Irlanda for family

Ero titubante: il primo acquisto on-line con carta di credito, la tipologia di vacanza (spostamenti quotidiani, B&B e la necessità di mangiare sempre fuori) per una famiglia con due figli non piccolissimi ma nemmeno grandi (Chiara 10 anni e Emanuele 12), il clima, la pronuncia inglese, non ultimo i costi. Tutto è nato per caso: un offerta molto...
Scritto da: Luca Pinzi
irlanda for family
Partenza il: 28/06/2002
Ritorno il: 08/07/2002
Viaggiatori: fino a 6
Ero titubante: il primo acquisto on-line con carta di credito, la tipologia di vacanza (spostamenti quotidiani, B&B e la necessità di mangiare sempre fuori) per una famiglia con due figli non piccolissimi ma nemmeno grandi (Chiara 10 anni e Emanuele 12), il clima, la pronuncia inglese, non ultimo i costi. Tutto è nato per caso: un offerta molto vantaggiosa trovata per un volo KLM da Torino a Dublino a 189 euro più le tasse. Internet è una miniera di informazioni favolosa per progettare il proprio viaggio irlandese, anche grazie ai tanti resoconti messi on line da chi ha già avuto la fortuna di visitare questa terra meravigliosa. Ho prenotato una macchina (la compagnia più economica che ho trovato è stata la Budget, con la possibilità di ritirare l’auto direttamente all’aeroporto, tra l’altro non ho pagato la quota ulteriore per ridurre la franchigia relativa al furto e ai danni e al rientro nessuno ha cercato di “approfittarne”come a volte capita) e le prime due notti in un B&B poco fuori Dublino (a Malahide, dieci minuti dall’aeroporto, bella la spiaggia con una lunghissima pista pedonale). Tutto il resto lo abbiamo fatto direttamente in loco ed è proprio il caso di dire “turista fai da te…sisisisisisi”, con la grande soddisfazione di aver incontrato diversi altri italiani che hanno speso molto di più con i classici pacchetti fly and drive scontatissimi, voucher per B&B con sistemazioni a 60 km da Dublino e altre amenità. L’Irlanda, e gli irlandesi, sono assolutamente ospitali e ben organizzati perciò….andate per conto vostro e spenderete molto meno (vedendo molto di più) del più vantaggioso dei pacchetti. In particolare mi ha colpito l’attenzione per le famiglie: tutto in Irlanda è a misura di famiglia. I B&B innanzitutto: quasi tutti hanno almeno una “family room” (e che belle!!!), con bagno privato , dove possono dormire quattro persone con sconti molto consistenti per i figli, indipendentemente dall’età. Chi non aveva family room disponibili ci ha comunque offerte due doppie applicando ugualmente lo sconto per i bambini. Per dare un’idea la notte più cara è stata a Malahide, vicino a Dublino (94 euro per quattro persone) e quella meno cara a Dingle (60 euro!). Se penso che in Italia ci partono quasi 50 euro per una piazzola in campeggio…. Poi ci sono i “family-ticket” ovunque: treni (Malahide-Dublino andata e ritorno 10 euro in quattro), castelli (Kilkenny 10 euro, la Rock of Cashel 10 euro, il Gallarus Oratory 5 euro), musei…; poi ci sono i “children’s menu” in ogni pub o ristorante dove con 4-5 euro puoi accontentare la truppa a suon di patate, hamburger, salsiccia, crocchette con consistenze ben diverse da quelle dei soliti Mc Donald. Prima di lamentarsi che l’Italia è il paese con la più bassa natalità d’Europa forse bisognerebbe guardare a questi esempi…se questa cultura è così diffusa nel settore del turismo e dello svago posso immaginare quale attenzione ci sia in Irlanda anche in campo educativo, sociale, scolastico… Se leggi le guide tradizionali ti dicono: nei mesi di giugno-luglio-agosto occorre prenotare le sistemazioni perché rischi di non trovare da dormire. Eccetto Dublino ciò è assolutamente falso: noi, pur con l’esigenza di avere a disposizione una “family-room”, abbiamo sempre trovato facilmente, sia arrivando nel primo che nel tardo pomeriggio, anche nelle località più famose. Ed è bello e divertente scegliere da fuori con i bambini il B&B più caratteristico, più curato oppure semplicemente quello con i muri con il tuo colore preferito… Un’altra paura era legata al cibo: chi ha figli sa che (nove su dieci) sfamarli è sempre difficile perché mangiano quattro cose e sempre le stesse…e poi io e Bruna ci ricordavamo della Scozia (beh sono passati più di dieci anni…) dove a volte è stato proprio difficile trovare qualcosa di commestibile, specie a nord. In Irlanda invece, anche nel borgo più sperduto del Donegal troverai sempre almeno un piccolo supermercato, magari presso il distributore di benzina, con tutto il necessario, compresa frutta e verdura, dove ti chiedi “ma chi cavolo viene qui a fare la spesa…”. E la sera nei pub: uno più bello dell’altro, uno attaccato all’altro, uno più colorato dell’altro. L’importante è mangiare entro le 20.30-21 (non sperate di poter mangiare più tardi!!!) perché fino a quell’ora sono organizzati come i nostri ristoranti o trattorie (a parte i prezzi) e dopo si “trasformano” nelle classiche birrerie, con la Guinnes che scorre a fiumi e la gente che canta. Un timore che invece si è avverato è stato quello legato al clima: quanta pioggia cade dai cieli d’Irlanda!!! Noi siamo stati particolarmente fortunati perché ci è stato detto che questa del 2002 è l’estate peggiore dal 1985 ….e anche il termometro non ha scherzato: portare i costumi da bagno è stata certamente una sfida, ma immaginare di trovare il riscaldamento acceso ai primi di luglio e mettersi a letto sotto