Primavera in Irlanda

Dublino e non solo: viaggio on the road tra natura, cultura, arte e storia
Scritto da: tea per 2
primavera in irlanda
Partenza il: 29/04/2016
Ritorno il: 08/05/2016
Viaggiatori: 6
Spesa: 2000 €
Avevamo sempre voluto visitare l’Irlanda, ma non con in viaggi organizzati, e non limitandoci solo a vedere Dublino. Eravamo interessati all’atmosfera delle campagne, delle brughiere, dei piccoli villaggi colorati. Ciò che ci invitava a soprassedere era la guida a sinistra, delle auto. Ma Dario e Roberto hanno dato la loro disponibilità, quindi… finalmente siamo riusciti a realizzare questo nostro mitico progetto. E tutto è stato proprio come ce lo aspettavamo, grazie a loro. Abbiamo scelto il mese di maggio perché le statistiche lo davano come il meno piovoso dell’anno irlandese, curiosamente. Usando il sito Skyscanner, avevamo scelto le date meno costose per i voli, la compagnia aerea migliore a parità di prezzo con la Ryanair che non amiamo molto. Come itinerario, dovendo per forza escludere almeno metà del territorio abbiamo scelto di visitare il sud-est.

VENERDì 29 aprile 2016: MILANO – DUBLIN

Partenza! Da mesi aspettavamo questo momento. Ci siamo ritrovati, tutti e sei, in aeroporto di Malpensa al Terminal 1… prestissimo. Un ragazzo della Aer Lingus, ma pachistano, ha aperto il check-in per noi… che eravamo i primi, in fila. Gentilissimo, ci ha imbarcato gratuitamente i trolley a mano. Siamo partiti leggeri, in lieve ritardo e senza birre a bordo, con il volo Aer Lingus EI 437 alle ore 21.45. Gli irlandesi imbarcati sul volo precedente avevano bevuto tutta la birra, e non c’era stato tempo per rifornire il nostro volo. Ma il pilota ha preso in mano la cloche e ci ha fatti atterrare in perfetto orario, all’aeroporto di Dublino, Terminal 2, alle ore 23.15 locali (2 ore di volo, circa. Il costo a persona è stato di euro 124 a testa, inclusa una valigia stivata, ogni due persone. A causa del clima irlandese, era sconsigliabile viaggiare dieci giorni con il solo bagaglio a mano, così avevamo optato per pre-acquistare anche il trasporto di una valigia grande, con 20 kg di peso, per ogni coppia di persone (e meno male che l’abbiamo fatto! Abbiamo indossato, giorno dopo giorno, tutto quello che c’era nella valige! Ogni giorno, il clima varia inaspettatamente).

Ripresi i bagagli, abbiamo facilmente trovato il parcheggio dei taxi, anche se era notte e pioveva, dato che l’aeroporto è piccolo. Abbiamo preso due taxi, per non aspettarne uno solo più grande, vista l’ora tarda. Abbiamo così raggiunto il B&B Saint Martha’s, in 15-20 minuti circa (entrambi gli autisti si erano.. persi!). Indirizzo: 45 Hollybank Road | Drumcondra, Dublino. (Costo cad. taxi: 21 euro, 7 euro a testa). E’ una bella strada, molto ben tenuta. Sono tutte casette in fila, tutte di mattoni e con le porte di colori vivaci. Proprio come nei film. La signora Una ci aspettava. Per ringraziarla, le abbiamo regalato un pezzo di formaggio grana. Non è una nostra usanza, ma tra tutti i gestori di B&B di Dublino era stata l’unica disponibile ad accoglierci anche dopo un nostro arrivo a mezzanotte ed oltre. Se lo meritava! E ha mostrato di apprezzarlo molto, il nostro Italian parmesan! La sistemazione nelle camere… è stata faticosa: il B&B si sviluppa su ben tre piani di scale. Nei giorni seguenti avremmo compreso, verificando di persona, che tutti i B&B non hanno ascensore. (Fatevi bagagli leggeri, meglio due piccoli e bilanciati, sulle due spalle!) Due camere avevano il bagno interno, io e mio marito lo avevamo al piano di sopra. Ma così è Dublino: trovare un B&B con tre camere libere e tutte con il bagno privato… è veramente difficile. Tra l’altro era il ponte del 1° maggio! Ma le camere erano discrete, piacevoli senza essere super. Chi è già stato a Dublino sa che solitamente i B&B e molti degli alberghi lasciano a desiderare. Questo, invece, è buono. Pernottamento ottimo, nel totale silenzio della via. Letti e materassi comodi, per le nostre schiene. Ambienti puliti. Una amica ci aveva consigliato questo quartiere di Dublino, per la sua efficace posizione: a metà strada tra aeroporto e città, e per il prezzo inferiore ai B&B in centro.

SABATO 30 aprile – DUBLIN

Prima colazione, in perfetto stile irlandese: stanza con vista, caminetto, stampe alle pareti, divani e tavolini affacciati su un minuscolo ma ben tenuto giardino, sul retro della casetta. Fiorellini su tutte le ceramiche. Abbiamo apprezzato una colazione irlandese completa, vale a dire salsicce di due tipi, salamino, uova, pancetta, pane tostato, fagiolini, pomodorini alla griglia. E, in più, toast con burro e marmellata, formaggio, scones. Caffè o thè, a volontà, formaggi. La qualità della prima colazione della signora Una è veramente speciale, sopra la media irlandese, come avremmo appreso nei giorni seguenti. A cento metri dal B&B c’è la fermata degli autobus, sulla Drumcondra Road. Il centro città è a 25 minuti di bus. Il biglietto si fa a bordo, ma solo con la moneta, e costa 2,70 euro, non poco, se si fanno tante fermate (e noi, eravamo in periferia, quindi…). L’autista non può dare il resto ai passeggeri saliti senza l’esatto importo in moneta (al massimo, la macchinetta automatica emette un buono cartaceo, valido per… caricare l’importo del resto su una tessera dei mezzi pubblici, la “Leap Card”! Si tratta di una card ricaricabile, per tutti i trasporti pubblici dublinesi, ma che a noi non conveniva, vista la nostra breve permanenza a Dublino. Sono autobus tipici, a due piani, quindi ci siamo accomodati al piano superiore. Mica sono cose di tutti i giorni… in Italia! Siamo scesi in una piazza dove si erge una guglia altissima: un monumento che non dice molto ma serve da punto di riferimento in modo eccellente. Abbiamo, da lì, visitato la città che ha dato i natali a famosissimi scrittori: Joyce, Wilde, Shaw, Beckett. Numerosi bar, sicuramente, li avranno visti in passato tra i migliori clienti. Si è fatto un giro di visita alla Cattedrale di St. Patrick (euro 6-5), e al Trinity College, dove è esposto il famosissimo Book of Kells (euro 10). Abbiamo completato il tour con la visita del Castello (euro 6,50/5,50), della Christ Church Cathedral (euro 6). Le due chiese sono grandi, molto. Gli interni sono molto decorati, e ospitano molte tombe di personaggi storici. Va detto che in tutto il viaggio abbiamo pagato molto per le visite turistiche, per tutti gli ingressi. Purtroppo non esiste una qualche “card” oppure un “pass” che permetta di risparmiare. Però, non è che andremo tutti i giorni in Irlanda, ci siamo detti, quindi.. abbiamo dato volentieri. Ma si meritano quei soldi, infatti tutti i posti storici ed artistici sono tenuti bene. Curiosamente, in tutte le Chiese cattoliche… si entra pagando il biglietto, se sono anche monumenti storici. In molte esiste all’interno un negozio per vendere sia artigianato religioso che classico irlandese, ed addirittura nei sotterranei (bellissimi!) della Christ Church c’è un bar. Ci sono anche le mummie del gatto e del topo, morti intrappolati secoli fa in una delle canne dell’organo, e che sono citati da Joyce. In questo viaggio, ove possibile non abbiamo mai acquistato i tour guidati, abbiamo usato la nostra documentazione storico-artistica. Nell’insieme, a parte l’atmosfera veramente notevole del Trinity College, la straordinarietà del Book of Kells nella Library, nulla ci ha veramente impressionato, quanto lo stile della città, la qualità della sua vita e della sua popolazione. Atmosfera vivace, indaffarata, ovunque. I Musei nazionali sono gratis, ma non erano nel nostro tour, non c’era abbastanza tempo. Pranzo in un caratteristico pub, nella via principale, chiamato LEGEND’S. Abbiamo assaggiato le birre locali, veramente ottime, le Smithwick, le Guinness in primis. Come pietanze, quelle irlandesi si possono tranquillamente apprezzare, anche se non sono molto fantasiose. In pratica, per tutto il viaggio abbiamo notato che i piatti si ripetevano parecchio, c’è meno fantasia che nella nostra cucina. Avendo ordinato, per sbaglio, un seafood chowder, credendolo pesce in umido… è arrivato uno spezzatino di pesce ma in brodo di latte e panna. Una bella scoperta! Nei giorni successivi, quasi tutti lo hanno ordinato ed apprezzato. E abbiamo capito che ogni pub lo fa leggermente diverso. Spesa media di questo pranzo: 18 euro a testa.

