Dublino in 3 giorni

Capodanno a dublino. UN ITINERARIO PER VISITARE IN TRE GIORNI LA CITTA’. Con un volo aereo prenotato pochi giorni prima, mio marito ed io siamo partiti da Malpensa alla volta dell’Irlanda, destinazione Dublino, per trascorrervi il Capodanno. 1° giorno – 29 dicembre Arrivati all’aeroporto di Dublino alle 11.30 a.m., con zaino e valigia ci...
Scritto da: FrancescaCosimi
dublino in 3 giorni
Viaggiatori: in coppia
Capodanno a dublino. UN ITINERARIO PER VISITARE IN TRE GIORNI LA CITTA’. Con un volo aereo prenotato pochi giorni prima, mio marito ed io siamo partiti da Malpensa alla volta dell’Irlanda, destinazione Dublino, per trascorrervi il Capodanno. 1° giorno – 29 dicembre Arrivati all’aeroporto di Dublino alle 11.30 a.m., con zaino e valigia ci siamo subito diretti verso il centro città, a bordo del comodo autobus n. 747. * Prima tappa la Christ Church Cathedral, la più antica Cattedrale dublinese, di fede anglicana, ubicata nel centro della città medievale. Qui, oltre all’architetture medievale (a partire dalla fine del 1100 d.C.), meritano di essere ammirate le bellissime pavimentazioni a piastrelle colorate e decorate con combinazioni di disegni geometrici, floreali e figure, tra le quali spicca in modo particolare, nei rosoni della navata centrale, la volpe con bastone e cappello, che è divenuta uno dei simboli della città. Notevole il campanile della Chiesa, che costituisce uno dei complessi campanari più grandi al mondo: il rintocco di mezzogiorno è seguito da una lunga e melodiosa scampanata che riesce a prevalere sul rumoroso e affollato traffico delle vie circostanti ! Per sapere di più sulla Christ Church si può visitare il sito www. Cccdub.ie. A chi interressa, nella città sono presenti e visitabili, oltre alle chiese anglicane, anche chiese cattoliche, forse di minore pregio artistico, ma che consentono di partecipare alle Messe festive, celebrate per lo più al mattino. * A fianco del complesso della Christ Church, si può visitare “Dublinia”, museo interattivo sulla città e la sua storia, curioso specialmente per ragazzi e bambini. Dublinia ha un proprio sito internet: www.dublinia.ie. * Da questa zona ricca di storia e cultura, incamminandoci su High Street e proseguendo su Thomas Street – lungo la quale si affacciano due Chiese cattoliche, di cui una retta da padri agostiniani – ci dirigiamo verso una delle maggiori attrattive che la capitale irlandese offre ai giovani: il Guinness Gate. Dopo circa un chilometro di cammino, un forte odore di orzo tostato ci accompagna fino alla fabbrica della Guinness, dove i visitatori, per lo più giovani e giovanissimi, possono accedere ad una sorta di museo multimediale (a mio parere, un po’ scenografico e con evidente scopo pubblicitario) sulla nascita ed il processo di lavorazione e produzione della birra Guinness, che viene prodotta a Dublino, dall’omonima famiglia, da più di due secoli (dal 1759 per la precisione). Normalmente all’ingresso c’è una coda di visitatori piuttosto lunga (almeno mezz’ora); il biglietto costa circa € 13,00 a testa, salvo sconti particolari (ad esempio, collegati all’acquisto del biglietto per l’autobus turistico che fa il giro della città). La cosa più interessante del Museo: la lavorazione degli ingredienti della birra, cioè orzo, acqua, luppolo e lievito, quest’ultimo prodotto appositamente nella fabbrica, di recente rinnovata dall’ultimo discendente della famiglia. La cosa più curiosa: i barili di legno costruiti ed intagliati a mano, come mostra un vecchio filmato, per la conservazione ed il trasporto della bevanda. La cosa più suggestiva: l’ampia terrazza a vetrate dell’ultimo piano, che offre una vista mozzafiato su tutta la città – splendida di sera – accompagnata da una buona (e gratuita) pinta di birra. Orario: fino alle 5.00 p.m. Anche il Guinness Gate ha un suo sito internet: www.guinness-storehouse.com. * Lasciato il museo, è l’ora di andare in albergo, che abbiamo prenotato nel quartiere periferico di Kylemore: ci dirigiamo perciò a piedi verso la più vicina fermata della LUAS, il tram cittadino che, ogni dieci minuti, collega il centro ai quartieri ovest della città (linea rossa). 