Irlanda: 2152 km di meraviglie!

Roma Lunedì 17 agosto 2009 L’aeroporto di Ciampino è stracolmo. Il volo Ryan Air Roma-Dublino A/R delle 10:55 è stato prenotato su internet per 200 euro a persona. Partiamo con una mezz’ora di ritardo e in tre ore arriviamo a Dublino. Sono le 13:00, ora locale, e recuperati i bagagli, ci rechiamo alla fermata dell’Air Coach, il pullman...
Scritto da: ale1979
irlanda: 2152 km di meraviglie!
Partenza il: 17/08/2009
Ritorno il: 27/08/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Roma Lunedì 17 agosto 2009 L’aeroporto di Ciampino è stracolmo. Il volo Ryan Air Roma-Dublino A/R delle 10:55 è stato prenotato su internet per 200 euro a persona. Partiamo con una mezz’ora di ritardo e in tre ore arriviamo a Dublino. Sono le 13:00, ora locale, e recuperati i bagagli, ci rechiamo alla fermata dell’Air Coach, il pullman che per 7 euro ci porterà in centro. C’è una camera doppia pronta per noi al Maldron Hotel, a Parnell Square, prenotata su internet: due notti per 75 euro a persona, senza prima colazione. La stanza è molto carina, con mobili moderni, aria condizionata e un bel bagno grande. Ci cambiamo ed usciamo subito per andare a cercare qualcosa da mangiare: abbiamo una fame atavica! I nostri appetiti sono presto saziati con due whopper nel Burger King di un centro commerciale vicino. A Dublino il tempo cambia in continuazione. Ora c’è un sole brillante, ma sono sicura che non appena usciremo da qui sarà tutta un’altra storia. Siamo troppo stanchi per girare la città ora, quindi preferiamo tornare in albergo per un bel bagno caldo e una buona dormita. Dublino Martedì 18 agosto 2009 Il cielo è grigio stamattina. Ci svegliamo alle 7:30 e usciamo per visitare la città. Dublino somiglia a una piccola Londra, solo molto più piccola, tanto che si può tranquillamente girare a piedi. Entriamo al Trinity College, l’università che vanta un passato di tutto rispetto. Per 9 euro vistiamo la famosa Library, sede del prezioso Book of Kells, antichissimo documento finemente lavorato a mano. E’ incredibile come del semplice albume d’uovo abbia saputo mantenere inalterati immagini e colori nel corso dei secoli! Uscendo gironzoliamo per il centro: foto di rito sul carretto di Molly Malone, “the tart with the cart”, e poi riposino al St. Stephen’s Green, curatissimo parco con un bel laghetto artificiale ed aiuole colorate. Mi è piaciuta molto Grafton Street, piena di musicisti ambulanti, bancarelle di fiori e negozietti carini. Ci fermiamo per uno spuntino a base di frutta al Tree House di Dame Street, poi passiamo a vedere il Castello di Dublino, davvero niente di che, e la Cattedrale di St. Patrick. Per entrare bisogna pagare il biglietto, così ci accontentiamo di visitare i giardini, molto ben tenuti. Arriviamo in zona Temple Bar, fantastica! E’ pieno di locali alla moda e pub colorati! Per pranzo ci fermiamo a mangiare un panino e un goloso brownie all’Hard Rock Cafè, quindi torniamo verso l’albergo, passeggiando lungo il fiume Liffey. Facciamo incetta di acquisti da Carroll’s, una catena di negozi specializzata in souvenir: magnetini, peluche, magliette, e chi più ne ha, più ne metta, poi torniamo in hotel, abbastanza stanchi. Usciremo solo per le 21:30, curiosi di vedere Dublino by night, magari con una pinta di Guinness tra le mani. Di sera la città si trasforma. Mi dispiace vedere ragazzi della mia età in giro ad elemosinare qualche spicciolo, magari solo per farsi una bevuta, o ragazze costrette a rifugiarsi su un bus in partenza per avere scampo dalle molestie di un ubriaco. Non mi sono mai sentita tanto a disagio. Ci fermiamo in un pub non molto distante dall’albergo, il “Madigan’s”. Fuori c’è scritto “fresh food served daily”, ma in realtà vendono solo patatine