il pesce palla muore! Ovviamente la colpa è dei turisti che incentivano questa prassi crudele. Il pescatore che mi ha mostrato (peraltro senza che io glielo chiedessi) il pesce palla gonfio se n’è andato via brontolando (e secondo me pure mandandomi a quel paese… peccato che non lo abbia capito altrimenti gliene avrei dette quattro…) perchè non gli ho voluto dare un euro! E ti credo, povera creatura, immobilizzato e con gli occhi spalancati… a chi può piacere questa crudeltà?! eppure… dopo di me è arrivata una mamma che per mostrare “l’attrazione” alla figlia ha pagato profumatamente il pescatore… bell’esempio! Peccato che poi non ha mostrato alla figlia il pesce che galleggiava a pancia in sù… Tralasciando questo triste capitolo, continuiamo l’esplorazione di questo mare così ricco di sorprese. Camminando tra i vari atolli che si formano con la bassa marea arriviamo fino all’isola dell’amore che si trova sulla spiaggia del resort Sun Palm. Finalmente ci immergiamo nelle acque cristalline dell’Oceano Indiano ma nel giro di poco tempo l’acqua riprende a salire e così, prima che l’atollo venga completamente sommerso, ritorniamo indietro.Facciamo un tratto via mare poi passiamo per il paesino di Watamu. E’ il primo e vero contatto con la realtà africana fatta di case decadenti, negozietti di souvenir, ciabbattai, falegnami.. La strada di fango è in parte ricoperta da pozzanghere e in parte da rifiuti; le donne lavano il bucato, i bambini ci salutano, le capre brucano l’erba… impareremo ad apprezzare tutto questo nel corso dei giorni… Soddisfatti di questa giornata, diamo 13 euro di mancia alle nostre guide sperando che venga equamente divisa. Nel tardo pomeriggio finalmente conosciamo i nostri amici e Hadhir, marito di Ombretta, che ci accompagna all’agenzia, a pochi km dal nostro hotel, per definire nel dettaglio il game drive. Conosciamo l’autista Jimmy e Stefano Bambino, la guida masai che ci accompagnerà per i 3 giorni di safari. Con noi ci saranno altre tre persone…peccato, speravamo di essere solo noi quattro, ma non ci demolarizziamo tanto è la voglia di partire. Nel prezzo pattuito ci vengono incluse due escursioni omaggio; noi scegliamo la mezza giornata a Malindi e mezza giornata alle mangrovie di Mida Greek. Tutto è pronto,mercoledì si parte!

