Vulcano for Family

Mentre alle 6:15 guardavo l'alba dal finestrino dell'auto, riflettevo come fossero strane le circostanze: dopo 23 anni, finalmente tutta la mia famiglia riunita si accingeva a viaggiare insieme. Fra lavoro, università e impegni vari, è stato ovviamente difficilissimo organizzare ben cinque persone – la cui età varia dai 12 ai 45 anni – per...
Scritto da: Piè 1
vulcano for family
Partenza il: 02/07/2009
Ritorno il: 05/07/2009
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
Mentre alle 6:15 guardavo l’alba dal finestrino dell’auto, riflettevo come fossero strane le circostanze: dopo 23 anni, finalmente tutta la mia famiglia riunita si accingeva a viaggiare insieme. Fra lavoro, università e impegni vari, è stato ovviamente difficilissimo organizzare ben cinque persone – la cui età varia dai 12 ai 45 anni – per una mega-gita nell’isola di Vulcano, a 20 km a nord della costa siciliana.

Il viaggio, in realtà, non è stato troppo disagevole: io e la mia famiglia siamo originari di Palermo, dove tutt’ora viviamo… Anche se io, da appena un anno, mi sono trasferito a Roma per studiare. In ogni caso, abbiamo preferito prendere il traghetto da Milazzo (208€ andata e ritorno con l’imbarco dell’auto incluso), visto che il viaggio marittimo da qui dura soltanto un’oretta. Molto rilassante, peraltro. Abbiamo prenotato con leggero anticipo anche l’albergo (mezza pensione), consigliatoci da un nostro parente ormai assiduo frequentatore dell’arcipelago. Il costo per due stanze – una doppia per i miei genitori e una tripla per noi (scapestrati) figlioli – è stato di circa €1.174, con una media di 65€ a persona. Non tanto, visto che due giorni dopo il nostro arrivo è scattata l’alta stagione e, con questa, sono lievitati i prezzi… Arrivati al porticciolo di Vulcano, il primo irrefrenabile desiderio che sorge spontaneo a tutti i neo-colonizzatori è uno solo: fuggire! La puzza di zolfo che ha investito i nostri delicati nasini di città è stato uno schiaffo a bruciapelo. Ma ci siamo subito rincuorati a vicenda: secondo qualcuno, 24 ore sull’isola bastano a far dimenticare l’odore persistente…! No, non è affatto vero: si deve semplicemente imparare a conviverci.

Quello che offre Vulcano è tanto, tanto relax. La vacanza che abbiamo deciso di goderci è una di quelle tipiche gite in cui gli unici pensieri sono “Che si mangia a cena?” e “A che spiaggia si va, oggi?” e Vulcano non aiuta di certo, vista la grande possibile di scelta. Le spiagge sono di due tipi: rocciose – nelle quali è opportuno portarsi delle resistenti infradito o scarpette di gomma – e di sabbia nera – che si comporta come la sorella più chiara, solo che la varietà di origine lavica splende e luccica al sole ed è quindi molto più bella da vedersi. Sono molto numerose e, forse per via del periodo, molto, molto tranquille. A questo proposito, devo scoraggiare chi cerca divertimento sfrenato da discoteca: Vulcano è molto tranquilla, più per un target di età medio-alta che per giovani. Invece, le isole vicine offrono i classici divertimenti da vacanza in spiaggia, come locali e discoteche. Un’esperienza che consiglio tantissimo è la gita che tocca Panarea, Stromboli e Strombolicchio – il vecchio faro. (Il costo sarebbe anche stato di 35€ a persona, ma avendo trovato il pr in un momento particolarmente “ok”, abbiamo accettato la gentile offerta di pagare quattro quote anziché cinque anche se immagino che tali sconti non siano poi così tanto rari).

La gita è bellissima. Sono stato poche volte su una barca, ma vedere la piccola imbarcazione (una 20ina di metri di lunghezza, due piani) che tagliava le onde, sentire gli schizzi d’acqua sul viso e sentire la pelle chiedere pietà per il sole (crema! Crema! Crema!) è stato davvero emozionante, senza contare poi i bellissimi posti che abbiamo visitato.

