Karpathos, tra il mare e Olympos

L'isola del vento fra gente e tradizioni
Scritto da: qbert
karpathos, tra il mare e olympos
Partenza il: 27/07/2010
Ritorno il: 04/08/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
27/07/10 Mpx-Karpathos, Pigadia

Volo easy alle 10.30 con SkyLink direzione Grecia. Arriviamo a Karpathos alle 14 circa e contrattiamo subito un taxi senza successo (nessun servizio bus alternativo): 23euro per 20km. Direzione del nostro primo studios dal californiano nome Sun Beach a Pigadia.Ci accoglie quella che chiameremo Sofia. Signora di 80 anni e non sentiti o quasi. Mix di lingua italiana, inglese e greca e capiamo che la nostra prenotazione su booking.com vale nulla. Pazienza posto c’e’ e ci consegna le chiavi del nostro bilocale greco con cucina fronte mare. Tempo di un veloce smutandamento e siamo sulla sabbia misto ciotoli sulla spiaggia di Pigadia, poco distante dal capoluogo Karpathos. Mare stupendo e ricco di pesci, gente poca e vento moderato che non ci da fastidio. Riposati e rinfrancati dal mare cerchiamo un minimarket e ci informiamo per noleggiare uno scooter. I prezzi variano dai 15 a 23€ a seconda del modello. Nessun vecchio px125, quindi ci accontentiamo di un scooter moderno.

La sera usciamo a cena e dopo una passeggiata di 25min arriviamo in centro Karpathos. Leggendo alcuni forum prima della partenza ci rendiamo conto che i tempi cambiano velocemente e davanti a noi troviamo locali e negozi aperti, gelaterie, ouzerie e molta gente in giro. Questo ci fa piacere e tra le numerose taverne e abili camerieri pronti a farti sedere ai loro tavoli, scegliamo la taverna Poseidon, giusto sul porto. Voglia di moussaka e verdure, il conto e’ nella norma (30€). Dopo cena gelato e ritorno verso il letto con il solo sottofondo del mare.

28/07/10 Pigadia-Kira Panagia-Apela-Volada-Aperi

Sveglia colazione e pronti a scheggiare con lo scooter. Sappiamo gia’ che la strada e’ un continuo saliscendi, ma troveremo fortunatamente poco traffico.

Prima fermata Kira Panagia. Spiaggia di ciotoli, incantevole e poco affollata con taverne e minimarket. Noi abbiamo preferito non prendere ombrellone lettini (6€). Acqua cristallina e subito profonda. Ideale per snorkeling e nuotare in tranquillita’. A pranzo ci siamo fermati alla taverna di Sofia (e’ il suo vero nome) per due peperoni con feta e una frittata, birra (20€) e due ciacole con la padrona. E’ una ragazza giovanissima di Olimpo che ci sottolinea come lei preferisca la costa est a quella ovest di Karpathos.

Seconda fermata Apela. Le insenature e la vista dalla strada anticipano quello che e’ la spiaggia di Apela: piccola, pulita, bellissima. Piccoli scoglie escono dal mare e nuotarci attorno mettono in pace con la natura che ci vive. Tantissimi pesci di ogni forma e colore dell’acqua blu infinito. Una delle piu’ belle spiagge mai viste, almeno da noi.

Terza fermata Volada a Aperi.

Lasciamo Apella perche’ e’ oramai sera e deviamomversomla collina. Passiamo Volada fermandoci a vedere una partita di calcio con tanto di pubblico sugli spalti e sulla adiacente collina. Questo momento come altri in varie occasione ci fa dire che Karpathos e’ un’isola viva e non solo d’estate. L’idea che ci stiamo facendo e’ che in tanti vivono e lavorano qui tutto l’anno. Ben per loro.

Scendiamo da Volada e ci fermiamo Aperi per qualche foto al monastero e altre chiese e per una birra al bar della curva. Non si puo’ sbagliare: posizione centrale e personaggi locali seduti in cerchio. Merita una sosta per sentire l’animosita’ nei loro discorsi (che non comprendiamo minimamente).

Ci fermiamo a cena da Zoe per una meza di antipasti e una moussaka as usual. Dolce e metaxa per chiudere (25€). Dopo due passi defaticanti torniamo al Sun Beach con il nostro motorozzo.

