Islanda in auto

Immersi nella natura del sud: parchi, ghiacciai, cascate e geyser
Scritto da: Lombo
islanda in auto
Partenza il: 01/04/2015
Ritorno il: 07/10/2015
Viaggiatori: 3
Spesa: 1000 €
Finalmente dopo parecchi anni di rinvii per svariati motivi quest’anno passeremo 6 giorni nella fredda e spettacolare Islanda.

Prima di tutto le notizie generali

Periodo: Quello scelto da noi 1-7 Aprile è di bassa stagione, e questo certamente ha influito sui costi. Tuttavia è un periodo che non mi sento di consigliare perché la temperatura è ancora rigida e quindi tante siti non si possono vedere in tutta la loro bellezza (la portata delle cascate, la fauna migratoria, Jokulsarlon con pochissimi iceberg, l’improbabilità delle aurore boreali, piste interne chiuse), e, nel contempo non c’è la spettacolarità dell’inverno.

Voli: Non è vero che i collegamenti sono costosi. Oggi parecchie compagnie lowcost volano verso l’Islanda. Bisogna solo adattarsi a fare scalo e cambiare volo. Noi per esempio abbiamo volato con Easyjet facendo scalo a Londra, ma abbiamo notato che ci sono voli per Reykjavik ad es. da Bristol e Manchester. Quindi basta passare qualche ora su Internet e, prenotando con un certo anticipo, una soluzione conveniente la si trova. Noi abbiamo speso circa 800€ in 3 con un bagaglio da stiva (costo del bagaglio per le 4 tratte 200€) tutto con Easyjet.

Macchina: E’ vero, il noleggio costa abbastanza (ma sempre meno che in Italia), ma i prezzi si sono abbassati negli ultimi anni. A noi, una Chevrolet Trax 4×4 con Sixty è costata 450€ (sempre 6 giorni) assicurazioni complete comprese.

Alloggi: Tralasciando la soluzione sacco a pelo ed ostelli, noi abbiamo adottato la soluzione Cottage che costano un pochino di più (una media di 210€ per 2 notti), ma ci ha permesso di usufruire di una cucina completa e quindi di evitare i costosi ristoranti locali, comprando il necessario nei supermercati.

Abbigliamento: Abbiamo trovato giornate di sole a -8° e giornate di pioggia con 8°.Quindi l’escursione è notevole. La cosa che invece non è mai cambiato è stato il vento sempre impetuoso. Quindi l’imperativo è un ottimo antivento impermeabile e un copripantalone impermeabile per il resto vestitevi a cipolla.

Tutto ciò ci ha permesso di viaggiare in pieno comfort con una spesa complessiva di circa 2.500€ (imprevisti compresi).

Veniamo ora al nostro tour. Abbiamo deciso di limitare la nostra visita alla parte meridionale perché non amiamo molto stare in macchina e quindi abbiamo fatto tappe corte ad esclusione di quella per la laguna ghiacciata di Jokulsarlon.

Martedì 31 marzo 2105

Il volo Milano Malpensa – Londra Luton è previsto per le 21:00, ma un ritardo (e scopriremo che è una caratteristica frequente per questo collegamento) ci fa decollare un’ora dopo. La cosa è abbastanza scocciante perché a Luton avevamo preso una camera, a caro prezzo, in un hotel appena fuori il terminal per dormire visto che oggi abbiamo lavorato regolarmente ed il giorno di arrivo in Islanda sarà già un giorno intenso. Atterriamo alle 23 ed ora che ci buttiamo nel letto è mezzanotte passata.

Mercoledì 1 aprile 2015 150 Km

Partiamo alle 7:30 da Luton ed atterriamo a Keflavik verso le 10:30. Ci dà il buon giorno un bel cielo azzurro ed un sole splendente. Ritiriamo i bagagli e ci dirigiamo verso il punto di ritrovo della Sixty che ha gli uffici fuori dall’aeroporto collegati con un sevizio navetta. Quando usciamo ci accorgiamo quanto è ben riscaldato l’aeroporto, e quanto è impetuoso il vento, ma l’aria stessa frizzante e limpida ci rende felici……SIAMO IN ISLANDA! Non ci sembra ancora vero. La dura realtà ci fa tornare con i piedi per terra quando entriamo negli uffici della sixty. L’impiegato appena tocca a noi ci chiede i documenti e poi con un grande sorriso se ne va, tornando una decina di minuti dopo con un caffè fumante. Allibiti lo guardiamo riprendere la nostra pratica per dirci, dopo una telefonata, che la nostra auto non è ancora pronta e che ci sarà da attendere una ventina di minuti?!

