Organizzare un viaggio in Irlanda. Consigli pratici dalla A alla Z

State per partire per un fantastico viaggio in Irlanda e avete ancora qualche dubbio? Niente panico! Qui trovate tutti i miei consigli dopo i nostri due viaggi on the road in terra irlandese
organizzare un viaggio in irlanda. consigli pratici dalla a alla z
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
A – Aran Islands Inishmore, Inishman, Inisheer. Tre isolette al largo della contea del Clare anche se giuridicamente appartengono a quella di Galway. Qui, dove vengono prodotti i famosi maglioni di lana, il tempo sembra essersi cristallizzato insieme agli infinti muretti a secco che costeggiano le strade immerse nel verde.

Noi abbiamo visto sia Inishmore, la più grande delle tre isole con il suggestivo forte Dun Aengus a strapiombo sull’oceano che da solo merita una visita, che Inisheer con il famoso relitto della nave Plassey. Inishmaan ce la riserviamo invece per un prossimo viaggio, dicono che sia quella più autentica e selvaggia.

Scegliete quella che vi ispira di più ma andateci, ve ne innamorerete. Un mondo a parte rispetto a tutto il resto d’Irlanda. Sul come raggiungerle scendete fino alla lettera T-Traghetti.

B – Bed&Breakfast Non si può andare in Irlanda e non pernottare in uno dei tantissimi bed&breakfast. Noi li abbiamo prenotati sempre tutti via mail prima di partire, in modo da non perdere tempo nel cercare una sistemazione per la notte una volta là, ma questo dipende un pò dal vostro modo di viaggiare.

Volete mettere cominciare la giornata con una bella Irish breakfast? (lettera I-Irish breakfast)

C – Cliffs of Moher Le scogliere irlandesi per definizione. Una meraviglia della natura che lascia a bocca aperta. L’accesso alle Cliffs of Moher è libero, ma se arrivate in macchina o in moto ricordatevi che il parcheggio del Visitor Centre è piuttosto salato. Se riuscite cercate di arrivare la mattina presto o il tardo pomeriggio, così da evitare i bus pieni zeppi di grupponi organizzati di turisti. Avvicinatevi all’O’Brien’s Tower, seguite il sentiero “ufficiale” fino al cartello che vieta di proseguire oltre e poi…superatelo! Il sentiero non è pericoloso, è abbastanza largo e non ci sono punti particolarmente esposti sullo strapiombo, basta prestare un minimo di attenzione e avere delle scarpe adatte – se non da trekking leggero almeno da ginnastica: ve lo dico perchè ho visto ragazze con le ballerine e ragazzi in infradito. Paura. Mano a mano che proseguite verso l’altra torre di avvistamento, Hag’s Head, vi ritroverete intorno sempre meno gente. Non vorrete più andare via.

D – Dublino Nonostante io abbia un debole per Dublino mi sento di dire che la vera Irlanda, quella di cui ho più nostalgia, è altrove. Per cui se siete indecisi se includere o meno Dublino nel vostro giro ricordatevi che è perfetta per un weekend.

E – Éire Ovvero il nome ufficiale della Repubblica d’Irlanda a partire dal 1937, con l’indipendenza dal governo britannico. Éire, che significa terra, richiama proprio la dea che nella mitologia celtica aiutò i gaelici nella conquista dell’Isola di Smeraldo.

F – Failtè Benvenuti in gaelico. Lo troverete scritto ovunque: sui cartelli d’ingresso alle città, all’entrata di negozi e ristoranti, così come sulle insegne dei B&B. L’ospitalità irlandese del resto è leggendaria. Céad míle fáilte allora. Cento volte benvenuti.

G – Guinness e non solo Dici Guinness e dici la birra scura per antonomasia. Il suo colore rubino intenso, la schiuma densa e compatta, il caratteristico gusto amarognolo la rendono praticamente unica.

Ma non è la sola birra ad essere prodotta qui in Irlanda. Vi lascio tre nomi su tutti da provare: Kilkenny, Murphy’s e Smithwick’s.

H – Howth Questo paesino di pescatori è ideale per passare una giornata completamente immersi nella natura a pochi chilometri da Dublino. Si raggiunge comodamente con la DART, un trenino in superfice che corre parallelo alla costa. Arrivate fino al faro che domina il carinissimo porticciolo, poi scegliete uno dei percorsi che si inerpicano su per il promontorio: lo spettacolo è garantito. E alla fine concedetevi una meritata seafood chowder (lettera Z- Zuppa di pesce) in uno dei tanti ristorantini a due passi dal molo.