Molto bello è stato passeggiare nel vivace ed animatissimo centro. E’ una città veramente a misura di gente giovane, con l’atmosfera irlandese. Abbiamo avviato il rientro nel B&B, in bus (2,70 euro). Solo il giorno successivo avremmo capito che bisognava memorizzare il numero della fermata, che è scritto sulla pensilina o sul palo, altrimenti o si va lunghi o si va corti (come nel nostro caso. Va beh, passeggiando un po’ ancora, siamo arrivati, stanchi ma bene). Per la cena, la gentile signora Una ci ha consigliato di prenotare al pub FAGAN’S e meno male che l’abbiamo ascoltata! Era pieno, pienissimo. Ma ci hanno tenuto un tavolo, così abbiamo cenato con le pietanze tradizionali. (Spesa media 26 euro, a testa) Pernottamento perfetto.

DOMENICA 1 maggio – DUBLIN – ATHLONE (km 127)

Seconda prima colazione, di nuovo ottima. La signora Una aveva aggiunto ai formaggi locali anche un po’ del nostro parmesan. Chapeau! Non era un gesto scontato, con quel che costa in Irlanda il parmigiano. Saldo del B&B: ognuno ha pagato la propria camera doppia: 160 euro (80 euro a persona, due pernottamenti e due prime colazioni irlandesi). Abbiamo lasciato i bagagli alla custodia della signora Una. Ed in bus siamo andati verso il centro città (euro 2,70). Questa volta ci sono voluti ben 35 minuti, perché siamo andati a visitare il celebre Kilmainham Gaol, l’antica prigione della contea dove furono rinchiusi, processati e giustiziati molti dei leader della lotta per l’indipendenza irlandese. Ci siamo andati senza saperne molto, non era una visita prevista nel nostro tour. Siamo rimasti molto soddisfatti, è molto rappresentativa e riesce a far vivere e comprendere bene quel terribile periodo, e quello dell’estrema povertà, della fame, che ha costretto gli irlandesi a scelte estreme, per sopravvivere, tra cui l’emigrazione. La visita è possibile solo con una loro Guida, si entra e si viene a conoscere l’orario di inizio del tour, e del gruppo a cui si viene accorpati. Nel frattempo, si possono vedere sale, celle, l’aula del Tribunale, ed anche … accedere al buon bar del piano superiore. Quando si viene chiamati, si esce nel cortile e si inizia. Si resta impressionati, dalle durissime condizioni di prigionìa, dai racconti storici (costo 6-8 euro). Gli irlandesi hanno sempre lottato, ma gli inglesi hanno sempre vinto, fino alla pace finale. Rientrati in bus in città (euro 2,70) abbiamo visitato, a piedi, le piazze dall’architettura georgiana Merrion, Fitzwilliams Square, ed un bel giardino pubblico, dove anche Oscar riposava. La giornata era piacevole, anche se a tratti nuvolosa. Passeggiando su e giù per Grafton Street, abbiamo poi visitato le stradine della zona pedonale di Temple Bar, dove artisti di strada si esibiscono (anche se era domenica mattina!) e la birra del sabato sera ancora scorre nelle arterie e nelle vene. Siamo rientrati in B&B, in autobus, euro 2,70, per il recupero dei bagagli. Avevamo chiesto alla gentile signora Una di prenotarci un taxi, di quelli grandi e capienti. Così, già ci attendeva sulla porta. Siamo saliti tutti (noi sei.. e le nostre valige! E circa alle ore 12 abbiamo effettuato il nostro transfer verso aeroporto, per andare a ritirare l’auto a noleggio. Costo del taxi grande: euro 25, 4,17 euro a testa, molto conveniente anche rispetto al pullman per l’aeroporto (che, comunque, si sarebbe potuto prendere vicino al B&B). Ritornare in aeroporto è stata la nostra strategia, per non utilizzare le auto a noleggio fin dalla notte dell’arrivo, sia per risparmiare sui costi delle prime due giornate che per non rendere subito isterici i nostri due amici autisti. Tra le altre strategie: noleggiarle in aeroporto e non nella loro agenzia in città, noleggio di auto con cambio automatico, in orario diurno, vicino all’autostrada ed alla tangenziale. Sarebbe stato molto difficile guidare sul lato sinistro della strada, seduti sul sedile di destra usando il cambio con la mano sinistra… di notte, ed in città! In pratica, abbiamo speso di più pur di avere il cambio automatico e due auto con grandi bagagliai, ma abbiamo avuto comodità e sicurezza. Il ritiro delle due auto prenotate, presso Europcar, a partire dalle ore 14.00, non è stato come ci aspettavamo. Per prima cosa, ci hanno assegnato due auto probabilmente migliori (due suv della BMV e per giunta già con il navigatore installato!), poi ci hanno consigliato di chiamare la Rentalcars (il portale web dove avevamo prenotato e pre-pagato online le due auto) per annullare la polizza extra assicurativa che avevamo pre-stipulato ed acquistato con loro, per poi comperare una loro polizza kasco irlandese che ci avrebbe protetto meglio, in caso di incidenti o danni. Abbiamo approfondito, non fidandoci di primo acchito (siamo Italiani!). Abbiamo telefonato alla Rentalcars, che ha accettato di defalcarci dall’importo già prepagato la loro kasco. Per cui, per una differenza di una dozzina di euro al giorno, abbiamo viaggiato tranquilli, sapendo che nulla ci avrebbero addebitato, sia che i danni fossero causati da noi, che da altri. In questi casi, non si sa mai. Il costo del noleggio di due auto e dell’assicurazione, è costato 145 euro a testa. Più dei voli, ma si può risparmiare con auto più piccole. Siamo partiti per il centro dell’Irlanda, in autostrada, lungo la pianura. Effettivamente, è stata una partenza un poco ridicola: non trovavamo l’uscita, poi siamo entrati nel parcheggio di una ditta, eccetera. Bisogna ricordare, con benevolenza, che il navigatore ci ha portati subito sulla tangenziale, ma poi sulla autostrada M50 che è senza barriere e con super moderne regole per il pagamento. Ad un certo punto, un rilevatore fotografa la targa: se non si va da un benzinaio a pagare (entro 24 ore!) il pedaggio di euro 3,10… si riceve una multa di 80 euro! Abbiamo pagato! Le autostrade, comunque, sono economiche, rispetto alle nostre. Siamo così arrivati in un’ora circa (118 km) ad Athlone, sulle sponde dello Shannon river. Qui, il navigatore della BMW è stato notevole: ha trovato subito l’indirizzo del B&B, e non era affatto un posto facile da raggiungere. Ma i tedeschi, si sa… Sistemazione allo Shannonside House B&B – Westlodge Road. Ha il parcheggio privato. Avevamo prenotato dall’Italia SOLO sistemazioni che avessero questa possibilità, per la sicurezza delle auto, per non renderci pesante lo spostamento dei bagagli e la ricerca di un parcheggio pubblico. Tranne il precedente B&B di Dublino, tutti gli alloggi, da qui in poi, sono stati scelti e riservati tramite il sito Booking.com, e con la possibilità di cancellazione della prenotazione senza penali. Del resto, avevamo scelto tutto due o tre mesi prima, e le variabili della sfortuna sono infinite. Ad ogni modo, questo B&B è veramente ottimo. Ha una forte credibilità, malgrado sia in un posto dove non c’è praticamente niente da visitare. Per noi, era una semplice tappa tecnica di spostamento verso est, però si è rivelato un B&B dagli interessanti ed eleganti interni, arredati in modo molto piacevole e senza essere esageratamente vittoriani. Le camere erano tutte in colori diversi, molto eleganti e pulitissime, i bagni accoglienti. Il gestore è cortesissimo, molto disponibile, con un forte humor irlandese. Ci ha consigliato, in sintesi, di non fidarci mai del tempo irlandese e di cenare in ristoranti con cucina italiana o francese, come avrebbe fatto lui e la sua famiglia. La cucina irlandese, ci ha detto, è ottima solo a casa propria. Ma noi, indomiti e non persuasi, siamo andati a cercare un pub o un ristorante… irlandese. Il tempo era bello anche se freddino, così siamo scesi in paese a piedi, con una breve passeggiata verso il centro di Athlone, sul suo lungofiume, con vista del locale castello. Purtroppo, tutti i locali erano strapieni, non c’era un tavolo libero se non.. nel locale di cucina italiana, il DI BELLA. Così, un po’ mogi, siamo entrati in questo ristorante dal forte profumo di.. aglio. Abbiamo cenato, in realtà, con piatti di cucina internazionale. Niente di eccezionale da segnalare. (Costo euro 20 circa, a testa). Avevamo visto il Sean’s bar, che è il pub + antico d’Irlanda. Ma non si riusciva neanche ad entrare, dato che facevano musica irlandese dal vivo. Peccato! La foto sopra è scattata sul retro del locale, e chiarisce bene la storia. Rientrati presto al B&B, siamo andati a pernottare. Anche qui: tranquillità e silenzio. Pur con tutte le camere occupate non si sentiva neanche un suono: complimenti alle pareti!

