Canarie vulcaniche

Canarie insolite per gli amanti della natura, vulcani e trekking
Scritto da: moniasvario
canarie vulcaniche
Partenza il: 09/04/2018
Ritorno il: 17/04/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Diario di un viaggio insolito a Tenerife e Lanzarote, dal 9 al 17 aprile 2018!

SCELTA DELLE CANARIE

Poco costose, vulcani, trekking, vacanze d’aprile; ecco le parole d’ordine che hanno portato a questa scelta. Di mega resorts fronte spiaggia e vita da turista inglese…non se ne parla nemmeno! Qualche mese prima della partenza iniziamo a definire il nostro viaggio e la selezione ricade su Tenerife e Lanzarote, luogo di due parchi nazionali interessanti: rispettivamente del Teide e di Timanfaya con tanto di bei percorsi escursionistici all’interno di queste aree vulcaniche. Valutando i giorni a nostra disposizione dedicheremo 3 giornate nette a Tenerife e 5 a Lanzarote, incastrando a pennello il volo interno fra le due isole.

AUTONOLEGGIO: Sia a Tenerife che a Lanzarote abbiamo prenotato un’auto con CICAR, compagnia bandiera delle Canarie, con la quale ci siamo trovati bene. Considerando che il loro tariffario includeva già l’assicurazione completa abbiamo speso una cifra irrisoria: circa 140 € per 8 giorni totali di noleggio. Da notare anche che non si paga la tassa di riconsegna dell’auto fra l’aeroporto di Tenerife Sud e Tenerife Nord. Qui il carburante è davvero economico: il diesel è dato a circa 0,85/lt e la benzina a circa 0,94 (dati aggiornati alla primavera 2018).

ASSICURAZIONE DI VIAGGIO: Sempre la nostra fidata Columbus con la quale il cliente non anticipa eventuali spese mediche ma il pagamento è direttamente effettuato dall’assicurazione. Il costo è stato di circa 60 € per 9 giorni di vacanza, per la copertura di assistenza medica+ bagaglio (abbiamo deciso di non includere la cancellazione del viaggio).

ALLOGGI: Come per il noleggio auto il costo degli alloggi è stato molto contenuto: circa 300 € per 8 notti, tutti in camera privata, solo in un paio di casi il bagno era in comune. Abbiamo scelto opzioni con cucina per poter prepararci le colazioni e le cene.

PERMESSO PER TREKKING SUL PICO DEL TEIDE: (mt 3718 slm) Il Pico del Teide è il punto più alto di Spagna; si può giungere ai 3550 mt slm (‘la Rambleta’) tramite una teleferica oppure a piedi, lungo un sentiero dato a 5 ore di cammino. Se si vuole però accedere alla sommità (quindi percorrere gli ultimi 30 minuti, lungo il SENTIERO 10, Telesforo Bravo) è necessario premunirsi di un pass da sottoscrivere gratuitamente online (reservasparquesnacionales.es). Ciò mira a garantire un massimo di 200 accessi giornalieri alla caldera del vulcano, il che ne fa una vera e propria corsa all’oro! E’ infatti consigliato muoversi con ampio anticipo, circa 2 o 3 mesi prima della data selezionata (e che Dio ce la mandi buona, che sia una giornata di sole!). In fase di prenotazione occorre segnalare una fascia oraria di accesso (dalle 9 alle 11, dalle 11 alle 13 etc..); noi siamo saliti a piedi e siamo riusciuti a rientrare nell’orario prestabilito. All’arrivo del Teleferico si trova un cancello di accesso al Sentiero 10 con un addetto che controlla il permesso ed i passaporti, necessariamente da mostrare in quanto il pass non è cedibile…chissà quanto avrebbe pagato un gruppetto di ragazzi assiepato al cancello, senza permesso, speranzosi di chissà che…

Ed ecco le tappe!

