Sicilia Occidentale: archeologia e natura

Il viaggio di quest’estate 2004, si è svolto in Sicilia ed ha interessato la parte occidentale dell’isola. Si è svolto dall’11 al 18 settembre ed abbiamo optato per aereo + auto per la sua realizzazione. Viviamo in Cadore e la distanza per raggiungere la Sicilia in auto è notevole (più di 3000 km tutto il giro previsto). Ci siamo...
sicilia occidentale: archeologia e natura
Partenza il: 11/09/2004
Ritorno il: 18/09/2004
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Il viaggio di quest’estate 2004, si è svolto in Sicilia ed ha interessato la parte occidentale dell’isola.

Si è svolto dall’11 al 18 settembre ed abbiamo optato per aereo + auto per la sua realizzazione. Viviamo in Cadore e la distanza per raggiungere la Sicilia in auto è notevole (più di 3000 km tutto il giro previsto). Ci siamo imbarcati a Venezia alle 7 e alle 13 circa eravamo a Palermo dopo uno scalo a Fiumicino.

Abbiamo preso a noleggio una Panda diesel, che si è rivelata ottima sia per i consumi che per le dimensioni ridotte, utili nelle caotiche vie delle città e nelle strette stradine dei paesini attraversati.

Abbiamo scelto come base per le ns. Escursioni, Mazara del Vallo, per la vicinanza a siti archeologici, ed anche perché rende molto chiara l’idea del passaggio arabo nella zona. Prendiamo la A29, che ha la caratteristica di non avere né caselli di pedaggio, né aree di rifornimento lungo il suo percorso, ma solo indicazioni che dicono “rifornimento” (in italiano), nei pressi delle uscite; infatti per fare gasolio, bisogna uscire presso i paesi indicati rifornirsi e rientrare. Inoltre le aree di parcheggio, sono tenute veramente male, usate come depositi rifiuti di vario genere a cielo aperto, senza controllo. Ci chiediamo cosa pensino i turisti che a frotte arrivano fin qui dal nord Europa, quando vedono questo disordine ed abbandono.

Giungiamo nel frattempo a Mazara che ci accoglie col suo porto ed il caratteristico lungomare, sosta di variopinti mercatini con prodotti della zona ed etnici.

Il centro risente come abbiamo già detto dell’influenza araba, la sinagoga e la casba, ne sono da esempio, ma quello che vediamo di più in città sono i manifesti della piccola Denise! Veramente triste!!! Il campeggio che abbiamo scelto è poco fuori la città, ed il bungalow è ben attrezzato per il caldo che nonostante il periodo si fa sentire (anche 35°). Il resto del giorno lo trascorriamo con una breve escursione nei dintorni di questa ospitale cittadina, andando a visitare il Faro di Granitola Torretta ed i paesini circostanti che ben chiaro danno l’idea del tipo di lavoro e di vita che si svolge da queste parti: la pesca ed il turismo.

La sera mangiamo presso l’annesso ristorante del campeggio, che si rileverà eccellente e meta di molti avventori da Mazara e dai dintorni, a testimonianza che è molto quotato.

Dopo una cena squisita, una passeggiata lungomare ci vuole; ne approfittiamo per visitare meglio il centro di Mazara, pieno di gente fino a tardi.

Il giorno seguente seguendo la SS115 visitiamo Marsala, con il suo porto turistico e le famose cantine Florio, proseguendo poi sulla SS21, raggiungiamo la zona dello “Stagnone”, con le saline ed i mulini a vento. Un posto splendido e ricco di storia, con tanti turisti tedeschi che vanno e vengono come Noi dai resti dell’antica città Nubia, sita sull’isola che delimita questa zona. Merita di tornarci per visitarla meglio! Proseguiamo alla volta di Trapani, che ci accoglie col suo centro storico ed il suo porto che in estate viene letteralmente preso d’assalto da una fiumana di gente che s’imbarca per le Isole della Favignana , Pantelleria , etc., a giudicare dai parcheggi che lo fiancheggiano ed in allestimento. Anche Noi avremmo voluto imbarcarci per la Favignana, Marettimo e Levanzo (le 3 isole che compongono la Favignana) , ma ci sconsigliano un giro di un giorno sia per gli orari che per il poco tempo a disposizione. Decidiamo che prossimamente, faremo solo le isole di questa parte di Sicilia. La città comunque merita una visita per le sue chiese ed i suoi vicoli caratteristici, nonché per l’artigianato e le pasticcerie (che non solo qui) sono un richiamo irresistibile.

