Alberto e Chiara in Irlanda

Sabato 29 luglio Partiamo da Venezia con un volo AirLingus prenotato a fine aprile tramite internet: in tutto A/R 260 euro a testa, volo diretto Venezia-Dublino. Arriviamo in Irlanda perfettamente in orario e ci sono già le nostre valigie! Decidiamo di prendere un taxi per il centro città, dato che di notte gli autobus sono introvabili e il...
Scritto da: chiara.pavei
alberto e chiara in irlanda
Partenza il: 29/07/2006
Ritorno il: 09/08/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Sabato 29 luglio Partiamo da Venezia con un volo AirLingus prenotato a fine aprile tramite internet: in tutto A/R 260 euro a testa, volo diretto Venezia-Dublino. Arriviamo in Irlanda perfettamente in orario e ci sono già le nostre valigie! Decidiamo di prendere un taxi per il centro città, dato che di notte gli autobus sono introvabili e il sabato sera non è raccomandabile girare di notte. Il nostro taxista, John, è un tipo simpatico e subito mettiamo alla prova il nostro scolasticissimo inglese: se la cava decisamente meglio Alberto, io faccio solo confusione…la loro parlata è stretta e veloce ma se chiedi di parlare piano, ripetono volentieri. La padrona di casa è lì pronta ad aspettarci, ci sistemiamo in silenzio nella cameretta, è tutto molto “british”, moquette ovunque…ma è pulito, e questo ci basta; prenotiamo un Irish breakfast per colazione, andiamo a dormire. Domenica 30 luglio E vai, salsicce, bacon e uova aprono la nostra giornata! La sig.ra Kay Lee cucina mentre il marito, da noi soprannominato Mr. Drummond (ricordate Arnold?), ha il compito di maggiordomo cameriere. Mangiamo volentieri, e con la pancia piena sfidiamo un venticello fresco che ci fa subito mettere la giacca: decisamente il caldo afoso dell’Italia è molto lontano…la giornata è soleggiata, decidiamo di visitare solo i luoghi più significativi di Dublino: St. Patrick, Christ Church, Trinity College e Temple Bar. La sig.ra Kay del B&B ci suggerisce di visitare anche il parco, St. Stephen’s Green, e ci consiglia di non andare alla fabbrica della Guinness, è caro e poi non ti fanno entrare nella fabbrica vera e propria. Iniziamo con le chiese: Christ Church: ingresso 2,5 euro studenti, si visita anche la cripta, è anglicana, poiché è domenica dobbiamo aspettare che termini il rito. Non aspettatevi granchè dal punto di vista artistico, in Italy siamo abituati troppo bene! E’ comunque gradevole come architettura, forse di più l’esterno, ed è sicuramente più bella di St. Patrick. St. Patrick: ingresso 4 euro studenti, ovviamente, è la chiesa più importante, quella del patrono d’Irlanda, ma secondo noi l’abside è l’unica zona meritevole di questa chiesa. Ci sono anche il gatto e il topo mummificati!! I giardini che circondano la chiesa sono curatissimi, ma 4 euro ci sembrano esagerati. Dublin Castle: ci si arriva dalla Dame Street, in realtà da fuori si vede la cappella, di buona estetica, e un palazzone rosso disposto a U, sede del primo governo indipendente irlandese, per il resto, non vale la pena entrare. Può tornare utile invece rivolgersi all’ufficio informazioni che si trova un po’ più in giù, situato all’interno di una chiesa, dove si possono prendere una gran quantità di depliant e informazioni su tutta l’Irlanda. Trinity College: ingresso 7 euro studenti, qui sì vale la pena entrare, si può visitare, oltre all’interno del campus, la vecchia biblioteca che risale al 1712, strapiena di libri antichissimi, eravamo a bocca aperta! L’altra attrazione è il Book of Kells, una versione miniata dei quattro vangeli risalente al 9° secolo. Ci sono parecchi italiani, tra visita e foto abbiamo impiegato almeno due ore. St. Stephen’s Green: questo è il parco più antico di Dublino (1663), arriviamo sotto una leggera pioggerella e ci accorgiamo che è un luogo bellissimo, curato, enorme, ricco di piante, aiuole, laghetti e tantissimi bambini con i capelli rossi e le lentiggini. Approfittiamo per riposarci un po’ nell’erba verde, abbiamo anche la fortuna di assistere al concerto di una banda sotto il gazebo, molto divertente! Ritorniamo poi verso il centro, percorriamo la Grafton Street isola pedonale ricca di negozi, e arriviamo in O’ Connell Street, la via principale. Qui si trovano i magazzini “Carroll’s” dove si può acquistare ogni genere di souvenir che riguardi l’Irlanda o la Guinness. Temple Bar: originale questa via, non molto lunga ma dalla vita intensa, si incontra gente di ogni tipo e pub molto colorati. Decidiamo di bere qui la prima Guinness, proprio nel pub “Temple Bar”, dopo aver mangiato un panino da Burger king.