GIORNO 1: ITALIA – TENERIFE

La partenza del nostro volo per Tenerife è prevista la mattina alle 7; arrivati alle Canarie poco prima delle 11 di mattina, ci facciamo una colazione in aeroporto per poi prendere l’auto a noleggio. Pronti con la nostra Fiat Bravo, ci dirigiamo verso VILAFLOR, dove alloggeremo le prossime due notti, paese abbastanza sperduto scelto appositamente perchè è un’ottima base per le camminate attorno al PICO DEL TEIDE. Ci fermiamo lungo la strada per comprare generi alimentari di prima necessità: acqua, latte, cornflakes, succhi, frutta, snacks da tenere sempre in auto. Arrivati al paese lasciamo le valigie all”Hotel Rural Vilaflor’ e continuiamo lungo la strada TF-21 in salita verso il pianoro del vulcano, che si snoda dentro ad un paesaggio lunare molto particolare. Notiamo però un gran via-vai di vigili del fuoco e polizia locale a puntellare diversi sentieri che partono dalla provinciale ed un gran fumo che si eleva dalle montagne a nord; solo la sera leggiamo online che è in corso un notevole incendio che si avvicina pericolosamente all’abitato di Vilaflor e centri attigui. Più avanti, poco prima della Boca Tauce, affianchiamo un’auto uscita fuori strada, mezzo ribaltata fra gli sterpi; ci fermiamo e i ragazzi ci dicono che stanno bene ma qui il cellulare non prende, quindi ci accordiamo di procedere fino a che non riusciremo a chiamare il 112. Al primo segnale di vita del telefono e con uno spagnolo stentato riesco a descrivere la situazione, la localizzazione e comunichiamo di tornare dai ragazzi per attendere con loro i soccorsi. Sono una coppia belga e da come ci descrivono l’accaduto possiamo ipotizzare che stessero guidando a velocità sostenuta tanto che non sono riusciti a mantenere le tenuta di strada in curva. Dopo una lunga attesa ci raggiunge un’auto della polizia, salutiamo e proseguiamo verso LOS ROQUES DE GARCIA; trattasi di un piccolo cammino fra rocce dalla forma particolare con vista superlativa sul vulcano Teide. Siamo in piedi dalle 3 di mattina e Federico non si sente molto bene, quindi rientriamo all’hotel, doccia rigenerante e via a nanna ad orario poco spagnolo…

GIORNO 2: SALITA AL PICO DEL TEIDE

Per sfruttare bene la giornata ci svegliamo alle 6,45 ma, nonostante tutti i nostri soliti sforzi di velocizzarci un poco, riusciamo a partire solo intorno alle 8,30. Affrontiamo la stessa strada di ieri, la TF-21 ma ci sorge un dubbio amletico inerente l’orario: quello mostrato sul cruscotto dell’auto, sul mio orologio e sul cellulare sono diversi l’uno dall’altro! Saliamo quindi alla partenze del ‘Teleferico’ che porta sul Teide per chiedere al primo signore che incontriamo l’ora esatta. Ok ci siamo, sono quasi le 9. Guidiamo verso nord per circa 2,5 km fino a giungere al piccolo parcheggio ‘MONTAñA BLANCA’; siamo davvero fortunati perchè ci sono pochi posti auto e riusciamo a prendere l’ultimo; differentemente credo che sia necessario lasciare l’auto al Teleferico perchè non ricordo parcheggi/spiazzi lungo la via. La giornata è splendida ma tira un vento freddo; considerando che siamo a 2350 mt slm pare abbastanza normale quindi ci vestiamo ben bene per avviarci lungo il Sentiero 7. La prima parte che costeggia la Montaña Blanca è poco impegnativa: attraversiamo paesaggi lunari davvero suggestivi fino a che si presenta davanti a noi un tratto bello impegnativo: un zig zag sul fianco della montagna che conduce al REFUGIO DE ALTAVISTA. Ci arriviamo dopo circa 2,5 ore totali di cammino. Insieme ad altri escursionisti godiamo del bellissimo panorama gustandoci dei biscotti e un buon tè caldo portato in thermos (il rifugio è chiuso). Intorno alle 12,10 zaini in spalla.. ripartiamo passando attraverso rocce laviche ed anche in un tunnel di neve ben più alto di noi! In effetti ora capiamo come mai quel sentiero era dato chiuso fino al 1 aprile. Giungiamo all’arrivo del Teleferico accanto al quale si trova uno stabile con toilettes e distributore di acqua/snacks e a lato una finestrella da cui spunta il guardiano che controlla i nostri passaporti e il formulario di accesso alla sommità del Teide; ci informa che quella mattina all’apertura del gate c’erano -2°C. Oltrepassato il cancello il sentiero 10 si presenta perlopiù a scalini e anche per questa ragione la fatica si fa sentire: l’aria è rarefatta e siamo costretti a fermarci ogni 10 passi. Dopo quindi una ventina di minuti ecco la tanto desiderata vetta: 3718 mt di bellezza vulcanica! L’emozione di arrivare in cima è impagabile e vale tutte le 4,5 ore messe per salirci! La vista è spettacolare: dall’interno del vulcano salgono vapori che sprigionano un intenso odore di zolfo, a est sale un mare di nebbia lungo i pendii lavici, poi l’oceano, le coste di Gran Canaria, alle nostre spalle le alte montagne del Parco del Teide di Ten, l’adiacente caldera del vulcano PICO VIEJO, a sovrastare le spiagge e le scogliere del settentrione. Indimenticabile. Dopo una lunga sosta (ben oltre la permanenza massima consentita..argh!) scendiamo intorno alle 15,30 e nel cammino valutiamo se rientrare a piedi oppure prendere il Teleferico, opzione alla fine scelta, dato che non vogliamo rincasare troppo tardi. Il costo è di € 13,50 p.p. e lo svantaggio è che ovviamente non sbuchiamo alla nostra auto ma, una volta giunti al piazzale, dobbiamo aggiungere altri 2,5 km circa di camminata. Rientrati in hotel ancora adrenalinici per la giornata di oggi, prepariamo degli spaghetti alle olive volanti e via a nanna!

