Bali & lombok

Siamo partite per questo viaggio in due ragazze senza aver prenotato niente dall’Italia, solo il volo aereo. Munite di patente Internazionale abbiamo deciso di affittare una macchina che in queste isole è il mezzo di trasporto in assoluto migliore per spostarsi e per fermarsi quando lo si desidera. Non abbiamo mai avuto problemi di nessun...
Scritto da: Tiziana Pretto
bali & lombok
Partenza il: 03/08/1997
Ritorno il: 22/08/1997
Viaggiatori: in coppia
Siamo partite per questo viaggio in due ragazze senza aver prenotato niente dall’Italia, solo il volo aereo. Munite di patente Internazionale abbiamo deciso di affittare una macchina che in queste isole è il mezzo di trasporto in assoluto migliore per spostarsi e per fermarsi quando lo si desidera. Non abbiamo mai avuto problemi di nessun genere, sono luoghi molto tranquilli e sicuri. Il costo della vita è estremamente economico: si viaggia spendendo pochissimo sia per mangiare che per dormire. Gli alberghi che abbiamo utilizzato, di livello medio, sono stati tutti semplici ed essenziali, ma puliti e sicuri. Il cibo lo abbiamo trovato particolarmente buono e vario: riso con verdure, pollo, maiale, pesce e tantissima frutta tropicale. Ci è stata molto di aiuto per tutto la guida EDT della Lonely Planet. 1° GIORNO Partiamo da Venezia per Roma (Alitalia) e quindi da Fiumicino per Denpasar (Garuda Indonesia) con scalo a Bangkok.

2° GIORNO Arriviamo a Bali dopo un viaggio infinitamente lungo di una ventina di ore (15 ore nette solo di volo). Prendiamo un taxi e andiamo a Kuta dove, dopo vari tentativi, troviamo un albergo decente per dormire (se non volete impazzire imbattendovi in hotel indecorosi prenotate sempre dall’Italia almeno la prima notte!) non senza aver prima noleggiato una macchina per una settimana a partire dal giorno seguente. Abbiamo noleggiato una jeep nell’ufficio a sinistra subito dopo il Bemo Corner nella prosecuzione di Jalan Pantai Kuta verso Sanur. C’è un’agenzia viaggi che offre anche altri servizi e ha prezzi ottimi (le Jeep sono in buono stato e costano ca. 100 U$ per una settimana).

3° GIORNO Partiamo per Ubud facendo estrema attenzione: la guida è a sinistra e il traffico è molto caotico e indisciplinato. Non c’è problema!!!! Dopo mezz’ora di “prova” ci siamo già abituate (in campagna comunque non c’è anima viva).

Oltrepassiamo vari paesini situati lungo la strada principale ognuno specializzato in una diversa produzione artigianale. Attraversiamo Batubulan (sculture in pietra), Celuk (filigrana), Sukawati (ombrelli e cestini), Batuan (pittura), Mas (legno intagliato) e arriviamo infine a Ubud, paese tra le risaie e i palmeti con negozi e ristorantini tipici: qui si può dire di essere veramente a Bali. Per l’alloggio c’è solo l’imbarazzo della scelta.

4° GIORNO Visitiamo Ubud e dintorni: andiamo alla casa di Antonio Blanco, un atelier straripante di quadri, in cui vive questo pittore filippino. La casa è arredata in perfetto stile etnico locale (veramente stravagante: lo abbiamo visto aggirarsi silenzioso per le stanze!). Ci dirigiamo poi al Museo Neka che espone opere d’arte balinese moderna (interessante e bellissimo panorama), e preseguiamo per la Monkey Forest, foresta abitata da scimmie, in cui sorge il pura dalem. Nel pomeriggio gironzoliamo in macchina attraverso i paesini circondati dalle risaie come Sayan e Kedewatan (dove la vita si è fermata qualche secolo fa) in cui notiamo che la gente sembra non avere mai visto dei turisti e proseguiamo fino a Petulu per vedere gli aironi che tutte le sere al tramonto tornano qui (bellissimo! Abbiamo trovato una baracca in mezzo alle risaie dove si può ordinare da bere e ti danno un binocolo per poter vedere meglio). La sera assistiamo allo spettacolo mozzafiato della danza Kecak (i biglietti si acquistano all’ufficio turistico).

