Toscana classica in moto senza autostrade

Sono due mesi che aspettiamo questo momento, io ed il mio amico Salva: un bel giro in moto a spasso per la Toscana in totale libertà, percorrendo il meno possibile autostrade e superstrade. Il periodo è quello dal 2 al 6 giugno 2004, purtroppo le previsioni meteo non sono confortanti, ma noi partiamo ugualmente. Ci si trova...
Scritto da: Andrea Livelli
toscana classica in moto senza autostrade
Partenza il: 02/06/2004
Ritorno il: 06/06/2004
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Sono due mesi che aspettiamo questo momento, io ed il mio amico Salva: un bel giro in moto a spasso per la Toscana in totale libertà, percorrendo il meno possibile autostrade e superstrade.

Il periodo è quello dal 2 al 6 giugno 2004, purtroppo le previsioni meteo non sono confortanti, ma noi partiamo ugualmente.

Ci si trova all’autogrill di Fiorenzuola d’Arda ore 8.30, il cielo è molto scuro. Dopo un caffè ci dirigiamo verso Parma ovest, imbocchiamo l’Autocamionale della Cisa, usciamo a Fornovo e incominciamo a macinare curve tornanti sulla statale 62 del passo della Cisa, la strada è molto bella e piacevole anche perché non troviamo quasi nessuno, la nostra andatura è abbastanza sostenuta, ma tranquilla, non siamo due smanettoni a noi piace anche guardarci in giro.

Sul passo ci attende una bellissima sorpresa: il cielo si è squarciato e ci mostra un’azzurro ed un bel sole caldo, ora: si, siamo molto motivati ci scarichiamo la tensione con una bella risata e la foto è d’obbligo. Scendiamo dal passo e ad Aulla prendiamo per il Cerreto poi a 5 km da Fivizzano giriamo per la 445 direzione Piazza al Serchio, è la strada che corre lungo la valle del Serchio alla nostra destra ci sono le Alpi Apuane stiamo percorrendo una delle strade più belle della Toscana.

Quando si viaggia in moto, si viaggia da soli anche se hai un passeggero o con te ci sono altri amici con le loro cavalcature, che hanno scelto di condividere le stesse strade, le stesse emozioni, spinti dalle stesse motivazioni, ma ognuno sotto il casco viaggia con i propri pensieri spesso condizionati dai paesaggi che attraversiamo. La Garfagnana e la valle del Serchio,curva dopo curva, si rivela una strada molto piacevole ricca di scorci di rara bellezza. A Castelnuovo in Garfagnana facciamo una sosta, è ormai ora di pranzo troviamo, seguendo la nostra guida enogastronomica, un’enoteca ( Vecchio Mulino) che ci ispira: assaggi di torte salate e salumi locali accompagnati da un calice di buon vino, è il primo approccio con i sapori della Toscana, ne seguiranno altri altrettanto piacevoli e intanto in cielo splende un bel sole caldo.

Riprendiamo la nostra strada, dopo circa 22 km svoltiamo a destra sulla statale 12 dell’Abetone direzione Lucca, facciamo una sosta a circa 2 Km da Borgo a Mozzano per ammirare e fotografare il singolare Ponte della Maddalena , meglio conosciuto come Ponte del Diavolo che con la sua unica campata attraversa il fiume Serchio. Intorno a questo ponte c’è una bella leggenda: la sua costruzione era stata affidata a S.Giuliano la realizzazzione però si rivelò molto difficoltosa, allora il Santo decise di chiedere l’aiuto del diavolo. Questi accettò, ma ad una condizione: avrebbe preso la prima anima che avesse attraversato il ponte. Così di notte il diavolo, uscì dalle acque del Serchio, con la sua forca sollevò la grande campata del ponte. Il giorno successivo, completato il ponte S.Giuliano ordinò al capomastro di far passare sul ponte per primo un maiale, il diavolo quando lo vide si infuriò per la beffa subita e scomparve tra le acque del Serchio.