23/07 ROVINE DI GEDE + ORFANOTROFIO Tempo: sole e vento

Stamattina assieme ai nostri vicini di tavolo (i nostri compagni di game drive devono ancora riprendersi dal viaggio…) organizziamo la mattinata alle rovine di Gede. Ci facciamo chiamare un tuk-tuk dalla reception che, dopo aver contrattato il prezzo, ci accompagna fino a Gede. Arriviamo dopo pochi km e prima di entrare nel sito ci fermiamo ad acquistare un casco di banane per le insaziabili scimmie che abitano nella foresta. L’ingresso costa 5€ poi, per chi desidera, ci sono delle guide che per altri 5€ ti accompagnano. Io questo già lo sapevo perchè l’avevo letto in molti diari di viaggio così come avevo letto che queste “guide” non servono a nulla se non a richiamare le scimmie (che tanto poi vengono lo stesso). Oltre a questo, a noi avevano chiesto 10 euro e noi per dispetto ci siamo arrangiati! Gede, che significa “Prezioso” è uno dei siti archeologici piu’ importanti e meglio conservati del Kenya; i keniani la chiamano la “città fantasma”e ci sono molte leggende che la riguardano; una dice che non conviene visitare la città dopo il tramonto altrimenti si passerà una notte piena di incubi. Le rovine si trovano all’interno di una foresta di sequoie, baobab e alberi di chinino (famoso per le sue proprietà curative, dicono che curi più di 40 malattie tra cui la malaria). La maggiore attrazione (per me che le amo) sono le scimmiette ormai abituate alla presenza umana tanto che si avvicinano sicure di trovare qualcosa di buono da mettere sotto i denti. Il tempo passa velocemente e così veniamo richiamati dai conducenti del tuk-tuk che ci ricordano che è l’ora di andare. Prima di ritornate al villaggio facciamo una tappa all’orfanotrofio “God our father centre for needy children”di Timboni. Appena ci vedono arrivare i bambini si schierano in riga e cominciano a cantare a squarciagola “Jambo bwana”. Mentre la responsabile ci mostra gli spazi della scuola i bambini più piccoli si avvicinano e si attaccano alle nostre gambe. Li prendiamo in braccio e gli diamo alcuni plumcake che avevamo preso ma purtroppo non bastano per tutti. Alla fine lasciamo del materiale scolastico che ci eravamo portati da casa mentre il vestiario lo teniamo per i bambini delle scuole ben più degradate che troveremo nel corso del safari.. Il pomeriggio ci rechiamo alla “Kivuli” per prenotare il safari blu a Sardegna2 per l’indomani dopo di che chiediamo ad Hadhir di accompagnarci allo “Swahili cafè”, nella vicina Timboni per conoscere Ombretta la ci offre un buonissimo mango frullato e un altrettanto squisito latte con the speziato da leccarsi i baffi. Ritornati a Watamu andiamo a fare un pò di acquisti allo “Zebra shop” di Ciccio, il proprietario, dove acquistiamo i prodotti di artigianato locale a ottimi prezzi. Qui non si contratta in quanto i suoi sono davvero prezzi molto bassi.

24/07

Safari blu Sardegna2; Costo € 45,00 Tempo: mattina nuvoloso, pomeriggio sole

Alle 7.30 Hadhir viene a prenderci con la sua macchina per accompagnarci a Malindi dove prendiamo la barca con un piccolo fondo di vetro per vedere i pesci anche se nulla a confronto con quelli del mar Rosso. Il giro che facciamo è un pò più lungo considerando che dovremo ritornare a Watamu per vedere l’atollo di Mayungu ma è tutto una questione di maree… L’agenzia presente al Barracuda addirittura non proponeva l’escursione ma noi abbiamo voluto farla ugualmente e devo dire che siamo stati davvero soddisfatti anzi, dopo il safari è stata l’esperienza più bella! Con noi viene Isacco che lavora all’agenzia di Hadhir e che ci fa da accompagnatore. Inizia la giornata con un pò di snorkeling al parco marino di Malindi, l’acqua è limpida ma freddina. Durante la navigazione piove 10 min. ma quando arriviamo a destinazione esce un bellissimo sole che non ci abbandonerà più. L’acqua è meravigliosamente calda e limpida, il colore và dall’azzuro chiaro al blu più intenso. Pian piano la marea scende e davanti ai nostri occhi emerge un atollo di sabbia bianchissima circondato da un mare trasparente. Mentre ci godiamo questo incanto i ragazzi del blu safari iniziano a preparare il barbecue proprio in mezzo al mare. Lo scenario è semplicemente meraviglioso; ci troviamo da soli, in mezzo all’oceano, su una lingua di sabbia bianchissima, circondati da un mare meraviglioso. E’ l’ora di pranzo e i ragazzi ci invitano a risalire sulla barca dove troviamo di tutto: riso al cocco, pane tostato, barracuda, gamberoni, aragosta, coca cola, frutta tropicale (mango, ananas, banane) . Avanziamo un sacco di cose ma le nostre pance sono talmente sazie che chiedono pietà. La marea è ancora bassissima e abbiamo un sacco di tempo davanti a noi. Facciamo una lunga passeggiata, vediamo stelle marine talmente belle che sembrano finte, granchi bianchi come la sabbia, frammenti di corallo rosso…ci tuffiamo in questo mare trasparente, non vorremmo più andarcene. La marea è ancora bassa quando ripartiamo. Saliamo sul tettuccio della barca per prendere gli ultimi frammenti di sole lasciandoci cullare dalle onde del mare. Sono le 16.30 quando facciamo ritorno a Malindi. Hadhir ha delle commissioni da fare così noi ne aprofittiamo per una veloce visita della città ma tanto avremo modo di ritornarci con più calma. La giornata non può che finire in un bar del centro di Watamu (dove cucinano gli spiedini di coccodrillo che noi tutti evitiamo accuratamente!!!) a sorseggiare un buonissimo frullato di frutta tropicale in buona compagnia.