GIORNO 3: VILAFLOR – VALLE DE GUERRA

Questa mattina ci svegliamo con calma e mentre Federico prepara la colazione mi dirigo al negozietto accanto per prendere pane, acqua, frutta per la giornata. Questo hotel ci è sembrato carino ma davvero troppo freddo: nonostante ci troviamo in una zona di montagna, a 1400 mt slm (e l’auto la mattina ci segna 5°C), in stanza avevamo solo una stufetta che riscaldava ad un metro di distanza. Nelle zone comuni erano accese delle stufe a legna, ma mi chiedo seriamente come facciano d’inverno! Partiamo intorno alle 10 mettendo un po’ di carburante poichè oggi non credo incontreremo molti distributori lungo la strada. Giungiamo al bivio di Boca Tauce e svoltiamo a sinistra, in direzione di LOS GIGANTES, lungo la TF-38 fino al parcheggio della MONTAñA SAMARA. Percorriamo a piedi il Sentiero 13 ad anello, di circa 5 km fra siti vulcanici, rocce laviche, ai piedi del Pico Viejo. Devo dire che mi piacerebbe molto salire su questo vulcano dalla caldera gigantesca, visto ieri dall’alto del Teide…valutiamo nel pomeriggio. Giungiamo fino a CUEVAS NEGRAS per poi rientrare all’inizio del percorso, dopo una passeggiata poco impegnativa di circa 2,5 ore. Cogliamo l’occasione di un cielo blu pazzesco (contrastato da un vento freddo) per salire al SAMARA VIEW POINT, siamo intorno ai 1930 mt slm. Percorriamo la strada a ritroso, fatta e rifatta nei due giorni scorsi, verso il Pico del Teide e decidiamo di fermarci alle Roques de Garcia per un pranzo al sacco ‘con vista’. Notiamo come questi posti siano pieni di ciclisti, singoli, a coppia, a gruppi…credo si tratti proprio di squadre professioniste, di diversa nazionalità e ne possiamo capire la ragione: la strada TF-21 è spettacolare, ben asfaltata, liscia come un biliardo e ad una certa altitudine, con saliscendi e poi pianori che favoriscono un allenamento completo. Valutiamo se percorrere un sentiero sotto la Rocha ma poi decidiamo sia meglio avviarsi verso est, direzione La Orotava, pare essere un bel paesino, per poi proseguire verso la costa. Lungo la strada facciamo una bella sosta a MINAS DE SAN JOSé, un posto sabbioso, desertico, quasi surreale, con il Teide sullo sfondo e lassù, piccolo piccolo, si nota il tetto del Refugio de Altavista. Sulla strada TF-21 all’altezza di El Portillo ci viene incontro una nebbia fitta; giunti a VALLE DE GUERRA con un po’ di difficoltà troviamo l’ostello ‘Lagarto Backpackers House’ ma non vi è nessuno alla reception. Aspettiamo un attimo senza successo quindi decidiamo di tornare più tardi; ci dirigiamo quindi alla PUNTA DE HIDALFO dopo una breve passeggiata lungomare, sotto una pioggia che ci ha colti di sorpresa; lungo la costa notiamo delle strane piscine naturali riempite a tratti dalle onde del mare e delle persone al loro interno che cercano qualcosa fra pietre aguzze. Scopriamo poi essere battute di caccia al granchio. A ridosso delle 19 giungiamo in ostello dove prendiamo possesso della nostra camera e ci iscriviamo al barbecue organizzato da un ragazzo argentino; l’atmosfera è davvero amichevole e carina, vengono allestiti dei divani in veranda nel giardino con piscina e facciamo quattro chiacchere con i gestori dell’ostello e con gli ospiti di differenti nazionalità ed età. Chiudo questa giornata ‘di spostamento’ con un tremendo mal di gola e naso chiuso; organizziamo le valigie per il volo interno di domani e via a nanna.

