Java, Bali e Sulawesi

In Indonesia tra paesaggi, tradizioni e cultura
Scritto da: Cleopatra.2904
java, bali e sulawesi
Partenza il: 03/08/2012
Ritorno il: 24/08/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Periodo: 3 agosto 2012 – 24 agosto 2012- viaggio in coppia organizzato tutto da soli tramite internet

Volo Ethiad: Roma – Jakarta 750€.

Voli interni: Jakarta-Yoja, Malang-Denpasar, Denpasar-Makassar, Makassar-Jakarta: 220€ utilizzando Garuda airlines e Lion airlines.

Arriviamo a Jogya nel pomeriggio, prendiamo un taxi dall’aeroporto (5€) per raggiungere il nostro albergo.

L’hotel che abbiamo scelto è “All Seasons ” 60 € a notte. L’albergo è in ottima posizione a 5 minuti a piedi dalla strada principale JL Malioboro. E’ un albergo internazionale, molto colorato. Le stanze non hanno finestre ma solo vetrate e l’odore di chiuso non è piacevole. Inoltre i prezzi all’interno dell’albergo, snack, taxi escursioni, sono assolutamente esagerati. Per ultimo, c’è una moschea vicino all’albergo e le prime notti (eravamo nel we) siamo stati svegliati di soprassalto da una voce che urlava dentro l’orecchio, e prima di capire cosa stesse succedendo, orami eravamo completamente svegli. Che dire ? Non ci riandrei, ma proverei un albergo sempre vicino al Malioboro.

Il primo giorno abbiamo cominciato ad annusare la citta per capire come muoverci e come preparare le nostre escursioni.

Abbiamo visitato il kraton, il mercato deli uccelli e quello dei pesci. Da notare che il mercato degli uccelli non si trova più dove la lonely planet lo indica; è stato spostato ad un paio di kilometri di distanza e lo abbiamo raggiunto con i bekap ..contrattando come al solito il prezzo (1 euro).

Il mercato degli uccelli è particolare non tanto per le diverse varietà ( noi abbiamo visto pipistrelli pappagallini colorati e altri pennuti, criceti conigli, gatti ..cobra…) ma per l’attenzione che i locali dedicano a guardarli, ad osservarli e poi il piacere che hanno nel comprarli e nel portarli via con le enormi gabbiette sui loro motorini, piccoli e in apparenza inadeguati.

La zona del Malioboro e’ un enorme bazar e potete vedere la gente del posto che passeggia lungo questa strada, facendo shopping di vario tipo.

La sera abbiamo cenato al ristorante Legian che ha una terrazza che da sovrasta la strada principale. Ci hanno servito un pesce bruciato fuori e congelato dentro: pessimo posto. Abbiamo visto altri piatti che all’aspetto sembravano più invitati ma noi non ci siamo più tornati.

Dal giorno dopo, preso un po’ di coraggio e con un po’ di incoscienza abbiamo noleggiato un motorino per 5 € al giorno. Non vi chiedono nulla, a mala pena il nome, e voi non chiedete nulla, meno che mai l’assicurazione. La risposta che ci hanno dato (o il suggerimento ?) è stato di “drive carefully” ….no comment 🙂 Girare con un motorino, con il traffico che c’è e con l’assenza di regole risulta un po’ difficile, inizialmente, ma poi tutto è andato per il meglio. Raggiungere le destinazioni è facile se chiedete ogni volta che avete dubbi: c’è sempre qualcuno pronto a darvi delle spiegazioni dettagliatissime, valide come quelle di un tomtom…..indonesiano. Abbiamo incontrato persone gentilissime che ci hanno spiegato anche i metri che dovevano percorrere, la forma delle strade e tutti i riferimenti, ma sempre nella loro lingua e senza scomporsi minimamente…..fortunatamente la voglia che hanno di comunicare aiuta moltissimo a capirsi, infrangendo le barriere di una lingua diversa.

Il secondo giorno abbiamo raggiunto il tempio di Borobodur a 30km di distanza da Jogya. Il tempio è stupendo e merita attenzione e contemplazione (biglietto di ingresso 20$).

La sera abbiamo mangiato al Kmeal nella zona delle homestay. Il personale è gentilissimo e il menu è molto vario. Con 7€ abbiamo mangiato una buona bistecca, per un pasto indonesiano a base di riso si paga ancora meno. Altamente consigliato.

