Carnevale di Venezia 2008

Finalmente, dopo anni in cui il Carnevale lo abbiamo vissuto marginalmente (giusto qualche festa in maschera al liceo), ad inizio Febbraio abbiamo deciso di farci coinvolgere dall’atmosfera festaiola e goliardica del Carnevale, trascinati dalla mitica Rita della Akita Tour di Torino e dal suo nutrito gruppo di scatenati. Il sabato mattina,...
Scritto da: paola cresto
carnevale di venezia 2008
Partenza il: 10/02/2008
Ritorno il: 10/02/2008
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 1000 €
Finalmente, dopo anni in cui il Carnevale lo abbiamo vissuto marginalmente (giusto qualche festa in maschera al liceo), ad inizio Febbraio abbiamo deciso di farci coinvolgere dall’atmosfera festaiola e goliardica del Carnevale, trascinati dalla mitica Rita della Akita Tour di Torino e dal suo nutrito gruppo di scatenati.

Il sabato mattina, molto prima dell’alba, siamo partiti da Torino alla volta di Venezia: con pullman granturismo in circa 4 ore e mezza siamo arrivati a Tronchetto; tempo di fare l’abbonamento ai traghetti per 2 giorni (21,00 €) e con la linea N. 2 del vaporetto siamo scesi a S. Marco Giardinetti intorno alle 10.30.

Purtroppo il tempo non è stato dalla nostra parte ed si sono alternati momenti di pioggia a momenti di parziali schiarite, ma tutto sommato questo disguido meteorologico ha fatto sì che non ci fosse tantissima affluenza di turisti, cosicché ci è stato possibile vagare nel centro senza troppe difficoltà e senza calca.

Ci siamo subito diretti in Piazza S. Marco, per un cappuccino d’obbligo al Caffè Florian, assediato da turisti americani e giapponesi.

Dal porticato abbiamo iniziato a fare fotografie ai personaggi in maschera che stazionavano in piazza: tantissime damigelle, paggetti, regine, nobildonne e cavalieri; ma anche personaggi storici come Napoleone, oppure di fantasia come Darth Vader di Guerre Stellari, Dracula o i personaggi Disney. Addirittura un gruppo numeroso riproduceva l’“Ultima Cena” di Leonardo con tanto di tavola apparecchiata! Da qui abbiamo iniziato a gironzolare tra le Calli: Calle Marzaria, Calle dell’Orologio, Calle Larga S.Marco, Calle Specchieri.

Ognuna di queste viuzze è un dedalo di passaggi strettissimi, ponti, porticati attraverso i quali si finisce per perdersi, ma che permette di assaporare appieno l’atmosfera sette/ottocentesca che aleggia a Venezia nei giorni del Carnevale.

Tutti erano mascherati: su ogni vaporetto, in ogni calle si incrociavano da mattina a sera famigliole con bambini, coppie di mezza età, anziani mascherati di tutto punto a rappresentare antiche nobili famiglie di chissà quale lignaggio.

Approfittando di una temporanea sosta della pioggia ci siamo diretti al Ponte di Rialto: qui abbiamo trascorso alcune ore curiosando tra le botteghe di souvenir in vetro di Murano che proponevano cornici, vasi, monili e piccoli soprammobili.

Poi percorrendo la Salizada Pio X, Calle dei Stagneri, Calle Malvasia e Calle Specchieri siamo giunti al mercato coperto.

Qui era in corso una delle tante manifestazioni correlate al Carnevale, per cui in ogni piazzetta di Venezia vengono proposte degustazioni di prodotti tipici, concerti di musica jazz, letture di brevi saggi. E noi abbiamo avuto proprio la fortuna di assistere ad un concerto jazz improvvisato da un gruppo francese molto bohemien composto da un contrabbasso, un violino ed una bravissima cantante.

Per la cena avevamo prenotato alla Taverna Ca’ dei Dogi, in Corte Santa Scolastica, Castello 4242, proprio dietro Piazza S.Marco. Www.Cadeidogi.It E’ facilissima da raggiungere: con il vaporetto si scende alla fermata S.Marco Zaccaria, si imbocca la Calle de li Albanesi e girata la prima a sinistra si raggiunge la Ca’ dei Dogi.

Il ristorante offre piatti della tradizione gastronomica veneziana, preparati da chef esperti e con materie prime di ottima qualità.

Ovviamente la cena è stata ottima e nonostante l’ambiente fosse invaso da tavolate intere di turisti (soprattutto giapponesi, anche qui!) il locale ha saputo trasmetterci ugualmente l’idea di una taverna all’ antica, con le pareti in boiserie, i tendaggi damascati, i quadri raffiguranti nature morte con selvaggina ed ovviamente un oste molto simpatico e ruspante.

La taverna dispone di 6 camere, accoglienti e raffinate, ma ovviamente è impensabile di trovare qui la sistemazione durante il Carnevale, se non prenotando addirittura un anno per l’altro.

Il giorno successivo, la domenica mattina, dopo una ricca colazione presso l’Holiday Inn di Mestre dove abbiamo pernottato, siamo tornati in bus al Tronchetto e con il vaporetto n. DM in 20 minuti siamo arrivati all’isoletta di Murano.

Qui abbiamo assistito alla soffiatura del vetro, ad opera dei maestri vetrai che da secoli hanno fatto di Murano la loro scuola ed il centro della loro attività, famosa ed apprezzata in tutto il mondo.

Tantissime sono le fucine dove ogni giorno vengono realizzati autentici capolavori dell’arte del vetro: dai gioielli, ai vasi, ai lampadari, alcuni molto raffinati altri davvero pacchiani ed opulenti, ma pur sempre opere d’arte uniche al mondo! L’isola è attraversata in lunghezza da un canale percorribile da piccoli motoscafi ed unito da diversi ponti sopraelevati, dai quali si può godere degli splendidi panorami del paese.

Dopo una sosta in pasticceria per un cappuccio con fetta di torta, eravamo nuovamente rifocillati e pronti per ributtarci nella mischia di San Marco.

Quindi siamo ritornati in vaporetto a Piazzale Roma ed approfittando di un tiepido sole che si affacciava tra le nuvole, da qui abbiamo percorso a piedi tutte le calli per arrivare a San Marco.

Una volta giunti nel fulcro del Carnevale siamo stati risucchiati dalla folla: cortei in maschera, la banda, concerti, figuranti in ogni dove pronti a farsi riprendere in video o farsi fotografare.

E senza che ce accorgessimo le ore sono trascorse in fretta.

Basta gironzolare tra le calli. Basta con le fotografie agli scorci della città in festa. Basta con il ritmo trascinante della musica che faceva da sottofondo a tutto ciò che si svolgeva in San Marco; purtroppo era già ora di ritornare verso casa.



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