Come rompere la routine quotidiana

Come rompere la routine quotidiana: un giorno al Lago Di Irene e Walter Approfittando di una delle ultime giornate di sole che questa calda estate ci ha regalato, e di un giorno di ferie, Walter ed io abbiamo deciso di fare una gita di fine stagione al Lago Maggiore. A prescindere dal nostro amore per i laghi in generale, la scelta è ricaduta...
Scritto da: ireste
come rompere la routine quotidiana
Partenza il: 11/09/2009
Ritorno il: 11/09/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
Come rompere la routine quotidiana: un giorno al Lago Di Irene e Walter Approfittando di una delle ultime giornate di sole che questa calda estate ci ha regalato, e di un giorno di ferie, Walter ed io abbiamo deciso di fare una gita di fine stagione al Lago Maggiore. A prescindere dal nostro amore per i laghi in generale, la scelta è ricaduta proprio su quello Maggiore perché la sua punta sud dista meno di un’ora di autostrada da casa: è perfetto, quindi, sia per i weekend sia per le gite in giornata.

Abbiamo già visitato più volte le bellissime isole Borromee con Verbania e Stresa, però, sfogliando una guida turistica, ci siamo accorti di non aver mai passeggiato ai piedi del San Carlone di Arona, né tra le stanze della Rocca di Angera. Così, eccoci qui, pronti a colmare le nostre lacune! Data la distanza ridotta che dobbiamo percorrere, possiamo partire con calma, e per metà mattina arriviamo ad Arona: destreggiandoci nel traffico cittadino, raggiungiamo San Carlo, poco fuori città. Beh, imponente lo è di sicuro: leggiamo affascinati le dimensioni della statua, restando davvero impressionati! Ma il bello deve ancora arrivare: dopo le consuete foto sulla balconata ai piedi del santo, il custode ci consegna il caschetto di sicurezza con cui affrontiamo la salita…All’interno della statua! Mentre Walter decide di aspettarmi un po’ più in basso, io salgo intrepida (e forse un po’ incosciente…) la stretta scala, fino alla testa della statua. Lì lo spazio è un po’ angusto, vero, ma vuoi mettere il piacere di vedere il panorama attraverso i fori posti in corrispondenza delle pupille del santo, o di fare una foto infilando la macchina nell’apertura di una narice? Fantastico! Terminata la visita, rieccoci immersi nel traffico, direzione Arona centro: troviamo parcheggio (penso l’unico non a pagamento) nei pressi dell’imbarcadero e dell’utile centro informazioni, dove ci forniscono una cartina della città. Ed ora…Via all’esplorazione! Passeggiamo per il lungolago facendo qualche foto, poi ci addentriamo nel centro storico, dove visitiamo alcune chiese, come quella della Consolata. Volevamo raggiungere anche la Rocca Borromaica, ma pare che sia chiusa: dal cancello (sbarrato) di accesso al parco notiamo, purtroppo, chiari segni di degrado. Pazienza! La passeggiata si conclude così sotto un romantico pergolato su una terrazza sospesa sul lago, osservando alcuni pescatori dilettanti e addentando un gustoso panino! Rifocillati e sprintosi, ci dirigiamo verso l’imbarcadero per Angera: siamo fortunati, e troviamo subito il battello che, in poco più di 5 minuti, attraverserà il lago fino a destinazione. (Angera, infatti, si trova di fronte ad Arona, sulla sponda lombarda) Che bello godersi l’aria fresca dal ponte del battello! E poi è l’ideale per fare foto panoramiche alle due sponde. Angera si presenta un po’ anonima come città ai nostri occhi: a parte la bella passeggiata lungolago con grandi prati dove le persone prendono il sole, non c’è molto altro, così decidiamo di dirigerci subito verso la Rocca, che si erge maestosa in cima alla collina. È incredibile come il paesaggio sappia trasformarsi in poche centinaia di metri: appena iniziamo a salire verso la nostra meta, ci ritroviamo immersi in un’atmosfera bucolica. Ai lati della strada ci sono campi e pascoli, con tanto di pecore e mucche, e percepiamo la quiete e gli odori tipici delle nostre colline. Arrivati alla Rocca, cerchiamo di seguire gli itinerari proposti, ma scopriamo subito che è facile da visitare anche senza indicazioni. Nelle stanze abbondano grandi dipinti che raffigurano la numerosa famiglia borromaica, le cui testimonianze si ritrovano pressoché in tutto il lago, ma c’è anche il particolarissimo Museo delle Bambole che, a dire il vero, non mi è piaciuto molto: sarà che l’aria era un po’ pesante, ma tutte quelle bambole che mi fissavano con i loro occhioni spenti mi mettevano un po’ in soggezione. Molto bello, invece, è il giardino, dove abbiamo trovato un po’ di tutto: un ulivo secolare, diversi alberi da frutto (cachi e kiwi in particolare), delle grosse fioriere piene di erbe aromatiche e persino alcune piante di zucche! Il panorama che si ammira da tutta la rocca, poi, è impagabile! Il pomeriggio è volato, ma è stato proprio bello: mentre ritorniamo in motonave ad Arona per recuperare l’auto e rientrare a casa, ci “gustiamo” ancora il nostro beneamato lago, progettando già la prossima gita sulle sue sponde!



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