Dublino in “carrozza…ina”

Un mesetto fa un amica mi ha proposto un week end a Dublino !!! Posso rifiutarmi ?! sicuramente no !! Sarebbe contro i miei principi etici e morali. Mentre sarebbe coerente con i miei principi economici, ma chi se ne frega!!! Si vive o non si vive una volta sola?! E nemmeno tanto meravigliosamente. Partenza da Orio alle 21:40 di giovedì sera e...
Scritto da: ROTEX
dublino in carrozza...ina
Viaggiatori: in coppia
Un mesetto fa un amica mi ha proposto un week end a Dublino !!! Posso rifiutarmi ?! sicuramente no !! Sarebbe contro i miei principi etici e morali. Mentre sarebbe coerente con i miei principi economici, ma chi se ne frega!!! Si vive o non si vive una volta sola?! E nemmeno tanto meravigliosamente. Partenza da Orio alle 21:40 di giovedì sera e rientro alle 21:15 di domenica. Costo del volo € 57,00 con raynair. L’andata è costata zero euro (solo tasse), in quanto la rayn stava facendo i saldi. La motivazione dei saldi (cosi titolava la pagina web della compagnia aerea): “SALDI IN QUANTO STIAMO FESTEGGIANDO LA CHIUSURA DELLE ALTRE COMPAGNIE AEREE”, Slogan stronzo…mi piace !!! Abbiamo prenotato presso l’Hotel Jackson Court (trovato su www.venere.com), nella descrizione segnalava che nelle immediate vicinanze vi era una discoteca. Non mi era mai capitato, nei diversi aerei presi, di vedere così tanti “rotellati” che prendessero lo stesso volo. Anche perché ogni volo, non trasporta più di quattro persone in carrozzina. Noi eravamo in tre, quindi quasi off limits. La signora, addetta all’assistenza del trasporto dei disabili dal terminale all’aeromobile, era in panico completo, nonostante tutti fossimo autonomi, probabilmente la “grande quantità” la responsabilizzava troppo, però “l’agitazione” della signora ha reso il trasporto più simpatico. Nel frattempo abbiamo fatto la conoscenza di un ragazzo di Piacenza (anche lui rotellato) e del suo amico. All’arrivo all’aeroporto di Dublino, per risparmiare, abbiamo deciso di prendere insieme un taxi per portarci agli alberghi. Abbiamo trovato immediatamente un taxi (pulmino) che fosse in grado di trasportare entrambe le carrozzine oltre a noi quattro e i bagagli. Il taxi era munito inoltre di un’apposita pedana per caricare le sedie a rotelle. Perfetto !! Noi eravamo alloggiati al Jackson Hotel, mentre i nostri amici al Jacobs Hotel. Abbiamo chiesto al taxista chi scendeva per primo e ci ha detto che la prima fermata era al Jacobs. Non ho idea per quale strano motivo (forse perché eravamo tutti totalmente rintronati), fatto sta che davanti al Jacobs siamo scesi io e la mia amica, mentre gli altri proseguivano verso il nostro hotel. Dopo qualche minuto di smarrimento, davanti all’insegna di un albergo che non assomigliava per nulla a quello visto su internet, anche i nostri nuovi amici capivano che non erano all’alloggiati al Jackson, così dopo che loro sono scesi e noi saliti sul taxi, siamo riusciti a giungere a destinazione. L’arrivo al Jackson Hotel è stato singolare, in quanto l’ingresso era occupato da una lunga fila di giovani che attendevano di entrare in discoteca. Il nostro albergo non aveva nelle immediate vicinanze una discoteca. Il nostro albergo era la discoteca !!! Abbiamo pertanto fatto il check-in alla reception, che era anche il guardaroba della discoteca, così tra una giacca e l’altra abbiamo avuto le chiavi della nostra camera. Intanto la cinesina che faceva da guardarobiera/receptionista ci indicava di uscire all’esterno per poi accedere all’ingresso che portava alle camere. All’esterno, facevamo le prime amicizie con i dublinesi in festa, che convinti che andassimo nel locale con i trolley, ci salutavano e ci trasmettevano la loro allegria prodotta dall’alcol. Dopo essere riusciti a trovare l’entrata (era nascosta dalla persone in coda), scopriamo che per accedere alla camera