Lunedì 31 luglio Dopo la solita colazione strong, salutiamo la cara sig.ra Kay e ci dirigiamo alla Hertz per ritirare la macchina, a poche centinaia di metri da casa. Carichiamo i bagagli e via, verso il nord! Qualche difficoltà per il povero Alberto, che da subito si barcamena nel traffico di Dublino…per noi che veniamo da una piccola città come Belluno, dove trovi al massimo qualche semaforo, non è proprio una passeggiata! Io comunque sono il navigatore ufficiale, con lo stradale Irlandese alla mano non ci siamo mai persi, averlo è d’obbligo. Meta del giorno: Carrick-a-Rede Rope Bridge e le Giant’s Causeway. Ballycastle: facciamo tappa qui per mangiare un tramezzino e per cambiare gli euro in sterline, i luoghi che vogliamo visitare sono molto vicini. Paese molto carino. Carrick-a-Rede: è un ponte di corda sospeso a trenta metri sull’oceano, ci si arriva da Ballycastle e troviamo pioggia; paghiamo 2,5 sterline a testa e percorriamo il sentiero che porta al ponte,ci possono salire non più di 8 persone per volta. Ovviamente troviamo pioggia ma il paesaggio è forse più caratteristico, in riva all’oceano…ogni tanto il sole fa capolino. Giant’s Causeway: ci arriviamo alle 17, con il sole, paghiamo 5 sterline il parcheggio e percorriamo la strada che arriva fino al mare dove ci sono migliaia di pilastri di basalto che hanno assunto, durante la solidificazione, forma esagonale. Sembrano frutto della fantasia, facciamo un sacco di foto…anche qui merita. Nel nostro itinerario iniziale avevamo escluso il nord, ma un amico ci ha vivamente consigliato di vedere questi due posti e noi ne siamo rimasti soddisfatti. In serata arriviamo a Letterkenny, Contea di Donegal, al nostro B&B: troviamo una casa molto bella, con la possibilità di farci the e caffé in camera…approfittiamo, e poiché siamo sfiniti, mangiamo qualche biscotto, caffé solubile e sprofondiamo a dormire. Martedì 01 agosto Questa volta l’Irish breakfast ci distrugge: addirittura due uova!! Non riusciamo a finirlo, per cui decidiamo che non lo mangeremo più per colazione, è troppo pesante! Per il resto, ci si può riempire con latte e cereali, toast burro e marmellata, succo d’arancia…Partiamo, salutiamo Mr. Bean (non si capiva proprio niente di quel che diceva) ci dirigiamo verso sud alla volta di Sligo direzione Galway: stavolta tocca a me guidare, così Alberto può ammirare il paesaggio del Donegal e poi della Contea di Galway: muretti a secco, pecore e mucche ovunque! Decidiamo di arrivare prima nel B&B, per lasciare i bagagli e riposarci un po’ e arriviamo a Kinvarra, a mezz’ora da Galway; il nostro B&B è bellissimo, l’arredo in legno, la sala per la colazione ad accesso libero per il the o caffè. Ci accoglie il sig. Conneely, persona molto cordiale, e subito gli chiediamo come ci conviene fare per raggiungere Clonmacnoise: lui ci suggerisce di prendere le strade secondarie, e ci consiglia di cenare a Portumna, senza allungare troppo la strada. Clonmacnoise: è un sito monastico fondato nel 700-800 d.C., dove si trova perfettamente conservata la croce delle scritture, una croce celtica di tre metri interamente scolpita; ci sono le rovine del monastero, il cimitero, molte tombe antiche, è sicuramente un luogo suggestivo. A fianco scorre placido lo Shannon River, il paesaggio è da fotografia. Portumna: paese caratteristico, ci sarebbe il parco da visitare ma era troppo tardi quando siamo arrivati. Abbiamo mangiato in un “ristorante” del posto (O’Meara’s) restando però un po’ delusi, le verdure erano appena scongelate! Mercoledì 02 agosto Oggi facciamo la “continental breakfast” che ci soddisfa comunque, e troviamo anche la frutta fresca…very good! Meta della giornata: Connemara!! Kylemore Abbey: prendiamo