GIORNO 4: VALLE DE GUERRA (Tenerife) – PUERTO DEL CARMEN (Lanzarote)

Per colazione una ragazza dell’ostello ci prepara delle buonissime pancakes ed abbiamo anche il piacere di conoscere Mattia, il gestore, della nostra stessa provincia…e parla parla..si scopre che abbiamo pure un amico in comune. L’idea di oggi è quella di visitare la zona a nord-ovest di San Cristòbal de la Laguna, per quanto possibile ed un po’ a caso, in quanto abbiamo il volo per Lanzarote e dobbiamo essere all’aeroporto alle 13,30 massimo. Seguiamo la TF-141 e poi la TF-12, lungo la quale ci fermiamo al bel MIRADOR DE JARDINA verso Taganana. Al successivo MIRADOR PICO DEL INGLéS abbiamo la fortuna di intravedere il Pico del Teide in lontananza che spicca fra le nuvole…ed è innevato! Mamma mia, giusto l’altro ieri ci siamo saliti con una giornata di sole spettacolare, siamo stati davvero fortunati ad aver azzeccato la data. In caso di maltempo o di precipitazioni la salita al vulcano non si rende fattibile, quindi sarebbe stato decisamente un giorno perso..fra le lacrime! Valutiamo se proseguire lungo la TF-12 o scendere a qualche paesello costiero ma decidiamo in realtà di dirigerci alla cittadina di SAN CRISTOBAL DE LA LAGUNA dove ci fermeremo meno di un’ora. Il centro storico è carino, ricco di edifici storici e negozietti tipici. Riempiamo l’auto di diesel e la riconsegnamo puntuali in aeroporto dove l’attesa al gate per me è lunghissima in quanto ho sicuramente la febbre. Prendiamo il nostro primo volo ad elica verso Lanzarote! La prima impressione di Lanzarote è di una maggiore pulizia rispetto a Tenerife, qui le case sono tutte bianche, ordinate, ben tenute. Giunti all’hotel ‘Pension Magéc’ in PUERTO DEL CARMEN dormiamo fino alle 20,30 per poi uscire per una cena di pesce al ristorante ‘Cofradia de Pescadores’, in zona porto, davvero tutto ottimo, a prezzi decisamente ‘per turisti’ ma ben curato! Ci dissero che alla Canarie non piove mai…beh..usciamo intorno alle 22,30 e ci coglie una pioggerella sottile… Questo posto è dannatamente turistico, come mai visto nei giorni precedenti e le strade pullulano di inglesi. Rientriamo in albergo e a nanna volante.

GIORNO 5: PUERTO DEL CARMEN – TAHICHE

Mentre Federico dorme ancora un poco io scendo al supermercato per prendere il pane e frutta per oggi. Nonostante siamo attrezzati con la nostra immancabile moka, purtroppo questa piccola cucina dell’hotel non ha il gas, ma ci mettono a disposizione caffè solubile e cialde Nespresso…vabbé. Con un vassoio bello carico saliamo alla terrazza panoramica al terzo piano e ci godiamo una bella colazione vista mare. Il sole è già caldo! Partiamo verso il tanto atteso PARQUE NACIONAL DE TIMANFAYA, dai colori variopinti. Mi rattrista un po’ vedere una lunga fila di dromedari che trasporta turisti lungo un sentiero a lato strada. Ci fermiamo all’ufficio informazioni per ottenere una mappa del parco e qualche idea per delle passeggiate su questi vulcani, ben più bassi rispetto al Teide di Tenerife. Giunti allo sportello dell’info point ci troviamo protagonisti di un divertente siparietto: l’addetto che, alla nostra richiesta di informazioni sui sentieri della zona, si affaccia alla finestrella per guardare anzitutto che tipo di scarpe indossiamo, ahahah! Chissà a quante infradito dovrà dire ‘no’ ogni giorno! Ci suggerisce, cosa già ipotizzata da noi, di fare il trekking sulla CALDERA BLANCA (445 mt slm), il cratere più ampio dell’isola, il cui percorso è dato a circa 3 ore a/r, e così sia. Il sentiero è semplice, la prima parte si sviluppa all’interno di un pianoro brullo, per poi inerpicarsi sul fianco del vulcano. Una volta giunti sulla ‘cresta’ proseguiamo verso il punto più alto, davvero panoramico, merita di sicuro il cammino! Ci accingiamo a gustarci i nostri meritati panini quando sopraggiungono due corvi giganti che ci impediscono di pranzare, si avvicinano in modo aggressivo quindi desistiamo. Per colpa loro e del caldo mi trovo in completa crisi energetica. Giungiamo all’auto alle 15,30 e ci gustiamo i panini tanto agoniati, stile ‘miraggio nel deserto’; cambio abiti impolverati e ripartiamo verso il vicino paese MANCHA BLANCA dove ci sediamo ad un caffè per un buon gelato. Piccolo suggerimento: qualsiasi tipo di camminata lungo sentieri semplici o impegnativi che siano, richiede assolutamente delle scarpe con della buona suola corazzata, in quanto spesse volte ci si trova a camminare su vere e proprie rocce laviche molto appuntite, che dopo qualche ora creano fastidio ai piedi. Torniamo indietro in direzione Puerto del Carmen per fermarci alla RUTA DE LOS VOLCANES: un suggestivo giro ad anello fra sedimenti lavici e vulcani, esclusivamente in autobus. Lungo la provinciale LZ-67 troviamo la deviazione ben segnalata ed un check-in point: paghiamo 8 € p.p. Recidivi sui ritardi, il guardiano ci comunica che facciamo giusto in tempo a prendere parte all’ultima visita della giornata, quella delle 17. Guidiamo quindi lungo una strada che conduce ad una sommità ove troviamo un info point, forse uno shop, un posteggio enorme e gruppi di persone.