LUNEDì 02 maggio: ATHLONE – Clonmacnois – GALWAY (KM 120 tot.)

Prima colazione all’irlandese e non, poi pagamento delle camere al B&B (euro 75 cad. camera, 38 euro a testa). Ci è dispiaciuto partire. Per il livello di ospitalità, per la qualità della prima colazione ha un ottimo costo. Potrebbe piacere molto a chi fosse interessato alla pesca, visto che è la principale attività sportiva della zona, o a cicloturisti, mototuristi, ippoturisti…. Partenza in auto per Clonmacnoise, il più grande complesso monastico irlandese (Km. 30, circa). Biglietto euro 7/5. Risalenti al 545 d.C., ci sono i vasti resti di una cattedrale, di una torre a base circolare, poi molte croci celtiche e non meno di sette chiese, che furono un tempo uno dei principali centri religiosi e culturali in Europa. Nel IX secolo, era il monastero più famoso d’Irlanda e destinazione prescelta da studiosi di tutta Europa. Tra il IX e l’XI secolo divenne persino il luogo di sepoltura dei re supremi di Tara. Per un fortunato caso, siamo entrati per primi nell’area monumentale, così abbiamo fotografo tutto senza intrusioni di altri visitatori. E’ un posto indimenticabile, dalla forte e drammatica atmosfera. Tirava un forte vento, ogni tanto una nuvola copriva il sole, poi ogni tanto pioveva…. insomma: Irlanda. Dopo un’ora e mezza, siamo ripartiti molto soddisfatti. Dato che eravamo in anticipo sui tempi previsti, abbiamo fatto una deviazione per visitare il Castello e la cittadina di ATHENRY. E pensate che ha iniziato a grandinare meno di 45 minuti dopo, a soli 40 km di distanza! Non abbiamo fatto neanche in tempo a parcheggiare, che ha iniziato a grandinare. Incredibile! Piccoli chicchi di grandine, per soli 5 minuti, ma hanno imbiancato la strada. Poi, è tornato il bel tempo ed in pochi passi abbiamo visto il Castello, come al solito attorniato da giardino, con croci celtiche eccetera. Abbiamo visto un gruppo di bambini, vestiti con abiti medievali, che probabilmente stavano facendo le prove per una festa futura. Non ce la facevamo più a mangiare sia le colazioni che i pranzi completi, seguiti da vene complete.. A tutto c’è un limite, e le porzioni erano sempre abbondanti. Quindi abbiamo optato per non andare in un ristorante, ma in un locale meno.. impegnativo. Da questo giorno in poi, così abbiamo fatto, scegliendo di volta in volta un bar o una panchina, o un tavolo da picnic. Abbiamo speso meno, iniziando a risparmiare sui pranzi e sulle calorie…. Grazie all’aiuto di un passante, abbiamo trovato il posto che stavamo cercando, si chiama THE OLD BARRACKS ( ed è in Cross Street e non Main Street come scrive la guida Lonely Planet!. Il nostro navigatore tedesco ci aveva già portato a parcheggiarvi davanti, meglio della Lonely!). E’ una pasticceria/panetteria ma serve anche pasti al tavolo. Ottima scelta: sia perché economico, sia per la quantità e qualità dei suoi piatti. E’ l’unico posto dove abbiamo fotografato anche i piatti serviti. Costo medio, a persona, euro 9. Partenza per la mitica GALWAY, quella che tutti chiamano: “la vera Irlanda” (Km, 90 circa). Fin qui, sembrava andare tutto bene. Invece, arrivare si è rivelato fatale arrivare all’orario di punta del traffico di Galway, ed anche per i “lavori in corso” proprio di fronte al nostro hotel Inoltre, l’hotel stesso sul proprio sito non offre decenti informazioni per la viabilità e la sua raggiungibilità! Insomma, a farla breve, abbiamo passato quasi un’ora andando su e giù per strade trafficate, senza riuscire ad accedere al parcheggio dell’hotel se non …grazie ad un gentile passante irlandese ed ai nostri comuni sforzi. Arrivati, finalmente, al Menlo Park Hotel ci siamo sistemati nelle camere, arredate in modo moderno ma in stile internazionale, però ampie, con buoni bagni, e vasche. Avendo ormai capito come uscire dal parcheggio dell’hotel (si doveva per forza percorrere un pezzo di strada contromano, dita incrociate!) siamo andati in città. Delizioso porto di mare, sede universitaria e antica città-stato d’Irlanda prima della sua conquista anglo-normanna. Abbiamo fatto una tranquilla passeggiata nel centro storico, visitando l’antica giostra medievale della piazza centrale Eyre Square, la Lynch’s Castle, una casa medievale, lo Spanish Arch, le mura antiche, l’edificio del XIII secolo Hall of the Red Earl, la medievale Church of St Nicholas of Myra, hanno completato la visita. Ma si tratta di monumenti che bisogna “cercare”, perché non sono molto appariscenti, di molti è rimasta solo la facciata. Non abbiamo fatto un giro organizzato, andavamo “a caso”, perché ovunque c’erano negozi interessanti, artisti di strada, pub e ristoranti dai vari menu e colori. Siamo entrati in numerosi negozi, anche di sport, di souvenir. Abbiamo deciso di cenare in un pub, facendo una certa fatica a sceglierlo tra i tanti. In effetti, eravamo stanchi e distrutti, e poco affamati. Così, ci siamo limitati ad una cena con fish and chips, pollo, insalate, bistecche. Costo: circa 17 euro a testa, al piano superiore del DAIL BAR. E’ un pub, molto, molto dedicato al rugby, come è testimoniato dalle numerose foto e dai cimeli sulle pareti. Questo pub sponsorizza tutte le SEI (sei!) squadre di rugby di Galway, il che la dice tutta sull’amore che hanno per questo magnifico sport. Segnaliamo che il loro fish and chip è molto buono, lo cuociono in burro e birra, rendendolo un fritto più leggero e saporito. Tranquillo rientro all’hotel in auto e pernottamento.

mARTEDì 3 maggio: GALWAY – ROSSAVEAL – (isole ARAN) – KILRONAN – ROSSAVEAL – GALWAY (KM 100)