5° GIORNO Partiamo da Ubud per il vulcano Gunung Agung dove visitiamo il tempio Pura Besakih. E’ il più bello dell’isola e comprende una trentina di edifici costruiti su sette terrazze: il panorama è incredibile, e riusciamo ad assistere a preghiere e alla preparazione delle offerte per gli dei. All’ entrata del tempio siamo state avvicinate da dei giovani che, con aria minacciosa, ci hanno chiesto denaro per farcelo visitare, ma abbiamo rifiutato seccamente l’aiuto: è solo un’estorsione! Proseguiamo il giro per Tirtagangga dove ci sono le risaie a terrazza più belle dell’isola (quelle delle cartoline per intenderci), poi per Kusamba, paesino di pescatori dove ci sono le coloratissime canoe a bilanciere prahu. Ritorniamo a Ubud.

6° GIORNO Partiamo da Ubud per la grotta dei pipistrelli Goa Gajah: il suo ingresso è costituito da una grande bocca di demone. Proseguiamo per Gunung Kawi, situata in fondo ad una valle verde con risaie a terrazza, in cui ci sono 10 sacrari scolpiti nella pietra situati in nicchie tagliate nella parete rocciosa. Partiamo per il vulcano Gunung Batur in cui scendiamo all’interno del cratere e percorriamo la strada costruita sulla colata lavica (montagne russe) e costeggiamo il lago Batur. Il paesaggio è lunare! In tutta la zona del lago facciamo attenzione ai brutti ceffi e chiudiamo la sicura quando siamo in macchina. Proseguiamo per Lovina soffermandoci al decoratissimo tempio Pura Ulun Danu a Batur. Arriviamo a Lovina e per l’alloggio approfittiamo di uno dei biglietti da visita degli alberghi che ci vengono offerti per la strada.

7° GIORNO Relax in spiaggia a Lovina con annessi massaggi da parte delle massaggiatrici locali (vera libidine!).

8° GIORNO Sveglia all’alba per andare a vedere i delfini con le canoe: una cosa veramente assurda! Decine di canoe navigano a destra e a sinistra per correre dietro a qualche solitario delfino! Tramite un ragazzo conosciuto in spiaggia andiamo nella foresta ad assistere ad un combattimento clandestino di galli con tanto di scommesse: uno dei due galli muore avvelenato dall’arpione dell’avversario: agghiacciante ma molto interessante (soprattutto l’atmosfera). Nel pomeriggio partiamo per Sanur passando per il Tanah Lot, il tempio più noto di Bali, ma il più commerciale, e assistiamo, con migliaia di persone, al tramonto (una vera delusione).

9° GIORNO Partiamo da Sanur per il tempio di Ulu Watu, dedicato agli spiriti del mare, che sorge su una scogliera a picco sull’oceano a abitato da una colonia di scimmie. Proviamo le belle spiaggette tra le rocce dove i surfisti si esibiscono sulle altissime onde. Proseguiamo per Kuta dove consegniamo la macchina e nella stessa agenzia prenotiamo il catamarano gigante Mabua Express per Lombok. Ritorniamo in taxi a Sanur.

10° GIORNO Sole e mare (il più bello dell’isola) a Sanur.

11° GIORNO Andiamo in taxi al porto di Benoa dove prendiamo la barca per Lembar a Lombok. All’arrivo un pullmino (già incluso nel ticket) ci porta a Senggigi che parrebbe essere il più bel posto di mare dell’isola. Ma la lingua di sabbia con le palme vista in una rivista non è altro che una lingua di cemento e sassi ricoperti di sabbia con palme piantate dall’uomo.