al cheddar e alla cipolla da accompagnare alla birra… Va beh, meglio di niente… L’alito che lasciano però è malefico… e anche la birra qui non è un granchè… Dublino Mercoledì 19 agosto 2009 Oggi lasciamo Dublino e cominciamo il nostro viaggio in giro per l’Irlanda. Il check out è previsto per le 12, così ci svegliamo con calma, prepariamo le valigie ed usciamo a far colazione. Vicino l’albergo c’è un ristorantino carino che serve la prima colazione fino a mezzo giorno. Si chiama “Kingfish”: cameriere gentili e cibo squisito. Vale prova un’irish breakfast con uova, salsiccia, bacon e toast. Io non ce la posso fare, così opto per la healthy option: cereali, latte, succo d’arancia, toast con burro e marmellata. Ottimo e abbondante! Una volta pagato il soggiorno ci incamminiamo verso la fermata dell’autobus che ci porterà a South Circular Road, dove ritireremo la macchina già prenotata e pagata (per 8 giorni, 150 euro a persona) via internet sul sito della Hertz. Aspettiamo a lungo e invano un bus, il 121. Poi ci viene in mente che forse non è quello il mezzo che ci serve. Chiediamo informazioni ad un autista che non solo ci dice che il bus che dobbiamo attendere è il 19, ma anche che è dall’altra parte della piazza. Finalmente arriva il nostro mezzo, paghiamo il biglietto a bordo in base al numero di fermate che faremo e prendiamo posto. C’è una signora molto anziana, curva sul suo carrello della spesa che sembra più grande di lei. Inveisce contro il traffico e i numerosi lavori stradali, ma con noi è gentilissima e quando scendiamo ci saluta con la mano dal finestrino. Fossero tutti così! Poco fa un ubriaco è sceso dal suo autobus e con fare curioso ci si è avvicinato solo per cacciare un rutto! Credevo volesse chiederci qualcosa, e invece… Al centro Hertz c’è una coda impressionante. Che scocciatura, oggi sembra che lasciare Dublino sia diventata un’impresa impossibile! Un solerte impiegato identico all’attore Simon Pegg sbriga le ultime formalità e ci invita ad accomodarci ad attendere l’arrivo della nostra vettura. Non facciamo altro che consultare la mappa che ci hanno regalato, avidi di posti nuovi da esplorare! Finalmente arriva la nostra fedele compagna di viaggio, una Fiat Bravo nuova di zecca! Usciamo con prudenza da Dublino, non solo per la guida a destra, ma anche per il traffico, davvero allucinante. Il navigatore satellitare che ci siamo portati da Roma per andare a Kilkenny ci suggerisce di prendere la Naas Road per poi proseguire sulla R 133 prima e la splendida R 115 poi. Incredibile! Abbiamo lasciato la city alle nostre spalle e già siamo attorniati dal nulla! Solo colline brulle cosparse di erica e qualche pecorella sperduta qua e là a far da macchia al paesaggio. E poi un silenzio che fa impressione e una fresca brezzolina che ci fa sentire vivi. Proseguiamo nel cuore delle Wiklow Mountains per una quarantina di km fino ad arrivare a Glendalough, antico sito monastico dove visse St. Kevin nel VI secolo d.C. Mangiamo un fish and chips all’aperto, sulle sponde del fiume Norie, poi visitiamo i resti del monastero e il cimitero che vanta alcune splendide croci celtiche. Proseguiamo in direzione Kilkenny, ma il nostro navigatore ci fa fare una strada lunghissima, passando per le minuscole Athy e Ballyragget, ma alla fine, dopo circa 170 km dalla capitale, arriviamo a destinazione. Ci piacerebbe pernottare in uno dei b/b consigliati sul sito di Trip Advisor, come il Carriglea, in Archers Avenue, ma scopriamo che è tutto pieno. In fondo alla stessa via ce ne è un altro però, l’Ard Cullen. Ma sì, forse alla fine un posto vale l’altro! E poi siamo stanchi ed è anche ricominciato a piovere. La padrona di casa, la bionda Key, ci informa che la camera costa 32 euro, che c’è