La riscoperta dei paesi dell’Italia centrale

Un po’ mare, un po’ montagna... i paesi, le sagre e la storia dell'Italia centrale con figli al seguito
Scritto da: dragone.80
la riscoperta dei paesi dell’italia centrale
Partenza il: 30/07/2013
Ritorno il: 29/08/2013
Viaggiatori: 2 + 1 bambino di 3 anni
Spesa: 1000 €
La spesa complessiva si intende per adulto. La riscoperta dei paesi dell’Italia centrale con prole al seguito.

30 luglio

Finalmente si parte per le vacanze miste, un po’ mare un po’ montagna, un po’ avanscoperta tra i paesi, le sagre e la storia. Prima tappa: Formia, a casa di amici con spettacolare vista sul mare ed enorme terrazzo per prendere il sole. Poco distante c’è una casa di preghiera che è anche casa per ferie “Smaldone” che mi pare chiedano sui 120 € a notte in doppia, tutto compreso (colazione, pranzo, cena e discesa a mare con ombrelloni, lettino e bagnino) anche la calma e la quiete. Sempre sulla stessa via dello Smaldone, Via Appia verso Napoli, nell’arco di 500 metri si trovano la spiaggia libera, la chiesa, un ristorante cinese, un wine bar ed enoteca, un discount (In’s) e dei bar pasticceria. Quindi per i miei gusti stavamo messi bene!

Essendo partiti da Napoli molto presto, riusciamo in quasi 2 ore a raggiungere Formia, dopo l’autostrada, i limiti di velocità spesso non superano i 50 Km/h, in più si aggiungono le “tartarughe” che spontaneamente non superano i 35. Dura battaglia per i nervi.

Posate le valigie ci dirigiamo verso il mare con somma gioia del pupattolo di 3 anni. Mare e sabbia puliti. Non sono le Maldive ma non ci possiamo affatto lamentare.

Dopo bagno, pranzo e stravaccamento sul divano, ci dirigiamo verso il Centro Commerciale Itaca, per fare spesa, godere del fresco dell’aria condizionata, prendere un gelato e comprare vestitini in supersconto. Decidiamo di cenare nel Centro Commerciale presso l’Old Wild West, dove troviamo anche diversi pacchetti (es. panino, bibita e gelato 5 €) ed un ottimo Sheriff Waffel. Accanto c’è una graffette ria che non ci sfugge. Nanna.

31 luglio

La mattinata trascorre lenta al mare, decidiamo di prendere un aperitivo prima di tornare a casa: 2 Aperol soda, 2 succhi di frutta, 2 thè, e 2 Tassoni: 18€, ci dispiace solo il fatto che come stuzzichini prevedano poche patatine, tipo Fonzies, che i pargoli fanno fuori in pochi secondi.

Nel pomeriggio visita di Formia, paese di mare e terra di antichi romani. Vediamo esternamente la tomba di Cicerone, torre cilindrica di 24 metri, trovata chiusa, poi andiamo al Cisternone Romano (2€) aperto solo il pomeriggio, qualcosa di spettacolare,infine decidiamo di avventurarci sul Monte Redentore per vedere la croce di Gesù che si vede addirittura dal mare. La strada è impervia e sempre + stretta e senza guard rail, questo purtroppo la nostra ospite a gridare come una matta per lo spavento e siamo costretti a tornare indietro. Sigh! Mentre i nostri amici tornano a casa con i piccoli, compreso il mio, noi ci rechiamo al cinema Ariston di Gaeta per vedere Wolwerine.

1 agosto

Questa volta niente mare, obiettivo Abbazia di Montecassino, aperta tutta la giornata con chiusura nelle ore di pranzo. L’abbazia domina la pianura sottostante, ed è stata fondata da S. Benedetto nel ‘500, anche se poi è stata continuamente distrutta e ricostruita; la cripta è la sola parte del complesso risalente al 1500 e non distrutta dal bombardamento alleato. Panorama stupendo, visita di chiostro e Basilica è gratuito (si paga solo il museo, ma non siamo entrati), parcheggio a pagamento. Scendiamo da Montecassino e ci dirigiamo verso Cassino, per pranzare dall’Olandese volante, attratti dal nome, è un ristorante-pizzeria, pranzo buonissimo, prezzi un po’ sopra la media.

Ancora entusiasti della visita della mattina, decidiamo di andare a visitare un altro paesino, proposto da mio marito: Maranola. Tranquillo, fin troppo silenzioso. Le vecchiette sedute davanti alla porta di casa ci osservano ed i vecchietti che giocano a carte ci salutano e fanno commenti sull’assenza di giovani…la crisi…il lavoro. La passeggiata in fondo è piacevole ma senza pretese.

Al ritorno per cena ci sembra doveroso acquistare una bella tiella di Gaeta, un piatto tipico, ripieno di pesce. Noi ne scegliamo uno con ripieno di polipo ed uno di seppie (dai 18 ai 20 euro), restiamo un attimo basiti ma compriamo. Ci aspettavamo i prezzi delle nostre pizze, 4-5 euro l’una, ma ci rendiamo conto che è tutta un’altra cosa!

2 agosto

Dopo una mattina di mare ed un aperitivo in un bar sull’Appia (anche in questo caso carente di aperitivo), a causa di una puntura di vespa ci dirigiamo in comitiva verso il Pronto Soccorso di Formia e mentre io attendo mio marito, gli altri si riversano verso il centro di Formia in un famoso fast food.

In seguito ci dirigiamo verso Itri, paesino davvero molto carino e tranquillo, non sembra neanche così vicino a dei paesi marini. Davvero una passeggiata piacevole sia per la simpatia degli abitanti che per la semplicità del paese. Decidiamo di salire (per fortuna con auto) sul monte Civita (673 m) per vedere il Santuario di Santa Maria della Civita. La chiesa, a cui si accede attraverso un portale ed una torre, è preceduta da un portico quattrocentesco. È aperto tutta la giornata ed all’interno sono conservate numerose reliquie di Santi. Mi espongo col dire carino, ma non ha trovato il mio consenso, dopo una lunghissima salita, ricca anche di curve, trovare una semplice chiesetta, con intorno cose abbandonate o in disuso, mi ha un po’ deluso!

Invece, decisamente consiglio il paese, per la passeggiata rilassante e poi noi abbiamo beccato anche la festa del cinghiale che a suon di musica e “morsi” ha reso il paese ancor più piacevole.

3 agosto

Nel pomeriggio ci dirigiamo verso Gaeta, la difficoltà di trovare parcheggio è notevole. Questa è anche una settimana piena per Gaeta, essendoci le festività in onore di Maria S.S. di Porto Salvo, durante la quale viene portata più volte in processione, via mare, la statua della Madonna, e quasi tutte le sere è possibile assistere allo spettacolo dei fuochi di artificio sulle diverse spiagge della costa (spettacoli che noi ci godiamo comodamente dalla nostra terrazza).