2° giorno – 30 dicembre Al mattino, visitiamo la Saint Patrick’s Cathedral, principale chiesa anglicana di Dublino e – così pare – dell’intera Irlanda, sorta già a partire dal 1190 d.C. L’edificio, di pietra scura, in stile gotico, presenta al proprio interno archi a sesto acuto sovrastanti le navate laterali, che raccolgono – quasi come gallerie museali – una serie numerosa di monumenti tombali, cenotafi, statue di personaggi illustri, lapidi commemorative dei caduti in guerra, stendardi e bandiere ormai logore, reliquiari, addirittura un cuore (vero!). Da ricordare: il cenotafio di Jonathan Swift – autore dei “Viaggi di Gulliver” – il quale, ordinato prete anglicano nel 1694, fu decano della Cattedrale dal 1713 al 1745; poi, una Bibbia miniata appoggiata su di un antico leggio dorato a forma di aquila, alto più di un metro e mezzo; inoltre, il foro leggendario creato per celebrare la pace fra due signori, di Kildare e di Ormonde, e permettere loro di stringersi la mano (nessuno dei due si fidava dell’altro!). Infine, la statua di San Patrizio, patrono d’Irlanda (si festeggia il 17 marzo), al quale è dedicata la Cattedrale: il Santo, nato in Scozia e deportato in Irlanda, convertitosi al cristianesimo, visse ed operò, nel corso del V secolo, in Irlanda e nella città di Dublino, dove contribuì alla conversione di molti, battezzandoli nel fonte in pietra ora esposto all’ingresso della Cattedrale. Da vedere anche la cripta, con le sue ampie arcate in pietra: utilizzata dalla comunità dei fedeli anche per feste e ricevimenti, espone il tesoro della Cattedrale (in particolare, argenterie). Come non notare, infine, l’importanza che gli anglicani attribuiscono al canto ed alle corali, considerate tra l’altro un rilevante momento educativo e formativo di bambini e giovani, che ancor oggi durante le celebrazioni si collocano nell’apposito Coro del transetto centrale, dotato di scranni lavorati in legno e di un organo a canne. Sulla Saint Patrick’s Cathedral si può visitare il sito www.stpatrickscathedral.ie. * Terminata la visita, ci dirigiamo a piedi verso il centro più moderno della città, costeggiando il Castello medievale (visitabile), e ci inoltriamo nel quartiere di Temple Bar, cuore artistico di Dublino, famoso per i suoi centri culturali ed i suoi numerosissimi pub e ristoranti alla moda. Da non perdere l’Irish Film Studio, dove vengono proiettati ogni giorno film d’autore, anche di ultima uscita, in lingua originale, e dove si possono mangiare piatti tipici e ottimi dolci a prezzi contenuti; possibile anche acquistare DVD: non ci siamo lasciati sfuggire un documentario sulla storia dell’Irlanda, da vedere a casa. Oltre alle gallerie d’arte ed al Music Centre, curiosando per le viuzze – tutte pedonali – del quartiere, si trovano anche piccole mostre pittoriche e fotografiche sull’Irlanda, molto interessanti, soprattutto per chi non ha visitato le distese verdi e rurali dell’entroterra e la zona costiera. Gli amanti della musica possono, inoltre, sbizzarrirsi nei music-pub e nei tanti music- store, dove si trovano anche dischi in vinile e rarità, musica per tutti i gusti e, ovviamente, musica irlandese tradizionale e celtica – da ascoltare anche nei locali in cui si esibiscono dal vivo gruppi musicali più o meno conosciuti – nonchè musica moderna rock e folck, da Bob Geldof agli U2 a Sinead O’Connor, le cui foto campeggiano, tra le altre, sul Wall of Fame Dublin (accanto al Music Centre), tributo della città ai talenti musicali nazionali (vedi il sito www.walloffame.ie). Immancabile, infine, la non lontana area pedonale di Grafton Street: una via luccicante su cui si affacciano bei palazzi in stile e numerosi negozi alla moda che offrono il meglio per lo shopping; qui si possono acquistare anche i prodotti tipici irlandesi, tra cui i maglioni Ganseis delle isole Aran, il tweed, i cristalli Waterford e il whiskey. * Per mangiare a Temple Bar e dintorni c’è l’imbarazzo della scelta. Pub e ristoranti sono aperti da mattina a sera, magari con menù diversi dal pranzo alla cena; i prezzi sono piuttosto elevati, anche nei numerosi ristoranti italiani, dove si può gustare la pizza a partire da ben € 10,00! Comunque, consiglio la cucina tipica del luogo o uno dei molti locali “etnici” (spagnolo, libanese, indiano, thailandese, ecc.) diffusi nei quartieri del centro (da prenotare con largo anticipo). A proposito, about food: a Dublino, per chi ama la carne, non mancano beef e sausages, intinti in salse alla cipolla o alla maionese e accompagnati dalle immancabili patate, mentre gli amanti del pesce possono assaggiare i gustosi e tipici fishcakes, che non sono altro che polpette impanate con salmone! Per bere in compagnia, consiglio l’omonimo e noto locale “Temple Bar”, che è ovviamente molto turistico, ma vi si può ascoltare tutti i giorni musica irlandese dal vivo ed è, comunque, molto frequentato anche dai giovani della città! * Il quartiere di Temple Bar non è lontano dal fiume Liffey, che attraversa il centro cittadino. 