Ormai Lucca è vicina, arriviamo infatti, prima del previsto, cerchiamo un albergo e ne troviamo uno molto carino e conveniente (Albergo Stipino **) appena fuori dalle bellissime mura cinquecentesche che circondano la città.

La visita di Lucca offre molte sorprese interessanti, anche con una semplice passeggiata all’interno della cerchia muraria perfettamente conservata: da Piazza Anfireatro, alla Torre Guinigi dove, sulla cima, dominano la città due alberi di ulivo, dalla Cattedrale di S.Martino,dove è custodito il monumento funebre di Ilaria del Carretto scolpita da Jacolpo della Quercia alla bellissima chiesa di S.Michele con la sua facciata realizzarta con decine di colonne di marmo tutte di forgia diversa e tanti altri piccoli gioielli sparsi per la città.

La mattina dopo ci alziamo alla buon’ora e dopo una’ottima colazione, ci rimettiamo in marcia. Per evitare la troppo trafficata statale n°435, percorriamo uno dei pochissimi tratti autostradali di questo nostro viaggio: la A11 fino al raccordo con la A1, usciamo a Firenze sud direzione Pontassieve e qui sbagliamo strada: invece di imboccare la ss70 continuiamo per la ss67 che va verso il mitico Muraglione. A questo punto invece di tornare sui nostri passi, a 9Km circa da Pontassieve, tagliamo per Pomino, la strada comincia a salire con una serie di tornanti, sono solo 10 Km, ma decisamente intensi: prima un panorama notevole a soli 500mt, poi la strada si tuffa in un bosco di abeti altissimi e infine attraversa i vigneti delle famose cantine dei Frescobaldi, qui si produce il mitico Pomino un vino bianco dal gusto raffinato.

Il bello di viaggiare senza fretta, con la compagnia giusta e senza vincoli di sorta, può trasformare anche una piccola svista come questa, in una piacevole scoperta che ci permette di scoprire oltre a strade per noi nuove, anche colori, sapori, profumi .

Abbiamo ripreso la SS70 e contunuiamo a divertirci con curve e tornanti ampi e visibili sempre con il sole accompagnato da qualche nuvola, saliamo fino al Passo della Consuma (1060 mt). Scendiamo giù dal passo, si fa per dire perché ci manteniamo per circa 10 Km ad un’altezza di circa 900 800 mt accompagnati da un panorama stupendo iniziamo a percorrere la strada che attraversa il Casentino, un altro mitico percoso motociclistico toscano.

Arriviamo a Poppi ci fermiamo perché si è fatta ora di pranzo. Ci arrampichiamo fin sopra l’antico centro storico dominato dal bellissimo castello, troviamo un’ottimo ristorante che ci delizia con una cucina locale molto raffinata, sempre con un buon bicchiere di vino, non troppo perché dobbiamo guidare e per divertirsi in moto bisogna essere lucidi. Dopo pranzo il cielo si fa un po’ scuro e minaccia di piovere, ma non ci facciamo intimidire, due goccie d’acqua non hanno mai fatto paura a nessun motociclista e poi se in un viaggio non si prende un po’ di pioggia, non sembra neanche di essere stati in giro.

Riprendiamo il nostro cammino dirigendoci verso l’Eremo di Camaldoli. La strada comincia subito a salire con dei bei tornanti ampi e scorrevoli e si tuffa in una foresta secolare di abeti.