Va be, siamo ancora felici di essere in Islanda, o, forse siamo intontiti da solo 3 ore di sonno, aspettiamo.

Dopo i venti minuti il commesso riprende la pratica e parlando velocemente ci dice tutte le clausole del contratto… convinti di averle capite tutte firmiamo e, finalmente usciamo, ma ci accorgeremo alla fine che una, invece, non l’avevamo capita!

Carichiamo i bagagli e impostiamo il nostro navigatore (avviso che il costo in loco di un navigatore è altissimo (a noi sarebbe venuto 240€, conviene comprarne uno nuovo in Italia con le mappe islandesi (Garmin 98 €)) e via verso la capitale.

A Reykjavik abbiamo prenotato un appartamento (A Part of Reykjavík – Njálsgata 53 costo 220€) in una via centrale vicinissimo alla cattedrale. La strada verso Reykjavik la si fa su un vialone a doppia corsia. La scarsità di traffico ci fa ammirare un paesaggio brullo coperto da un sottile strato di neve che spende sotto il sole. Ci fermiamo subito al primo supermercato (Bonus, molto conveniente) e subito dopo ci fermiamo per un veloce panino e dell’ottima frutta. La prima meta è il parco nazionale di Thinvellir. Scopo è vedere la frattura tra la placca americana e quella euroasiatica. Ci arriviamo dopo aver percorso delle strade incredibili dove il vento sollevava la neve fino a provocare delle piccole bufere nonostante il sole splendente… fantastico. Il paesaggio è fiabesco con le montagne bianche ed il mare blu intenso con un cielo senza nuvole che più azzurro non si può. Arriviamo al parcheggio e subito ci addentriamo nello stretto sentiero stando attenti alle immense lastre di ghiaccio che ci sono. Le foto si sprecano soprattutto sulla veduta del lago che in buona parte è ghiacciato come lo è il fiume Oxara che scorre lì vicino. Chissà che spettacolo in estate. Passiamo qualche ora spingendoci anche verso la chiesetta e le 4 casette che compaiono in tutte le foto che si trovano in rete di questo magnifico posto. Ma alla fine la stanchezza ci assale e torniamo verso casa scoprendo che la strada percorsa solo poche ore prima ora è in buona parte coperta di neve… e il sole continua a splendere.

L’appartamento lo troviamo subito e rimaniamo ben impressionati dalla sua pulizia e spaziosità. È ben arredato e con tutti gli elettrodomestici che servono (c’è anche la lavatrice). Riposti i bagagli andiamo a fare un giro alla cattedrale dove evitiamo di salire in cima per via del vento forte. L’impatto è forte e le facciate che riprendono le forme delle colonne di basalto molto particolare. L’interno è molto spoglio ma salta all’occhio l’enorme organo con le canne cromate. Vorremmo fare un giro per le vie ma la stanchezza è veramente tanta.

Giovedì 2 aprile 2015 240 Km

Al risveglio il sole è ancora presente in cielo e già questo è un ottimo inizio. Colazione e poi via verso il sito di Geysir e poi alla Cascata d’oro di Gullfoss. La strada che scegliamo segue la mitica 1 per poi deviare lungo la 43. Sono 100 Km molto spettacolari che danno un’idea di quello che vuol dire inverno con il paesaggio bianco a perdita d’occhio. Vediamo anche i famosi pony islandesi che affrontano in scioltezza un vento micidiale e i -8°. Noi non resistiamo e ci avviciniamo ad un gruppo intento a brucare del fieno e scopriamo quanto siano socievoli, subito si avvicinano e fanno a gara per essere accarezzati sul muso. Una volta giunti a Geysir ci si parano davanti una miriade di fumaiole che provocano una leggera nebbiolina che in questo periodo depositandosi sul suolo si trasformano in particolari formazioni di ghiaccio. Parcheggiata la macchina ci incamminiamo verso lo Strokkur, l’unico geyser rimasto attivo che soffia con regolarità. Avvicinarsi è un’impresa visto il terreno ghiacciato che provoca alcune rovinose scivolate dei turisti presenti. Personalmente il sito non mi ha entusiasmato, forse per l’impraticabilità del sentiero e forse perché il famoso Strokkur ha sempre soffiato getti d’acqua a non più di 5/6 metri d’altezza. Magari anche lui stava risentendo del freddo. Con molta attenzione riguadagniamo il parcheggio e ci rifugiamo nell’adiacente centro turistico per una bevanda calda. Speriamo che la meta successiva sia più spettacolare.