Il terzo giorno, con il motorino, abbiamo raggiunto il tempio di Prambanan, a15 km da Jogya. Il tempio induista è stato costruito per rispondere al tempio buddista di Borobudur. All’interno, per visitare la zona, abbiamo noleggiato una bicicletta. Il ristorante all’interno dell’area offre il solito riso e noodles fritti e i satay (spiedini di pollo alla griglia).

Da yoja abbiamo preso un minibus per Malang. Abbiamo acquistato il baglietto in una delle tantissime travel agency per la somma di 10€ a testa nella zona di JL Diponegoro. Partenza alle 7, durata del viaggio 7/8 ore arrivo alle 18. Il realtà l’autobus raccoglie tutti i passeggeri e solo dopo parte. Usciamo in realtà da Jogya dopo le 9.00. ci fermiamo a mangiare un una specie di stazione di servizio (il pranzo è compreso nel biglietto) in cui il cibo risulta immangiabile (almeno per noi).

Arriviamo finalmente a Malang e ci accompagnano al nostro albergo: graha chakra – 65€ a notte. L’albergo è molto bello, in stile coloniale, con ampi spazi e mobili intarsiati da ammirare. E’ posizionato nella strada delle case coloniali. Il personale molto gentile e disponibile. Altamente consigliato.

Chiediamo informazioni sull’escursione al Monte Bromo. Chiamano direttamente un referente di una agenzia che viene in albergo a parlare con noi. il rappresentante dell’agenzia ci illustra i diversi itinerari (da uno a più giorni). Scegliamo quello minimale perché’ non ci convince molto la necessità di passare più giorni intorno a questo posto. Intanto prendiamo l’escursione per vedere l’alba e scalare il bromo per poi ammirare il panorama dal suo cratere (50€ a persona)

Sveglia all’una di notte. Partenza alle 1.30 con pulmino tutto per noi che ci consente di continuare a dormire. Dopo due ora all’interno del parco cambio della vettura. Jeep tutta per noi per arrivare nel punto dove si aspetta l’alba. E’ tutto programmato e pianificato, ci sono decine e decine di jeep che sul contorno sentiero all’interno del parco arrivano fino alla sommità. Tutti turisti che in fila hanno lo stesso obiettivo: trovare il posto migliore per vedere l’alba. Arrivati alla sommità ci sono i locali che affittano giacche e piumini in quanto la temperatura è un po’ fredda. Noi eravamo attrezzati con maglioni e kway, ma il piumino ci ha aiutato anche perché’ l’attesa è di circa due ore. La nostra delusione sta nel fatto che si arriva su una specie di belvedere strapieno di gente, di tutti i tipi che vociano incessantemente…che dire? Svegliarsi all’una di notte per trovarsi immersi in una specie di piazza del mercato all’apertura, non predispone particolarmente ad immergersi nell’armonia della natura, nella meraviglia cosmica, nel rito quotidiano del risveglio alla vita …insomma l’alba l’abbiamo attesa, l’abbiamo vista, l’abbiamo contemplata in un paesaggio veramente lunare, peccato che il vociare intorno sia stato incessante.

Subito dopo si parte di corsa (e tutti i turisti fanno la stessa cosa) per andare alle pendici del bromo. Bisogna dire che vedere da lontano il bromo immerso in una specie di cratere con le montagne intorno, circondato da un deserto fatto di cenere. La vista effettivamente è molto bella ma l’ascesa al cratere del Bromo è a 2700 metri di altezza e quindi noi che abitiamo sul livello del mare, abbiamo qualche difficoltà nei movimenti. La cenere finissima che si alza entra nei polmoni e consiglio vivamente di prendere un cavallo che vi accompagna fino alla base delle scale.

Ci riportano in albergo nel primo pomeriggio, facciamo un riposino, ci togliamo tutta la cenere di dosso e usciamo a visitare Malang (mercato degli uccelli e il centro alun alun).

Abbiamo cenato sempre nel ristorante dell’albergo, molto professionale, con prezzi accettabili e molto buono.

Il giorno dopo partiamo per Bali.