A questo punto lasciamo appena un filo di gas e ci godiamo la passeggiata. I profumi che entrano sotto il casco sono inebrianti, il cielo rimane scuro ma non piove almeno non al punto di dover ricorrere alle tute antiacqua. Arrivati ell’eremo ci accorgiamo subito di trovarci in un luogo di pace, serenità e preghiera un luogo insomma dove regna l’equilibrio tra il corpo e lo spirito dove anche i potenti si inginocchiano di fronte alla forza di questi monaci che hanno scelto la regola più rigida: preghiera, lavoro e studio.Visitiamo il monastero fin dove è permesso in quanto la zona delle celle dei monaci e interdetta al publico.Torniamo sulle nostre moto e saliamo verso Badia Prataglia passando per il Passo Fangacci che è un bel pezzo di sterrato molto facile per qualsiasi moto, prosegiamo costeggiando l’Alpe di Serra, giriamo intorno a Monte Penna e saliamo a circa 1200 mt, fino a raggiungere il santuario della Verna, un’altro luogo ricco di misticismo e sacralità, qui S. Francesco nel 1224 ricevette le stimmate. Il Santuario si trova sul monte omonimo, ricoperto da una monumentale foresta di faggi e abeti, è visibile da tutto il Casentino e ed ha una forma inconfondibile con la sua vetta tagliata a picco da tre parti.

Fù eretto nel 1263, mentre la chiesa Maggiore, quella attuale fù iniziata nel 1348 e termimata solo nel 500.Visitiamo, oltre il santuario anche le grotte che sono nei dintorni.

Torniamo sulla statale del Casentino scendendo verso Bibbiena, un altro bel percorso panoramico e puntiamo decisi verso Arezzo, per oggi direi che non possiamo lamentarci, abbiamo percorso circa 230 km di strade una più bella dell’altra: belle curve, boschi, paesaggi mozzafiato, arte, spiritualità e sempre con ottimismo e tempo clememte non ci resta che chiudere in bellezza.Ad Arezzo troviamo un’albergo e dopo una doccia siamo pronti per la cena, Da Guido: pappardelle al sugo di anatra, coniglio ripieno e una buona bottiglia di chianti, la Toscana ci piace anche per questo.

Facciamo una piacevole passeggiata per le vie del centro storico, che di sera acquista un fascino particolare: la caratteristica Piazza Grande, con da un lato il Palazzo delle Logge del Vasari e dall’altro la Pieve di S.Maria, il duecentesco Duomo che domina dalla parte più alta della collina aretina tutta la citta e l’antico parco del “Passeggio del Prato” con la poderosa fortezza Medicea.

La stanchezza e i chilometri incominciano a farsi sentire; è ora di andare a letto.

Venerdì mattina sveglia alle 8, bombolone alla crema e cappuccio e si ritorna in sella, direzione Lago Trasimeno. Lungo la ss71 facciamo tappa a Castiglion Fiorentino e a Cortona, quest’ultima una vera e propria gemma incastonata nel mezzo della Valdichiana: un bellissimo borgo medievale quasi interamente circondato da antiche mura etrusche domina la Valdichiana dai suoi 500 mt di altezza, bellissima la piazza della repubblica con il palazzo Comunale e merita sicuramente una visita, il Museo Diocesano.

Il programma di oggi prevedeva di arrivare fino a Castiglione del Lago, poi tagliare per la Val d’Orcia e risalire verso Siena, però Perugia e vicina, la tentazione è forte e poi, Salva non c’è mai stato… E allora si va a Perugia. Scendiamo fino al bivio con Castiglione del Lago e giriamo a sinistra, costeggiando il Trasimeno fino a Passignano; Perugia è lì a pochi chilometri, ma non vogliamo arrivarci subito, a 4 chilometri da Passignano giriamo a sinistra verso Castel Rigone e in pochi minuti siamo a 650mt, il paesaggio si fa interessante e la strada è ricca di belle curve con un’asfalto molto pulito e con pochissime buche. La scelta, seppur casuale si è rivelata fortunata, anche se incominciamo a convincerci che di strade brutte ce ne siano veramente poche da queste parti.

Saliamo verso il Colle Campana, accompagnati dall’ombra di abeti e faggi. Proprio immerso in mezzo al bosco troviamo un ristorantino, o meglio: un ristoro, così si chiama ristoro “La Pineta”, ci sediamo a un tavolino, nel locale c’è poca gente. Pace, relax, un panino, un buon bicchiere di vino e il sole splende anche oggi, questo viaggio si sta rivelendo ogni giorno che passa, sempre più interessante e divertente spesso oltre le nostre aspettative. Proseguiamo ed entriamo a Perugia da nord-ovest, il piccolo hotel che troviamo è a due passi dal centro storico ma, siamo costretti a parcheggiare le moto sul marciapiede con un dislivello di oltre il 15 per cento, a me questo crea qualche difficoltà a causa del notevole peso del mio mezzo anche se con l’aiuto del mio compagno di viaggio, non ci sono problemi.