Prima del tour in autobus gli addetti ci invitano ad assistere a delle dimostrazioni riguardanti l’attività vulcanica del posto, ove ci viene comunicato che la temperatura arriva ad essere di 200°C sotto il terreno. A) viene buttato un secchiello d’acqua in un tubo nel terreno e ne sale un piccolo geyser. B) viene presa una manciata di sassolini in quei dintorni, ce li fanno toccare e sono bollenti C) una manciata di fieno viene gettata in un buco nel terreno ed ecco che prende fuoco.

Saliamo quindi sull’autobus, in partenza lungo una strada ben asfaltata; a bordo c’è un’audio-guida in inglese, spagnolo e tedesco e il bus ogni tanto si ferma nei posti più panoramici e significativi dal punto di vista della spiegazione di determinati fenomeni, ove però non è possibile scendere. Terminata la visita, davvero carina e ben organizzata, giriamo un po’ in auto nei dintorni per ammirare i colori straordinari di questo ambiente, giallo, arancione, marrone, rosso… finchè decidiamo di sgommare verso la nostra destinazione finale di oggi, a TAHICHE. Qui ci accoglie un altro ragazzo italiano, il gestore de ‘La posada Tahiche’, ed il soggiorno qui risulta essere molto bello e particolare: abbiamo una villetta tutta per noi. Dopo una giornata intensa ci gustiamo (che sembra chissà che…) un piatto di spaghetti al tonno e spegniamo la luce alle 22,30.