il bagno in camera e che la colazione verrà servita tra le 7:30 e le 9:00. La stanza è davvero spoglia, ma a noi poco importa, anche perché usciamo quasi subito per visitare la cittadina. Kilkenny conserva un fascino tutto particolare, con la sua bella cattedrale, i suoi vicoli e le sue casette dalla facciate medievali. Sta ricominciando a piovere… Compriamo dei tramezzini e della frutta al Dunness Store e ci rifugiamo in camera a cenare sul letto. Kilkenny Giovedì 20 agosto 2009 E’ piovuto tutta la notte e ha fatto anche un freddo micidiale. In camera i termosifoni erano spenti e la coperta dello stretto letto matrimoniale era davvero troppo corta per tutti e due. Mi sveglio molto presto, con il sole (?) che filtra tra le tende. Il buonumore torna dirompente e svelti ci prepariamo per andare a far colazione. Una continental breakfast è pronta per noi nella sala da pranzo giù di sotto e una volta pagato carichiamo le valigie in macchina e partiamo alla volta di Cashel. Secondo la leggenda la Rocca di Cashel sarebbe stata creata da un boccone sputato in terra dal diavolo. In realtà si tratta di un interessantissimo sito medievale dove, per 6 euro, si possono ammirare le rovine di una splendida cattedrale, una cappella, che la tradizione vuole di re Cormac, e un suggestivo cimitero completamente immerso nel verde. Da Cashel partiamo alla volta di Cork. L’ingresso alla città è molto trafficato e riusciamo a trovare un parcheggio solo dopo vari tentativi. Ma, in realtà, Cork è una città industriale, dove c’è poco da vedere, se si esclude la St. Patrick’s Street, cuore pulsante dello shopping locale, e l’English Market, dove entriamo a fare qualche foto alla gente del posto mentre fa la spesa. Restiamo inebriati dagli odori che si mescolano all’interno del mercato, e questo ci fa capire che è ormai ora di pranzo. Da Subway prendiamo due panini enormi ricchi di ogni ben di Dio poi, sotto una pioggerella estiva, partiamo verso il mare, puntiamo ad Old Head. Tra le scogliere troviamo una spiaggia enorme, sferzata da un vento fortissimo. Non stupisce che sia meta di surfisti, alcuni perfino con il kite surf. Un cane uscito non si sa da dove vuole giocare con noi e ci accompagna trotterellando per un buon tratto di strada, finchè non ce ne andiamo. Riprendiamo la R 600 e quindi la N 22 per arrivare a Killarney, tappa obbligatoria per tutti coloro che vogliono avventurarsi per il Ring of Kerry. Ma, a parte il solito traffico che accompagna ormai tutti i nostri ingressi nelle città principali, Killarney è davvero troppo turistica. Scappiamo a gambe levate e proseguiamo sulla N 71, fermandoci però nel cuore del Killarney National Park per ammirare le belle cascate di Torch. Ormai è ufficialmente cominciata la nostra esplorazione del Ring of Kerry, meraviglia assoluta dell’Irlanda sud occidentale che ci regalerà paesaggi mozzafiato, come l’incantevole colpo d’occhio al Lady View, o più su, vicino al Moll’s Gap. Ci spingiamo fino a Kenmare, dove troviamo una camera libera in un b/b la cui facciata è completamente ricoperta d’edera. E’ gestito dalla sig.ra Leebrook, molto cordiale e molto loquace. Io sono talmente stanca da riuscire a sbiascicare un banale “Hello!”, ma lei sembra aver capito la situazione e ci invita nel comodo salotto di casa a prendere una tazza di tè con qualche biscotto. Facciamo una doccia, poi usciamo per andare a cena. Kenmare è deliziosa! E’ pieno di pub, ristoranti e locali dove fanno musica irish! Il Foyle’s pub fa davvero al caso nostro, ma la cameriera all’ingresso ci spiega che per un tavolo per due c’è da aspettare almeno una ventina di minuti. Ne approfittiamo per sederci al bar e inganniamo l’attesa con due birre,tra le quali un’ottima Guinness, dolce, compatta, e con