Arriviamo all’aeroporto di Denpasar: avevamo chiesto in albergo di venirci a prendere (20$) per portarci ad Ubud, citta prescelta come base. Troviamo all’uscita un ragazzo con in mano un cartellone con i nostri nomi… e partiamo per Ubud. Il traffico è assurdo e caotico, ci dicono che per entrare e per uscire da Denpasar è sempre cosi.. arriviamo dopo due ore a Ubud, due ore per una distanza di 40 km…

Il nostro albergo è Tunjung Mas Bungalow (44€ a notte). L’albergo sembra costruito all’interno di un vicoletto, lungo e stretto, con casine (stanze) che si raggiungono attraverso un sentiero pieno di piante ovunque, orchidee, fiori tropicali con colori esagerati e tutte le pareti invase di ficus. La nostra stanza è proprio alla fine del sentiero, abbiamo un piccolo terrazzo aperto che sconfina con l’ultima parte di questo giardino lungo e stretto ..la colazione è in camera, su un piccolo terrazzino esterno.

Il personale è gentilissimo e rispondono a tutte le nostre domande su consigli sul viaggio, sui ristoranti, sulla religione, sulle usanze su cosa fanno..

Mangiamo vicino all’albergo: questa volta una rassicurante pizza nel ristorante PIZZA Bagus. La pizza è buona e c’è la possibilità del wi-fi, ma il giorno dopo l’abbiamo mangiata da Mamma mia, a 20 metri di distanza, ed era molto meglio.

Il giorno dopo prendiamo il nostro super motorbike e iniziamo la visita della città.. abbiamo in piano la visita dei templi, del palazzo, del museo, del mercato tradizionale e della monkey forest.

E’ tutto raggiungibile facilmente con il motorino e con la nostra city map.

Ma il caso ci spinge in una direzione diversa, seguendo personaggi abbigliati in modo strano che si agitano tanto, con strumenti musicali rumorosi e portandosi in spalla strani tabernacoli. Sembra una processione dove il santo da portare è una specie di pagoda alta almeno 6 metri e un altro gruppo porta sulle spalle una mucca ( o un toro?) di dimensioni grottesche con musi espressivi.

Li seguiamo incuriositi e arriviamo in un tempio dove donne abbigliate a festa si agitano tanto, preparando doni, festoni, spuntini, acqua santa ….veniamo circondati da persone che ci impongono il classico sarong (se entri in un tempio devi essere abbigliato in modo consono. dopo lunga contrattazione compriamo due sarong. Dai 20€ iniziali arriviamo a 5€..

Cerchiamo di capire cosa sta succedendo…qualcuno ci risponde che è la cremation ceremony. Si rimane ad assistere alla cerimonia che va avanti per ore ed ore. Arrivano gruppi di persone con le solite mucche e pagode, con tanta musica (rumore?) fatto da strani strumenti, quando arrivano sul piazzale del tempio, vengono presi tutti i doni chiusi dentro la pagoda (animali, frutta, fiori, riso, piante) e vengono inseriti con una certa solennità dentro la mucca. Questa operazione si ripete in continuazione e capiamo che ogni volta è relativo ad una famiglia diversa e ad un morto diverso… sono tutti allegri e sfoggiano i loro abiti migliori… sembra più un matrimonio che un funerale. Le donne preparano da mangiare nel tempio e tutti si divertono…anche quelli che portano le mucche e le pagode, che dovrebbero essere gli analoghi delle pompe funebri, sembrano più studenti in gita, con strumenti musicali da compagnia che lugubri e funerei personaggi.

Dopo un tot di ore sono arrivate almeno 20 mucche ..e finalmente si comincia a mettere la legna sotto il ventre delle mucca, dandogli fuoco. Piano piano tutte le mucche cominciano a bruciare, lasciando intravedere la struttura in legno di cui la mucca è fatta.

Qualcuno dei parenti mostra la fotografia del morto, ma niente di più…

In realtà questo rito è la cerimonia finale, vengono bruciate le ossa o le ceneri di qualcuno che è stato già cremato…

Dopo questo spettacolo, fatto di stupore, di meraviglia e di tante foto, riprendiamo le nostre visite. Ubud palace, una visita veloce al mercato e una bella passeggiata ormai al tramonto nella monkey forest…

Soddisfatti torniamo in albergo dove chiedo informazioni sulle danze tradizionali. Riprendiamo il nostro potente motorino e ci avviamo all’interno di un tempio dove rappresentano una danza kechak …ci sono diverse tipologie di danze.. questa a noi è piaciuta, abbiamo trascorso una ora a cercare di capire cosa stesse succedendo, gustandoci la rappresentazione.