una trapunta dopo aver sorseggiato l’ultimo tè bollente della giornata…insomma la prossima volta telefoneremo prima per sapere se c’è il sole!!! Infine il nostro itinerario, con una premessa: noi abbiamo privilegiato un viaggio dedicato più agli aspetti naturalistici e paesaggistici che a quelli storico-culturali e quindi le condizioni atmosferiche ci hanno particolarmente condizionato. Prima tappa d’obbligo Dublino: se non dormite in città e magari siete alle prime armi con la guida a destra è più comodo utilizzare la “metropolitana leggera” chiamata “Dart” che collega la capitale, anche perché i parcheggi sono piuttosto cari (in centro 1,90 euro all’ora…). Non dimenticate che il National Museum (interessante, specie tutta la parte dedicata alla “guerra di indipendenza” contro gli inglesi) è gratuito. Abbiamo trovato molto gradevole Grafton Street, il St. Stephen’s Green Park e la zona di Temple Bar mentre quella intorno a O’Connor Street, pur essendo centrale, ci è sembrata abbastanza trasandata. Spostandosi verso ovest molto belli sono sia il castello di Kilkenny (presumo anche il parco e la cittadina medievale ma diluviava…), visitabile solo con l’accompagnamento della guida (in lingua inglese e spiritosissima) e la Rock of Cashel, maestosa e affascinante specie se la giornata è uggiosa. Qui tra l’altro viene proiettato un video anche in italiano. La penisola di Dingle, nel sud-ovest, è stata una delle tappe più belle. In particolare se si arriva al paesino di Dingle da Tralee si attraversa lo spettacolare “Connor Pass” che ha rappresentato il nostro primo approccio con fantastici scenari tipicamente alpini pur trovandoci a poche centinaia di metri sul livello del mare. La strada si inerpica sempre più stretta, ma ben protetta dai classici muretti di pietra ricoperti di erba, fino al passo da cui (tempo permettendo…) si gode uno splendido panorama sull’Atlantico. Altrettanto spettacolare è la punta della penisola, la “Slea Head”, con le sue scogliere frastagliate che si immergono nel mare. Notevole è la lunghissima spiaggia di Inch, nella parte sud della penisola. Tralascio le indicazioni sul classico “Ring of Kerry” e il parco nazionale di Killarney: la pioggia non ci ha abbandonato nemmeno per un minuto… Uno splendido pomeriggio di sole invece ci ha permesso di godere di uno dei luoghi più affascinanti di tutta l’Irlanda: le famosissime Cliffs of Moher. La visione di queste scogliere altissime è semplicemente straordinaria, come tutta la zona circostante, dove molti temerari (per me che soffro di vertigini) si avventurano a camminare nonostante i ripetuti cartelli di pericolo. Prima di arrivare alle Cliffs abbiamo visitato il bel castello di Bunratty (appena dopo Limerick) con annesso uno dei tanti folk-park disseminati sull’isola: vale veramente la pena visitare le originali ricostruzioni delle abitazioni e dei negozi delle varie classi sociali dell’Irlanda ottocentesca (alla biglietteria viene consegnata un’esauriente guida in italiano). Pittoresco è il piccolo villaggio di Doolin, e la sua spiaggia sassosa, a pochi kilometri dalle Cliffs, tappa fondamentale per chi vuole imbarcarsi alla volta delle isole Aran. Anche per quanto riguarda il Connemara, purtroppo, la pioggia battente ci ha impedito di godere pienamente della bellezza degli scenari e dei paesaggi, con gli innumerevoli laghetti disseminati ovunque. Vale veramente la pena, per chi ha tempo, una deviazione per visitare l’Achill Island, la più grande isola irlandese collegata da un ponte alla terraferma. In particolare è meravigliosa la lunghissima spiaggia di Keel, frequentata dai surfisti, dove il sole ci ha permesso addirittura di fare un pic-nic (l’unico!!!) all’aperto. Altrettanto belle sono le spiagge di Strandhill, località balneare appena fuori Sligo: da un lato un’immensa spiaggia protetta dalle dune con annesso campo da golf dall’altro una spiaggia di sassi. Risalendo ancora verso nord, nel Donegal, una tappa da non mancare sono le suggestive scogliere di Sleave League (vicino a Killybegs) , che contendono alle Cliffs of Moher il titolo di scogliere più alte d’Europa. Non so il motivo per cui queste scogliere non siano “gettonate” come le altre, inserite come sono in un contesto paesaggistico ancora più suggestivo e selvaggio. Per raggiungerle le indicazioni sono molto approssimative e addirittura l’ultimo tratto di strada percorribile in auto è sbarrato da un cancello (che tutti aprono) senza alcuna segnalazione a riguardo. Sta di fatto che i pochi turisti che si avventurano fin qua e il paesaggio desolato rendono questo luogo estremamente suggestivo anche se un po’ spettrale. Mantenendo ancora la costa, vicino ad Ardara abbiamo trovato la desolata spiaggia di Rosbeg, forse la più bella da noi visitata, anch’essa circondata dalle dune e ricoperta di sabbia fine fine e lunghezza a perdita d’occhio. Giunge così il momento del rientro: per chi deve tornare a Dublino dal nord consiglio il percorso Donegal – Pettigoe (da qui per qualche decina di kilometri si attraversa l’Irlanda del Nord) -Cavan – Navan che è molto comoda e veloce. L’Irlanda, bontà sua, ci saluta con una mattinata piena di sole. La certezza è che si tratta solo di un arrivederci! Se posso essere utile ad altre famiglie che vogliano visitare l’isola verde ne sarò ben lieto: pinzilu@hotmail.com


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