Ci godiamo così l’aria di festa. Secondo me Gaeta è ideale in questi 10 giorni, con la banda, le bancarelle, concerti musicali, sagre e ovviamente anche Messe, Rosari e convegni.

Oggi abbiamo beccato la degustazione di pesce e spettacolo musicale al Molo Peschiera.

4 agosto

Visita di Terracina, ottima scelta. Il Duomo è stupendo: portico, colonne, mosaici, torre romanica. È assolutamente da vedere. Così come il tempio di Giove (4 €), anche se un po’ decadente, sul Monte Sant’Angelo. Ci perdiamo poi nelle viuzze e nei vicoli attirati da musica napoletana finchè non ci siamo resi conto di essere arrivati ad una festa privata, ma non troppo e siamo tornati indietro. Una cosa che ho ritenuto molto positiva è che il Comune di Terracina abbia organizzato, per il costo di 3 euro a percorso, una serie di itinerari che permettono di seguire una guida che presenta il paese sotto un punto di vista storico (antico o medievale o moderno) e religioso. Evitiamo di vedere il Museo Archeologico e passeggiamo lungo il porto, fermandoci ad un bar per dei panini.

Di ritorno a Formia ci fermiamo al Centro Commerciale Itaca.

5 agosto

La nostra vacanza continua alla scoperta delle bellezze della zona e quando mio marito propone la visita delle grotte di Pastena non ci tiriamo indietro, ma non immaginavamo 1 ora di auto, visto che i cartelli delle grotte si trovano già a Formia. Solo una volta nella mia vita ho visitato delle grotte (quelle di Castellana) e ne conservo ancora uno splendido ricordo. Le visite ovviamente sono guidate, i bimbi piccoli (sotto i 5 anni) non pagano, noi cacciamo 8 € a cranio. Stalattiti e stalagmiti ci circondano, suono dell’acqua è qualcosa di meraviglioso, si divertono anche i bimbi. D’obbligo le giacchette perché fa un po’ freschetto. Pranzo a sacco e nel pomeriggio… mare.

6 agosto

Mare la mattina e Gaeta di pomeriggio, abbiamo un obiettivo: Montagna Spaccata e Santuario S.S. Trinità.

Secondo la leggenda la montagna si spaccò nel momento della morte di Cristo. La chiesetta è piccola, ma l’atmosfera attorno è splendida: la grotta del Turco (1€), la cappella di S. Filippo Neri, la cappella del Crocifisso, eretta tra due spaccature della montagna e sotto c’è il mare, l’effetto visto dal mare è ancora più scenico. Per arrivare alla Cappella del Crocifisso, dove vi è un Crocifisso ligneo del 1400, si percorrono 33 scalini, mentre sono una sessantina (così è scritto ma a me è parso di più) quelli da scendere per arrivare alla spettacolare grotta del turco, chiamata così perché gli ottomani per secoli hanno devastato Gaeta e si appostavano presso questa grotta. A Gaeta abbiamo poi visitato il Tempio di S. Francesco, riaperto finalmente dopo 10 anni di ristrutturazione, anche qui si percorrono numerosi scalini, e la Cappella dell’Immacolata Concezione o cappella d’oro, per le rifiniture in oro zecchino. La sera stanchi, saranno stati i gradini o i bambini che ci hanno stremato, torniamo a casa stanchi, affamati ed assonnati.

7 agosto

Andiamo a mare, ma questa volta a Sperlonga, caratteristico paesino marino, con acqua molto limpida, anche se da ricordi d’infanzia la ricordavo ancora più chiara. Questa volta scegliamo un lido privato, anzichè la solita spiaggia pubblica, e qui abbiamo veramente l’imbarazzo della scelta, alcuni sono molto belli. Dopo aver pranzato (pranzo a sacco naturalmente poiché sapevamo della nomea di Sperlonga di essere cara) passeggiamo per i vicoli del paese, vediamo esternamente la Torre Truglia, e ci dirigiamo verso la villa di Tiberio (5€) bello ma da curare. Ovviamente si tratta di resti non che ci sia la villa realmente, ma dalla ricostruzione interna nel museo e dai ruderi rimasti ci si può fare un’idea ben chiare dell’imponenza di questa villa. All’interno del luogo vi è una grotta meravigliosa e romantica…

Sperlonga è il posto più conosciuto di questa costa e lo si riconosce anche dalla massiccia presenza di turisti, molti dei quali stranieri. Al mio cucciolo più di ogni cosa è piaciuto il porto dove si trovano diverse barche, yacht e gommoni e più di ogni cosa gli è piaciuto ascoltare storie di pirati che navigano con le navi scelte da lui. Che si deve fare per non farlo annoiare (ha 3 anni). Ci fermiamo in una gelateria e ritorniamo a Formia.

8 agosto

Oggi, su consiglio di mia madre, ci siamo diretti a Minturno. Molto carino come paese, purtroppo visto solo dall’auto alla ricerca di un parcheggio. Mare pulito, tanta confusione. Tutti vogliono riposarsi e nessuno mi accompagna a vedere le mura megalitiche, il Ponte Pensile, il Museo Archeologico e la Chiesa di S. Pietro Apostolo. Sarà per la prossima volta, io queste cose non le dimentico! La pioggia pomeridiana ci costringe alla ritirata a casa.

9 agosto

Oggi è il mio compleanno e resto a casa a preparare il tiramisù. Verso ora di pranzo andiamo in un ristorante di pesce di Formia, tutti insieme, poi con la mia famiglia soltanto andiamo a fare una passeggiata sul lungomare di Gaeta.

10 agosto

Anche oggi pioggia, quindi niente mare, ma nel pomeriggio inizia la notte bianca nel centro commerciale Itaca, dove hanno organizzato spettacoli con Teletubbies, artisti e comici famosi e non, i negozi chiudono a mezzanotte e soprattutto si termina in bellezza con la “sagra degli gnocchi e dell’anguria”. Anche mio figlio si è divertito tantissimo e questa è stata la mia gioia principale. Mi hanno detto che il centro commerciale ogni anno organizza la notte bianca.

11 agosto

Ultimo giorno qui e lo dedichiamo completamente al mare, per fortuna è una bella giornata, anche se il mare è un po’ sporco…

12 agosto

Lasciamo Formia super abbronzati e ci dirigiamo verso Castel di Sangro, in Abruzzo. Ci godremo la restante vacanza nella casetta a schiera dei miei genitori, dove ho trascorso tante indimenticabili vacanze. Neo: se una casa resta chiusa a lungo…i ragni la fanno da padrone!