Doccia veloce e siamo pronti per uscire, Perugia ci stupisce subito. Per le vie del centro storico troviamo: personaggi in costume, musicisti e cantori di strada, solitari o in piccoli gruppi, trampolieri ed ambientazioni bucoliche allestite nella centrale piazza della fontana Maggiore e nelle piazzette intorno alla splendida Cattedrale. Siamo capitati senza saperlo nel pieno di una manifestazione culturale intitolata “Spiritualità e Poesia” un’interessante kermesse di teatro musica e poesia.

Perugia è una citta molto bella, ricca di monumenti e testimonianze storiche e culturali, è sede della università degli stranieri e questo lo si nota girando per le vie del centro animato da gente di tutte le razze e colori che compongono una bella macedonia di culture, lingue, costumi e religioni.

Molto interessante è la visita a quello che è rimasto dell’imponente Rocca Paolina, simbolo del potere papale fino all’unità d’Italia (1860). Il percorso si snoda attraveso un dedalo di passaggi all’interno delle mura nei pressi del bastione di Porta Marzia. La visita e supportata da interessanti audiovisivi inerenti alla costruzione della Rocca fino alla sua demolizione.

Un certo languorino allo stomaco ci ricorda che è ora di cena. Con le indicazioni fornite dalla nostra guida enogastronomica, ci sediamo ad un tavolo della Trattoria del Borgo: gnocchi al cinghiale e tagliata chianina. Dopo cena facciamo un’altra passeggiata per il centro che si è notevolmente animato. Perugia è decisamente una città piena di vita.

Alla mattina, districate le moto dall’angusto parcheggio, torniamo in su verso il lago Trasimeno fino a Castiglione del Lago, giriamo a sinistra e imbocchiamo la ss454 direzione Val d’Orcia.

La prima tappa è Montepulciano, per raggiungerla bisogna lascare la statale ed arrampicarsi fino a circa 600mt, il panorama merita davvero: ai nostri pedi c’è un’altro bellissimo scorcio della valdichiana. Montepulciano è conosciuta per l’imponenza dei suoi palazzi rinascimentali, per l’elegante bellezza delle sue chiese e per il Vino Nobile, uno dei vini toscani più apprezzati a livello internazionale. Lasciamo la Valdichiana ed entriamo nella Val d’Orcia arriviamo a Pienza famosa per il pecorino e allora un panino con prosciutto e pecorino di Pienza e un bicchiere di nobile di Montepulciano e anche per oggi abbiamo pranzato.

Pienza ha un bel centro storico, come tutti i paesi della Toscana che abbiamo visitato fino ad ora, ma con le sue particolarità urbanistiche che, la portarono a essere definita, fin dal medioevo, la citta ideale. Curiosi sono i nomi di alcune vie del centro come: via dell’amore, via del bacio eccetera.

Proseguiamo e dopo circa una ventina di chilometri, incontriamo Montalcino. Per arrivarci, anche qui come per le altre cittadine, dobbiamo lasciare la statale e salire sopra la collina ad un’altezza di oltre 500 mt. All’ingresso del paese incontriamo subito il bellissimo castello trecentesco dove proprio mentre arriviamo, si stà allestendo uno spettaccolo di falconieri in una cornice decisamente suggestiva, sembra di essere tornati in dietro nel tempo, fino al medioevo, dove i cavalieri si sfidavano nelle giostre e il paese era animato da saltimbanchi che si esibivano nelle piazzette del borgo e ambulanti che vendevano la loro mercanzia.