Danzatrici balinesi che si muovevano con grazia, abbigliate proprio come si vedono nei dipinti, personaggi brutti e grotteschi che poi abbiamo capito essere il dio del male piuttosto che the monkey king, e una cinquantina di personaggi tipo elfi che con strani vocalizzi davano il ritmo a tutta la scena.

Il giorno dopo abbiamo deciso di fare un tour in macchina con autista.. templi da vedere, da ammirare fino al vulcano kintamani. Abbiamo visitato il Gunung Kawi, Goa Goja, TirtaEmpul (dove c’è l’acqua benedetta e gli indonesiani si fanno il bagno). Abbiamo visto campi di risaie ovunque e in particolare le risaie di Tugullagan, immensi gradoni spettacolari in cui passeggiare.

Il secondo giorno abbiamo preso il motorino per raggiungere Taman Ajun e Tana Loth. Come al solito le indicazioni le abbiamo sempre chieste on the road. Il paesaggio è sempre caratterizzato da immense risaie e da piccoli villaggi in cui vedevamo gruppi di uomini con un gallo in braccio. Il combattimento dei galli è legalmente vietato, ma ovunque si vedono persone con il proprio gallo che viene accudito, vezzeggiato e preparato per il combattimento.

Buchiamo la ruota del motorino; fortunatamente ogni 50 metri ci sono “autofficine” con il solito ragazzino pronto a prendersi cura del mezzo. Ce lo hanno riparato in meno di mezz’ora per 4€.

Durante il tragitto ci fermiamo in una gelateria in JL Raya Kedewaian chiamata Goya. Il gelato è buonissimo, degno delle migliori gelaterie italiane (forse anche di più). i costi sono esagerati per l’Indonesia, con il prezzo di un gelato avremmo fatto una cena completa, (5€) ma ne vale la pena. Incontriamo il proprietario che ci racconta come la gelateria sia nata da una idea sua e di un italiano (bolognese) che ha portato l’attrezzatura e la conoscenza. Le materie prime vengono prese fresche direttamente in loco, senza conservati, coloranti o aromi: solo frutta naturale. Ci dice che hanno appena aperto anche un’altra gelateria a Ubud nella main street, a 50 metri da Ubud Palace. Si chiama Tosca.

Il giorno dopo partiamo per Makassar: la terra dei Toraja ci attende.

La sera precedente tra un nasi goreng e un satay abbiamo recuperato i numeri di telefono di un paio di guide in Tana Toraja per farci aiutare a capire le varie cerimonie.

A Makassar abbiamo prenotato l’albergo Aryaduta Makassar (70€). E’ un albergo internazionale direttamente sul mare.ci serviva solo come appoggio per partire verso Rantepao. Alla stazione Daya, poco distante dall’aeroporto, abbiamo acquistato un biglietto per l’autobus verso Rantepao. La compagnia che abbiamo scelto è la metro Permai che sembra abbia autobus confortevoli (10€ a persona).

La sera ceniamo in albergo al buffet (buono) e la mattina, dopo una ricca colazione al buffet, ci avviamo con un taxi verso la stazione.

Partiamo alle 9 e l’autobus si ferma mediamente ogni 3 ore per circa 20 minuti o più.

Mi aspettavo il peggio e di dover viaggiare per 10 ore in modo scomodo e invece ci ritroviamo in sedili che possono essere reclinati quasi in orizzontali e con la possibilità di avere sempre i piedi sul poggiapiedi.

Il paesaggio è molto bello e il tempo, passa. La strada è un po’ contorta e qualcuno comincia a sentirsi male.