Dopo, infatti, un rapido scalo a Lipari per raccattare altri passeggeri, abbiamo iniziato a veleggiare seguendo un tragitto che ci ha portato verso numerosi scogli e isolette che costellano il comune. A poca distanza da una corta lingua di terra altamente montuosa, il capitano ha fermato la barca e ha annunciato il momento che tutti aspettavamo: il bagno! L’acqua fresca ha dato sollievo alla nostra pelle scottata. Lasciarsi cullare dalle ondine in alto mare è stato molto rilassante. Neanche tanti pericoli, poi, a cui far attenzione: giusto due meduse di un rosso acceso in lontananza. Risaliti a bordo, una sorpresa: un ragazzino aveva catturato un polpo sott’acqua! Dopo esserci asciugati, siamo arrivati a Panarea, un piccolo borgo fatto tutto di piccole case bianche. Complice l’ora (h 15:30), l’isola era molto tranquilla. Liberi dal resto del gruppo, noi cinque temerari ci siamo addentrati per stradine e vicoletti, riuscendo a trovare un ottimo pastificio dove abbiamo gustato buonissimi dolcetti al pistacchio, molto comune nelle isole. Tutto alla perfezione, quindi, se io e le mie sorelle non avessimo guadagnato una pessima figura con una ragazza: abbindolati da una ripida stradina che dava sul porto, siamo saliti in cima sedendoci poi su una panchina naturale dinanzi un portone chiuso. Peccato che, mentre bivaccavamo, ci è stato chiesto con estrema cortesia di allontanarci, visto che quella era proprietà privata e che, data l’estrema pendenza della strada, ci sarebbe potuto accadere qualcosa inciampando… Una volta scesi, la proprietaria ha messo una bella catena a chiudere la via con tanto di cartello “Divieto d’accesso” in bella vista. Sigh.

Dopo la visione della Lisca Nera e della Lisca Bianca, due protuberanze rocciose di diverso colore, retaggio di smottamenti dovuti alle eruzioni vulcaniche, ci siamo fermati dinanzi Strombolicchio, il vecchio faro della zona. Si tratta di un semplice scoglio, la cui superficie – altamente irregolare – non può essere più grande di quella di un campo di tennis. L’altezza si aggira intorno ai 50 metri, dove svetta il faro, oggi completamente automatico. Sino a qualche anno fa, vi abitavano solo tre marinai adetti allo strumento di segnalazione. Noi immaginiamo siano impazziti, visto che non c’è assolutamente nulla sull’isoletta, eccetto che rocce e vento. Ci sono, poi, due scale una a nord e una a sud, usate alternativamente in caso di tempesta: se le sfavorevoli condizioni climatiche imperversavano a nord, si usava quella a sud e viceversa. Fate una bella foto ai pinnacoli, comunque: uno di questi sembra la testa di un cavalluccio marino.

Anche Stromboli merita moltissimo. Come ci si può immaginare, la parte abitata del vulcano è molto ristretta: da tutte le direzioni, si vedono i segni delle precedenti colate laviche, sotto forma di lingue di terra nera. La popolazione non sembra farci troppo caso – immagino che ci si abitui alla costante minaccia! – e abbiamo pure visto moltissimi turisti che, in estate, risiedono qui stabilmente. Il giro dell’isola è stato molto faticoso, fatto di strade in salite, e alla fine ci siamo pure persi! Però ne vale la pena, perché le piccole costruzioni sono molto carine e la vista che si gode dalla piazza a diversi metri di altezza sul livello del mare è molto bella. C’è anche la casa nella quale ha soggiornato Ingrid Bergman.

Noi abbiamo preferito mangiare un boccone in un panificio, rustico ma buono, dell’isola anche se era possibile consumare una cena preparata dall’equipaggio a bordo della barca, dove veniva servita la tipica “pasta eoliana” a base di tonno e capperi (10€).

Sulla via del ritorno, ci siamo fermati in mare nella speranza di scorgere qualche attività notturna del vulcano, nella speranza che le nuvole si allontanassero: ogni sera, infatti, emette qualche lapillo e del fumo. Ma siamo stati fortunati e qualcosa abbiamo visto e ho ripensato a come si possa fare a vivere alle pendici di un vulcano attivo che, appena nel 2006, ha eruttato da una nuova bocca riversando in mare un’immensa quantità di materiale magmatico.

L’indomani abbiamo esplorato un po’ Vulcano in auto che, per la verità, non è stata così necessaria… Ma avuto la sua utilità (per trasportare le valigie, innanzitutto!). L’isoletta, come ho già detto, non offre troppo sul versante del divertimento, ma regala tanto, tanto relax. Abbiamo pure fatto qualche spesa sia come vettovaglie (a pranzo moltissimi ristoranti offrono un menù completo a 10€) sia come souvenir (mi raccomando comprate qualche geco, animale simbolo dell’isola!) senza spendere tantissimo. Ah, certo, granite a parte, visto che ne abbiamo consumato una quantità industriale.

Il ritorno è avvenuto un giorno prima del previsto (sempre a causa di università e lavoro)… Ma tanto ha guidato per tutto il tempo mio padre, mentre il resto della famiglia poltriva e giocava al sudoku!



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