Islanda: tour di 19 gg nella Terra dove Dio esiste!

19 giorni - Agosto 2009 volo € 600,00 pasti € 381,99 hotel € 924,28 escursioni € 195,95 auto € 765,40 carburante € 75,14 bus € 57,23 tot. € 3.000,00 25 luglio 2009 L’Islanda era ai primi...
Scritto da: Loredana Affinito
islanda: tour di 19 gg nella terra dove dio esiste!
Partenza il: 25/07/2009
Ritorno il: 12/08/2009
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 3000 €
19 giorni – Agosto 2009. Volo € 600,00 pasti € 381,99 hotel € 924,28 escursioni € 195,95 auto € 765,40 carburante € 75,14 bus € 57,23 € 3.000,00. 25 luglio 2009 L’Islanda era ai primi posti nella mia lista dei paesi da visitare pertanto quest’anno approfittando della svalutazione della corona islandese convinco Mary e Lisa a seguirmi in un viaggio on the road nella terra del ghiaccio e del fuoco. Il volo più conveniente è quello di Icelandexpress Bologna-Reykjavik, ma facendo un po’ di conti optiamo per British Airways Napoli-Londra per poi ripartire alla volta di Reykjavik con Icelandexpress. Costo totale 600 euro. La partenza non è delle migliori. All’aeroporto di Napoli mi fanno ripetere il check in per imbarcare il cavalletto, che ovviamente non ho più rivisto… Il cavalletto è un accessorio fondamentale per chi desidera scattare belle foto in Islanda. E pensare che avevo appositamente telefonato al numero a pagamento della British Airways per chiedere se era possibile il trasporto come bagaglio a mano! Arrivati all’aeroporto di Reykjavik procediamo all’acquisto delle corone islandesi con il seguente tasso di cambio: 1 € = 173 isk . A causa della svalutazione della corona la Banca d’Italia ha bloccato il cambio a 1 euro 290 corone, ma in realtà le banche italiane non trattano corone ed il tasso di cambio effettivo è nettamente inferiore, ma sicuramente molto più conveniente rispetto agli anni passati. A parte i contanti, ci affidiamo alla carta di credito e ogni giorno dal sito http://corporate.visa.com/pd/consumer_services/consumer_ex_rates.jsp controlliamo il tasso di cambio con il mio netbook… in Islanda, infatti, c’è la connessione wi fi gratuita ovunque! Voce rilevante nel budget del viaggio è il trasporto. Impossibile visitarla spostandosi con i bus. Ci sono pochissime corse a prezzi non proprio convenienti. Per ridurre le spese abbiamo noleggiato per i primi 4 giorni una Toyota Yaris sul sito www.autoescape.it, per poi prendere ad Akurevi per 10 gg. Il Suzuki Grand Vitara 4×4 con un conveniente operatore islandese www.holdur.is. Il taxi per raggiungere Laugarvatn ci sarebbe costato 28000 isk, praticamente quasi quanto il noleggio del Suzuki Grand Vitara! Prendiamo la nostra auto ed in serata giungiamo all’Hotel Edda ML Laugarvatn dove restiamo fino al 28 luglio. Per il pernottamento consiglio gli Edda Hotel, scuole che si trasformano in alberghi nei mesi estivi. Per chi non ha il problema di condividere il bagno, o addirittura dormire nel sacco a pelo nelle palestre ci sono soluzioni decisamente più convenienti. Gli hotel sono molto puliti ed hanno anche un buon ristorante. Sul sito non avevo potuto prenotare la tripla pertanto alla reception chiediamo di dormire in doppia con un letto aggiunto per risparmiare. 26 luglio 2009 Si parte alla volta del parco nazionale di Pingvellir. Lungo la strada un segnale stradale recante un simbolo a forma di fiore attrae la nostra attenzione, un’attrazione turistica? Intravediamo soltanto una collinetta, ma la curiosità ci spinge a salire. È così che ci imbattiamo nel nostro primo cratere contenente un lago: Kerid. Per visitare il parco di Pingvellir, inauguriamo il nostro indispensabile poncho, è il nostro primo giorno di pioggia, ma siamo attrezzate per ogni evenienza. Ogni attrazione è l’occasione per interminabili passeggiate. Dopo una camminata di 3 ore nel parco ci imbattiamo nella deliziosa chiesa in legno di Pingvallakirkja. Lisa ha una crisi mistica e ci costringe ad ascoltare la messa in islandese. L’assenza di crocefissi ed