vi sono due rampe di scale. Per errore, chi ha preso la mia prenotazione, non ha letto che ero in carrozzina e pertanto ci è stata data una camera qualsiasi in una ala dell’albergo senza ascensore. I buttafuori del locale (gentilissimi) si scusano e mi sollevano, come Luigi XVI sul trono, al piano superiore. Alla fine, dopo lunga e penosa fatica, riusciamo ad entrare in questa benedetta camera, che in realtà è una piccola suite, arredata in perfetto stile vittoriano. Il bagno molto piccolo e poco accessibile per me, ma la pecca più grande sono i rumori che provengono dalla strada e dalla discoteca, sino alle 4 del mattino è come dormire nella pista da ballo del club. Io riuscirei a dormire anche nell’acqua, infatti dopo 30 secondi sono nel mondo dei sogni. Il mattino seguente, vengo riportato ai piani bassi, sempre sollevato come Luigi XVI. Riusciamo a vedere l’hotel in versione “alberghiera” e non in quella “discotecara” e lo troviamo molto carino. Una sala per le colazioni in perfetto stile irlandese, in cui ci viene servita un ottima Irish breakfast (composta da salsiccia, bacon di manzo, uova strapazzate oppure in camicia, legumi, marmellata, burro, pane tostato) che ci sazierà per gran parte della giornata. L’albergo è situato in una zona strategica a pochi passi dal centro, la camera che ci viene data, non è carina come la precedente, ma è totalmente accessibile. Siamo finalmente pronti per visitare Dublino…. ready to star…. Dalla sala delle colazioni, mentre ci si abbuffa di uova e bacon, guardavo le belle e colorate porte vittoriane, che poi ho ammirato meglio durante il passeggio nelle vie della zona vittoriana, dove vi è albergo. Edifici molto semplici grigi o bianchi, senza grondaie con finestre molto ampie, ma con porte coloratissime. Sono portoni rossi o blu o verdi, ma se ne vedono di ogni colore, gialli, rosa, viola. In poco tempo ci si accorge che la zona centrale di Dublino non è molto estesa, la si può girare tranquillamente a piedi e con calma, pertanto non è necessario utilizzare i mezzi, che comunque sono accessibili (sia autobus che i nuovissimi e modernissimi tram). Le strade non sono particolarmente trafficate, sembra tutto molto tranquillo, molto “scorrevole”. Come tutte le città anglosassoni vi sono molti parchi, in cui ci si può riposare o fare sport, ci si addentra per qualche ora o minuto e si perde subito la cognizione e i ritmi della città. I colori sono di un verde intenso, dovuto alle molte precipitazioni. Ogni volta che entro in questi parchi mi chiedo per quale motivo in Italia, non vi è l’abitudine di creare delle zone verdi all’interno delle nostre città. Dai parchi ci si trova subito nelle vie del centro, dove fanno da padrone le zone pedonali, in cui, come ovunque, vi sono negozi, centri commerciali, ristoranti e bar. Si può mangiare a qualsiasi ora e qualsiasi tipo di cucina. La zona sicuramente più carina e “caratteristica” è Temple bar, in cui vi sono decine di pubs, in cui si può bere ettolitri di ottima birra. Temple bar si trasforma, ovviamente durante la sera ed ancora di più durante i week end, i pubs si riempiono sino all’orlo di ragazze che festeggiano l’addio ai nubilati, vestite da barbie, da conigliette, con magliette e cartelloni che indicano che quella “è la loro serata”. Ragazzi che hanno il boccale di birra come parte integrante del loro braccio. Ma è straordinario vedere come, all’interno dei locali, vi sia una mescolanza tra giovani e meno giovani, tutti uniti dalla voglia di far festa, tutti sorridenti, tutti ubriachi. Ogni week end nei pubs s’incontrano e festeggiano come se fosse la festa più divertente dell’anno. Scopri molto presto che per gli irlandesi è sempre festa, è sempre capodanno. Dopo trenta secondi che sei all’interno di un locale non puoi che fare amicizia, non ha importanza che lingua parli, che