Isole Eolie in rotelle

Avevo sentito parlare dell’innamoramento per le isole Eolie, da diversi amici. Chi si era innamorato di Salina, chi di Stromboli, chi di Lipari. Mi colpiva che persone, con gusti diversi, venissero tutti “stregati” da queste isole, quindi era giunto il momento che venissi stregato anch’io. Il periodo migliore per visitarle, come la...
Scritto da: ROTEX
isole eolie in rotelle
Partenza il: 26/05/2008
Ritorno il: 31/05/2008
Viaggiatori: fino a 6
Avevo sentito parlare dell’innamoramento per le isole Eolie, da diversi amici.

Chi si era innamorato di Salina, chi di Stromboli, chi di Lipari.

Mi colpiva che persone, con gusti diversi, venissero tutti “stregati” da queste isole, quindi era giunto il momento che venissi stregato anch’io. Il periodo migliore per visitarle, come la maggior parte dei luoghi, è il periodo primaverile ed autunnale, sia per il tempo (anche se sappiamo che non esistono più le “stagioni di una volta”), sia perché vi sono minori visitatori.

Pertanto si è deciso di partire per le isole nell’ultima settimana di maggio.

Sinceramente organizzare questo viaggetto, mi è costato non poca fatica, si crede che organizzare un trasferta in Italia sia più semplice che organizzarla all’estero, niente di più sbagliato. Per prima cosa bisognava scegliere come arrivarci ovvero via Reggio Calabria, via Catania, via Napoli… Boh?! Noi abbiamo scelto la soluzione Catania, in quanto il volo era più economico € 75, contro i € 180 di Reggio Calabria, arrivando a Catania si ha l’inconveniente di dover effettuare un oretta e mezza di strada per arrivare al porto di Milazzo, da cui portano gli aliscafi o i traghetti per le Eolie. Il risparmio del volo, lo abbiamo utilizzato per noleggiare l’auto, che ci ha dato la possibilità di visitare e muoverci meglio per Lipari e Taormina al rientro.

L’albergo prenotato, come sempre via internet, si chiama Hotel Casajanca e si trova a Canneto, una località a cinque minuti d’auto dal centro di Lipari. L’albergo accessibile, arredato con molta cura e stile.

Il viaggio aereo + auto + traghetto è stato particolarmente lungo, con lo stesso tempo ci recavamo in California, ma il colpo di fulmine è avvenuto alla prima vista dell’isola di Vulcano dal traghetto ed poi è continuato vedendo Lipari ecc ecc, questo ha compensato immediatamente le fatiche del viaggio.

Lipari è l’isola più grande dell’Eolie, con l’auto oppure con un motorino la si può visitare facilmente, vedendo splendidi paesaggi dall’alto.

Da non perdere il piccolo santuario della Madonna della Catena che si erge in uno dei punti più panoramici dell’isola ove vi è la possibilità di ammirare quasi tutto l’arcipelago (ad eccezione di Vulcano), oppure le cave di pomice che in lontananza danno l’impressione di cime innevate, o ancora ammirare la spiaggia di Valle Muria ed i faraglioni di Lipari dall’alto la cui costa ha sfumature colorate dal rosa al giallo dovute alla presenza dello zolfo, o la fantastica vista dall’osservatorio in cui si può ammirare l’isola di Vulcano vedendone perfettamente i crateri.

Nell’Eolie non si viene solo stregati dalla bellezza della natura, ma anche dal cibo e dai sui abitanti che sono da subito accoglienti e gentili, da non scambiare con la falsa cordialità che molti esercenti hanno nei confronti dei loro clienti, ma è spontaneità e curiosità nei confronti dei turisti.

Le isole vanno sicuramente visitate con la barca, forse l’unico mezzo che dia la possibilità di apprezzare appieno la loro bellezza data dalle coste, dalle rocce ed ovviamente dallo splendido mare che con i suo movimento e suo colore e tonalità da un emozione unica.

Andando in mare è stato facile fare amicizia con i barcaioli che, durante il giorno ti portano a fare i bagni nelle calette e alla sera li ritrovi, come amici di vecchia data, nella piazzetta di Lipari; ci hanno confessato che ci avevano notato al nostro arrivo in piazzetta e del nostro disorientamento iniziale, questo dimostra l’attenzione che hanno nei confronti dei visitatori, ovviamente osservare gli “estranei” fa parte del loro lavoro per poter proporre giri in barca o altro, ma mi è parso che vi sia anche una voglia nel voler conoscere coloro che vanno nelle isole, soprattutto dopo che hanno trascorso i noiosi mesi invernali.

L’isola delle Eolie che ho preferito? Sicuramente Stromboli, sarà perché il vulcano la rende magica, sarà perché la si più girare solo con le apicar o le auto elettriche, in alcuni luoghi l’unico mezzo di trasporto è il mulo, inoltre sarà perché ci sono poche abitazioni e quindi anche abitanti… Sarà per questo o per quello, ma sarà anche che a Stromboli sembra di essere abbondanti in mezzo al mare, che le città, la confusione e la vita frenetica sembrano un ricordo… Il vulcano con le sue continue eruzioni, sembra una grande star, tutti che lo fotografano che lo guardano dal cielo, dal mare, dai monti e lui fa i suoi “spettacolini”, quasi fosse un dovere, manca solo che gli chiedano l’autografo, chissà magari avrebbe voglia di fare le sue eruzioni in solitudine ed invece ha una vita da “paparazzato” Vulcano invece sembra la terra di nessuno, arida ma anche colorata, pare di stare su Marte, c’è il nero della sabbia vulcanica, i colori giallo/arancio dello zolfo, il lago grigio di fango, non so perche ma mi sembrava di essere in un mondo surreale… Panarea è molto bella, ma troppo precisina, troppo “cool”, sicuramente curata nell’aspetto, ma probabilmente a Panarea si va più per mettere in mostra le barche e le magliette con il “coccodrillo” che per godere appieno del meraviglioso mondo che la circonda.

Altrettanto magica è Salina, purtroppo non ho potuto visitarla come avrei voluto, anche perché avevo un missione da compiere, ovvero andare al “Bar Alfredo” a Lingua di Salina e gustarmi le granite migliori di tutta la Sicilia (anzi di tutto il mondo) e il pane cunsatu.

Credo di non aver mai mangiato una granita così buona, come quella preparata da “Alfredo”, i gusti da me scelti sono stati pistacchio e mandorle. Le mandorle sembravano vive talmente era la forza del gusto. Il segreto di un’ottima gratinata è poco ghiaccio e poco zucchero, ma quelle di Alfredo devono avere altri segreti, che non possono e non devono essere svelati.

Poi, come consigliato da molti amici, ho preso il pane cunsatu, piatto tipico eoliano i cui ingredienti sono: pesto di capperi e mandorle, pomodorini, cucunci, melanzane grigliate, ricotta infornata e menta fresca, il tutto servito su pane bagnato da un ottimo olio. Poi ci vuole un po’ di pazienza per digerirlo, ma con molta molta calma ce la si può fare… Alla fine è arrivato il momento di salutare le Eolie, ma con un arrivederci, anche perché devo fare ancora molti giri in barca e qualche immersione subacquea, mangiare granite e prendere il sole e chiacchierare con gli amici eoliani… Inoltre ci sono ancora Alicudi e Filicudi da andare a conoscere… http://rotex.Myblog.It/



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