la strada per Galway e poi per il Connemara, verso ovest: il paesaggio ci appare già nelle sue caratteristiche principali, pecore e laghetti. Arriviamo, su strade deserte, alla Kylemore Abbey, un’abbazia sorta a ridosso di un lago, dimora delle suore benedettine e di un collegio prestigioso, un tempo casa padronale di un ricco inglese. E’ una attrazione turistica, affollata, ma non perde il suo fascino. Per entrare 8 euro, visita all’interno del castello, alla chiesa e ai Victorian Gardens, giardini vittoriani splendidi, curati da uno stuolo di giardinieri…con il sole, a dir poco meravigliosi! Vale sicuramente la pena visitare questo posto, noi abbiamo poi continuato la strada verso Clifden, una cittadina sulla punta del Connemara, dove ci siamo fermati per benzina e una bella passeggiata: le vie del centro, con i negozi e le insegne colorati sono troppo attraenti, e Alberto riesce a trovare la tanto cercata felpa dei giocatori di rugby irlandesi…le vendono comunque dappertutto ma occhio ai prezzi, da alcune parti ti pelano! Alla disperata ricerca di rullini per diapositive, ci sparano 10,99 euro per un rullino…ci mangiamo le mani per non averli comprati tutti a casa e rinunciamo ad acquistarli. Da Clifden, nel pomeriggio, prendiamo la famosa “Sky Road”, che è ben segnalata, e subito ci accorgiamo che il nome è tutto un programma: ti sembra veramente di toccare il cielo, non vedi la fine della strada! Vediamo dall’alto la costa frastagliata, l’oceano, i prati, le scogliere e ci fermiamo ogni 200 m per fare delle foto indimenticabili…bisogna solo stare attenti agli altri mezzi che incontri…La strada poi si ricollega a Clifden, e essendo già tardo pomeriggio, ci avviamo verso Galway, approfittando del sole teniamo la strada costiera. Ballycònnelly: qui abbiamo trovato la nostra prima spiaggetta…vento fortissimo e acqua gelata ma un sacco di conchiglie minuscole colorate e anche coralli, sembrano i paesaggi di un dipinto, non c’è nessuno, solo ogni tanto qualche B&B. Roundstone: segnalato da alcuni TPC, ci siamo fermati per sosta-riempi-stomaco, la prima volta che ceniamo in un pub! Questo è un paesino di mare, ci arriviamo al tramonto ed è abbastanza affollato; troviamo alla fine il nostro pub, decidiamo di mangiare una zuppa (che per loro è antipasto!!) e un piatto di secondo: la zuppa di pesce, “Seafood Chowder” servita con il pane scuro e il burro, è buonissima e ricca di salmone, si trova in tutti i pub insieme alla zuppa del giorno. Il secondo ci riempie tantissimo, per la prossima volta è meglio ordinare meno roba! Facciamo ritorno a Kinvarra stanchi morti, questa sarà comunque la giornata in assoluto più bella di tutta la vacanza! Ho anche rischiato di investire una pecora…era in mezzo alla strada! Giovedì 03 agosto Super colazione, partenza da Kinvarra, dove la sig.ra Sheila ci prenota cortesemente il traghetto per le isole Aran, dice che di solito è sempre pieno e ci dà consigli sulla strada da fare e sugli orari del traghetto. La salutiamo a malincuore, da loro ci siamo trovati benissimo… Prendiamo la costiera verso Doolin, un piccolo porticciolo da cui si traghetta per le Aran: noi scegliamo di visitare solo la più piccola delle isole, che è anche la più vicina, poiché abbiamo altre mete in programma per la giornata. Le Aran non sono economiche, noi abbiamo speso 30 euro a testa! Inishere: partiamo alle 11 e 30 con la “Queen of Aran”, una carretta del mare che in “soli” 50 minuti fa circa 3 Km! Il viaggio non è dei più comodi, probabilmente abbiamo trovato il mezzo più sfigato fra tutti…siamo costretti a stare in piedi se non vogliamo frastornarci dal rumore nella cambusa buia adibita a sedute. Arriviamo all’attracco e ci accorgiamo subito che i