Arriviamo a Rantepao dopo le 7 di sera. Il nostro albergo è il Misiliana hotel (50€ a notte). Dall’esterno sembra un hotel molto bello, con una hall di ricevimento grande circondata da un giardino ricco di fiori e piante tropicali, dove sono state costruite stanze in architettura toraja (con i tetti che sembrano corna di bufalo o carene di una nave). Ci danno una stanza proprio in queste strutture.. sembra molto tipico e molto interessante. Peccato che la stanza sia molto buia e con le nostre torce riusciamo a vedere bacarozzi che viaggiano per il pavimento fino ad arrivare ad un bagno sporco e consunto. Ovunque la polvere e le ragnatele fanno da padrona su tutte gli ammennicoli nella stanza. Chiediamo di essere spostati in un’altra stanza ma dobbiamo aspettare l’indomani che si liberi una stanza.

L’hotel è lontano da Rantepao almeno 4 km e non c’è nulla intorno, quindi se non vogliamo spostarci dobbiamo mangiare nel ristorante dell’albergo dove ci sono tutti gruppi turistici. Preferiamo prendere un sitor (specie di riscio ma con motorino) e per un euro ( contrattato, ne volevano due) ci facciamo portare al Mar’s caffe.

Il Mar’s cafe è il ritrovo di tutte le guide (sembra di essere in montagna quando tutti i maestri di sci si riuniscono a prendere l’ultimo bicchiere). E’ qui che la guida che abbiamo contattato ci ha dato appuntamento, ma ci sono tutti e c’è l’imbarazzo della scelta.

Il Mars caffe è un buon ristorante con menu semplice ma gustoso e prezzi assolutamente economici per il nostro standard. Abbiamo mangiato li tutte le sere, a volte il classico nasi goreng (riso fritto con verdure, a volte con, pezzi di pollo) o mie goreng (noodle fritti con verdure). Altre volte abbiamo mangiato semplici petti di pollo alla griglia con patate bollite (qualche volta lo stomaco reclama vendetta) accompagnati sempre da spremute di frutta gustosissime sempre senza sugar, senza ice e senza water. Di solito abbiamo speso 8 euro a persona.

Abbiamo incontrato la guida che avevamo contattato via telefono e abbiamo concordato itinerario e prezzo. La nostra guida si chiama John e il suo numero di telefono è 081286790477. Si è dimostrato molto gentile e molto entusiasta della sua terra, ma in ogni caso se andate al Mar’s cafe potete scegliere senza problemi e accordarvi con chi volete.

Un giro di due giorni per vedere la cerimonia funebre e i villaggi intorno ci è costato circa 120 € in due.

Il primo giorno siamo andati a vedere una cerimonia funebre: i toraja sono tipici per le loro cerimonie. Credono che i defunti possano riposare in pace solo se vengono fatti tanti sacrifici di animali per permettere alle loro anime di transitare dignitosamente nell’aldilà.

Tutta la preparazione è particolare, con i padroni di casa che vi invitano a bere e festeggiare il morto con dolci tipici e bevande. Poi si assiste alle verifica degli animali che devono essere sacrificati, principalmente bufali e poi si assiste al sacrificio con l’uccisione degli animali. Lo spettacolo è cruento e violento, anche perché’ gli animali che vengono ammazzati sono decine e decine.. più animali si ammazzano più il morto viene onorato. Nella cerimonia cui abbiamo assistito sono stati sacrificati più di 30 bufali e questo massacro è di difficile visione. Gli indigeni sono gli unici che riescono ad eccitarsi e ad incitare nuovi sacrifici. E’ veramente una mattanza.

Il lato positivo è che più il morto è ricco, più animali vengono sacrificati e più carne viene regalata alle persone del villaggio e dei villaggi vicini, permettendo quindi di mangiare anche ai più poveri.

Ultima cosa, i funerali sono talmente costosi che talvolta se la famiglia non ha i soldi necessari si tiene il morto in casa sotto formalina…. per anni fino a quando non ha racimolato i soldi sufficienti per fare il funerale …

Il giorno dopo abbiamo speso il nostro tempo a visitare luoghi piacevoli anche se sempre incentrati sul connubio vita morte. Ogni villaggio particolare da vedere, aveva come attrattiva principale le tombe: batutomonga, ken kesu, lempo, londa, kimbase. In ognuno di questi villaggi, accanto alla bellezza del panorama, si vedono le varie tombe di varie forme (grave).