Proseguiamo sulla SS20 alla volta della Tonnara di S.Andrea di Bonargia, che a dire il vero non vediamo perché non troviamo lo svincolo, per raggiungerla. Altra pecca questa degli svincoli in prossimità di luoghi turistici, che ci accompagnerà per tutta la vacanza! In compenso i luoghi ed il mare ci fanno da cornice e ben volentieri ci lasciamo attrarre dai paesini di Cornino e Custonaci, sul mare il primo, in quota con splendida vista il secondo. Il monte Cofano che delimita un lato della baia di Cornino, porta il turista a visitare diverse attrazioni come ad esempio: la stazione dei Saraceni, o il Passo della Zita ( sito legato ai Vespri Siciliani) , o le Torri di avvistamento del 1611, nonché le architetture spontanee di pescatori o le scogliere balneari. Da parte sua la soprastante Custonaci, offre delle grotte aperte a chiunque ed un panorama incredibile di mare a perdita d’occhio. La gita prosegue con uno dei paesi caratteristici di questa parte di Sicilia: S. Vito lo Capo! Che è un esempio di come il turismo trasformi luoghi di una natura bellissima in dormitori estivi, togliendo anno dopo anno la particolarità della zona. Scopello e ancor di più: la Riserva Naturale dello ZINGARO, ci fan far pace con la natura che in questo luogo è protetta ed offre al visitatore qualcosa che oramai difficilmente si trova, la quiete e la bellezza che solo Lei sa offrire nei colori e nelle forme più particolari! L’itinerario di vari chilometri (12 il più lungo A/R) si snoda lungo la costa ora affacciandosi sul mare a picco, ora rientrando verso i sugheri, ora facendo visitare una cascina ora un museo di flora e fauna, tutto perfettamente integrato. Natura e turismo sostenibile, questo il progetto che si sta realizzando qui. Scopello è un borgo che nel suo piccolo racchiude storia e cultura locale, ed offre al viandante la pausa tranquilla nella calda ed affollata estate. Il ritorno verso “casa” ci porta per la prima volta ad Erice, località che da sola merita la vacanza che stiamo facendo. Che dire: è tardi… Torneremo! Il giorno successivo partiamo da Mazara alla volta di Monreale con la sua splendida Cattedrale, nota in tutto il mondo nella quale spicca per bellezza oltre agli affreschi ed i mosaici all’interno della chiesa, il chiostro e la visuale dai tetti; Palermo è la tappa successiva con il suo centro storico, il Duomo, Palazzo dei Normanni, il Municipio, il Politeama, l’Ucceria e le sue vie più o meno note per fatti di cronaca, una per tutte: Via D’Amelio. Non basta un giorno per girarla tutta bisogna tornare ancora per scoprire e vedere meglio il Ballarò (mercato arabo) e le altre attrattive sfuggite a questo primo incontro. Il Santuario di Santa Rosalia, metà di pellegrinaggi incessanti è un bellissimo luogo per credenti e non, nonché belvedere interessantissimo per uno scorcio totale sulla città di cui è la Patrona. Il ritorno verso il campeggio avviene attraversando i caratteristici e famosi paesini che punteggiano la costa di Palermo: Mondello, Sferracavallo, Isola delle femmine, Capaci (tristemente nota per l’attentato a Falcone e del quale una Stele ricorda la morte), Terrasini, tutti con un comune denominatore: luoghi e scorci di un mare splendido. Il terzo giorno di vacanza decidiamo di visitare un paese, è stato lasciato così come lo si trova, il terremoto del Belice: Gibellina. Mette soggezione, vedere i resti sventrati di case negozi e teatri, e al contempo la massa enorme di cemento che ricopre parte della collina dove sorgeva il paese; lascia un vuoto dentro pensare ai morti ed ai superstiti di quel terribile cataclisma verificato nel 1966. Il paese è stato ricostruito in tutt’altra parte presso Salemi, cittadina su un promontorio con un castello diroccato al suo interno. Da qui proseguiamo alla volta di Segesta, con il suo grande patrimonio archeologico, degno di personaggi un po’ meno rozzi di quelli incontrati, a fare da autisti alla moltitudine di turisti che accorrono in ogni periodo dell’anno ad ammirare questi tesori che costellano la nostra Isola. Il paesaggio e le rovine splendide, ci fanno dimenticare l’ineducazione e la scortesia, lasciandoci solo la