Prima colazione in hotel, e per la prima volta abbiamo visto una brioche. Peraltro, subito sparita. Stranamente, in Irlanda, non servono mai torte, dolci fatti in casa, per la prima colazione cosiddetta “dolce”. Offrono sempre fette di pane tostato, scones, burro e marmellate, yoghurt, cereali. Quindi, questo hotel ha fatto eccezione. La giornata era fantastica: sole e poche nuvole, il vento era quasi del tutto cessato. Giornata perfetta per andare a visitare l’arcipelago delle isole Aran, spostandosi verso la cittadina di Rossaveal, dove lasciare le auto al parcheggio della società di traghetti. La strada è tutta costiera, non c’era molto traffico ed in una sola ora siamo arrivati, ammirando spiaggette e villette da vacanza. Abbiamo scartato tutti i parcheggi che man mano ci si offrivano, ed abbiamo scelto il parcheggio proprio di fronte alla biglietteria (5 euro, intera giornata). Non c’era nessun addetto al parcheggio, così siamo andati in biglietteria dell Aran Islands Ferry, che ha preso nota della nostra targa, dicendoci che si pagava la sosta presso di loro, ma successivamente, al ritiro dell’auto. (Non ci sono molti cartelli che segnalano la biglietteria, probabilmente perché molti acquistano i biglietti online, scontati del 10%, non ci sono cartelli informativi. Ma non sapendo le condizioni meteo e soprattutto quelle del mare non ci eravamo fidati a prenotare tutto da casa). Il costo del viaggio A/R è stato di 25 euro a persona. Il primo traghetto era alle ore 10.00, il loro sito diceva di arrivare almeno 1 ora prima della partenza, e infatti abbiamo usato questo tempo.. più che altro per trovare la biglietteria, per capire da quale molo saremmo partiti, eccetera. In realtà, non c’era molta gente, probabilmente in estate è tutto molto più caotico, e l’imbarco richiede più tempo. Il nostro, ha richiesto pochi minuti. Bella traversata, panoramica. Tragitto di circa 40 minuti, con attraversamento della baia di Galway per approdare all’isola di Inis Mór, al porto di Kilronan, un piccolissimo villaggio. L’isola si visita in bicicletta, in taxi o in calesse. Sconsigliamo il calesse, perché è lento, le biciclette per chi non è allenato perché le distanze non sono brevi, l’isola si sviluppa per il lungo. Appena a terra, si viene risucchiati dall’organizzazione dei trasporti turistici. Come dice un abitante del posto: “i turisti li mettiamo sul tapis roulant, gli facciamo fare il giro dell’isola e poi li rimettiamo sul traghetto”. Ci ha detto, anche, che in estate i visitatori dell’isola superano il migliaio, al giorno. Tutta l’economia isolana è dipendente dal turismo, in effetti. Fino a alcune decine di anni fa erano tutti pescatori, ora … spostano turisti. Noi abbiamo scelto di visitare l’isola con un pulmino, al costo di 10 euro a persona, per un giro, in loop di 2 ore e mezza circa. Per prima cosa, l’autista ci ha portato ai piedi della collina dove si erge il forte preistorico di Dún Aengus. C’è un strada bianca da percorrere a piedi, in salita e pietrosa, si si arriva in 30 minuti in cima, pagando 3 euro a testa alla biglietteria. Si tratta di un forte circolare (ad anello, come lo chiamano loro), di epoca preistorica ed usato fino a tutto il Medioevo ed oltre. Si staglia sulla cima più alta (900 m.), che però sembra solo una collinetta, e quasi si sporge su scogliere a strapiombo sul mare. I colori dell’erba, del mare, delle pietre con cui è stato costruito ne fanno una colossale opera umana, indimenticabile. Abbiamo pranzato al bar vicino alla biglietteria del castello. Ormai, ordinavamo la “soup of the day” quasi ovunque. Sono sempre buone, e noi ci eravamo portati sacchetti di parmigiano reggiano, per .. contribuire a migliorarle! Sull’isola non c’è molto di meglio, per mangiare. Pochi posti, poi, accettano bancomat e carte di credito. In effetti, c’era anche poco campo, per i cellulari. Costo: euro 7 circa, a testa. Molto contenti e sazi moralmente, siamo ridiscesi ed il pulmino ci ha portati a vedere le spiagge del nord dell’isola, dove abbiamo capito che fatica sia stata la pesca, senza baie tranquille dove approdare o salpare, con spiagge scogliose e sassose. Ci sono anche molti resti interessanti di alcune chiese e monasteri, circondati da tombe. Tutti questi cimiteri antichi sono tutt’ora utilizzati, quindi le date delle tombe sono il segnale dell’antichità e del tempo. Poi, siamo passati vicino ad una colonia di foche, che nuotavano beate in quelle acque, probabilmente gelide. Abbiamo visto i loro musetti, quando risalivano a respirare. La marea era alta, quindi erano tutte in acqua, e purtroppo per noi non a riva. (L’isola è costellata di casette trasformate in B&B, e consigliamo vivamente di passarci almeno una notte, per potere ammirare tutto ciò senza la presenza diurna di numerosi turisti, ed in orari nei quali la fauna è più facilmente avvistabile). A Kilronan c’è la possibilità di acquistare i tipici maglioni di lana grezza, fatti con il morbido vello delle pecore irlandesi. Per secoli, ogni clan familiare di Inis Mór sferruzzava un particolare punto a maglia, che serviva anche per identificare i propri pescatori morti in mare, quando li ripescavano. Una specie di carta d’identità, ma lavorata a ferri, e con una fantasia veramente immensa. Oggi, sono rinomati esemplari d’artigianato locale e molto, molto carini. Girando tra i vari negozi si possono trovare quelli in promozione, ma in genere sono misure troppo grandi. Ci sono sia quelli fatti a mano, che quelli fatti in fabbrica, ed ovviamente solo questi ultimi hanno prezzi alla nostra portata. Hanno un “certificate of authenticity” numerato, per ogni maglione, che ne attesta l’autenticità. Comunque, tutti i maglioni delle “isole Aran” hanno gli stessi prezzi, in tutti i posti che abbiamo visitato. Volendo, addirittura, li spediscono a casa senza aggravi di prezzo. Siamo rientrati alle 17, imbarcandoci di nuovo sul traghetto. Navigando sul tranquillo oceano, per l’ultima volta e con un po’ di magone, abbiamo ammirato alle nostre spalle i colorati cottage, gli appezzamenti di terra circondati da muretti di pietra, le onde blu e la lana intrecciata. Beh, qualcuno più che altro ha fatto un pisolino. Siamo ritornati ed abbiamo pagato il parcheggio alla biglietteria del ferry. C’era, all’uscita del parcheggio, un addetto al ritiro del biglietto pagato. Così, funziona! Non si scappa. Il Rientro in auto a Galway è stato veloce e tranquillo, circa 1 ora, così abbiamo percorso 120 km in tutto.

Spendiamo una parola sui nostri due driver: sono stati fantastici, bravissimi. Per questi primi giorni del viaggio, avevamo scelto per loro tappe di guida non molto lunghe, per non stancarli troppo e per farli diventare abili guidatori all’irlandese. Nei giorni successivi avremmo, poi, aumentato le distanze giornaliere in auto. Pecore e mucche, diffuse. Dopo una sosta in Hotel, siamo tornati in centro città, cercando di terminare i nostri acquisti e di cenare in un buon ristorante, in fretta perché i negozi chiudono presto. Abbiamo provato a cercare in altre zone, ma è stato inutile: a Galway tutti i ristoranti ed i negozi sono vicini, nella via pedonale, meglio accettare la cosa e smettere di cercare altrove, perdendo tempo. Probabilmente, tutto è così per abitudine, o questa concentrazione è il retaggio dell’antico porto per pescatori e commercianti, quello che fu un tempo la “missione” economica di questa città. Così, guardando su Trip Advisor, abbiamo scelto di entrare nel ristorante e pub THE QUAYS. Ci siamo fidati delle recensioni, perché l’esterno non ci ispirava affatto. Invece, appena entrati abbiamo visto un bellissimo bancone in legno, poi siamo scesi (!) ed abbiamo visto un altro bellissimo bancone da pub, poi siamo scesi ancora (!) ed abbiamo cenato in un ampio ed accogliente ristorante, tutto in perfetto stile irlandese. Molto, molto sottoterra. C’è da non crederci: ogni pub all’esterno è poco invitante, ma gli interni sono sempre ampi ed accattivanti. Viene subito voglia di immedesimarsi: bere una pinta di birra, con quattro dita della mano sinistra nella tasca dei jeans ed il piede destro sulla barra ( non per niente: “the bar”!), il gomito sul bancone, parlando al barista in modo confidenziale e facendo commenti sportivi sulle ultime partite, di rugby, di hurling, di football gaelico. Gli irlandesi amano gli sport rudi e con complicati regolamenti di gioco, se no, non si divertono. La qualità della cena in questo ristorante è stata nella media. Di eccezionale da segnalare sono state però le locali ostriche, che quasi tutti i ristoranti di Galway hanno in menu, al prezzo di 2 euro l’una. Le portano con una salsa di rafano, servita a parte, e pane. Il costo della cena è stato di 25 euro, circa, a persona. Siamo rientrati in hotel e abbiamo pernottato.

MERCOLEDì 4 maggio: GALWAY – DOOLIN – (KM.220)

Prima colazione e pagamento delle camere all’hotel: euro 169,20 cad. camera, 85 euro a persona, due notti e due prime colazioni. Non avevamo scelto un itinerario preciso, per questa giornata: avevamo pensato di tenercela “buona” nel caso che il mare ci avesse impedito di traghettare sulle Isole Aran il girono prima. Invece, la buona riuscita del nostro programma ci ha permesso di utilizzare questo quinto giorno di viaggio alla scoperta “casuale” di altri luoghi, altri posti. La nostra meta serale era Doolin, ma potevamo prenderci tutto il tempo che volevamo. Questa libertà ci ha permesso di vedere moltissimi posti, in genere trascurati dai viaggi organizzati. Così, abbiamo fatto una sosta per visitare il DUNGUAIRE CASTLE, in località: Kinvara, ma era ancora chiuso. Sembra la torre del gioco degli scacchi. Si affaccia su basse acque marine, sul piccolo golfo dove allevano ottime ostriche. C’era bassa marea, quindi il castello era circondato da una palude salmastra, algosa e torbosa. Un panorama estremamente strano, diverso da tutto quello che avevamo visto in precedenza.

Ripartiti, abbiamo fatto una seconda sosta alla FLAGGY SHORE, spiaggia sassosa proprio in capo ad una piccola penisola calcarea, in località NEW QUAY. E’ zona da cui si ammira l’oceano, nella riserva naturale del Burren. La scogliera di fronte alla spiaggia, d’epoca antichissima, ha stratificazioni calcaree e rocciose uniche. Nella zona del laghetto poco distante, si erge la torre Martello, epoca in cui le torri venivano costruite prudentemente, nel caso che Napoleone arrivasse fin lì. Siamo ripartiti, e per fare una nuova esperienza siamo andati a visitare le grotte vicine a Ballyvaghan: l’AILWEE CAVE (costo 17 euro, davvero!). Le grotte sono lunghe alcuni chilometri, ma non sono impressionanti, tranne in un momento della visita, quando le guide fanno provare l’emozione del buio totale. Se avete già visto le nostre grotte italiane, con stalattiti e stalagmiti giganti , bianche e di tutti i colori, non andate in queste grotte. Non ne vale la pena, visto anche il prezzo. Tutta la roccia è monocolore, la sua particolarità è quella di essere molto liscia, scavata dal fiume sotterraneo in epoca glaciale, circa due milioni di anni fa, e di essere molto permeabile all’acqua piovana, che in soli 30 minuti penetra nel terreno ed arriva lì sotto, formando una cascatella. Per il resto, è famosa perché sono stati trovati i resti di un accampamento di uomini preistorici, che avevano.. pranzato con un orso bruno, come testimoniano le ossa trovate, circa 10.000 anni fa o più. Sono la prova che l’orso, ormai estinto in Irlanda, un tempo era considerato un buon pasto. Sono sempre i migliori, che se ne vanno!

