Il nostro cuore è rimasto in Kenya

Settimana con base a Watamu e safari nel parco dello Tsavo
Scritto da: SnowCat
il nostro cuore è rimasto in kenya
Partenza il: 11/08/2010
Ritorno il: 19/08/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Meta decisamente turistica quest’anno il Kenya…. O forse è così già da un po’ di tempo? Negli ultimi tempi diversi conoscenti ci sono stati, e tutti sono tornati incantati. Noi ci capitiamo un po’ per caso…. Tanto per cambiare finiamo in agenzia viaggi con le idee molto poco chiare e ne usciamo con la prenotazione per un viaggio di circa una settimana in Kenya, base Watamu, sulla costa nord. L’aereo decolla alla 1.30, nella notte del 12 agosto, da Milano-Malpensa. Il volo, comprensivo di scalo a Zanzibar, dura circa 10 ore. Alle 11.30 siamo all’aeroporto di Mombasa, dove incontriamo il referente del tour operator Un Altro Sole e ci trasferiamo a Watamu, a circa due ore e 1/2 d’ autobus dall’aeroporto. La pioggia che ci accoglie è incessante, l’aria fredda. Sarà così anche per tutto il giorno successivo, tanto che non riusciremo nemmeno a farci un bagno nelle splendide acque dell’Oceano Indiano. Eppure in qualche modo il posto ci ha già catturati….. La sera incotriamo subito il nostro contatto sul posto, passato da un’amica che era stata in Kenya qualche mese prima, ma è facilissimo organizzarsi e cercare il proprio contatto tramite internet. Primo consiglio importante per chi si appresta ad un periodo di vacanza in Kenya: per un safari e/o altre gite durante il soggiorno è meglio rivolgersi ai locali, i famosi beach boys. Il risparmio è enorme e l’organizzazione ottima. Il nostro si chiama Antony, gentilissimo e molto professionale. Ci piace subito e prenotiamo con lui un safari di 2 giorni nello Tsavo e un’uscita in barca nei mille colori dell’Oceano. Il giorno successivo lo trascorriamo alla base. Siamo un po’ depressi per il tempo inclemente, ma ci avventuriamo comunque in spiaggia per un passeggiata. Ottima scelta! La tristezza se ne va in un lampo… Il panorama è senza eguali: una luga distesa di sabbia bianca a soffice come farina, con enormi rocce modellate dall’acqua e dal vento e granchi enormi. Non avevamo mai visto nulla di simile. E poi facciamo conoscenza con i ragazzi della spiaggia. Ci stavano aspettando: ognuno di loro si “incolla” letteralmente ad un gruppetto di turisti. Col senno di poi ci dispiace per chi si è sentito infastidito da queste persone e non ha voluto condividere con loro i momenti passati in questo paradiso terrestre. Per tutta la camminata, andata e ritorno, due di loro ci accompagnano, raccontandoci un sacco di cose sul loro paese e sulla loro vita. Ed è così che facciamo amicizia con Davide, che ci terrà compagnia per tutta la vacanza e farà preparare per noi dei bellissimi portachiavi in legno. Insieme a lui c’è Gennaro, che rivedremo solo l’ultimo giorno: purtroppo la malattia di un famigliare l’ha tenuto lontano dalla spiaggia. Questi ragazzi passano l’intera giornata sulla spiaggia, appollaiati sulle rocce ad attendere i turisti, ai quali tentano di vendere i loro souvenirs, chiedono in regalo abiti, cibo, sapone ecc… Ma il più delle volte regalono solo dell’ottima compagnia. Sono divertenti, incredibilmente gentili e soprattutto intraprendenti. Molti di loro abitano in villaggi lontani chilometri dalle zone turistiche, che raggiungono in genere a piedi, il più delle volte, ovviamente, correndo! Quando ci separiamo da loro, già a malincuore, siamo raggiunti da un messaggio di Antony: “Vi aspetto domani alle 6 fuori dal cancello. Si parte per il safari!”. Trascorriamo una serata rilassante a guardare le stelle dell’emisfero Australe (ci emoziona l’dea di vedere stelle che a casa “non ci sono”) e poi andiamo a dormire, già sognando la savana! Il mattino seguente appuntamento fuori dal cancello dell’albergo e partenza immediata per il parco nazionale dello Tsavo, con sosta per colazione con un buonissimo (ci credereste?) cappuccino all’italiana. Ad accompagnarci non sarà Antony ma un suo collega, che si presenta con uno strano soprannome: Quindici. Non siamo riusciti a capire il motivo di qiesto appellativo, ma alla fine della vacanza scopriremo che il suo vero nome è Killian. Il viaggio è piuttosto lungo, un paio d’ore circa, ma non privo di interesse. Il nostro pullmino ci porta nelle zone interne del Kenya, lungo strade di magnifica terra rossa. Chi si immagina un territorio arido verrà smentito: le abitazioni che incontriamo lungo la strada sono immerse nella vegetazione. Incotriamo moltissime donne a piedi che, con una maestria incredibile, bilanciano sulla testa taniche piene d’acqua. I bambini sono tantissimi, e tutti ci salutano calorosamente. Iniziamo ad avere un assaggio del vero Kenya, lontano dai villaggi turstici e anni luce dalla nostra abbondanza, o forse sarebbe meglio dire