bellezza del luogo negli occhi e nella memoria. Erice è la tappa successiva che raggiungiamo per l’ora di pranzo, presso un locale tipico del posto. Prima però visitiamo il Campanile, dal quale si ha una visuale a perdita d’occhio, sulla sottostante costa, che va da Trapani a Palermo e ancora oltre; il Duomo con il suo soffitto che lascia senza fiato e con il museo interno, nel quale personale specializzato lavora al restauro delle numerose opere esposte e non. Dopo pranzo ci avviamo per il periplo delle vie seguendo le indicazioni della brochure presa presso il locale ufficio turistico e scopriamo così, le inquadrature da incorniciare dai merli delle mura, il Castello che domina un lato della città in posizione protesa nel nulla, ed una serie di antichissime chiesette (chiuse) che si è pensato bene anziché di restaurare di trasformare in discariche di gomme e divani! Pazzesco! Nella città della Scienza questa incuria. Una per tutte quella S. Antonio Abate, XIII- XV sec. Il Corpo di Guardia incompleto è l’ultimo punto che visitiamo, nonostante lo scempio citato, di questa splendida cittadina. Il giorno successivo ci trova di buon’ora nei pressi di un altro famosissimo luogo archeologico: Selinunte! Poco distante da Mazara del Vallo è bellissimo per monumenti e panorami. Girato tutto a piedi per non perdere nulla dell’atmosfera che riempie questi luoghi, abbiamo avuto modo di ammirare la bellezza e la capacità di questi antichi scultori ed artisti che hanno lasciato segni incomparabili della loro creatività. Il percorso prosegue lungo un alternarsi continuo di mare e colline sino a Sciacca che al contrario, bella e nota com’è ci ha lasciati perplessi; non pensavamo infatti che fosse intenta a distruggere il patrimonio artistico culturale che vive in Lei, ma ci sbagliavamo. Ad esempio il Castello, che si raggiunge per tortuose e caratteristiche stradine è inglobato in palazzine più o meno recenti, che tolgono ogni possibilità di fotografarlo, così come monumenti con negozi al loro interno. Proseguiamo per Agrigento passando per Ribera e Realmonte caratteristici borghi, nei quali passeggiare assaporando magari una granita di limone o un succo di mandorla. La Valle dei Templi, c’accoglie con il piccolo parcheggio di fronte l’ingresso, polveroso, zeppo di vetture e sporchissimo, con una fila interminabile di bancarelle e tanto disordine, che rende fuori luogo le targhette sparse tutt’intorno che recitano: TENETE PULITA LA VALLE DEI TEMPLI! Ci chiediamo ad Agosto cos’è? La Valle è invasa da turisti di tutto il mondo, che trascorrono il tempo come Noi ad ammirare ed immortalare questi splendidi templi e vestigia del passato nonché il panorama che ci circonda. Il ritorno a Mazara chiude la giornata Archeologica! L’ultimo giorno di vacanza in Sicilia ci dirigiamo a Santo Stefano di Camastra, località che si può ben definire una bottega di ceramica all’aperto tanti sono i laboratori e le rivendite di oggetti più o meno cari e particolari che il turista trova raggiungendo questa cittadina a metà strada tra Palermo e Messina. Qui abbiamo pensato bene di riportare i souvenir di questo viaggio in terra di Sicilia, tanta è la scelta di queste opere. Il paese offre oltre alla ceramica anche un mare splendido ed un altrettanto ottimo cibo rigorosamente marino. Il ritorno verso il campeggio l’abbiamo iniziato visitando la celebre Cefalù, con il suo Duomo a due torri (una diversa dall’altra per i due momenti in cui sono state edificate), le sue viuzze ed i suoi luoghi splendidi; rapidamente poi Termini Imerese, più che altro nota per i problemi d’occupazione che per il suo mare e la costa che ci riporta a Palermo, che ci ricorda di non dimenticare di tornare qui.

Il viaggio è finito, torniamo il giorno dopo a Palermo, per tornare a casa. La cosa positiva di questa vacanza è stata la disponibilità e cordialità della gente oltre alla bellezza dei posti; in negativo siamo stati invece colpiti dalla trascuratezza e dall’approssimazione in cui vengono mantenute tutte queste splendide bellezze naturali ed architettoniche. Pierluigi e Liana



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