Risaliti in auto, siamo andati a cercare il dolmen più famoso d’Irlanda: POULNABRONE. In effetti, questa intera zona è ricca di dolmen (circa 70) e di forti preistorici ad anello (circa 500), ma noi cercavamo il dolmen più famoso, documentato da tutte le guide turistiche e molto fotografato. La giornata intanto volgeva al peggio: era freddo, ed iniziava a piovere. Il panorama era cambiato: al posto dei verdi prati o dei boschetti ora c’era una vasta zona di terreno arido. Così, è tutto il Burren, una regione rocciosa spazzata dal vento e dalle piogge. Tra i sassi e le rocce, spuntavano fiori coloratissimi e muschi. Assomigliava molto ai panorami di alcuni nostri passi sulle Alpi aostane, ma eravamo a meno di un’ora dalle acque dell’oceano, e non certo in montagna. Finalmente, abbiamo visto il dolmen: si erge maestoso, da circa 5.000 anni. La pioggia ed il vento gelido ce lo hanno reso particolarmente indimenticabile, una tomba per persone importanti, costruita per durare millenni, e che ancora esiste. E’ un lastrone orizzontale che pesa 5 tonnellate, posto su pietre infisse verticalmente nel suolo. Ha un aspetto sovrannaturale, senza più la copertura di terra che probabilmente un tempo lo ricopriva.

Ripartiti, un poco bagnati, abbiamo proseguito ed abbiamo sostato a guardare la CARRAN church, con il cimitero e le sue croci celtiche, poi ancora il Castello LEAMANEGH, ormai in rovina, che si staglia imponente ma romantico ad un incrocio di vie, con le sue eleganti finestre a rettangoli, uno stile che non avevamo ancora visto nei precedenti castelli visitati, con le sue scure pietre.

Il traffico era molto diminuito, nel frattempo. Tutta la zona era stata teatro di scontri e di guerre tra gli O’Brien e i normanni De Clares, che all’inizio persero, ma poi duecento anni dopo si rifecero. Tutta la Contea, non per niente, si chiama: Clare.

Di strada, abbiamo visitato anche la KILLYNABOY Church, prima di arrivare all’ora del thè a COROFIN. La cittadina non ha gran che, a parte una via centrale dove abbiamo trovato un bar, che serviva piatti di patatine fritte, insieme al thè ed al caffè e torte varie (costo: 5 euro a testa). La password per il wifi del piccolo bar era scritta su una lavagna appesa al muro: PGAP2HWSDQDUFK… Non avevamo mai visto password così complicate, neanche fosse il Pentagono. Per chi volesse, questa zona è ricca di passeggiate, attività sportive . Seguendo un impulso dettato da un opuscolo, siamo andati a visitare il quattrocentesco O’DEA CASTLE, (5 euro) che la famiglia omonima è riuscita a ri-acquistare, rendendolo visitabile e collocandovi oggetti da museo, delle varie epoche. Al suo interno, c’era una tipica, arzilla irlandese che oltre ai biglietti.. vendeva anche buone tazze di thè. Purtroppo, noi lo avevamo già bevuto a Corofin. I castelli di epoca tre-quattrocentesca che abbiamo visitato sono costruiti come grandi torri, senza un cortile centrale o mura turrite tutto intorno. In effetti, sono stanze, una sopra l’altra, con scale interne. L’idea base dell’epoca era la difesa: se il nemico fosse riuscito ad entrare, si bloccavano le scale e ci si asserragliava al piano di sopra. Addirittura, in questo castello c’è un buco nel pavimento del primo piano, posizionato sopra l’androne, attraverso il quale sarebbe stato possibile lanciare frecce o sassi sugli invasori sottostanti. Ci si .. arroccava, per così dire.

Ripartiti per KILFENORA, appena giunti vicino al Burren Center abbiamo parcheggiato e poi visitato la CATHEDRAL. Risale all’XI secolo, ed era meta di pellegrinaggi, con l’annesso monastero. Dalla chiesa protestante, più recente, si può accedere alla parte più antica delle rovine: ci sono tombe, lapidi, croci. La parte più importante da vedere è rappresentata da alcune croci alte, attualmente protette da un tetto di vetro affinché le avverse condizioni meteo non concludano il processo di erosione già purtroppo avviato. Sui lati delle high cross sono scolpite figure celtiche, simboli e preghiere. Sono state le più alte che abbiamo visto in questo viaggio?

Andando avanti per la strada, abbiamo visto le mura esterne del grande Caherconnel Fort, attualmente a gestione privata. Nel corso della giornata, ci eravamo fermati a visitare di tutto e di più, ed abbiamo saltato la menzione di altre tracce e rovine che avevamo visto dall’auto.

Ma era ormai giunta l’ora di cercare il posto del nostro successivo pernottamento: il piccolo villaggio costiero di DOOLIN. Sistemazione prevista: Glasha Meadows B&B. Non è un villaggio come tutti: non ha centro storico, non ha una via principale. Si tratta di tre piccoli paesini, che insieme affermano di essere: “a Doolin”. Le sue case, più o meno tutte adibite e B&B ed hotel, sorgono isolate, sparpagliate qui e là. Ha una ricettività altissima: un grande numero di stanze e letti per turisti. Vi si svolgono numerosi festival, da quelli musicali a quelli delle birrerie artigianali, a quelli artistici. Ma non sono presenti sportelli bancomat, e non sempre i telefoni hanno campo. Dopo qualche tentativo del navigatore, abbiamo raggiunto la nostra meta. Questa volta, tutte le camere erano al piano terra: un bel miglioramento, per chi doveva trasportare le valige! Entrando nel B&B, c’è una stanzetta con tutto il necessario per leggere, studiare guide e mappe turistiche disposte nella libreria e sul tavolino, bere un caffè od un thè, mangiare biscotti. Di solito, queste facilitazioni erano nelle camere di tutti i posti dove avevamo soggiornato. Invece, questo B&B le aveva messe disponibili a tutti, in salotto. Socializzare, era il verbo. Le stanze erano ampie, comode e ben tenute. E’ stato l’unico B&B che ci ha fatto scegliere la sera prima il menù della prima colazione seguente. Per velocizzare il servizio, supponiamo. La padrona ci ha chiesto se volevamo andare a cena in un pub con musica, ed abbiamo entusiasticamente risposto di sì, ma che non volevamo neanche cenare troppo tardi. Ci ha fornito questa informazione: normalmente, la cena è servita verso le ore 18, ma anche più tardi, i pub quindi hanno due turni musicali. Ci ha suggerito di provare il FITZPATRICK PUB che offriva musica dal vivo già dalle ore 17. Poi, altri pub locali iniziavano più tardi, dalle ore 21. Per completare le informazioni, aggiungiamo che pub e ristoranti dappertutto servivano cibo in qualunque momento della giornata o della serata, non come da noi. Mangiare presto, da loro, offre spesso la possibilità dello sconto “early bird menu”. (Noi abbiamo il proverbio “Il mattino ha l’oro in bocca”, e per esprimere lo stesso concetto loro dicono: ”The early birds catches the worm… l’uccello mattiniero cattura il verme). Quelle sera nel pub suonava un cantante e chitarrista di mezza età, con il repertorio delle ballate. Si tratta, in genere, di storie d’amore, di lontananza. Per definizione: nessuna ballata ha una storia allegra. Ma abbiamo apprezzato, e cenato ordinando le locali cozze. La loro specialità. Ci hanno portato una pentola, dove il calore del fornello le aveva schiuse, come al solito. Ma, curiosamente, erano .. in un bianco sugo, dato che erano state cucinate con vino ma anche panna (o con birra al posto del vino? Mah!) . Buone, comunque , anche se noi preferiamo le nostre con prezzemolo, aglio e olio, vino bianco a seconda dei gusti. La dimensione e la sostanza dei mitili erano perfette. I mari del nord sono più adatti del Mediterraneo, per le cozze, come le ostriche. C’erano anche, nel menu, gli astici o le aragoste, ma non ci sembrava il caso di ordinarli. Il costo medio è stato di 25 euro, a testa. Da segnalare, che in questo pub erano transitati sia Bono, cantante degli U2, che Bob Geldolf. In tutto il mondo, Doolin è famosa proprio per la musica nei suoi pub. Dopo cena, passeggiata fino ad un altro famoso pub, l’ O’ CONNOR’S: affacciato sul mare, era molto grande ed affollato, con musicisti che scaldavano l’ambiente. Suonavano il genere irlandese delle gighe. Un riff che si ripete, suonato con flauti, strumenti a corda, percussioni. Difficile trovare un tavolo, una sedia. Quindi ci siamo limitati ad ascoltare in piedi. Poi stanchi ma estremamente soddisfatti dell’intensa giornata vissuta, siamo tornati al B&B per pernottare.

