Sotto il velo dell’Iran

Le magiche moschee di Isfahan e di Shiraz, i labirinti della città di Yadz, le rovine di Persepoli, lo spettacolare tramonto nei Kaluts…
Scritto da: supermary58
Partenza il: 15/05/2014
Ritorno il: 30/05/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
“WELCOME IN IRAN!” è la frase che abbiamo sentito più spesso, in un inglese stentato o in farsi ….“Ti piace l’Iran?”, “Ti sei trovato bene nel nostro paese?”, “Possiamo fare una foto insieme”?….queste sono le domande che spesso ci sentiremo ripetere durante tutto il nostro viaggio. L’inglese parlato da molti, sembra voler essere un ponte verso l’occidente utile per abbattere quell’isolamento in cui purtroppo si trova il paese. Non c’è cosa più sbagliata che considerare l’Iran un paese poco sicuro, se non addirittura pericoloso e questo lo abbiamo potuto verificare durante questo viaggio che si è concluso lasciandoci nel cuore il ricordo di una popolazione estremamente ospitale e calorosa.

Ecco il nostro itinerario:

GIOVEDI 15/5/2014 MILANO – TEHERAN Partenza alle 14.10 da Malpensa con volo della Pegasus Airlines con scalo a Istanbul http://www.flypgs.com/it/ prenotato sul sito della compagnia e pagato 270 euro a persona.

VENERDì 16/5/2014

Arriviamo a Tehran alle 3.35 di mattina, indosso il velo prima ancora di scendere dall’aereo preoccupandomi di non farlo scivolare e ancora un po’ assonnati, affrontiamo la lunga fila per il controllo passaporti. Cambiamo subito un po’ di euro negli uffici di cambio ufficiali dell’aeroporto (da evitare i cambiavalute abusivi che procacciano clienti), il minimo indispensabile perché qui il cambio, rispetto che nelle città, è molto sfavorevole. Prendiamo un taxi fino al caotico Terminal – e Jonub da dove partono i bus che in circa 3 ore raggiungono Kashan.

Piccola parentesi sui bus: sono frequenti e confortevoli (per i viaggi lunghi o notturni sono preferibili i VIP che hanno sedili reclinabili quasi completamente e aria condizionata), i biglietti si possono acquistare, anche con qualche giorno d’anticipo, direttamente nelle stazioni dei terminal, nelle varie agenzie di viaggio presenti nelle città o tramite il banco prenotazioni, se è presente, delle varie Guesthouse/Hotel in cui si pernotta. I costi sono irrisori e il servizio è efficiente.

Dopo il check in nella Guesthouse andiamo subito in Alavi Street dove si possono visitare alcune case storiche di epoca qagiara che in passato furono le residenze dei ricchi mercanti. Una in particolare, la casa dei Boroujerdi’, ha un terrazzo dal quale si possono ammirare i caratteristici badgir (torri del vento) che hanno la particolarità di catturare i venti del deserto e incanalarli all’interno delle abitazioni in modo da creare un clima fresco. Sono quasi le 13.00, ci fermiamo in un piccolo “bar” per gustare un enorme panino e una scadente aranciata al modico prezzo di 140 mila rial (al cambio di allora circa 3 euro in due). Il caldo comincia a farsi sentire, decidiamo di concederci un po’ di relax sdraiandoci sui takht (grandi divani ricoperti da tappeti e da grandi cuscini che fungono da spalliera dove solitamente si mangia e si riposa) posizionati nel grande e fresco giardino della nostra g.h.. Nel tardo pomeriggio raggiungiamo in taxi i Giardini di Fin tipici giardini persiani dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Oggi è venerdì giorno di festa per i mussulmani, e i giardini sono affollati da famiglie con bambini che si divertono a rincorrersi nei verdi prati del parco o a bagnare i piedi nelle numerose vasche e fontanelle color turchese.