Il tragitto Formia – C. di Sangro dura 3 ore, con le dovute tappe; abbiamo preferito non percorrere l’autostrada ma le stradine di paese e la S.S.

Dopo pranzo optiamo per una passeggiata in paese. Generalmente sono poche le cose che cambiano ma questa volta si nota più facilmente la presenza di negozi con la scritta vendesi o affittasi. Che peccato!

Il parco giochi pubblico (tutti i paesini qui intorno ne hanno uno) ci sembra una giusta tappa per iniziare la vacanza montana, e mentre lui si diverte tra scivoli, altalene e casettine di legno, noi ci godiamo l’aria fresca e pulita di montagna, osserviamo i campi da tennis e volley in pieno fermento ed ascoltiamo lo scorrere del fiume Zittola accanto al parco. C’è molta gente, eppure non ci sono la freneticità e lo stress della vita di città. Tutti rispettano i tempi degli altri e la natura intorno a noi. Un aperitivo al Bar Griffy, sempre stracolmo e soprattutto con wifi gratuito, e poi ci riversiamo alla sagra “cazzarielli e fagioli”, giunta alla 21°edizione (ed io sono andata a quasi tutte). I cazzarielli, tipici di queste parti, sono dei piccoli gnocchetti, molto buona si è rivelata essere anche la “pecora a ru cutter”, anche se il sapore è veramente molto forte.

13 agosto

Ogiettivo: Agnone, “città d’arte” …. ma prima facciamo una tappa a Pescopennataro, “il paese degli abeti e delle pietre”. Qui vediamo un cartello ed iniziamo la ricerca del poco valorizzato/quasi abbandonato Eremo di San Luca. Molto più importante risulta essere la camminata, ottima per gli sportivi, per arrivare sul monte dove si trova anche il sentiero degli stupori ed il prato gentile, lo chiamerei del riposo visto che tutti salivano a piedi per fare trekking e dopo si accasciavano sul prato, dove si può anche giocare a calcio, fare un barbecue o dormire … Comunque arrivati in cima, di fronte a questo giardino ci fermiamo al punto ristoro per un caffè e noto, dai poster, che sono passati di qui diversi sportivi, tra cui Messner.

Arrivati ad Agnone, un paese assolutamente da visitare, notiamo l’interessante architettura civile (che fortuna avere un architetto in famiglia): strade, vicoli, chiavi di volta particolari, sculture murarie, ma soprattutto mi hanno colpito le botteghe che sembravano riportarmi indietro nel tempo, inizio ‘900. Ci fermiamo in Piazza XX Settembre, dove c’è uno stand informatico con dei giovani che ci spiegano che oggi c’è la “notte arancione” (come quella bianca), con stand, aree circensi, aria di festa, bancarelle, tutto in arancione, peccato però che inizi dopo le 22!

Ci suggeriscono di andare prima verso Viale Marconi, dove in un vicolo c’è la Pontificia Fonderia Marinelli, e poi tornare indietro e percorrere il Corso Vittorio Emanuele che ci porta alla zona vecchia. E dire che Agnone la conoscevo solo per il pane e le passite che arrivano fino a Castel di Sangro!

Alla Fonderia, considerata la più antica del mondo, è possibile entrare in soli 2 orari: 12 e 16 (5€ pp). Qui creano le campane pontificie ed ovviamente anche le campane papali ogni volta che viene nominato il nuovo Vescovo di Roma. Dopo la visita, passeggiamo piacevolmente lungo il corso V. Emanuele, come suggeritoci, ed incontriamo, man mano, la Chiesa di S. Emidio, con uno splendido portale del XIV sec., la Chiesa della SS Annunziata, il Teatro Comunale Italo – Argentino. Arrivati in P.za del Plebiscito, dove c’è una splendida fontana, del ragazzi ci spiegano che in questa piazza confluiscono 7 strade dei 7 rioni del centro storico. Stradine e vicoli vari, poi conducono al Convento di S. Francesco o alla Chiesa di S. Antonio o alla Matrice di S. Marco.

Ovviamente ci facciamo pure trasportare dalla gola ed acquistiamo passite, pane, salame ed all’Antica Premiata ditta Carosella del 1839 (così c’è scritto sull’insegna) anche pasticcini e confetti ricci tradizionali, mentre in un altro negozietto acquistiamo delle ostie tipiche ripiene con miele, noci e cioccolata. In zona i ramai del luogo vendono anche il ferro tipico per la preparazione delle ostie, così come vendono campanelle di tutte le forme e grandezze.

Poco distante da Agnone, ci fermiamo alla Riserva Cascate del Verde, entrata 1,5€, ma desistiamo nell’andare poiché vi sono ben 200 scalini per raggiungere la cascata, noi siamo già stanchi ed il nostro piccolo si è pure addormentato (quindi significa che l’avremmo dovuto portare in braccio!).

Intorno a noi tanto verde, mucche, pecore, siamo in pieno Parco Nazionale d’Abruzzo, Molise e Lazio ed è qualcosa di meraviglioso, sempre uno spettacolo continuo che ci viene offerto dalla natura; dal nostro balconcino di casa, per esempio, possiamo vedere gli Appennini ed a 5 Km da Castel di Sangro c’è il Parco Faunistico d’Abruzzo (15€/5 € i bambini). L’attrazione del Parco viene sfruttata molto, si per incentivare i cittadini a mangiare sano che a rispettare la natura, si organizzano così nei vari paesi limitrofi, escursioni, da soli o con guide, ed anche a cavallo, a volte gratuite altre volte a pagamento. Noi per esempio ci siamo ritrovati ad un concorso di bellezza di mucche pezzate e rosse, abbiamo assistito alla mungitura ed a come si fa il formaggio, tutto gratuitamente.

Comunque, tornati a C. di Sangro, ci fermiamo in P.za del Plebiscito, davanti la Chiesa di S. Giovanni Battista, dove avevano allestito una serie di gonfiabili per far divertire i bambini, c’erano inoltre clown ed animatori. Mio figlio si è divertito come un matto, così come tanti altri bambini.

Un po’ stanchi ma affamati ci avviamo verso Villetta Barrea per la sagra degli orapi (spinaci selvatici) ma la fila chilometrica ci fa desistere e così torniamo indietro, fermandoci a Roccaraso per il concerto di Renga, ed anche se arriviamo notevolmente in ritardo, siamo comunque in anticipo poiché Renga invece di presentarsi alle 21.30 è arrivato alle 23. Menomale per noi, peccato per gli altri che erano molto nervosi. Personalmente Roccaraso in estate non la preferisco, mentre la trovo splendida quando è innevato, con diversi campi sciistici attivi, alcuni raggiungibili con la funivia, altri più piccoli sono perfetti per i bambini con lo slittino. Inoltre in inverno è splendido fermarsi al bar per dei pasticcini ed una cioccolata calda.