25/07 TSAVO EST

Tempo: sole Ci siamo! Si parte alle ore 7.00 per i tre giorni di safari: prima tappa Tsavo est. La guida è Stefano Bambino, un vero masai che, dopo aver studiato dalle suore è diventato cristiano e ora fa la guida. Crediamo che nessuno più di lui possa conoscere la savana. Lungo la strada, su nostra richiesta, ci fermiamo in una “scuola”. Capiamo perchè molte persone del posto ci abbiamo consigliato di portare qui e non altrove (dove magari hanno già delle sovvenzioni) le cose che abbiamo portato dall’Italia. La scuola altri non è che una capanna fatta di arbusti secchi e divisa in due: da una parte i bambini più piccoli, dall’altra i più grandi (ma che al massimo avranno avuto 5 anni )che stanno imparando l’alfabeto in inglese.Sono tutti seduti a terra,sporchi di polvere. Interrompono per un attimo la loro lezione per darci il benvenuto con la canzoncina che per loro è quasi un inno nazionale. Distribuiamo dei plum-cake e poi magliettine e cappellini. Quasi mi dispiace non aver dato loro le matite…la povertà qui è estrema! Riprendiamo la strada che cambia continuamente tonalità: rossa poi marrone, grigia e ancora rossa. Arriviamo al gate alle 12,00. Prima dell’entrata vera e propria ci dirigiamo verso il fiume Galana per fotografare i coccodrilli. Sono i primi animali che incontriamo e sono così vicini! Sono immobili nonostante i turisti gli girino intorno per fotografarli. Entrati allo Tsavo comincia il vero game drive. L’autista ha alzato il tettuccio della jeep e noi tutti in piedi per avvistare gli animali. Qui non si possono fare fuori pista e vediamo dapprima gli animali da lontano non consapevoli che man mano che proseguiremo li vedremo vicinissimi a noi, da soli, in branco, che ci attraversano la strada…ma siamo solo all’inizio. Avvistiamo elefanti, zebre, gazzelle, antilopi, giraffe, dik dik, struzzi e condor. Ogni incontro è qualcosa di incredibile, vederli liberi nel loro ambiente è così commuovente e non posso non pensare ai loro amici rinchiusi in qualche zoo o circo! E’ qui, nella savana che tutti gli animali dovrebbero vivere! Facciamo sosta all’Hippo point dove scendiamo a piedi. Intravediamo le orecchie di un ippopotamo…si alza dall’acqua e…carica!!!Scappiamo tutti! Abbiamo poi capito perchè: stava difendendo il suo cucciolo! Perdonaci mamma ippo!!! La mattina passa velocemente, sono le 14 quando arriviamo al Sentrim. Credevo di dormire in piccole tende invece alloggiamo in un bellissimo bungalow. Fuori il panorama è strepitoso: c’è un branco di elefanti che si sta abbeverando nei pozzi artificiali e qualche scimmietta gironzola attorno. Pranziamo ottimamente ma siamo troppo distratti dalla visuale per assaporare ciò che mettiamo in bocca. Perfino la vista di una semplice iguana ci distare. Credo che se avessimo alloggiato in un lodge tutto questo non sarebbe stato possibile. Sono le 16 quando riprendiamo il game drive. Gli avvistamenti ci sono fin da subito: elefanti, tanti elefanti..interi branchi…sono dappertutto! Sono rossi come la terra, in fila, con la matriarca che fa da guida e dietro il corteo di grandi e piccoli elefanti , che alzano un gran polverone.Dei bufali sono sdraiati pacificamente nell’erba mentre i babbuini si nascondono al nostro arrivo. Poi ancora sfuggevoli antilopi d’acqua, le care antilopi di Thomson, le leggiadre giraffe e le timide zebre.C’è anche una mandria di bufali mescolati tra gli elefanti e,in lontananza, due leonesse. Ritorniamo al campo alle 18,30 e inizia ad alzarsi un forte vento. Si cena alle 20 dopo di che tutti davanti al fuoco a riscaldarci e a fare quattro chiacchiere.