PERNOTTAMENTO: EHSAN HOUSE www.ehsanhouse.com – casa tradizionale, circa 25 euro la doppia senza bagno (ci sono anche stanze con servizi privati), buona colazione compresa nel prezzo, camere e bagni in comune puliti, personale che parla inglese molto disponibile, possibilità di cenare a prezzi modici gustando una buona cucina, WIFI libera, organizzano escursioni. CONSIGLIATO

SABATO 17/5/2014

Oggi andiamo ad Abyaneh (circa 10 euro a testa) con un’escursione organizzata dall’Ehesan House insieme ad una simpatica turista giapponese. Durante il tragitto l’autista che ci accompagna ci mostra il sito nucleare di Natanz, dove viene sviluppato parte del programma atomico dell’Iran che tanto preoccupa l’occidente. È una vasta fortezza recintata che sorge nel mezzo di una valle desertica circondata da montagne. Arriviamo ad Abyaneh uno dei borghi storici dell’Iran con ripide stradine nelle quali perdersi e fatiscenti abitazioni di mattoni crudi ottenuti con un impasto di acqua, paglia e argilla. Le persone più anziane del villaggio parlano una varietà di farsi che ormai nel resto del paese non si parla più e vestono vivaci costumi tradizionali, mentre i bambini fanno lezione in una piccola scuola che gentilmente una delle maestre ci fa visitare. Non manca un negozietto di souvenir dove ci fermiamo a comprare qualche ricordo e fare una foto insieme alla proprietaria. Rientriamo a Kashar e pranziamo all’Abbassi Restaurant all’interno di quelli che, un tempo, erano gli alloggi della servitù della Casa tradizionale Abbasian. L’ambiente è caratteristico e fresco e il menu propone piatti tradizionali, peccato che è sprovvisto di prezzi! Solito e breve riposino pomeridiano (nonostante sia maggio il caldo nelle prime ore del pomeriggio si fa sentire!) in attesa di visitare lo storico Hammam dal cui tetto si può ammirare un splendido panorama della città, la bella Moschea e Madrasa di Agha Bozorg e il vivace Bazar che nel tardo pomeriggio è molto animato. Concludiamo la giornata gustando la discreta cucina dell’Ehesan House.

PERNOTTAMENTO: EHESAN HOUSE

DOMENICA 18/5/2014

Stamattina alle ore 7.00 prendiamo un bus che dopo 3 ore ci lascia nella città considerata la più bella dell’Iran: ISFAHAN. Che dire? Se è considerata la città più bella del mondo islamico e il suo centro storico è il meglio conservato di tutto il paese qualche motivo ci sarà!… è un concentrato di meraviglie fatto di monumenti, palazzi, edifici, siti archeologici, ponti, moschee e persino chiese. Il pomeriggio lo trascorriamo a Imam Square, immensa piazza, seconda alla Tien An Men di Pechino ma molto più preziosa, meravigliandoci delle bellezze architettoniche della Moschea dell’Imam con le sue cupole, logge e iwan che brillano d’un colore che varia dal predominante blu al giallo, al bianco e al verde. Sull’altro lato della piazza c’è invece la Moschea dello Sceicco Lotfallah costruita negli stessi anni della precedente e destinata all’uso privato da parte della corte dello Scià Abbas. Di questa moschea, che non è molto grande ma è ricoperta di mosaici con stupende lavorazioni, notiamo un particolare: l’assenza di minareti che non furono costruiti, si dice, per non suscitare paragoni con la vicina moschea imperiale. A nord della piazza, attraverso la Porta Qeysariyeh ci inoltriamo nel suggestivo Bazar, coperto di cupole e volte alte e affascinanti. Nel tetto ci sono delle fessure che probabilmente servono per areare il mercato e per lasciare filtrare la luce, mentre nei lunghi corridoi numerosi sono i venditori che propinano le loro merci. C’è il corridoio dei venditori di stoffa, di spezie, dei calzolai, degli orefici, ecc… è un mix di rumori, odori, colori e tutto questo gli dà un grande fascino. Le donne con lo chador sono tantissime: macchiano di nero la folla che si muove indaffarata davanti ai negozi di tessuti a buon mercato e ai banchi frutta secca.