In estate, invece, il classico “struscio” sul corso principale permette di notare i numerosi hotel, bar, qualche ristorante o paninoteca, il cinema, un parco giochi per arrivare infine al mio negozio locale preferito: La casa di Alice, dove si trovano lavori in legno di tutti i tipi.

14 agosto

Ci riposiamo a Castel di Sangro con una passeggiata lungo il fiume Sangro, dove bagniamo i piedi nell’acqua gelata (altri si bagnano totalmente, brrr). Poco distante ci sono la piscina e l’acqua scivolo (10 € intera giornata/7€ dopo le 14), il minicross, il bowling e tanto verde. Dopo aver pranzato a casa, continuiamo la passeggiata in paese, ci sono diverse cose da vedere e fare come la Chiesa delle anime del Purgatorio, finalmente riaperta dopo anni di restauro, la Cattedrale dell’Assunta (la Matrice del XVII sec.), che a me piace tantissimo, e S. Giovanni Battista. Ci sono anche altre cose, ma noi non siamo andati, come il Museo Aufidenate, la Pinacoteca Patini, in onore di un famoso pittore della zona, il Museo della pesca a mosca, i ruderi del castello, il centro polisportivo Federale FIT, il Kart Kross, il quad…..

Ceniamo alla Bruschetteria da Fred, che prepara ottimi bruschettoni o sfizi vari tra i 2 e 5 euro, consigliato, e poi ci divertiamo al bowling (5 € pp) ed è la prima volta per mio figlio, che sfizio!

15 agosto

Roccacinquemiglia

Iniziamo la giornata in maniera splendida: partecipiamo ad una pesca di beneficenza e vinciamo un caciocavallo intero, che goduria per mio marito! Passeggiamo per il paese, che non è molto grande, e visitiamo prima la chiesa di San Rocco (in questi giorni ci sono processioni e festeggiamenti in onore di S. Rocco), ci arrampichiamo sulla rocca per vedere il paese dall’alto, mangiamo in un agriturismo di cui non ricordo il nome. Ritornati nella piazza principale assistiamo ad uno spettacolo di maghi ed acrobati, in più regalano popcorn e zucchero filato e questo fa contenti tutti. Nel tardo pomeriggio ci ritiriamo e rintaniamo in casa, causa troppo fresco. A Roccacinquemiglia allestiscono anche la sagra della “Trscatura”. Una delle sagre con i prezzi più contenuti della zona.

16 agosto

Oggi ci siamo innamorati di Cerro al Volturno, dove c’è il Castello Pandone, a cui molti anni fa hanno dedicato un francobollo da 200 lire (che sono sicura conosciamo tutti). Il castello, del X sec., è privato, ma la proprietaria, discendente dei Lombardi che acquistarono il castello nell’800, ci apre lo stesso perché dice che le dispiace sapere che le persone facciano tutta la salita e le scale per andare via amareggiati senza vedere il castello, che tra l’altro si trova su una massa rocciosa, provate ad affacciarvi senza un minimo di vertigini! Le torri sono diverse tra loro, ovviamente non siamo entrati in casa della signora, ma almeno abbiamo avuto la possibilità di salire fin su le torri ed osservare il panorama. Notiamo che come campanello hanno una campana della Fonderia Pontificia Marinelli (quelli di Agnone) con lo stemma dei Lombardi.

Oltre al castello, a circa 2 km di distanza, siamo andati a visitare l’Abbazia Nuova di S. Vincenzo al Volturno (gratis) , la cui visione in lontananza è rovinata da un traliccio dell’alta tensione (che calcoli sbagliati fanno gli uomini a volte!) Attorno all’abbazia è possibile ammirare l’area archeologica dell’Abbazia Vecchia di San Vincenzo al Volturno (sempre gratis) e mio marito si è entusiasmato tra quelle rovine saltando dalla cripta al refettorio ai forni, cercando di farci immaginare e capire come poteva essere un tempo, e cercando anche di farci appassionare alle piccole decorazioni pittoriche recuperate.

Eravamo venuti solo per il castello, ma ci rendiamo conto che la zona offre molto: ci fermiamo a Santa Maria delle Grotte a Rocchetta al Volturno, meta di pellegrinaggio dal 21 al 23 agosto, che purtroppo troviamo chiusa; le sorgenti del Volturno, dove facciamo un po’ di scorta acqua ed anche un bel picnic sul prato; il lago di Castel San Vincenzo, che ha davvero uno splendido paesaggio, le rovine di Rocchetta alta, c’è anche un castello, ma visto che eravamo stanchi, che tutto era in salita e che non si poteva accedere con l’auto, abbiamo desistito. Tutte le persone incontrate sono rispettose dei luoghi e della natura, inoltre sembrano tutti disponibili a parlare, ansiosi di salutare e poter dare indicazioni, sembra essere tornati indietro nel tempo, con le vecchine sotto l’arco della porta che salutano e sorridono, raccontano storie passate. Ci fermiamo dove ci sono tante caprette in un cortile e mio marito va al vicino supermercato per comprare delle carote, per far vivere a nostro figlio l’esperienza di far mangiare le caprettine. Si è divertito come un matto, ed anche noi vedendo la sua gioia. Ad un certo punto ci è venuta incontro la padrona delle capre, ma non si è lamentata affatto, anzi; di poi le abbiamo chiesto se avesse delle uova fresche, vedendo le galline scorazzare liberamente e ce ne ha vendute 5, fatte al momento, diciamo così!

In tutta la zona ci sono ciclisti che si sfiancano, lungo i diversi sentire e noto in vari punti delle cartine esposte in occasione del 150° anniversario d’Italia, che tracciano un sentiero definito ciclovia del Volturno, che parte dal Lazio ed arriva sulle sorgenti di Rocchetta.

Nella zona nuova di Cerro al Volturno ci fermiamo per un buonissimo caffè e dell’ottima pasticceria presso il caffè de Paris, almeno per riprendere un po’ le forze visto che abbiamo girato tra 3 paesi, tutti vicini, senza sosta, eccetto che per il picnic rilassante.

La sera nonostante la stanchezza siamo andati a Scontrone per la sagra della salsiccia, dove non c’era neanche una gran folla per cui tutto è stato molto più rilassante, e ristretto; non è mancato il karaoke a cui ha partecipato anche mio marito.

