Islanda, in tre stagioni

Inverno, autunno, primavera. Queste sono state le tre stagioni durante le quali ho avuto la fortuna e il privilegio di visitare questa terra unica.
Scritto da: Fairyfloss
islanda, in tre stagioni
Viaggiatori: da 2 a 5
Spesa: 1000 €
Inverno, autunno, primavera. Queste sono state le tre stagioni durante le quali ho avuto la fortuna e il privilegio di visitare questa terra unica. Negli ultimi anni il turismo dell’isola è aumentato a dismisura e secondo me, è un gran peccato. Certi luoghi andrebbero tutelati dai viaggi di massa molto più di altri, per non distruggerne quell’equilibrio perfetto e surreale che riescono a regalare a chi le respira e le visita. Probabilmente sono troppo di parte, l’Islanda era uno dei miei sogni e sono riuscita a realizzarlo più volte, preferendola spesso a nuove terre e continuerò a metterla in cima alla mia classifica, nonostante gli altri paesi meravigliosi che ho avuto modo di attraversare. Snæland (questo, uno dei molti nomi attribuiti a questa isola misteriosa: “terra innevata”) è un tenero soufflè ricoperto di zucchero a velo, con una scorza tosta e quell’animo caldo che la rende succulenta in un’esplosione di sapori e colori. Qui il clima cambia repentinamente, il suo umore varia di ora in ora, più ti sposti al suo interno e più ti ritrovi nel mezzo di una tormenta, poi un sole forte che fa brillare la neve. Arcobaleni, aurore boreali per i più fortunati, cascate di tutte le forme e dimensioni, antichi alloggi di torba, vasti campi sbuffanti vapore che uniscono monti e mare, rocce e scogliere dai lineamenti geometrici scolpite dai secoli e dal vento… l’Islanda è questo e altre mille sorprese. E’ una fiaba, è l’amore dal quale vuoi sempre tornare. Dopo la prima volta, ho avuto timore di tornarci una seconda, figuriamoci la terza, questo perchè ogni luogo del pianeta ha la sua sorpresa iniziale e ho temuto che certe emozioni non potessero tornare di nuovo, avevo paura di restare delusa, che potesse perdere quella scintilla ai miei occhi e invece no. L’Islanda è un qualcosa che è fuori da ogni tempo ed ogni spazio, dove mille scenari naturali si incontrano e si scambiano rapidamente, dove il terreno è vivo, si muove e respira. È dove la luna è gigantesca e dove la notte regala spettacoli che continuerò a voler vedere ogni volta che ne avrò l’occasione. È riconciliazione, è serenità, è riflessione, è il posto in cui anche il cuore del peggior criminale ha un sussulto d’amore, è un regalo del mondo…e non esagero mai quando dico questo.

Qui è dove ho incontrato la felicità pura, è dove la vivo ancora ed è dove andrò a cercarla di nuovo. Generalmente tutto inizia dall’aeroporto di Keflavík, dove consiglio di noleggiare una buona 4×4 se si è dalle quattro persone in su, altrimenti ve la potete cavare anche con una utilitaria, ma in inverno eviterei di esser troppo temerari e spingersi su strade al di fuori della Hringvegur, a meno che non controlliate passo passo la situazione delle strade sui siti islandesi consigliati. La prima volta stavamo per impantanarci nel ghiaccio in mezzo al nulla, fortunatamente la piccola Yaris Serie 2 non ci ha tradito nemmeno sotto la neve, però ecco… vi suggerisco di non esagerare se non siete in possesso di un 4×4, evitate le strade contrassegnate dalla lettera “F” poichè l’assicurazione non coprirà gli imprevisti!

Detto questo, torniamo al nostro itinerario.

Se si arriva di giorno, indicherei delle deviazioni da non sottovalutare prima di arrivare a Reykjavík.

C’è il ponte che unisce i due continenti, Eurasia e America, molto suggestivo. Da qui si prosegue la guida con colonne sonore islandesi, ambient e perchè no… anche un po’ di silenzio che riesca a far respirare addirittura le orecchie. Giunti dalle parti di Grindavík, troviamo la ormai nota Blue Lagoon, le sue acque sulfuree celesti come il cielo sono sicuramente da immortalare, magari davanti ad un caffè. Per quanto mi riguarda, le terme che ho preferito maggiormente sono state le “Hot springs Secret Lagoon”, in prossimità dell’ultima tappa del Golden Circle (che vedremo più avanti).