Montalcino e sicuramente nota per il suo brunello, uno dei vini più conosciuti al mondo ma, val comunque la pena di prendersi un po’ di tempo e visitare il centro storico, con i suoi monumenti, e il dedalo di viuzze ricche di negozietti di artigianato e prodotti locali tra cui, ovviamente il vino.

Da Montalcino scendiamo e ci dirigiamo verso Buonconvento e da lì verso Asciano, entrando nelle famose Crete Senesi. Dopo pochi chilometri da Buonconvento, incontriamo la storica Abbazia di Monte Uliveto Maggiore. Immersa completamente nel verde dei boschi, l’Abbazia segue la regola benedettina “dell’ora et labora”ed è sede di un’importante centro di restauro di libri antichi. Molto belli inoltre, sono il ciclo di affreschi, nei chiostri di Luca Signorelli e del Sodoma, rappresentanti la vita si S.Benedetto.

Da qui a Siena, passando da Asciano percorriamo le mitiche Crete un vero e proprio gioiello paesaggistico e una esaltante goduria per il motociclista. La strada è tutto un sali-scendi come le montagne russe con un’asfalto pulito e ben tenuto, curve, controcurve e tornanti e a giudicare dal numero di moto che incontriamo è sicuramente uno dei percorsi preferiti dai motociclisti senesi.

Siamo a Siena, troviamo un’affittacamere che ha delle stanze in un palazzo del centro molto accoglienti e a buon prezzo, a due passi dal Campo e dalla famosa pasticceria Nannini: il paradiso dei golosi. Arriviamo che la città è in fermento per un’evento sportivo che noi ignoravamo del tutto: la squadra di basket della citta ha vinto il campionato nazionale.

Di Siena possiamo dire tante cose: visitare i suoi bellissimi monumenti, le sue bellissime piazze, ma se si ha poco tempo come noi, la cosa più piacevole da fare è una passeggiata per il centro (verso sera è ancora meglio) senza una particolare destinazione, lasciandosi trascinare dalla curiosita di scoprire angoli suggestivi. Lasciamo il Campo che è in pieno fermento per i festeggamenti della squadra di basket e ci dirigiamo verso il Duomo alla ricerca di una taverna: la Taverna del Capitano dove possiamo finalmente gustare la famosa ribollita seguita da un delizioso coniglio alla vernaccia, sara questo, purtroppo l’ultimo appuntamento del nostro giro, con i sapori della cucina toscana.

Ci svegliamo che è l’ultimo giorno del nostro tour toscano e dopo una splendida colazione alla pasticceria Nannini, ci avviamo alle nostre moto e partiamo alla volta di Monteriggioni, piccolo borgo medievale racchiuso in una cerchia muraria intatta, che è stata riportata come la corona in testa all’immagine della Repubblica Italiana.

Lasciamo Monteriggioni per San Gimignano, borgo famosissimo e per questo letteralmente invaso da turisti di tutte le nazionalità. Facciamo una breve passeggiata per le vie della cittadina dopodiche pranziamo e riprendiamo la strada per il ritorno.

Il nostro giro è finito si torna a casa dopo aver percorso circa 1100 km, solo ora imbocchiamo l’autostrada fino a Prato.Qui usciamo per percorrere ancora un altro pezzo di strada panoramica: la 325 e dopo un pò di curve e con un temporale che ci insegue minaccioso riprendiamo l’autostrada a Roncobilaccio nel momento stesso in cui Valentino Rossi taglia il traguardo vincente al Mugello, Siamo ancora fermi all’autogrill di Fiorenzuola, finiamo dove abbiamo incominciato 4 giorni prima, è stato veramente un bel giro: senza fretta, senza mete prestabilite, senza soste programmate e senza aver mai prenotato né alberghi né ristoranti insomma in totale libertà, decidendo sul momento quello che ci andava di fare e dove si voleva andare Ciao Salva, sono anni ormai che viaggiamo insieme, mai una discussione, mai un dubbio, sempre senza problemi e sempre a ridere e scherzare. Un bacio e un abbraccio, alla prossima che non sarà sicuramente molto lontana.



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