un retrogusto che sa di cioccolato. La cena si rivelerà ben presto eccellente! Non ci siamo fatti mancare niente… Ostriche freschissime, cocktail di gamberi e la buonissima fish pie, un tortino caldo di patate farcito con salmone e merluzzo. Torniamo in camera più che soddisfatti. E domani si prosegue per il Ring of Kerry! Kenmare Venerdì 21 agosto 2009 La colazione è prevista per le 8:30 e noi puntuali ci accomodiamo nella soleggiata sala da pranzo di casa Leebrook. Proviamo una fantastica irish breakfast con salmone affumicato e uova strapazzate … squisita! E poi la padrona è gentilissima con noi e ci coccola con mille attenzioni. Al nostro tavolo si siede una coppia del Connecticut. Stanno visitando l’Irlanda in senso antiorario e ci raccontano meraviglie del Connemara e della penisola di Dingle. Paghiamo i 40 euro pattuiti, salutiamo il micio di casa, il rosso Felix e proseguiamo il nostro viaggio per il Ring of Kerry. Prendiamo la N 70, direzione Cahersiven e poi oltre Killorglin … Paesaggi di una bellezza indefinibile … Lasciamo la N 70 per prendere la R 561 ed eccoci nel territorio di Dingle. Ci fermiamo sulla bellissima spiaggia di Inch, battuta da raffiche di vento potentissimo e quindi siamo a Dingle city, delizioso villaggio di pescatori dal fascino vagamente hippie, dove ci fermiamo a mangiare un hot dog all’aperto. Proseguiamo sulla R 559 ed arriviamo alle Beehive Huts. Da qui si susseguono miglia e miglia di costa selvaggia e se siete fortunati a fermarvi da soli per qualche foto in uno dei tanti punti predisposti sentirete solo i gabbiani e la risacca delle onde. Visitiamo tutta la penisola fino a Gallarus, poi torniamo a Dingle lungo la N 86 fino a Tralee. Siamo piuttosto provati e vorremmo cercare qui un posto per riposare, ma la cittadina è così poco attraente che preferiamo proseguire oltre, sulla N 69, fino a Listowel, un piccolo centro urbano circondato da fabbriche. Troviamo una stanza nell’elegante Listowel Arms Hotel, sulla piazza principale, per 60 euro a persona, compresa la prima colazione. Non proprio economicissimo, ma non abbiamo scelta: abbiamo fatto troppi km per continuare a cercare altro. La stanza è molto accogliente, con una bella vista sul fiume che score tranquillo proprio dietro l’hotel. Tempo di una doccia e siamo già fuori per cercare qualcosa da mangiare. Non ci ispira nessun locale in particolare anzi, alcune tavole calde sono talmente squallide da indurci a comprare la nostra cena al supermercato: tramezzini, dolcetti e tante schifezzuole da mangiare in camera. E domani Cliffs of Moher! Listowel Sabato 22 agosto 2009 Partiamo intorno alle 9:00 per proseguire il nostro viaggio sulla N 69. Speriamo di poter trovare un traghetto che da Tarbert ci porti sull’altra sponda del fiume Shannon, altrimenti ci toccherà fare tutto il giro passando per Limerick. Una volta a Tarbert scopriamo che sì, esiste un ferry che può traghettarci con tutta la macchina, ma anche che dovremo attenderlo per circa 40 minuti, visto che il primo è salpato per le 9:30 e il prossimo non arriverà che tra un’ora. Il viaggio a bordo dura solo 20 minuti e costa 18 euro. Sull’altra sponda siamo nel territorio del Burren, landa desolata di fattorie e mucche al pascolo. Verso le 13:00 siamo alle Cliffs of Moher, giganti di oltre 200 metri di altezza scolpiti dalla forza del vento e del mare. Sono uno spettacolo davvero unico, soprattutto se avrete il coraggio di scavalcare il muretto ed inoltrarvi lungo il sentiero che dall’alto domina il panorama. Terminata la visita passiamo a Doolin per avere informazioni sulle isole Aran. Purtroppo scopriamo che le isole non si possono visitare in macchina e che comunque il primo traghetto non partirà prima delle 16. Non mi ci vedo in