I – Irish breakfast In pratica la colazione del campione. Due salsicce, due fette di bacon, un uovo all’occhio di bue, un pomodoro grigliato, una o due crocchette di patate, fagioli in salsa di pomodoro, funghi, una fetta di black pudding e una di white pudding, pane tostato e marmellata a piacere. Il tutto annaffiato con tè o caffè nero americano. Per iniziare la giornata con il piede giusto. J – Joyce Forse il più grande scrittore irlandese del Novecento. Se anche voi però avete alzato bandiera bianca con l’Ulysses e il flusso di coscienza di Leopold Bloom, provate con Gente di Dublino. Ogni Bloomsday poi è una buona scusa per riprende l’opera prima di Joyce da dove la si era interrotta.

K – Killarney National Park Si tratta del primo parco nazionale istituito in Irlanda e copre un’area grande qualcosa come 10 mila ettari. Il modo migliore per esplorarlo è sicuramente la bicicletta che potete noleggiare in uno dei tantissimi Rent a bike che si trovano all’ingresso del Parco. Punto di partenza ideale è la Mukross Abbey e da lì un sentiero conduce fino alla vittoriana Mukross House e alla Torc Waterfall. Ma uno degli angoli suggestivi del Parco è The Meeting of the waters, dove le acque dell’Upper Lake, del Muckross Lake e del Lough Leane si incontrano. Da non perdere anche il suggestivo Ross Castle e per i più allenati la salita al Gap of Dunloe.

L – Lighthouses Non so voi ma io ho una vera e propria fissa per i fari. La mia classifica personale: il faro di Loop Head, meraviglia inaspettata sulla punta della poco conosciuta – anche se a pochi chilometri dalle Cliffs of Moher – Loop Head Peninsula; il faro di Black Head che emerge dai lastroni di pietra in mezzo al Burren e il Baltimore Beacon per il suo colore e la sua forma particolare che gli sono valsi il soprannome di Lot’s wife. Una menzione a parte la merita il faro di Fastnet costruito sullo scoglio che è il punto più meridionale d’Irlanda, in pieno Oceano Atlantico. Imperdibili.

M – Meteo If you don’t like the weather in Ireland, don’t worry, wait a few minutes. Questo detto irlandese riassume in pieno l’atteggiamento che si deve avere verso il meteo. In Irlanda le nuvole corrono veloci, quindi mai scoraggiarsi se la giornata inizia sotto una pioggia battente. State pur certi che prima o poi il sole farà capolino tra le nuvole regalandovi dei colori pazzeschi.

Come canta Fiorella Mannoia “il cielo d’Irlanda a volte fa il mondo in bianco e nero ma dopo un momento i colori li fa brillare più del vero“. Ed è davvero così.

N – Noleggiare un auto Se c’è un paese che si presta a un on the road quello è proprio l’Irlanda. Non fatevi spaventare dalla guida a sinistra: dopo i primi minuti di panico diventa quasi naturale. Il consiglio che vi posso dare però è quello di noleggiare la macchina con l’abbattimento totale della franchigia perché è facile magari fare il filo a qualche muretto o ai marciapiedi. Per il resto fidatevi: è più facile di quel che sembra.

O – O’Connor’s Pub Se passate da Doolin dovete per forza fare tappa qui. Che sia per una semplice pinta di birra o per una cena a base di Irish Stew. Il posto ideale per un po’ di sano craic con musica tradizionale dal vivo. Segnatevelo.

P – Pecore Penso di non avere mai visto così tante pecore come in Irlanda. Tanti piccoli puntini bianchi disseminati qua e là nel verde infinito. Semplicemente bucolico. Ricordatevi solo che le pecore hanno sempre la precedenza e soprattutto non hanno fretta di spostarsi se sono in mezzo alla strada. Anche se vi attaccate al clacson continueranno a brucare l’erba infischiandosene.

Q – Quanti giorni Noi siamo stati in Irlanda due volte, rispettivamente per 7 e 10 giorni. E non l’abbiamo ancora girata tutta.

C’è chi in due settimane si azzarda a compiere il giro completo, ma a mio parere servirebbero almeno una ventina di giorni. Il consiglio che vi posso dare è quello di calcolare bene le distanze che volete coprire in giornata per evitare di passare tutto il tempo in macchina. Anche perché i paesaggi irlandesi sono talmente belli che vorrete fermarvi praticamente ad ogni metro.