Quando si arriva a Reykjavík si notano modernità e colori, tanti colori, a febbraio noterete ancora le lucine di Natale in giro e vi chiederete se gli islandesi siano un po’ scordarelli… non è così! Le luci vengono lasciate di proposito per dare colore ed allegria durante il periodo più buio dell’anno.

Un paio di giorni possono bastare per percorrerla tutta, ammirare la chiesa luterana Hallgrímskirkja, mangiare ricche zuppe e pane di segale, entrare nei vari negozietti e passeggiare la sera sotto la cangiante Harpa Concert Hall.

Dalla capitale, ogni volta ho proseguito in direzione Golden Circle, che consta di tre tappe fondamentali: la prima sosta è il parco nazionale Þingvellir, con i suoi percorsi tra pietre laviche, distese immense e piccole cascate come quella di Öxarárfoss. La seconda è la valle dei geyser, dove si possono contemplare alti getti di vapore e acqua che provengono dal sottosuolo. E’ l’unico posto in Europa a regalarci questo spettacolo, e ne vale davvero la pena aspettare che Strokkur (il solo geyser ancora pienamente attivo) si carichi dalle viscere più profonde del terreno per poi scoppiare in una colonna fumante alta circa 40 metri. L’ultima tappa del Circolo D’Oro sono le cascate Gullfoss, il cui nome sta a significare proprio “cascata dorata” grazie al bagliore che riflette quando il sole fa capolino su di essa. Già una giornata come questa riempie gli occhi di splendore, immaginate quanto altro ha da offrire quest’isola fantastica?

A proposito del Circolo D’Oro, suggerisco deviazioni a mio avviso molto appropriate, quali: Brúarárfoss, una cascata nelle vicinanze dei geyser, la cui particolarità sta nella sua acqua blu che appare come un dipinto. Non è facilissima da raggiungere nei periodi invernali, però è una passeggiata che regala un gran bel premio per gli occhi. Nel mio caso, ho visitato qualcosa di molto simile dalle parti di Akranes, ma Brúarárfoss è ancora sulla wishlist nel caso in cui tornassi in estate. Infine, come già anticipato, concluso il Golden Circle si potrebbe effettuare una sosta rilassante presso i bagni termali della Secret Lagoon, i più antichi d’Islanda. Queste terme non sono molto frequentate e le preferisco proprio per la loro locazione pacifica, priva di caos ed esuberanza. E’ qui che in un freddo giorno di fine marzo mi sono immersa in queste acque calde e dopo poco ha cominciato a nevicare… pace al 100%.

Nuovo giorno, nuove destinazioni!

Si procede sulla Hringvegur, verso Seljalandsfoss, una spettacolare cascata caratterizzata da un sentiero che permette di inerpicarsi sin dietro la cascata stessa per scrutarla da ogni lato… ci si sente come dei piccoli folletti! Da qui, sempre più verso sud, si arriva ad un’altra imponente e famosa cascata islandese. Skógafoss, una delle più raccontate e delle più suggestive, con un getto d’acqua di 60 metri di altezza proveniente dal ghiacciaio Eyjafjallajökull. Nelle giornate di sole si può ammirare un arcobaleno, che si narra cada direttamente dove si trova il tesoro d’Islanda. Acqua, fuoco, natura e forza… questo è ciò che si apprezza man mano che ci si addentra nella maestosità di queste terre. Reynisfjara, la spiaggia di sabbia nera, accoglie onde minacciose che hanno una risacca così imponente da far intimorire chi le osserva da svariati metri di distanza.

Il paesaggio è questo: alle spalle, scogliere in colonne di basalto che sembrano scolpite e intagliate da un essere misterioso; davanti agli occhi, l’impetuoso mare del nord che si infrange tra rocce e sabbia vulcanica.

