Iran nord-occidentale

Tour di 15 giorni nelle zone meno conosciute di un Paese straordinario
Scritto da: FULCOLA
iran nord-occidentale
Partenza il: 19/09/2014
Ritorno il: 03/10/2014
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
Ho visto cose che voi umani …..Scherzi a parte, un viaggio nell’Iran nord occidentale è un’esperienza per molti versi ancora fuori dal comune, toccando zone non ancora entrate nel circuito del turismo internazionale di massa e perciò in gran parte rimaste incontaminate.

La meta è certamente più indicata per coloro i quali hanno già effettuato il cosiddetto tour classico (Tehran – Shiraz – Yazd – Isfahan) e vogliono quindi approfondire la conoscenza di questo straordinario Paese, ma anche coloro che si avvicinano per la prima volta all’Iran non potranno che entusiasmarsi delle bellezze paesaggistiche e storiche che questa parte del paese offre. Per compiere il viaggio ci siamo rivolti alla Iranian Sebt Tour di Tehran (www.iransebttour.com), agenzia co-gestita da un’italiana, con esperienza pluriennale nel settore, che ci ha fornito il numero di referenza per il visto da ritirare in aeroporto e pianificato l’itinerario fornendoci una guida esperta (il grande Said !) ed un pullmino con autista (l’imperturbabile Hossein). Abbiamo scelto il tour di 15 giorni “Iran del Nord : l’ Azerbaijan, il Kurdistan & il Mar Caspio” proposto dall’agenzia senza modifiche particolari in quanto comprendeva già i luoghi principali di quella parte del Paese che ci interessava visitare. Da precisare che l’Azerbaijan di cui al titolo fa riferimento non allo Stato ma alle zone azere – west ed est Azerbaijan- in territorio iraniano confinanti con la Turchia, l’Armenia ed il Nagorno Karabakh, così come il Kurdistan sono i territori iraniani di etnia curda ai confini con l’Iraq. L’itinerario del viaggio prevedeva, oltre a Tehran, le città di Qazvin, Zanjan, Hamedan, Sanandaj, Maraghe, Tabriz, Maku ed Ardebil oltre ad una serie di siti storici e paesaggistici incontrati durante i trasferimenti: l’area coperta dagli spostamenti è piuttosto vasta ed alla fine i chilometri percorsi sono stati quasi 3500.

Il volo lo abbiamo effettuato con Iran Air da Milano per la comodità della tratta diretta su Teheran e, soprattutto, per l’orario di arrivo in ore serali ( le altre compagnie che volano sulla meta effettuano almeno uno scalo ed atterrano di solito in piena notte ).

Le procedure di ingresso si sono rivelate semplici : allo sportello “Visa” si consegnano il modulo con il numero di referenza ed il passaporto, si paga l’importo previsto alla cassa ( 50 euro) e, presentando la ricevuta rilasciata , si ritira il passaporto con il visto ( n.b. : non ci sono state richieste le foto formato tessera che ci era stato detto di portare). Si passa poi alla fila del controllo passaporti ( che può essere parecchio lunga a seconda del numero di aerei atterrati…).

A voler stilare una classifica di quello che mi ha più colpito, metterei al primo posto lo straordinario complesso del mausoleo di Sheik-Safi-Eddin ad Ardebil ( sito Unesco) , i cui interni colpiscono per la ricchezza dei colori e delle decorazioni ed a cui è annessa una sala/ biblioteca altrettanto magnifica . A contenderne il primato c’è però il sito archeologico di Takht-e-Soleiman ( pure sito Unesco) con la suggestiva collinetta fortificata che racchiude il bellissimo lago in cui si specchiano i resti dei palazzi di epoca sassanide ed il vicino cono vulcanico spento detto “la prigione di Alessandro”..