PERNOTTAMENTO: IRAN HOTEL – doppia con colazione 37$ – classico hotel, pulito con una buona colazione, WIFI libera. Il proprietario è una persona molto disponibile, parla un perfetto inglese ed è in grado di organizzare qualsiasi escursione. CONSIGLIATO. Sito: http://www.iranhotel.biz/index.html – mail: iranhotel@iranhotel.biz

LUNEDì 19/5/2014

Continuiamo a scoprire Isfahan recandoci alla Moschea di Jameh, il luogo di culto più vasto dell’Iran, che nelle città islamiche ha lo stesso ruolo che il duomo ha nelle città cristiane. Inserito in un bellissimo parco è la volta del Palazzo di Chechel Sotun costruito nel 1647 per ordine di Shâh Abbâs II e destinato al ricevimento degli ambasciatori e degli ospiti stranieri. Di fronte al palazzo c’è una grande piscina per rinfrescare l’aria del giardino e l’abitazione, mentre il suo interno è decorato da splendidi affreschi che rappresentano le corti degli scià del 1600. Raggiungiamo poi il Palazzo degli Hasht Behesht con i suoi preziosi mosaici e ritorniamo in Imam Square per visitare il Palazzo di Ali Qapu costruito come sede di governo, dal cui enorme padiglione lo scià e i suoi ospiti erano soliti seguire le manifestazioni che si svolgevano nella piazza. Dalla sua terrazza c’è una bella vista su una parte della piazza, ma non su tutta perché il palazzo è parzialmente in fase di restauro. Nel pomeriggio andiamo nel quartiere armeno di Jolfa dove si trova la bellissima Cattedrale di Vank che dall’esterno ci sembra una semplice chiesa ma, una volta entrati ci lascia estasiati per i suoi stupendi interni: un mix di motivi islamici e immagini cristiane. In fondo al cortile c’è un edificio che ospita un museo che contiene numerosi oggetti riguardanti la storia della cattedrale e della comunità armena di Isfahan. Il Museo contiene più di 700 antichi manoscritti in armeno e in lingue europee risalenti al medioevo e una Bibbia di soli 7 grammi realizzata in antichità dai miniaturisti armeni che, secondo gli studiosi, è considerata la più piccola esistente al mondo. Siamo quasi a fine giornata e passeggiare in questo quartiere ci sembra di stare in una qualunque città europea: traffico intenso, negozi aperti e strade piene di gente, soprattutto giovani. Dopo aver cenato in un ottimo ristorante ritorniamo nella “grande piazza” per sentire l’ultima preghiera del muezzin. Imam Square illuminata è assolutamente da non perdere….. i grandi prati che la circondano sono gremiti di famiglie distese su grandi coperte con accanto cestini da pic nic e thermos di tè bollente, un gruppetto di signore ci invitano a unirci a loro per consumare insieme la loro cena, per scambiare quattro chiacchiere e fare qualche foto. Ci sediamo ad osservare questo spettacolo di umanità e ci lasciamo avvicinare dai più curiosi e intraprendenti che vogliono sapere da dove veniamo, che lavoro facciamo, quanto guadagniamo, se abbiamo figli….non importa se raccontato da entrambi le parti con un inglese approssimativo, l’importante è parlare e condividere!

PERNOTTAMENTO: IRAN HOTEL

Martedì 20/5/2014

Stamattina con un bus raggiungiamo Il Tempio del Fuoco risalente all’epoca sasanide, situato su una piccola collina appena fuori la città. La salita per arrivare in cima è parecchio faticosa, bisogna arrampicarsi per circa un quarto d’ora su ripide rocce, il tempio in sé è un po’ fatiscente e non essendo una giornata particolarmente limpida la vista dall’alto non ci ha entusiasmato più di tanto. Isfahan è famosa anche per i suoi Ponti che attraversano il fiume Zayandè. Il Ponte di Si o Ponte delle 33 arcate, fatto di pietra, mattoni e gesso e costruito nel 1602 in epoca safavide, è il più importante della città. Purtroppo, da qualche tempo, il fiume non ha più acqua, hanno preferito sfruttarla per usi industriali penalizzando le coltivazioni agricole e sacrificandone la bellezza. Passeggiamo lungo i “corridoi” dei suoi bordi insieme alle tante ragazze ben truccate e con i loro hijab tirati più indietro possibile magari per farsi notare dai loro coetanei. Dopo pranzo diamo un ultimo sguardo alla piazza e ripercorriamo il labirinto di vicoli del grande Bazar alla ricerca di qualcosa da comprare. Alle 23.45 abbiamo il bus notturno che in circa 7 ore ci porterà a Shiraz.