bicicletta o a piedi con questo tempaccio per visitarle, né tantomeno su uno di quei pullman turistici che ti organizzano anche quante volte puoi fermarti per andare in bagno. Preferiamo accantonare l’idea e ripartiamo alla volta di Galway, cittadina vivace e piena di ragazzi, dove ci fermiamo solo un attimo per sgranchirci un po’. Entriamo nel territorio del selvaggio Connemara, terra aspra di laghetti e montagne, fino ad arrivare, sotto un acquazzone che ricorda tanto una di quelle fredde serate invernali, a Clifden. Qui i b/b sono tutti pieni per via di una fiera di cavalli che si sta svolgendo nella contea, ma troviamo una stanzetta di 3 mqx3 nel b/b “The Ben View”, proprio di fronte alla chiesa del paese. La camera costa 35 euro, un vero furto se si considera che è davvero minuscola e con una strana pendenza del pavimento, specie in bagno. Ma non c’è posto da nessun’altra parte, così accettiamo. Ci riposiamo un’oretta, poi andiamo a cena a lume di candela nel ristorante E. J. King. L’ambiente è davvero accogliente, ospitale, l’ideale con un tempo da lupi come questo. Siamo bagnati fradici e infreddoliti, così ordiniamo qualcosa di caldo. Mangiamo due zuppe squisite, una di verdure, l’altra di pesce, il cremoso Irish Chowder, e due Irish Stew, il loro stufato di agnello cotto lentamente con verdure ed erbette aromatiche, il tutto annaffiato con dell’ottima birra. Ci voleva ragazzi! Quando usciamo dal locale ci aspettano altre secchiate d’acqua. Meno male che in camera hanno almeno acceso i riscaldamenti! Doccia calda e buona notte! Clifden Domenica 23 agosto 2009 Stamattina mi sono svegliata presto per via della pioggia. Realizzo di trovarmi in uno dei peggiori b/b che mi siamo mai capitati e quasi per reazione istintiva mi alzo per prepararmi a lasciare il prima possibile questa topaia. Scendiamo a far colazione in una sala da pranzo attufata di sopramobili e chincaglierie very kitch e rifiutata gentilmente l’ennesima proposta di mangiare una full irish breakfast paghiamo e ce ne andiamo. Viaggiamo per il Connemara con l’umore cupo, come la giornata. Sarà la pioggia che non ci ha dato davvero un attimo tregua, tanto da non avere una foto decente di questo posto così evocativamente irlandese, o sarà che Vale non si sente bene, probabilmente un po’ di febbre, fatto sta che questa domenica non si può registrare come una delle più memorabili, neanche per le cose viste o intraviste sotto il temporale. Arriviamo nella contea del Mayo e quindi Achill Island, talmente selvaggia e poco battuta dai turisti da avere indicazioni stradali solo in lingua gaelica. Questo tratto di costa è davvero impervio, unico presidio di gabbiani e pecore che convivono in questo difficile habitat da secoli. Torniamo sulla N 59 e attraversiamo diversi villaggi addormentati dove cercare un posto per riposare o per mettere qualcosa sotto i denti fino ad arrivare a Ballina. Al Dunness Store compro dei panini, mentre troviamo una camera libera per 35 euro nel b/b Quignalegan, la bella casa di campagna dei gentilissimi Johnn e Breege. Resteremo in camera a riguardarci per tutto il pomeriggio e la sera. Con la speranza che domani ci lasceremo alle spalle lo scarno Mayo il prima possibile. Ballina Lunedì 24 agosto 2009 Il riposo ci ha fatto bene. Oggi siamo più pimpanti che mai: sarà che c’è un bel sole che brilla carico di promesse fuori le nostre finestre. L’irish breakfast qui è davvero buona ed anche la famiglia è tanto carina. Un bel posticino davvero! Partiamo in direzione Sligo, con il rugoso altopiano di Ballybullen a far da cornice. Siamo nel Donegal, splendida contea dalle verdi vallate e dai boschi lussureggianti. Deviamo di tanto in tanto sulla costa: panorami, moli e villaggi splendidi a Mullaghmore, a