17 agosto

Abbiamo deciso di non allontanarci troppo da Castel di Sangro, per cui siamo andati a visitare

1) Rionero Sannitico “il paese del tartufo, della patata e della lenticchia”, sul cui cartellone di benvenuto c’era anche scritto “in questo paese non abbiamo bambini in più, per favore andate piano”, splendido! Purtroppo non c’è molto in questo paese, dal momento che le guerre ed i terremoti hanno fatto in modo che molto andasse perduto, per cui anche per il castello non restano altro che ruderi, solo una chiesa, San Bartolomeo Apostolo, è rimasta a testimoniare un passato storico di questo paese. Comunque lo consiglio soprattutto quando c’è la sagra della “patana nostrana”, cucinano dei piatti buonissimi, inoltre fanno anche una gara di cucina dove ovviamente l’ingrediente principale deve essere la patata.

2) Scontrone, definita museo a cielo aperto, è un piccolo paese arroccato su uno sperone roccioso del Monte Tre Confini a più di mille metri di altitudine. Mi è piaciuto moltissimo, ci sono murales, sculture, statue, in più gli abitanti si attivano pienamente per il bene del loro paese, promuovendo gare podistiche, creazioni ex novo di musei, come la casa di Iadeva, escursioni gratuite, come quella ai ruderi del Monastero di Celestino V, che in queste zone visse prima di diventare Papa. La casa di Iadeva, che noi abbiamo visitato, prende il nome dalla donna che donò la casa al paese e l’Associazione Escursionisti si è attivata al fine di far rivivere la realtà di un tempo e mi è piaciuto un sacco il fatto che tutti si siano attivati donando cose di un proprio passato, le stanze sono divise in settori, per cui c’è la cucina, la zona agricola, la zona notte, quella degli attrezzi da lavoro ed è stato bello vedere mio marito esclamare cose come “questo lo usava anche mia nonna”, queste sono cose che ti riportano indietro nei ricordi cosa quasi impossibile per chi vive freneticamente in città e marcia verso il futuro non avendo tempo di fermarsi. L’entrata è gratuita ma volendo si può fare un’offerta. Ci hanno detto che nel paese vi erano anche altri musei, come quello paleontologico o della radio, ma abbiamo preferito soprassedere.

3) Pescocostanzo, il paese dei fiori, nonché uno dei borghi più belli d’Italia. Adoro Pesco, mi piace tantissimo la Basilica di Santa Maria del colle, una splendida ed antica Collegiata col soffitto a cassettoni di legno scolpito ed un portale rinascimentale, l’altare è seicentesco mentre la Madonna (del colle) è del XIII, e come sempre a noi l’arte medievale sembra attirarci come la gazza con l’oro. Passeggiare per Pescocostanzo è rilassante, il tempo sembra fermarsi, c’è sempre gioia ma sembra che nessuno dia confidenza all’altro. Tanti localini commerciali mi attirano, ma soprattutto degni di nota sono i prodotti lavorati al tombolo e ed i gioielli in filigrana, costano un po’ ma sono splendidi. Uno sfizio ogni tanto va tolto…. Splendide anche le lavorazioni in ferro battuto della Bottega d’arte Nicodemo Donatelli sul Corso Roma.

Passeggiando per il borgo si arriva in Piazza Municipio dove si trova il Palazzo Comunale con la torre dell’orologio, un’antica fontana ed il museo di Cosimo Fanzago; inoltre è piacevole osservare balconi-scale-archi fioriti, ed anche invidiarli, non è un caso che venga definito il paese dei fiori. Tornati indietro ci fermiamo al bar paninoteca HausBrandt, proprio accanto a Santa Maria del colle, ha un piano superiore in legno, è piccolo è raccolto, buoni panini, ovviamente stiamo sempre parlando di un bar, ottimo caffè, prezzi contenuti.

Anche qui in estate organizzano eventi vari (come in tutti i paesi limitrofi), arrivano comici di famosi programmi televisivi, e quest’anno hanno anche organizzato il primo festival degli artisti di strada. Fuori dal paese si raggiunge il bosco di Sant’Antonio con l’Eremo di San Michele, una delle cose di cui mi son pentita di non aver visto, ma prima o poi ci ritorneremo.

4) Pietransieri, ultimo paese visitato oggi, frazione di Roccaraso, e dire che non volevamo stancarci, ma non potevamo proprio mancare alla 14° sagra della scoppa, dove si canta si balla e si mangia a volontà. Noi abbiamo preso, per 9 € a pp, una buonissima polenta alla contadina (la fanno sia bianca che rossa) ed una ipercalorica scoppa e puntill, ossia pane raffermo cotto con forno a legna tagliato a fette intinto nell’uovo e pecorino, soffritto nel grasso di maiale. Leggero, no? Per questo abbiamo preferito evitare di mangiare i dolci.

Dopo aver anche lungamente ballato per digerire siamo tornati a casa.

18 agosto

Castel Petroso (Is) , non proprio dietro l’angolo, ma ci è sembrato doveroso andare a fare una visitina allo splendido Santuario in stile gotico francese, con numerose guglie (a chi piace il genere come me resta a bocca aperta). Anche qui le campane sono state realizzate dalla Fonderia Marinelli di Agnone. Tante cose ci sarebbero da dire su questo santuario ma vorrei soffermarmi almeno sulla splendida cupola ricca di mosaici che rappresentano i Santi più venerati del Molise.

Poco distante c’è un’area pic-nic con un affascinante panorama naturale. Restiamo tutto il giorno anche perché è divertente giocare con il nostro piccolo di tre anni a pallone sul prato.

La giornata dovrebbe concludersi a Rivisondoli per il concerto gratuito di Mario Biondi, ma vista la forte affluenza costringono le macchine a parcheggiare in basso all’Altopiano e fare una scarpinata esagerata per arrivare al concerto , desistiamo e torinamo a Castel di Sangro, cena al pub Morrison, stile Irish pub, prezzi molto contenuti, panini enormi, buonissima piadina e soprattutto eccezionale tiramisù. Negatività: lentissimo servizio!

19 agosto

La giornata più stancante di tutta la vacanza. Siamo andati prima ad Isernia, poi credendo fosse vicino ci siamo diretti verso Settefrati (visto che il 22 agosto di ogni anno ci sono i pellegrinaggi dal Santuario della Madonna del Canneto di Settefrati alla Madonna della Grotta di Cerro al Volturno, ci siamo detti sarà poco distante, e quando abbiamo deciso di accendere il navigatore era già tardi, ormai eravamo di strada…)

Isernia, seconda provincia del Molise, è una città e quindi si è presentata già diversamente rispetto ai paesini a cui ci siamo abituati. Ha una zona vecchia ed una nuova abbastanza grande, con vari e sparsi centri commerciali ed un grande ospedale. Appena arrivati in Piazza Andrea D’Isernia siamo colpiti dalla possenza della Cattedrale di S. Pietro e dalle grandi colonne, accanto, sotto al campanile, c’è un arco dove si accede per continuare la zona vecchia. Abbiamo visitato gratuitamente anche l’area archeologica situata sotto la Cattedrale ed una guida ci ha spiegato quanto e cosa è stato rinvenuto dagli scavi, partendo dai due basamenti, fiore all’occhiello, essendo uno del III secolo a.C. e l’altro del I a.C. Continuiamo il nostro percorso lungo Corso Marcelli, ci perdiamo tra i vicoletti della città, ricchi di porte con battenti particolari, ristoranti con cucina locale, mura che in certi tratti ci riportano ad un’antica storia, finchè ritorniamo a Piazza A. D’Isernia, dove ci fermiamo a prendere gelati ed aperitivi. Devo ammettere che fa un certo effetto gustare il tutto guardando la maestosa cattedrale di San Pietro.