12° GIORNO Noleggiamo una macchina (scassata e che costa quasi il doppio che a Bali, in più senza assicurazione) e andiamo sul Gunung Pengsong, una montagna con un tempio sul cucuzzolo (4 muretti) da cui si gode la vista di buona parte dell’isola. Il custode ci accompagna fino alla vetta (1 ora di camminata). Ridiscese, partiamo per Sukarara, paesino di tessitori, dove pur di comprare un tessuto (pagato 8 U$ e in Italia valutato £.700.000) rimaniamo completamente senza soldi. Proseguiamo per Rembitan dove visitiamo un villaggio Sasak in cui la gente vive ancora nelle capanne e paghiamo il “pedaggio” d’ingresso con l’unica cosa che ci rimane: un pacchetto di Vigorsol. Ritorniamo a Senggigi.

13° GIORNO Partiamo per il tour dei paesini dell’artigianato (non ne abbiamo ancora avuto abbastanza!). A Lombok si fanno comunque veri affari. Visitiamo Lenek ( danze locali – neanche l’ombra), Pringgasela (tessuti), Masbagik (ceramiche – e pidocchi), Nangka (cosa c’era?), Tetebatu (idem) e Kotaraja (vimini). In questo paese troviamo a fatica il negozio della signora fotografata con i cesti nella guida Lonely Planet: sono veramente belli. Nessuno in questi villaggi sa dare informazioni su luoghi o prodotti artigianali. La maggior parte della gente non è mai andata oltre la capanna vicina! (L’importante è non arrabbiarsi e arrangiarsi). Alla fine del tour, ritorniamo a Senggigi.

14° GIORNO Partiamo da Senggigi per Sweta dove visitiamo il mercato (grande e interessante). Poi raggiungiamo Narmada, Lingsar e Cakranegara. Sinceramente non ne vale la pena, anche sforzandomi non ricordo quello che abbiamo visto. Ritorniamo a Senggigi.

15° GIORNO Partenza. Il pulmino ci viene a prendere e ci porta a Lembar per salire sul catamarano (il biglietto si fa in una qualsiasi agenzia di Senggigi). Stracariche di borse e sacchetti con cesti, tessuti e tremila altri oggetti arriviamo al porto di Benoa a Bali e prendiamo un taxi per Kuta. Cerchiamo e troviamo su indicazione un albergo molto carino.

16°-17°-18° GIORNO Solo riposo nella grande spiaggia di Kuta. Il mare è molto divertente e anche un po’ pericoloso: ci sono onde altissime e molti surfisti. I bagnini ogni pochi secondi fischiano a chi esce dai limiti di sicurezza (che cambiano ogni quarto d’ora, con le correnti). Verso sera facciamo shopping negli innumerevoli negozi di oggettistica e di abbigliamento: alcuni di essi non hanno niente da invidiare ai negozi di tendenza di Milano e New York.

19° GIORNO Passiamo le ultime ore in spiaggia e poi partiamo per l’aereoporto di Denpasar dove ci aspetta il volo per l’Italia della Garuda Indonesia. Facciamo scalo a Bangkok in pieno tifone. Arriviamo a Roma la mattina seguente e quindi prendiamo la coincidenza per Venezia. Ora, possiamo riposarci meritatamente a casa.

CONSIGLI BALI: si trova tutto e si può ottenere quello che serve con facilità; la gente è gentilissima. Per mangiare e dormire si trova sempre e per tutti i gusti e le tasche. Qui ci sono dei bellissimi paesaggi: i villaggi, le risaie e la natura sono il filo conduttore. Sono assenti luoghi “culturali”. Se vi piacciono i prodotti artigianali potrete impazzire! Ce ne sono anche di ottima qualità a prezzi bassissimi! LOMBOK: la popolazione nei luoghi turistici è poco gentile, i servizi sono di molto peggiori, i prezzi sono più elevati e cercano tutti di fregarti. Il mare non è assolutamente niente di speciale (si dice che a Kuta sia bello, ma che si verifichino molti furti a danno dei turisti). L’artigianato è di un certo livello ed è, secondo me, la ragione di visita dell’isola insieme alle sterminate piantagioni di the e alla bellezza e all’ingenuità degli indigeni dei villaggi lontani dal turismo.

Per avere ulteriori informazioni inviatemi un’e-mail! Ciao a tutti!!!



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