Scoprendo Java… Con puntatina a Bali e Lombok

Anche quest'anno non siamo riusciti a resistere alla tentazione di tornare in Asia, alla scoperta di un nuovo paese che, ancora una volta, non ci ha deluso in niente (se escludiamo qualche italiano molto turista e poco viaggiatore a Bali e alle isole Gili)! Anche quest'anno, miracolosamente, siamo riusciti a trovare un biglietto aereo lasciato...
scoprendo java... con puntatina a bali e lombok
Partenza il: 10/08/2002
Ritorno il: 02/09/2002
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Anche quest’anno non siamo riusciti a resistere alla tentazione di tornare in Asia, alla scoperta di un nuovo paese che, ancora una volta, non ci ha deluso in niente (se escludiamo qualche italiano molto turista e poco viaggiatore a Bali e alle isole Gili)! Anche quest’anno, miracolosamente, siamo riusciti a trovare un biglietto aereo lasciato libero dai tour operator (mannaggia a voi!!!) 20 giorni prima della partenza…

Avevamo in mente un nostro itinerario fino a 3 giorni prima di partire (ovvero qualche giorno a Java e poi un bel giro per tutto il Sulawesi) ma, sfortunatamente (e lo dico pensando a quel ragazzo che è stato assassinato insieme a 5 indonesiani su un atutobus a Poso, non per come poi è andato il viaggio!), abbiamo rivoluzionato il nostro itinerarioe abbiamo deciso di concentrarci su Java.

Arrivo a Jakarta nel tardo pomeriggio dopo un breve scalo ad Amsterdam e Singapore, e inizia il viaggio.

Una mezza giornata a Jakarta, città che, forse anche per il poco tempo dedicatole, certo non affascina: caos, traffico alle stelle, aria decisamente irrespirabile, tentata intrusione di una mano indonesiana nel mio zainetto mentre eravamo a bordo di un baj-jay (non so se si scrive esattamente così, comunque sono tipo “ape piaggio” adibite a taxi).

Comunque la testa era già rivolta alla partenza verso sud del giorno dopo…Destinazione Ujung Kulong, la riserva naturale nata appena 100 anni fa dall’eruzione distruttiva del Krakatoa. Proviamo a informarci in giro su come arrivarci e subito capiamo che non è proprio semplicissmo…Ma certo non ci scoraggiamo…Quindi andiamo alla stazione degli autobus a nord di jakarta (e l’impatto, dopo nemmeno un giorno, non è dei migliori, ancora peggio il viaggio in autobus con la costante attenzione degli occupanti verso me e la Nico, soprattutto dopo che, da pirla, sono stato costretto a tirare fuori tutti i contanti perchè non avevo spiccioli sufficienti in tasca).

A parte la tensione iniziale e all’arrivo dopo quattro ore a Labuan (la cui stazione degli autobus in effetti non è proprio il massimo visto che siamo stati circondati da una ventina di persone urlanti appena siamo scesi). Qui abbiamo capito che non csaremmo riusciti ad arrivare per sera alla riserva perchè mancavano altre 4 ore di autobus e un tempo indefinito di moto o barca…Ci siamo fermati quindi a Charita, un piccolo paesino sul mare che doveva diventare un “classico” per turisti ma che è rimasto “in fieri” per la crisi economica che ha colpito l’Indonesia. Qui abbiamo conosciuto una simpatica coppia (lui londinese lei giapponese) che vive in Australia e abbiamo preso due guide che ci accompagnassero a scoprire la fantastica giungla dell’Ujung… Queste due guide, che non dimenticherò mai e che consiglio a chiunque volesse andare a vedere questa meraviglia della natura, si chiamano Romain e Augustin e sono rintracciabili presso il Black Rhino di Charita…Con loro siamo partiti per una splendida avventura di tre giorni nel parco, sulle isole circostanti, abbiamo dormito nelle case dei rangers, con i cervi e le scimmi che si riposavano di fronte a casa, e con una natura intorno a noi da fare venire le lacrime agli occhi per la straordinaria bellezza…Del rinoceronte di Java (ne rimangono solo 60 esemplari) siamo riusciti solo a vederne le tracce sul terreno bagnato! Trekking nella giungla, bagni su fantastiche spiagge disabitate, pranzi e cene a base di frutta e pesce preparate da noi sei e lunghe chiacchierate sulla vita, sul mondo e su temi di varia umanità ci hanno accompagnato in questa avventura.

Con un po’ di dispiacere ma con la voglia di scoprire il resto dell’Indonesia, che già dopo 3 giorni ci stava entusiasmando, siamo tornati a jakarta e da lì siamo partiti in treno alla volta di Jogiakarta…Cittadina nel centro di Java, famosa per i batik, per i tempi di Borobudur e Prambanan (il primo buddista e il secondo induista…In uno stato che oggi è musulmano!), e per l’atmosfera che si respira camminando per le sua vie.