età hai, da dove arrivi, devi solo festeggiare. Non importa se capisci quello che ti dicono, l’importante è sorridere, è ubriacarsi di birra o di divertimento. E’ proibito essere amorfi!!! Colpisce tutto questo entusiasmo l’umore sempre così alto durante i week ends, alla fine credo che possa diventare sforzato ed anche monotono. Ma l’allegria, la cortesia è la gentilezza degli irlandesi, non la trovi solamente alla sera nei pubs, ma anche durante il giorno quando chiedi un informazione, o quando ti sorridono per strada, o quando acquisti un souvenirs o una pagnotta di pane. In poco tempo ti senti in un paese amico, ospitale. Colpisce anche la resistenza al freddo che ha questa popolazione, dove (probabilmente abituati dalla pioggia e dal vento) escono semi nudi per le strade. Ragazze con abiti francobollo che gironzolano tranquillamente sotto la pioggia a temperature proibitive, come colpisce la loro “disponibilità” … Ma alla fine fa tutto parte della voglia di divertirsi e di giocare e cosa c’è di meglio che non prendersi troppo sul serio. Come a Parigi è obbligatorio andare a vedere la Torre Eiffel e a Londra si deve andare a vedere il Bing Bang, a Dublino è obbligatorio andare alla Guinness. La Guinness storehouse si trova leggermente in una zona periferica di Dublino, in cui viene prodotta la famosa birra. Il birrificio della Guinness è la “Disneyland” degli amanti della birra, si effettua un percorso su più piani in cui viene spiegata, con immagini, fotografie ed effetti vari la fabbricazione della birra più famosa d’Irlanda. Si parte dal malto e si arriva agli spot pubblicitari. Per finire con un piccolo assaggio della “scura”. Il tour l’ho trovato un po’ noioso, con immagini e percorsi scontati. Ma il “tour” forzato viene riccamente ricompensato all’ultimo piano (il settimo), dove vi è il Gravity Bar, le pareti sono vetrate in cui ammirare, sorseggiando a questo punto volentieri una Guinness, tutta Dublino. Uno spettacolo !!! Altro percorso piacevole è lo shopping center, vi sono ovviamente tutti i gadgets possibili della Guinness, nonostante non sia un amante del genere, ho fatto, da buon turista, i miei “obbligati” acquisti !! Gironzolando per Dublino ci siamo imbattuti in una manifestazione per i diritti dei nigeriani, sinceramente non ho capito molto bene le motivazioni, però è stato piacevole vedere persone di colore con i loro abiti tipici, solari e colorati, percorre le vie di una città cosi diversa da quella di origine dei manifestanti, sia per “colori” che per “solarità”. Mi ha fatto riflettere che nonostante le apparenti diversità tra irlandesi e i nigeriani, i primi così “bianchi” e i secondi così “neri”, i primi abituati alla pioggia e al freddo, i secondi abituati al sole e alla siccità, entrambi però sono una popolazione allegra e giocosa. E forse per questo che alla fine il tutto si mescola senza troppi problemi, anche se forse qualche problema vi è, visto che i nigeriani stavano manifestando… La permanenza a Dublino è stata fortunata dal punto di vista meteorologico, ma ovviamente un po’ di pioggia ce la siamo beccata, Per i dublinesi la pioggia sembra non dare alcun fastidio, passeggiano tranquillamente vestiti ed agghindanti da gran galà mentre cade una pioggia a catinelle, sembra che non si accorgano dell’acqua che scende dal cielo, capisco che è sarà la forza dell’abitudine, però l’acqua è bagnata anche in Irlanda. Mah?! Altro “obbligo” turistico è il Trinità College, una delle Università più importanti d’Europa, in cui vi una biblioteca straordinaria, uno di quei posti in cui vorresti perderti per giorni, appena entri viene sopraffatto dall’odore “di libro vecchio” e speri di annusare un po’ di sapere, invece esci ancora più gnocco di quando sei entrato…. E cosi si ritorna a in Italia…


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