traghetti che venivano da Galway erano molto più belli e turistici…boh! La scelta era: girare a piedi, noleggiare la bici, gita in calesse; noi abbiamo scelto la bici, 10 euro a testa, e cominciamo a pedalare: ci sono molti sali-scendi e la semplicità dell’isola ci appare subito, muretti a secco, ogni tanto un cavallo o una mucca, e tanto silenzio. Nel giro di due-tre ore la si visita piuttosto bene, noi abbiamo pranzato al sacco vicino al rudere di un’antica chiesa e poi siamo ripartiti alle 15. Cliffs of Moher: le scogliere più alte dell’Irlanda si vedono benissimo dal mare e le fotografiamo dal traghetto. Da Doolin, arrivare al parcheggio delle Cliffs è questione di 10 minuti; anche qui nessun biglietto ma all’uscita del parcheggio devi pagare 5 euro. Dopo una breve passeggiata sulla collina vicina, si arriva al percorso per vedere dall’alto le scogliere: noi abbiamo camminato per due ore lungo la costa ma se si vuole raggiungere il vecchio castello bisogna spendere più tempo. Dall’alto abbiamo fatto un sacco di foto: purtroppo non si può più sporgersi dalle pietre piatte per guardare di sotto, è troppo pericoloso per cui ci sono le transenne nei punti a rischio. E’ preferibile usare scarpe chiuse, da ginnastica, (abbiamo la sensazione che molti turisti non siano troppo consapevoli del pericolo, e dell’abbigliamento che sarebbe giusto avere in questi posti, quindi meglio qualche precauzione in più). Ennis: alle 18 e 30 ci dirigiamo verso Ennis, il paese dove ci aspetta il nuovo B&B, in circa mezz’ora siamo lì. Non ci saremmo mai aspettati un posto del genere: bellissima casa, con recinto dei cavalli attorno e dietro…giardini, prato con pecore e laghetto con rudere!! Ci sentiamo un po’ giapponesi ma non possiamo fare a meno di fotografare tutto, dalle pecore brucanti alle aiuole della signora! La padrona di casa si scusa ma le è rimasta solo la camera più piccola per cui ci fa un prezzo più basso…figuriamoci, era bellissima come tutto il resto, arredo in legno e una super-doccia! Le chiediamo dove poter mangiare senza spendere troppo e ci consiglia il pub di un albergo molto bello, dice che è conveniente…quando arriviamo lì pensiamo che forse abbiamo due diversi concetti di convenienza, è un posto talmente chic! Siamo comunque troppo stanchi per cercare un altro posto per cui ordiniamo Fish & Chips per Alberto e Seafood Chowder per me. Soddisfatti della cena, torniamo nella reggia per dormire… si rivela impresa ardua per Chiara che come souvenir delle Aran si porta a casa un’ustione sul viso e sulle mani…che durerà per giorni! Venerdì 04 agosto Perdiamo un po’ di tempo la mattina per passare in farmacia ad acquistare delle creme per la scottatura e per trovare gli introvabili rullini per diapositive: alla fine cediamo al prezzo dell’unico rivenditore: 8,30 euro a rullino (contro i 5 euro italiani!!). Il vantaggio è che giriamo per le stradine del centro di Ennis, paese molto carino e variopinto. Ci dirigiamo verso sud, a Bunratty Castle, che si trova a venti minuti da Ennis. Bunratty Castle e Folk Park: questo posto merita una visita, impegna una buona mattinata, ingresso 8 euro studenti comprensivo di castello e Folk Park. Si inizia con la visita al castello: si tratta di un edificio in buona parte ricostruito (prima era un rudere) e arredato con mobili e oggetti del XV° secolo, con gli ambienti riprodotti in tutti i particolari, veramente interessante. Fuori c’è invece la ricostruzione di un paese popolare dell’800, con le capanne dei pescatori e il vero villaggio con i negozi di una volta, i figuranti, la casa padronale, i vecchi mulini e parecchi animali…un posto per grandi e piccoli! Usciamo alle 14 e 30 e decidiamo di non andare a Loop Head, sulla