29/07/10

Sveglia, passeggiata, colazione. E partenza per Amoopi.

Da Pigadia sono circa 8km di strada. Giusto sulla strada per una delle spiagge piu’ belle della Grecia intera, memori di una lettura fatta in precedenza su un forum di viaggi, osiamo deviare al cartello “Fokia beach 2km”.

Un paradiso minimamente attrezzato. Anche qui dedcidiamo di non usare i lettini, ma adattarci al ciotolame.

Il mare che sembra una piscina ed io Mark l’uomo di Atlantide. Da li a tre ore arriverranno si e no 4 persone, mantenedo un silenzio religioso quasi per rispetto della bellezza di questo incredibile scenario. Uniche cose necessarie per passare il tempo a Fokia: bottiglia d’acqua per dissetarsi, pinne e maschera per entrare nell’acquario. E’ un peccato lasciare questa pace per visitare la meta principale della giornata, ma il tempo non e’ infinito e dopo 4 km siamo ad Amoopi.

Vi sono due insenature con altrettante piscine d’acqua coloro blu che blu non si puo’. La spiaggia adesso e’ fata di sabbia che il vento forte rende a tratti fastidiosa, ma il pomeriggio passa in relax tra i numerosi turisti presenti.

Abbiamo mangiato nella seconda taverna sulla spiaggia, affascinati dal cartello con scritto circa “cuciniamo solo con l’olio che produciamo”. Abbocchiamo e non rimaniamo scontenti, dopo un calamari souvlaki, feta fritta, insalata di tonno, Mithos e acqua (22€).

Prima che faccia buio e di rientrare a Pigadia, decidiamo di fare una sosta a Menetes. Arroccata a 350m domina Karpathos e il porto. Alli’ngresso del paese ci accorgiamo che la Seconda Guerra Mondiale ha lasciato il segno, non solo dal monumeto del 5 ottobre 1944. Facciamo un giro alla chiesa della Dominazione della Madre di Dio e prima di addentrarci tra i vicoli stretti della parte alta, ci fermiamo a bere qualcosa al bar sulla strada. Sedie e tavoli di colore acceso sempre diverso e tanti signori anziani a questionare su chissa’ quale argometo. Ci notano subito e il saluto che passa e’ sempre “buonasera”. Stupiti, ma anche no, ricambiamo e subito intuiamo che la vogliandi raccontarsi e’ tanta. Poco dopo un ultra70 con bastone e cappellino “Mexico” vuole sapere se Berlusconi sta bene. Che dire… Evitiamo commenti, ma lupo di mare com’e’ si fa presto solidale con noi paragonando la situazione politica della Grecia. Una faza una raza.

Ci racconta che in tqnti paqrlano italiano perche’ nel ’43 in tanti passarono da Karpathos. Calabresi e siciliani su tutti che durante la guerra insegnarono a fare il pane o altro. Ci dice che avevano in maestro di itaiano alle elementari. Ci presenta altri signori, tutti parlano un poco la nostra lingua e uno di questi si rammarica che i giovani usano solo l’inglese. Globalizzazione, meglio cosi’ che rompere le reni alla Grecia. Ricordano poivche nel ’44 arrivarono i tedschi e che non fu piu’ la stessa cosa. Ci salutano con un invito: non dimenticare mai quest’isola. Obbediremo.

Il cusyode del museo o simile ci invita per la domenica mattina. Come di consueto si svolgera’ la Messa e a seguire un caffe’ e dolci tradizionali. E’ orgoglioso nel dirci che questa domenica tocca alla figlia occuparsi della festa e mancare sarebbe un peccato. Purtroppo partiremo il giorno dopo e ci invita a restare. Se solo avesse nominato la parola souvlaki, tutto il nostro piano di viaggio sarebbe saltato.

Ritorniamo a Pigadia per la cena e abbiamo voglia di pesce…finalmente. Ci fermiamo ancora lungo il porto, da Maxim. Ci permettiamo 2 pesci da mezzo kg ciascuno, birre, tzatzichi, verdure cotte e pane (35€).