GIOVEDì 5 maggio: DOOLIN (CLIFFS OF MOHER) –BUNRATTY – KILLARNEY (KM 187)

Prima colazione e pagamento delle camere al B&B (euro 85 cad. camera doppia, 42,5 euro a testa, a parte una tripla più cara). Abbiamo fatto una veloce partenza, per arrivare primi a visitare le scogliere. Volendo, esiste l’escursione guidata, a piedi, alle scogliere, ed anche anche escursioni in barca. Ma solo una di noi se la sarebbe sentita di salire sulle onde dopo l’abbondante colazione, e non avevamo tempo per andarci a piedi, magari aspettando il tramonto che le tinge di rosso. Però, era una giornata do sole! Quindi, non lamentiamoci. Risalendo in auto la collina, le abbiamo lasciate di fronte al Centro Visitatori CLIFFS OF MOHER. Il parcheggio è gratis, il biglietto d’ingresso all’area, invece, costa euro 6. Da lì parte un sentiero, a bordo della scarpata, in moltissimi punti super protetto da barriere alte, contro gli involontari voli… in mare. Il percorso è lungo parecchi km (forse 8 od 11), ed è segnato, ma con alcuni tratti esposti. Ne abbiamo percorso solo un pezzo, di circa un chilometro. Il punto più alto misura una scogliera di 214 metri sul livello delle acque, assolutamente verticali Portandosi un binocolo, è possibile vedere i nidi di pulcinella di mare, e di moltissimi altri tipi di uccelli: tra cui gabbiani, gazze di mare, corvi e falchi. Le scogliere, infatti, ospitano una delle più grandi colonie di nidificazione sulla terraferma, in Irlanda. Abbiamo fotografato la scogliera dai numerosi punti di osservazione, molto panoramici, e la torre di segnalazione O’ Brien, d’epoca napoleonica. La giornata era quanto di meglio si potesse chiedere. Gli austriaci, quando capitano giorni così perfetti, li chiamano: “I viaggi degli Angeli”, Guardando in basso, verso l’oceano, la vista dei faraglioni scavati dalle acque e dai venti è molto, molto romantica. E’ un panorama di una bellezza sconvolgente, a tutti noi è capitato di restare a lungo in silenzio, di fronte a tanta maestosità. Le onde oceaniche si frangono sulle rocce, sgretolandole a poco a poco, ed il fragore delle acque è chiaramente avvertibile, insieme ai richiami degli uccelli. L’erba verdissima, alimentata dall’umidità che sale dall’acqua e dalle piogge, finisce bruscamente dove il precipizio sprofonda.

Quando ci siamo ripresi dalla sorprendente bellezza, siamo entrati nel Centro Visitatori. E’ molto bene celato, praticamente sotterraneo, in modo da non rovinare la stupenda vista del paesaggio. Al suo interno, ospita l’emozionante filmato “The Ledge Experience” (15 minuti), una visita a volo d’uccello sulle scogliere, sui fondali marini. Assolutamente da non perdere. Proiettato su tre grandi schermi, riesce a dare ai presenti nel cinema l’impressione di vedere tutto dal punto di vista di un gabbiano in volo, di un pesce nel mare. E’ molto bello, ci è piaciuto molto. Poi, abbiamo completato il tutto guardando il resto della mostra: informazioni geografiche, naturalistiche, faunistiche, eccetera. Eravamo così contenti, da non degnare di uno sguardo neanche uno dei pur numerosi negozi di souvenir. Non rientravano nel nostro umore, non in quei momenti. Per cui… ripartenza.

Abbiamo fatto sosta a Bunratty (vicino a Limerick), per raggiungere il castello normanno-irlandese della città: dalla struttura massiccia e squadrata, la fortezza domina le sponde del fiume Ratty e al suo interno si trova il Bunratty Folk Park, tipo parco tematico. Abbiamo sostato, osservato il Castello ma non siamo entrati, perché ci è sembrato più adatto al turismo scolastico.

La seconda parte del pomeriggio ci ha portati a Tralee, dove volevamo fare un safari in barca, nelle zone paludose del Bay Wetlands Center. Purtroppo, anche questa cosa, visto il posto, ci è sembrata non adatta a noi, ma a famiglie con bambini piccoli. Entrambe queste scelte, qui lo diciamo e qui lo affermiamo, sono dovute allo scrittore della Guida Lonely Planet, che induce in errore i suoi lettori. In pratica, ci segnalava che si trattava di cose molto interessanti. Ma.. dopo la visita alle scogliere, nulla ci sembrava altrettanto spettacolare o all’altezza. Chilometri sprecati, tempo buttato via. Quindi, ce ne siamo andati via, per raggiungere la successiva destinazione: KILLARNEY. Dato che restava ancora qualche ora, abbiamo scelto di visitare subito le due attrazioni turistiche storiche della cittadina, in modo da concludere positivamente la giornata. Parcheggiate le auto, siamo andati a vedere la St. Mary’s Cathedral, neogotica. E il convento francescano Franciscan Friary, chiesa in stile fiammingo. Entrambe le cose sono esempi dello stile architettonico dei recenti secoli scorsi, pertanto influenzati da vari stili, art nouveau, art déco, simbolismo, eccetera. Non proprio nei nostri gusti preferiti, insomma, ma comunque si tratta di cose da andare a vedere, anche solo per un confronto. Siamo andati a spasso per la via del centro, guardando vetrine e passanti. Killarney è sicuramente da visitare in primavera-estate, perché ci si può dedicare ottimamente a varie attività all’aperto. Poi, riprese le auto, siamo andati alla: KATHLEENS COUNTRY HOUSE, 4 stelle. Per le successive due notti, avevamo scelto qualche cosa meglio di un normale B&B o di un Hotel. Le Country House sono un’istituzione anglosassone ed irlandese, e volevamo fare anche questa esperienza, in questa che è, per di più, un 4 stelle. Ci ha calorosamente accolti la signora Kathleen, facendoci sentire veramente benvoluti. Il comportamento, in generale, di tutti gli irlandesi nei nostri confronti è stato ottimo, caloroso. Ma Ms Kathleen ha fatto sempre di più: era veramente desiderosa di parlare con noi, di confrontarsi su vari temi, dall’economia al turismo, dall’Italia all’Irlanda. Si esprimeva, addirittura, staccando bene le parole, per farsi comprendere meglio! Siamo entrati, ed eravamo nel più gradevole dei soggiorni, con bovindo sul giardino, fiori ed alberi vivacemente colorati e bene collocati, divani e poltrone, caminetto. Le nostre camere sono state deliziose, di ottimo buon gusto e con ampi bagni. Abbiamo avuto l’impressione, realisticamente, di essere “ospiti” di una ricca signora irlandese, nella sua dimora di famiglia. Tutto era molto “tipico”, nulla era di cattivo gusto.

Kathleen ci ha consigliato di cenare in un ottimo ristorante: il BRICIN. Ma l’avevamo già prenotato, nel corso della nostra visita in città di poche ore prima. C’era automaticamente piaciuto, e siamo stati molto contenti di vedere confermata da lei la nostra prima impressione. Effettivamente, si è rivelata come la miglior cena di tutto il nostro viaggio: perfino le soup of the day, persino il solito (si fa per dire) seafood chowder sono stati migliori che altrove. Abbiamo assaggiato il boxty: una frittatina di patate stile pancake, con erbe, imbottita di salsine: nulla di eccelso da segnalare. La sala è arredata con quadri e mobili di valore. Costo medio: 26 euro, a testa. La cosa strana è che si accede da un negozio di abbigliamento, e si raggiunge il ristorante da una scala interna. Al termine della cena, si esce sul retro dato che il negozio.. ormai ha chiuso i suoi battenti! Siamo tornati a dormire, non senza aver apprezzato la piacevole temperatura serale, finalmente eravamo in un posto di classe, dopo aver cenato in un elegante ristorante! Pernottamento: di classe.

