Febbraio a Tenerife

In vacanza per il carnevale, per conoscere l'isola e le sue bellezze culturali e naturali e per un anticipo di primavera
Scritto da: paolof
febbraio a tenerife
Partenza il: 10/02/2013
Ritorno il: 17/02/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Partenza da Pisa con volo Ryanair con destinazione Tenerife sud: è il 10 febbraio e andiamo alla ricerca di una primavera anticipata, approfittando dell’occasione per vedere il famoso carnevale canario, anche se ciò comporta una spesa un po’ più alta per la tariffa aerea, essendo considerato periodo di alta stagione. Arriviamo puntuali alle 11 locali, ritiriamo l’auto a noleggio (Avis), e ci dirigiamo subito in direzione nord. Abbiamo programmato il soggiorno in due fasi, la prima con base a Puerto de la Cruz, nel nord, la seconda nel versante meridionale dove si dice che il clima sia sempre molto più caldo. Facciamo subito alcune soste di ambientamento, e visitiamo nell’ordine Guymar (con le famose piramidi dei Guanci), Candelaria (con la sua basilica sul mare) e La Laguna, vecchia capitale, oggi tranquilla e affascinante città universitaria. In serata raggiungiamo la nostra prima meta, dove abbiamo prenotato all’hotel San Borondon, buon tre stelle in posizione tranquilla e con ottimo rapporto qualità prezzo. A Puerto ci sono ancora festeggiamenti carnevaleschi, ma dopo aver cenato in un ristorante del centro andiamo a dormire, vinti dalla levataccia mattutina.

Il lunedì lo dedichiamo interamente alla visita del Loro Parque, dove restiamo dalle 10 di mattina alle 18,30. Definirlo zoo è riduttivo: innanzitutto la fondazione che lo gestisce è seriamente impegnata in progetti di salvaguardia ambientale in mezzo mondo, soprattutto in difesa di pappagalli e cetacei, poi le gabbie sono molto ampie e la “detenzione” è molto mitigata. Decisamente notevoli, poi, gli spettacoli, dai delfini alle orche, alle foche e ai pappagalli. Cena al ristorante “El Pescador”, dove torneremo anche la sera successiva e dove abbiamo scoperto l’antipasto a base di “patate rugose”, specialità canaria consistente semplicemente in patate lessate con molto sale, da condire con una salsa locale, il cosiddetto “mojo”: lo riguasteremo più volte anche nelle sere seguenti.

Il giorno successivo, martedì grasso, visitiamo subito la caratteristica cittadina di Orotava, con il suo bel centro storico e la bella “casa dei balconi”: anche qui è festa e si sta preparando la sfilata di carnevale, ma noi proseguiamo per la capitale, Santa Cruz de Tenerife, dove la festa carnevalesca si preannuncia maestosa. Arriviamo prima di mezzogiorno e già la città è bloccata dai preparativi per la sfilata: girovaghiamo un po’ per il centro, poi ci mettiamo in posizione per assistere al corso, trovando per 5€ due tranquilli posti a sedere in seconda fila. Alle 16 inizia la sfilata e, tra carri e figuranti, organizzati o improvvisati, è tutto un susseguirsi ininterrotto di maschere, molto divertente e in piena allegria, anche se dopo 2 ore e mezza, non vedendo ancora la fine abbandoniamo la postazione e, anticipando il caos del traffico, rientriamo alla nostra base.

Mercoledì mattina ci spostiamo verso la nostra seconda sede di soggiorno. Lungo il tragitto visitiamo Icod de los vinos, con il bel parco della dracena (albero millenario simbolo dell’isola) e un bel museo delle farfalle, e Garachico con il suo bel centro storico e il lungomare battuto dalla mareggiata. Superate le montagne, raggiungiamo la zona sud dell’isola e dopo una breve sosta a Los Gigantes (maestose scogliere a picco sul mare) arriviamo all’hotel prescelto, che è in pratica un agriturismo immerso in una piantagione di banane. L’hotel rural El Navio, ad Alcalà, ha una decina di camere, tutte con terrazza con vista sui bananeti e sull’oceano distante circa 500 metri, ed è un luogo incantevole fuori dal caos e dall’affollamento delle zone più turistiche che però sono a portata di mano. Qui trascorreremo quattro notti tranquillissime, gustando ogni mattina una piacevole prima colazione in gran parte a base di prodotti dell’azienda (formaggi, marmellate di banane e papaya, frutta fresca e spremute).

Il clima intanto, dalla variabilità comunque temperata dei primi tre giorni, si è fatto davvero primaverile con punte di 25 gradi che ci permettono di trascorrere le giornate in maniche di camicia, e di fare anche qualche puntatina balneare.

Il giovedì lo dedichiamo a una gita nelle località balneari di Las Americas e Los Cristianos, enorme agglomerato urbano che però ha un bel lungomare in cui passeggiamo e ci facciamo anche un assaggio di mare: nonostante sia febbraio in molti fanno il bagno, la temperatura è di oltre 20 gradi e anche noi ci prendiamo una “tintarella” per fare invidia al rientro. Il pomeriggio decidiamo di visitare anche il Jungle Park, o Parco delle aquile, posto a breve distanza da Arona. Come zoo non è per niente paragonabile al Loro Paque, il biglietto è piuttosto caro, ma lo spettacolo di falconeria è comunque appassionante. La sera ceniamo al ristorante Arlequin, a Playa San Juan: consigliato.

Venerdì affrontiamo il Teide. È una giornata limpidissima e assolata, e a oltre 2000 metri di quota la temperatura è comunque di circa 15 gradi e si sta bene. Facciamo qualche bella passeggiata, e ammiriamo le colate laviche e le varie formazioni rocciose, in un contesto giustamente nominato patrimonio dell’Umanità. La sera, ottima cena al “Rincon Canario” di Alcalà.

Sabato, ultimo giorno, lo dedichiamo alla vallata di Masca, altro ambiente affascinante in mezzo alla natura, raggiungibile con una stradina stretta e tortuosa, molto impegnativa al volante. Poi un po’ di shopping, e la domenica si ritorna a casa.

In conclusione, un’ottima occasione per spezzare il nostro inverno: una vacanza abbordabile come distanza e prezzi (benzina poco sopra 1 € al litro, a cena non abbiamo ami speso più di 20 € a testa). L’isola è molto urbanizzata, ma si trovano ancora aree naturali e paesini (quasi) incontaminati che ci sentiamo di consigliare a tutti, soprattutto in periodo invernale.



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