Di corsa al nostro studios perche’ siamo cotti e rifacciamo lo zaino per domani: h.8.30 barcone per Diafani e il nord dell’isola.

30/0710 Pigadia-Diafani

Carichi come sherpa riconsegnamo lo scooter all’alba e ci incamminiamo verso il porto.

Facciamo colazione al porto proprio di fronte al barcone ormeggiato. Il bar e’ modesto, buona la cheese pie e molto gentile la signora tedesca che ci da alcune informazioni in inglese. Ottimo l’ice coffee, bevanda nazionale greca dopo l’ouzo e la metaxa.

Il tragitto e’ di circa un ora, tempo e mare permettendo. Sulla Kristos’s Boat (ormeggiata di fianco c’era una Sofia’s boat). Non scampiamo all’arrivo di connazionali, ma li lasceremo presto al loro giro organizzato.

Il propietario delLo studios che abbiamo prenotato e’ li ad aspettarci (Dorana sudios, 40€ con colazione).

Pit stop e via a scoprire qusto paese di poche anime con signore di una certa eta’ vestite con abiti tradizionali. Altra gente si adopera a sistemare le case bianche, giovani si tuffano dal porto. Facciamo un tuffo e siamo gia’ seduti per pranzo, steano a dirsi da Sofia. Yogurth, macarounes, birra, acqua e bicchieromi di ice cofee (18€). Sazi cerchiamo un anfratto dove dormire. Seguendo la strada per i mulini, saliamo e scendiamo teniamo la destra per capitare in una spiaggia di ciotoloni e sabbia. Soli come due libellule ( ce ne sono a dir il vero una marea), passiamo il nostro pomeriggio pensando a cosa fare ilmgiorno seguete. Olimpos (780m) a piedi o con il bus? Lo stato interessante checi caratterizza in questo viaggio propende per la seconda, comodita’ e velocita’.

E’ tempo di tornare e decidere per cena, non prima di una pausa sul nostro terrazzino. Curiosiamo guardando la gente del posto che passa sotto. Turisti qui non se ne fermano tantissimi, ci rendiamo conto che molti passano con i t.o. Meglio per noi, ci sentiamo lusingati di essere tra i pochi.

Merito una birra e scegliero’ il primo baretto sulla strada, aspettando che il sole tramonti…con wifi gratuita per aggiornare Mr. IPad.

La roulette della cena propende per la taverna Rahaty, fronte mare. Qui come a Karpathos le camerierie cercano un approccio diretto, ma essendoci 3 taverne o poco piu’ sono abbastanza moderati nel fare il loro inviti.

Da Rahaty ci mettono subito a nostro agio con un piatto di bruschette con olive ed origano. Consumiamo una zuppa di fava, una moussaka del giorno, un porzione di formaggio fritto (saganaki). Emuli del pesce palla impaurito, ergo gonfi, una grappa gentilmente offerta dall’oste ci aiuta a fare spazio. Incoraggiati proviamo una crepa alla “merenda” (simil-nutella greca). Obnubilati dal livello di gonvieta’ siamo pronti a chiedere il conto quando in lontananza vediamo avvicinarsi un piatto di anguria. La fine e’ vicina. Il conto davvero leggerissimo (23€).

Facciamo due chiacchere con la padrona, giovane donna che vive con la famiglia a Rodi durante l’inverno. Ci racconta un po’ di difficolta’ del vivere su un’isola ed in particolar modo in un paese come Diafani collegato solo d 2 traghetti al giorno (se va bene) e una strada sterrata di 30km. Non dubitiamo a crederle e capiamo le difficolta’, basta solo pensare che sull’isola non c’e’ un ospedale. Per i casi gravi si deve andare con l’aereo fino a Rodi.

Salutiamo e facciamo due passi fantasticando sugli abitanti di Diafani che rimangono durante l’inverno. In maggioranza anziani. Eroi.

Non ci resta che vivere la vera vita del Diafano o Diafanese: sedersi ad un bar a parlare con chiunque. Ne scegliamo uno po’ piu’ esterno degli altri e ordinaimo una tisana alle 139 erbe di Karpathos e una Metaxa con acqua fredda a parte. Ora si che siamo finiti e rotoliamo veloci verso il letto.

Domani Olympos.