La mia ambizione è di approdare almeno un’altra volta su quest’isola, sia perchè è il mio posto del cuore, sia perchè ho ancora molte cose in lista da voler vedere. Ad esempio: il Fjaðrárgljúfur canyon, la cascata Svartifoss, entrambe al sud del paese, lo Stuðlagil Canyon ad est, la cascata degli Dei, Goðafoss, al nord e la penisola di Westfjords a nord ovest.. poi, potrò ritenermi quasi totalmente soddisfatta delle mie escursioni in terra nordica. Nel mentre, le consiglio a voi. Quando si procede verso sud, ci si avvicina alla parte che amo di più: il ghiaccio. Fare hiking sul ghiacciaio Vatnajökull, berne la sua acqua limpida e fresca mi ha mandato in visibilio come una bambina, sembra tutto di cristallo e il ghiaccio compresso assume un colore blu sgargiante come un evidenziatore.

Diamond beach, è la spiaggia di diamanti per l’appunto, ma ahimè non potrete farci fortuna perchè non hanno niente a che fare con ciò che trovate in gioielleria.

Bensì, si tratta di piccoli iceberg che staccandosi dal ghiacciaio, navigano nelle docili acque della laguna di Jökulsárlón, la attraversano insieme alle foche e si adagiano su questa spiaggia, prima di lasciarsi cullare in mare aperto verso l’infnito.

Un piccolo suggerimento per la laguna di Jökulsárlón: visitatela al tramonto, è il momento migliore per osservarne i colori tra rosa e celeste fondersi in mille tonalità che si specchiano tra acqua, ghiaccio e cielo, in una quiete più unica che rara. La ring road procede verso nord, la macchina si addentra in un nuovo scenario tendente al rossastro, tra le solfatare in prossimità del lago Mývatn, dove potrete trovare altri stabilimenti termali niente male. Nelle vicinanze, abbiamo attraversato Dimmuborgir, un labirinto di formazioni laviche antiche centinaia di anni.

E le cascate? sono finite? Figuriamoci! Una deviazione tra neve e strada ghiacciata ci ha condotto alle cascate Dettifoss, a mio avviso le più irruenti dell’intero paese. Andandoci a fine ottobre, sentirete talmente freddo che l’effetto lifting in foto sarà assicurato!

L’on the road prosegue, i tempi di percorrenza al nord sono più lunghi per le meno tappe, ma la serenità che si respira è qualcosa che non ha spazio nè tempo. Mi ritrovo a pernottare alle pendici del cappello di strega, Kirkjufell, un monte molto caratteristico per la sua forma affusolata, questo si trova sulla penisola di Snæfellsnes dove è situato un parco nazionale immerso tra mare, montagne e cavalli islandesi.

Da qui, il giro inizia a concludersi, dopo 1300 km si ritorna verso la civiltà del popolo autoctono, sanno divertirsi e sanno farlo comunque in modo ordinato, ovunque ti senti al sicuro. Sono grata per questo luogo, per le sue luci, per la sua natura, per le sue unicità, per la sua tranquillità e per quei drappi verdi nel cielo notturno che rievocano la danza delle valchirie e la gradiosità dell’universo.

L’Islanda è una terra fredda che scalda il cuore ed è inevitabile che faccia scendere una lacrima davanti al suo splendore, soprattutto al momento dei saluti.

Vi lascio con un video girato nel 2017, dalla mia amica e compagna di viaggi Emanuela, immergetevi e assorbitene ogni momento: https://vimeo.com/244451200

A presto, Meraviglia.

INFO BOX

  • Volo a/r : o diretti Norwegian oppure scali tramite WizzAir e EasyJet, si possono trovare ottime combinazioni (ma occhio alle dimensioni dei bagagli!)
  • Auto affittata tramite Hertz: 4×4 ca. 500 € per 8 giorni, Yaris Serie 2 ca. 200 € per una settimana, Golf versione ComfortLine ca. 160 € inclusa assicurazione.
  • Ingressi bagni termali: Blue Lagoon (ad oggi) circa 80 €, Mývatn Nature Baths ca. 30 €, Secret Lagoon ca. 23 €.
  • Escursione sul ghiacciaio Vatnajökull ca. 150 €
  • Controllare la condizione delle strade su: http://www.road.is/travel-info/road-conditions-and-weather/
  • Per monitorare il meteo, al fine di vedere l’aurora: https://en.vedur.is/


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