Abbiamo deciso di continuare la passeggiata alla ricerca della Fontana fraterna, fatta costruire da Papa Celestino V, ma alla fine non trovandola e non chiedendo neanche a nessuno, come degli sciocchi, ci siamo arresi e siamo andati via.

Preso dalla voglia di guidare, mio marito propone di andare a visitare il santuario di Settefrati, perché gliene avevano parlato. Praticamente la nostra, risulta essere una trasferta! Tra curve e tornanti, risaliamo a più di 1000 metri di quota nella valle del Canneto, sempre in pieno parco Nazionale ma non d’Abruzzo…del Lazio. Raggiungiamo, stanchi, il Santuario di Santa Maria del Canneto, dove vi è una Madonna bruna con il Bambino in braccio e scopriamo essere meta di pellegrinaggio, soprattutto tra il 18 ed il 22 agosto, quando si celebra la “Sagra delle 4 Regioni”, tra l’altro da qui partono per recarsi poi in pellegrinaggio alla Madonna delle Grotte di Rocchetta al Volturno che noi avevamo trovato chiusa. Così ci proponiamo di recarci il 22 a Rocchetta per poter vedere il Santuario aperto. Santa Maria del Canneto, vuoi anche per la stanchezza, non attira la nostra attenzione eccetto che per la natura che ci circonda e ci fa sentire piccoli. Qui è possibile incontrare diverse specie di animali, molta flora e pochissime persone, ci sono tavoli picnic ma nessun bar e noi restiamo così senza mangiare. Ci sono dei ristoranti con menu turistico da 20 euro, ma siamo troppo stanchi e scomposti per entrare in un ristorante. Entriamo nella chiesa dove c’è la statua di legno di tiglio della Madonna (bruna), rivestita da un manto di seta ricamato in oro e incoronata con una corona d’oro, con Bambino in braccio.

Stanchi ed affamati arriviamo nel tardo pomeriggio a Castel di Sangro, ci catapultiamo nel ristorante tedesco Dunkel Blonde, dove gustiamo dei magnifici spätzle con salsiccia e crema di funghi (8€), uno stinco di maiale con patate al forno (15€) ed una mitica Wiener Schnitzel, anche il tortino al cioccolato era paradisiaco (4€), tutto accompagnato da una buonissima birra. Sazi e stanchi ci ritiriamo.

20 agosto

Oggi ci siamo diretti verso Barrea, che si affaccia sull’omonimo lago. Il paesino, che può essere considerato uno delle punte di diamante del Parco Nazionale, ha un borgo medievale carinissimo dove si passeggia piacevolmente. Per un euro è possibile visitare il Castello monumentale (XI-XV sec.) e l’Antiquarium della civiltà Safina e se si è stanchi, con lo stesso biglietto si può prendere il bus navetta nel centro storico, che ferma proprio all’entrata del paese. Accanto al castello, c’è un negozio di artigianato artistico molto carino, prezzi vari. Di strada ci fermiamo presso la Parrocchia di San Tommaso Apostolo ed all’uscita, degli anziani, vedendoci intenti a scattare foto, ci hanno condotto in un vicoletto dove c’era una nidiata di piccole rondini, che di tanto in tanto spalancava i becchi all’arrivo di uno o l’altro genitore. Che emozione e che belle foto!

A 15 minuti di auto c’è il lago con ampio spazio per auto, picnic , ci sono delle giostre ed anche una serie di cartelloni che suggeriscono dei movimenti per fare un po’ di sport. Ci siamo goduti pienamente il picnic, il sole, i giochi sul prato, una perfetta giornata di relax, impossibile bagnare i piedi nel lago perché la riva era assai melmosa e fangosa, quindi non suggerirei a nessuno un bagno, ma una sana lettura immersi nella natura, sicuramente sì. Di tanto in tanto passano dei cavalli poiché poco distante c’è un maneggio, se ho capito bene. Per chi non ha con sé il pranzo a sacco, come noi, c’è il locale la Trattoria del Lago, con ottimi prezzi e cibi.

Accanto a Barrea c’è il paese di Villetta Barrea, dove ci siamo fermati solo per una cioccolata ed un caffè presso il Caffè del Corso, che ha un’ambientazione molto carina e poi è bastata già la sola presenza del camino a richiamarmi, anche se ovviamente, essendo agosto, era spento (ma fa comunque effetto romantico). Questo paese, comunque, non ci è piaciuto quanto quello di Barrea, ma ovviamente l’opinione è personalissima.

21 agosto

Relax più totale per Castel di Sangro, alle giostre con il nostro bimbo, gelatino al caffè Porta Pia, sul Corso Vittorio Emanuele con vista sulla magnifica chiesa di San Giovanni Battista ed intanto ci osserviamo le prove di danza della scuola che si dovrà esibire per il saggio serale.

Facciamo la spesa di carne e formaggi da Orsini, costano un po’ di più ma sono locali e speciali; mentre acquistiamo al Discount Eurospin altri prodotti commerciali. Ci facciamo un giretto tra i vari negozi di calzature, per comprare, come facciamo sempre, le scarpe in saldo per i mesi invernali; qualche giro nei negozi per la casa, come Smile, e ritiro con la promessa al piccolo di scendere la sera per andare di nuovo a giocare a Bowling.

22 agosto

Ci siamo svegliati presto, avevamo l’obiettivo di andare a Rocchetta a Volturno per la festa patronale della Madonna delle Grotte, uno dei pochi giorni in cui è aperto il Santuario senza dover fare la prenotazione.