26/07 TSAVO EST/AMBOSELI NATIONAL PARK

Tempo: sole Sveglia ore 6,00 colazione e via, si riparte. Andiamo a prendere gli altri tre compagni di viaggio che hanno alloggiato al Voi Wildlife. Vedendolo ci chiediamo come abbiano fatto a costruire questi casermoni nel bel mezzo della savana deturpando il paesaggio. Niente da dire sulla struttura ma un albergo di questo tipo qui non c’entra proprio nulla… ogni scelta è personale io comunque preferisco i campi tutta la vita! Facciamo un pò di game drive prima di lasciare definitivamente Tsavo. Ormai quasi non ci fermiamo più quando vediamo gli elefanti o le giraffe, ora il nostro obiettivo sono i felini (questo a detta degli altri,io continuo a rimanere affascinata da tutti questi animali, credo che non mi ci abituerei mai…). Lasciato il parco ci aspettano un bel pò di ore per giungere ad Amboseli. Prendiamo la strada asfaltata parallela alla ferrovia. Si corre abbastanza bene se non fosse per tutti quei camion che corrono come ad un rally. La strada collega il Kenya con tutti gli stati confinanti pertanto è sempre abbastanza trafficata. Sono le 12 quando arriviamo al gate. La terra non è rossa come quello dello Tsavo e l’erba è bassa e questo permette di avvistare più facilmente gli animali. Durante il tragitto che ci porta al nostro prossimo campo tendato vediamo già i primi animali: ippopotami, bufali, gnù, giraffe, zebre, gru coronate, gazzelle, dik dik… Arriviamo al Sentrim Amboseli alle 13,45 con i camerieri che ci accolgono cantando e suonando…ma “jambo bwana” ovviamente! e drink di benvenuto. E’ una bellissima struttura, ben curata alle pendici del Kilimangiaro. A differenza del primo campo, questo è più curato e lussuoso ma poichè il “primo amore non si scorda mai” tra i due preferisco il Sentrim di Tsavo con un atmosfera più intima e un panorama da togliere il fiato. Anche qui mangiamo bene e decido di calarmi nella parte mangiando degli intrugli africani. Ripartiamo alle 15,30 per una visita al villaggio masai pagando 10 € a testa. Ci fanno la danza di benvenuto e ci uniamo a loro. Mentre gli uomini, a turno, fanno una serie di salti; le donne muovono il collo in avanti e indietro, emettendo dei suoni. Dopo non so quanti salti sono in un bagno di sudore e capisco come facciano a essere così in forma: questi saltano sempre! Un masai che parla perfettamente inglese ci fa da guida mostrandoci il villaggio circondato da un recinto spinoso per proteggerlo dagli animali selvatici. C’è un piazzale riservato al bestiame anche questo recintato con arbusti spinosi. Le case sono fatte con sterco mescolato a fango e posto su di una struttura di rami. Entriamo all’interno di una casa dove al centro c’è un focolare per cucinare. All’interno si fatica a respirare per via del fumo ma soprattutto per l’elevata temperatura che supera i 35°. Ci fanno vedere poi l’arte di accendere il fuoco ma io sono distratta da un tenerissimo batuffolo di pelo, un cucciolo di cane sporco di terra rossa, un cane masai insomma.I bambini sporchissimi, moccolosi e vestiti di stracci. ci guardano incuriositi, cercano di avvicinarsi ma vengono allontanati dai grandi. Cerco un approccio ma appena accenno loro un saluto se ne scappano dentro le loro capanne. Il giro dura circa 40 minuti e prima di uscire c’è l’immancabile mercatino dove acquistiamo per pochi euro un braccialletto. Iniziamo il game drive pomeridiano dove vediamo i “soliti” animali. Ad un certo punto vediamo non sò quanti elefanti. Rispetto a quelli dello Tsavo questi sono grigi. Accanto a loro cinque leonesse stanno riposando. Una piccola antilope di thomson guarda le leonesse con curiosità e scodinzolando come un cagnolino. Forse non è al corrente del pericolo che sta correndo ma per fortuna le leonesse non sembrano interessate. Una leonessa si alza e tutti (quasi)vogliono vedere l’attacco! In cuor mio spero che questo non accada e le mie preghiere vengono esaudite. La piccola è salva! Vediamo poi alcune iene, una zoppica un pò, chissà cosa se sarà successo…poi giraffe, zebre… Rientriamo verso le 18,30 quando il sole comincia a tramontare. Del Kilimangiaro ne intravediamo solo la punta innevata.