PERNOTTAMENTO: IN BUS…tranquillissima notte su un comodissimo VIP al modico prezzo di 5 euro

Mercoledi 21/5/2014

Eccoci a Shiraz il capoluogo di Fars, che è la regione dove nacque e si sviluppò la cultura persiana: dal suo nome derivano sia la parola “farsi”, la lingua iraniana, che “Persia”. Appena scesi dal bus ne approfittiamo per fare il biglietto per quella che sarà la nostra prossima tappa, prendiamo un taxi prepagato e raggiungiamo il nostro hotel. Essendo molto presto la stanza non è ancora pronta, lasciamo i bagagli in un angolo e usciamo a far colazione gustando un buonissimo succo di melone e degli ottimi dolci comprati in una pasticceria lungo la strada. Il primo luogo d’interesse che vediamo è la Cittadella di Karim Khan, eretta durante i primi anni della dinastia Zand. Una delle quattro torri che delimitano il perimetro pende a causa dell’abbassamento del terreno. All’interno c’è un rigoglioso agrumeto e una lunga fontana, ci sediamo su un gradino a prendere un po’ di fresco prima di visitare il piccolo museo dedicato al periodo zand, periodo in cui furono costruiti molti degli edifici più belli. Anche a Shiraz non poteva mancare il Bazar considerato uno dei più interessanti di tutto l’Iran con i suoi soffitti a volta in mattoni assicura che l’interno sia fresco in estate e caldo in inverno. Mentre girovaghiamo tra i caravanserragli e le tante botteghe mi viene da fare una considerazione: in questi bazar animatissimi, pieni di gente che compra e che vende nessuno ti chiama o ti tira da una parte per farti acquistare la loro merce, sotto le grandi volte decorate si può camminare per chilometri tra oggetti d’ogni tipo senza che nessuno ti disturbi! Raggiungiamo il piazzale della Moschea del Vakil con il suo portale importante, un magnifico cortile circondato da portici decorati da splendide piastrelle e una sala di preghiera con soffitto a volta sostenuto da 48 colonne scolpite, ci rechiamo poi nel vicino Hammam-e Vakil anch’esso degno di nota per le sue decorazioni. Pranziamo al Seray-e Mehr Restaurant nel Bazar Vakil, locale molto caratteristico gustando un ottimo dizi, piatto locale che consiglio di provare. A metà pomeriggio prendiamo un taxi e ci facciamo portare al Naranjestan e Khan-e Zinato l-Molk un grande cortile ombreggiato da palme e aranci in cui si trova il Naranjastan-e Qavam un sontuoso padiglione dove il ricco e potente Ali Khan Qavam riceveva i suoi ospiti. Ha una bellissima sala d’ingresso rivestita di specchi che si apre su ambienti con pareti e soffitti dipinti. Prossima tappa la Madraseh-ye Khan una madrasa ancora in uso e la vicina Moschea di Nadir-al Molk che vediamo solo dall’esterno. Ceniamo dal Haji Baba Restaurant nei dintorni del nostro hotel.

PERNOTTAMENTO: SASAN HOTEL 34 $ la camera doppia con colazione, pulito, WIFI a pagamento. http://www.hotelscombined.com/IT/ mail: sasanhotel@shirazsport.com CONSIGLIATO