punta della penisola, per mancanza di tempo: l’itinerario originale sarebbe stato: Bunratty Castle – Loop Head – ritorno a Killimer con traghetto per Tarbert e proseguimento verso Killarney. Proseguiamo invece per Limerick, troviamo molto traffico, e da qui con la N21 e la N22 alle 17 arriviamo a Killarney, dove c’è il B&B “Serenic view”. Dal nome sembrerebbe vicino a un lago o un prato e invece…di fronte ha un cimitero!! Qui ci riposiamo un po’ e notiamo che il posto ci inquieta un po’ non tanto per il cimitero, ma per le pareti di casa tappezzate di attestati, diplomi e corsi fatti dai figli…ci è sembrato un po’ esagerato, e anche quel vellutino rosa sulla testiera del letto! La signora è comunque gentile, alle 19 decidiamo che è ora di mangiare e andiamo da Burger King, dove riesco a mangiare la prima insalata della vacanza! Peccato che loro non condiscano con sale olio e aceto come i comuni mortali ma usino delle salsine a dir poco disgustose (sugo ai peperoni rossi sull’insalata!?). Approfittiamo di un outlet che vende maglioni e altri derivati di pecora delle isole Aran, tutto certificato e con prezzi abbastanza convenienti…io praticamente mi sono comprata una “pecora” per l’inverno! Nel dopocena cerchiamo un pub dove suonino e ne troviamo uno grande e affollato in cui un gruppetto dava prova di abilità sonore…uno spettacolo! La cosa bella dei pub è che non paghi la musica, basta bere…e battere le mani! Sabato 05 agosto Oggi è in programma la penisola di Dingle: partiamo in direzione Tralee, superiamo il caratteristico mulino a pale bianche e arriviamo a Camp, dove secondo la guida (De Agostini) parte la strada di montagna verso Inch, sulla costa meridionale della penisola. Non so se la strada fosse quella giusta, di sicuro non abbiamo incontrato nessuno e ci siamo ritrovati in un posto un po’ sperduto in mezzo alla nebbia…scendiamo piano verso la costa ma a causa della nebbia non riusciamo a vedere il panorama promesso dalla guida: ci accorgiamo però di essere in un posto che con il sole merita sicuramente. Da Inch proseguiamo per Anascaul e facciamo qualche foto al mare. Arriviamo poi a Dingle. Dingle: passeggiata intorno al porto e nella cittadina, caratteristica come tutte quelle della costa; facciamo anche un po’ di spesa al supermarket, a pranzo ci bastano dei panini morbidi, un po’ di affettato e delle banane, decidiamo comunque di mangiare più tardi. Arriviamo in macchina verso la punta della penisola e ci fermiamo alle Bee Hive Huts, un punto panoramico sulle scogliere dove pranziamo al sacco. Da qui si vedono le Basket Islands immerse nella nebbia…sembra di essere in un film dei vichinghi! Andiamo avanti lungo la costa e ci fermiamo a Dunquin, una piccola baia dove assaggiamo un po’ di mare; c’è anche che fa il bagno, ma ci sarebbe divieto, per via delle onde e delle maree. Noi entriamo solo fino al ginocchio, tenendo la giacca a causa del vento. Torniamo indietro, ripassiamo per Dingle e percorriamo con difficoltà il Condor Pass, un passo di montagna dove rimaniamo incastrati con altre macchine nella nebbia…niente panico, si risolve nel giro di mezz’ora (grazie anche all’abilità di Alberto). Scesi di nuovo lungo la costa, la serata si schiarisce e diventa uno splendido sole al tramonto sul mare..approfittiamo per andare alle Magharee’s, spiagge sulla punta di una penisola tra la Brandon Bay e la Tralee Bay, seguendo i consigli della guida DeA. Parcheggiamo e arriviamo in spiaggia, la prima che si possa definire tale, frequentata dagli appassionati di sky-surf…è uno sport che va a braccetto con il vento che impazza!! Ci sarebbe stata bene una passeggiata a cavallo lungo la spiaggia ma…tempo tiranno, dobbiamo tornare a casa! Rientriamo a