27/07 AMBOSELI/WATAMU

Tempo: sole. Stamattina sveglia con “comodo” alle 5,30. Fa molto freddo ma le nostre felpe sembrano bastare. Alle 6,30 circa partiamo per l’ultimo game drive. C’è molta foschia e anche stamattina intravediamo solo la punta del Kilimangiaro (ps. lo vedrò invece nettamente in volo verso casa…). Vediamo sciacalli, gnù, l’aquila pescatrice,gru coronate, l’aquila della savana, un avvoltoio, iene, struzzi,zebre, due leonesse in lontananza e finalmente il re della savana , il leone anzi…i leoni, sono due! Li vediamo chiaramente, sono vicinissimi a noi, camminano lentamente con passo maestoso e non si curano affatto della nostra presenza. Sono così vicini che mi sembra di sentire il loro respiro…passano davanti alla nostra jeep e un pò alla volta si allontanano dalla nostra vista. E’ un regalo che ci ha voluto concedere sua maestà il re e noi ne siamo tutti riconoscenti. Con questo si conclude il nostro safari, avremmo voluto che non finisse mai ma credo che non se ne abbia mai abbastanza. La strada che dobbiamo percorre è molto lunga. Prima di arrivare a Watamu passiamo per Kaloleni dove hanno girato il film “la mia Africa”. La terra è rossa come quella dello tsavo e piena di buche. Purtroppo non ci fermiamo così faccio delle foto che fanno pietà. E’ un vero peccato perchè il posto è davvero caratteristico. I bambini che ci vedono ci salutano in coro, oggi siamo la loro attrazione! Arriviamo al Barracuda alle 19,30. La giornata è stata la più pesante per via di tutti i km che abbiamo fatto. In pratica la giornata è dedicata esclusivamente al viaggio ma per vedere l’Amboseli ne vale davvero la pena!