Giovedì 22/5/2014

Oggi andiamo a Persepoli in autonomia. I prezzi che ci propinano i tour organizzati ci sembrano eccessivi (circa 40 euro) e visto che è possibile andarci anche con i bus locali e con qualche breve tratto in taxi decidiamo di arrangiarsi da soli. Prendiamo un taxi per raggiungere la stazione di Carandish (70 mila rial in due), un bus per Marvdasht (30 mila rial in due) e poi un taxi che per 170 mila rial ci porta a Naqsh-e Rostan per vedere le quattro tombe rupestri attribuite a Dario II, ArtaserseI, Dario I e Serse e a Masqsh-e Rajab famosa per i suoi bassorilievi sasanidi che raffigurano scene risalenti ai regni di Arteserse I e di Shapur il Grande e infine raggiungiamo le rovine di Persepoli, che ci danno immediatamente l’idea di quale possa essere stata la grandezza di uno dei più potenti imperi del mondo antico. Il sito è affascinante, i bassorilievi, le sculture, l’architettura, il contesto naturale, tutto meraviglioso, il cielo è limpidissimo e il sole cade sulle opere accentuando la potenza delle sculture. Nel pomeriggio visitiamo la Tomba dell’Emiro Ali (Imamzadeh-ye Ali Ebn-e Hamze), uno dei luoghi più abbaglianti che abbiamo mai visto, l’interno è un vero e proprio spettacolo: tutte le pareti e i soffitti sono tappezzati da migliaia di vetri a specchio che illuminano l’ambiente di una luce spettacolare e sempre diversa, un’esperienza magica e irripetibile! Al centro della grande sala d’ingresso si trova la tomba dell’emiro, davanti alla quale i fedeli si avvicinano con religiosa devozione e si allontanano dalla stessa all’indietro per non volgergli mai le spalle. Un detto popolare iraniano dice che ogni casa deve possedere due cose: il corano e un libro di Hafez. Hafez fu il padre fondatore della poesia persiana, una figura mitica amata e venerata fino ai giorni nostri e noi ci uniamo ai tanti iraniani che si recano sulla sua tomba per rendergli omaggio. Un altro poeta molto amato che dedicò i suoi tanti versi ai giardini e alle rose fu Sa’di. Visitiamo anche la sua tomba e i giardini che la circondano.

PERNOTTAMENTO: SASAN HOTEL

Venerdì 23/5/2014

Oggi è venerdì, la maggior parte dei luoghi d’interesse sono chiusi e la città è quasi deserta. Girovaghiamo per le strade adiacenti alla Moschea di Vakil dove troviamo alcuni negozietti aperti i cui proprietari ci intrattengono con qualche domanda e ci invitano ad assaggiare i loro prodotti. Alle 14.30 abbiamo il bus per Yadz, attraversiamo paesaggi molto belli, con altipiani circondati da montagne e la vegetazione che lascia il posto al deserto. Arriviamo verso le 21 nella nostra Guesthouse, ceniamo al self service del Silk Hotel e ci rilassiamo un po’ sui takht chiacchierando con una giovane coppia di Ancona anche loro da pochi giorni in Iran.

PERNOTTAMENTO: ORIENT HOTEL http://www.silkroadhotel.ir/ silkroad_hotel@yahoo.com. I proprietari e gestori sono gli stessi del Silk Road Hotel che è un po’ un istituzione a Yadz. I due hotel sono molto vicini ed hanno le stesse caratteristiche. Sono entrambi una casa tradizionale, a un passo dalla città vecchia, hanno un delizioso giardino e un’atmosfera molto rilassata. WIFI libera, possibilità di cenare a prezzo fisso al Silk Road (500 mila rial e mangi tutto ciò che vuoi), organizzano escursioni e c’è un banco prenotazioni (biglietteria, voli, escursioni ecc.). Camera doppia con servizi 30 euro con colazione. CONSIGLIATO

Sabato 24/5/2014

Stamattina scopriremo la città vecchia di Yadz che secondo l’Unesco è una delle più antiche del mondo. Ci inoltriamo nel suo dedalo di stradine e di vicoli dove le case sono tutte in fango, pietra e mattoni e anche qui come a Kashar sui tetti sono presenti numerosi badgir, le famose torri del vento. Le porte di alcune case presentano due batacchi: uno è riservato alle donne e l’altro agli uomini, in modo da poter stabilire, a seconda dal suono, se ad aprire la porta di casa dovrà essere la moglie o il marito. Poco più avanti troviamo la Prigione di Alessandro che secondo la leggenda servì al grande condottiero per detenere i suoi oppositori. Vicino c’è la Tomba dei 12 Imam, che funge solamente da cenotafio in quanto nessuno riposa in questo sepolcro, incontriamo una scolaresca di ragazze adolescenti accompagnate dalla loro maestra che incuriosite dalla nostra presenza e sfoggiando un inglese ancora basilare, vogliono essere fotografate. Sempre nei vicoli della città vecchia visitiamo la Khan-e Lari, un edificio costruito 150 anni fa che risale all’epoca qagiara proprietà di una facoltosa famiglia di mercanti estinta ormai da molto tempo. Poi andiamo a visitare il Museo dell’acqua nelle cui sale c’è un fresco molto piacevole, soprattutto in quelle sotterranee che venivano usate dalle famiglie nelle caldissime giornate estive e fungevano da magazzini per gli alimenti. C’è anche l’immancabile Bazar al quale si accede attraverso una grande porta decorata da mosaici e due minareti e un’imponente moschea che ammiriamo solo dall’esterno perché chiusa. Con un taxi ci facciamo portare al Baharestan Restaurant, locale molto semplice che serve i soliti piatti della cucina iraniana. Fa molto caldo e non ci resta che rientrare in hotel per rilassarci all’ombra del suo giardino. Dopo cena ci inoltriamo ancora nei vicoletti della città vecchia che illuminati sono molto suggestivi così come lo è la Moschea Jameh il cui portale d’ingresso, rivestito di piastrelle di maiolica, è uno dei più alti di tutto l’Iran. Prima di rientrare per la notte ci gustiamo un ottimo gelato in una piccola gelateria a due passi dall’hotel.