R – Ring of Kerry e altri Ring Il Ring of Kerry è una delle strade panoramiche più famose d’Irlanda. Ed è ovviamente gettonatissimo. Armatevi di pazienza e preparatevi a sgomitare nelle piazzole di sosta tra bus turistici e camper. Molti però non sanno che circa a metà del Ring of Kerry si può prendere una deviazione per il Ring of Skellig che da Ballinskellig conduce fino a Portmagee. In questo tratto – udite udite – bus e camper non possono transitare perché le strade sono davvero strettissime. Se avete tempo vi consiglio poi di proseguire per Valentia Island dove le sole Geokaun Mountains con le Fogher Cliffs meritano di allungare la strada. Ancora meno conosciuto il Ring of Beara, un anello di 80 km che corre lungo la Beara Peninsula. Se non avete tempo di compiere l’intero periplo potete scavallare lungo l’Healy Pass. Panorami che tolgono il fiato ad ogni curva.

S – Skellig Rocks Le isole Skellig si trovano 12 km al largo di Portmagee nella contea del Kerry e, oltre ad essere Patrimonio UNESCO, sono un’importante riserva naturale di pulcinelle di mare e sule.

Proprio per questo l’accesso a Skellig Michael, la più grande delle due isole e l’unica visitabile, è strettamente controllato. Le imbarcazioni che possono attraccare devono avere un permesso speciale e possono portare solo un numero limitato di visitatori al giorno.

Insomma un’avventura solo mettersi in ballo. Perchè poi su quelle barchette se il mare è agitato si balla per davvero. E non è neanche detto che si riesca ad attraccare perchè dipende dalle condizioni meteo. Noi abbiamo organizzato tutto – sia il pernottamento in B&B che l’escursione a Skellig Michael – con Joe Roddy & Sons. Purtroppo siamo riusciti solo ad avvinarci alle Skellig perchè il mare era troppo mosso, ma è stata comunque una grande emozione. Se soffrite il mal di mare fate scorta di travelgum. Ma vi avviso: potrebbe non bastare.

T – Traghetti Iniziamo dai traghetti per raggiungere le isole Aran. I punti di imbarco sono due: Doolin (https://www.doolinferries.com): di solito usato come base per visitare le Cliffs of Moher, e Rossaveal (http://www.aranislandferries.com) a pochi chiilometri da Galway. Se soffrite il mal di mare evitate d’imbarcarvi da Doolin: i traghetti sono molto più piccoli e il braccio di mare che lo separa da Inisheer, l’isola più vicina, è spesso soggetto a forti correnti che rendono la traversata parecchio mossa. Se decidete di avventurarvi lungo Valentia Island ricordatevi che potete risparmiare tempo prendendo il traghetto che da Knight’s Town porta direttamente a Reenard Point (http://www.gokerry.ie/valentia-island-car-ferry/) e poi da lì a Cahersiveen, incrociando nuovamente il Ring of Kerry. Sempre per guadagnare un bel pò di tempo potete tagliare l’estuario del fiume Shannon, lungo più di 100km, prendendo il traghetto che da Tarbert nel Kerry porta in circa venti minuti a Killimer nel Clare.

U – Ulster Da non confondere con lo stato dell’Irlanda del Nord. Ulster è infatti una denominazione geografica e comprende sia le nove contee che compongono l’Irlanda del Nord sia tre contee della Repubblica d’Irlanda – Cavan, Donegal e Monaghan.

V – Verde Non so come sia possibile ma il verde che ho visto in Irlanda non l’ho visto da nessuna altra parte. Provate a googlare “gradazioni di verde”: ecco, tutte queste diverse tonalità in Irlanda ci sono per davvero. Per la serie 50 sfumature. Di verde però. W – Wild Atlantic Way Da Cork a Malin Head, il punto più settentrionale d’Irlanda. 2500 km di paesaggi magnifici tra scogliere a strapiombo sull’oceano, fari, pittoreschi villaggi, insenature profonde e spiagge di sabbia bianca finissima. 7 contee da attraversare. 157 discovery points tutti da scoprire. Una delle strade costiere più spettacolari del mondo.

X Come per il Giappone anche qui… passo!

Y – Yeats Cast a cold eye. On life, on death. Horseman, pass by! E’ l’epitaffio posto sulla tomba di William Butler Yeats nella città di Sligo, ai piedi del massiccio del Ben Bulben. Poeta, scrittore, drammaturgo, ma soprattutto cantore del folcrore tradizionale irlandese. La sua opera Fiabe irlandesi apre le porte ad un mondo magico popolato da folletti, spettri e banshee. Premio Nobel per la letteratura nel 1923 per la sua poetica sempre ispirata, che con alta forma artistica ha dato espressione allo spirito di un’intera nazione. Da leggere prima di partire.

Z – Zuppa di pesce Al solo pensiero ho già l’acqulina in bocca. La seafood chowder è una vera prelibatezza: una cremosa zuppa di pesce servita calda con pane nero o crostini di accompagnamento. Ottima sia come starter che come main course. Da provare.

Per il resto non posso che augurarvi buon viaggio: sappiate solo che l’Irlanda vi entrerà per sempre nel cuore.

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