Raggiungiamo Gullfoss percorrendo una strada bellissima che si snoda tra alti cumuli di neve. Parcheggiamo la macchina e raggiungiamo il primo belvedere che da un primo assaggio della cascata. Bella da rimanere senza fiato. In questo caso la neve rende la vista ancor più spettacolare, facciamo decine e decine di foto, l’unico limite è del sentiero che porta alla roccia proprio sopra la cascata che è transennato, troppo pericoloso per il ghiaccio per renderlo percorribile. Rimaniamo a Gullfoss per parecchio tempo, non vorremmo andar via da tanto è bella. Il tempo, però, sta volgendo al peggio, per cui ritorniamo alla macchina.

Arriviamo a Reykjavik che stanno cadendo i primi fiocchi di neve. Una doccia e via per la via centrale sotto una bella nevicata. La meta è un ristorantino, Svarta Kaffid (molto consigliato), e le sue zuppe di cui tanto ho letto e che si rivelano davvero ottime. Con una giusta spesa mangiamo una zuppa di carne speziata servita in una pagnotta. Una specialità della casa, il tutto mentre la nevicata è aumentata… bellissimo.

Ristorati dalla calda zuppa ci dirigiamo verso il porto per vedere la famosa scultura della nave vichinga stilizzata. La troviamo subito e velocemente facciamo delle foto. Il tempo è ulteriormente peggiorato dal vento pungente ed intenso. Stanchi ritorniamo a casa.

Venerdì 3 Aprile 2015 240 Km

Lasciamo l’appartamento senza conoscerne i proprietari, peccato avrei fatto i complimenti per l’ottimo alloggio. Chissà se il nuovo cottage sarà all’altezza? Mid Hvoll Cottages Suður Hvoll, 871 Suður Hvol. Questo è il suo nome ed indirizzo. Si trova all’interno di una fattoria in mezzo al nulla vicino alla penisola di Dyrholaey. Sono in legno e abbastanza comodi, la cucina è ben fornita e anche i letti non sono male (costo 200€ 2 notti) solo che sono nel nulla e si raggiungono percorrendo una strada sterrata per 3 Km. Comunque mi sento di consigliarlo anche per la cordialità e onestà dei proprietari che hanno corretto il costo del cottage applicando la tariffa della bassa stagione al posto di quella indicata da Booking da cui avevamo fatto la prenotazione (30€ di sconto).

Il tragitto viene fatto interamente sulla strada 1 (quella del periplo dell’isola) ed in alcuni tratti l’abbiamo trovata molto innevata, ma mai pericolosa. Quello che ci ha sempre accompagnato è stata la pioggia, ma questa non ha scalfito la spettacolarità e la varietà dei paesaggi che si sono susseguiti.

La prima tappa è stata la cascata di Seljandsfoss. Meravigliosa, e pensare che la ritenevo la meno spettacolare. E questo senza poter seguire il sentiero che passa dietro la cascata visto che era chiuso per l’onnipresente ghiaccio che in questo caso era spesso quasi 20 cm. Comunque con un po’ di incoscienza abbiamo scavalcato le transenne e con molta difficoltà ne abbiamo percorso quasi metà. Un’esperienza incredibile stare dietro a tutta quell’acqua che cade, chissà in estate con la portata d’acqua al massimo. Noi ci attardiamo per quasi 2 ore mai stanchi di ammirarla da ogni angolo e solo all’arrivo di una moltitudine di pullman, carichi di turisti cinesi, ci rimettiamo in viaggio per ammirare un’altra famosa cascata quella di Skogafoss.