PERNOTTAMENTO: ORIENT HOTEL

Domenica 25/5/2014

Stamattina faremo un’escursione nei dintorni della città prenotata dal Silk Hotel. Il primo villaggio che visitiamo è Kharanaq, quasi completamente in rovina. Sembra che il borgo sia stato abitato già 4000 anni fa, mentre le case risalirebbero a più di un millennio. Gli unici monumenti ristrutturati sono il Caravanserraglio, la moschea e il Minareto oscillante del XVII. Dopo circa una mezz’ora ci ritroviamo a Chak Chak, un microscopico paesino a circa 2000 metri di altezza disperso tra le grandi montagne del deserto e meta di pellegrinaggio per gli Zoroastriani. Secondo la leggenda, dopo l’invasione araba, si sarebbe rifugiata qui la principessa sasanide Nikbanuh. Poiché il luogo era arido, la donna mandò i servitori a cercare dell’acqua sulla collina, e l’acqua cominciò a gocciolare dalla roccia (il nome, Chak Chak, richiama proprio il rumore delle gocce che cadono). All’interno del piccolo abitato sorge in una grotta il Tempio del Fuoco dove si trova la sorgente, una grande porta in bronzo e l’effige di Zoroastro. Bello il panorama che si ammira dall’alto, mentre un po’ faticosa è la salita per arrivare in cima soprattutto per il grande caldo. Risaliamo in macchina e andiamo a Meybod, dove visitiamo il Castello di Narin costruito nel 1300 e quasi completamente in rovina, considerato oggi il più antico castello di mattoni di fango e paglia sopravvissuto in Iran, poi vediamo la Stazione della posta di 300 anni fa nella quale non è possibile entrare perché è chiusa, il Caravanserraglio ristrutturato con delle botteghe interne e la Piccionaia ristrutturata da poco.

PERNOTTAMENTO: ORIENT HOTEL

Lunedì 26/5/2014

La prima meta della giornata sono le Torri del Silenzio imponenti strutture di pietra situate ai margini della città e luoghi funerari legati alla religione zoroastriana che per molti secoli è stata la religione ufficiale dell’Impero Persiano e che ancora oggi in Iran ha molti seguaci. La cremazione e la sepoltura nello zoroastrismo non venivano prese in considerazione visto che il fuoco e la terra sono due elementi sacri quindi l’usanza era quella di deporre i morti in cima a queste torri lasciando che il tempo e gli uccelli provvedessero alla loro sepoltura. Questa usanza è stata conservata fino a 50 anni fa. Visitiamo anche il Tempio del fuoco Zoroastriano all’interno del quale è custodita la fiamma sacra che arde ininterrottamente da 1500 anni. Rientriamo nel nostro Hotel, lasciamo la camera, depositiamo i nostri bagagli alla reception per qualche ora e ci intratteniamo nell’ormai famigliare e confortevole “salotto” all’aperto a chiacchierare con un’avventurosa coppia, non più giovanissima, partita da Zurigo con la loro jeep super attrezzata per un itinerario in Asia Centrale lungo ben 6 mesi! Alle 16 abbiamo il bus per Kerman, ultima tappa del nostro viaggio. Arriviamo verso sera al Terminal dei bus e un taxista mandatoci dal proprietario della casa privata in cui alloggeremo ci aiuta con i bagagli e ci porta a destinazione.