altre immagini sacre dopo solo mezz’ora la inducono a pensare che “forse” non è una chiesa cattolica. Senza farci vedere quindi prendiamo la via d’uscita. Mary, si dedica invece a spiare dalle finestre della ben arredata “casa del prete” che poi scopriremo essere la residenza estiva del Primo Ministro. Sì perché in Islanda il Primo Ministro in estate risiede in una bellissima casa nel centro del Parco senza alcuna misura di sicurezza, o almeno così ci è parso, visto che nessuno è venuto ad arrestarci credendoci delle terroriste. Dopo tanta natura e la pausa mistica Lisa ha bisogno di stare in un centro abitato per cui andiamo a Selfoss a circa 20 km da Pingvellir. Dove beviamo cioccolata calda accompagnata da un’ottima torta al Kaffi Krus. 27 luglio 2009 Torniamo a Reykjavik e ci dirigiamo al bus terminal BSI per acquistare il biglietto del bus che ci servirà per raggiungere Hveravellir il 29 mattina. Dopo l’acquisto però scopriamo che i biglietti non sono numerati e non indicano il giorno della partenza, pertanto avremmo potuto acquistarli direttamente prima della partenza. Non avendo altro da fare seguiamo i consigli della guida e partiamo alla volta del parco nazionale di Posmork. Dopo aver lasciato la strada principale n. 1 per la F249, la nostra attenzione viene catturata dalla nostra prima cascata: ci sembra immensa. Ripreso possesso delle nostre facoltà, decidiamo di affrontare lo sterrato che è di fronte a noi, ma dopo pochi km – a fronte dei 30 da percorrere – siamo costrette a rinunciare, la Yaris, infatti, non sembra in grado di affrontare la strada. Ritorniamo alla piazzola antistante la cascata nella speranza di trovare un mezzo per raggiungere il parco, ma senza grandi risultati, sono già le 17 e non partono più navette. Ci riproveremo al ritorno con il fuoristrada. 28 luglio 2009 La mattinata inizia con l’avventura del carburante. Giunte alla pompa di benzina andiamo alla ricerca del benzinaio, ma non c’è! Dopo aver osservato il distributore con terrore e sconforto chiediamo aiuto ad un cortese islandese. 1. Si può pagare soltanto con la carta di credito inserendo il codice pin. Estraiamo la nostra carta. 2. Si digita l’importo desiderato. Guardiamo la Yaris. Non abbiamo idea di quale sia l’importo giusto per fare il pieno! L’islandese, con molta pazienza, digita un importo approssimativo, mette la benzina al posto nostro e poi reinserisce la carta per validare il consumo effettivo e ritirare la ricevuta. Libere dall’incubo del carburante self service, proseguiamo con le visite e ci dirigiamo a Geysir e Gullfoss (distanti tra loro soltanto 6 km) che insieme a Pingvellir sono definiti il Circolo d’Oro. A Geysir scopriamo che il geysir che dà il nome al sito erutta solo ogni tanto, pare che si sia ostruito a causa delle pietre lanciate dai turisti per farlo eruttare. Ma per fortuna Stokkur appaga la nostra curiosità, erutta ad intervalli di pochi minuti con un getto di 20/30 metri. Ovviamente mi tocca fotografare questo meraviglioso fenomeno studiato sui libri di scuola in tutte le angolazioni!! Ma guarda lì, c’è un rivolo d’acqua che scende da un’enorma pozza lattiginosa… guardo il mio dito immergersi: AHHHuuuuuu!! Vi assicuro che non è salutare. Col dito dolorante attraverso la strada e per raggiungere il complesso turistico di Geysir, ci attende una caffetteria e il più costoso negozio di souvenir di tutta l’Islanda!!! In macchina Lisa decide di prendere il mio posto di navigatore per raggiungere Gullfoss, forse pensa che il dolore offuschi il mio orientamento. Dopo una decina di km quando siamo ormai sperse nel nulla capiamo che di aver sbagliato strada. Destituita Lisa dal suo ruolo di vice navigatore con un po’ di ritardo raggiungiamo la bella cascata di Gullfoss. Qui le acque del fiume Hvítá cadono da due gradini di 11 e 21 metri di altezza, e proseguono in una stretta e profonda gola. La giornata grigia purtroppo non ci permette di vedere l’arcobaleno. 29 luglio 2009 Partiamo da Laugarvatn alle 5 del mattino per raggiungere Reykjavik. Io mi fermo al Terminal Bus BSI mentre Mary prosegue scortata dal taxi. Lasciate le chiavi nel cassettino del noleggio mi raggiunge al Terminal. Alle 8 si parte con il bus Sba Route 610 per raggiungere Hveravellir. Il movimento sussultorio ed ondulatorio del bus sul non facile sterrato ci accompagnerà fino a destinazione. Sarebbe stato difficile affrontare l’interminabile tratto stradale anche con un fuoristrada. Il paesaggio che si apre dinanzi ai miei occhi è meraviglioso, distese desolate di terra e sassi. Non sono dello stesso avviso Mary e Lisa, sgomente per l’assenza di vegetazione. Arriviamo alle 13 al rifugio di Hveravellir, affascinante area geotermale con fumarole e vasche termali multicolore. Mary e Lisa trovano poco affascinante dormire tutti insieme appassionatamente nel rifugio con il bagno in comune esterno e così dopo una tragicomica discussione anticipiamo il nostro arrivo ad Akurevi di un giorno. Paghiamo altre 4400 isk per riprendere lo stesso bus che si aggiungono alle 5500 isk già pagate per arrivare ad Hveravellir. In serata raggiungiamo Akurevi. Il bus ci ferma di fronte all’information point nel centro città. 30 luglio 2009 Ci dedichiamo alla visita della cittadina di Akuveri. La città è piccola quindi facile da visitare a piedi. Il centro si sviluppa intorno a Hafnarstraeti, la via pedonale della piccola piazza Radhustorg alla sua estremità settentrionale. Mary vorrebbe visitare il fiordo di Siglufjordur,a nord di Akurevi, ma non è il caso di sperperare altre corone, per cui ci dedichiamo allo shopping molto più conveniente rispetto ai negozi del Circolo d’oro. Io compro delle rune incise a mano su legno e Lisa ne approfitta per utilizzarmi da oracolo… Non le piace il responso e per mia fortuna niente più divinazione. Ci dirigiamo verso la parte alta della città dove vengo attratta da un tempio le cui finestre recano il sigillo di Salomone. Ero sul punto di scattare foto quando noto sulla porta di accesso il compasso (simbolo massonico) e telecamere, suggerisco quindi alle ragazze di correre a gambe levate. Le intrattengo poi per tutto il pomeriggio con i miei racconti e deduzioni sulla massoneria. Diventiamo clienti affezionati del ristorante Bautinn che offre servizio a buffet a 1200 isk! 31 luglio 2009 Il nostro autonoleggio è a nord della città, così dopo una passeggiata di qualche km raggiungiamo la Holdur per ritirare il nostro “caro” fuoristrada. Avendo un buono stradario evitiamo il noleggio del navigatore (15 euro al giorno), e l’assicurazione per il second driver. Per cui io divento navigatore ufficiale, Mary unico driver, e Lisa unica “rompiscatole”… Prima di dirigerci verso il Lago Myvatn, visitiamo a 10 km a sud di Akurevi il negozio di articoli natalizi Jolagardurinn (Giardino di Natale) suggestiva casetta di legno colorata di rosso con all’interno produzione locale di decorazioni, cartoline e dolci. Mary acquista “introvabili” alberelli da mettere sul davanzale della finestra di casa ed io dolciumi. Convinco anche Lisa a sgranocchiarli perché le nostre arrampicate ci fanno bruciare tante calorie. Da questo momento Lisa porterà il conteggio dei km percorsi a piedi/tempi e relative calorie bruciate, vivendo così il viaggio in Islanda come una rigenerante vacanza in un centro benessere. Dopo una decina di km facciamo una breve sosta alla cascata di Godafoss, dove le acque del fiume Skjálfandafljót cadono per circa 12 metri su una larghezza di 30 m. Raggiungiamo in mattinata la Guesthouse Dimmuborgir che ci ha riservato un bellissimo cottage con vista sul lago (provvista di doccia con acqua sulfurea, per la gioia di Lisa) e antistante il campo di lava di Dimmuborgir. Il Lago di Myvatn è un luogo incantevole da cui partire per visitare molte attrazioni. L’intenzione è quella di visitare tutto il perimetro del lago delimitato da una strada asfaltata di 36 km. Arrivate a Reykjahlíð prendiamo una deviazione di 6 km ad est per raggiungere la bellissima cava di zolfo Namafjall hverir con pozze lattiginose, fumanti, ribollenti di fango e soffioni. Me ne innamoro… Lisa si scopre arrampicatrice (forse per tonificare i quadricipiti) e vuole raggiungere la vetta, ma io e Mary la convinciamo a desistere perché momentaneamente sprovviste di bastoni da trekking, il sentiero, infatti, in caso di pioggia è molto pericoloso. Riprendiamo la strada principale per vedere le fenditure piene d’acqua cristallina di Storagja e Grjotagià. Mentre sto scendendo adagio adagio nella crepa ricevo una telefonata dal mio gestore telefonico per convincermi ad attivare un’imperdibile promozione… inutile dirgli che sto scendendo in una grotta con acqua sulfurea, per cui faccio finta di ascoltarlo. La mia gentilezza però, essendo all’estero, mi costa un euro!!! Lisa porta il conto delle calorie bruciate… manca poco per raggiungere il record e così dopo una sosta nel piccolo villaggio di Skutustadir percorriamo il sentiero escursionistico di Skutustadagigar, dove passeggiamo per 2 ore tra gli pseudocrateri sparsi in mezzo al lago. Sabato, 1 agosto 2009 Ma dove sono finiti i fastidiosi moscerini del lago Myvatn???? Eccoli risvegliarsi con il sole. Uno decide di navigare nel mio occhio destro e non c’è verso di eliminarlo… ci provano a turno Lisa e Mary. Raggiungiamo il Tourist Information Centre in Reykjahlíð per informazioni sul Whale Watching (50 euro… il doppio dello scorso anno) e sull’escursione all’Askja (80 euro). Io prenoto entrambi, le ragazze soltanto il whale watching. Dopo aver prenotato si parte alla volta del Parco Nazionale di Jokulsargljufur (Dettifoss – Asbyrgi – Hafragilfoss). La 4×4 si rivela indispensabile nella visita del parco. Percorriamo la pista nr. F862 per raggiungere Dettifoss, la più grande cascata d’Europa (cade per 44 metri su una larghezza di ca. 100 metri), dal lato occidentale del canyon, che consente un’angolatura visiva più ampia. Ma mi pento della scelta perché dal lato orientale avremmo visto meglio l’arcobaleno. Riprendiamo il fuoristrada per raggiungere a 2 km a valle di Dettifoss, Hafralgilsfoss, cascata con un salto di 27 m. Dettifoss dista da Asbyrgi 25 km, percorriamo in circa 40 minuti la pista sterrata n. 864. Dal parcheggio vicino alla fine della strada dipartono numerosi sentieri brevi che attraversano la foresta per raggiungere i punti panoramici del canyon.Ci perdiamo tra i sentieri e raggiungiamo il suggestivo piccolo lago di Botnstjorn. La giornata è stata molto lunga e faticosa per cui prendiamo la via del ritorno. C’è un sole meraviglioso che ci consente una vista stupenda della costa artica. Per ritornare sul Lago Myvatn è obbligatorio passare per Husavik. Ne approfittiamo per individuare il molo dal quale saremmo dovute partire l’indomani. 2 Agosto 2009 Da Husavik, villaggio sul Mar Glaciale Artico, partono i tour più o meno lunghi per vedere le balene. Il percorso più breve per raggiungerlo da Myvatn è la strada nr. 87 (54 km) parzialmente asfaltata. La giornata non è delle migliori, quindi per affrontare il gelo dell’oceano artico e da freddolosa indosso il pantalone per la neve, pile, sciarpa, guanti, poncho, anche se poi sulla barca distribuiranno mantelle e pantaloni impermeabili. Alle 10,30 siamo pronti a salpare per il whale watching della durata di tre ore. Il mal di mare inizia a farsi sentire, ma la Travelgum non salva Mary e Lisa dalle onde, vento e pioggia. Non consiglio il whale wathing con il tempo uggioso e poi il prezzo del biglietto è eccessivo per vedere la coda di una balena. Rientriamo nel nostro cottage perché Mary e Lisa hanno bisogno di riprendersi dallo shock. Per accontentarmi prima della nanna facciamo l’ultima escursione serale nel campo di lava di Dimmuborgir sempre sotto la pioggia. Lunedì, 3 Agosto 2009 Mary mi accompagna alle 8 a Reykjahlíð dove parte il tour per l’Askja http://askjatours.is/. Il nostro fuoristrada va bene per lo sterrato e per guadare piccoli torrenti ma per Askja/Kverkfioll/Posmork è indispensabile la Land Rover. E poi per chi non è pratico è impossibile guadare i fiumi che aumentano la quantità di acqua man mano che si avvicina la sera. L’assicurazione copre soltanto per poche migliaia di euro e se si resta impregionati nel corso d’acqua ne sono necessari molti di più. L’idea iniziale era quella di fare una gita di 2 giorni/1 notte per visitare Askja e per poi raggiungere in serata Kverkfioll, dormire nel rifugio Ferdafelag Fljotsdalsherads www.fljotsdalsherad.is, e la mattinata seguente raggiungere la grotta del ghiaccio. Ma SBI organizza (tranne nel fine settimana) un’escursione di 3 giorni 2 notti mentre il popolo di Modlur propone tour personalizzati a prezzi variabili… molto variabili… Nell’ultima e-mail mi avevano chiesto una somma spropositata… 17900 Ikr al giorno per persona per due giorni/1 notte, ossia 35800 isk = 208 € Non ci sono punti di ristoro lungo il percorso pertanto è necessario portarsi cibo, acqua e a causa dell’altitudine vestirsi con abiti pesanti. Lungo la pista F88 si attraversa un bellissimo paesaggio lunare senza alcuna vegetazione, la guida dice che gli astronauti si esercitarono a lungo qui prima di sbarcare sul suolo lunare. Facciamo qualche foto per poi concederci una sosta un po’ più lunga al rifugio di Porsteinsskali dove c’è il nascondiglio di un famoso bandito islandese Fjalla-Eyvindur. Per raggiungere l’Askja c’è un sentiero di 2 km da percorrere tra terra lavica nera e rossa, ghiaccio e poi una terribile discesa per raggiungere il cratere. La pioggia ha reso il terreno impraticabile, ma decido ugualmente di scendere aiutandomi con il bastone da trekking, chiedendomi come mai non ci aiutino con delle corde. A causa del tempo uggioso non riesco a scorgere appieno la bellezza e vastità dell’Askja (50 kmq), trovo molto più suggestivo il cratere Viti, dove addirittura alcuni coraggiosi scendono a fare il bagno rigorosamente nudi. Dopo una mezzoretta mi avvio alla salita. Ho due alternative davanti a me… faccio la salita e poi salgo su una lingua di ghiaccio, che potrebbe essere scivolosa, oppure provo a percorrere il sentiero più ripido? Con il mio 1,60 di altezza e ricoperta da ogni sorta di vestiario mi risparmio l’acrobazia ed opto per la salita ripida. Mi dico: Che sarà mai??? Ma prima di terminare il pensiero resto imprigionata nel fango, il cratere Viti attende un mio passo falso. Dopo un po’ fortunatamente scorgo una tedesca di 2 metri e chiedo aiuto. Sicuramente si sarà pentita della gentilezza mostratami ascoltando i miei ringraziamenti per tutto il viaggio di ritorno al bus. Nel bus la nostra accompagnatrice ci racconta che nel 1900 tre ricercatori tedeschi dopo giorni e giorni di cammino raggiunsero il cratere dell’Askja portando con sé un’imbarcazione con cui fare rilievi nel cratere. Mentre due facevano rilievi intorno al cratere, l’altro si avventurò al centro dell’Askja, scomparendo nel nulla con l’imbarcazione. La moglie incredula volle rendersi conto di come fosse stato possibile scomparire in un lago. Dopo circa un mese di viaggio arrivò sul luogo della scomparsa e comprese quanto in Islanda la natura fosse più grande e forte dell’uomo, accettando così la morte del marito. Scrisse anche un libro del suo viaggio. Imparo così che bisogna arrendersi al volere della natura. Ecco perché non si viene aiutati quando si visita l’Askja!! Dopo il racconto facciamo sosta al rifugio di Dreki situato in un posto paradisiaco: una lunga gola con un corso d’acqua immersa nel deserto lunare. Arriviamo in serata a Reykjahlíð. Prima di ragiungere Mary e Lisa che mi attendono, saluto affettuosamente la mia salvatrice. 4 agosto 2009 Lasciamo il lago Myvatn per raggiungere nella nebbia fitta Seyðisfjörður. Purtroppo il tempo non è clemente e non possiamo godere appieno della bellezza del villaggio, fatto di case di legno colorate e circondato da monti ornati da cascate. Mentre passeggiamo per il centro della città, sopraggiunge anche una fastidiosa pioggia, per cui lasciamo il poncho nel delizioso Hotel Aldan e ci rechiamo nella piscina termale. Sosta all’accogliente Centro Culturale Skaftfell per bere un caffè e poi cena a base di aragosta e gamberi al ristorante dell’albergo. Mercoledì, 5 agosto 2009 Partiamo da Seyðisfjörður per raggiungere Nesjaskoll dove c’è l’altro Hotel Edda, più spartano rispetto agli altri. Lasciamo le valigie in hotel e visitiamo la vicina Hofn. Ci sono due sentieri sul mare da percorrere. Prendiamo quello vicino all’Hotel Hofn ma il tempo non ci dà tregua. La pioggia diventa incalzante e così in preda allo sconforto ci rinchiudiamo in una sala da thè a rivedere le foto del viaggio e a leggere la guida. Hofn è famosa per l’aragosta ed i gamberi e ci pare interessante la descrizione del Kaffi hornid con le sue porzioni pantagrueliche. Ottimo ristorante, abbiamo fatto un’indigestione di aragoste, che sembravano riprodursi nell’enorme spelonca, per soli 25 euro! 6 agosto 2009 Partiamo da Nesjaskoll per raggiungere Kirkjubæjarklaustur dove ci aspetta l’Hotel Klaustur, che appartiene alla catena Iceland Hotel (www.icelandairhotels.com). In realtà avevo provato a prenotare già da febbraio nei dintorni di Skaftafell così da essere vicini alle attrazioni di Jökulsárlón e Skaftafellsjökull. Il paesaggio è davvero bello e facciamo un paio di soste per camminare e scattare foto. Ci fermiamo in visita a Jökulsárlón, la laguna degli iceberg formata dallo scioglimento del ghiacciaio Vatnajökull. Non possiamo perdere il tour con mezzo anfibio nella laguna della durata di 35 minuti al costo di ca. 16 €. Dopo aver fotografato la laguna da tutte le angolazioni decido di seguire il corso degli iceberg verso il mare. Non tutti gli iceberg riescono a prendere il largo finendo così sulla spiaggia. Resto incantata da un enorme iceberg finito a riva. Inizio a scattare foto e non mi accorgo dell’arrivo di un’onda (da non so dove…) che mi prende in pieno pantalone e scarpe. L’Islanda è davvero una terra magica infatti nonostante il freddo, la pioggia, il vento, il caldo improvviso con la comparsa del sole e le improvvise onde d’acqua gelida non siamo state affette neanche da un banale raffreddore. Facciamo un’altra sosta questa volta al ghiacciaio Jokull. Lisa si avventura sul sentiero mentre io metto ad asciugare le scarpe da trekking su un masso… sperando di non aver invaso la casa di qualche folletto. 7 agosto 2009 Arriviamo allo Skaftafellsjökull di buon’ora. Ci dirigiamo verso il centro visitatori che fornisce informazioni sui percorsi da fare nel parco e depliant sulla camminata sul ghiacciaio con i vari livelli di difficoltà. Io e Mary chiediamo info su una easy walking e così prenotiamo quella delle 14.00, per avere un po’ di tempo per vedere la cascata di Svartifoss raggiunbile in un’ora di cammino, famosa per le numerose colonne di basalto che le fanno da cornice. Utilizziamo le panche nei pressi nel centro visitatori per mangiare l’ennesimo panino con il salmone prima della camminata. Prima di partire ci vengono distribuiti i ramponi e guanti di lana da indossare una volta giunti sul ghiacciaio. Dopo un breve allenamento con i ramponi siamo pronti alla camminata di tre ore. La consiglio a tutti, è una bellissima esperienza. 8 agosto 2009 Partiamo da Kirkjubæjarklaustur per pernottare nel delizioso hotel Edda di Vik. Vík è un piccolo villaggio situato sulla costa meriodionale dell’Islanda, conosciuto per la spiaggia di sabbia nera, le scogliere a picco ed i faraglioni, su cui si possono vedere centinaia di puffin (pulcinelle di mare). Il nostro cottage è disponibile alle ore 14,00 per cui riprendiamo l’auto per raggiungere la vicina costa di Dyrhòlaey percorrendo la pista 218. Ogni attrazione è l’occasione per interminabili passeggiate, ci arrampichiamo sugli scogli per osservare le spiaggie nere dall’alto e poi scendiamo sulla “spiaggia maledetta”, dove durante la seconda guerra mondiale sono affondate tutte le navi che hanno cercato di attraccare. Quando torniamo all’auto mi accorgo di un gruppo di persone su una collinetta, la curiosità mi spinge a raggiungerli, è così che scopro la bellezza del bird wathching e faccio conoscenza con i pulcinella di mare: che simpatici! Lasciamo l’auto al nostro Edda Hotel e continuiamo a passeggiare sulla spiaggia di Vik fino a Reynisdrangar. Finalmente il sole fa capolino. La guida consiglia di percorre il sentiero che giunge alla chiesa così da osservare Vik dall’alto. Il sentiero però si nasconde molto bene e dopo un po’ di ricerche rinunciamo e proseguiamo in auto fin su al cimitero. C’è ancora il sole che splende nel cielo, così decidiamo di utilizzare le nostre ritrovate forze per raggiungere Gardar. Qui la spiaggia è bellissima, caratteristiche sono le colonne di basalto. Io e due giapponesi facciamo a gara a chi scatta più foto. A fine giornata ci attende un’ottima cena al ristorante Edda collocato sul mare e poi per concludere una birra nel caratteristico borgo. 9 agosto 2009 Partiamo da Vik per raggiungere Reykjavik dove allogeremo in appartamento in via Laugvegur. Troppo costosa l’escursione sul Mýrdalsjökull con la jeep oppure in slitta, a motore o trainata da cani, così decidiamo di riprovare a raggiungere Posmork stavolta con il fuoristrada. Mentre percorriamo il terribile sterrato ci ritroviamo difronte al nostro primo fiume da guadare. Panico! La nostra driver non se la sente, così lasciamo l’auto ai margini della pista e proseguiamo a piedi almeno fino alle 13,00. Ci voltiamo ed una Suzuki Gran Vitara uguale alla nostra attraversa in maniera decisa il primo corso d’acqua. La nostra driver non può essere da meno! Così da vere esploratrici saliamo un auto e guadiamo il primo, poi il secondo, poi il terzo, poi il quarto fiume… ma è troppo semplice! Infine scorgiamo diritto difronte a noi un fiume molto più ampio e profondo. Mentre ci guardiamo l’una con l’altra scorgiamo sulla destra un parcheggio e la gemella Suzuki Gran Vitara. Qualcosa ci dice che per Posmork sarebbe servita la Land Rover. Parcheggiamo l’auto e proseguiamo a piedi. Il sentiero per Posmork prevede una bella arrampicata sulla montagna. Proviamo, ma poi torniamo indietro, continuando sulla strada principale, ma c’è sempre il fiume da attraversare, allora camminiamo accanto al letto del fiume sperando che prima o poi ci sia un passaggio agevole per raggiungere l’altra parte. Arriviamo fino al punto in cui il fiume costeggia la montagna. Il letto è poco profondo e la salita verso la montagna abbastanza agevole. Vado avanti aiutandomi con il bastone da trekking. Man mano che saliamo alle nostre spalle si apre una bellissima veduta sul parco di Posmork. Noi sole in mezzo al nulla. Per raggiungere la meta sono necessarie altre 2 ore di cammino, ma Reykjavik ci aspetta. Sosta a Selfoss a bere la cioccolata calda e mangiare un’altra fetta di torta al Kaffi Krus. La nostra intenzione iniziale era quella di lasciare i bagagli nell’appartamento per raggiungere Laguna Blu con l’auto, che avremmo dovuto consegnare il giorno seguente, ma in via Laugvegur non c’è nessuna reception di Hotel Apartment K e dobbiamo telefonare ed aspettare che ci portino le chiavi. Il nostro appartamento per 4 persone pagato in anticipo su booking.com non ancora è stato pulito… (scusa ufficiale) per cui ci è stato riservato un appartamento per 2 con un letto aggiunto in un palazzo vecchio senza ascensore in via Hersfigata. La direzione Hotel Apartment K non è da ricordare per correttezza e precisione, ma almeno l’appartamento è confortevole e collocato al centro della città, belle le enormi finestre che si affacciano sulla strada. 10 agosto 2009 Alle 10 restituiamo il Sukuzi Gran Vitara al noleggio della Holdur nella periferia di Reykjavik, e raggiungiamo a piedi il centro città per dedicarci allo shopping. Mi regalo una felpa e cappello della North 66, e vari souvenir da regalare: folletti pelosi ed inquietanti, rune, ciondoli vichinghi, cioccolata e cioccolatini con la liquirizia, pesce essiccato, sardine e addobbi natalizi. Da brave fanciulle lo shopping ci prende più del dovuto, per cui rinunciamo alla Laguna blu. Il sole ci mette allegria, il clima a Reykjavik è più mite rispetto al resto dell’Islanda. 11 agosto 2009 In mattinata ci rechiamo all’information point sul corso principale per chiedere come raggiungere Hafnarfjordur. Difronte c’è anche l’ufficio del tax free al quale consegnamo gli scontrini fiscali per recuperare un po’ di contanti. Al terminal di Hlemmur con S1 raggiungo la città di Hafnarfjordur. Mary e Lisa proseguono con il 21 per raggiungere Ikea… Il martedì e venerdì alle 14,30 viene organizzato il tour della durata di quasi 2 ore nella città alla ricerca degli elfi – www.alfar.is. Immaginavo un piccolo villaggio, invece Hafnarfjordur è una città grande per cui senza la mia preziosa guida e senza indirizzo, vago in direzione del centro città alla ricerca di un punto informativo. Lo trovo in via Strandgata 6, il costo per il giro della città con un’esperta del popolo nascosto è di 3000 corone. La città si trova alla confluenza di alcune potenti linee di energia mistica. In realtà c’è poco da vedere nel tour, a parte la città, ma del resto che pretendo? È il popolo Nascosto… La guida parla in inglese ed io capisco ben poco, se non che ho qualcosa di simile agli elfi. Scatto comunque foto là dove la signora dice che abitano gli elfi/folletti/gnomi con l’intenzione di mostrarle agli amici. Ma il castigo è alle porte: nel passaggio delle foto dalla reflex al computer perdo tutte le foto di Hafnarfjordur!!! Raggiungo Mary e Lisa a casa, sono molto contente dell’acquisto fatto da Ikea, un portasigari in pelle a soli 4,99 € (scoprirò al ritorno che è un modello presente anche da Ikea ad Afragola, a soli € 4,99!?!). Dopo uno spaghettino al tonno andiamo a nanna presto, perché alle 4,00 del mattino ci aspetta il taxi. Ma non riusciamo a prendere sonno, per cui alle 23,00, dopo esserci prese per un po’ a cuscinate in stile pigiama party adolescenziale, decidiamo di concederci un ultimo giro per la città e torniamo ad essere turiste. Saliamo in un punto panoramico a osservare i giochi di luce del sole al tramonto sul mare. È il nostro congedo da questa magnifica terra, che mi ha fatto ritornare bambina, quando mi aggiravo spensierata e libera con i miei cuginetti in montagna. In Islanda gli uomini amano e rispettano profondamente l’indomabile Natura, che è fonte di vita, e qualche volta di morte, se non si riesce ad ascoltarla. La Natura è un bene comune che influenza l’agire quotidiano. Non è assurdo che gli islandesi credano nell’esistenza del popolo nascosto, ho sentito io stessa la Natura viva. In questa terra Dio esiste, ne sono certa, e così ne approfitto per chiedergli se può diffondere un po’ del “sentire” islandese sulla nostra martoriata Italia. 12 agosto 2009 In orario il taxi viene a prenderci in via Hersfigata alle 4,00 del mattino per accompagnarci all’aereoporto di Keflavik, che è a 48 km ad ovest dalla capitale. Il costo è di 12000 isk da dividere in tre. Partiamo da Reykjavík alle ore 7,00 con scalo a Londra Gatwich. Sconsiglio vivamente lo scalo a Londra. Servono almeno 4 ore da un volo all’altro per poter stare tranquilli visti gli innumerevoli controlli, le lunghe code ed il passaggio dal Terminal Sud a quello Nord. Attenzione non solo al peso e alla dimensione del bagaglio a mano, ma anche alla forma… i souvenir di Mary e Lisa creano “strani” rigonfiamenti per cui vengono rispedite al check in per imbarcare il bagaglio! Io invece riesco ad accedere alla zona d’imbarco, presa dal terrore, vista la precedente esperienza, mi fingo una vera british: viso arrabbiato, niente sorriso, e soprattutto non proferisco una sola parola in italiano. L’aereo fa ritardo di ore. Sono in ritardo solo i voli per l’Italia e la Grecia. Sarà un caso? Arriviamo a Napoli a mezzanotte inoltrata.

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