Bundrana e più su, nella penisola di Inishowen, a Dunaff Head. A Cordonagh ci fermiamo al Bridge Street Cafè per un fish and chips e un hamburger caldi, poi ripartiamo per il punto più settentrionale di tutta l’isola, Malin Head. Percorriamo a piedi tutto il sentiero panoramico restando affascinati dalla spuma dirompente delle onde. E’ ormai tardo pomeriggio. Il tempo è stato clemente finora, ma nuvole cariche di pioggia si avvicinano minacciose. Troviamo una stanza libera a Moville, proprio vicino il confine con l’Irlanda del nord. Il b/b dà proprio sul mare e si chiama Admiral House. Chiedono 35 euro a persona, ma le camere sono enormi, così come i due bagni, in comune con gli altri ospiti in corridoio. Accettiamo: siamo stanchi dalla lunga camminata di oggi e desiderosi di toglierci un po’ di fango di dosso. Saltiamo la cena a piè pari … Buonanotte! Moville Martedì 25 agosto 2009 In questo b/b è tutto incredibilmente “big”! La camera, davvero, sembra quella di un castello, con tanto di caminetto, i bagni, anche se, purtroppo, in comune, e anche la colazione. Il piatto trabocca di cibo! Il sole splende nella sala da pranzo dove stanno già mangiando due ragazze di Rimini con le quali scambiamo qualche parola: loro resteranno fino al 30, beate! Una volta in macchina attraversiamo il confine con l’Irlanda del nord senza quasi accorgercene. Arrivati a Londonderry proseguiamo in direzione Coriane per poi proseguire sulla strada panoramica per il Giant’s Causeway. Passiamo per numerosi villaggi dalla romantica vista sul mare e dai magnifici campi da golf. Una lunga coda di macchine ci avvisa che siamo arrivati al “sentiero del gigante”. Paghiamo l’ingresso di 6 sterline e ci incamminiamo a piedi curiosi di osservare da vicino questa bizzarria della natura. Il panorama è lunare, ma forse c’è troppa gente per apprezzarlo a pieno. Comincia a piovere a dirotto. Fotografiamo “lo scarpone del gigante” e ce ne andiamo zuppi fino alle ossa. Ci fermiamo nel deliziosa porticciolo di Ballytoy poi, 11 km più a nord dallo Giant’s Causeway, c’è l’altra grande attrazione dell’Antrim Coast, il Carrick-a-rede o Rope Bridge, un ponte di funi teso su due speroni di roccia a circa 25 metri dal suolo. Viene usato dai pescatori durante la stagione di caccia dei salmoni i quali, per deporre le uova, scelgono proprio questo tratto di costa. Il biglietto costa 4 sterline e, a parte l’attesa per passare sul ponte, li vale davvero tutti, sia per la piacevole passeggiata di oltre 1 km che per le meravigliose foto che si possono scattare. Proseguiamo sulla strada panoramica finchè non arriviamo a Ballycastle dove, per via di una fiera, ci costringono a deviare per le stradine interne di campagna. A questo punto arriviamo a Belfast: traffico spaventoso e un dedalo di rotonde e strade a senso unico. Per pernottare scegliamo il Premier Inn City Centre in Alfred Street. Due notti, senza prima colazione, 118 sterline per due persone. La camera è molto comoda e funzionale e, dopo una doccia, usciamo per cenare. Belfast sembra una città sotto assedio. Sono le 19:45 e in giro non c’è un’anima. Negozi chiusi, marciapiedi vuoti, strade libere in maniera surreale. Troviamo un KFC miracolosamente aperto: stasera pollo fritto. Ma la città ci sembra ostile, non riusciamo a sentirci a nostro agio. Tornando in albergo scattiamo qualche foto ad alcuni murales in Hopewell Street, a testimoniare il periodo dei “Troubles”. Facciamo tutto di corsa però, c’è da aver paura. Gruppi di ragazzi dietro una siepe a drogarsi, adolescenti che per noia accendono fuochi sul ciglio della strada innescando una piccola rissa di quartiere con quelli più grandi … Insomma, non proprio un bell’ambiente … Chissà, magari domani mattina questa città ci farà un altro effetto … Belfast Mercoledì 26 agosto 2009 A Belfast i parcheggi sono un vero problema. Sono tutti a pagamento, dalle 8:00 alle 18:00. 