28/07 TIMBONI

Tempo: nuvoloso con pioggia Stamattina dato il tempo nuvoloso decidiamo di prendere un tuk-tuk e andare a visitare Timboni. C’eravamo passati diverse volte ma per un motivo o per l’altro non avevamo ancora avuto modo di soffermarvici. Ad accompagnarci è il fratello di Hadhir. Il villaggio è molto caratteristico: la scuola è carina e ben tenuta ma oggi è sabato ed è chiusa. La terrà è rossa, le capanne sono di fango, i bambini ci seguono incuriositi; una signora che avrà avuto almeno 9 figli e tutt’ora incinta ci mostra gentilmente la sua umile abitazione. Per 50 scellini acquistiamo un buonissimo e gustoso mango fresco. La vita qui scorre lentamente, d’altra parte sembra non ci sia molto da fare.Il nostro accompagnatore ci invita a casa sua dove conosciamo la mamma e le sorelle. Sono tutti molto cordiali e ospitali e benchè non parliamo la stessa lingua ci capiamo perfettamente. Uscendo dal paese fanno da contrasto le grandi case degli europei, chiuse da alti cancelli impenetrabili. E’ impossibile descrivere tutto quello che i nostri occhi stanno vedendo…

29/07 MALINDI

Tempo: nuvoloso mattina, sole pomeriggio Anche stamattina è nuvoloso ma basta davvero poco sole per abbronzarsi. Trascorsa la mattinata in spiaggia, alle 15,30 partiamo per l’escursione gratuita a Malindi. Partiamo con un pulmino da otto posti poichè, oltre a noi quattro, si sono aggiunte altre due ragazze che abbiamo conosciuto al villaggio. La prima tappa è la turistica fabbrica di legno. Dapprima vediamo alcuni uomini che intagliano il legno dopo di che passiamo nella parte dello shop dove si possono fare gli acquisti. Proseguiamo con il pulmino e vediamo prima Malindi vecchia con la moschea e il tipico mercato africano poi Malindi nuova con il casinò, le discoteche e qualche altro locale. Oggi è domenica e molti negozi sono chiusi ma a noi interessa di più la parte del mercato locale. L’autista Paul ci invita a bere un liquore al cocco dall’odoro nauseante e così gentilmente decliniamo l’invito… Assistiamo alla celebrazione di una messa in una chiesa apostolica…il predicatore parla e ad ogni battuta di batteria la platea ride…sembra di stare in un film…Stiamo per pochi minuti per non disturbare dato che molti fedeli ci stanno guaradndo… Malindi non mi è piaciuta molto, troppo caotica …non vedo l’ora di ritornare alla mia piccola e semplice Watamu dove la vita scorre “pole pole”. Ritornati in camera ci accorgiamo di aver ricevuto delle visite…le scimmiette hanno mangiato le banane che avevamo lasciato sul balcone..almeno le bucce le potevano gettare! ;-))

30/07 MANGROVIE DI MIDA GREEK

Tempo: sole. Anche stamattina abbiamo ospiti!Le scimmiette ormai sono di casa; do loro due banane e chiudo la veranda..non si sà mai! Loro sbirciano all’interno della stanza sperando di trovare chissà cos’altro da mettere sotto i denti. Va bè, lasciamo che giochino nel balcone noi intanto ci prepariamo per la giornata. La mattinata trascorre veloce in spiaggia. Verso le 14,30 viene a prenderci Hadhir con la sua macchina, per strada carichiamo Isacco che si mette “comodo” nel baule e arriviamo dopo pochi km a Mida Greek. Anche questa escursione ci è stata regalata col pacchetto safari. Dapprima facciamo il tragitto a piedi fino ad arrivare al ponte “Indiana Jones” ovvero un ponte di legno sospeso che dalla terra ferma attraversa la laguna. Il ponte è abbastanza traballante e il tragitto sembra non finire più. Ovviamente lo attraversiamo tutto fermandoci nei punti più stabili per scattare le foto. Saliamo su una canoa e attraversiamo i canali vedendo aironi, ibis e altri rapaci. Dei fenicotteri neanche l’ombra ma questo già lo sapevamo…non è il perido! Navigare tra le mangrovie è uno spettacolo ma noi siamo così, qualsiasi cosa ci entusiasma! Ritornati sulla terraferma i ragazzi di Mida ci aspettano intonando “jambo bwana” danzandoci attorno. C’è anche un altro modo per visitare Mida Greek che prevede un’intera giornata con partenza con la barca con il fondo di vetro, sosta per lo snorkeling e arrivo alla laguna di Milda Creek. Da qui si raggiunge l’isola di Crepwe per il pranzo a base di pesce. Non non abbiamo fatto così perchè ci sembrava una copia del Safari Blu a Sardegna2.