GIORNO 6: TAHICHE – HARIA

Siamo in partenza intorno alle 10 in direzione del MIRADOR DEL RIO. Facciamo una pausa al MIRADOR DEL VALLE, a Teguise, dove il sole illumina di colori stupendi le coltivazioni, i terrazzamenti verdi, gli strati di terra marrone-rosso, come sfondo per l’agglomerato urbano di un mono-colore bianco. Un zig zag in discesa lungo una strada stretta ci accompagna verso il mare nella VALLE DE MALPASO; arrivati al centro di HARIA visitiamo velocemente il ‘Museo dell’aloe’ (usata, sponsorizzata e venduta in ogni dove qui a Lanzarote) per poi sederci nella piazzetta del centro, piena di gente, per farci un drink. Giunti poi al MIRADOR DEL RIO paghiamo € 4,75 per l’accesso ad una vista pazzesca sull’Isola Graciosa e oltre… Usciti dal Mirador camminiamo lungo una strada che scende a destra, percorribile in auto a picco sulle scogliere e sulle SALINAS DEL RIO (nulla di che). In zona si trova il nostro prossimo alloggio per le due notti a venire: ‘El cortijo eco finca’, una casa rurale dove abbiamo una stanza prenotata, Emilio ci aspetta! In realtà all’arrivo non c’è proprio nessuno, tutta la casa è aperta, l’accesso alla cucina, sala, libri, tutto liberamente accessibile; solo due gatti sonnecchianti ci tengono d’occhio… Chiamo Emilio il quale mi comunica il posto dove ha lasciato le nostre chiavi, il tutto è super old style, con letto a baldacchino, un bagno arcaico o e muri spessi che tengono bel fresco all’interno della stanza. Ci rilassiamo sulla terrazza con vista panoramica (alle nostre spalle il vulcano MONTE CORONA e a sud distese immense di vitigni e il mare in fondo) per consumare il nostro pranzo al sacco e decidere il da farsi. Sono le 15,30 quando ci muoviamo; una donna che vive in un appartamento sottostante ci chiede se stiamo scendendo al paese di ARRIETA. Sembra drogata o ubriaca, ci spiega che è in una situazione di emergenza perchè dice di aver perso le chiavi della sua auto e sta aspettando che sua madre le porti quelle di scorta…dalla Francia..lunedì prossimo.. (?!?); dice di essere rimasta senza soldi e cibo da dare a sua figlia (e al cane Bubi). Le diamo quindi un passaggio al paese (mossi a compassione andiamo praticamente apposta) ma il tragitto è un’odissea…tentiamo di intraprendere un minimo di conversazione in spagnolo ma a tratti non riesco proprio a capire perchè biascica le parole, perde persino un’unghia finta nella nostra Fiat Panda. Ci racconta di sé, dice di trattare medicina tailandese, di aver vissuto in Argnetina, Canada e di essersi poi stabilita qui. Ci consiglia qualche buon ristorante di pesce e, ponendole noi il dubbio se recarci domani o dopodomani all’Isola Graciosa, ci consiglia di optare per domani, sabato, in quanto la domenica molti residenti ci vanno per la giornata. Come da sua richiesta la lasciamo alla stazione di servizio adiacente un piccolo supermarket e ritorniamo da dove siamo giunti, direzione HARIA, chiedendoci come tornerà a casa. Ci rechiamo poi alla famosa PLAYA DE FAMARA; inizialmente abbiamo valutato l’opzione di scendere lungo il sentiero a ridosso del PEñAS DEL CHACHE, ma ci è stato impossibile capire la distanza, il dislivello o il tipo di sentiero. Optiamo quindi di preseguire in auto e giunti alla spiaggia, ecco il paradiso dei surfisti: i kite surf colorano il cielo sfrecciando su onde alte e massicce. Ci rilassiamo con delle passeggiate sulla spiaggia oppure al riparo del forte vento dietro ‘barricate’ di ciottoli neri create ad hoc. Intorno alle 18 facciamo tappa a Tahiche in un supermercato poi proseguiamo dritti lungo la LZ-1 in direzione ARRIETA. Qui la destinazione è prettamente culinaria: tento di ricordare la descrizione del ristorante suggerito dalla donna questa mattina ed in effetti varchiamo l’uscio del ‘Ristorante Amanecer’. Ordino del ‘queso’ locale di Lanzarote, portate di pesce, tutto ottimo e davvero economico! Dopo questa cena soddisfacente ci dirigiamo ad un posto magico, suggerito da Emilio al telefono oggi: a JAMEOS DEL AGUA, un complesso di grotte e tunnel vulcanici con ristorante interno (o meglio…sotto terra) ed un lago salato, dove questa sera capita per l’appunto (e per fortuna nostra!) un concerto di un quartetto locale: oboe, tastiera, cajon, ukulele e voce. Emilio ci ha detto essere un evento imperdibile! Giunti alla biglietteria ci comunicano che il concerto inizia alle ore 22,30 ed il ticket è di € 9,50. E’ ancora presto quindi torniamo in auto per organizzare la giornata di domani. Poco prima dell’orario previsto paghiamo l’ingresso e scendiamo lungo delle rampe di scale, dentro ad una grotta profonda, costeggiano il ristorante e giungendo al fondo vicino ad una pozza ove si notano dei piccoli animali luccicanti, sembrano insetti preistorici. Costeggiamo la pozza ed arriviamo ad un’altra ampia grotta ove i musicisti stanno facendo il sound check. L’acustica è eccezionale, da brividi, un’amplificazione naturale allucinante. E’ anche creato un gioco di luci all’interno della grotta che a tratti vanno ad illuminare la pozza, le pareti, i musicisti. Da favola. Super esaltati da questo concerto rientriamo alla finca intorno alle 24,30 e via a nanna, anche se faccio fatica a prendere sonno, non so se più per il rumore o per l’inquietudine: la donna a cui abbiamo dato un passaggio è in giro a cercare il cane Bubi urlando e piangendo. Tutto sommato questo posto risulterà per noi indimenticabile!