Qui ci siamo fermati qualche giorno, abbiamo camminato, conosciuto gente, capito un po’ di più gli indonesiani (affabili, cordiali, grandi contrattatori e comunque sorridenti nonostante non vivano certo nello sfarzo e nell’inutilità delle cose a cui siamo abituati)…Jogya ci ha fatto definitivamente capire che stavamo facendo un altro splendido viaggio! Da Jogia, in compagnia di altri 3 fantastici compagni di viaggio, Steven (di Rotterdam, che era da 4 mesi in Malesia per studi), Jordan (insegnante tedesca al suo primo viaggio in solitario) e Robin (accountant canadese stufa del suo lavoro che ha deciso di girare un po’ per l’Asia) ci siamo diretti, con un piccolo viaggio in minibus di circa 13 ore (la Nico ha dimostrato una resistenza inaspettata…Grazie tesoro!) a vedere quello che si è dimostrato uno dei + belli spettacoli naturali che i nostri occhi hanno assistito: l’alba di fronte al vulcano (attivo e fumante) Bromo, circondato da altri 2 crateri (attivi) minori: è stato uno spettacolo da mozzare il fiato…Anche perchè non sapevamo esattamente cosa avremmo visto quando sarebbe arrivata la luce! Dal Bromo abbiamo fatto, (per l’immensa felicità di Nico, ma effettivamente anche mia, perchè ormai non sentivo + le articolazioni delle ginocchia)altre 12 ore in autobus alla volta di Bali dove abbiamo salutato i nostri tre casuali compagni di viaggio! A Bali siamo arrivati a tarda sera e siamo andati a dormire a Sanur…Posto effettivamente deludente perchè motlo turistico e costruito (e meno male che mi avevano detto che rispetto a Kuta era niente!!).

A Bali, mentre la Nico meritatamente si godeva una giornata sulla spiaggia di Pedang Pedang, a sud nella penisola di Nusa Dua, accompagnata dal nostro nuovo amico Wayem, autista di be-mo (i pulmini un po’ vecchiotti anch’essi adibiti a taxi), io ho affittato un motorino e sono riuscito in un giorno a farmi oltre 200 km e a scoprire vie e vallate interne, luoghi dove (e a Bali è veramente difficile) riuscivo a vedere solo balinesi e non turisti…Insomma una Bali che, purtroppo temo, parecchi turisti non sanno nemmeno che esiste e che icuramente è quella più bella…Ho visto centinaia di visi che mi sorridevano, mi salutavano, mi sono trovato in mezzo a una verde vallata in mezzo alle risaie durante una processione indù ( i balinesi sono indù), mi sono perso ed ero contento perchè ho avuto modo di fermarmi a farmi aiutare a chiacchierare…Insomma Bali, se si esclude, dal nostro punto di vista (io e Nico) la parte ormai dedita esclusivamente al turismo (che comunque, senza entrare nel merito se sia giusto o sbagliato, è giusto che ci sia perchè a molta gente piace così)resta ancora oggi un paese da scoprire…

Da qui, con l’idea di ritornarci dopo aver fatto qualche giorno di mare alle minuscole isole Gili (sebbene in realtà lo stesso nome Gili significa isola in indonesiano)niente strade, carretti a mo’ di taxi, belle spiagge e bel mare…Non mi dilungo, ma posso dire che qui siamo stati benissimo, sia su gili Trawangan (abbiamo evitato la affollata zona a sud invasa di italiani caciaroni che secondo noi non sanno nemmeno come sia fatto il resto delle isole) dove abbiamo dormito in economicissimi bungalow a nord dell’isola, sia su Gili Air (la più selvaggia e forse la meno turistica) e sulla fantastica Gili Meno.

Siamo tornati a Bali, dove abbiamo deciso di passare gli ultimi due giorni a Ubud…Villaggio nel centro sud di Bali contornato da risaie…Atmosfera incredibilmente unica, cucina (finalmente) eccellente, gente come sempre (a parte l’insistenza nell’offrirti un mezzo di trasporto e una stanza…Alla fine ero io che glielo offrivo a loro)eccezionale…E poi, le mie “braccine” si sono allungate almeno l’ultimo giorno e ci siamo concessi, due ore prima di prendere l’aereo che ci avrebbe riportato a Jakarta per poi tornare in Italia, un fantastico massaggio balinese …Sue due lettini affiancati in una terrazza su una risaia, alla mattina molto presto, con un po’ di nebbiolina intorno…E dopo un bagno in una vasca a idromassaggio…Soli io e la Nico circondati da un pezzo di foresta e risaie verdissime, in silenzio, guardandoci e sorridendo e sapendo di aver conosciuto un altro piccolo fantastico angolo del mondo in cui viviamo…

adesso siamo tornati a casa…C’è il grigio nel cielo di questa mia vecchia Milano, a cui ormai sono abituato, ma siamo felici, per mille motivi, e tra questi anche il fatto di aver incontrato lo sguardo di mille volti indonesiani, di aver visto posti indimenticabili e perchè so che ritorneremo…Lì o comunque in qualche altro angolo di mondo da scoprire e assaporare! Cri e Nico



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