Quando arriviamo c’è la banda del paese che sta già suonando e mio figlio inizia subito a ballare; la chiesa è piccola ed anche gremita di persone, molte delle quali sembrano non essere del luogo, me ne accorgo dalle domande che rivolgo loro, ottenendo come risposta, “non sono di qua, sono di un paese qui vicino” “mi spiace non so dirle cosa sono queste cose o di chi è il reliquiario che andremo a baciare”. Intorno alla chiesa vi sono grotte naturali e tanta flora, è nascosta da un monte e vi si accede attraverso una discesa collinare e ripidi gradini, la chiesa è piccolina ma antica, si trova in posizione isolata, un po’ lontana dal paese. La Madonna all’interno, in legno, è particolare, dal momento che è in posizione rigida ed al centro, ritto in piedi, vi è il bambino (che non viene mantenuto dalla Madonna), come se fosse stato posizionato in un secondo momento. La chiesa è romanica, gli affreschi dentro non lo so, ma sono sicuramente antichi, almeno quelli che restano. C’è una tomba, forse di un vescovo, dove si possono scorgere delle ossa, attraverso delle insenature e con l’aiuto della torcia. Dopo la Messa c’è la processione fino alla chiesa parrocchiale dell’Assunzione di Maria Vergine. La cosa particolare, e devo essere onesta non mi è piaciuta, è vedere che si fa un’asta per chi porterà la Madonna e chi il Bambino, che quindi vengono staccati e portati da chi porterà l’asta. Mah! Comunque arrivati in Piazza San Domenico, dove si trova la chiesa parrocchiale ci siamo fermati a mangiare un gelato alla Fabbrica del Gelato, buonissimo e poi il proprietario, oltre ad essere simpatico, somiglia anche a Russel Crowe, ora che è più ingrassato.

La sera facevano anche la festa con fritto di pesce, ma abbiamo preferito andare via poiché erano ancora le 13, e non sapevamo cosa avremmo fatto fino a sera.

Così dopo aver pranzato a casa e riposato, grazie ad una pioggia torrenziale che non ci ha permesso di uscire, ci siamo recati ad Alfedena, dove avevano organizzato la fattoria didattica e mio figlio si è divertito tantissimo a dar da mangiare ad asini, conigli e galline, ad accarezzare cavalli e vitellini ed a giocare con le insegnanti facendo finta di essere, assieme ad altri bambini, uno degli animali che vivono nel Parco Nazionale. Che meraviglia!

Insegnavano anche a fare gli aquiloni, ma a mio figlio gli animali interessavano molto di più.

Abbiamo poi acquistato dei tranci di pizza e dei dolci tipici, ci siamo recati verso Pescocostanzo per l’esibizione di Pino e gli anticorpi (di Colorado), avviandoci prima per poterci comodamente sedere, ed abbiamo fatto proprio bene, visto che dopo un’ora, la piazza, le scalinate della chiesa ed il vialone erano stracolmi.

23 agosto

Nel pomeriggio siamo andati a Scontrone perché gli abitanti avevano organizzato dei giochi antichi e quindi abbiamo voluto vivere anche quest’esperienza, come quello della corsa col cerchio usando un’asticella di metallo, del tiro alla fune… C’erano anche delle bancarelle che vendevano prodotti alimentari locali (miele, marmellate, biscotti, liquori) ed una serie di cartelloni che spiegavano i vari giochi antichi. Per la gioia di mio figlio c’erano anche due personaggi che non invecchiano mai: Topolino e Minnie.

Verso sera siamo andati a Rionero, di cui ho già scritto, per la festa della patana nostrana, come festa è alquanto lenta e “morta”, ma il cibo è buonissimo: zuppa di farro, gnocchi di patate, salsiccia, crocchette di patate….mmm.

24 agosto

Anche oggi abbiamo fatto gli allevatori. Accanto al palasport a Castel di Sangro, hanno portato diverse mucche brune e rosse e due vitellini, e mio figlio non si è tirato indietro dal farle mangiare ed accarezzarle. Durante la mattinata, abbiamo assistito ad un “concorso di bellezza” di mucche, durante il quale degli esperti ci hanno spiegato le caratteristiche e qualità di una buona mucca, ed alla mungitura, dove hanno anche distribuito il latte appena munto, ed infine alla preparazione di mozzarella (buonissima quando è calda) e formaggio.

Dopo aver pranzato a casa siamo andati a vedere Opi, che si trova dopo la tripletta Alfedena-Barrea-Villetta Barrea, e che ci accoglie con un cartello con su scritto “un paese in primOPIano” ed un riassunto storico del paese che risale all’epoca preromana, in base a dei reperti archeologici ritrovati in Val Fondillo.

La passeggiata per il paese è piacevole inoltre ci sono tantissime bancarelle, persone e gruppi musicali vari, scopriamo così di essere arrivati qui nel giorno della sagra degli gnocchi, famosa in tutta la zona. Partecipiamo a pesche di beneficenza, ad alcuni balli, alla Messa presso la chiesa Madre Santa Maria Assunta, ma evitiamo di mangiare dal momento che sono le 18 e già c’è una fila esagerata e gli addetti stanno ancora preparandosi e affettando il pane. Intanto saliamo sul punto più alto per godere del belvedere. Mentre scendiamo ci fermiamo un attimo a vedere il museo degli sci, anche se noi non siamo degli intenditori, comunque ve ne sono diversi tipi dagli anni ’40 in poi.

Ritornati a Castel di Sangro ci fermiamo alla Mostra di arti e mestieri. Non si tratta di una semplice mostra, poiché vi sono fabbri che mostrano come si lavora il ferro, conciatori che lavorano il cuoi, scultori anche con minipresepi, ricamatrici, ma anche sbandieratori, arcieri, mosaicisti; in giro per il paese troviamo anche falchi, gufi, vitelli; prodotti locali, buonissimi formaggi, squisite pannocchie arrostite, spettacoli ed esibizioni varie. Una mostra di tre giorni veramente particolare. Bello!

25 agosto

Oggi ci siamo accorti di aver attraversato più volte Alfedena per raggiungere paesi successivi, passandoci anche attraverso, senza mai fermarci a vederla.

Così oggi siamo andati ad Alfedena, piccolissimo borgo con piccole case, notabili sono la Chiesa dei SS Pietro e Paolo, dove c’è un bellissimo mosaico di “Cristo ed il lavoro umano” i ruderi del castello, dal quale si possono vedere le mucche che pascolano sui vicini altopiani, tratti delle mura difensive e la villa comunale.