VENERDì 6 maggio: KILLARNEY – Ring of KerryMountain park – KILLARNEY – (Km 220)

Prima colazione? Di più! Accanto al piatto avevamo addirittura il menu, della prima colazione! Kathleen ci aveva riservato il tavolo vicino al bovindo, in modo che potessimo apprezzare la luce del mattino ed il giardino fiorito. Non capita spesso. Ci si offrivano varie scelte, più numerose del solito breakfast. Potevamo ordinare la colazione all’irlandese (ottima), oppure uova e pancetta (altrettanto), oppure formaggio cheddar fuso su fetta di pane tostato (eccellente, se fritto), insieme a frutta, yoghurt e cereali, pane, burro, marmellata. Ed altre cose che neanche ricordiamo. Nessuno di noi aveva mai avuto, a colazione, un menu così ricco. Da segnalare che chi ha ordinato la frutta se l’è vista arrivare tagliata a pezzettini, frutta europea con frutta esotica, ma elegantemente disposta a formare disegni geometrici nel piatto, come una tavolozza di colori. Macedonia di frutta stupenda ed… invitante. Succhi di frutta, caffè e thè a volontà. Sazi e soddisfatti siamo andati ad intraprendere il famoso circuito stradale “RING OF KERRY”, affacciato sul mare. Avrebbe potuto esserci un forte rumore delle onde sulla rena, con una magnifica tempesta, oppure nebbia o pioggia ad impedirci la vista. Invece, noi abbiamo goduto di una buona giornata di sole, dalla tiepida temperatura. Una favola! Abbiamo realizzato un servizio fotografico paesaggistico come pochi. Il circuito completo copre un anello stradale di 180 Km, tutto di strade tortuose con panorami sia sul mare che sulla catena montuosa. Le strade sono piene di curve, e molto strette. E’ simile alla nostra costiera sorrentina, per intenderci, dove tutte le auto hanno le fiancate incidentate. Per questo motivo, lo abbiamo percorso nella stessa direzione di marcia dei pullman turistici, in modo da.. non incrociarne nessuno. Ma va detto, però, che tutti gli irlandesi guidano con molta prudenza e che ogni pochi metri ci sono piazzole a lato strada, per consentire di far passare le auto provenienti dal senso opposto. A turno: ci si lascia strada. Molto educatamente, e ci si ringrazia con un cenno della mano. Nessuno suona il claxon, in Irlanda. Il pericolo è solo per gli specchietti, perché qui non si può andare molto veloci. Per fare tutto il ring, ci vogliono da 5 ore in su. Noi, avendo avuto delle “dritte” da Kathleen, ci siamo limitati ad andare a velocità normale in molti punti, osservando tutto dai finestrini, ed a sostare solo in quelle da lei suggerite, ed è andata benissimo.

Nell’ordine, ci siamo fermati a vedere il forte ad anello di CAHERGAL, arrampicandoci sopra gli spalti, sui sassi, ed entrando nel secondo anello, al centro. Poi con un divertente traghetto tipo “zattera” siamo passati sull’isola di VALENCIA, al modico prezzo di 7 euro ad auto. Non ha un orario, il traghettatore si limita a portare auto e persone da qui a là, su richiesta, e non era di buon umore. Può imbarcare un massimo di 2-3 auto alla volta, tanto è piccolo. La traversata, del resto, dura solo 5 minuti. Arrivati all’isola, eravamo a Knightstown, la città più grande (si fa per dire, sono solo poche case). Siamo saliti verso il punto più alto dell’isola (anche questo si fa per dire: altitudine circa 250 metri s.l.m. e la chiamano: GEOKAN MOUNTAIN! Accesso 5 euro ad auto). La vista è stupenda, i posti meritano i pochi euro richiesti per ingresso e parcheggio. Si vedono la penisola, le isole e gli isolotti SKELLIG. Uno spettacolo di pace e di colore, verdi i prati, blu il mare, neri i muretti a secco dei campi, il bianco faro. Siamo ridiscesi a Knightstown, per pranzare. Anche qui, patatine fritte, thè e caffè, senza particolare onore o gloria perché non avevamo capito che i “finger fish” sono i ..bastoncini Findus. (Euro 7 a testa, circa). Invece di fare l’escursione turistica col periplo delle isole in barca, troppo costosa, ci siamo limitati a visitare il sito del locale Museo, patrimonio Unesco, guardando un audiovisivo chiamato: “The Skellig Experience”, al costo di euro 6, a testa. Dal filmato abbiamo appreso che Skellig sono due isolotti rocciosi (e soprattutto molto, molto impervi!) in cui vivevano monaci nel VI secolo, in capanne di pietra a forma di alveare o trullo. I gradini per scendere al mare erano ripidissimi, la vita estremamente difficile ma i monaci affollavano il posto, tanto da renderlo un’ambita preda per i razziatori normanni, che ogni tot li depredavano di tutti i loro averi (non erano monaci poveri, tutto sommato). Ora, tutto è tutelato e non concedono ai visitatori l’approdo. Abbiamo proseguito, attraversando il ponte che collega l’isola di Valencia alla penisola proseguendo il Ring, ed abbiamo visto i resti di antiche abbazie, monasteri, forti antichi, spiagge stupende dalla finissima sabbia grigia, la turistica e balneare Waterville. Tra questa e Sneem abbiamo fatto una sosta ad un ulteriore punto panoramico, vista mozzafiato, per poi lasciare il ring ed avventurarci sul passo di Coomakista, da cui è possibile godere della vista sul meraviglioso Parco Nazionale Marino di Dennynane. Rientrando sotto i rami dei boschi, verso Kenmare, il paesaggio era di nuovo cambiato: da pascoli e spiagge quasi mediterranee si era passati a boschi e laghi… quasi trentini! Eravamo tra le meraviglie naturalistiche del Killarney National Park, dove risplendono i laghi di Upper Lake, Long Range e si può vedere la Muckcross House, la panoramica Ladies View (un buon punto di sosta per fare fotografie). Dall’auto, abbiamo visto daini pascolare tranquillamente, e sicuramente non erano soli. Questo parco si sviluppa lungo le rive dei laghi, seguendo le acque del fiume che li alimenta, fino ad arrivare direttamente in città, a Killarney, Ci siamo tutti ripromessi di tornare, un giorno. E’ un posto bellissimo, per fare un viaggio in tarda primavera – inizio estate, per trekking e safari fotografici. Tutta la zona è ricca di animali, uccelli, pesci, vari tipi di alberi e fiori. Tutto molto piacevole, molto filmico, una natura tranquillizzante. Nel tratto finale tra Kemnare e Killarney abbiamo visto la Molly’s Gap una gola tra le montagne, che è in realtà una strettoia. Per cena, siamo ritornati a KILLARNEY, ed abbiamo scelto il SALVADOR’S. un locale come un altro, niente da spartire con quello della sera prima ma… di alternative a quel livello non ce n’erano. Costo: euro 25, a testa. La birra servita era del tipo IPA, Indian Pale Ale, forse l’unica cosa diversa dal solito e che merita una spiegazione. Le Ipa sono birre di tipo “pale ale”, che gli Inglesi durante il loro Impero oltreoceano avevano studiato appositamente per inviarle ai loro soldati, in India, facendogliele arrivare ancora bevibili, preparandole con un metodo particolare. . Era la prima volta che le assaggiavamo, quindi si può dire che la cena non è stata inutile, tutto sommato. Sulla strada principale uno degli artisti di strada, quella sera, era un chitarrista. Piuttosto bravo. Vedendoci ed identificandoci ci ha suonato una canzone dei Nomadi: “Io, vagabondo”. Ovviamente, abbiamo intonato il coro… La suonava molto bene, e noi siamo stati applauditi. Non come un gruppo di allegri giovani che stavano iniziando una serata di addio al celibato, ma abbastanza. Subito dopo, siamo entrati in un pub, perchè avevamo visto una moto targata “Trento” parcheggiata lì davanti. Abbiamo cercato il motociclista, e così ci siamo presentati: bolzanino, andava in Irlanda del Nord a vedere una gara di moto su strada, ed era partito qualche settimana prima, poiché c’erano tanti pub da vedere… e lungo era il viaggio. Ogni sera, un pub ed un posto diverso, Prima o poi, sarebbe arrivato. Ne eravamo tutti sicuri, ci siamo complimentati per la scelta di viaggio. Pernottamento alla Country House, sempre ottimo.

SABATO 7 maggio: KILLARNEY CASHEL – KILKENNY – (Km 142 + 100 = 242)

Prima colazione e pagamento Country HOUSE : 238 euro a camera, due notti e due ottime prime colazioni, euro 120 a testa, due notti e due colazioni). Sul retro, ha una sorgente di acqua minerale. Viene controllata dalle autorità sanitarie ed è buona e potabile, ricca di buoni minerali. Kathleen ce l’ha offerta, ci ha suggerito di riempirci le bottigliette, per il viaggio. Partiti abbastanza presto, abbiamo fatto una deviazione non prevista, per visitare CAHIR, che ha un interessante castello. Pioveva un po’, ma siamo riusciti a vedere un castello “come si deve”, con il fossato pieno d’acqua, come di solito ci si aspetta. L’unico, di tutto il viaggio, con questa collocazione tradizionale. E’ molto romantico, con cigni ed un ampio parco, costruito con pietra molto scura.