PERNOTTAMENTO: Jalal Guesthouse MAIL: jalalguesthouse@yahoo.com – 20 $ a persona. E’ una casa privata il cui proprietario è una persona estremamente disponibile e ospitale, parla correttamente inglese e tedesco, fa prenotazioni di voli/bus, organizza qualsiasi tipo di escursione (Kaluts e dintorni di Kerman e mette a disposizione un’autista in caso di necessità). Ci sono solo 2 camere e un bagno in comune, si può utilizzare la cucina per preparare la colazione o altri pasti, un grande salone con TV satellitare, WIFI libera, un piccolo cortile all’esterno della camera dove prendere un po’ di fresco, soprattutto di sera. Dolente nota: è molto decentrato tanto che i taxisti fanno fatica a trovarla e nei dintorni della casa, a parte alcune abitazioni, non c’è assolutamente niente. La consiglio come sistemazione ma non come posizione.

Martedì 27/5/2014

La città di Kerman, un tempo sulla rotta della via della seta, non è particolarmente interessante, anche qui il Bazar non manca così come la Moschea Jameh e l’Hammam-e Ganj Ali Khan. Bellissimi sono invece i suoi dintorni, il Deserto del Dasht-e Lut è vicino e stasera potremo passeggiare tra i Kaluts, formazioni argillose modellate dall’erosione del vento. Occupiamo la prima parte della giornata per visitare i sopracitati luoghi d’interesse e dopo pranzo la nostra autista, Mina nonché aiutante di Jalal, ci viene a prendere con un auto un po’ datata per un’escursione che ci farà conoscere un po’ della natura iraniana. Usciamo velocemente dalla città percorrendo una grande strada che presto abbandoniamo per addentrarci verso un’affascinante catena di montagne. Siamo in pieno deserto e sfioriamo i 45°, l’auto non ha aria condizionata e quella che entra dai finestrini è rovente come quella di un phon alla massima potenza. Dopo un paio d’ore di viaggio arriviamo in quella che sarà la nostra sistemazione per la notte. Ad accoglierci c’è Zenda che ci fa accomodare in una grande sala col pavimento rivestito da tappeti e ci offre subito del tè bollente e delle fresche fette d’anguria. Apprezziamo la sua cortesia e ci riposiamo un po’ mentre l’aria condizionata ci rinfresca piacevolmente. Nel frattempo nella piccola cucina, divisa dalla sala da un muretto, Zenda è intenta a preparare quella che sarà la cena di stasera. Sono quasi le 18, Mina mette in moto la sua vecchia auto, sono pochi i chilometri che ci dividono dagli spettacolari Kaluts. Piano piano, in lontananza, iniziamo a distinguere le loro forme e dimensioni, ci fermiamo in una zona d’ombra a lato di queste enormi formazioni rocciose, fa caldissimo ma è talmente bello sprofondare nella sabbia in mezzo al nulla che la fatica non la sentiamo, il sole sta scendendo lentamente, decidiamo di “scalare” una roccia per ammirare il panorama dall’alto, tutto è davvero fantastico, siamo circondati da tanti castelli formati dall’erosione del vento e ammiriamo il tramonto in questo paesaggio meraviglioso. Rientriamo nella “casina” di Zenda, la cena è pronta, posa su un tappeto una grande tovaglia di plastica e inizia a portare un’infinità di piatti: verdure, riso, pollo, bibite, frutta, yogurt e alla fine l’immancabile tè….cibi davvero gustosi e abbondanti. Certo che mangiare seduti a gambe incrociate non è comodissimo, ma queste sono le loro usanze e noi ci adeguiamo volentieri. Dopo cena ci divertiamo con la figlia di Zenda, una ragazzina di 13 anni, a “parlare” con lei improvvisando un ridicolo farsi leggendo le frasi fatte che si trovano nell’ultimo capitolo della Lonely mentre lei ride divertita per il nostro pessimo accento. E’ ora di prepararsi per la notte, improvvisiamo due letti con i grandi cuscini che fungono da schienale, posizionandoli proprio di fronte al bocchettone dell’aria condizionata, anche Mina prepara il suo giaciglio in un angolo della grande stanza…..sarà una notte tranquilla e silenziosa che terminerà alle prime luci dell’alba quanto il sole ritornerà a splendere in questo magico posto.