31/07 WATAMU

Tempo: sole. Giornata di totale relax al mare. Approfittiamo della bassa marea per una passeggiata tra gli atolli e un bagno. L’acqua in men che non si dica inizia a salire e io rischio di rimanere sull’isolotto. Ho l’acqua alla gola…quando servono i beach boys non si trovano mai! Va bè, alla fine ce l’ho fatta e decido di iscrivermi ad un corso di nuoto appena ritorno a casa!!! Ritornati al Barracuda trovo tranquillità in piscina poi sole sole e sole.

1/08 SPIAGGIA DEL JACARANDA

Tempo: sole. Stamane prendiamo un comodo taxi che con 5 euro in quattro a/r ci porta alla spiaggia del Jacaranda. Arriviamo dopo circa 30 minuti di strada dissestata. Ok, la spiaggia è bella, il villaggio è bello ma non ci passerei più di una giornata o forse due. A parte la strada che è tremendamente oscena, il resort si trova isolato dal resto del mondo! Vicino c’è il Jambo club poi il nulla! Oltretutto ci hanno detto che alla sera è sconsigliatissimo uscire dal villaggio poichè al di fuori ci sono i banditi… mmmmm… Vabbè, per fortuna abbiamo avuto l’intuizione di prendere il taxi e non il tuk-tuk altrimenti non sò come saremmo arrivati. La spiaggia è pulita e non ci sono molti beach boys o almeno non si avvicinano a noi. Ritroviamo un pò di Sardegna 2 (dopotutto è la stessa spiaggia anche se noi eravamo al largo) con lingue di sabbia bianca e acqua limpida. Bagno, sole e ancora sole. Prima che la marea inizi a salire ci avviamo sulla terraferma… Puntuale l’autista ci viene a prendere per riportarci a casetta.