Una cascata diversa molto più imponente. Noi ci siamo avvicinati il più possibile e siamo stati investiti da una nuvola di goccioline d’acqua che ci hanno lavato da capo a piedi. Mai stati così felici di fare una doccia ghiacciata. Un’altra particolarità e la possibilità di arrivare alla sua sommità scalando la collina attraverso una scalinata che per l’occasione era… ghiacciata. Faticosamente arrivati in cima siamo rimasti estasiati dal panorama, per cui una bella strizzatina alla macchina fotografica, lavata anch’essa, e si inizia a scattare foto a ripetizione.

Ormai si è fatto tardi quindi ci rimettiamo in marcia un po’ in apprensione perché il nostro navigatore non ne vuol sapere di trovare l’indirizzo del cottage prenotato. Un consiglio a questo punto è d’obbligo. Annotate per tutti i luoghi che vi interessano le coordinate GPS. Con esse qualsiasi navigatore vi porterà, sempre, alla meta anche se non si riesce ad impostare il nome della via.

Noi in tal modo troviamo il nostro cottage e dopo una doccia calda e un pasto ristoratore usciamo per andare a vedere i famosi faraglioni neri di Vik. Prendiamo una strada appena asfaltata (il navigatore non la riporta) e la percorriamo interamente fino al parcheggio finale che si trova in cima ad una scogliera. Il mare in burrasca ed il cielo cupo carico di pioggia danno al panorama un qualcosa di selvaggio, di primordiale che ci lascia estasiati. Anche la lunga spiaggia nera è bellissima. Rimaniamo attoniti ad ammirare le alte onde che si infrangono sperando di scorgere qualche Puffin, ma è ancora presto per l’arrivo di questi simpatici uccelli. Un motivo in più per ritornarci. Passa ben più di un’ora ed oramai comincia a far buio quindi torniamo a casa e ci buttiamo a letto esausti.

sabato 4 Aprile 2015 400 km

Oggi la tappa più lunga che ci porterà alla laguna ghiacciata di Jokulsarlon e alla cascata nera di Svartifoss.

Il tempo è ancora uggioso ma durante il tragitto il cielo si apre lasciando ampi sprazzi di azzurro intenso. I paesaggi che si susseguono sono spettacolari, la cosa che ci ha colpito di più è la distesa di rocce coperta di muschio di un verde smeraldo. Ci fermiamo svariate volte per le fotografie finché all’orizzonte si vede il maestoso ghiacciaio Vatnajökull. Ora il sole brilla e tutto intorno a noi il paesaggio è un trionfo di neve. Tutto è bianco, meraviglioso. Da solo i panorami visti lungo la strada valgono i Km fatti. Un’esperienza bellissima. Giunti alla laguna parcheggiamo e con lo sguardo cerchiamo i famosi iceberg letti nei vari diari. Purtroppo non li vediamo, siamo in anticipo le temperature sono ancora troppo rigide. In più tira un vento micidiale che ci provoca perfino un po’ di difficoltà nel chiudere le porte dell’auto e nel camminare. Poco importa ci tuffiamo sulla battigia e scattiamo centinaia di foto circondati da pochi turisti temerari che come noi affrontano un vento tagliente per ammirare uno spettacolo unico nel suo genere.

Resistiamo un’ora ma poi un principio di congelamento alle dita delle mani ci consiglia di ritornare alla macchina. Ci aspetta una passeggiata alla volta di Svartifoss. A tutti consiglio Jokulsarlon ed anche la gita in mezzo alla laguna che noi non abbiamo potuto fare per le condizioni meteo inclementi.

Ritornando verso casa ci fermiamo al parcheggio da dove partono svariati sentieri che portano, chi ad ammirare il ghiacciaio, chi a Svartifoss, chi sull’altopiano. Noi, per questioni di tempo, prendiamo per Svartifoss. Il sentiero è molto facile e in una mezz’ora ci porta a questa cascata la cui particolarità sono le colonne esagonali di basalto nero che ne fanno da cornice. L’unica difficoltà e nel ghiaccio che ricopre l’ultimo pezzo di sentiero, ma superato quello ci fermiamo sul ponticello che si trova proprio di fronte alla cascata. Bellissima anche questa, l’Islanda è proprio una terra meravigliosa per chi ama la natura, e torno a pensare a quanto possa essere ancora più bella in piena estate.

Il viaggio di ritorno è un continuo parlare di tutto quello che abbiamo visto oggi. Fermata al supermercato per acquistare la cena e poi a casa. Domani si ritorna a Keflavik.