Killarney e ceniamo in una tavola calda che fa delle porzioni di patate fritte esagerate (in questa vacanza abbiamo fatto la cura delle chips!!). Cerchiamo poi un pub con musica Irish, in genere è un tipo di musica country e tutti i musicisti che abbiamo incontrato erano molto bravi. Domenica 06 agosto Oggi è in programma il “Ring of Kerry” , un itinerario tipico di questa zona, contea di Kerry ovviamente. Noi l’abbiamo fatto in senso antiorario, come è consigliato dalle guide. Ring of Kerry: la pioggia ci sveglia: pazienza, in fondo siamo stati piuttosto fortunati fin’ora; il tragitto in macchina è piuttosto lungo e decide di guidare Alberto. Andiamo a vedere il panorama sul Caragh Lake e immaginiamo che con il sole sia tutta un’altra cosa…proseguiamo, c’è anche un tratto lungo la costa, a Cahersiveen ci fermiamo per fare un po’ di spesa: fortuna che qui i market sono aperti anche di domenica! Dopo Waterville, ci fermiamo sul Coomakesta Pass a pranzare con i panini e incappiamo nelle solite corriere di turisti…italiani! Da qui si vede il panorama sulla costa ma sembra più un paesaggio spettrale, stile arrembaggio delle navi vichinghe, con la nebbia che si alzava sempre di più! Continuando l’anello, nei pressi di Westcove, troviamo indicazioni per raggiungere il fortino di Staigue Stone Fort: un fuori programma che ci è piaciuto, per l’originalità della costruzione e per il luogo, molto isolato, ma comunque frequentato da qualche turista. Andiamo avanti, ormai alla fine dell’anello, arriviamo a Kenmare, dove prendiamo la N71 direzione Bantry e a livello di Ballylickey svoltiamo verso Kealkill, dove troviamo il B&B che avevamo prenotato. Dal nome “Graceland” non avevamo capito di cosa si trattava…praticamente un mausoleo di Elvis Presley!! La sua statuetta ci dà infatti il benvenuto sulla porta, insieme ad un gruppo di nanetti, pecore, maialini…tutti di gesso!!! Dove siamo capitati? Dobbiamo però subito ricrederci, perché la signora che ci accoglie è gentilissima e ci offre il the con i pasticcini…un sogno, dopo una giornata così grigia (intanto spunta il sole), inoltre anche il marito è simpatico e subito si mette a chiacchierare con Alberto di sport. La signora ci consiglia, visto che abbiamo un po’ di tempo, di andare a visitare Gougane Barra Lake, a 15 Km da lì, un posto molto bello e romantico. Seguiamo il consiglio, rimaniamo affascinati dal posto: al tramonto, una chiesa con i giardini e il boschetto intorno, in mezzo al lago…effettivamente, un posto da romanticoni. Trascorriamo la sera passeggiando sul lungomare di Bantry, poi in un pub dove assaggio il famoso crostino di salmone; decidiamo poi di spingerci lungo la penisola di Bantry, seguendo in macchina la Sheep’s Head Way, una stradina che costeggia il mare, dove non troviamo anima viva, facciamo alcune foto degli ultimi sprazzi di luce e poi torniamo indietro verso casa. Lunedì 07 agosto La colazione ci stupisce: finalmente della vera frutta! Addirittura decorata nelle coppette! Che meraviglia, ci mancherà questo B&B… Clonakilty: ci arriviamo proseguendo per la N71…anzi no, facciamo qualche deviazione per le stradine di campagna, si sa, è cambiato il navigatore di bordo…insomma, allunghiamo un po’ la strada e infine arriviamo a Clonakilty, molto carino, con una cattedrale immensa per le dimensione del paese! Compriamo i pochi viveri della giornata e le ultime cartoline, passeggiamo per le vie del paese e visitiamo la chiesa, poi riprendiamo la macchina e arriviamo con la litoranea a Kinsale, una cittadina di mare affollatissima, rimaniamo un po’ infognati nel traffico. Lungo il tragitto seguiamo sempre strade “alternative” e scoviamo molti paesini, alcuni solo di alcune case, sarebbe da fermarsi