3° giorno – 31 dicembre L’ultimo giorno prima della partenza è anche l’ultimo giorno dell’anno. Dedichiamo il mattino alla visita del Trinity College, la piu’ antica università dell’Irlanda, fondata nel 1592 da Elisabetta I e, per quasi tre secoli, simbolo della cultura inglese protestante: solo nel 1873, infatti, vi furono ammessi anche i cattolici. Tra i suoi allievi si ricordano Swift e Oscar Wilde. Peccato che nei giorni festivi o, comunque, di vacanza scolastica sia chiusa al pubblico e praticamente deserta! Perciò non abbiamo visto nulla se non l’esterno degli edifici piu’ antichi, i cortili pavimentati, i giardini, i campi da calcio e gli alloggi studenteschi: una vera e propria cittadella, sicuramente invidiata dalle università italiane… Segnaliamo comunque la galleria della Old Library, lunga 65 metri ed alta 15, per lungo tempo la piu’ grande d’Europa, ed il Book of Kells, importantissimo manoscritto miniato, realizzato da monaci irlandesi intorno all’800 d.C. Si legge che, per l’eccellenza tecnica della sua realizzazione e la sua grande bellezza, questo capolavoro dell’arte irlandese è considerato da molti studiosi una delle più importanti opere d’arte medioevali, e forse il libro più prezioso del mondo. Contiene la traduzione latina dei quattro Vangeli, accompagnati da note introduttive ed esplicative, il tutto corredato da numerose illustrazioni e miniature riccamente colorate. Attualmente è in mostra permanente alla biblioteca del Trinity College. Una curiosità: ogni giorno viene voltata pagina al prezioso libro per impedire che aria e luce lo deteriorino. * Non lontano dal Trinity si trova la National Gallery of Ireland, dove – tra le altre – sono esposte le opere di Yeats, artista e fumettista irlandese, nonché lo splendido “Arresto di Cristo” del Caravaggio e “Le spigolatrici” di Jules Breton. L’ingresso è gratuito. Il sito internet è www.nationalgallery.ie. * Come si trascorre la sera del 31 dicembre a Dublino? I dublinesi escono presto, intorno alle 8 p.m., vestiti elegantemente; molti si rifugiano nei locali del centro, dove mangiano, bevono e cantano. Le vie strette di Temple Bar sono affollatissime di giovani, molti dei quali stranieri ed anche italiani; i ristoranti sono pieni zeppi fino a notte inoltrata ed è meglio prenotarli in anticipo. La serata trascorre sicuramente in allegria ed in compagnia, però senza razzi o fuochi di artificio né spettacoli all’aperto. ******************************************************* Alla fine del mio itinerario di viaggio … l’incipit dei “Viaggi di Gulliver”. “L’autore presenta alcuni ragguagli su se medesimo, la sua famiglia, i primi incentivi a viaggiare. Fa naufragio, salvasi a nuoto, sbarca nel paese di Lilliput. Ivi fatto prigioniero viene condotto all’interno del paese. Mio padre possedeva un modesto fondo nella contea di Nottingham, e io sono il terzo di cinque figli. All’età di anni quattordici egli m’inviò al Collegio Emanuele di Cambridge, ove rimasi per tre anni, dedicandomi strettamente agli studi: ma essendo il costo della retta troppo oneroso per le nostre povere sostanze (sebbene vivessi piuttosto magramente), fui destinato quale apprendista presso il dottor Giacomo Bates, eminente chirurgo di Londra, col quale rimasi per anni quattro; e inviandomi talora mio padre piccole somme di danaro, le investii per apprendere l’arte di navigare e altre cognizioni matematiche, utili a chi voglia darsi ai viaggi: come sempre ritenni sarebbe stata un giorno la mia sorte. Lasciato il dottor Bates, me ne tornai alla casa paterna; ove, con l’aiuto di mio padre e di mio zio Giovanni e d’altri parenti, raccolsi la somma di quaranta sterline e una promessa di trenta sterline annue per mantenermi a Leida: ivi studiai la medicina per due anni e sette mesi, ben sapendo che ciò sarebbe stato utile nei lunghi viaggi.” —————————————————————————


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