spreco. Finalmente arriviamo ad uno degli ingressi al parco e abbiamo una prima esaltante sorpresa: dietro la locale e affollata area di sosta avvistiamo un coccodrillo, disteso a poco più di un metro da noi. L’area è popolata inoltre da un’ampia famiglia di scimmiette, tutte in attesa del cibo elargito dai turisti. Sarà l’ultima volta che ciberemo gli animali: all’interno del parco è infatti vietato dar loro da mangiare e soprattutto infastidirli. Appena entrati avvistiamo subito degli elefanti enormi e un branco di bufali. Incrociamo gazzelle, struzzi, ancora elefanti (ce ne sono davvero tantissimi), e alla fine della mattinata, dopo un corsa folle (le guide si consultano via radio e si segnalano gli avvistamenti importanti) il primo leone, pigramente sdraiato all’obra di una pianta. Il paesaggio è entusiasmante, selvaggio, pieno di energia. Rimango colpita in particolare dalle coste del fiume Galana, dove abbiamo anche la fortuna di veder emergere dall’acqua alcuni ippopotami. Arriviamo al Voi Lodge, nostra sistemazione per la notte, dove rimaniamo un paio d’ore per il pranzo e per un breve relax a bordo piscina. Anche qui le sorprese non mancano: sotto il sole cocente i muri delle abitazioni si popolano di grossi lucertoloni. Ripartiamo attorno alle 15 e subito arriviamo in un’area riccamente popolata: di nuovo gazzelle e grossi branchi di elefanti, giraffe, zebre…. Incontriamo poi due leonesse vicinissime, e la sera, dirigendoci al lodge, il momento più toccante: un famiglia di elefanti, 7 memebri in tutto, 5 adulti e due cuccioli, sono sul ciglio della strada. Ci fermiamo, spegniamo i motori e rimaniamo in trepidante e silenziosissima attesa. Dopo averci studiato per un po’ la capo branco decide che è tutto ok e ci attraversano la strada, a pochissimi metri dal furgoncino!! Tratteniamo il respiro quando, proprio al centro della strada, l’elefantessa si volta verso di noi e fa uno sbuffo di avvertimento prima di inoltrarsi nuovamente nella savana. La sera ceniamo di fronte ad una pozza di abbeverata popolata di uccelli, nell’affascinante luce del crepuscolo. Più tardi rimaniamo immersi nel profondo buoi e nei suoni della notte della savana. Il mattino seguente ultimi avvistamenti e poi viaggio di ritorno a Watamu. Abbiamo il tempo per una capatina in spiaggia, dove finalmente ci immergiamo in mare. Alla rilassante nuotata segue un divertente e combattutissimo match calcistico, Kenya-Italia (disfatta degli italiani, che hanno però combattuto fino all’ultimo come dei veri leoni kenyoti!). Sulla spiaggia incontriamo nuovamente Davide, e insieme a lui l’esuberante Jackson, che in breve diventerà il nostro secondo fratello africano. Proprio con loro due e con una coppia di amici italiani facciamo l’esperienza più toccante del nostro soggiorno in Kenya: dopo una rigenerante mattinata in spiagga, durante la quale iniziano le peripezie per portare del cibo ai nostri nuovi amici e i primi accordi per gli scambi di abiti e quant’altro, Davide e Jackson decidono che dobbiamo assolutamente vedere “il vero Kenya”. E così nel pomeriggio li seguiamo in un orfanatrofio vicino al villaggio di Davide, purtroppo solo uno dei tanti…. Non è possibile descrivere il susseguirsi di emozioni provate quel pomeriggio. Vogliamo solo condividere un suggerimento per chi, come noi va per la prima volta in Kenya: non rinunciate ad un’esperienza del genere, e soprattutto non fatevi cogliere impreparati… Avete di sicuro un’infinità di cose che non sapete nemmeno più di possedere, e ciò che noi pensiamo sia ormai inutile in Kenya è a volte indispensabile. Il martedì abbiamo fatto un splendida escursione in barca. Il mare riesce ancora una volta a lasciarci a bocca aperta. Lo snorkeling non è impresa facile, perchè la corrente è un po’ troppo forte, soprattutto senza l’ausilio delle pinne, ma nel pomeriggio assistiamo ad uno spettacolo incantevole: la marea si ritira a accanto all’attracco della nostra imbarcazione una lingua di sabbia bianca a finissima emerge completamente dall’acqua, formando una paradisiaca spiaggia in mezzo all’Oceano. Il mercoledì è il nostro ultimo giorno…. Non ci sembra mai abbastanza il tempo per riempirci gli occhi di ogni minimo dettaglio di questo luogo e alutare i nostri amici. Alla fine non abbiamo più parole e rimaniamo sulla spiaggia in silenzio, sperando di rivederci in un futuro non troppo lontano. Il giorno dopo, alle 20.30 siamo di nuovo in Italia. Il viaggio è durato 8 ore, questa volta senza scalo. Siamo tristi e immensamente felici allo stesso tempo, e naturalmente pronti per un nuovo viaggio! PS dettaglio un po’ più tecnico: durante la nostra permanenza abbiamo soggiornato al Garoda Resort. Livello della struttura e del servizio ottimi. Se avete bisogno di ulteriori dritte siamo più che disponibili!


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