Ho sentito che qualcun altro ha avuto anche la possibilità di fare rafting.. noi per mancanza di tempo non abbiamo avuto questa occasione …

Il nostro viaggio continua verso Bira

Saremmo dovuti partire la mattina con il solito autobus verso makassar, ma per una strana coincidenza la persona che da Bira doveva venirci a prendere a makassar e’ a Rantepao e negoziamo una piccola percentuale in più per farci portare direttamente da Rantepao a Bira senza passare per Makassar.

Partiamo alle 9 da Rantepao e arriviamo alle 7 a Bira dove avevamo prenotato al manga lodge hotel. L’arrivo non è dei migliori; il proprietario dell’hotel è un tedesco di nome Elvis. Non ci da nemmeno il benvenuto che ci dice che in due minuti dobbiamo andare a mangiare altrimenti non ci sarà più nessuno. Siamo un po’ disorientati dal lungo viaggio e come scolaretti, di corsa andiamo a mangiare. Il cibo e’ pessimo: riso piccante da non poter essere mangiato e verdure crude piene di peperoncino.

Facciamo fatica ad ingurgitare qualcosa, più che altro per cortesia e chiediamo se nel bungalow che ci hanno assegnato c’è l’acqua calda in quanto vorremmo farci una bella doccia. Elvis ci dice che nei bungalow non ce acqua calda ma solo nelle stanze della main house. Nella nostra prenotazione avevamo specificato di volere l’acqua calda (qui è inverno e la temperatura è piacevole ma non cosi calda che una doccia fredda è particolarmente gradita). Ci dice che l’hotel è tutto pieno e che il giorno dopo, quando andrà via qualcuno, verificherà la possibilità di spostarci.

Non stiamo a specificare che avevamo fatto una richiesta ben precisa …va bene cosi.

Peccato che qualche minuto dopo arriva una coppia di americani che non solo ha diritto ad una stanza nella main house, ma non soddisfatta della camera assegnata, chiedono di cambiare e si trova anche un altra camera, già disponibile in cui possono muoversi.

Rimaniamo esterrefatti: ma non era full booked? Gli chiediamo conto di questo comportamento e quello che riesce a rispondere è che è tardi, che dovevamo fare la nostra richiesta con più insistenza e che lui è molto stanco … paghiamo 60 euro a notte (che in Indonesia è uno sproposito) per sentirci dire che l’albergatore è stanco e quindi non può starci a sentire…

Mettano in chiaro i ruoli, si scusa e rimandiamo le verifiche al giorno dopo. La colazione è pessima: the e un (1) toast con marmellata.

Iniziamo la giornata esplorando la spiaggia. Il posto è meraviglioso, spiaggia bianca (anche se non bisogna vedere la sporcizia stagnante sulla parte alta della spiaggia) e un mare che va dal verde al turchese all’azzurro al blu intenso… non c’è nessuno. Siamo gli unici abitanti di questa parte di mondo.

Le uniche due costruzioni sono il Mangga lodge e il Bara beach bungalows che confinano. Il Bara beach in compenso ha un buon ristorante, con menu semplice ma che ci ha sempre soddisfatto…

Camminando per circa 45 minuti si arriva direttamente a Bira via spiaggia.. la passeggiata è Piacevole ma può essere fatta solo quando c’è la bassa marea (nel pomeriggio), altrimenti non è possibile superare gli scogli.

Dove siamo c’è la possibilità di fare snorkeling, o su isole raggiungibili con una banana boat (5 euro a testa) o direttamente dalla spiaggia. Quello che si vede sono pesci blu, gialli, neri, bianche e trasparenti, coralli e stelle marine gigantesche di un magnifico azzurro.

Abbiamo trascorso 4 giorni in pieno e completo relax, senza vedere anima viva.

Il giorno della partenza ci facciamo accompagnare dal taxi (5 ore da Bira a Makassar per 65€).

Arriviamo a Jakarta nel pomeriggio dove ci aspetta Ade (marya_ade@yahoo.com) , la nostra amica che ci ha aiutato a prenotare i voli interni, visto che possono essere prenotati solo con carta di credito indonesiana.

Con Ade ce ne andiamo a cena in un ristorante veramente tipico e molto buono (fantasy word a Jakarta centro) e vistiamo la città il giorno dopo.

Se volete maggiori informazioni potete contattarci all’indirizzo: cleopatra.2904@gmail.com.



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