per visitarli tutti ma non c’è abbastanza tempo a disposizione. Blarney Castle: arriviamo a Ballincollig dove c’è il B&B, lasciamo le valigie e andiamo di corsa al Castello di Blarney, che è a due passi: qui visitiamo la rocca, il castello (quel che resta…) e ci mettiamo in fila per baciare la famosa pietra dell’eloquenza, proprio roba da turisti! Attorno c’è il parco grande e curato, dove ci svaghiamo un po’, poi andiamo in macchina verso Cork. Cobh: è il porto-cantiere di Cork, ci abbiamo messo un po’ per arrivare, non è molto segnalato da Cork: forse ci aspettavamo qualcosa di più, è un paese molto piccolo, sul mare, ma non ha spiagge e davanti si trovano i cantieri navali; in compenso ha una cattedrale magnifica, con volta di legno a botte, che vale la pena visitare. Cork: purtroppo siamo arrivati nel momento peggiore: chiusura dei negozi! Abbiamo fatto una lunga passeggiata, ma di Cork, c’era poca roba visitabile; così ci siamo rifugiati da Burger King e abbiamo mangiato di gusto i nostri panini (sempre ricchi di cipolla rossa…) e siamo poi rientrati a casa. Martedì 08 agosto Buona colazione: un cesto pieno di frutta, cereali a volontà…e la compagnia di due fidanzati italiani che al contrario di noi erano al secondo giorno di vacanza. Oggi la meta finale è Kilkenny. Caher: lungo il percorso ci fermiamo in questo sito turistico, dove c’è la rocca di un vecchio castello: abbastanza interessante, bella la ricostruzione in miniatura dell’assalto alla rocca. Cashel: qui il sito medievale è molto grande, la Rock of Cashel è piuttosto famosa, un’enorme cattedrale scoperchiata e l’immancabile cimitero celtico sovrastano la cittadina. Arriviamo tramite strade alternative all’ultimo B&B, vicino a Thomastown (10 Km da Kilkenny, in aperta campagna) e la sig. Elizabeth ci accoglie con the, scones caldi e la mitica home-made strawberry jam…noi come d’abitudine, non ci tiriamo indietro! Scarichiamo tutto dalla macchina, per preparare i bagagli per la partenza, e ripartiamo vuoti per Kilkenny: i negozi chiudono alle 18 per cui bisogna velocizzarsi. Kilkenny: giriamo volentieri, ammiriamo il prato immenso del Kilkenny Castle, purtroppo è tardi per entrare ma dicono che merita, facciamo gli ultimi acquisti nei vari negozi di souvenir e nel supermarket Dunnes (sono aperti anche di notte in molte città). Ceniamo in un tipico pub, Bollard’s, che consigliamo caldamente, e mangiamo l’Irish Stew, lo stufato affogato nella Guinness…che bontà, ci scalda il cuore! Per concludere in bellezza, c’è il gruppetto di suonatori che ravviva la serata con le loro musiche, a tratti vivaci, a volte malinconiche. Soddisfatti della serata torniamo al B&B che, dimenticavo, è bellissimo e nuovo. Mercoledì 09 agosto L’ultima colazione doveva essere Irish: per me uova strapazzate sul toast, per Albe piatto di salsicce, uova e bacon…più tutto il resto. La signora è molto premurosa con noi, ci dà consigli sulla strada e sul traffico, ci fa promettere di tornare…partiamo a malincuore ma non troviamo il traffico previsto: arriviamo a Dublino in tempo per fare l’ultimo acquisto e arriviamo in aeroporto alle 13 esatte per riconsegnare la macchina alla Hertz. Mentre aspettiamo il check-in, Alberto non resiste e compra l’ultima maglietta della nazionale di rugby…arriva l’aereo e in due ore siamo a Venezia. Ma dov’è finito il cielo d’Irlanda? E la musica? E i bambini con i capelli rossi, le onde che si infrangono sulle scogliere, il verde smeraldo dei prati? Eh sì, l’Irlanda è proprio come la si racconta, ma per capire ciò che si prova bisogna dedicarle un po’ di tempo, almeno una volta, nella vita. A presto, terra di smeraldo. Chiara e Alberto



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