31/07/10 Diafani-Olympos

Sveglia di buonora e pratichiamo walking per 40 min sulla strada sterrata che costeggia il mare. Incontrismo un pastore, un asino, una signora in abiti tradizioali che sembra essere la custode della chiasetta vicina.

Ci rendiamo conto che la strada non finisce mai e quando decidiamo di tornare ci imbattiamo nel pastore di prima. Rallentiamo di brutto. Da distante lo vediamo sgozzare una pecora e tempo di avvicinarci e’ gia’ in procinto di aprirla per il lungo.

Di primo mattino e’ una scena dura da affrontare, ma facciamo presto a ricordarci che qui il tempo si e’ davvero fermato e le tradizioni molto diverse… Non tanto diverse da quelle di 30 anni fa. Noi le abbiamo viste solo da bambini protetti da tutto e da tutti (io ricordo ancora la fine dei conigli di mia nonna). I nostri banali ed inutili moralismi lasciano il campo ad una sola considerazione: il corso della natura qui e’ anche questo.

Ritornati al Dorana, Minas ci accoglie per la colazione, dolce e salato e caffe’.

Pronti per la giornata andiamo alla ricerca dell’unico bus che porta ad Olympos.

Il bus c’e’, ma essendo gli ultimi del turismo dis-organizzato dobbiamo aspettare che tutti i turisti salgano sul bus. Attendiamo e riusciamo a salire (one way 3€), il ritorno lo faremo a piedi.

Dopo una sosta per le foto di rito arriviamo ad Olympos. Bella, colorata ed arroccata.

Dejavu’. I primi 100m del percorso obbligato sono l’esposizione di oggettistica per turisti. Integerrimi andiamo avanti scrutango angoli da ricordare e fotografare. Olympos e’ affascinante, non solo per i colori delle casa quadrate, ma anche per pezzi di architettura e costruzioni di varia natura come i mulini a vento che caratterizzano alcuni creste della montagna. Cime sempre coperte da nuvole basse che si muovono velocemente. Giriamo su e giu’ e ci riposiamo nella parte alta appollaiati sulle scale. Decidiamo il da farsi, dove fermarci a mangiare e acquistare il fantastico miele di cui abbiamo letto solo belle cose (5€ a vasetto da un produttore locale).

Pranziamo in una taverna con cucina a vista sulla strada e veranda che da sulla vallata. Panorama straordinario. Il pranzo e’ degno di nota per makarounes, polpette, fiori di zucca appena raccolti ripieni e friti e verdure cotte, birra e yogurth (12€).

E’ tempo di scendere e ci incamminiamo verso il sentiero che da Olympos porta al mare. Dopo alcuni sali scendi e direzioni sbagliate, ci ritroviamo sulla strada. Seguendo le indicazioni dei sentieri (sent.4 per Diafani) lasciamo l’asfalto per seguire un percorso di sassi stretto che costeggia un vecchio torrente in secca. Arriviamo fino allo sterrato di Diafani giusto in tempo per vedere una signora infornare il pane nel grande forno sulla strada (tempo di percorrenza 2h circa…tempo di cottura non disponibile).

Stanchi, ma tonici passiamo il resto del pomeriggio come i draghi di Kandy tra l’acqua e il sole.

Si e’ fatta sera e prendiamo un aperitivo alla taverna Corali. Nel frattemoo osserviamo ad un fatto storico per Diafani: il cambio delle pachine.

Chissa’ quante persone si sono sedute qui, quanti baci, quante discussioni, quante tempeste. Pensiamo di essere stati noi gli ultimi ad avere il privilegio di fotografarle.

Una ruspa in pochi minuti sradica le 5-6 vecchie panchine (1950), colorate di bianco e azzurro e poggia quelle nuove in legno e ferro battuto. Il momento e’ topico e lo capiamo da quanta gente assiste all’evento. Nel giro di 30 min anche noi proveremo le nuove pachine. Belle, ma meno cariche di fascino.

Rimaniamo per cena al Corali. Lo chef, signore simpatico e cordiale con due baffoni da tricheco, ci viene a presentare il menu’. Stasera stiamo leggeri: feta, pomodori e origano, zuppa di fave, totanetti fritti con patate. Ci viene offerto il dolce fatto di una torta con sciroppo di miele e la Metaxa (20€).