Caratteristici gli oggetti in ferro battuto ed in rame, una volta anche ce n’erano tanti anche a Castel di Sangro, lavorati dagli artigiani locali, le farfalle sono veramente splendide, e ne compro anche qualcuna da portare a casa. Dopo questo giro, che non dura più di 3 ore massimo, abbiamo fatto una pausa presso l’edicola superfornitissima di Piazza Umberto, e poi prendiamo un aperitivo presso il bar La Meta , ritrovo di tanti anziani che giocano a carte, e giovani che si divertono, finalmente sentiamo voci vive e non persone che usano solo i cellulari. Questo paese è genuino e vivo. Infine maxi scorta alla pasticceria dove ci eravamo già forniti qualche giorno prima di passaggio. Visto che non siamo di passaggio ci tratteniamo un po’ di più facendoci spiegare quali sono i dolci tipici, alcuni come si preparano e scopriamo che i proprietari sono di Castel di Sangro, ma hanno aperto la pasticceria qui. Acquistiamo le morbidelle, che sono così tipiche dell’Abruzzo, che nei negozi di casalinghi e ferramenta è possibile acquistare il ferro per poterli preparare; dolci con pinoli/noci e miele, che buoni, ed infine compriamo il fiadone, che è un dolce con ricotta tipico del periodo Pasquale ma essendo comunque molto richiesto, in questa pasticceria lo si può trovare anche in agosto. All’uscita del paese, direzione Scontrone, vi è la cappella di Santa Maria Vergine del Soccorso. Per gli amanti della natura, organizzano escursioni che dal lago della Montagna Spaccata porta al Passo dei Monaci, durante il quale si incontrano varie sorgenti

Decidiamo di andare a Sulmona, generalmente la preferiamo quando c’è la giostra cavalleresca, ma per questa volta facciamo un’eccezione, prima però ci fermiamo presso il Ristorante Lo Sfizio, che si trova sulla strada tra Castel di Sangro e Sulmona, dove si possono mangiare buonissimi antipasti a buffet, ottimi anche i primi e la carne alla brace (tutto più o meno 25 euro a testa).

A Sulmona, innanzitutto, ci fermiamo nei classici negozietti/fabbriche di confetti, quei fiori fatti con i confetti mi piacciono tantissimo, anche da regalare e ce ne sono davvero di tanti tipi.

Passeggiare per questo paese, come in molti paesi d’Abruzzo e Molise, è veramente piacevole, aria fresca e buona, gente genuina, fiori ovunque; purtroppo scopriamo che proprio il giorno prima c’era stata la sagra della zampanella e birra e noi ce la siamo persa. Anche qui non mancano le chiese, anche se lo stampo è soprattutto barocco (io non ne sono una gran sostenitrice), come la Cattedrale di San Panfilo, anche se in realtà è del periodo medievale, ma tra guerre e terremoti le varie ricostruzioni l’hanno portata ad avere un profilo barocco. Ovviamente sulla strada principale del passeggio, non potevamo non passare accanto al Complesso della Santissima Annunziata, la cui scalinata abbiamo sempre visto prospera di gente essendo venuti puntualmente con la giostra, quindi vederla finalmente libera ci ha permesso di avere un impatto diverso della Chiesa. Il complesso è splendido e questo si avverte già all’esterno con le trifore rinascimentali (io sono sempre attratta da bifore e trifore). In zona Piazza Garibaldi c’è la chiesa di San Francesco della Scarpa che ha uno splendido portale del ‘200 e l’acquedotto longobardo (sempre del ‘200) con 21 arcate.

Purtroppo si è fatto tardi, perdo sempre troppo tempo nei negozi di confetti….e come al solito non abbiamo tempo di andare a vedere il Monastero di Santa Chiara, dove mi sarebbe piaciuta andare a vedere la “ruota degli esposti”, ma dobbiamo andar via, visto che Castel di Sangro non è proprio dietro l’angolo.

26 agosto

Oggi giostre alla villa comunale, bagnetto al fiume, e giochi vari col bimbo. Pulizia completa della casa in vista della fine della vacanza. A Pietransieri c’era il concerto di Enrico Ruggeri, ma non avevamo proprio voglia di uscire. Home sweet home.

27 agosto

Castel di Sangro è in fermento, c’è festa grande essendo la festa di San Rufo, il patrono. La giornata trascorre tra Messe, processioni, banda, mercatini, per la gioia mia e di mio figlio c’è lo zucchero filato e per quella di mio marito ci sono crepes e torrone caldo fatto all’istante.

La sera ci allieta Irene Grandi,con concerto dal vivo, mentre gustiamo un aperitivo al caffè Porta Pia: 2 aperol soda, 1 succo di frutta ed un vassoio di bruschette varie, fatte al momento, 12 euro.

28 agosto

Oggi andiamo a Lanciano, ma causa pioggia torrenziale, ci siamo rintanati nei centri commerciali del paese, dove mio figlio è passato da una giostrina all’altra, e di gelateria in gelateria per scegliere il colore (non il gusto) che più gli si confaceva in quel momento. Fortuna che verso le 17 ha smesso, altrimenti eravamo venuti solo per i negozi….

Lanciano, il paese del miracolo eucaristico, ma per me è principalmente il paese del Mastrogiurato. Una settimana intera di feste medievali, attori in costume, arcieri, fate, streghe, sbandieratori, giullari, mercanti e mercatini vengono da ogni dove, io adoro soprattutto la piazzetta tedesca, ma c’è anche l’ungherese che prepara gulash niente male. La cosa splendida è che per l’occasione, per poter acquistare cose da mangiare, è necessario cambiare gli euro con le monete di ferro (10€= 4 monete; ogni pietanza =1moneta). Che buona la pizz’onta con prosciutto e formaggio ed anche il dolce torcinello (che io ho preso ricoperto di cocco e mio marito di nocciole), da mangiare caldo; inoltre è possibile anche partecipare alla Panarda, cena di ambientazione medievale, con degustazioni varie e spettacoli, ma costa intorno ai 40 euro a persona. Lanciano è famosa anche per la sua storia religiosa e per lungo tempo, non so se lo sia ancora, è stata una delle tappe del cammino di Santiago.

Fortuna che abbiamo sempre con noi il passeggino perché questa volta abbiamo fatto veramente tardi, quasi l’una e siamo ancora per strada, ma il piccolo dorme.

29 agosto

Dopo il mercato, che a Castel di Sangro si tiene ogni giovedì, si ritorna a Napoli, ma prima facciamo una deviazione, notevole, verso Pietrabbondante, all’inizio della nostra vacanza avevo trovato un depliant con escursioni in questo luogo ed io non dimentico… così siamo andati a vedere l’area archeologica risalente ai sanniti.

L’entrata costa 2 € ed il complesso è formato da un teatro, dove si svolgevano anche le riunioni, un tempio ed altre costruzioni, di cui rimangono solo le basi ovviamente.

Ottimo consiglio penso sia quello di dirvi di andare sempre alle proloco del paese, per prendere i depliant con i programmi (spesso Roccaraso e Castel di Sangro sono le più fornite) oppure scaricarli uno per uno dai siti internet così da avere un quadro generale di ciò che si vuole fare, vedere e mangiare (come sagre a cui partecipare).



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche