In Irlanda del Nord, sulle orme del Trono di Spade

Game of Thrones e Irlanda del Nord: in quindici indimenticabili giorni, abbiamo visitato i luoghi della serie tv e i paesaggi mozzafiato dell'isola di smeraldo
Scritto da: Fra&Gazz
in irlanda del nord, sulle orme del trono di spade
Partenza il: 03/08/2017
Ritorno il: 17/08/2017
Viaggiatori: 2

Agosto 2017: la nostra meta estiva è l’Irlanda, in particolare la parte nord dell’isola (nel 2012, invece, ci eravamo concentrati sulle contee del Sud Est). Atterriamo e ripartiamo da Dublino, per comodità, ma ci fermeremo solo un paio di giorni nella capitale, che abbiamo già visitato più volte.

Come sempre, la preparazione del nostro viaggio è maniacale: qualche mese prima di partire, infatti, studiamo le tappe e prenotiamo hotel e B&B (soprattutto sul sito www.booking.com, di cui amiamo la serietà), per riuscire a vedere quanti più luoghi possibili nei 15 giorni del nostro tour.

Oltre alle guide turistiche (in particolare, Lonely Planet e Irlanda da scoprire – Itinerari Mondadori), quest’anno decidiamo di seguire le indicazioni di www.discovernorthernireland.com: uno dei motivi che ci ha spinto ad organizzare questo viaggio, infatti, è il legame dell’Irlanda con la serie tv il Trono di Spade (Game of Thrones). Sul sito troviamo anche la App “GoT filming locations”, che illustra tutti i luoghi utilizzati per le riprese, che noi decidiamo di visitare (nel diario, segnaleremo questi punti).

Sicuramente, questo viaggio ci ha regalato tante emozioni diverse, che forse è difficile raccontare a parole: dall’immensa serenità della vista sull’oceano nel Donegal alla straziante e ancora terribilmente attuale realtà dei Troubles, dalla atmosfera festosa ed accogliente dei pubs alle urla sferzanti del vento sulle scogliere, siamo tornati ancora più innamorati di quest’isola incredibile.

Giovedì 3 agosto: Skerries (km 48,70)

Quest’anno si inizia male: il volo Bologna-Londra delle 8.20 parte con un ritardo di due ore… e la coincidenza Londra-Dublino ne accumula un’altra. Arriviamo quindi all’aeroporto irlandese verso le 16.30, ritiriamo subito l’auto a noleggio (una Nissan Note, prenotata con Avis, compagnia convenzionata con British Airways) e ci dirigiamo verso l’Ardgillan Castle, sperando di riuscire a visitarlo prima della chiusura.

Parcheggiamo l’auto gratuitamente e ci addentriamo nel parco immenso della tenuta. Scopriamo sul posto che il maniero, oggi, non è visitabile all’interno, perché si sta svolgendo un matrimonio. Decidiamo, quindi, di attraversare il roseto e il walled garden, per poi proseguire la passeggiata di circa 5 chilometri tra i prati e i boschi che circondano il castello.

Il cielo minaccia pioggia, quindi riprendiamo la macchina e raggiungiamo Skerries, un minuscolo paesino sulla costa, dove abbiamo prenotato la camera per la notte alla Redbank Guesthouse (€ 69,00, pernottamento e prima colazione). La Guesthouse è di proprietà dello chef Terry McCoy, una celebrità locale, che gestisce anche l’omonimo Redbank Restaurant; quando arriviamo, infatti, dobbiamo suonare alla porta del ristorante, per avere le chiavi della camera ed effettuare il check in.

La struttura è datata, ma ben tenuta; la nostra camera (n.7) è a piano terra, molto spaziosa e pulita, anche se l’arredamento è decisamente vintage.

Il tempo di appoggiare le valigie e riprendiamo l’auto per andare all’harbour, dove decidiamo di cenare al Brasco’s (www.brascosrestaurant.ie), un ristorantino moderno e gestito da ragazzi giovani e simpatici. Scegliamo due menù degustazione (per un totale di € 50,00): zuppa del giorno e cozze come antipasti, due fish&chips come portata principale, due Guinness, tutto ottimo!

Dopo cena, passeggiamo lungo il porto, dove svetta il Memorial Sea Pole, in ricordo di chi ha perduto la vita in mare, e proseguiamo lungo il sentiero fino alla Martello Tower. Il tramonto sul mare è strepitoso, ma la stanchezza del viaggio comincia a farsi sentire e torniamo alla Guesthouse. E’ possibile parcheggiare davanti alla struttura, lungo la Church Street: il parcheggio pubblico è a pagamento dalle 8.00 alle 18.00, quindi fino a domattina siamo a posto!

Venerdì 4 agosto: Drogheda – Mourne Mountains – Strangford (km 212,80)

Dopo la prima Irish breakfast della vacanza, cucinata espressa nel ristorante della Guesthouse, facciamo rotta verso Drogheda, la cittadina medievale che visiteremo in mattinata. Lungo la strada d’ingresso alla città, ci fermiamo per qualche foto alla splendida Boann Distillery, che a quest’ora è chiusa ma che riusciamo comunque ad intravedere dalle grandi vetrate esterne.

Arrivati a Drogheda, cerchiamo un parcheggio comodo al centro pedonale e, rivedendo e correggendo l’itinerario previsto nella guida Mondadori, visitiamo le maggiori attrazioni del posto: partiamo dal Corn Exchange (un tempo la borsa del grano, oggi adibita ad uffici comunali). Percorrendo la Fair Street, raggiungiamo la St. Peter’s Church of Ireland, che troviamo chiusa. Girovaghiamo tra le antiche lapidi del cimitero e facciamo due carezze al gatto di casa. Attraversando il moderno centro commerciale, sbuchiamo in Laurence Street, per vedere l’unica delle dieci porte originali della città giunta fino a noi. Lungo la strada, si incontrano la galleria d’arte Highlanes Gallery e la Drogheda Grammar School; giunti all’incrocio con Shop Street, dopo una foto all’imponente Thosel (la torre del 1770 con un grande orologio quadrato), scendiamo verso il fiume, incrociando la piccola Augustinian Church. Infine, dopo una pausa al Cafè Nero, entriamo nella cattedrale gotica della città: St. Peter’s Church, famosa perché al suo interno è custodita la testa mozzata di Oliver Plunkett, santo e martire irlandese.

Si riparte: decidiamo di seguire l’itinerario costiero consigliato dalla guida National Geographic. Prima tappa, il villaggio di Termonfeckin. Nel cimitero della chiesa (un po’ difficile da trovare!) si erge un’alta croce del X secolo; sul mare, passeggiamo lungo l’immensa spiaggia sabbiosa, sotto un cielo grigio e minaccioso. Seguiamo la R166 fino a Clogherhead, con la sua spiaggia bandiera blu. Qui, ci imbattiamo nelle rovine molto suggestive di una chiesetta di campagna. Percorriamo piccole stradine, tra mare e campi, per arrivare ad Annagassan, dove rientriamo verso l’autostrada.

Proseguiamo fino a Dundalk, paesotto industriale e un po’ trafficato. Qui, visitiamo lo stadio Oriel Park (dove una signora molto gentile allo shop ci fa entrare fino in campo) e la chiesa di St. Patrick (segnalata sulle guide perché l’esterno è identico alla King’s College Chapel di Cambridge; l’interno è molto moderno e ci delude un po’).

Superato il traffico di Newry e Warrenpoint, finalmente iniziamo il giro panoramico costiero che segue la A2 (che qui si chiama Mourne Coastal Route, ma che noi percorreremo per tutto il Nord Irlanda). La strada è piccola e, in corrispondenza dei paesi, abbastanza caotica. Giunti a Kilkeel, decidiamo di seguire le indicazioni per la Scenic Route che, all’interno, viaggia parallela alla A2: una stradina minuscola, sospesa a mezzacosta, che ci regala un panorama incredibile; qui, la vista spazia dalle cime delle Mourne Mountains alla costa frastagliata.

Arriviamo a Newcastle, dove ci fermiamo per iniziare il Journey of Doors, un trail organizzato da Discover Northern Ireland per gli appassionati della serie Game of Thrones: dopo la tempesta del gennaio 2016, che ha colpito l’Irlanda del Nord e in particolare The Dark Hedges (una delle location più famose della serie tv), i grandi faggi sradicati dal vento sono stati trasformati in 10 meravigliose porte intarsiate, ognuna delle quali riprende il tema di una puntata della sesta serie di GoT. Le porte si trovano in 10 pub, sparsi per l’Irlanda del Nord, vicino ai luoghi usati come set dalla produzione. A Newcastle, si trova la porta n.3, al Percy French Inn. Ci concediamo due birre locali e il barista ci regala i due passports, dove collezionare i timbri delle porte.

Il tempo stringe e noi dobbiamo percorrere ancora i 35 km che ci separano da Strangford, nostra tappa per le prossime due notti: qui abbiamo prenotato il Castle Apartment (€ 179,00 per due notti). Ian, il proprietario, ci accoglie per la consegna delle chiavi; è gentilissimo e, dopo averci illustrato l’appartamentino, ci dà consigli per visitare i dintorni. La struttura è nuova e pulita, composta da una sala molto spaziosa con angolo cottura e un paio di divani molto comodi; la camera da letto, un po’ piccola, ma molto “cosy”, il bagno grande e moderno. Inoltre, l’appartamento è dotato di un maxi schermo con addirittura la connessione a Sky e un patio interno privato; Ian ci ha riempito il frigo di ogni ben di Dio per la colazione dei prossimi giorni! E’ possibile parcheggiare l’auto gratuitamente in strada davanti alla proprietà.

Una volta sistemati, andiamo al pub The Cuan (www.thecuan.com), a pochi metri da casa. Si tratta di un locale abbastanza turistico, dove si trova la porta n.1 (che, ovviamente, fotografiamo subito). Ceniamo a base di garlic bread, fish&chips e bistecca di tonno, tutto molto buono e annaffiato da birre locali (la HoDoor, la nostra preferita!).

Dopo cena, passeggiamo lungo il minuscolo paesino di Strangford: due strade, una piazzetta con tre pubs, il castelletto e il porticciolo, dove attraccano i traghetti che attraversano lo stretto in direzione Portaferry. Uno dei posti cui ci siamo più affezionati dell’intera vacanza!

Sabato 5 agosto: Castle Ward – Strangford Lough (km 145,30)

Il programma della giornata è veramente pieno ed impegnativo, quindi ci alziamo presto e facciamo colazione nel nostro appartamentino, per poi essere in auto già alle 8.30.

A poca distanza da Strangford, si trovano alcune delle locations principali di Game of Thrones. La prima è l’Audleys Castle and Field (filming location: accampamento di Robb Stark): si raggiunge percorrendo la stradina che porta all’ingresso sul lago del più famoso Castle Ward. Parcheggiamo sulla strada e seguiamo il sentiero fino alla casa torre fortificata del XV secolo: all’interno non è visitabile, ma la posizione sulla cima della collina permette un’imperdibile visuale sul lago.

Torniamo all’ingresso principale di Castle Ward (£ 8,16 a persona, con parcheggio incluso). La tenuta è immensa e comprende la casa padronale del 1770, boschi e parchi con oltre 36 km di sentieri, cottages e lodges che offrono ristoro e informazioni.

Ci dirigiamo subito verso l’attrazione che più ci interessa: Old Castle Ward (filming location: Grande Inverno). Si tratta della parte più antica della tenuta: anche in questo caso, la casa torre non è visitabile nei piani superiori, ma a piano terra c’è una piccola mostra fotografica che ricorda il set della serie tv e mostra come, con effetti digitali, il torrione sia stato trasformato nell’immenso castello di Grande Inverno. Siamo arrivati presto e non c’è ancora nessuno, quindi possiamo girare tranquilli prima che i tours organizzati portino qui orde di turisti.

Dopo un caffè (con scones!) alla cafeteria della residenza padronale (famosa perché costruita con due stili architettonici differenti, gotico e palladiano, poiché i padroni di casa avevano gusti differenti e non trovarono un accordo), decidiamo di riprendere l’auto per tornare a Strangford e, da lì, traghettare (£ 6,80 due persone e un’auto) attraverso lo stretto di Strangford Narrows fino al paesino di Portaferry.

Il villaggio, più grande di Stragford ma meno caratteristico, si visita in poco tempo. Noi, dopo una sosta all’ufficio del turismo e al molo, ci rechiamo al pub Fiddler’s Green (www.fiddlersgreenportaferry.com), dove si trova la porta n.2 del Journey of Doors e dove, nonostante sia un po’ presto per pranzo, beviamo due pinte di ottima Guinness.

Iniziamo poi il nostro tour della Ards Peninsula, seguendo il Balliquentin Loop, un itinerario circolare lungo la punta meridionale della penisola. Incontriamo spiagge bellissime ma deserte, nonostante il tempo volga al sereno. Dalla strada si intravede il Quintin Castle and Bay (filming location: casa Stokeworth). Tuttavia, l’area è privata e non visitabile.

Percorriamo la A2 lungo la Costa Est da Cloughy fino a Ballywater, fermandoci ogni tanto per due passi in spiaggia e qualche foto. Seguendo la B5, arriviamo alla Grey Abbey, maestose rovine dell’abbazia cistercense del dodicesimo secolo. L’ingresso è gratuito e permette di visitare l’abbazia, il circostante cimitero con lapidi antiche, l’orto delle erbe e la piccola mostra sul sito monastico allestita da volontari.

Proseguendo lungo la strada che costeggia il lago (e, quindi, la costa ovest della penisola), arriviamo fino a Newtownards. Da qui, decidiamo di rientrare visitando l’altra sponda del lago, percorrendo la strada A22.

La prima deviazione ci porta al Nendrum Monastic Site, sulla Mahee island (si tratta di un piccolo arcipelago di isolette, collegate tra loro e alla terraferma da ponti di pietra). Dell’antico monastero, risalente al settimo secolo, rimangono solo le fondamenta e un moncone di torre rotonda; tuttavia, la posizione del sito, che domina lo Strangford Lough dalla cima di una collina, ci offre una vista splendida del lago.

Ci dirigiamo, quindi, a Downpatrick, la cittadina capoluogo della contea. Arriviamo verso le ore 17.00 e scopriamo che è tutto già chiuso: la cattedrale di San Patrizio chiude alle 16.00 e il St. Patrick Centre poco dopo. Non riusciamo nemmeno a trovare un bar aperto per un caffè! Decidiamo, allora, di vedere la famosa lapide attribuita alla tomba del patrono di Irlanda (sulla pietra si leggono le lettere “Patr”… e la leggenda ha fatto il resto!), nel cimitero della cattedrale.

Appena fuori il paese, visitiamo la Inch Abbey (ingresso gratuito alle rovine), sulle sponde del Quoyle River (filming location: Delta delle Acque). Le rovine della abbazia sono scarne e scure, rese ancora più suggestive dalle nuvole basse e minacciose: dopo pochi minuti, si scatena infatti un fortissimo acquazzone e noi ci rifugiamo in auto!

Rientriamo a Strangford, giusto in tempo per vedere un magnifico arcobaleno completo sul molo.

Ceniamo nel nostro appartamento, con fish&chips da asporto. Dopo cena, ripercorriamo le piccole vie del paesino e guardiamo i traghetti sullo Stretto. A nanna presto, perché la giornata è stata lunga ed intensa, ma decisamente splendida.

Domenica 6 agosto: Belfast (km 84,50)

Ci svegliamo di buon’ora e, dopo aver gustato un’altra colazione casereccia, partiamo sotto una pioggia battente, in direzione Belfast.

Prima di arrivare nella periferia della capitale, facciamo una sosta al Roselawn Cemetery, per portare un fiore sulla tomba di George Best, uno degli idoli calcistici di Marco.

Inseriamo nel navigatore la prossima meta, il Kingspan Stadium, casa dell’Ulster Rugby. Per arrivarci, l’itinerario ci porta in Rocky Road, una piccola stradina residenziale con pendenza del 20%! Superato lo stupore iniziale, ci godiamo la visuale di Belfast dall’alto.

Ci dirigiamo, quindi, nel Titanic Quarter, dove abbiamo in programma la visita dell’attrazione principale della città: il museo Titanic Belfast, prenotato online sul sito www.titanicbelfast.com (£ 18,00 a persona, consente l’ingresso al museo e la visita alla imbarcazione S.S.Nomadic, ormeggiata proprio di fronte). Parcheggiamo a pagamento (5,00 £ per la giornata); essendo arrivati in anticipo rispetto all’orario della nostra visita, ci perdiamo negli shop e bar dell’attrazione.

L’esibizione è interattiva e moderna; ovviamente, non ci sono cimeli del Titanic, ma viene ricostruita tutta la vita della nave più grande del mondo, dalla costruzione nel cantiere navale Harland & Wolffe (le cui famose gru gialle sono ancora visibili da ogni punto della città) alla terribile notte del naufragio (molto toccanti i messaggi Morse lanciati dalla nave alle 23.40 del 14.04.1912 e le testimonianze dei sopravvissuti). Rimaniamo nel museo per quasi tre ore, girando i vari piani dell’exhibition, molto interessante.

Decidiamo, poi, un fuori programma, ovvero la visita dello stadio The Oval, dove gioca il Glentoran. Arrivati nel quartiere, scopriamo che oggi lo stadio è aperto per il Family Day, quindi possiamo entrare nella tribuna principale, nelle terraces e nello shop. Passeggiando nelle zone circostanti lo stadio, abbiamo un primo assaggio dei famosi Murals di Belfast: Newtownards Road è piena dei colori inglesi, in quanto zona protestante.

Prendiamo quindi possesso della stanza al Ramada Encore Belfast City Centre (£ 115,00 per due notti), la nostra è la n.505 al quinto piano ed è molto ampia e spaziosa, secondo gli standards della catena. L’hotel non ha un parcheggio proprio, ma si trova proprio a fianco del St. Anne Park, un QPark multipiano, dove lasciamo la Nissan per i prossimi due giorni (£ 34,40 per circa 36 ore). Inoltre, l’albergo si trova in posizione strategica rispetto al centro pedonale di Belfast e a due passi dalla Cattedrale di St. Anne.

Essendo domenica, molti negozi e attrazioni chiudono nel primo pomeriggio. Noi camminiamo per le vie del centro e raggiungiamo l’imponente palazzo della City Hall, dove possiamo visitare gratuitamente la mostra interna sulla storia della città e degli eventi che, nel bene o nel male, l’hanno resa famosa. Nel giardino adiacente, si trova il Memorial Titanic, monumento commemorativo alle vittime e all’equipaggio dello sfortunato transatlantico; di fronte alla City Hall, si staglia la fiera statua della Regina Vittoria.

Ormai, è ora di cena… Nella via dei pubs, Hill Street, ci colpisce il cortile del Dirty Onion (www.thedirtyonion.com). Una volta entrati, scopriamo che al piano superiore di questo locale, tra i più antichi di Belfast, si trova The Yardbird, un ristorantino specializzato in pollo arrosto, che per questa sera fa decisamente al caso nostro (£ 22,00 per una cena completa per due persone: un pollo intero, due contorni e due birre locali).

Dopo cena, ci concediamo un’altra birra al Duke of York, pub molto caratteristico.

Poco distante, il giardino interno del Dark Horse ci attira per i murales moderni e i grandi ombrelli gialli che fungono da soffitto.

Passeggiamo, approfittando delle lunghe serate irlandesi, fino al Waterfront, per una foto di rito al Big Fish, la statua ricoperta di ceramiche azzurre, simbolo della rinascita di Belfast.

Lunedì 7 agosto: Belfast

Ci svegliamo presto e, attirati da un bel buffet, decidiamo di fare colazione in hotel (£ 15,00 per due persone).

Alle 9.30 abbiamo appuntamento, davanti all’albergo, con il nostro “Black Taxi”: una delle attrazioni di Belfast è, infatti, il giro sul taxi nero, alla scoperta dei luoghi dei Troubles. Noi abbiamo prenotato il nostro taxi online, sul sito www.belfasttours.com (£ 35,00 per un tour privato, solo due persone, della durata di un’ora e mezza circa). All’orario stabilito, si presenta Brian, il nostro tassista che, come scopriremo nel corso della visita, è cattolico e ha vissuto in prima persona gli anni turbolenti dell’IRA. Il nostro giro, quindi, sarà un po’ di parte, ma ci regalerà anche qualche chicca fuori programma.

A bordo del suo taxi, passiamo davanti all’Hotel Europa, in pieno centro storico, l’albergo più bombardato del mondo, con 36 attacchi terroristici durante i Troubles.

Arriviamo a Falls Road, la via principale del quartiere cattolico, dove si trovano i punti di “maggiore interesse”: all’inizio della via, un cartello indica chiaramente che “la polizia non è gradita”; Brian ci mostra il grattacielo i cui ultimi due piani erano utilizzati come base operativa e quartier generale dalla polizia inglese (il tassista arricchisce i racconti con fotografie dell’epoca); la strada è costellata di murales che, al tempo dei Troubles, erano usati dai cattolici per lanciare messaggi politici e di allarme sociale. Visitiamo la sede del Sinn Fein, sul cui muro si trova il famoso mural di Bobby Sand, attivista politico e leader degli Hunger Strikers, morto in carcere nel 1981 dopo 66 giorni di sciopero della fame (e dopo essere stato eletto in Parlamento pochi giorni prima).

A questo punto, Brian decide di portarci in visita in un piccolo museo, fuori dai consueti itinerari dei black taxi e nascosto nel retro di un hotel: si tratta dell’Irish Republican History Museum, gestito da un amico del nostro tassista, che ci fa entrare e ci spiega i cimeli qui conservati e l’obiettivo del museo (“educare i giovani affinché possano capire perché i repubblicani lottarono, morirono e passarono anni in prigione per i loro ideali”).

Risaliti sul taxi, attraversiamo i cancelli che tuttora vengono chiusi, di notte, per separare il quartiere cattolico da quello protestante; vediamo il muro della pace (Peace Lines), costruito tra Falls Road e Shankill Road e divenuto, oggi, simbolo di pace più che di divisione.

Nella zona protestante, descritta da Brian come “trionfo di bandiere inglesi ovunque”, vediamo i murales raffiguranti William Orange e Stephen Topgun McKeag, un eroe di guerra per gli inglesi (e un assassino per i cattolici). Il tassista ci riporta, poi, in hotel. Consigliamo vivamente questa esperienza a chi voglia scoprire la Belfast dei Troubles: senza le giuste spiegazioni, sarebbe impossibile capire i luoghi e la storia di quegli anni.

Riprendiamo, poi, la visita di Belfast, recandoci alla vicina St. Anne Cathedral (ingresso a pagamento, £ 5,00 a persona). La cattedrale è abbastanza recente, essendo stata ultimata nel 1904. I punti di maggiore interesse sono la Cappella dell’Unità, il feretro del Titanic (sul quale, ciascuna delle 1517 croci dorate, mezzelune e stelle di David ricamate a mano ricorda una vittima della sciagura), i capitelli scolpiti delle 10 colonne della navata (noi siamo rimasti colpiti dai pilastri della Scienza e della Massoneria) e la Spira della Speranza, un’altissima guglia di acciaio aggiunta nel 2007.

Ci rechiamo poi all’Ufficio del Turismo (www.visitbelfast.com), che si trova nella piazza antistante la City Hall, dove raccogliamo moltissime informazioni e depliants utili sull’Irlanda del Nord.

A fianco, si trova l’ingresso della biblioteca Linen Hall Library: sullo stipite si trova scolpita la “mano rossa”, simbolo dell’Ulster.

Infine, ci rechiamo al Crown Liquor Saloon, il pub più conosciuto di Belfast, protetto dal National Trust. L’interno è vittoriano e riccamente decorato da mosaici e cassettoni intagliati; non ci sono tavolini, ma piccoli séparés in legno: noi riusciamo a trovarne uno libero e “ci rinchiudiamo” qui per una pinta di Belfast Ale.

Dedichiamo il resto del pomeriggio allo shopping.

Quando si avvicina l’orario della cena, torniamo nel quartiere dei pubs, con l’obiettivo di bere un aperitivo al The Dark Horse, dove si trova una delle porte intarsiate di Game of Thrones (la n.10): foto e timbro sul passport, missione compiuta.

Per la cena, scegliamo l’hamburger di Five Guys. Ripercorriamo, poi, le strade ormai deserte di Belfast per tornare in hotel.

Martedì 8 agosto: Glens of Antrim – Ballintoy (km 212,70)

Oggi inizia il vero tour dell’Irlanda del Nord e delle locations di Game of Thrones: partiamo presto dal Ramada di Belfast, prima delle 9.00, dopo una sontuosa colazione a buffet. In pochi minuti, siamo fuori dalla città e lo scenario cambia: costeggiando il Belfast Lough sulla A2, arriviamo al paesino fortificato di Carrickfergus.

Lasciamo l’auto nel parcheggio a pagamento sul molo e raggiungiamo il massiccio castello sul mare, descritto nelle guide come “la più imponente e antica fortezza normanna d’Irlanda”. Vicina ad esso, si trova la statua di William d’Orange, che qui sbarcò nel 1690. Passeggiamo sul lungomare e per le stradine acciottolate del paese, ancora addormentato a quest’ora. Dopo una breve sosta al Sainsbury’s locale, dove ci procuriamo un pranzo al sacco per la giornata, ripartiamo in direzione Nord.

Seguiamo la A2, che qui si chiama Causeway Coastal Route, fermandoci al punto panoramico di Whitehead (la baia e il paesino con casette colorate sembrano una cartolina), all’Ufficio del Turismo di Larne e al Ballygally Castle (che oggi è un hotel resort e ospita la porta n.9).

Da qui, deviamo verso l’interno per raggiungere le colline di Cairncastle (filming locations: le terre a nord di Grande Inverno e l’Incollatura). Il punto panoramico segnalato con la targa GoT ci regala una vista spettacolare che arriva fino al mare. Decidiamo di addentrarci in questo paesaggio montano, dove i boschi si alternano alla brughiera, seguendo le stradine bianche dell’atlante, tallonati da nuvoloni grigi e bassi.

Ci troviamo nei famosi Glens of Antrim, una serie di valli panoramiche di formazione glaciale, che si susseguono fino a Cushendun. Il nostro itinerario di oggi prevede di visitare alcune di queste piccole valli, che scendono, profonde e tranquille, fino alla costa.

Arriviamo fino al bivio di The Sheddings, in mezzo al nulla: da qui, si scorge la sagoma della Slemish Mountain, il luogo in cui, secondo la leggenda, San Patrizio aveva vissuto come schiavo nel V secolo; prendiamo la A42 e successivamente la B97 per tornare verso il mare e, precisamente, a Glenarm.

Saliamo lungo la costa fino al Carnlough Harbour (filming location: il canale di Braavos). Giriamo a piedi sul bastione che ripara il porticciolo di sasso e scattiamo un’infinità di foto alla baia. Una targa ricorda la storia di Paddy il piccione, eroe decorato della II Guerra Mondiale e dello sbarco in Normandia, che qui fu allevato e visse per 11 anni.

Poco dopo Carnlough, intravediamo una foca placidamente sdraiata al sole su un piccolo scoglio.

Arrivati al Glenariff, ci addentriamo nuovamente lungo la valle fino al Visitor Centre del Glenariff Forest Park (ingresso gratuito, parcheggio £ 5,00 al giorno). Sembra di essere in Trentino: da una piccola baita che contiene museo, cafeteria, toilettes e negozio di souvenir, partono sentieri e camminate che si inoltrano nei boschi circostanti. Noi scegliamo un angolo attrezzato con panchine e tavolini per consumare il nostro pranzo al sacco e goderci il panorama.

Ripartiamo. Visto che le guide sono concordi sul traffico che caratterizza il paesino di Cushendall, decidiamo di bypassarlo dall’interno, arrivando direttamente a Cushendun. Qui, facciamo una sosta al pub Mary McBrides, dove si trova la porta n.8 e dove ci concediamo un paio di birre locali (l’oste ci regala la bottiglia come ricordo!). Sempre a Cushendun, a duecento metri dal pub, si trovano le Caves, piccole grotte naturali nelle scogliere di arenaria (filming location: la grotta di Melisandre). La costa, qui, ci ricorda molto la Cornovaglia.

Il sole è ancora alto; noi prendiamo la Scenic Route che porta fino al promontorio di Torr Head. La stradina è minuscola, tutta curve e a picco sul mare: decisamente per guidatori esperti (meno male che guida Marco!). Arrivati in cima all’altipiano, ci fermiamo per ammirare il panorama mozzafiato sulla Loughan Bay.

Superato il promontorio, deviamo su una stradina ancora più stretta, tra le brughiere, che arriva a Murlough Bay: dall’alto, la vista abbraccia tutta la baia e l’insenatura sottostante (filming location: Baia degli Schiavisti).

Da qui, proseguiamo lungo la A2 fino al villaggio di Ballintoy, dove prendiamo possesso della camera per la notte, a The Castle B&B (£ 70,00 per camera matrimoniale e prima colazione, www.thecastlebedandbreakfast.co.uk). Il proprietario è gentilissimo e ci mostra la nostra stanza (camera n.3, a piano terra): molto spaziosa e luminosa, con letto king size; l’arredamento è basico ma curato; la struttura offre anche alcuni spazi comuni, come la Guest Room con salotto e tv, e la Breakfast Room, con cucinotto a disposizione degli ospiti.

Durante la programmazione della vacanza, abbiamo scelto questo B&B soprattutto per la sua posizione, vicino al Ballintoy Harbour e a poca distanza dalla Giant’s Causeway, che visiteremo domattina.

Dopo una breve sosta per sistemare i bagagli e ricaricare i cellulari (e le nostre batterie!!), approfittiamo delle lunghe giornate di luce del nord per arrivare sino all’Harbour (filming location: Pyke, le Isole di Ferro e Roccia del Drago). Il porto offre due visuali differenti: si può percorrere tutto il molo, dove sono attraccate le imbarcazioni dei pescatori, oppure si può salire sul bastione fortificato, per vedere tutta la White Park Bay dall’alto.

Ritorniamo in auto sulla A2, dove, tra le quattro casette che compongono il villaggio di Ballintoy, si trova il Fullerton Arms (www.fullerton-arms.com). Questo pub è incluso in tutti i tours guidati relativi ai luoghi di Game of Thrones: infatti, lo troviamo abbastanza pieno, nonostante l’ora, e scopriamo che oltre alla porta n.6, ospita una stanza a tema, con tanto di Trono finto! Al ristorante pluripremiato scegliamo una cena di pesce, accompagnata da ottime Guinness (£ 45,00 per due persone).

Dopo cena, anche se siamo stanchi morti, proseguiamo lungo la costa fino all’ingresso della Giant’s Causeway, che visiteremo domattina. Studiamo la situazione parcheggi (visto che questo è uno dei luoghi più famosi dell’Irlanda del Nord ed è sempre piuttosto caotico) e, come bonus, assistiamo ad un favoloso tramonto sul mare.

Rientriamo poi nel nostro B&B e ci concediamo una lunga dormita ristoratrice!

Mercoledì 9 agosto: Giant’s Causeway – The Dark Hedges – Derry (km 180,70)

Dopo una sveglia molto mattutina e un’ottima Irish breakfast espressa, consumata nella sala a vetrate del B&B, carichiamo i bagagli in auto e partiamo alla volta della Giant’s Causeway, dove arriviamo verso le 9,00 quando ancora c’è poca gente. Parcheggiamo vicino all’ingresso del nuovissimo Visitor Centre ed entriamo subito, avendo acquistato i biglietti online prima della vacanza (£ 9,00 a testa, invece che £ 10,50, sul sito del National Trust).

Ritiriamo le audioguide incluse nel biglietto e percorriamo a piedi la discesa verso il sito, oggi Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Il Selciato è composto da oltre 40.000 colonne esagonali di basalto, alte fino a 12 metri, che secondo la scienza sono il risultato di un’intensa attività vulcanica e geologica di milioni di anni fa; secondo la leggenda irlandese, invece, sono opera del gigante Finn McCool che qui viveva.

Ci godiamo la visita del luogo ancora deserto e scattiamo innumerevoli foto a questa meraviglia della natura. E’ possibile seguire quattro diversi percorsi, ben segnalati e di difficoltà crescente, che mostrano le formazioni rocciose protese verso il mare (sono tutti indizi dell’esistenza del gigante: la Sedia dei Desideri, lo Stivale del Gigante, l’Organo…). Dopo un paio d’ore immersi in questa atmosfera magica, quando ormai il sito si sta riempiendo di orde di turisti, decidiamo di rientrare al Centro Visitatori, utilizzando la navetta al costo di £ 1,00 a testa.

Recuperiamo l’auto e ci dirigiamo alla seconda meta della giornata: a pochi passi dalla Causeway si trova, infatti, uno dei luoghi più immortalati di Irlanda, il Dunluce Castle (£ 5,00 a testa). Le rovine di questo castello medievale sono arroccate su impressionanti scogliere di roccia; partendo dalla Brew House e seguendo le indicazioni della cartina dettagliata che ci viene fornita all’ingresso, visitiamo i ruderi delle varie stanze e delle corti del maniero.

All’uscita, torniamo indietro lungo la strada A2, perché, dal punto panoramico a senso unico, si fanno fotografie eccezionali del castello e della scogliera sottostante.

Ci dirigiamo, quindi, verso l’interno. Una breve sosta nello shop della Bushmills Distillery, una vera e propria istituzione locale, poi ci addentriamo nelle stradine di campagna per raggiungere il luogo simbolo della serie tv in Nord Irlanda: The Dark Hedges (filming location: la Strada del Re). Si tratta di una via tra i campi, costeggiata da grandi faggi risalenti al XVIII secolo, che un tempo conduceva alla tenuta della famiglia Stuart. Purtroppo, la bellezza del luogo è in parte rovinata dalle auto dei turisti in sosta selvaggia: pochi, infatti, utilizzano il parcheggio consigliato di Gracehill House, dove si trova la porta n.7.

Dopo una passeggiata sotto le fronde dei faggi, è quasi ora di pranzo. Decidiamo di andare a Ballymoney, cittadina famosa per aver dato i natali alla famiglia Dunlop (i piloti Joey e Robert sono ricordati nel giardino memoriale) e di pranzare al Tesco locale.

E’ ancora presto e, nonostante ci aspetti un viaggio lungo fino a Derry, torniamo sulla costa per attraversare i paesini di Portrush e di Portsteward, con la sua spiaggia infinta (filming location: la costa di Dorne).

Incontriamo, poi, l’immensa Downhill Demensne, nei pressi di Castlerock. La tenuta appartiene al National Trust e sulla guida c’è scritto che chiude alle ore 17.00 e prevede un biglietto di ingresso (£ 5,00). Quando arriviamo al parcheggio, scopriamo che la biglietteria è già chiusa ma è comunque possibile entrare e visitare l’area. Dopo una passeggiata in salita di circa un chilometro, si arriva alla grande casa abbandonata di Downhill House (costruita dall’eccentrico Lord Bristol, vescovo conte di Derry, nel 1774) e al Mussenden Temple, sulla cima della scogliera, che fungeva da biblioteca. La vista sulla spiaggia sottostante, Downhill Strand, è incredibile (filming location: la Roccia del Drago).

Riprendiamo la A2 e, dopo una breve deviazione sulla B202 fino a Maghilligan Point (da dove partono i piccoli traghetti diretti alla Inishowen Peninsula), proseguiamo verso Limavady, aggirando l’imponente sagoma dell’Antrim plateau, Binevenagh (filming location: il mare d’erba dei Dothraki).

Raggiungiamo la cittadina di Limavady all’ora dell’aperitivo: beviamo, quindi, due pinte di Guinness all’Owens Pub, dove si trova la porta n.5. Di fronte a questo locale, notiamo il Market Yard Restaurant, un antico mercato coperto convertito in pub e ristorante: ci piace! Si rivela un’ottima scelta: due antipasti, due gustosissimi hamburger con chips e due pinte, per un totale di £ 35,00.

Arriviamo a Derry-Londonderry, sotto sera. Abbiamo prenotato il Bridge B&B (£ 118,00 per due notti, stanza twin e prima colazione, www.BridgeBnB.com), dove ci accoglie la proprietaria, Ursula, che si rivelerà un personaggio incredibile. Si può parcheggiare gratuitamente nella strada antistante la struttura; la nostra camera (n.1) è al piano terra, purtroppo senza finestre; in compenso, il bagno è enorme e nuovissimo.

Troviamo le ultime forze per una passeggiata sulle mura della città, poi crolliamo.

Giovedì 10 agosto: Inishowen Peninsula – Derry (km 183,50)

La nostra giornata inizia nel migliore dei modi: Ursula ci cucina un’ottima Irish breakfast.

Anche se il tempo è nuvoloso, dedichiamo la mattinata al tour della Inishowen Peninsula, la terra più settentrionale d’Irlanda. Percorriamo, quindi, la R238 fino al paesino di Fahan dove, nel cimitero accanto alla chiesa, si possono ammirare la St. Mura Cross, una croce del VII secolo alta oltre due metri, e le scarne rovine del monastero fondato da St. Colmcille.

Poco più avanti, lungo la strada che costeggia il Lough Swilly, ci fermiamo attirati da uno dei cartelli che identificano i punti di maggiore interesse della Wild Atlantic Way: si tratta della Lisfannon Beach, divenuta famosa perché, durante una tempesta nel 1784, ha ispirato la famosa “Amazing Grace” di John Newton.

Seguendo la Inishowen100, una delle Scenic Drives più belle d’Irlanda che percorre circa 100 miglia lungo la penisola, arriviamo al Fort Dunree, un ex forte diventato oggi museo militare (l’ingresso costa € 5,00 a persona) che si trova in una posizione panoramica incredibile.

Ci avventuriamo in una stradina bianca tra Magherabane e Clonmany: nel punto più alto, il panorama è brullo e lunare; l’atmosfera è resa ancora più spettrale dal fatto che ci siamo solo noi!

Riprendiamo la R238 fino a Carndonagh, antico centro ecclesiastico che, si dice, fu fondato da San Patrizio. Prima di entrare nel centro abitato, si trovano le Carndonagh Crosses, di cui si possono ancora oggi ammirare le incisioni (ci colpiscono, in particolare, il Cristo che sorride e l’arpa di Davide).

Spunta un timido raggio di sole e noi ci concediamo una passeggiata lungo l’immensa Five Fingers Beach, un vero paradiso (ancora una volta, tutto per noi).

Proseguiamo, poi, fino alla punta più settentrionale dell’Irlanda, Malin Head, dove inizia (e finisce!) la Wild Atlantic Way. C’è pochissimo parcheggio e le auto sono ferme lungo la stradina che conduce al promontorio che, in passato, era utilizzato per le comunicazioni in mare e, oggi, è famoso tra gli appassionati perché usato come set dell’ultimo Guerre Stellari. Arrivati in cima, si gode di una vista eccezionale sul mare del Nord.

Lungo la strada ci fermiamo nella cafeteria/scuola/centro comunale di Malin, il Northern Bites, dove ci rinfranchiamo un po’ dal vento gelido con una tazza di the e due scones.

La Inishowen100 ci porta, poi, a Culdaff, dove c’è una spiaggia bandiera blu: nonostante la temperatura polare e l’acqua ghiacciata, vediamo (e fotografiamo!) due signori in costume da bagno.

E’ quasi ora di rientrare a Derry, ma facciamo una breve deviazione per andare al porticciolo di Greencastle, dove attraccano i traghetti partiti da Maghilligan Point.

Il pomeriggio è destinato alla città di Derry-Londonderry ed al suo tristemente famoso quartiere Bogside.

Visitiamo subito il Museum of Free Derry (£ 4,00 a persona, www.museumoffreederry.org), aperto nel 2017 e interamente dedicato ai Troubles della città e ai fatti di sangue del 30 gennaio 1972 (Bloody Sunday). Il museo è ricco di documenti e oggetti risalenti a quel periodo ed è veramente toccante.

Una volta usciti, percorriamo le strade del quartiere fino al Free Derry Corner (con la famosa scritta “You are now entering Free Derry”). Rossville Street, in particolare, è caratterizzata da quella che viene chiamata People’s Gallery: 12 grandi murales, all’esterno delle abitazioni, che ripercorrono i momenti chiave dei Troubles. Sempre su Rosville Street si trova il Bloody Sunday Memorial, con le foto delle 13 vittime.

Riportiamo l’auto vicino al B&B e, dopo una visita al Visitor Centre della città (molto fornito, troviamo guide e cartine per le prossime giornate), ci concediamo un paio di ore di shopping e relax.

Ceniamo presto, al pub The Badgers, frequentato da gente del luogo (£ 31,80 per un antipasto, due pies e due pinte di Guinness).

Un caffè (single espresso!) da asporto al Cafè Nero e siamo pronti per fare il giro delle mura cittadine, un anello di circa 2 km. Lungo i bastioni, sono segnalati tutti i punti di interesse: partiamo da Ferryquay Gate, una delle quattro porte originali; poco dopo, incontriamo l’Artillery Bastion, con i cannoni del 1600, e la St. Columbus Cathedral, del 1630. La vista, poi, spazia sul Bogside: percorriamo la Grand Parade fino alla piccola St. Augustine’s Church, con i suoi cespugli di ortensie fiorite. Le mura, poi, scendono fino a Castle Gate, più piccola e recente, e proseguono costeggiando l’imponente palazzo neogotico della Guidhall.

Usciamo in corrispondenza della Shipquay gate (che, un tempo collegava il porto appena fuori le mura al mercato cittadino) e ci dirigiamo verso il fiume Foyle, per attraversare il moderno Peace Bridge.

Da qui, rientriamo nel nostro B&B percorrendo il lungofiume.

Venerdì 11 agosto: Glenveagh National Park – Horn Head – Kincasslagh (km 226,30)

Salutiamo Derry passando accanto al glorioso stadio Brandywell, oggi in ristrutturazione.

Attraversiamo Letterkenny, paesotto industriale che non ci attira più di tanto, e ci dirigiamo verso il Glenveagh National Park. Lungo la strada, decidiamo di visitare le terre dove nacque Saint Colmcille (San Columba), il patriarca della comunità monastica irlandese. In particolare, seguiamo le indicazioni per i ruderi della Colmcille’s Abbey e del pozzo sacro. Poco più avanti, lungo la stradina di campagna, si trova anche una croce imponente che segna il luogo di nascita del Santo. Vorremmo visitare anche il Colmcille Heritage Centre, dedicato alla vita del Santo, ma apre alle ore 10.30 e noi siamo decisamente molto in anticipo.

Ripercorriamo la strada che costeggia il Lough Gartan e che ogni tanto si apre sulle valli circostanti, per poi addentrarci nelle torbiere che caratterizzano il parco nazionale. Lungo stradine minuscole, immerse nel nulla, arriviamo fino al Visitor Centre del parco, dove ci concediamo un caffè caldo, vista la pioggia battente che ci accompagna da stamattina.

Ritorniamo, poi, verso la costa per visitare la Rosguill Peninsula. Tra i paesini di Creeslough e Carrighart, incontriamo un’indicazione della Wild Atlantic Way, che segnala il punto panoramico da cui si gode la vista sul vicino Doe Castle. Il cartello racconta, inoltre, la tragedia romantica di Turlough e Aileen, i “Romeo e Giulietta irlandesi”.

Seguiamo la Wild Atlantic fino a Downings, dove visitiamo due immense spiagge di sabbia, Downings Beach e Rosapenna Beach (qui, per la prima volta da quando siamo usciti questa mattina, vediamo il sole… anche se per pochi minuti!).

Torniamo indietro sulla R245, fermandoci per qualche foto dall’esterno al Doe Castle, una casa torre del XV secolo (è possibile anche visitare l’interno: l’ingresso costa € 3,00 a persona, ma dovremmo attendere la prossima visita guidata tra circa due ore…).

Continuando lungo la costa nord, poco dopo Dunfanaghy, sulla destra imbocchiamo la Scenic Route per Horn Head. Decisamente non adatta ai deboli di cuore o ai guidatori inesperti (tutta curve e pendenze, a picco sulle scogliere, ad una sola carreggiata… e noi la percorriamo con la pioggia), è sicuramente la strada panoramica più bella tra quelle esplorate in questa vacanza. Una volta arrivati al piccolo spiazzo in cima al promontorio, scendiamo per ammirare il paesaggio mozzafiato delle scogliere di quarzite ricoperte di erica.

La Scenic Route è un anello di circa 10 km, che ci riporta verso Dunfanaghy, dove ci fermiamo al Muck ‘n’ Muffins, un minuscolo locale su due piani che l’insegna colorata descrive come “coffee shop, pottery studio, restaurant, gift shop”. Fortunosamente riusciamo a sederci ad un tavolino e prendiamo due caffè bollenti e sandwiches al formaggio. La Lonely Planet consigliava questo locale, ricavato da un vecchio deposito di granaglie del XIX secolo e frequentatissimo da gente del posto… e ora lo possiamo consigliare anche noi!

Ripartiamo e, percorrendo la R257, incontriamo l’immensa spiaggia di Magheroarty, da cui si gode la vista su Tory Island. Purtroppo il bel tempo dura poco e si trasforma in un acquazzone torrenziale che non ci permette una sosta alla punta di Bloody Foreland. L’Irlanda è bella anche per questi sbalzi climatici improvvisi!

Ci dirigiamo, quindi, verso la costa ovest del Donegal, per raggiungere Kincasslough, la nostra tappa serale.

Lungo la strada, siamo incuriositi dalle indicazioni per il Donegal Airport, descritto come uno dei più scenografici d’Europa. La pista minuscola è un incubo per chi ha paura dell’aereo, ma la posizione a pochi metri dall’oceano è veramente incredibile. Proprio qui vicino troviamo una delle spiagge più belle della vacanza: la vasta e bianchissima Carrickfinn Beach, che si affaccia sulla Inishfree Bay. Esce il sole e lo scenario ricorda i Caraibi (se non fosse per la temperatura, tipicamente irlandese!).

Arriviamo al nostro albergo, Careys Viking House Hotel (€ 142,00 per due notti in camera matrimoniale con colazione inclusa, www.vikinghousehotel.com): la nostra stanza è la n.14 al primo piano e, in realtà, è una camera tripla spaziosa e pulita, anche se un po’ vintage. Dalla finestra (sul fronte dell’hotel) si vede tutta la Rosses Bay.

Decidiamo di fermarci a cena nel ristorante dell’hotel (Longboat Restaurant), molto frequentato. La scelta si rivela azzeccata: cena a base di pesce (seafood chowder, grilled prawns e fish&chips) veramente ottima!

Dopo cena, assistiamo allo spettacolo del tramonto sull’oceano (che riusciamo a condividere con i nostri genitori grazie ad una videochiamata Facetime), poi a nanna presto.

Sabato 12 agosto: Glengesh Pass – Slieve League (km 241,00)

Dopo la colazione nel ristorante dell’hotel, ci mettiamo in auto: oggi visiteremo la costa del Donegal e le sue bellezze naturalistiche.

Lungo la R259, incontriamo il paesino di Dungloe, una manciata di casette colorate sulla via principale, con bar, negozi e pub. Cerchiamo il Visitor Centre, che si trova all’interno della chiesa del paese ma che si rivela un po’ sguarnito (riusciamo comunque a comprare una calamita).

Scendiamo lunga la R256 fino alla spiaggia bandiera blu di Narin. Approfittiamo del timido sole per un passeggiata lungo l’immensa battigia di sabbia fine. Risaliamo in auto poco prima che si scateni un violento temporale che, però, dura poco: quando imbocchiamo la strada verso il Glengesh Pass, non piove più.

La stradina si snoda tortuosa lungo la valle, attraversando uno scenario quasi alpino; poi, sale improvvisamente, con una serie di tornanti, fino al passo, ben segnalato e con un’area picnic, da cui ci godiamo la vista.

Anche dopo il Glengesh, sull’altro versante del monte, ci sono scorci incredibili tra torbiere e mare.

Esce il sole e Marco si gode la strada che ci porta a Glencolumbkille, dove facciamo una sosta alla cafeteria locale per uno spuntino e una coccola al micio nero, padrone di casa.

Decidiamo di seguire la R263, che costeggia Glen Bay e che termina alla scenografica Malin Bay, una spiaggia a mezzaluna, con un mare verde azzurro da far invidia alla Sardegna. La baia è raggiungibile solo a piedi, attraverso una lunga scalinata ma, anche dall’alto, è davvero una meraviglia.

Ripercorriamo la strada a ritroso fino a Glencolumbkille, fermandoci ogni tanto a fare qualche foto alle insenature nascoste e alle pecore che brucano sul ciglio della carreggiata.

Ci dirigiamo, quindi, verso l’obiettivo della giornata: le scogliere più alte d’Europa, le Slieve League Cliffs. Dal paese di Carrick, seguiamo le indicazioni rigorosamente in gaelico per Sliabh Liag.

La strada che porta alle scogliere è stretta ma ben percorribile. Seguendo i consigli di altri TpC, non ci fermiamo al primo parcheggio, ma apriamo il grande cancello e proseguiamo per un paio di chilometri (da togliere il fiato a picco sul mare) fino al parcheggio superiore, da cui parte il famoso sentiero “One Man Pass”, che percorre tutto il promontorio.

Lo spettacolo delle Slieve League è uno dei più suggestivi di tutta l’Irlanda e, secondo noi, anche più scenografico delle più note Cliffs of Moher (sicuramente, più selvaggio e meno frequentato).

Dalla terrazza panoramica, ci lasciamo affascinare da questo luogo meraviglioso e scattiamo mille foto.

Sulla via del ritorno, notiamo che, nei pressi del parcheggio a valle stanno costruendo un Visitor Centre, con relativo servizio di bus navetta fino alla sommità delle scogliere: speriamo che il turismo non rovini la magia di questo angolo quasi incontaminato del Donegal.

Attraversiamo il paese di Killybegs, un porto di pesca abbastanza trafficato, e decidiamo di complicarci la vita prendendo la stradina secondaria che conduce a Saint John’s Point ed al suo faro (Marco, che non lo ammetterà mai, non è riuscito a resistere al cartello che avvertiva “pendenza 30%”!). La prima parte del tragitto, fino alla spiaggetta di Killultan, è affrontabile (piccola ma con frequenti passing area). Dopo la spiaggia e fino al faro, però, è davvero troppo stretta e piena di buche: una minuscola lingua di asfalto, dove passa solo un’auto nonostante il doppio senso di marcia, con il rischio di impantanarsi nel fondo melmoso se si esce dalla carreggiata. Un incubo!

Dopo questa esperienza, decidiamo di far ritorno al nord: la strada N56 ci conduce da Killybegs fino a Crolly. Qui, ci fermiamo alla Leo’s Tavern, pub noto perché di proprietà del padre della famosa cantante irlandese Enya (infatti, al suo interno, si possono ammirare foto e memorabilia della star e del suo gruppo, i Clannad; www.leostavern.com).

Rientriamo in hotel, per bissare la cena di ieri e, infine, goderci una passeggiata ammirando il tramonto sul mare.

Domenica 13 agosto: Donegal – Enniskillen – Drumcliff – Sligo (307,00)

Partiamo presto e ci dirigiamo subito a sud, per visitare il capoluogo della Contea, Donegal Town.

Parcheggiamo gratuitamente all’Harbour, dove svaligiamo il Visitor Centre di Discover Ireland, molto ben fornito ed organizzato. Facciamo, poi, due passi nel centro cittadino, che si sviluppa attorno alla piazza chiamata The Diamond, circondata da negozietti di souvenir. Il piccolo castello del 1400, ormai in rovina, non è oggi visitabile in quanto sono in corso lavori di restauro; ci accontentiamo di qualche foto dell’esterno.

Lungo la costa, deviamo verso la spiaggia bandiera blu di Rossnowlagh. Nonostante il parcheggio esterno, in spiaggia c’è pieno di famiglie, accampate con tende e auto. La distesa di sabbia è grande e molto frequentata, rispetto alle immense spiagge deserte del Nord.

Incontriamo, poi, la Franciscan Friary, un moderno centro di pellegrinaggio e preghiera… forse troppo moderno per i nostri gusti.

Giunti a Ballyshannon, decidiamo di fare una pazzia: 100 km, tra andata e ritorno, per raggiungere Enniskillen e il pub Blakes of the Hollow. Qui c’è la porta n.4 di Journey of Doors e, con questo timbro, completiamo il nostro passport! Il viaggio vale, comunque, la pena, perché la A46 costeggia il selvaggio Lough Erne, tra boschi e fattorie; il pub di Enniskillen è molto antico e caratteristico e ha vinto numerosi premi. Approfittiamo per premiarci con una pinta di Guinness e compriamo la maglietta ricordo, stampata appositamente per il Trono di Spade.

Dopo una sosta al supermercato Tesco, dove ci procuriamo la colazione per i prossimi giorni, facciamo rotta su Sligo, dove prendiamo possesso del bilocale prenotato presso il Milligan Court Apartments, un complesso di appartamenti a cinque minuti di passeggiata dal centro (€ 170,00 per due notti, www.milligancourt.ie). La reception è aperta dalle 9,00 alle 17,00, ci forniscono chiavi e informazioni utili sulla proprietà e sulla cittadina. Oltre alla posizione ottima e al parcheggio coperto gratuito, il nostro appartamento (n.23 a piano rialzato) è molto ampio e pulito, con arredamento essenziale ma funzionale.

Verso le 18.00 ripartiamo per visitare la chiesina protestante del vicino paese di Drumcliff dedicata a St. Columba: nel cimitero si trova la tomba del poeta Yeats (la lapide riporta una strofa della sua poesia “Under Ben Bulben” e recita “Cast a cold eye on life, on death, Horseman pass by”). Il luogo, che richiama oltre 180.000 visitatori l’anno, ospita anche le rovine di una round tower, visibili dalla strada N5, nonché, sul muro che circonda il cimitero, una High Cross finemente decorata.

Torniamo in centro a Sligo per cercare un posto dove cenare: l’impresa si rivela ardua, perché i ristoranti sono tutti pieni o prenotati oppure chiusi perché è domenica. Ci accontentiamo di due hamburgers al pub del Glasshouse Hotel. Dopo cena, due passi lungo il fiume Garavogue, che attraversa Sligo, poi rientriamo in appartamento per una serata tranquilla di chiacchiere.

Lunedì 14 agosto: Sligo (km 78,20)

Ci svegliamo sotto una pioggia torrenziale, ma costeggiamo la Sligo Bay fino al paesino di villeggiatura di Rosses Point, che si sviluppa lungo la R291 e che termina con il Golf Club e annesso resort. Sotto un diluvio universale, ci avventuriamo fino alla spiaggetta (dove ci sono due pazzi in costume che fanno il bagno!) e scattiamo qualche foto alla statua che raffigura una donna in attesa del ritorno dei marinai.

Ci infiliamo poi nella stradina R286, all’interno, fino al Parke’s Castle, sulla riva del Lough Gill. Avevamo già visitato, nel 2012, questa manor house fortificata del XVII secolo; il castello sta subendo importanti lavori di ristrutturazione: l’ingresso ora è gratuito, in quanto sono visitabili solo alcune stanze. Purtroppo, non è possibile percorrere il camminamento sulle mura, che ci aveva entusiasmato la volta scorsa.

Rientrando verso Sligo, ci fermiamo ai vari view points sul lago, per goderci la visuale: nonostante le nuvole basse e grigie, l’atmosfera è suggestiva.

Un piccolo raggio di sole fa capolino e noi ne approfittiamo subito per recarci a Strandhill, un altro paesino di villeggiatura sulla Sligo Bay, paradiso dei surfisti, con un’immensa distesa di scogli.

Dedichiamo, poi, il resto del pomeriggio a girovagare per le vie e i negozi di Sligo (una sosta obbligata da Pennies e un saluto alla statua di Yeats).

Per la cena, optiamo per il gastropub Hargadon Bros (www.hargadons.com, consigliatoci anche dai gestori del nostro alloggio), dove, nei locali del 1864 splendidamente conservati, si respira l’autentica atmosfera dei pubs irlandesi. Menzione d’onore al menu (seafood chowder, cozze e chips, birre della locale White Hag).

Prima di tornare in appartamento, facciamo una lunga passeggiata defatigante sul fiume e fino alle rovine della Sligo Abbey, un sito affascinante soprattutto nella luce del tramonto.

Martedì 15 agosto: Clonmacnoise – Dublino (km 303,90)

Oggi inizia il ritorno verso Dublino… ma abbiamo ancora tante cose da fare e da vedere!

Dopo un’ultima colazione “casalinga” nel nostro appartamento, come da accordi con i gestori lasciamo le chiavi nella buca delle lettere della reception e facciamo rotta verso il paesino di Ballymote, circa 15 km a sud di Sligo. Nella zona industriale, infatti, ha sede la White Hag Brewery (www.thewhitehag.com), i cui proprietari abbiamo conosciuto in occasione dell’Arrogant Sour Festival a Reggio Emilia. Arriviamo quando Joe e Paul, i mastri birrai, stanno aprendo: ci accolgono come amici, ci fanno visitare l’intero birrificio (noi ci innamoriamo subito dei barrels di legno, che si possono “adottare”!) e ci regalano una cassa con le loro birre più note.

Una veloce visita al castello del luogo, poi ripartiamo. Facciamo sosta a Roscommon, per spedire le cartoline dall’ufficio postale e per qualche foto alle imponenti rovine del castello.

Pranziamo in un autogrill con i panini di Subway e una lattina di Puka della White Hag.

All’una siamo già all’ingresso del sito monastico di Clonmacnoise (€ 8,00 a persona): fondato nel 548 da St. Ciaran, sulle rive del fiume Shannon, era uno dei monasteri più grandi d’Irlanda; ancora oggi, custodisce le rovine di otto chiese e una cattedrale, oltre a due torri rotonde, numerose lapidi medievali e tre magnifiche High Crosses (o meglio, le repliche: le tre croci originali si trovano all’interno del Visitor Centre).

Il colpo d’occhio, appena entrati, lascia senza parole: complice anche la giornata splendida di sole e il cielo immenso d’Irlanda, le rovine sono suggestive e giriamo tra le pietre antiche per quasi tre ore. Ci colpiscono, in particolare, la grande torre rotonda del 1124 chiamata O’Rourke’s Tower, la Croce delle Scritture (alta oltre 4 metri, risalente al 900 e riccamente scolpita con scene bibliche) e le rovine della Cattedrale, con la famosa “porta sussurrante”, ma in generale sono la bellezza e il senso di pace a rendere magico questo luogo. Stavamo per uscire, quando una musica ci ha incuriosito: proprio in quel momento, in una delle chiesette minori, veniva celebrato un matrimonio celtico.

Va detto che, al centro visitatori, si può optare per una visita guidata del sito, in certi orari anche in italiano; noi, però, abbiamo preferito comprare la guida “self explain” e girare liberamente tra le rovine. All’uscita del parcheggio, c’è anche un piccolo negozio di souvenirs.

È arrivato il momento di rientrare a Dublino, dove faremo tappa per le ultime due notti della vacanza, al Jurys Inn Dublin Parnell Street (€ 318,00 per due notti in camera doppia con colazione). Conosciamo già bene Dublino, dove siamo stati più volte. Io-Francesca, conosco anche l’hotel perché vi ho soggiornato l’anno scorso per un weekend lungo con mia madre. L’albergo è in una posizione comodissima, all’inizio di O’Connell Street, a dieci minuti a piedi dal centro pedonale e facilmente raggiungibile anche in auto (infatti, arriviamo fin davanti per scaricare i bagagli). Inoltre, la struttura è convenzionata con il QPark vicino (€ 10,00 al giorno). Ci viene assegnata la stanza n.327: l’arredamento è standard per questa catena, molto curato e funzionale; abbiamo scelto la twin room perché è solitamente più ampia della camera matrimoniale, con letti da una piazza e mezza che si possono anche unire, in quanto dotati di ruote. Unico neo: la doccia/vasca con “cipolla” fissa e senza miscelatore.

Dublino è una capitale piccola e a misura d’uomo ma, a noi, dopo 13 giorni di paesini minuscoli e paesaggi sperduti, sembra una metropoli. Decidiamo, quindi, di prendere la metropolitana di superficie DART, dalla stazione di Tara Hill, e raggiungere il villaggio costiero di Howth (€ 6,15 a testa, andata e ritorno).

Facciamo una lunga passeggiata sul lungomare, fino al porticciolo e poi, lungo il molo, fino al faro. Il tramonto rosa è meraviglioso.

Per una volta, possiamo cenare dopo le ore 20.30 e ci fermiamo al famoso e pluripremiato locale da asporto Leo Burdock, che ha qualche tavolino in distesa per gli avventori (€ 21,70 per due fish&chips giganti e buonissimi!).

Riprendiamo la DART alle 22.25; in una mezz’ora siamo di nuovo in centro a Dublino e ci rechiamo nel nostro locale preferito per l’ultima birra della giornata: il PorterHouse, un brew pub su quattro piani, vicino alla turistica Temple Bar e famoso per la produzione di ottime birre artigianali.

Mercoledì 16 agosto: Dublino

La colazione a buffet allo Jurys Inn è enorme e ce n’è per tutti i gusti, dolce e salato, irlandese e continentale, frutta e bevande… Decisamente un buon inizio!

Oggi la giornata è dedicata al relax, anche perché abbiamo già visitato più volte tutti i principali monumenti e attrazioni di Dublino. Tuttavia, passeggiando senza meta per le vie della città, passiamo davanti a tutti gli highlights segnalati dalle guide: al mattino, percorriamo O’Connell Street con la sua Spire di 120 metri di altezza, l’imponente General Post Office e le vie pedonali dello shopping.

Attraversiamo il fiume Liffey sul famoso Ha’Penny Bridge, che conduce in Temple Bar, il famoso quartiere dei locali e dei pubs. Proseguiamo il nostro giro fino alle guglie della St. Patrick Cathedral, passando accanto alla più piccola (ma per noi più intrigante) Christ Church. Ci fermiamo per uno spuntino nella cafeteria della Chester Beatty Library, luogo poco conosciuto al turismo di massa. Dal giardino all’italiana della pinacoteca, si arriva poi al Dublin Castle, di cui ammiriamo la Record Tower risalente al 1126 e la Chapel Royal.

Passando davanti al Trinity College (che custodisce il Book of Kells e la splendida Long Room con oltre 250.000 libri antichi), arriviamo in Grafton Street, la via pedonale più nota. La percorriamo tutta, fino all’ingresso del parco St. Stephen Green. Poi, attraverso stradine acciottolate piene di negozietti, cerchiamo il pub P Mac’s, consigliatoci dai ragazzi della White Hag Brewery: tra tavolini di legno e alla luce delle candele, ci godiamo una birra fresca.

Ormai è pomeriggio inoltrato e decidiamo di tornare ad Howth, per un’ultima cena sul mare e un’altra lunga passeggiata sul molo per ammirare il tramonto.

Prima di tornare in hotel e preparare i bagagli, ci concediamo una pinta di birra dublinese al pub J.W. Sweetman Craft Brewery, sul fiume Liffey.

Giovedì 17 agosto: Malahide (km 47,00)

È arrivato anche l’ultimo giorno della nostra vacanza irlandese… ma prima del volo che ci riporterà a Londra alle 16.25, abbiamo ancora un po’ di tempo.

Ritiriamo l’auto al parcheggio coperto e, dopo un breve passaggio all’Aviva Stadium (quasi inavvicinabile per i lavori stradali in corso) decidiamo di occupare il resto della giornata con la visita del castello di Malahide, a pochi chilometri dall’aeroporto. Arrivati all’ingresso, scopriamo che si accede all’interno del maniero solo con le visite guidate: purtroppo, la prima visita disponibile è nel tardo pomeriggio, troppo tardi per noi. Tuttavia, è possibile acquistare il biglietto di ingresso solo per i giardini e l’immenso parco di Malahide: possiamo, quindi, entrare e visitare il giardino botanico Talbot, la serra con le farfalle, la Victoria House e le rovine dell’abbazia di Malahide. Ci inoltriamo nel parco, per scattare qualche foto alla facciata, con le sue torri circolari, dello splendido castello, appartenuto alla potente famiglia Talbot per oltre 800 anni, dal 1186 al 1976.

Ormai, però, il tempo scarseggia e noi dobbiamo restituire l’auto al noleggio (totale km percorsi: 2271,60!) e attendere il nostro volo. Goodbye, Ireland… and see you soon!

Marco & Francesca

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Myne

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Giant's Causeway

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Ballintoy Harbour

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Belfast murals

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Inch Abbey

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Torr Head Scenic Route

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Cairncastle - GoT

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Dunluce Castle

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Porta n.2 Game of Thrones

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Passport GoT: completato!

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Guinness a Enniskillen

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Slieve League

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Malin Bay

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Glengesh Pass

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Horn Head Scenic Route

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Derry

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Mussenden Temple

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The Dark Hedges



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