Magnifici pure il mausoleo di Soltaniyeh ( Unesco), con l’imponente cupola in muratura maiolicata d’azzurro alta ben 48,5 metri che svetta sulla pianura circostante e l’Imamzadeh–ye-Hossein a Qazvin , con belle decorazioni musive. Altri mausolei, meno imponenti ed in parte più danneggiati ma comunque “intriganti “ per la fine lavorazione della pietra e dei mattoni che li costituiscono, si possono vedere a Maraghe e a Hamedan. Tra le moschee visitate spiccano, sempre per le decorazioni in ceramica ,quelle del Jameh a Qazvin e a Sanandaj . Di particolare impatto visivo anche le chiese armene all’estremo nord: quella di Santo Stefano a Jolfa si raggiunge attraverso scenari maestosi (montagne e vallate al confine con il Nagorno Karabakh) mentre la chiesa nera di San Taddeo ( Unesco) nelle vicinanze di Maku si staglia sopra le casupole di un piccolo villaggio in mezzo ad una vasta pianura. Entrambe cinte da mura difensive, sono riccamente scolpite all’esterno con immagini di santi e scene religiose com’è tradizione delle chiese armene. Una citazione a parte merita anche il Castello di Alamut o “degli Assassini” non tanto per la struttura ( delle mura rimane ben poco dopo la distruzione ad opera dei mongoli) quanto per la fantastica posizione su uno sperone di roccia che ha pochi eguali . Degli antichi fasti di epoca persiana prima e sassanide poi si possono invece ammirare i bassorilievi di Bisotun e di Tagh-e-Bostan ( questi ultimi attualmente in restauro). Ulteriore elemento di fascino sono i bazar che caratterizzano le città grandi e piccole. Quello di Tabriz merita di essere menzionato per le dimensioni : chilometri (sembra siano 35 !) di volte e passaggi ed una ventina di caravanserragli . Avendo tempo a sufficienza, è il luogo ideale per girovagare senza meta crogiolandosi nel “dolce far niente”, ritemprandosi lo spirito con i profumi di spezie, con i colori dei tappeti e delle mercanzie sui banchi e l’atmosfera da Mille e una notte.

Anche l’aspetto naturalistico di questa parte dell’Iran non è da trascurare. Abbiamo attraversato paesaggi talmente scenografici da sembrare quadri dipinti : vaste pianure tappezzate di campi di grano appena tagliato, fiancheggiate da brulle colline ma anche montagne ricche di boschi (confine con l’Azerbaijan – zona tra Ardebil ed Astara, sul Mar Caspio) e valli incastonate tra dirupi rocciosi dalle mille sfumature rossastre. Le grotte carsiche di Alisadr sono particolarmente suggestive in quanto sono attraversate da un fiume sotterraneo e si percorrono in parte con piccole imbarcazioni legate a gruppi di tre a dei pattini a pedale. A Tabriz i giardini di Shah Goli sono meta di incontro per la popolazione che ama passeggiare attorno al lago artificiale: qui abbiamo voluto ripetere l’esperienza del viaggio di alcuni anni fa a Isfahan e ci siamo concessi un giro con un pedalò a forma di cigno!

Altre attrazioni turistiche di rilievo sono il villaggio di Masuleh ,che digrada sul fianco di una montagna boscosa coperta dalle nubi basse ed in cui le strade sono sostituite dai tetti delle abitazioni sottostanti ed il paesino di Kandovan, una sorta di mini-Cappadocia in terra iraniana con le case scavate nel tufo vulcanico.

Ovviamente, come anche nel resto del mondo, non sono tutte “rose e fiori “; anche in questo Paese ci sono alcuni esempi dell’idiozia umana: su tutti lo scempio del lago di Urmia che, a causa principalmente delle captazione delle acque degli affluenti, è praticamente scomparso in seguito alla forte evaporazione. E pensare che era una distesa d’acqua salata di oltre 5000 Km2 !

Il traffico nelle grandi città, Teheran in testa, è quanto di più caotico si possa immaginare anche se questa sorta di anarchia sembra che faccia tener alta la soglia di attenzione alla guida evitando gravi incidenti. Fa comunque impressione vedere le file chilometriche di vetture in uscita dalla città alla sera, disposte su più file che corsie…

E pure i palazzinari locali si son dati da fare : in molte periferie si incontrano interi quartieri simili a formicai che non si capisce se sono in via di costruzione o se sono stati lasciati a metà.

Del resto la popolazione è più che raddoppiata negli ultimi decenni tant’è che si incontrano parecchi giovani: probabilmente a causa del minor afflusso di turisti in queste zone, mi sono però sembrati meno aperti rispetto ai loro coetanei che abitano a Isfahan, Shiraz o Yazd e che durante il nostro precedente viaggio ci avevano stupiti per la voglia di comunicare. Qui si limitano spesso ad un saluto o ad un timido approccio per chiedere da dove si viene.

Mi ha colpito l’accanita campagna denigratoria di cui sono bersaglio le antenne paraboliche : nelle città e nei paesi si vedono manifesti che ne stigmatizzano l’uso come pericoloso per la fede e l’integrità morale.

La mia impressione è che comunque ci sia voglia di stare quantomeno un passo più in là rispetto alle regole e alle note imposizioni : spesso il velo è molto colorato e portato sulla nuca anziché sulla fronte e spuntano ciocche di capelli e riccioli ribelli;si vedono parecchi nasi rifatti ( sembra che l’Iran sia al terzo posto nel mondo per gli interventi di rinoplastica!) e pochissime ragazze portano gli occhiali; imperano ormai telefonini e smartphone .

Sono tutti segnali di una società che sta lentamente ma progressivamente cambiando.

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Qazvin: devoti al mausoleo

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Alamut

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Hamedan by night

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Grotte di Alisadr

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Ardebil Mausoleo sufi



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