Siamo fortunati e ci gustiamo lo chef baffone e il suo compare (taxista di Rodi durante l’inverno) in una jam session mediterranea con chitarra e lira. Bravi.

E’ tardi, ma i forni di Diafani sembrano tutti accesi e a piu’ riprese vediamo passare signore che trasportano in testa tavole di legno con le pagnotte da informare. Brave anche loro.

01/08/10

Abbiamo avuto una notte tragica in fatto di sonno. Decidiamo di rimanere a Diafani a passare la domenica. Il pope suona le campane, arriva il barcone di turisti e i bus sono allineati per partire per Olympos. Film gia’ visto che ci fa sentire quasi di casa, conoscendo in breve tempo i ritmi di questo paese.

Randagi come i gatti di Diafani ci spostiamo da una spiaggia e l’altra cercando nuovi sentieri tra gli ulivi.

Ci rammarichiamo di dover partire tra qualche giorno. Si vive bene qui con poco.

Paghiamo il Dorana, che non ci lascia del tutto soddisfatti (pulizia, ricambio, colazione ecc). Avremmo fatto meglio ad arrivare senza prenotare e cercare tra le numerose soluzioni presenti a Diafani. Purtroppo questo era l’unico studios rent su internet e abbiamo preferito avere da subito un tetto sopra la testa.

A cena torniamo al Corali e non sbagliamo neanche questo giro. Qualita’ e tanta cortesia (15€).

Siamo cotti e andiamo a fare gli zaini. Si torna a Pigadia con la barca delle 8.

02/08/10 Diafani-Pigadia-Arkasa

Abbiamo Attraversiamo tutto il porto salutati cordialmenre da tutti quelli in giro di buonora e saliamo sul barcone del rientro.

Dopo circa 2 ore siamo a Picadia e prima di prendere il bus per Arkasa ci meritiamo una buona colazione a base di tortino alla feta, pane miele e caffe.

L’autobus che ci porta ad Arkasa fa solo una tappa a Menetes e dopo 20 min ci lascia a 1k dal Dilina studios per l’ultima notte sull’isola. Lo studios e’ nuovo e organizzato bene, un piccolo monolocale nuovo e confortevole. (50€).

Cerchiamo una spiaggia vicina, siamo giusto a meta’ strada tra Finiki e la Nikolaus beach. La costa ovest e’ abbastanza diversa da quella est. Scogli alti e spiagge piccole e nascoste.

Ci incamminiamo verso Finiki con l’idea di fermarci anche per cena.

Il paese e’ piccolo e con una concentrazione di taverne molto alta. La spiaggia e’ carina ed organizzata. Un bel posto dove passare un pomeriggio. Il tramonto tarda ad arrivare e decidismo di mangiare scorfano e polpo con patate nella taverna di Nico. La cena e’ gustosa, di qualita’ e un po’ cara (40€) rispetto allo standard degli ultimi giorni.

Oramai e’ tempo di pensare al ritorno e una volta tornati al Dilina facciamo il check out e ci informiamo sul taxi per il pomeriggio seguente. Kalispera.

03/08/10 Arkasa, Karpathos-Mpx

Facciamo una colazione veloce e andiamo a vedere la spiaggia di Nikolaus distante2 km.

Finalmente vedomil mare che piace a me, ondoso e cattvo. La spiaggia e’ di sbbia e piena di granchi anche di discrete dimensioni. Tempo di un paio di bagni ed e’ gia’ ora di tornare per prendere il taxi.

Il ragazzi che ci viene a prendere parla italiano perche’ vive nel bergamasco con la sua ragazza italiana. Dice letteralmente che in Italia fanno vacanza perche’ lavorano tanto e duramente da aprile ad ottobre. Ho come il sospetto che non si stia prorpio male su quest’isola e bravi loro che possono permettersi 4 mesi di ferie.

La stradanche scende verso l’aereoporto e’ panoramica e pur essendo una giornatina bigia (n.d.r. La prima) apre a colori spettacolari tra terra e mare.

Arrivederci Karpathos. Torneremo.

MU e MI

Dal mio iPad



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