Domenica 5 Aprile 2015 235 Km

Carichiamo di buonora la macchina e partiamo. L’idea è quella di rivedere le cascate di Skogafoss e Seljandsfoss senza il ghiaccio dell’andata sciolto dalla pioggia battente degli ultimi due giorni.

Dico subito che abbiamo visto due cascate diverse. L’assenza di ghiaccio, la portata d’acqua maggiore e la possibilità di vederle da prospettive che il ghiaccio non ci aveva permesso di vedere la prima volta, ce le ha fatte apprezzare ancor di più.

Posso dire, ma penso si sia capito, che spettacoli della natura come questi, potrebbero incantarmi come la prima volta anche se le vedessi mille volte. Fosse per me, mi fermerei giorni e giorni al loro cospetto.

Oggi è domenica per cui ci fermiamo in un fast food a pranzo. Ordiniamo degli hamburger e l’immancabile pizza che provo in ogni paese che visito. Diciamo che gli hamburger sono ottimi, la pizza…

Senza alcuna difficolta raggiungiamo Reykiavik notando come i paesaggi innevati dell’andata abbiano lasciato il posto a brulle praterie.

Raggiungiamo il nostro cottage a Sandgerdi Cottages Nátthagi 1-3, 245 Sandgerð (200 € 2 notti) paesino vicino Keflavik. I cottage sono comodi anche se non nuovi, un po’ meno i letti. Penso che si possa trovare di meglio per cui non li consiglierei.

La particolarità è di avere in veranda una mini piscina privata (la nostra però era bucata), ma oltre a questo poco di più.

Lunedì 6 Aprile 2015 58 Km

Oggi è giornata relax, la passeremo alla famosa Blue lagoon. La prenotazione la facciamo direttamente via internet scoprendo che gli ingressi fino alle 11:00 sono già esauriti. Quindi prenotiamo per quell’ora. Di biglietti ce ne sono vari tipi a seconda dei servizi scelti. Noi optiamo per l’ingresso più l’asciugamani, una consumazione e la crema dopo bagno (spesa 50€ a testa). Tenete conto che siamo ancora in bassa stagione e che il solo ingresso alle terme costa 35€. Un po’ caruccio, ma ne vale sicuramente la pena. Noi ci siamo stati fino alle 15 ed è stato bellissimo. L’acqua azzurra, il vapore dell’acqua calda ed il tempo pazzerello che cambia continuamente dal sole allo scroscio di pioggia e viceversa, ci lasciano estasiati. La piscina è piena di persone di ogni età che conversano tranquillamente.

Le ore volano e dobbiamo a malincuore uscire per andare a preparare i bagagli.

Martedì 7Aprile 2015

L’Islanda sapendo che oggi partiremo ci dà il buongiorno con un’alba mozzafiato che rende ancora più mesto partire, anche il vento impetuoso che quasi non ci fa aprire le porte dell’auto sembra volerci impedire la partenza. Poi la chicca finale in meno di un’ora il tempo cambia e inizia a nevicare… pazza Islanda.

Arriviamo alla Sixty per riconsegnare l’auto con il serbatoio vuoto come avevamo capito di dover fare perché più conveniente, e scopriamo che invece la consegna sarebbe dovuta essere con il serbatoio pieno perché la loro benzina è si conveniente ma noi non avevamo dato il consenso (verbale) per attivare la clausola, per cui ci viene addebitato il pieno con la maggiorazione del 100%! Inutile dire che non sono servite le nostre lamentele e nemmeno chiedere di ridarmi le chiavi per andare a fare il pieno alla pompa lì vicino e nemmeno far notare che sul contratto c’è scritto pagamento extra alla riconsegna, ma che il carburante non era tra gli extra. Non rimane che pagare e scrivere una lettera di protesta per l’avvenuto. E’ la prima volta che ci capita una cosa simile, ma anche il primo noleggio con Sixty, sarà un caso? Peccato, una nota stonata in un paese meraviglioso.

Tirando le somme non posso che consigliare a tutti di visitare l’Islanda, magari verso giugno o luglio o a Settembre. Vale tutti i soldi che si spenderanno. Ultima annotazione: anche il volo Easyjet da Londra Luton a Malpensa parte con un ritardo di oltre un’ora… così come alla partenza.



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