Mercoledì 28/5/2014

Sono da poco passate le 5.00 nella grande stanza la figlia di Zenda nel suo tradizionale chador si muove velocemente mentre si prepara per andare a scuola, Mina dorme profondamente nel suo angolino privato, attraverso una tenda trasparente intravvedo Zenda sdraiata su un materassino nella stanzetta adiacente alla grande sala. Sveglio mio marito e gli chiedo se ha voglia di fare quattro passi nel piccolissimo villaggio appena fuori casa. Usciamo, una piacevole brezza mattutina ci colpisce il viso, il grande caldo per ora non è ancora arrivato, un cane randagio ci viene incontro e ci accompagna lungo le stradine ancora deserte. Incontriamo un recinto dove sono custodite numerose capre, una è seduta sul tetto e fa da vedetta, andando avanti troviamo un piccolo forte abbandonato e un ragazzo seduto all’ombra di una pianta alle prese con il suo cellulare e comprendiamo quanto sia importante la tecnologia in questi posti così isolati. Facciamo ritorno a casa, ci laviamo velocemente le mani nella piccola fontanella esterna alla casa dalla quale fuoriesce un rivolo di acqua calda. Mina si è svegliata e Zenda, sempre col suo sorriso smagliante, ci invita a far colazione: uova sode, marmellata, pane, yogurt, tè, frutta. Dopo esserci rifocillati per bene, prendiamo i nostri piccoli zaini e, a malincuore, ci congediamo da Zenda e dalla sua famiglia ringraziandola per la sua ospitalità e ripartiamo alla volta di Reyen dove visitiamo la cittadella “Arg-e Rayen”, più piccola della più famosa cittadella di Bam (purtroppo quasi completamente andata distrutta da un terremoto nel 2003) ma comunque una visione pregevole. Visitiamo anche gli splendidi Bagh-e Shahzden, i giardini del re, a Mahan, caratterizzati da una serie di fontane e ruscelletti circondati da alberi e fiori, una vera e propria oasi immersa nell’arido paesaggio desertico del sud est dell’Iran e il Mausoleo Shah Me’matollah Vali. Dopo aver pranzato in un bel ristorante all’interno dei giardini riprendiamo il viaggio verso Kerman.

Giovedì 29/5/2014

Oggi come ultimo giorno avevamo previsto di andare nella vicina città di Bam, ma purtroppo ieri, durante la visita di Rayen, mi sono fatta male ad una gamba scivolando sul terrazzo della cittadella….sic!… e purtroppo dobbiamo rinunciare a questa escursione. Jalal, il proprietario dell’appartamento dove abbiamo pernottato, è stato molto gentile e ci ha lasciato la camera a disposizione tutto il giorno (gratuitamente) anche se avremmo dovuto lasciarla entro la mattinata, ha accompagnato mio marito nel più vicino “bar” a comprare dei panini e abbiamo pranzato tutti insieme raccontandoci un po’ le nostre vite. Inoltre ci ha messo a disposizione un suo aiutante che verso le 17.30 ci ha accompagnato all’aeroporto dove avremmo avuto il volo su Teheran con la Mahan Air (prenotato tramite Jalal – costo 38 euro + 5 euro di diritti agenzia). Alle 19.30 circa arriviamo ai Domestic Flight di Tehran e con un taxi prepagato ci facciamo portare all’IKIA dove alle 4.25 di domani mattina avremo il volo per Istanbul e successivamente per l’Italia.

Venerdì 30/5/2014

Il nostro aereo atterra puntuale a Malpensa, siamo pronti a riprendere le nostre abitudini e a raccontare la nostra esperienza alle nostre figlie (anche loro incallite viaggiatrici) e ai nostri amici. Abbiamo visitato le più antiche città dell’Iran ammirando lo splendore di quella che era l’antica Persia: le magiche moschee di Isfahan e di Shiraz, i labirinti della città di Yadz, le rovine di Persepoli, abbiamo ammirato lo spettacolare tramonto nei Kaluts. E’ un viaggio che mi sento di raccomandare per la bellezza dei suoi luoghi ma anche per la gentilezza e la semplicità della sua gente. Un paese dove le persone hanno bisogno di parlare e di far saper al mondo cos’è veramente l’Iran. Un paese distante da quello che il regime vorrebbe creare e da quello che i media occidentali descrivono. Mi auguro che in tanti accettino questo invito, e visitino con consapevolezza, serenità e piacere, questo straordinario paese.



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