GIORNO 7: HARIA e dintorni

Con molta calma approntiamo la colazione all’interno della cucina della finca. Non si vede ancora anima viva e ci chiediamo..a chi pagheremo il soggiorno? Questo posto potrebbe essere davvero super stellato se fosse mantenuto in ordine e pulito, mentre sembra proprio tutto abbandonato e abbiamo dovuto lavare il padellino del latte tre volte prima di usarlo. Però questo è lo stile di Enrico, un contadino che lascia un foglio di accoglienza alla porta dove specifica che ‘questo non è un albergo’ ma una casa rurale e se non ti piace, prosegui oltre… Noi ci adattiamo bene in qualsiasi posto ci imbattiamo, ma non posso in effetti biasimare recensioni non troppo positive. Scendiamo al supermarket di Arrieta e proseguiamo per ORZOLA, dove domani prenderemo il traghetto per la Isla Graciosa; alla fine abbiamo valutato di visitare l’isola di domenica, contrariamente a quanto suggerito dalla padrona di Bubi. Sondiamo il terreno visitando il centro abitato (posteggi, negozietti, imbarco del traghetto etc..). Ci pare di capire che questa zona a nord non sia famosa per le spiagge, in effetti prevalgono scogliere di rocce vulcaniche appuntite. Compriamo il biglietto del traghetto di domani, il che ci riduce il costo da 20 a 15 € p.p. Facciamo un giretto nel paese e sul lungomare per poi riprendere la via del ritorno verso le CUEVA DE LOS VERDES. Prendiamo parte alla visita guidata delle 14,40 all’interno di un tunnel a circa 45 mt sotto terra, lungo circa 1 km (altri 5 km non sono visitabili e percorribili), che dura circa 50 minuti. La nostra guida, Magda, è davvero molto brava e coinvolgente, ci spiega in spagnolo ed inglese il fenomeno della creazione di questi tunnels sotterranei a partire dal vulcano Corona verso il mare in epoca antica. Usciamo alla luce intorno alle 15,10 e ci dirigiamo ad Héria. Sotto un caldo torrido cerchiamo un posteggio per l’auto sotto l’ombra di alcune piante e procediamo alla CASA MUSEO DI CéSAR MANRIQUE. La descrizione degli interni e della visita guidata non ci attrae particolarmente quindi decidiamo di restare nel giardino esterno ad accesso pubblico. Ci spostiamo poi verso il centro paese per un gelato per poi proseguire verso PLAYA DE MALA, che ci risulta introvabile quindi optiamo per tornare verso Jameos del Agua dove ieri, lungo una provinciale che costeggia il mare, abbiamo visto delle piccole spiagge. Ne troviamo una carina dove ci rilassiamo; la particolarità è che la sabbia non arriva fino al mare, che in realtà è delimitato da scogli di origine lavica. Intorno alle 18,50 leviamo le tende per tornare al ristorante di ieri e spararci una seconda, ottima cena di pesce, dopo di che vorremmo recarci al MIRADOR DEL RIO per fare delle foto al tramonto ma stranamente in quella direzione, e sopra il Monte Corona, campeggiano delle brutte nuvole. Ci andiamo ugualmente e dal promontorio vicino al Mirador (che è chiuso a quell’ora), si vede solo una parte di costa dell’Isla Graciosa quindi decidiamo di rientrare alla finca, dove anche stasera soggiorneremo; puntiamo la sveglia alle 6,45 e via a dormire!

