Le dolci colline del Chianti

Sabato 17 Maggio, di primo mattino, io e Fabrizio siamo in partenza per un bellissimo week-end in moto sulle colline del Chianti; da qualche tempo avevamo voglia di conoscere quella zona della Toscana e, visto il positivo fine settimana trascorso in provincia di Livorno solo qualche settimana prima, pensiamo bene di ripetere l’esperienza,...
Scritto da: Camy&Ribic
le dolci colline del chianti
Partenza il: 17/05/2008
Ritorno il: 18/05/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
Sabato 17 Maggio, di primo mattino, io e Fabrizio siamo in partenza per un bellissimo week-end in moto sulle colline del Chianti; da qualche tempo avevamo voglia di conoscere quella zona della Toscana e, visto il positivo fine settimana trascorso in provincia di Livorno solo qualche settimana prima, pensiamo bene di ripetere l’esperienza, cambiando la zona, ma non l’entusiasmo che ci accompagna.

Abbiamo studiato bene la cartina, cercando di trovare un percorso che non ci faccia perdere troppo tempo per arrivare a destinazione, ma che si possa, comunque, conciliare bene con il nostro mezzo di trasporto: prendiamo l’autostrada fino a Firenze Certosa, poi imbocchiamo la cosiddetta strada del Chianti, un dolce percorso, tra colline e vigneti che ci conduce, attraverso paesini più o meno grandi, verso la meta.

Abbiamo prenotato un agriturismo nel comune di Greve in Chianti, il centro che abbiamo eletto come base della nostra piccola vacanza: in realtà il territorio di cui fa parte Greve è abbastanza vasto e, alla fine, scopriamo che l’agriturismo, in realtà si trova non proprio vicino a Greve, ma dista circa 15 chilometri dalla cittadina. Siamo davvero in mezzo alla natura! Il nostro agriturismo è un’azienda agricola che si trova presso la frazione di Lucolena, uno sparuto gruppetto di case a pochi chilometri dal passo del Sugame (a 530 metri sul livello del mare). Quando finalmente ci appare il cartello che ci indica che siamo arrivati a destinazione, non possiamo credere ai nostri occhi: lo spettacolo che ci si presenta è una vera poesia per gli occhi e per le orecchie: un pendio tutto coltivato a vite e ulivo e, al centro, un casale finemente ristrutturato, con una bella piscina e tanti fiori colorati intorno; per il resto, solo il profumo della primavera e il canto degli uccellini che ci fa compagnia. I proprietari dell’agriturismo sono molto cordiali e ci accolgono con un bel sorriso; avevo già avuto modo di costatare la loro gentilezza al momento della prenotazione: non conoscendo, infatti, in anticipo le previsioni del tempo, mi avevano fatto la gentilezza di riservare una camera con la possibilità di poter disdire fino al giorno prima della partenza, nel caso fosse stato brutto tempo. Per fortuna, invece, nonostante non sia una giornata particolarmente soleggiata, siamo riusciti a partire lo stesso, e non ce ne siamo pentiti.

L’agriturismo è a gestione familiare e, una giovane ragazza ci accompagna a vedere la nostra camera: in realtà si tratta di un appartamento con ben tre camere da letto, una cucina rustica equipaggiata, un salottino con la tv e una bella veranda dove poter fare colazione: e questo tutto per noi. La camera, inoltre, è molto curata nei minimi dettagli, con le travi a vista sul soffitto e un panorama mozzafiato che si gode dalla finestra.

Dopo aver lasciato i bagagli in camera io corro subito a rilassarmi a bordo piscina, ma Fabrizio mi richiama subito all’ordine: bisogna rimetterci in marcia per poter ammirare quante più cose possibili.

Decidiamo di andare subito a Greve, anche perché l’ora di pranzo si avvicina e la fame inizia a farsi sentire. Lungo la strada, siamo subito colpiti da un’osteria che si trova proprio sul passo del Sugame e che ci sembra, così a occhio, un posto dove poter mangiare bene. Accostiamo la moto e diamo un’occhiata: decidiamo subito che è il posto perfetto per la cena della sera: non molto lontano dall’agriturismo e, soprattutto molto invitante. Prenotiamo velocemente un tavolo (il proprietario, molto gentilmente ci fa dare un’occhiata al menu e ci dà qualche consiglio culinario) e, con la fame che, complice la capatina al ristorante è diventata davvero tanta, ci avviamo verso Greve. La cittadina è un gioiellino la cui vita sociale ruota attorno alle numerose cantine vinicole che si trovano in centro e nella prima periferia e, soprattutto, alla piazza Matteotti, vero centro delle città: è giorno di mercato e la piazza è gremita non solo di turisti che affollano i numerosi bar e ristoranti che vi si affacciano, ma anche di gente del luogo che fa la spesa e si attarda a fare due chiacchiere sotto i portici che fanno da contorno alla piazza. Dopo una breve visita, decidiamo di sederci a mangiare in un’osteria proprio in piazza e ci gustiamo degli ottimi primi tipici della cucina toscana e un buon vino della casa.

Finalmente rifocillati, ripartiamo subito da Greve, con la promessa di ritornarci la mattina dopo, prima di rientrare a casa.

Fabrizio non vede l’ora di rimontare in moto per percorrere ancora le strade del Chianti.