Abbiamo, poi, raggiunto in auto l’altro importantissimo monumento irlandese: la Rock of CASHEL: un’antica rocca del primissimo medioevo che, posta sopra a una collina, domina le verdi pianure ed i resti dell’antico insediamento celtico, uno dei reperti archeologici più famosi e meglio conservati d’Irlanda. Ingresso: 7 euro. Purtroppo, c’era molta gente. E partivano tutti insieme dalla biglietteria, con le visite guidate. Ciò rendeva difficile fotografare i resti della Rocca senza inquadrare gente sconosciuta e per di più scendeva qualche goccia di pioggia. Ma ci siamo, più o meno, riusciti: non appena i gruppi si spostavano… zac! noi scattavamo foto. Si tratta di un monumento veramente bello. Era stato costruito con molto sfarzo e denaro, ed ancora si nota. Abbiamo avuto un momento di vera fortuna: chiedendo ad una Guida a che ora iniziasse il filmato sulla Rocca, ci ha invitati ad accomodarci nella sala cinematografica e ha proiettato il filmato, scegliendo per noi l’audio in lingua Italiana! Incredibile! E dire che eravamo in fortissima minoranza, tutte le altre decine e decine di persone erano di lingua inglese. Questa visita ci è piaciuta molto: merita il viaggio.

Abbiamo pranzato con qualche biscotto, perché dopo le prime colazioni di Kathleen.. era il massimo che si potesse introdurre. La meta successiva era KILKENNY. Baluardo della cultura celtica irlandese, questa città è caratterizzata da vicoli medievali e splendidi edifici in pietra calcarea, con abbondante uso di una nera pietra locale, che sembra marmo. Infatti, la chiamano “the marble city”.

Siamo arrivati facilmente al THE LAURELS B&B. Le stanze non erano come ce le aspettavamo. Poco pulite, avevano ragnatele ai soffitti, moquette polverose, copri-letti dai colori spenti e polverosi, una televisione non funzionante, docce e bagni ridicolmente piccoli e poveri. Sembravamo forse un gruppo di studenti italiani in soggiorno studio? Questa è stata l’unica fregatura del viaggio, per la quale ringraziamo gli utenti di Booking.com che avevano assegnato un alto punteggio a questo B&B: ben 8.2!. Grazie, a voi! . E’ vero, la posizione ed il parcheggio privato lo rendono comodo, ma poteva e doveva darci di più, visto anche il costo. Le foto che pubblicano non sono recenti, probabilmente. Abbiamo chiesto di stampare le carte d’imbarco, e lo hanno fatto premurosamente e gratuitamente, quindi non possiamo dire nulla contro i due ragazzi che ci hanno accolto. Ma anche quando abbiamo chiesto loro che la colazione del giorno dopo fosse anticipata alle ore 7… ci hanno negato questa possibilità non esattamente “estrema”. Ci hanno concesso la sola colazione continentale: burro, pane, marmellata, in stile self service. Va beh, abbiamo accettato, perché non c’erano alternative. Lasciate volentieri le camere, siamo andati a piedi in centro città. Abbiamo visitato subito, prima che chiudesse, il Kilkenny Castle, il maestoso Castello dei Butler, magnifica dimora circondata da un parco, con interni riccamente decorati, favolosa galleria ottocentesca con altorilievi che raccontano la storia della dinastia dei Butler. E’ totalmente arredato, con mobili dell’epoca. Ovviamente, è tutto ricostruito. Costo: euro 5, a testa.

Poi a piedi siamo andati a cercare la Black Abbey Church: fu fondata dai domenicani nel 1225 ma dopo la soppressione ad opera della riforma cadde in rovina. Oggi è stata ristrutturata. Poco prima che chiudesse, abbiamo visitato la St. Canice’s Cathedral: risale al 1200 e nonostante la guglia sia crollata nel 1332 è uno splendido esempio di gotico puro, circondata dal cimitero. Anche gli interni meritano una visita per le pietre tombali in marmo nero, per i sarcofagi, per le lapidi che raccontano la storia di una presunta strega, ingiustamente perseguitata, ecc ecc. Ingresso: 3 euro. Cena al MARBLE CITY BAR, costo medio 20 euro. Pernottamento…. meglio non parlarne. Stanze sovra-riscaldate, con finestre quasi non apribili. Meglio dimenticare.

DOMENICA 8 maggio: KILKENNY – DUBLIN (tot KM 200) – MILANO

Dopo la prima colazione, pagamento del B&B: 110 euro a camera! (55 euro a testa) Un furto. Ma forse è meglio che non ci abbiano servito la colazione all’irlandese: chissà se saremmo sopravvissuti.

Abbiamo preferito spostarci in fretta in zona Dublino. La restituzione delle auto doveva avvenire entro una certa ora, pena il pagamento di penali, quindi… non potevamo rischiare un contrattempo lungo la strada. Però, abbiamo lì per lì scelto di andare a visitare la costa a nord di Dublino. Ci era stato detto che era carina. Siamo andati sull’autostrada M50 e subito a visitare il Castello di MALAHIDE. E’ al centro di un veramente gigantesco parco, vicinissimo al mare. Costa 7 euro, a testa. Può essere visitato solo in gruppo, con la guida in lingua inglese, ma nel prezzo è compresa un’audioguida in lingua Italiana. Così, abbiamo ascoltato tutta la spiegazione storica ed artistica con un auricolare dalla strana forma. Il Castello era in rovina, ovviamente, ma è stato ristrutturato ed una parte è stata restituito agli arredi del secolo scorso.

Con questa visita, abbiamo completato tutti i secoli della storia irlandese. Fine ‘800 ed inizi del ‘900 ci mancavano! Va detto che tutto il mobilio è autentico, piuttosto bello, e che quadri, arredi, tendaggi, e stoviglie eccetera sono di prima qualità. Per cui, non è stato male visitare anche questo ultimo monumento. Abbiamo anche tentato di raggiungere la penisola e vedere i tanto decantati villaggi caratteristici di pescatori, sulla penisola di HOWTH. Ma ci siamo trovati in colonna con tante auto, per chilometri, avremmo perso troppo tempo, ed abbiamo rinunciato. Pranzo presso un benzinaio, dove abbiamo rifatto il pieno delle auto e mangiato alcuni panini. (circa 6 euro, a testa) Quasi tutti i benzinai, in Irlanda, hanno un piccolo bar con pietanze e bevande, un po’ come i nostri autogrill. Non abbiamo mai visto, invece, benzinai sulle autostrade o superstrade. Siamo riusciti a pagare subito online il pedaggio autostradale di un’auto (euro 3,10), Poi, di nuovo in marcia verso l’aeroporto. C’era molto traffico, era domenica, il tempo era bello, tutti gli irlandesi erano in auto, andavano verso il mare o verso Dublino. Ovunque, pur di non stare a casa. Entro le ore 14,00, ce l’abbiamo fatta, abbiamo riconsegnato in tempo le auto in aeroporto a DUBLINO, alla Europcar. Per la cronaca: in tutto il viaggio avevamo fatto due sole volte il pieno di diesel: in totale ogni auto è costata 90 euro di carburante, circa 30 euro a persona. I chilometri totali del viaggio sono stati: 1.334. Non pochi, ma neanche molti. In aeroporto, con il wi fi gratis e non abbiamo cercato per almeno un’ora di pagare il pedaggio autostradale della nostra seconda auto. Faticosissimo, frustrante, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Ed è andata bene, dato che almeno fino ad oggi (incrociamo le dita) non ci è arrivato alcun addebito sospetto sulle varie carte di credito che abbiamo dovuto usare per questa operazione.

Il nostro check era previsto entro le ore 15.40 e la partenza con volo Aer Lingus EI 436 alle ore 17.40. In realtà, come all’andata siamo partiti in ritardo, poi il pilota ha recuperato. Ci stavamo abituando, non eravamo neanche nervosi. Siamo arrivati all’aeroporto di Milano Malpensa alle ore 21.05 (2 ore e mezza di volo) e ci siamo salutati con affetto. Un bel viaggio, nel quale abbiamo condensato TUTTI i secoli della storia e dell’arte irlandese, TUTTI i personaggi storici importanti, TUTTI i tipi di paesaggi e natura esistenti sull’isola.

COSTO/COSTO pro capite

NOTE AEREO Milano MXP – Dublin – MILANO MXP Aer Lingus, A/R, con bagaglio stivato, uno a coppia, da 20 kg. Euro 124 Prenotato ed acquistato dal sito ufficiale della compagnia.

Rent a car EUROPCAR (tramite Rentalcars) euro 145 Per 8 giorni Suv BMW cambio automatico, assic furto e Kasco, chilometraggio illimitato, 3 passeggeri ad auto.

Carburante, pedaggi, autostrade, parcheggi, traghetto

AD AUTO 2 pieni diesel: 90 euro, Autostrade 2,90+2,90 , M50 : 3.10 + 2.50 5 + 5 euro 7 euro euro 40 Costi con 3 persone a bordo

Transfer aeroporto/Dublin B&B /Dublin 3 Taxi 21+ 22 + 25 euro euro 12

Autobus a Dublin 5 viaggi Euro 14

PERNOTTAMENTI

Con colazioni Euro 421

A Dublin prenotato direttamente, gli altri tramite Booking con cancellazione free

PASTI Euro 236 Pranzi e cene, senza acquisti in supermercati

VISITE Euro 138 N.b. leggera differenza, per sconto “senior”

TOTALE SPESA PRO CAPITE, in SEI PERSONE Euro 1.130,00

Salvo E & O e shopping personale



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