GIORNO 7: HARIA – ISLA GRACIOSA- PUERTO DEL CARMEN

La sveglia suona molto presto ma, nonostante le nostre migliori intenzioni e con mezzo occhio operativo sulla brochure dei traghetti per la Isla Graciosa, decidiamo di saltare la preventivata corsa delle 8,15 optando per quella delle 10, il che ci consente di dormire ancora un po’…tutto sommato siamo in vacanza, no?? Durante la colazione telefoniamo ad Emilio per il pagamento ed i ringraziamenti ma nulla, non risponde…Alché prepariamo una moka di caffé extra per la giornata da mettere nel thermos e pensiamo di lasciare una busta con i soldi in uno dei libri presenti nella sua ampia libreria, comunicandogli poi la localizzazione. Mentre Federico sistema le valigie in auto, scorge un uomo sul pendio retrostante la finca, tutto intento a zappare. Non può che essere Emilio, il quale in effetti si avvicina e si presenta (dopo due giorni … ahaha). Gli lasciamo la busta e partiamo verso Arrieta, dove acquistiamo pane, acqua e frutta per la gita sull’isola, per poi proseguire verso Orzola. Diciamo che avremmo potuto evitare di scendere al paese per i viveri in quanto ad Orzola ci sono due/tre piccoli supermarkets ed una panetteria con dei dolcetti invitanti.. Sono le 9,55 e ci buttiamo in un bar per un caffè prima di imbarcarci sul traghetto delle 10…preso per un soffio. La traversata è di circa una mezz’ora e una volta sbarcati sull’ ISLA GRACIOSA, a CALETA DEL SEBO, l’unico vero centro abitato, ci rechiamo al ‘Mato bike rental’, un garage da cui fa capolino un ragazzo che ci aiuta a scegliere due biciclette -pare in ottime condizioni-per la giornata, al costo totale di 25€. Ci dà anche ottime dritte su come organizzare il percorso, se non ricordo male dovrebbero essere 3: da 15 km, 14 km o 5 km lungo la costa. Si accerta che abbiamo buone scorte di acqua e partiamo..da un cielo nuvoloso il tempo sembra volgere al sole; essendo una piccola isola si capisce come il meteo possa essere altamente variabile. Dopo una breve salita che ci porta fuori dal paesino, percorriamo un breve tratto quasi pianeggiante per poi scendere in picchiata lungo queste strade interamente sterrate verso la bella PLAYA DE LAS CONCHAS. Parcheggiamo le bicilette negli appositi stalli, presenti ad ogni luogo di interesse e camminiamo a piedi nudi sulla spiaggia. Come si è potuto capire la vita da ‘turista di mare’ non fa per noi e, nonostante il clima avrebbe consentito un bel bagno, non ci siamo prodigati in tutto ciò per tutta la nostra vacanza alle Canarie…anzi…ci siamo tenuti appositamente a debita distanza da tutti quegli agglomerati turistici tipici di queste isole, prevalentemente localizzati sulle coste sud. Ripartiamo sulle due ruote per ‘tagliare’ l’isola; passando dalla costa ovest a quella orientale arriviamo alla BAJA DE LAS MAJAPALOMAS, dove il colore nero del basalto lavico sembra impreziosire il giallo dorato della vicina spiaggia del Ambar. Questo posto ci piace davvero molto e decidiamo di fermarci su questi scogli battuti dalla forza delle onde per un pranzo al sacco. Sono circa le 14 ed ora il sole è veramente cocente sopra le nostre teste! Ripartiamo in sella alle nostre bici in direzione sud, verso la CALETA DE PEDRO BARBA ma, non capendo bene se si tratti di un centro abitato o che, valutiamo di tenerci sulla destra per seguire il giro ad anello che, dopo un paio di salite, ci permette di scendere in picchiata verso Caleta de Sebo, il nostro punto di partenza di oggi…via col vento! In realtà al bivio aggiungiamo un piccolo tragitto verso la MONTAñA AMARILLA, ma per ultimare questo percorso (e quindi la visita all’intera isola) avremmo da preventivare ulteriori 14 km a/r…sarebbe carino ma ci accontentiamo dei nostri 15 km fatti, spettacolari! Riconsegnata la bicicletta visitiamo il paese fra viuzze sterrate e casette bianche con rifiniture variopinte; nell’attesa del traghetto delle 16 ci sediamo ad un caffè. Giunti poi ad Orzola proseguiamo sulla la LZ-1, dritti verso la nostra destinazione di oggi (e dell’intera vacanza, ahimé): Puerto del Carmen. Ormai abbastanza esperti di questa cittadina seguiamo le indicazioni per il nostro alloggio di questa notte: ‘Apartamentos El Callao II’ a La Asomada, su un pendio sovrastante Puerto del Carmen, da cui si gode una vista favolosa. Usualmente l’ultima notte dei nostri viaggi tendo a prenotare delle locations migliori delle precedenti, per lo meno come piccola consolazione al dispiacere per la vacanza in fase di chiusura. Giunti intorno alle 18 a questa mega villa con piscina, occupata per metà dal proprietario e per l’altra metà divisa in locali in affitto, veniamo accompagnati all’appartamento; facciamo una doccia e cominciamo ad riassettare le valigie per il volo di domani finchè lo stomaco comincia a farsi sentire. Stanchi della giornata intensa di oggi, fra giri di bicicletta e un caldo potente, non vogliamo girovagarea zonzo in questo posto turistico per delle mezz’ore per scegliere un ristorante, quindi decidiamo già in camera di optare per un un menu di carne, hamburger nella fattispecie e da lì controlliamo online qualche locale per andare più dritti e veloci possibile. Scegliamo il ‘Brian Boru irish pub’, molto semplice da trovare, sul lungomare e con una buona scelta di birre. Ad ora non troppo tarda rientriamo in appartamento.

GIORNO 8: PUERTO DEL CARMEN (Lanzarote)- Italia

Volo delle 7,35 per il rientro in Italia. (il paragrafo più breve della storia).

[Canarie vulcaniche, una natura straordinaria, a presto!]



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