Visitiamo così Radda in Chianti e Castellina in Chianti, appezzando le piazze sempre molto belle e caratteristiche e le numerose cantine vinicole; a Castellina ci lasciamo tentare da qualche degustazione e troviamo sempre del personale molto gentile e competente che ci accompagnano per una visita di sapori e profumi di uno dei vini più famosi al mondo. Tra l’ebrezza del viaggiare in moto e l’entusiasmo per i posti magnifici che stiamo visitando, non ci accorgiamo che il pomeriggio è quasi arrivato alla fine e, a malincuore, ce ne torniamo alla base, per prepararci per la sera. Giusto il tempo di una doccia e approfittiamo dell’ultima luce del tramonto per fare una bella passeggiata nei dintorni del nostro agriturismo, apprezzando il silenzio e la pace di questi posti; decidiamo anche di acquistare una bottiglia di olio e una di vino prodotti dall’azienda agricola gestita dalla famiglia proprietaria dell’agriturismo dove stiamo, così da avere un ricordo di questo posto stupendo.

In realtà vorrei acquistare molte altre cose, ma, visto che la moto non ci offre abbastanza spazio sufficiente, decidiamo di limitare i nostri acquisti.

Per l’ora di cena, quindi ci avviamo verso l’Osteria del Sugame, che avevamo prenotato e, proprio dopo una curva, una visione davvero speciale: un capriolo, ci attraversa la strada in tutta la sua eleganza e noi non possiamo fare altro che ammirare questo splendido animale che, in pochi secondi scompare di nuovo nel bosco.

Esaltati da questa visione così bucolica, ci godiamo una cena molto romantica; il ristorante ha una bella atmosfera e i piatti sono niente male; Fabrizio, che già pregustava il sapore una bella bistecca fiorentina resta però deluso un quanto il ristorante ha solo bistecche molto grosse (da 1,3 Kg in su) e sarebbe impensabile mangiarne una tutto da solo. Così rinuncia a malincuore alla bistecca e si consola con una tagliata e un bel tagliere di formaggi accompagnati da miele e marmellata biologica.

Soddisfatti per la cena ce ne torniamo in agriturismo per un meritato riposo sotto le stelle della Toscana.

Domenica mattina sveglia presto; rinfrancati dal tempo (non c’è il sole, ma almeno non piove), ci apprestiamo ad iniziare la giornata con una bella colazione, consumata in veranda, davanti al nostro appartamento; con latte e brioches acquistate al supermercato il giorno prima e riscaldate al volo in cucina. Appena finito di mangiare, una breve passeggiata sul prato, mi fa intravedere qualcosa che galleggia in piscina: mi avvicino per vedere meglio e mi accorgo che è un animale che cerca di nuotare in acqua. Inizialmente spaventata, corro a chiamare Fabrizio che venuto in mio soccorso, si accorge che l’oggetto non ben identificato è in realtà un piccolo riccio caduto per sbaglio in acqua. Immediatamente lo salva con il retino della piscina e lo deposita sul prato: il piccolo animaletto è in fin di vita, esausto per la brutta avventura che gli è capitata e noi cerchiamo di metterlo al riparo e di stare un po’ lì, accanto a lui, sperando che riesca a rianimarsi; ce ne andiamo solo quando il riccio, a fatica, riesce a fare qualche passo e a nascondersi sotto una siepe. Non contenti, arrivati davanti la porta rimasta aperta, ci accorgiamo che una rondinella è entrata nell’appartamento e non riesce più ad uscirne! Insomma vivere in campagna riserva sempre delle sorprese e il contatto con gli animali non si può certo dire che manchi! Purtroppo, però, arriva il momento di lasciare l’agriturismo e, caricati i bagagli, ci dirigiamo verso Greve in Chianti. Questa è la domenica di Cantine Aperte: è una manifestazione a cui aderiscono molte zone d’Italia, ma qui, certamente è sentita in maniera molto particolare. Purtroppo non possiamo permetterci di godere appieno di questa giornata di festa (degustazioni gratuite e assaggi delle specialità locali in molte aziende vinicole) visto che siamo in moto e non possiamo metterci in viaggio dopo aver bevuto, e ci dobbiamo accontentare di un solo bicchiere di vino come aperitivo, e di una visita in una cantina in cui ci viene spiegato il processo per fare il Chianti.

Prima di partire, però, torniamo in piazza a Greve, dove è stato allestito un mercatino del biologico e molte aziende agricole mettono in bella mostra i loro prodotti; c’è aria di festa ed un gruppetto musicale allieta la nostra visita.

Vista l’atmosfera allegra decidiamo di fermarci a pranzare lì e scegliamo un altro ristorante da provare, sempre in piazza Matteotti visto che c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Seduti a tavola, Fabrizio si informa subito sul peso delle bistecche, ma anche qui hanno tagli molto grandi, di circa mezzo chilo; sta quasi per rinunciare, ma, alla fine, decidiamo di dividerne una in due, in modo da riuscire a terminarla abbastanza facilmente. Così ci portano in tavola una bistecca a dir poco gigante e facciamo fatica in due a finirla.

Dopo pranzo, abbiamo modo di rilassarci ancora un poco a Greve, ma ormai la nostra piccola vacanza è davvero finita, così, ci rimettiamo in sella e facciamo rientro a casa.



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