1 sterlina quelli esterni, quando si trovano, 2 sterline quelli coperti, alcuni dei quali aperti anche la notte. Non si possono pagare più di 2 ore per volta, così Vale, per evitare qualsiasi tipo di problema, si sveglia presto stamattina per pagare dalle 8:00 alle 10:00. Usciamo proprio per quell’ora, abbastanza riposati, e sotto una pioggia incessante, facciamo un tour della città in macchina. E’ uno dei modi migliori per vedere Belfast. Non a caso, oltre ai soliti city sightseeing bus, si organizzano veri e propri tour anche in taxi. L’attrazione principale sono i murales, sparpagliati sui muri delle case di periferia, quelle tutte uguali di mattoni rossi, che rendono questa città identica ad altre tristi città dell’Inghilterra industriale. I murales sono una testimonianza importante del periodo dei “Troubles” e facendoci un certo occhio si possono riconoscere le varie differenze tra un dipinto di tipo lealista, e quindi inglese, da uno repubblicano. Alcuni sono davvero molto belli, realizzati con colori vivaci a commentare fatti tragici, ma con un certo ottimismo per il futuro. Altri sono impressionanti per la rabbia che esprimono, di stampo apertamente bellico, con soldati in passamontagna e fucile spianato verso lo spettatore. Ce ne sono parecchi tra Falls Road e Springfield Road, nella zona di Ballymurphy e ad Andoyne. Stanchi di questo su e giù per la città decidiamo di parcheggiare in centro, di fronte alla Grand Opera House, per una passeggiata a piedi. Il centro di Belfast è in netto contrasto con tutto quel che abbiamo visto sinora. E’ vivace, brulica di persone, è pieno di centri commerciali con negozi alla moda e caffè chic. Qui non sembra una città divisa in fazioni, ma piuttosto una città che sta cercando di uniformarsi alla normalità del resto d’Europa. Ci fermiamo da Starbuck’s per un caffè latte e una fetta di torta e fatto un po’ di shopping pranziamo con un panino leggero da Subway. Torniamo in albergo per riposare poi, all’ora di cena prenotiamo un tavolo nel ristorante del Premier Inn, dove mangiamo benissimo! Belfast Giovedì 27 agosto 2009 Ci svegliamo presto, prepariamo i bagagli e per le 9:45 ci incamminiamo per Dublino. Dobbiamo riportare la macchina alla Hertz dell’aeroporto intorno alle 13:00, ma preferiamo muoverci con largo anticipo per fare tutto con più calma. Scelta saggia, visto che tra incidenti ed interminabili lavori stradali il traffico è molto rallentato. La pioggia rende, se possibile, il viaggio ancora più triste e malinconico. Siamo davvero dispiaciutissimi che questi 10 giorni siano volati così in fretta. Si parla dei posti che abbiamo visto, quale ci è piaciuto di più, quale di meno, stilando mini classifiche, dove avremmo voluto fermarci per più tempo, magari pernottando almeno una notte, cosa ci sarebbe piaciuto evitare e cosa aggiungere. Le isole Aran sono il rammarico più grande, così come le due notti a Belfast, davvero troppe. Semmai dovessimo tornare in Irlanda non avremmo dubbi: stesso viaggio, ma con qualche ritocco. Arrivati all’aeroporto di Dublino facciamo il pieno alla macchina e cerchiamo con qualche difficoltà il deposito della Hertz per lasciarla. Solo qui ci rendiamo conto che ci hanno rubato la targa, sia anteriore che posteriore. Pazzesco! Deve essere accaduto stanotte a Belfast. Ieri pomeriggio sono sicura che c’erano … Ci fanno pagare 20 euro di ammenda, poi il solito tran tran di file, valigie da alleggerire, attese interminabili, pisolini torcicollo, applausi urticanti all’arrivo … Arrivederci magica Irlanda … Slam Leat!!!


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