2/08 SPIAGGIA DEL GARODA + CANYON DI MARAFA

Tempo: sole con scroscio mattutino di 10 minuti. La giornata di oggi è abbastanza intensa, certo è una gran fatica svegliarsi, andare in spiaggia e poi fare escursioni…che vita! Stamattina si va alla spiaggia di Garoda. Ormai siamo esperti, taxi, 500 scellini in quattro a/r. La strada che percorriamo è in buone condizioni e arriviamo in 20 minuti. Mi chiedo come mai non siamo venuti prima in questo paradiso! Credo sia la spiaggia più bella di tutta Watamu: assenza assoluta di alghe, di beach boys, sabbia bianchissima e finissima, acqua azzurra limpidissima con stelle marine pronte a farsi immortalare dai flash delle nostre fotocamere. Purtroppo già verso le 11,30 la marea inizia a salire e pian piano l’atollo scompare. Il cielo si fa improvvisamente grigio e in men che non si dica arriva la pioggia…e che pioggia! Ci ripariamo sotto una tenda che inizia a svolazzare assieme al vento; noi ci avvolgiamo negli asciugamani e ci ritroviamo… completamente asciutti! Miracolo! Meno male, non avevo tempo di lavarmi i capelli, oggi si và a Marafa! Abbiamo fatto questa escursione con l’agenzia del villaggio per esaurimento. Ci hanno talmente stressato che per farli star buoni abbiamo accettato di fare un’escursione con loro tirando sul prezzo. Partiamo così alle 15,00 con il pullman, siamo una decina di persone o forse più (non mi sono presa la briga di contarle) più la guida. Passiamo per l’ennesima volta a Malindi dove ci vengono illustrate le diverse banche, il casinò, il nuovo Billionaire di Briatore…la guida deve essere esperto di finanza… Finita la strada asfaltata percorriamo 30 km di strada dissestata di colore rosso piena di buche attraversando villaggi sperduti immersi in una vegetazione rigogliosa tra baobab enormi e alberi di acacia. Credo sia stato questo il momento preciso in cui mi sono innamorata dell’Africa. Abbassando i finestrini del pulmino ho respirato l’aria calda del Kenya ripercorrendo a ritroso tutto quello che ho visto e vissuto. Non è stato durante il safari come avrei pensato; è stato qui… in mezzo al nulla… o forse semplicemente dovevo arrivare fin qui, alla fine di questo viaggio ,per sentire anch’io, finalmente, il “mal d’Africa”! Tra un pensiero e l’altro arriviamo a Marafa, la “cucina del diavolo”! Sono le 17,00 in tempo per vedere il tramonto! Facciamo prima le foto dall’alto poi iniziamo la discesa.Per fotuna abbiamo le scarpe da ginnastica altrimenti sarebbe impensabile poter scendere e risalire il canyon. Il percorso non è difficile, con noi ci sono anche dei bambini, certo è che bisogna stare attenti a non scivolare.Ci fermiamo di fronte alla roccia a forma di pandoro, quella a forma di elefante (o cammello?) e difronte a pareti altissime. Man mano che il tempo passa i colori cambiano: giallo,arancione, marrone ma a dominare su tutti è il rosso. Da lontano, aspettando che il sole sparisca, intravediamo una famiglia di babbuini. Risaliti in cima ci sono dei bambini (grandicelli a dire il vero) in fila pronti a ricevere i biscotti, usanza trasmessagli dai turisti immagino… Sono le 18,30 quando risaliamo sul pullman per ritornare a Watamu. Presto il buio scenderà e non si vedrà più niente.

3/08 JAMBO WATAMU!

Ed eccoci arrivati all’ultimo giorno. Tra lettino e piscina passiamo la mattinata già fantasticando sulla prossima volta che torneremo in Kenya. Nel pomeriggio andiamo a prendere un gelato alla “Bahati gelateria” di Anna e Andrea nella Watamu beach road ovvero a due passi dal Barracuda. Gelato e caffè italiano (così come i prezzi ) ottimi! Non potevamo andarcene senza aver prima salutato Ombretta così prendiamo per l’ultima volta il tuktuk e si parte, destinazione Timboni! Non crediamo alle nostre orecchie ma il nostro autista non conosce “Jambo bwana”! Ok, sta a noi insegnarglielo e così, stretti come sardine (siamo in 4 su un tuktuk ma che risate…) sfrecciamo per le strade kenyote cantando a squarciagola! Dato che siamo a Timboni ne aprofittiamo per portare un paio di cosine alla famiglia che avevamo incontrato la prima volta. Ma dov’è Mamy? E’ all’ospedale a partorire… e siamo a quota 10! Auguri Mamy, ne avrai bisogno… Dopo i saluti strappalacrime ci congediamo da Ombretta… Non ci resta che dare l’ultimo saluto a Watamu: eccolo il ciabattaio dove mi sono comprata le infradito con le perline che mi piacciono tanto e… jambo Ciccio di “Zebra Shop”, qui ho fatto i migliori acquisti! Le caprette sono sempre lì che brucano l’erba, i mici affamati frugano tra l’immondizia; c’è la signora dove ho acquistato il braccialetto che mi saluta e poi… la Kivuli dove abbiamo conosciuto persone fantastiche. Isacco mi regala il suo braccialetto… Stefano Bambino non c’è, è partito per un altro game drive… peccato.. ma speriamo di rivederlo presto al nostro prossimo game drive… prima o poi… e allora: Hivi Karibuni Kenya!

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